La villa del piacere 9
di
femminaporcella
genere
incesti
Anche kael venne, dentro di lei, la gelosia mi attanagliava, lui disse «Io non avevo mai immaginato che lasciarsi andare potesse essere così… potente.»
Mia sorella aprì gli occhi, sorridendo tra il calore dei due.
«È questo il nostro patto,» disse, «non è solo fedeltà o scelta. È fiducia. È tutto ciò che possiamo offrirci l’un l’altro, senza paura.»
Per un attimo, il tempo sembrò sospeso.
La pioggia, il fuoco, i tre cuori pulsanti: erano uniti, una singola energia di luce e ombra, di desiderio e protezione, di passione e sicurezza.
Nessuno parlava più, eppure tutto era chiaro.
Non avevano bisogno di altro.
Avevano trovato la loro intimità.
Ma dentro di me sapevo che non era così, rivolevo mia sorella tutta per me.
Venne la sera ed eravamo ancora a letto la luna filtrava attraverso le vetrate rosse, tingendo la sala di luce cremisi.
Sul pavimento, candele basse tracciavano un percorso di ombre danzanti.
Mia sorella si trovava al centro, i cuori dei due custodi pulsanti accanto a lei.
«Voglio che questa notte sia nostra,» disse, la voce calma ma decisa.
«Non un gioco di potere… ma un atto di fiducia. Solo se ci fidiamo l’uno dell’altro, possiamo avvicinarci davvero.»
Kael annuì, il suo sguardo serio ma morbido, mentre io sorrisi, gli occhi scintillanti di eccitazione e gelosia.
«Mi sento… completa,» sussurrò mia sorella, gli occhi chiusi.
«Con voi due.»
Kael stringeva appena la sua mano, la tensione tra protezione e desiderio evidente.
Io accarezzò con delicatezza il suo braccio, un gesto lento e seducente, ma rispettoso.
La stanza sembrava sospesa, il mondo esterno sparito.
Tre cuori intrecciati, tre anime che imparavano a condividere dominio e sottomissione, luce e ombra, passione e cura.
Mia sorella aprì gli occhi, sorridendo tra il calore dei due.
«È questo il nostro patto,» disse, «non è solo fedeltà o scelta. È fiducia. È tutto ciò che possiamo offrirci l’un l’altro, senza paura.»
Per un attimo, il tempo sembrò sospeso.
La pioggia, il fuoco, i tre cuori pulsanti: erano uniti, una singola energia di luce e ombra, di desiderio e protezione, di passione e sicurezza.
Nessuno parlava più, eppure tutto era chiaro.
Non avevano bisogno di altro.
Avevano trovato la loro intimità.
Ma dentro di me sapevo che non era così, rivolevo mia sorella tutta per me.
Venne la sera ed eravamo ancora a letto la luna filtrava attraverso le vetrate rosse, tingendo la sala di luce cremisi.
Sul pavimento, candele basse tracciavano un percorso di ombre danzanti.
Mia sorella si trovava al centro, i cuori dei due custodi pulsanti accanto a lei.
«Voglio che questa notte sia nostra,» disse, la voce calma ma decisa.
«Non un gioco di potere… ma un atto di fiducia. Solo se ci fidiamo l’uno dell’altro, possiamo avvicinarci davvero.»
Kael annuì, il suo sguardo serio ma morbido, mentre io sorrisi, gli occhi scintillanti di eccitazione e gelosia.
«Mi sento… completa,» sussurrò mia sorella, gli occhi chiusi.
«Con voi due.»
Kael stringeva appena la sua mano, la tensione tra protezione e desiderio evidente.
Io accarezzò con delicatezza il suo braccio, un gesto lento e seducente, ma rispettoso.
La stanza sembrava sospesa, il mondo esterno sparito.
Tre cuori intrecciati, tre anime che imparavano a condividere dominio e sottomissione, luce e ombra, passione e cura.
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