La villa del piacere 8

di
genere
incesti

I tre rimasero così, per un tempo indefinito.
I loro respiri si mescolavano: il ritmo lento di Lei, il respiro profondo e controllato di Kael, e il mio fiato più leggero e incostante.
Le mani si sfiorarono accidentalmente — prima quelle di Lyria con Kael, poi con me.
Non era confusione. Era un linguaggio.
Un linguaggio fatto di fiducia, desiderio, e di piccoli gesti che valevano più di mille parole.
Lei chiuse gli occhi, appoggiando la fronte contro il dorso di Kael e lasciando scivolare la mano libera verso quella di Seren.
Un gesto semplice, ma carico di significato: erano uniti, senza gerarchie, senza vincitori né vinti.
Solo tre cuori che cercavano la stessa armonia.
Poi la sua bocca sul cazzo di Kael, ormai era sempre lui il primo, sempre lui che cavalcava, sempre lui a sborrarle in figa e io solo la schiena e il culo, iniziò a cavalcarlo, dai fratello inculami, non ne avevo voglia, potreste fare voi due, vedo che godete e molto, e tu non vuoi godere disse lei, voglio il tuo cazzo e la tua sborra, ubbbidiscimi, obbedii, era cald il suo culo, pompai con forza, ma sentire il cazzo di kael mi dava fastidio, lo sapevo nella sua figa, pompai ancora più forte, ahi, mi fai male, ma non smisi, dopo poco provò l'orgasmo di culo, ah come sei violento ma mi piace ahhhh cone vengo, dai più veloce, e io mi impegnai al massimo, entravo e uscivo e non venivo, lei godeva e colava sulle palle di Kael.
scritto il
2025-12-11
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