La villa del piacere
di
femminaporcella
genere
incesti
La Villa del piacere sorgeva ai margini del bosco, un luogo dove le ombre sussurravano antiche promesse, io e mia sorella vivevamo isolati, la spesa arrivava una volta a settimana e noi ci amavamo ogni giorno, ma un giorno rrivò un giovane e aitante uomo, si chiamava Kael.
Disse che si era perso e noi lo invitammoa fermarsi da noi, la sera c'era tensione, io dissi a kael «Se vuoi rimanere nella villa» dissi avvicinandomi con passo lento, «dovrai accettare le regole.»
Il mio tono era fermo, ma non duro. Non mi imponeva: offrivo.
«Le sue regole sono noiose», disse mia sorella seduta in poltrona seminuda, le cosce in vista e il seno seminascosto dalla vestaglia trasparente, facendo scorrere le dita lungo una catena decorativa che pendeva dal soffitto—un oggetto rituale, più simbolico che funzionale. «Le mie sono molto più divertenti. E tutte rigorosamente… consensuali.»
Kael sorrise lo intrigava quella combinazione di fiducia e seduzione, e in quel momento capì che non avrebbe scelto tra i due, ma avrebbe lasciato decidere al destino, lui evaso dal carcere, dove aveva dovuto sottostare ad altri uomini per non essere ucciso, si definiva bisessuale, per cui non si preoccupava.
Ma mia sorella usc dalla stanza e tornò con un collare morbido, un semplice anello di velluto con un sigillo runico. Un simbolo di fiducia, non di possesso.
Io alle sue spalle, feci scivolare un nastrino di seta intorno ai suoi polsi, stringendolo appena, con delicatezza.
«Solo quanto vuoi tu», sussurrai al suo orecchio, lasciandole la possibilità di scioglierlo in un istante.
Kael li osservò con una scintilla di preoccupazione, che persone strane aveva incontrato pensava, mentre mia sorella lo guardava con un sorriso provocatorio.
Improvvisamente, la villa non era più solo un luogo di passaggio: era un campo di tensioni, desideri e promesse non dette.
E fra me e mia sorella fino ad ora amanti e devoti l'uno all'altra,stava per nascere un equilibrio nuovo.
Un triangolo fatto di sfida, devozione e piacere nel cedere… ma solo quando lo si vuole davvero.
Disse che si era perso e noi lo invitammoa fermarsi da noi, la sera c'era tensione, io dissi a kael «Se vuoi rimanere nella villa» dissi avvicinandomi con passo lento, «dovrai accettare le regole.»
Il mio tono era fermo, ma non duro. Non mi imponeva: offrivo.
«Le sue regole sono noiose», disse mia sorella seduta in poltrona seminuda, le cosce in vista e il seno seminascosto dalla vestaglia trasparente, facendo scorrere le dita lungo una catena decorativa che pendeva dal soffitto—un oggetto rituale, più simbolico che funzionale. «Le mie sono molto più divertenti. E tutte rigorosamente… consensuali.»
Kael sorrise lo intrigava quella combinazione di fiducia e seduzione, e in quel momento capì che non avrebbe scelto tra i due, ma avrebbe lasciato decidere al destino, lui evaso dal carcere, dove aveva dovuto sottostare ad altri uomini per non essere ucciso, si definiva bisessuale, per cui non si preoccupava.
Ma mia sorella usc dalla stanza e tornò con un collare morbido, un semplice anello di velluto con un sigillo runico. Un simbolo di fiducia, non di possesso.
Io alle sue spalle, feci scivolare un nastrino di seta intorno ai suoi polsi, stringendolo appena, con delicatezza.
«Solo quanto vuoi tu», sussurrai al suo orecchio, lasciandole la possibilità di scioglierlo in un istante.
Kael li osservò con una scintilla di preoccupazione, che persone strane aveva incontrato pensava, mentre mia sorella lo guardava con un sorriso provocatorio.
Improvvisamente, la villa non era più solo un luogo di passaggio: era un campo di tensioni, desideri e promesse non dette.
E fra me e mia sorella fino ad ora amanti e devoti l'uno all'altra,stava per nascere un equilibrio nuovo.
Un triangolo fatto di sfida, devozione e piacere nel cedere… ma solo quando lo si vuole davvero.
2
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una mamma troia 2racconto sucessivo
La villa del piacere 2
Commenti dei lettori al racconto erotico