Il collega sexy
di
Arrakis
genere
tradimenti
Arrivò davanti alla mia scrivania con la sua solita calma disarmante chiese:
“Pausa caffè?”. Sollevai lo sguardo e lo vidi. Elegante come sempre: camicia blu, jeans scuri. Un equilibrio perfetto tra casual e pericolosamente sexy “Sì, ti prego… necessito di caffeina,” sospirai. Mi alzai, si avvicinò e mi bisbigliò all’orecchio “vorrei sentirtelo urlare quel ti prego”. Sentivo le guance arrossarsi, ma allo stesso tempo eccitarmi.
La macchinetta era tutta per noi, nessun collega nelle vicinanze e ne approfittammo per scambiarci sguardi provocatori. Si appoggiò con una spalla alla macchinetta, osservandomi senza fretta, poi disse “Stasera vieni a vederci giocare? Dopo potremmo bere qualcosa insieme” “Non credo. Mio marito torna tra un paio di giorni… voglio godermi le ultime serate tutte per me: Glovo e Netflix.” . Fece un sorriso malizioso, più esplicito del solito. “Perché non mi inviti? Trovo una scusa per saltare il calcetto. Martina questa sera è fuori con le amiche e tornerà tardi” “Ci penserò su…” Tornai verso la mia scrivania. Mentre gli passavo accanto gli sfiorai il braccio con le dita. Non mi voltai, ma sapevo che mi guardava. Sentivo i suoi occhi sul mio corpo. Passai davanti alla scrivania di Martina, ignara del fatto che desideravo il suo uomo.
Quella proposta echeggiò per tutta la giornata nella mia testa: pensare alle sue mani sul mio corpo…al suo cazzo. Il solo pensiero mi eccitava. Entrambi eravamo impegnati, ma c’era dell’attrazione reciproca e fino a quel momento ci scambiavamo solo sguardi maliziosi e frasi provocatorie, mai nulla di così diretto.
Arrivate le 18.00 staccammo entrambi “in bocca al lupo, fammi sapere se vincete”. Durante la serata vibrò il telefono “abbiamo vinto e ora pizza. Il tuo netflix?”. Sorrisi al messaggio mordendomi il labbro inferiore. Risposi “serata noiosa” lasciando aperta una possibilità e capire le sue intenzioni.. Qualche istante dopo mi rispose nuovamente “potrei passare per ravvivare la serata”. Presi un attimo, il cuore batteva all’impazzata. Era tutto il giorno che ero eccitata al pensiero di passare una notte con lui. Sapevo che superata la soglia non sarei più potuta tornare indietro, ma decisi di buttarmi: “via aldo moro 5” e lui rispose semplicemente con “arrivo”.
Andai in camera a scegliere il completino da indossare. Optai per degli slip neri di pizzo, un reggiseno a corsetto con apertura davanti e delle autoreggenti. Ricordavo che in una conversazione aveva detto che le trovava sexy. Poi indossai una maglietta e dei jeans. Tempo di sistemare casa e scrisse “sono fuori, che piano?” . Avevo il cuore in gola ed ero già bagnata “piano terra” gli risposi. Aprì la porta e lo feci entrare. Ci scambiammo un sorriso imbarazzato e per rompere il ghiaccio disse “Dai, fammi fare un giro della casa” “Sono solo 60 mq… è tutto qua” risposi sorridendo e allargando le braccia per mostrare la casa. “Questa è la cucina open space…di là il bagno e l’altra porta è la camera da letto” Lui annuì piano, osservando non la cucina, ma tutto il resto: l’atmosfera, la vicinanza, il fatto che eravamo soli e che le scuse erano finite. “non mi aspettavo questo invito…mi hai lasciato spiazzato…per tutta la cena ho pensato a te, dio mi è venuto duro leggendo il tuo messaggio”. “ti ho detto che ci avrei pensato…” abbassando lo sguardo sul suo corpo e notando un interessante rigonfiamento in mezzo alle gambe.
Si avvicinò deciso io feci un passo indietro, ma fui bloccata dal tavolo. Mi prese il viso tra le sue mani e sussurrando disse “passiamo ai fatti, non ce la faccio più, voglio scoparti” poi mi baciò. Risposi a quel bacio e sentì una eccitazione crescere in me, lo volevo subito. Nella passione del momento mi sollevò e mi mise seduta sul tavolo, potevo sentire il suo cazzo duro. Si vantava sempre del suo membro e così decisi di stuzzicarlo “ora non hai scuse, dovresti tirarlo fuori e farmelo vedere…” . Mi tolse i vestiti e mi mangiò con lo sguardo “dio quanto sei sexy”. Si spogliò anche lui e il mio sguardo cadde su quel corpo pieno di tatuaggi. Mi fece scendere dal tavolo e mi girò, mi mise a novanta e mi baciò la schiena e mi tirò i capelli. Premette il suo cazzo duro sulle natiche, sussurrandomi all’orecchio disse “Lo senti? è tutto tuo…ora voglio che lo prendi in bocca”. Volevo quel cazzo, così mi inginocchiai davanti a lui e glielo presi, dio quanto era grosso…gli leccai le palle e poi lo presi in bocca succhiandolo, lentamente e profondamente.. Era delizioso. Sentivo il suo respiro farsi affannoso, le sue mani stringevano i miei capelli “oh si…continua così…succhiamelo…brava”. Era molto esplicito e questo mi eccitava, voleva avere il comando e non mi dispiaceva. Mio marito era via da diverse settimane e avevo una gran voglia di essere solo scopata…quale occasione se non con il collega.
Mi staccai e iniziai a baciarlo e a mordere le sue labbra “voglio che mi scopi” sussurrai al suo orecchio. Mi scostò, andammo sul divano e mi fece sdraiare, con una sua mano prese le mie mani e le strinse sopra la mia testa, quanto era forte. “ti manca di dire una cosa per averlo” disse mentre metteva il suo cazzo sulla soglia della mia vagina e muovendolo…stavo impazzendo, doveva entrare. Sorrisi capendo subito che faceva riferimento alla mattina, così lo accontentai “ti prego…scopami” . Lo volevo sentire dentro di me..volevo essere scopata. Sorrise in modo malizioso, sapeva che ero completamente sua. Poi finalmente lo mise dentro: colpi profondi e lenti… lo sentivo tutto. Poi aumentò il ritmo, con l’altra mano giocava con il mio clitoride. Stavo impazzendo. Sentendomi ansimare sempre di più si fermò “non così in fretta…voglio scoparti a dovere”. Mi fece capire che dovevo metterlo ancora in bocca e così feci “brava così…prendilo tutto, succhialo” disse ansimando e tirando i capelli. Poi mi prese, andammo sul tavolo della cucina e mi mise nuovamente a novanta e senza troppi preamboli entrò, mi tirò i capelli e qualche sculacciata. Non stavo capendo più nulla…ero sua. “ti piace?” mi chiese “oh..si … ti prego fammi venire”. Questo lo eccitò ancora di più, le penetrazioni aumentarono di intensità, con un dito mi massaggiava il clitoride. Poi mi fece girare e salire sul tavolo. Mi aprì le gambe, la leccò, mi penetrò con la sua lingua e poi con le dita. “ora il mio cazzo, è quello che vuoi giusto? Ora lo prendi tutto” Annuì ansimando e poi mi diede il suo cazzo duro e gonfio. Mi riempiva completamente. Poi mi tenne ferme le braccia e con una mano mi strinse il collo. Era così eccitante perdere il controllo, essere a sua disposizione. Ci guardammo negli occhi “vieni per me piccola” e poco dopo venni con un orgasmo mai provato prima. Il suo respiro si fece affannoso, le spinte più decise, sentivo che stava per venire. Uscì appena in tempo e venne copiosamente sul mio ventre. Era stato fantastico.
Si rivestì e prima di andare mi mise sul divano e me la leccò nuovamente e penetrandomi con le sue dita “viene ancora per me”. Venni nuovamente, ero esausta. Sulla soglia della porta ci guardammo sorridendo entrambi. Era chiaro che non si trattava di una avventura di una notte…il sesso con lui era stato divino. “Ci vediamo domani in ufficio” disse “a domani” risposi.
“Pausa caffè?”. Sollevai lo sguardo e lo vidi. Elegante come sempre: camicia blu, jeans scuri. Un equilibrio perfetto tra casual e pericolosamente sexy “Sì, ti prego… necessito di caffeina,” sospirai. Mi alzai, si avvicinò e mi bisbigliò all’orecchio “vorrei sentirtelo urlare quel ti prego”. Sentivo le guance arrossarsi, ma allo stesso tempo eccitarmi.
La macchinetta era tutta per noi, nessun collega nelle vicinanze e ne approfittammo per scambiarci sguardi provocatori. Si appoggiò con una spalla alla macchinetta, osservandomi senza fretta, poi disse “Stasera vieni a vederci giocare? Dopo potremmo bere qualcosa insieme” “Non credo. Mio marito torna tra un paio di giorni… voglio godermi le ultime serate tutte per me: Glovo e Netflix.” . Fece un sorriso malizioso, più esplicito del solito. “Perché non mi inviti? Trovo una scusa per saltare il calcetto. Martina questa sera è fuori con le amiche e tornerà tardi” “Ci penserò su…” Tornai verso la mia scrivania. Mentre gli passavo accanto gli sfiorai il braccio con le dita. Non mi voltai, ma sapevo che mi guardava. Sentivo i suoi occhi sul mio corpo. Passai davanti alla scrivania di Martina, ignara del fatto che desideravo il suo uomo.
Quella proposta echeggiò per tutta la giornata nella mia testa: pensare alle sue mani sul mio corpo…al suo cazzo. Il solo pensiero mi eccitava. Entrambi eravamo impegnati, ma c’era dell’attrazione reciproca e fino a quel momento ci scambiavamo solo sguardi maliziosi e frasi provocatorie, mai nulla di così diretto.
Arrivate le 18.00 staccammo entrambi “in bocca al lupo, fammi sapere se vincete”. Durante la serata vibrò il telefono “abbiamo vinto e ora pizza. Il tuo netflix?”. Sorrisi al messaggio mordendomi il labbro inferiore. Risposi “serata noiosa” lasciando aperta una possibilità e capire le sue intenzioni.. Qualche istante dopo mi rispose nuovamente “potrei passare per ravvivare la serata”. Presi un attimo, il cuore batteva all’impazzata. Era tutto il giorno che ero eccitata al pensiero di passare una notte con lui. Sapevo che superata la soglia non sarei più potuta tornare indietro, ma decisi di buttarmi: “via aldo moro 5” e lui rispose semplicemente con “arrivo”.
Andai in camera a scegliere il completino da indossare. Optai per degli slip neri di pizzo, un reggiseno a corsetto con apertura davanti e delle autoreggenti. Ricordavo che in una conversazione aveva detto che le trovava sexy. Poi indossai una maglietta e dei jeans. Tempo di sistemare casa e scrisse “sono fuori, che piano?” . Avevo il cuore in gola ed ero già bagnata “piano terra” gli risposi. Aprì la porta e lo feci entrare. Ci scambiammo un sorriso imbarazzato e per rompere il ghiaccio disse “Dai, fammi fare un giro della casa” “Sono solo 60 mq… è tutto qua” risposi sorridendo e allargando le braccia per mostrare la casa. “Questa è la cucina open space…di là il bagno e l’altra porta è la camera da letto” Lui annuì piano, osservando non la cucina, ma tutto il resto: l’atmosfera, la vicinanza, il fatto che eravamo soli e che le scuse erano finite. “non mi aspettavo questo invito…mi hai lasciato spiazzato…per tutta la cena ho pensato a te, dio mi è venuto duro leggendo il tuo messaggio”. “ti ho detto che ci avrei pensato…” abbassando lo sguardo sul suo corpo e notando un interessante rigonfiamento in mezzo alle gambe.
Si avvicinò deciso io feci un passo indietro, ma fui bloccata dal tavolo. Mi prese il viso tra le sue mani e sussurrando disse “passiamo ai fatti, non ce la faccio più, voglio scoparti” poi mi baciò. Risposi a quel bacio e sentì una eccitazione crescere in me, lo volevo subito. Nella passione del momento mi sollevò e mi mise seduta sul tavolo, potevo sentire il suo cazzo duro. Si vantava sempre del suo membro e così decisi di stuzzicarlo “ora non hai scuse, dovresti tirarlo fuori e farmelo vedere…” . Mi tolse i vestiti e mi mangiò con lo sguardo “dio quanto sei sexy”. Si spogliò anche lui e il mio sguardo cadde su quel corpo pieno di tatuaggi. Mi fece scendere dal tavolo e mi girò, mi mise a novanta e mi baciò la schiena e mi tirò i capelli. Premette il suo cazzo duro sulle natiche, sussurrandomi all’orecchio disse “Lo senti? è tutto tuo…ora voglio che lo prendi in bocca”. Volevo quel cazzo, così mi inginocchiai davanti a lui e glielo presi, dio quanto era grosso…gli leccai le palle e poi lo presi in bocca succhiandolo, lentamente e profondamente.. Era delizioso. Sentivo il suo respiro farsi affannoso, le sue mani stringevano i miei capelli “oh si…continua così…succhiamelo…brava”. Era molto esplicito e questo mi eccitava, voleva avere il comando e non mi dispiaceva. Mio marito era via da diverse settimane e avevo una gran voglia di essere solo scopata…quale occasione se non con il collega.
Mi staccai e iniziai a baciarlo e a mordere le sue labbra “voglio che mi scopi” sussurrai al suo orecchio. Mi scostò, andammo sul divano e mi fece sdraiare, con una sua mano prese le mie mani e le strinse sopra la mia testa, quanto era forte. “ti manca di dire una cosa per averlo” disse mentre metteva il suo cazzo sulla soglia della mia vagina e muovendolo…stavo impazzendo, doveva entrare. Sorrisi capendo subito che faceva riferimento alla mattina, così lo accontentai “ti prego…scopami” . Lo volevo sentire dentro di me..volevo essere scopata. Sorrise in modo malizioso, sapeva che ero completamente sua. Poi finalmente lo mise dentro: colpi profondi e lenti… lo sentivo tutto. Poi aumentò il ritmo, con l’altra mano giocava con il mio clitoride. Stavo impazzendo. Sentendomi ansimare sempre di più si fermò “non così in fretta…voglio scoparti a dovere”. Mi fece capire che dovevo metterlo ancora in bocca e così feci “brava così…prendilo tutto, succhialo” disse ansimando e tirando i capelli. Poi mi prese, andammo sul tavolo della cucina e mi mise nuovamente a novanta e senza troppi preamboli entrò, mi tirò i capelli e qualche sculacciata. Non stavo capendo più nulla…ero sua. “ti piace?” mi chiese “oh..si … ti prego fammi venire”. Questo lo eccitò ancora di più, le penetrazioni aumentarono di intensità, con un dito mi massaggiava il clitoride. Poi mi fece girare e salire sul tavolo. Mi aprì le gambe, la leccò, mi penetrò con la sua lingua e poi con le dita. “ora il mio cazzo, è quello che vuoi giusto? Ora lo prendi tutto” Annuì ansimando e poi mi diede il suo cazzo duro e gonfio. Mi riempiva completamente. Poi mi tenne ferme le braccia e con una mano mi strinse il collo. Era così eccitante perdere il controllo, essere a sua disposizione. Ci guardammo negli occhi “vieni per me piccola” e poco dopo venni con un orgasmo mai provato prima. Il suo respiro si fece affannoso, le spinte più decise, sentivo che stava per venire. Uscì appena in tempo e venne copiosamente sul mio ventre. Era stato fantastico.
Si rivestì e prima di andare mi mise sul divano e me la leccò nuovamente e penetrandomi con le sue dita “viene ancora per me”. Venni nuovamente, ero esausta. Sulla soglia della porta ci guardammo sorridendo entrambi. Era chiaro che non si trattava di una avventura di una notte…il sesso con lui era stato divino. “Ci vediamo domani in ufficio” disse “a domani” risposi.
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