I segreti del mio migliore amico 8
di
Rebecca Crossdresser
genere
trans
Arriviamo davanti la casa di mia mamma, parcheggio la macchina, Rebecca è un poco tesa, gli stingo la mano, "Non avere paura, sei bellissima."
"Mia mamma mi ha già visto molte volte vestito da femmina, ma tua madre per lei sarà prima volta che mi vedrà così, senza contare quando eravamo piccolini. Io ho veramente paura che non mi accetti."
"Ti ho già detto che sa tutto, non ti devi fare dei pensieri strani. Sii te stessa e tutto andrà bene. Resta sempre dolce come sei."
Suono il campanello, vengono subito ad aprirci, noi le raggiungiamo ci abbracciano.
"Ma come siete belle."
Entriamo in casa e andiamo in sala da pranzo dove la tavola è già imbandita.
All'inizio c'è un poco di silenzio generale, ma che viene interrotto dalla sua mamma "Quindi ora amore mio ti devo chiamare Rebecca?"
"Si è questo il nome che mi fa dato Sara e mi piace molto."
"Ti sta molto bene, anche io ti chiamerò così."
"Grazie mamma."
"Ti chiamerò anche io così allora." dice mia madre.
"Grazie molte."
"Sei anche vestita molto bene, se non ti avessi praticamente visto crescere penserei che sei una ragazza." lui arrossisce, ma io da sotto il tavolo tiro un calcio a mia madre per la cosa poco conveniente che ha detto.
"Tutto il merito è di sua figlia Sara che nonostante quello che sono mi vuole bene e ogni giorno mi rende felice e si prende cura di me."
"Sara posso chiederti come lo hai scoperto?" mi chiede sua madre.
"No, se prima Rebecca non mi da il permesso di dirlo." lui annuisce con la testa e mi fa capire che posso dire tutto quello che è successo tra noi due, "Io come sapete è da diverso tempo che abitavo da lui dopo aver perso la casa che si è tenuta quel maledetto del mio ex. Un sabato, adesso non ricordo di preciso il giorno, ho dimenticato il cellulare in casa sua. Sono corsa a prenderlo ed è stato li che lo ho visto interamente vestito da femmina. Entrambi ci siamo messi a piangere, lui perchè lo avevo visto e io perchè sapevo di averlo ferito. Ma lui appena ha sentito che avevo iniziato anche io mi è venuto incontro ancora vestito chiedendomi scusa per avermi urlato contro. Lo ho visto, era bellissimo, mi faceva tenerezza come lo fa anche ora. In me si era accesa qualcosa, una voglia di farlo essere femmina come anche la voglia di aiutarlo ad esserlo. Lui, anzi Rebecca mi ha sempre aiutato, mi ha messo sempre davanti anche a se stesso, mi ha dato un tetto quando non ne avevo uno e per tutto il tempo fino a quel giorno mi ha fatto dormire sul letto mentre lui era sul divano. Da dopo quel giorno lui si veste sempre da femmina e io lo aiuto a truccarsi."
"Non ti da fastidio questo vizio di mio figlio?"
"Assolutamente no. Anzi, più che vizio è diventata la nostra quotidianità, amo vederlo felice e amo vederlo vestito come una ragazza, che per me è a tutti gli effetti se vuole esserlo. Poi come le avevo già detto quando sono venuto a prendere l'abito da sposa, so di essere stata io la prima ad averlo vestito così ed a fargli scoprire questo suo lato, ed è giusto che io gli stia vicino, non perchè ho dei sensi di colpa per una cosa che non mi ricordo, ma perchè lui è il mio migliore amico, anche ora che stiamo insieme. Sono sempre stata cieca, ho cercato dei ragazzi che si sono rivelati sempre delle bruttissime persone, lui è l'unico che mi ha sempre trattato bene e solo ora me ne sono reso conto del tutto. Nella vita bisogna trovare qualcuno con cui stare bene e io sto bene con lui femmina o maschio che sia o che si sente."
"Grazie Sara." mi dice Rebecca mentre dai suoi occhi iniziano a scendere dele lacrime.
Continuiamo a parlare di molte cose ma sono tutte incentrate su Rebecca, mia madre da come si sta comportando sembra molto felice, nonostante la strana coppia che siamo.
"Posso farvi una domanda ad entrambe?"
"Si dicci Sara."
"Come mai non mi ricordo nulla di quando lo vestivo da femmina?"
"Perchè eri molto piccola ed è facile che non ti ricordi tutto."
"Si ma però perchè Rebecca invece se lo ricorda? Come mai lui non ha mai smesso di vestirsi da donna mentre io mi sono dimenticato che lo vestivo e lo trattavo come la mia sorellina?"
"Si vede che non era una cosa importante per te e per questo non la ricordi."
"Non è vero, sono sicura che me lo ricorderei di questo e sono sicura che non ho smesso così all'improvviso di vestirlo da ragazza, qualcosa è successo."
Loro non rispondono e non ci guardano negli occhi.
"Che succede? Potete rispondermi per favore?"
"Avevamo giurato che non ne avremo mai più parlato, anche perchè per colpa di quel fatto per molto tempo abbiamo smesso di vederci io e lei." dice mia madre.
"Che cosa è successo?"
"Arrivate a questo punto è giusto che lo sappiate entrambi, ma non voglio che dopo quello che vi diremo tra voi due si possa rovinare qualcosa."
Stringo forte la mano a Rebecca, "Qualunque cosa sia successa non rovinerà quello che c'è tra noi due."
"Come sapete entrambe tra noi due era nata una storia, eravamo migliori amiche ed essendo sole avevamo iniziato anche a frequentarci e la nostra amicizia diventò qualcosa di più. Avevamo anche pensato che potevamo vivere tutte sotto lo stesso tetto e sarebbe stato bellissimo."
"E perché non è successo?"
"Ci sto arrivando Sara, abbi pazienza. Noi due facevamo l'amore, mentre te come passatempo lo vestivi da ragazzina. Abbiamo sempre pensato che fosse un gioco innocente, ma Rebecca iniziò sempre di più a sentirsi una ragazza. Sua mamma mi ha sempre detto che sapeva che di nascosto metteva i suoi vestiti. Ti avevo detto di smetterla di vestirlo così e di giocare a qualcos'altro, ma niente, te non mi ascoltavi e ogni volta che tornava da noi tu lo ricominciavi sempre a trattare da femmina. Fino a che un giorno dopo che noi avevamo finito di farlo, lei andò a prendersi Rebecca per tornare a casa. Fu allora che vedemmo quella scena."
"Che scena?" dico io tutta tesa.
"Lascia che da qua continuo io a raccontare." dice la mamma di Rebecca "Apro la porta e vedo lui disteso tutto truccato vestito con solamente il tuo intimo. Tu Sara gli tenevi aperte le gambe e due delle tue dita erano dentro al suo sedere, le muovevi avanti e indietro e mio figlio stava ribaltando gli occhi dal piacere. Siamo corse a fermarvi, ti avevamo chiesto dove avessi imparato a farlo e ci dicesti che avevi visto noi due che di nascosto facevamo l'amore e volevi farlo anche te con lui. Abbiamo litigato tra di noi e per molto tempo non ci siamo nemmeno parlate, vi abbiamo fatto andare anche dalla neuropsichiatra infantile. Da quel giorno eravate diventate sempre tristi, sapevate che non vi sarete più riviste, prima eravate quasi gemelle e noi vi abbiamo divise. Passarono credo due o tre anni e a me mancava la mia migliore amica come a te Sara mancava mio figlio, provammo a rivederci e tu Sara lo avevi smesso di vestire da femmina perché sapevi che se lo facevi non lo avresti più rivisto e te ne dimenticasti anche. Ma la mia Rebecca invece non se lo dimenticò mai e a tredici anni quando lo vedetti interamente vestito come me ho accettato che non avrei mai avuto un figlio, ma una bellissima figlia e da allora la ho sempre trattata come lei voleva essere trattata, ovvero da femmina."
"Gli avevo messo due dita nel sedere?"
"Si, e ripeto che fu per quello che noi smettemmo di vederci, per paura che Rebecca potesse diventare qualcos'altro."
"Qualcos'altro in che senso?"
"Pensavo che a stare solamente circondato da femmine lo avrei come obbligato ad essere gay, anche se lui mi ha sempre detto che gli piacciono solamente le ragazze."
"Rebecca ti chiedo scusa a nome di entrambe." dice mia madre.
Rebecca che fino ad ora non ha aperto bocca ed ha sempre ascoltato con la testa bassa si alza in piedi "Non vi dovete scusare di niente. Io sono un ragazzo, e so di esserlo e so anche che sono la vergona di mia madre che ha avuto un fallimento di figlio come sono io. Ho sempre fatto fatica a fare amicizia per il mio comportamento, Sara è l'unica che non mi ha mai abbandonato e io mi sento perennemente in debito con lei. Signora sua figlia è la persona più importante che esiste nel mio mondo e per lei farei di tutto anche gettarmi in un vulcano se servisse a sarvarla e ti chiedo scusa se non sono il maschio alfa grande e muscoloso che si merita, ma ti posso giurare una cosa. Sua figlia la amo più della mia stessa vita. Mentre te mamma, mi dispiace che per te non sono mai stato un vero figlio ma una femminuccia e mi dispiace se tutte le volte che mi assecondavi nei miei vizi magari ti facevo schifo o ti deludevo, ma io posso dirti che per me sei stata la migliore mamma che io abbia mai potuto avere, amando per davvero o per finta un figlio come me."
Le sue parole ci ammutoliscono tutte.
"Tu non mi hai mai deluso e non ho mai nemmeno per un secondo smesso di amarti." dice sua madre mentre lo raggiunge per abbracciarlo.
"Se rendi felice mia figlia non mi interessa come sei o cosa ti piace fare, io per lei desidero il meglio, e so che con te non avrò mai paura che gli fai del male."
"Rebecca ti amo."
Ci raggruppiamo tutte in un bellissimo abbraccio.
Ritorniamo al posto e ricominciamo a mangiare fino a che finalmente arriva il dolce, una torta tutta decorata da panna montata, prendo un poco sulle dita di quest'ultima e la porto alla bocca di Rebecca che con fare molto sensuale me le pulisce.
Sua madre mi guarda e fa un piccolo sorriso, mentre mia madre guarda la scena stranita.
Finito di mangiare ci trasferiamo tutte dalla sala da pranzo al salotto.
"Sara posso parlarti un attimo in privato." mi dice sua madre.
"Certamente."
Lasciamo sole Rebecca e mia madre, mentre io con la sua andiamo in quella che era la mia cameretta, ovvero dove ho iniziato a vestire Rebecca da femmina.
"Sara, ho un poco timore a chiedertelo e se non vuoi rispondermi ti capisco. Mi piacerebbe sapere tra voi due come fate l'amore."
Questa domanda mi lascia senza parole, ma era scontato che sarebbe prima o poi venuta fuori.
Non riesco a rispondergli e rimango muta.
"Sara, ho capito, non vuoi rispondermi."
"No, no, è che ho paura della tua possibile reazione. Suo figlio è fanastico e molto strano, e mi piace proprio per questo..." dico cercando di girare intorno alla domanda.
"Sara, tu lo metti nel culo a mio figlio. Giusto?" mi dice interrompendomi.
Anche adesso non so come rispondergli e sono parecchio imbarazzata.
"Sara non avere paura a rispondermi. L'altra volta ti avevo detto che Rebecca mi dice tutto."
"Se lo sai già perchè me lo stai chiedendo?"
"Ora ti racconto un'altro suo segreto. Per me vederlo vestito da ragazza non è mai stato un problema. Ma quando ha compiuto diciotto anni mi ha fatto la proposta più inopportuna che potesse farmi, ovvero, mi chiese se potevo avere con lui quel tipo di rapporto. Io ho rifiutato naturalmente e in quel momento ho veramente pensato che gli piacessero gli uomini, anche se lo accetterei lo stesso qualunque sia l'amore di mio figlio. Non sono mai voluta entrare nell'argomento con lui riguardo a questo, fino a che un giorno tornando a casa lo vedetti intento a fare un pompino al mio strap-on. Non puoi immaginarti l'imbarazzo di entrambi, ma finalmente decidemmo di parlarne. A lui non piaciono gli uomini ma le ragazze, cosa che mi ha sempre detto anche se io non facilitavo a credere. Mi aveva detto che desiderava che fosse una femmina a farlo e quel giorno me la aveva chiesto perchè sarei stata l'unica ad averlo capito, mi disse che sapeva che gli sarebbe piaciuto ma non lo sapeva il perchè. Mi era ritornata in mente la scena di cui avevamo parlato prima. Non si ricordava di quello che gli avevi fatto ma inconscamente sapeva che lo avrebbe fatto godere. Gli dissi che io non potevo farlo, perchè la prima volta è sacra e deve essere con la persona che si ama e anche se lo amo più di ogni altra cosa quella persona non potevo essere io. Detto questo, lo so che quella persona speciale sei tu, lo so che gli hai fatto perdere la verginità, lo so perchè la chiamata che mi fece quando me la raccontò non me la dimenticherò mai. Piangeva dalla felicità e mi ha detto che sei stata proprio tu la sua migliore amica."
Dai miei occhi escono fiumi di lacrime "Si, vado a letto con suo figlio e sono io che lo inculo! Ti chiedo scusa anche per questo, forse era meglio se io e lui non ci fossimo mai conosciuti, quello che è ora non finirò mai di dire che è solo per colpa delle mie azioni di quando ero bambina."
Mi abbraccia e mi accarezza la testa e io smetto di parlare.
"Tu sei sempre stata la sua migliore amica e non lo hai mai lasciato. So che lo cercavi anche quando abbiamo smesso di farvi vedere da bambini, non c'è giorno che io e tua madre ci pentiamo di quella scelta. Ora che so che sei al suo fianco in un'altra veste di fidanzata non posso che essere la mamma più felice che esiste e sono felice che ad avergliela fatta perdere la verginità sei stata proprio tu. Ti chiedo solo un favore. Non lasciarlo mai da solo, senza di te lui è perso. Lui ti ama da sempre ma non è mai riuscito a dirtelo. Grazie Sara."
Siamo entrambi commosse e il nostro abbraccio diventa più forte.
"Anche stasera appena andrai a casa con lui immagino che lo scoperai?" dice in modo scherzoso.
"Si, molto probabilmente."
Iniziamo a ridere entrambi. Credo che sia stata una delle più belle conversazioni che ho fatto in tutta la mia vita.
Usciamo dalla stanza e prima che raggiungiamo mia madre e Rebecca la blocco un secondo.
"Scusami la domanda. Ma se hai detto che con lui non lo hai mai fatto, allora perchè quando sono venuta a prendere il vestito da sposa mi hai detto, e me lo ricordo, che sei stata tu ad avergli insegnato a fare i pompini?"
"I pompini non è sesso. O almeno così credo io. Ma ti risponderò onestamente Sara, sapevo che continuava a farlo di nascosto e così un giorno me lo misi addosso e glielo feci succhiare. Non mi vergogno a dirti che la trovavo una cosa dolcissima."
"è la stessa cosa che penso ogni volta anche io ogni volta che me lo succhia. Un'altra cosa, ma perchè non gli hai mai fatto indossare il tuo abito da sposa?"
"Perchè mi ricordava quel pezzo di merda del mio ex."
Ricominciamo a ridere a crepapelle e finalmente ritorno dalla mia Rebecca che appena vedo corro ad abbracciare e a baciare in bocca.
Ricominciamo a parlare fino a che non viene la mezzanotte che ritorniamo verso casa dopo esserci abbracciate tutte insieme come se fossimo tutti della stessa famiglia.
Durante il viaggio mi chiede "Che cosa vi siete dette te e mia madre in privato se posso saperlo?"
"Te lo dirò subito, ma prima ti devo sgridare Rebecca."
"Perché?"
"Perché dici troppe cose a tua madre?"
"Scusa Sara."
"Niente scuse. Appena arriviamo a casa ti metti subito il vestito da cameriera e poi fili nel letto che stasera uso quello grosso."
"Ma questa non è una punizione, sembra più un regalo."
"Hai ragione. Allora questa sera niente sesso."
"No Sara. Per piacere."
"Scherzo amore, ma però evita di dire proprio tutto a tua mamma."
"Va bene Sara te lo prometto, è che mi piace fargli sapere che con te sono felice. Ora mi racconti cosa vi siete dette in privato?"
"Prima dimmi di cosa hai parlato tu quando eri da solo con mia madre?"
"Sicura che lo vuoi sapere?"
"Si."
"Mi ha chiesto come facevamo l'amore io e te."
"E tu che gli hai detto?"
"La verità che sei te che me lo metti dentro e che la cosa mi piace."
"Anche tua mamma mi ha fatto la stessa domanda. quelle due erano d'accordo."
"è stato imbarazzantissimo." diciamo insieme e dopo incominciamo a ridere.
Rebecca mi bacia sulla guancia "Ti voglio bene Sara."
Continua...
"Mia mamma mi ha già visto molte volte vestito da femmina, ma tua madre per lei sarà prima volta che mi vedrà così, senza contare quando eravamo piccolini. Io ho veramente paura che non mi accetti."
"Ti ho già detto che sa tutto, non ti devi fare dei pensieri strani. Sii te stessa e tutto andrà bene. Resta sempre dolce come sei."
Suono il campanello, vengono subito ad aprirci, noi le raggiungiamo ci abbracciano.
"Ma come siete belle."
Entriamo in casa e andiamo in sala da pranzo dove la tavola è già imbandita.
All'inizio c'è un poco di silenzio generale, ma che viene interrotto dalla sua mamma "Quindi ora amore mio ti devo chiamare Rebecca?"
"Si è questo il nome che mi fa dato Sara e mi piace molto."
"Ti sta molto bene, anche io ti chiamerò così."
"Grazie mamma."
"Ti chiamerò anche io così allora." dice mia madre.
"Grazie molte."
"Sei anche vestita molto bene, se non ti avessi praticamente visto crescere penserei che sei una ragazza." lui arrossisce, ma io da sotto il tavolo tiro un calcio a mia madre per la cosa poco conveniente che ha detto.
"Tutto il merito è di sua figlia Sara che nonostante quello che sono mi vuole bene e ogni giorno mi rende felice e si prende cura di me."
"Sara posso chiederti come lo hai scoperto?" mi chiede sua madre.
"No, se prima Rebecca non mi da il permesso di dirlo." lui annuisce con la testa e mi fa capire che posso dire tutto quello che è successo tra noi due, "Io come sapete è da diverso tempo che abitavo da lui dopo aver perso la casa che si è tenuta quel maledetto del mio ex. Un sabato, adesso non ricordo di preciso il giorno, ho dimenticato il cellulare in casa sua. Sono corsa a prenderlo ed è stato li che lo ho visto interamente vestito da femmina. Entrambi ci siamo messi a piangere, lui perchè lo avevo visto e io perchè sapevo di averlo ferito. Ma lui appena ha sentito che avevo iniziato anche io mi è venuto incontro ancora vestito chiedendomi scusa per avermi urlato contro. Lo ho visto, era bellissimo, mi faceva tenerezza come lo fa anche ora. In me si era accesa qualcosa, una voglia di farlo essere femmina come anche la voglia di aiutarlo ad esserlo. Lui, anzi Rebecca mi ha sempre aiutato, mi ha messo sempre davanti anche a se stesso, mi ha dato un tetto quando non ne avevo uno e per tutto il tempo fino a quel giorno mi ha fatto dormire sul letto mentre lui era sul divano. Da dopo quel giorno lui si veste sempre da femmina e io lo aiuto a truccarsi."
"Non ti da fastidio questo vizio di mio figlio?"
"Assolutamente no. Anzi, più che vizio è diventata la nostra quotidianità, amo vederlo felice e amo vederlo vestito come una ragazza, che per me è a tutti gli effetti se vuole esserlo. Poi come le avevo già detto quando sono venuto a prendere l'abito da sposa, so di essere stata io la prima ad averlo vestito così ed a fargli scoprire questo suo lato, ed è giusto che io gli stia vicino, non perchè ho dei sensi di colpa per una cosa che non mi ricordo, ma perchè lui è il mio migliore amico, anche ora che stiamo insieme. Sono sempre stata cieca, ho cercato dei ragazzi che si sono rivelati sempre delle bruttissime persone, lui è l'unico che mi ha sempre trattato bene e solo ora me ne sono reso conto del tutto. Nella vita bisogna trovare qualcuno con cui stare bene e io sto bene con lui femmina o maschio che sia o che si sente."
"Grazie Sara." mi dice Rebecca mentre dai suoi occhi iniziano a scendere dele lacrime.
Continuiamo a parlare di molte cose ma sono tutte incentrate su Rebecca, mia madre da come si sta comportando sembra molto felice, nonostante la strana coppia che siamo.
"Posso farvi una domanda ad entrambe?"
"Si dicci Sara."
"Come mai non mi ricordo nulla di quando lo vestivo da femmina?"
"Perchè eri molto piccola ed è facile che non ti ricordi tutto."
"Si ma però perchè Rebecca invece se lo ricorda? Come mai lui non ha mai smesso di vestirsi da donna mentre io mi sono dimenticato che lo vestivo e lo trattavo come la mia sorellina?"
"Si vede che non era una cosa importante per te e per questo non la ricordi."
"Non è vero, sono sicura che me lo ricorderei di questo e sono sicura che non ho smesso così all'improvviso di vestirlo da ragazza, qualcosa è successo."
Loro non rispondono e non ci guardano negli occhi.
"Che succede? Potete rispondermi per favore?"
"Avevamo giurato che non ne avremo mai più parlato, anche perchè per colpa di quel fatto per molto tempo abbiamo smesso di vederci io e lei." dice mia madre.
"Che cosa è successo?"
"Arrivate a questo punto è giusto che lo sappiate entrambi, ma non voglio che dopo quello che vi diremo tra voi due si possa rovinare qualcosa."
Stringo forte la mano a Rebecca, "Qualunque cosa sia successa non rovinerà quello che c'è tra noi due."
"Come sapete entrambe tra noi due era nata una storia, eravamo migliori amiche ed essendo sole avevamo iniziato anche a frequentarci e la nostra amicizia diventò qualcosa di più. Avevamo anche pensato che potevamo vivere tutte sotto lo stesso tetto e sarebbe stato bellissimo."
"E perché non è successo?"
"Ci sto arrivando Sara, abbi pazienza. Noi due facevamo l'amore, mentre te come passatempo lo vestivi da ragazzina. Abbiamo sempre pensato che fosse un gioco innocente, ma Rebecca iniziò sempre di più a sentirsi una ragazza. Sua mamma mi ha sempre detto che sapeva che di nascosto metteva i suoi vestiti. Ti avevo detto di smetterla di vestirlo così e di giocare a qualcos'altro, ma niente, te non mi ascoltavi e ogni volta che tornava da noi tu lo ricominciavi sempre a trattare da femmina. Fino a che un giorno dopo che noi avevamo finito di farlo, lei andò a prendersi Rebecca per tornare a casa. Fu allora che vedemmo quella scena."
"Che scena?" dico io tutta tesa.
"Lascia che da qua continuo io a raccontare." dice la mamma di Rebecca "Apro la porta e vedo lui disteso tutto truccato vestito con solamente il tuo intimo. Tu Sara gli tenevi aperte le gambe e due delle tue dita erano dentro al suo sedere, le muovevi avanti e indietro e mio figlio stava ribaltando gli occhi dal piacere. Siamo corse a fermarvi, ti avevamo chiesto dove avessi imparato a farlo e ci dicesti che avevi visto noi due che di nascosto facevamo l'amore e volevi farlo anche te con lui. Abbiamo litigato tra di noi e per molto tempo non ci siamo nemmeno parlate, vi abbiamo fatto andare anche dalla neuropsichiatra infantile. Da quel giorno eravate diventate sempre tristi, sapevate che non vi sarete più riviste, prima eravate quasi gemelle e noi vi abbiamo divise. Passarono credo due o tre anni e a me mancava la mia migliore amica come a te Sara mancava mio figlio, provammo a rivederci e tu Sara lo avevi smesso di vestire da femmina perché sapevi che se lo facevi non lo avresti più rivisto e te ne dimenticasti anche. Ma la mia Rebecca invece non se lo dimenticò mai e a tredici anni quando lo vedetti interamente vestito come me ho accettato che non avrei mai avuto un figlio, ma una bellissima figlia e da allora la ho sempre trattata come lei voleva essere trattata, ovvero da femmina."
"Gli avevo messo due dita nel sedere?"
"Si, e ripeto che fu per quello che noi smettemmo di vederci, per paura che Rebecca potesse diventare qualcos'altro."
"Qualcos'altro in che senso?"
"Pensavo che a stare solamente circondato da femmine lo avrei come obbligato ad essere gay, anche se lui mi ha sempre detto che gli piacciono solamente le ragazze."
"Rebecca ti chiedo scusa a nome di entrambe." dice mia madre.
Rebecca che fino ad ora non ha aperto bocca ed ha sempre ascoltato con la testa bassa si alza in piedi "Non vi dovete scusare di niente. Io sono un ragazzo, e so di esserlo e so anche che sono la vergona di mia madre che ha avuto un fallimento di figlio come sono io. Ho sempre fatto fatica a fare amicizia per il mio comportamento, Sara è l'unica che non mi ha mai abbandonato e io mi sento perennemente in debito con lei. Signora sua figlia è la persona più importante che esiste nel mio mondo e per lei farei di tutto anche gettarmi in un vulcano se servisse a sarvarla e ti chiedo scusa se non sono il maschio alfa grande e muscoloso che si merita, ma ti posso giurare una cosa. Sua figlia la amo più della mia stessa vita. Mentre te mamma, mi dispiace che per te non sono mai stato un vero figlio ma una femminuccia e mi dispiace se tutte le volte che mi assecondavi nei miei vizi magari ti facevo schifo o ti deludevo, ma io posso dirti che per me sei stata la migliore mamma che io abbia mai potuto avere, amando per davvero o per finta un figlio come me."
Le sue parole ci ammutoliscono tutte.
"Tu non mi hai mai deluso e non ho mai nemmeno per un secondo smesso di amarti." dice sua madre mentre lo raggiunge per abbracciarlo.
"Se rendi felice mia figlia non mi interessa come sei o cosa ti piace fare, io per lei desidero il meglio, e so che con te non avrò mai paura che gli fai del male."
"Rebecca ti amo."
Ci raggruppiamo tutte in un bellissimo abbraccio.
Ritorniamo al posto e ricominciamo a mangiare fino a che finalmente arriva il dolce, una torta tutta decorata da panna montata, prendo un poco sulle dita di quest'ultima e la porto alla bocca di Rebecca che con fare molto sensuale me le pulisce.
Sua madre mi guarda e fa un piccolo sorriso, mentre mia madre guarda la scena stranita.
Finito di mangiare ci trasferiamo tutte dalla sala da pranzo al salotto.
"Sara posso parlarti un attimo in privato." mi dice sua madre.
"Certamente."
Lasciamo sole Rebecca e mia madre, mentre io con la sua andiamo in quella che era la mia cameretta, ovvero dove ho iniziato a vestire Rebecca da femmina.
"Sara, ho un poco timore a chiedertelo e se non vuoi rispondermi ti capisco. Mi piacerebbe sapere tra voi due come fate l'amore."
Questa domanda mi lascia senza parole, ma era scontato che sarebbe prima o poi venuta fuori.
Non riesco a rispondergli e rimango muta.
"Sara, ho capito, non vuoi rispondermi."
"No, no, è che ho paura della tua possibile reazione. Suo figlio è fanastico e molto strano, e mi piace proprio per questo..." dico cercando di girare intorno alla domanda.
"Sara, tu lo metti nel culo a mio figlio. Giusto?" mi dice interrompendomi.
Anche adesso non so come rispondergli e sono parecchio imbarazzata.
"Sara non avere paura a rispondermi. L'altra volta ti avevo detto che Rebecca mi dice tutto."
"Se lo sai già perchè me lo stai chiedendo?"
"Ora ti racconto un'altro suo segreto. Per me vederlo vestito da ragazza non è mai stato un problema. Ma quando ha compiuto diciotto anni mi ha fatto la proposta più inopportuna che potesse farmi, ovvero, mi chiese se potevo avere con lui quel tipo di rapporto. Io ho rifiutato naturalmente e in quel momento ho veramente pensato che gli piacessero gli uomini, anche se lo accetterei lo stesso qualunque sia l'amore di mio figlio. Non sono mai voluta entrare nell'argomento con lui riguardo a questo, fino a che un giorno tornando a casa lo vedetti intento a fare un pompino al mio strap-on. Non puoi immaginarti l'imbarazzo di entrambi, ma finalmente decidemmo di parlarne. A lui non piaciono gli uomini ma le ragazze, cosa che mi ha sempre detto anche se io non facilitavo a credere. Mi aveva detto che desiderava che fosse una femmina a farlo e quel giorno me la aveva chiesto perchè sarei stata l'unica ad averlo capito, mi disse che sapeva che gli sarebbe piaciuto ma non lo sapeva il perchè. Mi era ritornata in mente la scena di cui avevamo parlato prima. Non si ricordava di quello che gli avevi fatto ma inconscamente sapeva che lo avrebbe fatto godere. Gli dissi che io non potevo farlo, perchè la prima volta è sacra e deve essere con la persona che si ama e anche se lo amo più di ogni altra cosa quella persona non potevo essere io. Detto questo, lo so che quella persona speciale sei tu, lo so che gli hai fatto perdere la verginità, lo so perchè la chiamata che mi fece quando me la raccontò non me la dimenticherò mai. Piangeva dalla felicità e mi ha detto che sei stata proprio tu la sua migliore amica."
Dai miei occhi escono fiumi di lacrime "Si, vado a letto con suo figlio e sono io che lo inculo! Ti chiedo scusa anche per questo, forse era meglio se io e lui non ci fossimo mai conosciuti, quello che è ora non finirò mai di dire che è solo per colpa delle mie azioni di quando ero bambina."
Mi abbraccia e mi accarezza la testa e io smetto di parlare.
"Tu sei sempre stata la sua migliore amica e non lo hai mai lasciato. So che lo cercavi anche quando abbiamo smesso di farvi vedere da bambini, non c'è giorno che io e tua madre ci pentiamo di quella scelta. Ora che so che sei al suo fianco in un'altra veste di fidanzata non posso che essere la mamma più felice che esiste e sono felice che ad avergliela fatta perdere la verginità sei stata proprio tu. Ti chiedo solo un favore. Non lasciarlo mai da solo, senza di te lui è perso. Lui ti ama da sempre ma non è mai riuscito a dirtelo. Grazie Sara."
Siamo entrambi commosse e il nostro abbraccio diventa più forte.
"Anche stasera appena andrai a casa con lui immagino che lo scoperai?" dice in modo scherzoso.
"Si, molto probabilmente."
Iniziamo a ridere entrambi. Credo che sia stata una delle più belle conversazioni che ho fatto in tutta la mia vita.
Usciamo dalla stanza e prima che raggiungiamo mia madre e Rebecca la blocco un secondo.
"Scusami la domanda. Ma se hai detto che con lui non lo hai mai fatto, allora perchè quando sono venuta a prendere il vestito da sposa mi hai detto, e me lo ricordo, che sei stata tu ad avergli insegnato a fare i pompini?"
"I pompini non è sesso. O almeno così credo io. Ma ti risponderò onestamente Sara, sapevo che continuava a farlo di nascosto e così un giorno me lo misi addosso e glielo feci succhiare. Non mi vergogno a dirti che la trovavo una cosa dolcissima."
"è la stessa cosa che penso ogni volta anche io ogni volta che me lo succhia. Un'altra cosa, ma perchè non gli hai mai fatto indossare il tuo abito da sposa?"
"Perchè mi ricordava quel pezzo di merda del mio ex."
Ricominciamo a ridere a crepapelle e finalmente ritorno dalla mia Rebecca che appena vedo corro ad abbracciare e a baciare in bocca.
Ricominciamo a parlare fino a che non viene la mezzanotte che ritorniamo verso casa dopo esserci abbracciate tutte insieme come se fossimo tutti della stessa famiglia.
Durante il viaggio mi chiede "Che cosa vi siete dette te e mia madre in privato se posso saperlo?"
"Te lo dirò subito, ma prima ti devo sgridare Rebecca."
"Perché?"
"Perché dici troppe cose a tua madre?"
"Scusa Sara."
"Niente scuse. Appena arriviamo a casa ti metti subito il vestito da cameriera e poi fili nel letto che stasera uso quello grosso."
"Ma questa non è una punizione, sembra più un regalo."
"Hai ragione. Allora questa sera niente sesso."
"No Sara. Per piacere."
"Scherzo amore, ma però evita di dire proprio tutto a tua mamma."
"Va bene Sara te lo prometto, è che mi piace fargli sapere che con te sono felice. Ora mi racconti cosa vi siete dette in privato?"
"Prima dimmi di cosa hai parlato tu quando eri da solo con mia madre?"
"Sicura che lo vuoi sapere?"
"Si."
"Mi ha chiesto come facevamo l'amore io e te."
"E tu che gli hai detto?"
"La verità che sei te che me lo metti dentro e che la cosa mi piace."
"Anche tua mamma mi ha fatto la stessa domanda. quelle due erano d'accordo."
"è stato imbarazzantissimo." diciamo insieme e dopo incominciamo a ridere.
Rebecca mi bacia sulla guancia "Ti voglio bene Sara."
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