La collega parte seconda

di
genere
tradimenti

Ormai potrei definirla una bella abitudine svuotarmi le palle a mio piacimento nella bocca della mia collega.

Solitamente accade di mattina presto, quando nell’ufficio della società dove lavoriamo ancora non c’è nessuno.

Comincio a stuzzicarla con messaggi erotici appena esco di casa e quando è cotta a puntino le propongo di venire in posti diversi dell’edificio, il bello è che non dice mai di no.

A volte le ordino di togliersi le mutandine e consegnarmele per farla stare tutto il giorno senza soprattutto se ha delle riunioni.

I gesti sono ormai convenzionali, basta un colpetto sulla nuca per farla inginocchiare, farle aprire la bocca, farle tirare fuori completamente la lingua come un cane in attesa del premio del suo padrone.

Mi piace farla aspettare in quel modo, sentire quell’alito caldo addosso, in fondo … "l'attesa del piacere è essa stessa il piacere" no?

Mi godo sempre quel momento.

Poi in modo istintivo mi chino verso lei le sfioro il mento in modo affettuoso per sputare tutta la saliva in mio possesso in quella bocca spalancata.

Dagli sguardi compiaciuti della mia cagnolina finalmente abbasso la zip, quel suono è come un avvertimento che da lì a poco lo prenderà.

È fissata con gli odori forti e mi chiede sempre di non lavarmi la mattina, vuole che l’odore le si fissi addosso in modo indelebile.

È per quello che agito il mio cazzo di fronte il suo bel viso come uno sfolla gente per poi colpirla ripetutamente sulle guance.

Mi piace quel rumore lo metterei come suoneria del mio smartphone quando arriva un messaggio.

È meraviglioso vedere quel musetto mutare ad ogni colpo secco e prepotente di cazzo.

Da mesi sborro in quella bocca calda e accogliente tutto il contenuto dei miei coglioni fino all’ultima stilla, quasi ogni santa mattina, con la complicità di tutti gli ascensori, di tutti i cessi e di tutti gli angoli nascosti che ci sono nello stabile.

A volte mi piace schizzarle in faccia e sui vestiti facendola pulire in modo approssimativo per lasciare delle piccole tracce che possono metterla in difficoltà di fronte agli altri.

Come sottolineavo non dice mai di no anzi, più la situazione o il posto è intrigante più sembra eccitarsi, così ho iniziato ad abbassare un po' la guardia.

In ogni caso nessuno sembrava essersene accorto… finché una mattina dopo essermi completamente svuotato, Luca, il più timido e brutto del team, involontariamente ascoltò una conversazione che non era destinata alle sue orecchie.

In pratica stavo prendendo in giro la collega dicendole che parlare con la bocca piena di sperma era veramente da maleducata.

Luca non era tipo da pettegolezzi. Ma la sua improvvisa goffaggine lo tradì.

La collega lo fermò in sala riunioni:

— “Luca… hai sentito qualcosa stamattina, vero?”

Lui si limitò a distogliere lo sguardo, imbarazzato, e annuire appena.

La collega mi riportò tutto, così ebbi un’idea.

Incuriosito dalla reazione insolita del soggetto, proposi di parlarne insieme. Ci ritrovammo così, dopo l’orario di lavoro, a confidarci più di quanto avessero mai fatto come colleghi di fronte a qualche bicchiere.

Fu allora che io e la collega ci rendemmo conto di un dettaglio.

Luca aiutato dall’alcool condivise apertamente la sua totale mancanza di esperienze intime. Non era qualcosa che lo rendesse meno, ma qualcosa che lo aveva sempre fatto sentire fuori posto, osservatore della vita degli altri più che protagonista della sua.

In quel momento qualcosa cambiò, mentre il resto dell’ufficio continuava la solita routine, il ragazzo più brutto e timido dell’ufficio meritava di una certa attenzione ma questa è un’altra storia





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2025-11-28
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