Tanto per potenziare
di
IL MICROBO
genere
sadomaso
TANTO PER POTENZIARE
Tanto per potenziare il menu delle nostre stanche serate di sesso, per variare le solite inculate a cuor leggero e soprattutto per farmi provare a mescolare il piacere con il dolore, giorni or sono il Padrone mi ha coinvolto in una dimostrazione di sadismo spinto con la promessa poi mantenuta alla grande che mi sarebbe servita da corso accelerato di sofferenza. Faccia al muro e poi?...Poi Beeh! Dall'alto in basso descrivo tutto. Braccia alzate e immobilizzate a due ganci. Occhi bendati. Morso. Pinze ai capezzoli in trazione di pesi. Cordoni di mollette ai fianchi. Gambe divaricate. Palle con paracadute a dondolo. Riso sotto le piante dei piedi. Tanto per cominciare giro di sigarette spente al centro della schiena e orrenda fustigazione dei glutei. Plug. Sputi. E poi? Slegato. Riverso sul pavimento. Piscio e insulti a volontà. Sberle e calci fino al materasso. In quattro e quattr'otto fatto suo. Il più crudo dei coiti. Fiaccato dai tormenti, sopravvissuto da masochista in erba a totale stimolazione dei sensi. Ho ringraziato per quel saggio di alta scuola in pronta consegna. E poi? Mai chiuso occhio per tutta la notte. Troppa emozione. Tanti i postumi dello strazio. Di buon mattino mi sono alzato ancora malconcio, e a sbilenco ma col sorriso stampato sul muso ho servito la colazione in camera al Padrone. Mi ha detto solo: “Come te non c'è nessuno!” Stessa cosa che pensavo di Lui. Pochi giorni dopo, nella lieta occasione del suo compleanno, ho imbandito al Padrone la mia torta in cui ha subito piantato più dentro che sopra il candelotto, facendolo paurosamente deflagrare. Per restare poi in tema di collaudo al S/M, a quattro zampe sul pavimento mi sono buscato una pioggia di tisana bollente a sguazzo. I miei latrati di ustionato di secondo grado non sono stati presi sul serio. Nessuna clemenza! Un filo di cera calda qua e là a ghirigoro. Una ventina di aghi dieci per parte uno per uno affondati nella carne dei glutei. Foto delle zone sottoposte a supplizio. Rapido inoltro agli amici Suoi. I quali in coro gli hanno risposto: “Ben fatto!” Mi sa proprio che stiamo mettendo piede in un buco nero e che il Pad abbia perso il senso del limite e anche, mi duole dirlo, il lume dell'intelletto. Non è andato via molto che sono fuggito senza lasciare traccia, trovando rifugio in un posto sperduto fra i monti, nella tana di un Domino che non a caso si chiama “LUPO”. Mi mena ma neanche poi tanto e solo se non faccio il bravo.
Tanto per potenziare il menu delle nostre stanche serate di sesso, per variare le solite inculate a cuor leggero e soprattutto per farmi provare a mescolare il piacere con il dolore, giorni or sono il Padrone mi ha coinvolto in una dimostrazione di sadismo spinto con la promessa poi mantenuta alla grande che mi sarebbe servita da corso accelerato di sofferenza. Faccia al muro e poi?...Poi Beeh! Dall'alto in basso descrivo tutto. Braccia alzate e immobilizzate a due ganci. Occhi bendati. Morso. Pinze ai capezzoli in trazione di pesi. Cordoni di mollette ai fianchi. Gambe divaricate. Palle con paracadute a dondolo. Riso sotto le piante dei piedi. Tanto per cominciare giro di sigarette spente al centro della schiena e orrenda fustigazione dei glutei. Plug. Sputi. E poi? Slegato. Riverso sul pavimento. Piscio e insulti a volontà. Sberle e calci fino al materasso. In quattro e quattr'otto fatto suo. Il più crudo dei coiti. Fiaccato dai tormenti, sopravvissuto da masochista in erba a totale stimolazione dei sensi. Ho ringraziato per quel saggio di alta scuola in pronta consegna. E poi? Mai chiuso occhio per tutta la notte. Troppa emozione. Tanti i postumi dello strazio. Di buon mattino mi sono alzato ancora malconcio, e a sbilenco ma col sorriso stampato sul muso ho servito la colazione in camera al Padrone. Mi ha detto solo: “Come te non c'è nessuno!” Stessa cosa che pensavo di Lui. Pochi giorni dopo, nella lieta occasione del suo compleanno, ho imbandito al Padrone la mia torta in cui ha subito piantato più dentro che sopra il candelotto, facendolo paurosamente deflagrare. Per restare poi in tema di collaudo al S/M, a quattro zampe sul pavimento mi sono buscato una pioggia di tisana bollente a sguazzo. I miei latrati di ustionato di secondo grado non sono stati presi sul serio. Nessuna clemenza! Un filo di cera calda qua e là a ghirigoro. Una ventina di aghi dieci per parte uno per uno affondati nella carne dei glutei. Foto delle zone sottoposte a supplizio. Rapido inoltro agli amici Suoi. I quali in coro gli hanno risposto: “Ben fatto!” Mi sa proprio che stiamo mettendo piede in un buco nero e che il Pad abbia perso il senso del limite e anche, mi duole dirlo, il lume dell'intelletto. Non è andato via molto che sono fuggito senza lasciare traccia, trovando rifugio in un posto sperduto fra i monti, nella tana di un Domino che non a caso si chiama “LUPO”. Mi mena ma neanche poi tanto e solo se non faccio il bravo.
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