Perla di culo

di
genere
dominazione

PERLA DI CULO
Il mio primo schiavo vero l'ho acquistato da poco stipulando un mutuo in banca. È un essere basso di statura e vergognoso, quasi insignificante con il grande pregio però di avere un bel culo piccolo e sodo e tutto a sbalzo da marciatore, la qual cosa mi ha fatto subito decidere che poteva andare bene a soffrir di pene. Il suo pube non ci vuole troppo tempo a descriverlo. In peri sta sul piatto in quanto le due palline che ha piccole come nocciuole e l'uccellino da impotente che si ritrova sono poco sviluppati e non occupano molto spazio. Ma di sedere non c'è nessuno che possa stargli alla pari. Le sue natiche candide e lisce sono talmente in carne da rimanere aperte da sole per tenere in mostra da subito un ano che perfetto è dir poco e da sballo è sufficiente. Contemporaneamente ho depositato il mio nome di battaglia che è “Minchiazzo” e ho scelto come chiamare il sub: “Perla” (il nome) “Di Culo” (il cognome). Quasi ogni volta che vedo e guardo quel delizioso retrotreno che si muove di vita propria, prendo lui per la collottola, lo piego di forza, non a 90 ma quasi a 180, sullo schienale di una poltrona della sala e ad ali spiegate gli piombo addosso per fargli la puntura, saziarlo e saziarmi. È molto partecipe come piace a me, si anima, freme, geme, finge di soffrire e un po' di certo soffre, ma gode tanto e mi fa ultragodere fino al sicuro orgasmo che gli esplodo dentro, al quale da bravo servo accoda il suo di pura gioia anale. Mattina e sera non gli resisto e lo clisterizzo di sperma che trattiene come un dono ringraziandomi sempre. Adora il mio pube di maschio d'assalto e se ne prende cura con una tale avidità che a volte devo farlo smettere quando a forza di ripulirmi, massaggiarmi e sbaciucchiare gli attrezzi del mestiere mi sembra che un po' esageri. Mi è devoto. Non lo strapazzo più di tanto. Qualche sculacciata se la busca a tamburo battente, ma non ne risente e dice anzi che gli fa bene. Tiene in ordine la casa. Ha tanta buona volontà e assoluto rispetto. La sera dopo la cena mi porta il cognac e il sigaro. Me li porge a cuccia davanti a me. Regge il posacenere e aspetta paziente che venga il suo momento quando lo decido io di dar fiato alle trombe e di polverizzarlo negli spasmi del coito animale che gli riservo, al termine del quale si accascia sul pavimento e dorme come una bestiolina mentre io vado a materasso. Ogni mattina alla stessa ora basta un fischio e mi arriva sorridente con una tazza di caffè fumante e ben zuccherato, che tiene fra le mani come se fosse il calice di un antico rito pagano da offrire ginocchioni alla divinità. Alle riunioni di categoria me lo invidiano e dicono che ho avuto buon occhio nel selezionarlo e ottimo riscontro di successo per come l'ho allevato.
scritto il
2025-11-16
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