Comprato e rivenduto

di
genere
sadomaso

COMPRATO E RIVENDUTO
Fuori diluviava e infuriava un temporale da fine del mondo. Gli alberi erano percossi dal vento e piegati fin quasi a spezzarsi. I fulmini squarciavano il cielo seguiti da boati impressionanti che facevano vibrare i vetri delle finestre. D'un tratto quell'inferno cessò. Le nubi si diradarono. Nel cielo tornò a brillare la luna piena, i cui raggi argentini nel buio del salone di quella casa illuminavano il mio corpo nudo e in piedi di uno strano e quasi cadaverico pallore. Tutto di me appariva livido: le spalle e le braccia, così ben tornite, il torace possente, i fianchi, il pube selvaggio, il sedere sodo e le gambe da corridore, che ho ricevuti in dote dalla natura. Solo la testa non la si vedeva perché ero incappucciato. Un padrone mi aveva comprato a caro prezzo e proprio quella notte fui consegnato a lui perché potesse disporre di me come meglio credeva. Entrò nella stanza marcando ogni passo sul parquet, si avvicinò, mi tolse il cappuccio e mi squadrò da capo a piedi. I suoi occhi mi bramavano e tradirono da subito la ferma intenzione di sottomettermi senza misura e al tempo stesso di godere completamente di me. Mi fece inginocchiare e prostrare col muso davanti ai suoi stivali poi con un cenno della mano mi ordinò di darmi da fare e io cominciai ad annusarli, riempiendomi le narici di un forte e bellissimo odore di cuoio. Li baciai ripetutamente e a lingua tutta fuori li leccai e li sbavai passandoli e ripassandoli fino a quando non diventarono lucidi come uno specchio, prima il destro e poi il sinistro.
-”Hai fatto un discreto lavoro. Credo che mi piacerai. Non osare disobbedirmi perché te ne farei pentire amaramente. L'ultimo scapestrato che ho avuto fra le mani l'ho strangolato di persona prima di gettarlo nel pozzo del giardino dove se vai a controllare lo trovi che galleggia senza fare più lo spiritoso (Risata!), Quello prima di lui l'ho chiuso nella cella frigorifera e me ne sono dimenticato. Credo che stia ancora lì (Risata!). Il suo predecessore è deceduto di morte quasi naturale (Risata!). Nessuno mi dura più di un mese ma spero tanto che tu saprai essere più longevo (Risata!)”.
E mentre rideva e si sganasciava nel raccontarmi queste cose cominciò a strizzarmi senza alcun riguardo le carni, pizzicandomi qua e là con l'aggiunta di numerose unghiate che mi fecero sussultare e anche gemere mentre lui nel farlo provava solo e soltanto un gran gusto. Subito mi ha obbligato a indossare uno striminzito gonnellino di tela grezza che mi faceva assomigliare a un selvaggio della foresta amazzonica, con al collo un collare di pelle a fibbia stretta da galeotto di altri tempi. Se non mi metteva sotto a lavorare e a sudare come un maiale a spaccar legna o pietre in giardino, dovevo sempre e solo seguirlo come un'ombra ed assisterlo e servirlo, in bagno come a tavola e in tante altre situazioni della sua vita cui dovevo assistere per rendermi utile. Durante le sue battute di caccia nel bosco io fungevo da preda nascosto tra i cespugli e mi sparava autentiche fucilate fingendo di sbagliare la mira anche se sapevo benissimo che era un ottimo tiratore.
-”Stavolta ti ho mancato. Puoi tirare un sospiro di sollievo e ringraziare che non sei stato impallinato (Risata!).
Ma il peggio succedeva al termine d quelle giornate, ed erano tante, in cui mi diceva che si era annoiato molto o che era inquieto e aveva bisogno di scaricare i nervi e allora dovevo piegarmi su un cavalletto con piedi e mani legati, a schiena e culo esposti all'insù, per venire prima schernito e palpato e poi brutalizzato da non meno di cinquanta colpi di frusta che mi laceravano le carni e mi tramortivano mentre lui si sbellicava a crepapelle. Si divertiva da pazzi a tormentarmi in quell'orrendo modo e mi assicurava che ero un soggetto molto resistente più di tanti altri mediocri masochisti che aveva strapazzato prima di me. Non reclamava sesso di frequente ma quando ne aveva la necessità la sua verga calibro 23, un vero e proprio stupendo cazzo da stallone, non aveva miserie a scombussolarmi alcune volte la gola, spinto fino all'inizio dell'esofago e in estasi per come rantolavo a bave e davo di volta a conati, altre volte il sedere quando ad ogni sua tremenda inculata mi pareva invece di subire un fisting. Al colmo della sua insana eccitazione un litro di seme mi inondava tutto, o sopra per mandarlo giù e nutrirmi a garganella, o sotto per schizzarlo fuori dall'ano deformato, come una vacca che lo piscia. Tutto sommato gli andavo bene ed ero già sopravvissuto più del previsto ai maltrattamenti e ai soprusi che mi destinava anche se non sapevo fino a quando sarei riuscito a reggerli. Ma Lui, il Mio Grandioso Padrone e Sovrano Potentissimo, mi ripeteva continuamente che gli dovevo durare a lungo e forse per sempre. Mi ci ero un po' tanto affezionato e Lui a me per come lo corrispondevo e accettavo e ricambiavo le sue attenzioni sadiche mostrandomi un autentico masochista di razza quale Egli auspicava di avere tra le sue grinfie non a tempo determinato ma per dei mesi e per tanti anni a venire. Senonché è morto per una sincope improvvisa e mi ha lasciato in eredità per testamento a suo nipote che mi ha ceduto a Uno nuovo di cui non so ancora niente.
scritto il
2025-11-14
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