Fine della storia
di
IL MICROBO
genere
sadomaso
FINE DELLA STORIA
Dopo circa tre mesi di questo estenuante menage a troi o per meglio dire da troie di un simile prepotente usurpatore, serve del suo insaziabile uccello da stupro, così poco rispettoso nei confronti di colui che fra tanti limiti era pur sempre un suo pari e comunque Mio legittimo Padrone, a suo tempo ufficialmente vidimato come tale dal Gran Consiglio della comunità BDSM che mi aveva certificò di sua proprietà, ebbi la pensata di sporgere un reclamo anonimo in alto loco. A seguito di una esatta istruttoria, conosciute tutta la verità e saputo che il primo, già in odore di contestazione, usava del tutto abusivamente sottomettere il secondo, il quale fu per giunta a suo disdoro accertato che per avanti costumava darmisi in pasto in palese contraddizione con quanto ogni dom di buon senso avrebbe ritenuto plausibile, fummo tutti e tre processati e giudicati. Loro due vennero riconosciuti indegni e degradati senza appello al rango di infimi schiavi da rottamare. Furono destinati a emigrare in terre lontane e affidati ad un arabo di vecchio stampo disposto a inserirli nel suo harem, l'uno da eunuco, quale diventò dopo opportuna evirazione, l'altro da maialino, come era suo destino di sentirsi e di adeguarsi a diventare. Io fui scagionato e dopo una accurata visita al mio pube straripante fui promosso a Padrone in divenire e in prova. Mi fu destinato uno schiavo in cazza integrazione che per fortuita combinazione avevano sottomano e da come seppero con quanta foga lo intortavo ricevetti patente definitiva di padrone più che adeguato a mantenere alto la dignità della casta. Frequento spesso le loro segrete riunioni e molti di loro sono onorati di affidarmi qualche schiavo non ancora ben definito per svezzarlo al dominio degli istinti che in me scatena fino a prova provata di essere dei veri rotti in culo, giustiziati come meritano per darmi soddisfazione, la qual cosa mi fa guadagnare molti punti nella stima che a giustizia fatta mi hanno accreditato al punto di annoverarmi senza ripensamenti alla loro stregua, ruspante e ribaldo quanto risulto nel cavalcare sederini, sedandoli in gloria e riducendoli in briciole, come si deve e si conviene.
Dopo circa tre mesi di questo estenuante menage a troi o per meglio dire da troie di un simile prepotente usurpatore, serve del suo insaziabile uccello da stupro, così poco rispettoso nei confronti di colui che fra tanti limiti era pur sempre un suo pari e comunque Mio legittimo Padrone, a suo tempo ufficialmente vidimato come tale dal Gran Consiglio della comunità BDSM che mi aveva certificò di sua proprietà, ebbi la pensata di sporgere un reclamo anonimo in alto loco. A seguito di una esatta istruttoria, conosciute tutta la verità e saputo che il primo, già in odore di contestazione, usava del tutto abusivamente sottomettere il secondo, il quale fu per giunta a suo disdoro accertato che per avanti costumava darmisi in pasto in palese contraddizione con quanto ogni dom di buon senso avrebbe ritenuto plausibile, fummo tutti e tre processati e giudicati. Loro due vennero riconosciuti indegni e degradati senza appello al rango di infimi schiavi da rottamare. Furono destinati a emigrare in terre lontane e affidati ad un arabo di vecchio stampo disposto a inserirli nel suo harem, l'uno da eunuco, quale diventò dopo opportuna evirazione, l'altro da maialino, come era suo destino di sentirsi e di adeguarsi a diventare. Io fui scagionato e dopo una accurata visita al mio pube straripante fui promosso a Padrone in divenire e in prova. Mi fu destinato uno schiavo in cazza integrazione che per fortuita combinazione avevano sottomano e da come seppero con quanta foga lo intortavo ricevetti patente definitiva di padrone più che adeguato a mantenere alto la dignità della casta. Frequento spesso le loro segrete riunioni e molti di loro sono onorati di affidarmi qualche schiavo non ancora ben definito per svezzarlo al dominio degli istinti che in me scatena fino a prova provata di essere dei veri rotti in culo, giustiziati come meritano per darmi soddisfazione, la qual cosa mi fa guadagnare molti punti nella stima che a giustizia fatta mi hanno accreditato al punto di annoverarmi senza ripensamenti alla loro stregua, ruspante e ribaldo quanto risulto nel cavalcare sederini, sedandoli in gloria e riducendoli in briciole, come si deve e si conviene.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Non c'e' due senza tre
Commenti dei lettori al racconto erotico