Michele,Laura e il sogno infranto

di
genere
incesti

Ero stanco, dopo una giornata di lavoro duro, quello che ci voleva era farmi un bagno in vasca, rilassando i nel calore dell'acqua. Avevo con me il telefonino, con la quale cazzeggio, guardando video porno per darmi un po' di carica. Mi piace vedere video per lo più amatoriali, quelli dove trasuda più spontaneità, in particolar modo genere trio e incestuosi. Questi ultimi sono quelli che più mi intrigano dal punto di vista mentale, ma anche dal punto di vista fisico, con quel sapore di proibito.
La stanchezza era tanta, gli occhi tremolavano sotto l'effetto del calore che mi avvolgeva, quasi a chiudersi sotto le palpebre.
Ad un certo punto sento la porta aprirsi, una mia vecchia abitudine quella di lasciarla aperta. Scorgo la figura di mia figlia Laura, 28 anni, che entra noncurante dello stato in cui mi trovo.
"Laura non vedi che sto facendo il bagno?".
"Si papà, ma avevo bisogno di entrare un attimo per fare la pipi, mi scappa! ".
"Capisco, ma non potevi avvisare che mi coprivo? Non vedi che sono anche nudo? ".
"Tranquillo papà, non ti guarderò, sarò veloce".
Si siede sul water, e fa il bisogno fisiologico. Sono molto in imbarazzo, è la prima volta che vedo mia figlia Laura in quella posizione, non vedo l'ora che esca dal bagno in modo che possa riprendere il mio relax. Si alza, si ricompone, ma suoi occhi mi cercarono subito, un sorriso appena accennato sulle labbra mentre si avvicinava alla vasca.
“Non avere vergogna, Papà,” disse, a voce bassa ma ferma, mentre mi lanciava uno sguardo incuriosito. “Non è necessario che ti copri i genitali con le mani.”

Prima che potessi reagire, si chinò accanto alla vasca, la sua mano si avvicinò e scostò delicatamente la mia, esponendomi completamente al suo sguardo. Il cuore mi batteva forte, un misto di imbarazzo e qualcosa che non volevo nemmeno nominare.

“Ma Papà, sei eccitato?” chiese, inclinando la testa con un’espressione maliziosa. “La mia presenza ti ha generato questo effetto?”

“Ma cosa dici, Laura?” balbettai, sentendo il viso avvampare. “In verità, lo ammetto, stavo guardando dei video porno sul cellulare.”

“Oh… il mio paparino guarda i video porno, ah ah!” rise, il tono provocatorio, gli occhi che brillavano di curiosità. “E che generi di video?”

“Quelli di coppia, solitamente,” risposi, cercando di mantenere un tono neutro, ma la sua vicinanza mi rendeva difficile concentrarmi.

“Capito, fammi vedere un po’,” disse senza esitazione, allungando una mano per afferrare il mio telefono. Lo schermo era ancora acceso, le immagini di un video hard scorrevano sotto i suoi occhi. “Ma papà, questo video racconta un incesto tra padre e figlia.”

“Sarà capitato per caso sul cellulare, Laura,” tentai di giustificarmi, ma la sua espressione mi fece capire che non ci credeva neanche per un istante.

“Non me la racconti giusta, Papa!” ribatté, avvicinandosi ancora di più, il suo viso a pochi centimetri dal mio. “Credo che la tua erezione sia anche merito mio. Ma dimmi, ti piaccio? Ti piace il mio fisico?”

Deglutii a fatica, il suo profumo mi avvolgeva, i suoi occhi cercavano i miei con un’intensità che mi disarmava. “Certo, Laura, sei una splendida ragazza,” ammisi, la voce roca.

Un lampo attraversò il suo sguardo, come se quelle parole avessero acceso qualcosa in lei. Senza preavviso, la sua mano scivolò sott’acqua, afferrando il mio membro con una sicurezza che mi fece sobbalzare. Iniziò a muoverla lentamente, con un ritmo che mi fece serrare i denti per trattenere un gemito.

“È così che fa nel video?” chiese, la voce un sussurro carico di malizia.

“Sì, di solito iniziano così,” risposi, il fiato corto, incapace di distogliere lo sguardo da lei.

“E poi cos’altro fanno, Papà?” insistette, la mano che non si fermava, il suo tocco che mi faceva perdere ogni controllo.

“Il resto poi viene da sé,” mormorai, le parole che uscivano a fatica.

“Ho capito, immagino di sapere. Vediamo se ho capito bene!” disse con un sorriso provocante. Si alzò in piedi e, con una lentezza calcolata, iniziò a spogliarsi davanti a me. Ogni gesto era studiato, ogni pezzo di tessuto che cadeva a terra sembrava un invito. Rimase nuda, il corpo illuminato dalla luce soffusa del bagno. I suoi seni pieni e sodi, il fondoschiena sinuoso, la peluria triangolare che si intravedeva sul pube: era uno spettacolo che mi mozzava il fiato.

“Cosa hai intenzione di fare, cara?” chiesi, la voce tremante, mentre cercavo di mantenere un briciolo di controllo.

“Voglio farti compagnia,” rispose, avvicinandosi alla vasca, un piede già pronto a entrare nell’acqua.

“Non puoi, Laura. Sono tuo padre,” protestai, ma le parole suonavano deboli, quasi prive di convinzione.

“Lo so, sei mio padre e io tua figlia,” sussurrò, scivolando nell’acqua davanti a me, il suo corpo a pochi centimetri dal mio. “Proprio come in quel video che stavi vedendo e che stavi pregustando.”

La sua schiena premeva sul mio petto, il suo fondoschiena morbido schiacciava il mio membro, trovando un incastro perfetto tra le sue chiappe.

Le mie mani scivolarono istintivamente lungo i suoi fianchi, sfiorando la sua pelle liscia, poi risalirono a esplorare i suoi seni. Erano pieni, morbidi, e i suoi capezzoli si indurirono sotto le mie dita, facendomi accelerare il respiro.

“Allora, Papà, le sensazioni che stai provando sono proprio quelle che immaginavi guardando quei video?” sussurrò, con la voce carica di malizia.

“Sono ancora più forti, più stimolanti, figlia mia,” risposi, la voce roca, mentre il calore del suo corpo mi mandava fuori di testa.

Con un gesto rapido, la sua mano afferrò il mio membro, che riposava tra i suoi glutei, e lo guidò verso le sue grandi labbra. Con movimenti lenti del bacino, iniziò a sfregarsi contro di me, una sega dolce e tormentosa che mi fece gemere piano. Poi prese la mia mano e la portò al suo inguine, premendola contro di sé.

“Lo senti, papà, il mio clitoride eretto?” chiese, con il tono basso e seducente.

“È durissimo, cara,” mormorai, sentendo quella piccola perla sotto le dita, mentre il desiderio mi bruciava dentro.

Rimanemmo così per un quarto d’ora, assaporando ogni sensazione, ogni tocco, ogni fremito che ci scambiavamo. L’acqua ci cullava, amplificando tutto. Poi lei si girò appena, guardandomi negli occhi.

“Ora, papà, cosa fa un papà e una figlia in un rapporto incestuoso?” chiese, con il sorriso che tradiva la sua impazienza.

“Fanno ciò che fanno tutti per rendere completo un rapporto… la penetrazione,” risposi, il cuore che martellava.

“Che bello, papà, non vedo l’ora di sentirti dentro di me,” disse, mordendosi il labbro.

Mi alzai, sedendomi sul bordo della vasca, l’acqua che gocciolava dal mio corpo. Le porsi le mani, e lei si sollevò con grazia, mettendosi di fronte a me. Si calò lentamente sul mio membro, accogliendomi tutto dentro di sé con un gemito soffocato. I suoi movimenti, un su e giù ritmico, mi facevano battere il cuore all’impazzata. Era la prima volta che provavo qualcosa di così intenso, così travolgente. L’eccitazione pulsava al ritmo dei miei battiti.

“Ti piace, papà?” mi chiedeva spesso, la voce spezzata dal piacere.

“Immensamente, cara!” rispondevo ogni volta, incapace di dire altro, perso in lei.

“D’ora in poi, papà, non ci sarà più bisogno di guardare quei video. Ci penserà la tua figliola,” sussurrò, stringendomi di più a sé.

Il fiato si faceva corto, l’affanno ci aveva sopraffatti. Sentivo che eravamo vicini, i suoi gemiti sempre più intensi, i suoi movimenti più veloci. Le sue contrazioni iniziavano a stringermi, a portarmi al limite. Finalmente esplodemmo insieme, un miscuglio di umori e calore che ci travolse, lasciandoci senza fiato.

“Ti è piaciuto, Papà?” ripeté ancora, ansimando contro il mio petto.

“Tanto, Laura, figlia mia. Mai avrei creduto che saremmo arrivati a questo,” ammisi, ancora sconvolto.

All’improvviso, una voce forte e decisa mi strappò da quel momento. “Michele, che fai? Ti sei addormentato nella vasca?” Era mia moglie, rientrata dal lavoro.

“Oh! Scusami, cara, ma la stanchezza era tanta e credo di essermi addormentato,” balbettai, tornando alla realtà con un sussulto. Era tutto un sogno. Eppure, sembrava così reale. Sentivo ancora il calore del corpo di Laura, il suo odore sulla mia pelle.

Uscendo dal bagno in accappatoio, incrociai Laura nel corridoio. Mi avvicinai, il cuore ancora agitato da quel sogno. “Posso darti un bacio?” chiesi, con la voce quasi incerta.

“Certo che puoi, papà!” rispose lei con un sorriso innocente.

Le diedi uno schiocco sulla guancia, mormorando: “Grazie di tutto.”

“Di cosa, papà?” chiese, confusa, inclinando la testa.

Sorrisi appena, senza rispondere, mentre il ricordo di quel sogno continuava a bruciarmi dentro.
scritto il
2025-10-11
5 7 9
visite
2
voti
valutazione
3.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.