Una serata al cinema a luci rosse.

di
genere
trio

Era una sera tranquilla, di quelle che passiamo spesso sul divano, con un bicchiere di vino in mano, a chiacchierare di tutto e di niente. Io avevo in testa un pensiero che mi ronzava da giorni, forse da mesi. Un desiderio che risaliva a tanto tempo fa, qualcosa che non avevo mai davvero condiviso con Angela, nonostante i nostri quindici anni di matrimonio e la nostra intesa pazzesca anche nei momenti più trasgressivi. Amiamo il voyeurismo, mostrarci, giocare con la tensione di essere osservati o di osservare, e questo ci ha sempre uniti in un modo unico. Ma stavolta volevo spingermi oltre, portarla in un territorio che so essere al limite per lei: un cinema a luci rosse.
Sapevo che non sarebbe stato facile. Angela è aperta, sì, ma ha i suoi paletti, le sue insicurezze, e non si lascia convincere facilmente.Però ero determinato. Sapevo che, con le parole giuste, avrei potuto farle vedere il potenziale di questa esperienza, farle sentire quella scarica di adrenalina che ci piace tanto condividere.
Ho aspettato il momento giusto, quando la conversazione si è spostata su un ricordo di una delle nostre “improvvisazioni” più audaci.
"Angela, ti ricordi quella volta al parco, di notte? Quando ci siamo nascosti dietro quegli alberi e abbiamo lasciato che quel tizio ci guardasse da lontano? Eri così eccitata che tremavi."
"Come potrei dimenticarlo? Il cuore mi batteva a mille. Non riuscivo a capire se ero più spaventata o eccitata.
"Sai, stavo pensando… c’è una cosa che ho sempre voluto provare con te. Qualcosa di forte, di diverso. Un cinema a luci rosse. Uno di quei posti dove si va… non solo per il film, ma per l’atmosfera, per il brivido. Voglio portarti lì, Angela. Solo noi due, a sentire quella tensione, a giocare con gli sguardi, magari a fare qualcosa di più se ci va. Ma solo se ti senti pronta."
"Un cinema a luci rosse? Michele, ma sei serio? Sai che tipo di gente ci va, no? Non è un po’ troppo? E se qualcuno ci prova, o se diventa una situazione che non riusciamo a controllare?"
"Immagina l’atmosfera, le luci basse, noi due che ci guardiamo e decidiamo cosa fare, solo noi. Nessuno ci può toccare, nessuno ci può obbligare a niente."
"Non lo so, Michele".
"Capisco perfettamente il tuo disagio. E ti giuro che non permetterò mai che si superi il limite".
Dopo un attimo di riflessione, "Sarei tentata, ma ti avverto, se mi sento anche solo un po’ fuori posto, ce ne andiamo. Me lo prometti?"
"Promesso, amore. Non c’è niente di più importante per me che saperti a tuo agio. Sarà solo una di quelle notti che ricorderemo per sempre."
"Va bene, ci sto. Ma guai a te se mi fai pentire".
Scegliemmo un cinema a circa 60km di distanza da dove abitiamo, fa una sola proiezione la sera, esattamente alle 20:00.
Arrivammo all'orario previsto della proiezione. Si notava il suo disagio nell'entrare, ma sembrava decisa ad accontentarmi. Acquistati i biglietti ci dirigemmo all'ingresso della platea.
La sala è buia, illuminata solo da fievoli lampade lungo la sala, dove sullo schermo una scena esplicita di sesso si svolgeva senza vergogna.
Angela si strinse al mio braccio, il suo respiro un po’ corto per l’anticipo di ciò che potrebbe succedere. Indossa un vestito nero aderente, corto abbastanza da mostrare le sue cosce ogni volta che si muove, e una collana che brilla debolmente nell’oscurità. Le sussurro all’orecchio:
“Ti senti pronta, amore? Qui nessuno ci giudica. Possiamo fare quello che vogliamo.”
Ci sediamo in una delle file centrali, dove ci sono già alcune figure sparse tra le poltrone logore. Un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati e sguardo intenso, è seduto due file più avanti, ma si volta appena sente i nostri passi.
“Guardalo,” mormoro, indicando con un cenno l’uomo brizzolato. “Scommetto che ci sta già fissando.”
Posandole una mano sulla coscia e stringendola con decisione. “Facciamogli capire cosa vogliamo. Dai, provochiamolo un po’.”
Angela si morde il labbro inferiore, poi si sporge verso Michele e lo bacia con lentezza, lasciando che la sua lingua giochi con la sua, sapendo che ogni movimento è visibile nell’oscurità. Il rumore umido del bacio si mescola ai suoni dello schermo. L’uomo brizzolato ha lo sguardo fisso su di noi, un misto di curiosità e desiderio evidente nei suoi lineamenti duri.
“Ci sta,” sussurra Angela, con un sorriso provocatorio. “Perché non lo invitiamo più vicino?”
Mi sporgo oltre lo schienale e faccio un cenno con la testa all’uomo brizzolato, un invito silenzioso ma chiaro. Lo sconosciuto esita solo un momento, poi si alza e si avvicina, fermandosi a due poltrone di distanza da Angela.
“Sai stare al gioco? Non siamo qui per annoiarci.” gli sussurro.
Lui sorride, un sorriso che tradisce esperienza. “Oh, so giocare. Dimmi quali sono le regole.”
“La regola è semplice: guardi, partecipi solo se ti invitiamo. Chiaro?”
Angela si volta verso me e mi bacia di nuovo, più intensamente, lasciando che la sua mano scivoli lungo il mio petto, slacciando un altro bottone della camicia. Sente gli occhi dell’uomo su di lei, un peso quasi tangibile che le accende la pelle.
“Ti piace che ci guardi, vero?” gli chiedo!
“Sì,” ansima Angela, la voce spezzata dall’eccitazione. “Fallo avvicinare di più.”
Gli faccio cenno con la testa di avvicinarsi. Ora è accanto a lei.
Angela si alza la gonna, mostrando il bordo di pizzo nero delle sue mutandine. I suoi occhi incontrano quelli dell’uomo, e lei sorride. Si fa coraggio e gli sussurra “Ti piacciono le mie gambe?”
“Molto,” risponde lui, la voce tesa. “Sono splendide.”
"Ti piacerebbe toccarle?"
"Aspetto solo che me lo diciate".
Angela si morde il labbro, il cuore che le batte forte nel petto mentre mi guarda con occhi pieni di attesa. “Sono d'accordo, amore. Facciamolo partecipare.”
Rivolgendomi allo sconosciuto “Hai sentito. Sei invitato. Ma ascolta bene: fai solo quello che ti diciamo."
Lo sconosciuto annuisce, gli occhi che brillano di una fame contenuta.
Angela gli chiede " Cosa vorresti fare?"
“Vorrei... accarezzarti le cosce, salire piano, e sentire quanto sei calda. E poi... alzare il vestito. Lentamente. Per vedere tutto.”
Angela geme piano, le parole che le accendono ulteriormente la pelle. “Mi piace come parli,” dice, voltandosi verso me.
Annuisco . “Sì. Sposta il vestito. Fagli vedere Angela.”
Con mani tremanti di eccitazione, Angela afferra l’orlo del vestito e lo tira su fino ai fianchi, lasciando che il pizzo nero sia completamente visibile.
Il gioco è appena iniziato, e il confine tra controllo e abbandono si fa sempre più sottile.
"Voglio sentire le sue mani su di me.”, mi dice!
Michele la fissa per un momento, lo sguardo che brilla di una miscela di eccitazione e possesso. Poi annuisce lentamente, un sorriso tagliente sulle labbra. “Va bene, Angela. Si volta verso l’uomo brizzolato, che le è accanto, il corpo teso come una molla pronta a scattare. “Hai sentito. Lei vuole che tu prenda iniziativa. Puoi toccarla. L’uomo annuisce.
Lo sconosciuto si avvicina, il suo respiro pesante quando allunga una mano verso la gamba di Angela. Le sue dita sfiorano la pelle appena sopra il ginocchio, un tocco leggero ma deciso che la fa rabbrividire. Angela inclina la testa all’indietro, un piccolo gemito che le sfugge dalle labbra. “Sì, così,” sussurra. “Più su, ma lentamente.”
L’uomo mi guarda per un istante, in attesa di un cenno di approvazione. Annuisco, “Vai".
Le mani dell’uomo risalgono lungo la coscia di Angela, le dita che si muovono con una lentezza deliberata, esplorando ogni centimetro della sua pelle morbida. Angela si morde il labbro, il corpo che si tende sotto quel tocco estraneo ma desiderato. “Ti piace, vero?” gli chiedo.
“Sì,” ansima Angela, girandosi appena per guardarlo. “Mi piace che tu sia qui a guardarmi. Mi piace che lui mi stia accarezzando.”
L’uomo si ferma proprio al limite delle mutandine, “Posso andare oltre?” mi chiede!
Rivolgendomi a lei “Dimmi cosa vuoi fare. Vuoi che lui continui?
Angela mi guarda, gli occhi pieni di libidine. “Voglio che continui", ma voglio anche che tu mi baci mentre lui mi tocca. Voglio sentirvi entrambi.”
Allora lo sconosciuto infila le sue mani sotto la mutandina, accarezzando quella sottile peluria che le ricopre il pube, per poi dedicarsi alla figa, mentre io catturo le sue labbra e mi produco in un bacio profondo, la lingua che si intreccia alla sua con urgenza.
Angela interrompe il bacio solo per un momento, il respiro affannoso, e rivolgendosi allo sconosciuto lo supplica "Masturbami e non fermarti finché non te lo dico io.”
La tensione nella sala è palpabile, ogni tocco e parola che li spinge più vicino a un limite che non vedono l’ora di superare. L’uomo segue le istruzioni, le sue dita che giocano con il clitoride, mentre Michele le mordicchia il lobo dell’orecchio, sussurrandole parole che solo lei può sentire. Angela è al centro del loro mondo, e la serata promette di diventare ancora più intensa.
Angela è ancora seduta sulla poltrona, il respiro corto, il corpo teso dall’eccitazione mentre le dita dell’uomo le procurano forti emozioni. La guardo, gli occhi pieni di un desiderio che non può più contenere. “Basta giochi,” dice con voce roca, stringendomi la nuca. “Ti voglio qui, ora.”
Mi slaccio la cintura con un movimento rapido, il suono della fibbia che riecheggia nella sala buia. Abbasso i pantaloni e i boxer quel tanto che basta, il mio cazzo già duro che si libera. Sussurro allo sconosciuto di fermarsi un attimo. Si sfila le mutandine, si alza e mi siedo al posto suo.
L'afferro per i fianchi e la guido sopra di me. Il vestito di Angela è ancora tirato su, e la sua figa nuda e bagnata si cala lentamente sul mio cazzo. Il calore e l’umidità mi avvolge, strappandomi un gemito basso. “Ti eccita tutto questo, vero?”
Angela ansima, iniziando a muoversi su e giù, i suoi fianchi che ondeggiano con un ritmo lento ma deciso. “Sì, mi eccita da morire. E lui che ci guarda... mi fa impazzire.” Inclina la testa verso l’uomo brizzolato, che è ancora seduto accanto, gli occhi incollati su di loro, le mani strette sui braccioli.
“Ma non startene lì fermo. Avvicinati. Fai qualcosa.” gli dice allo sconosciuto.
“Hai sentito. Lei ti vuole. Tiralo fuori. Fatti toccare”, gli sussurro.
Senza esitazione, l’uomo si slaccia i pantaloni, liberando il suo cazzo duro. Angela lo guarda, mordendosi il labbro mentre continua a muoversi su Michele. “Vieni più vicino,” gli ordina, la voce carica di autorità. Stende una mano e lo afferra, le sue dita che si chiudono intorno alla sua asta. “Cazzo, ma è durissimo,” mormora, iniziando a muovere la mano su e giù, sincronizzandosi con i suoi movimenti sopra Michele.
Lo sconosciuto geme, la testa che si inclina all’indietro. “Sì continua così, non fermarti.”
Le stringo i fianchi più forte, spingendo dentro di lei con più forza. “Ti piace, vero? Avere due cazzi da gestire,” le sussurra, mordendole il collo. “Sei una moglie perfetta, lo sai?”
Angela ride, un suono roco e pieno di godimento. “Sì, amore. Mi piace. Ma voglio essere più perfetta.” Si volta verso l’uomo, rallentando la mano per un momento. “Voglio succhiartelo. Fatti avanti.”
L’uomo non se lo fa ripetere due volte. Si alza in piedi, posizionandosi di fronte a lei, il cazzo a pochi centimetri dalla sua faccia. Angela si china in avanti, ancora seduta su di me, che continuo a scoparla con spinte profonde. Apre la bocca e lo prende dentro, la lingua che scivola lungo la lunghezza mentre lo succhia con avidità. Lo sconosciuto le afferra i capelli con una mano, gemendo forte. “Cazzo, sì. Così, continua.”
Angela mugola intorno al suo cazzo, il suono vibrante che lo fa rabbrividire. “Guardati, Angela. Sei la moglie perfetta che sognavo, che scopa e succhia nello stesso momento con due persone. Ti senti piena, vero?”
Lei annuisce, incapace di parlare con la bocca occupata, ma i suoi occhi brillano di puro piacere. Le sue mani si appoggiano sulle cosce dell’uomo per tenersi in equilibrio mentre continua a cavalcarmi, il ritmo che accelera. Ogni mia spinta dentro di lei la spinge più avanti sul cazzo dell’uomo, creando un ciclo di piacere che li coinvolge tutti e tre.
“Sto per venire, cazzo,” le sussurro, le mani che le stringono i fianchi così forte da lasciare segni. “Dimmi dove vuoi che venga.”
Angela si stacca per un momento dal cazzo dell’uomo, il respiro affannoso, le labbra lucide. “Dentro di me. Riempimi, amore. Voglio sentirti.” Poi si rigira verso l’uomo, guardandolo dritto negli occhi. “E tu? Dove vuoi venire?”
Lo sconosciuto ansima, il volto teso. “Nella tua bocca, se mi è possibile. Sarebbe fantastico!”
“Annuisce, riprendendolo in bocca con più forza, succhiandolo e leccandolo mentre io spingo dentro di lei con un ritmo ancora più forsennato.
Intanto la sala è un caos di suoni, gemiti, il rumore umido della bocca di Angela e delle mie spinte. Le persone presenti son tutte volte verso di noi, qualcuno più audace si è avvicinato per spararsi qualche sega.
L’uomo è il primo a cedere, un grugnito profondo che gli sfugge mentre si svuota nella bocca di Angela. Lei ingoia tutto, senza esitazione, un gemito soffocato che vibra contro di lui mentre lo lascia andare, le labbra ancora sporche.
Nello stesso momento, anch'io raggiungo il limite, le sue spinte che si fanno irregolari. “Cazzo, Angela, ci sono,” ringhio, stringendola contro di me mentre vengo dentro di lei. Angela trema, il suo stesso orgasmo che la travolge come un’onda, il corpo che si contrae intorno a me, mentre un urlo strozzato le sfugge dalla gola. “Sì, sì, cazzo, sto venendo!” ansima, mentre tiene ancora in mano il cazzo dello sconosciuto.
La sala si zittisce, solo il mormorio dei presenti e i tanti gemiti generati dal film in proiezione si percepiscono nell'aria. Angela si appoggia al petto di Michele, le gambe che tremano ancora, mentre lo sconosciuto si siede di nuovo sulla poltrona accanto, il volto segnato da una soddisfazione esausta. “È stato... incredibile,” mormora lui, passandosi una mano tra i capelli.
Rido piano, accarezzando la schiena di Angela. “Già. Ma con lei è sempre così. Vero, amore?”
Angela sorride, alzando lo sguardo verso di me, ancora stordita dal piacere. “Sempre.”
Ci ricomponiamo, ringraziamo lo sconosciuto, che a sua volta ci ringrazia "Grazie a voi, ho trascorso momenti indelebili, magari ci vediamo qualche altra volta". Un passaggio veloce nei bagni delle donne per una sommaria pulita e ci avviamo verso l'uscita.
Fuori la notte fresca che ci colpisce dopo il caldo soffocante della sala. La luce rossa del neon sopra l’entrata si riflette sul marciapiede umido mentre ci allontaniamo di qualche passo. Mi giro verso Angela, che cammina accanto a me, il vestito ancora un po’ sgualcito, il volto arrossato e un sorriso soddisfatto sulle labbra. Le metto un braccio intorno alla vita, tirandola più vicina.
“Allora, Angela,” dico, con la voce bassa mentre la guardo negli occhi. “Ti è piaciuto? Tutto quanto, dico. Stare lì dentro, con lui, con me... dimmi cosa hai provato.”
Lei ride piano, appoggiandosi al mio fianco, il suo corpo ancora caldo contro il mio. “Se mi è piaciuto? Cazzo, Michele, è stato pazzesco. Non pensavo che potesse essere così... intenso. Sentirmi guardata, toccata, e poi tutto il resto con te che eri lì. Mi sono sentita... non so, potente. E fottutamente eccitata.”
Sorrido, stringendola di più. “Quindi ti è andato bene che lui ci fosse? Non hai avuto ripensamenti mentre lo facevi?”
Angela scuote la testa, alzando lo sguardo su di me. “No, neanche per un secondo. Mi è piaciuto averlo lì, seguire i tuoi ordini, e poi... beh, fargli un pompino con te che mi scopavi così forte. È stato come se eravamo una cosa sola, ma con quel brivido in più. Cristo, non riesco ancora a togliermelo dalla testa.”
Lei si ferma un attimo, girandosi verso di me con un ghigno malizioso. “E a te? E' piaciuto guardarmi mentre facevo quelle cose?
"Mi è piaciuto da morire. Vedere come lo gestivi, come ti muovevi su di me... mi faceva impazzire sapere che eri mia, ma che potevi giocare così. È stato fottutamente eccitante.”
Camminiamo lungo la strada, ci chiediamo quale sarà la prossima avventura.
scritto il
2025-10-15
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