Come una caduta cambia la vita p.6

di
genere
dominazione

"amore non sono capace di mettere le calze, mi aiuti?" era da 10 minuti che provavo ad indossare dei collant di mia moglie senza successo, -non so davvero come facciano le donne- pensai; in più il perizoma di Giulia mi era piccolo: mi tormentava le palle ed il filo tra le chiappe era davvero fastidioso. Giulia è entrata in camera, era in gonna, aveva in mano due camicette e cercava di capire quale delle due mettere per evitare che i suoi colleghi le vedessero le tette "certo lascia fare a me" disse arrotolando le calze ed iniziando ad infilarmele " secondo te quale metto? Quella bianca è più abbottonata, ma è anche leggermente trasparente ed i miei capezzoli, dopo ieri sera, sono particolarmente turgidi, quella rossa invece è davvero scollata. "
Nel mentre era riuscita ad infilarmi le calze in un baleno, arrivata al pube mi ha fatto alzare e dopo aver tirato su i collant fino alla vita mi ha dato una leccata alle palle che sporgevano fuori dal perizoma "che ci sta facendo Roberto?" disse ridendo "sembriamo due puttane che si preparano". A quel punto ha scelto la camicetta rossa e l'ha indossata sedendosi accanto a me, si infilò rapidamente le calze e le scarpe ed uscì per portare Edo al nido; uscii anche io avviandomi a prendere l'autobus.
Quella giornata a lavoro fu davvero strana: ero sospeso in un limbo tra il terrore di essere scoperto ed un misto tra eccitazione e disagio per come ero vestito; verso le 11 riuscii a scrivere a Giulia per sapere come stesse andando la sua giornata. A quanto pare decisamente peggio della mia.
L: ciao amore come sta andando? Non so come facciate a tenere il perizoma, è davvero scomodissimo!!
G: male cazzo. Quel porco del bidello è entrato in aula alle 8 e 30 ed ha visto che ero senza reggiseno, adesso che ho l’ora buca e sono in aula insegnanti da sola, si è messo a fare le pulizie qui e mi fissa le gambe.
L: come ti senti?
G: di per sé sarei anche eccitata, il fatto di esser a lavoro nuda è molto molto intrigante, ma ora sono davvero a disagio. L’ho già scritto anche a Roberto.
L: ah, hai scritto a lui prima che a me? Perché? Che ti ha detto comunque?
G: amore scusa sono stata stronza, ma mi è venuto spontaneo scrivere a lui. Comunque mi ha detto di non fare nulla, chiamare una collega con una scusa o andare via.
G: ecco è arrivata la collega, a dopo.
Alle 16 sono rientrato a casa e – memore degli ordini di Roberto – mi sono spogliato immediatamente, Giulia era sul letto, “ciao tesoro, sono a casa” la salutai “come è andata a finire poi oggi?”, mia moglie si alzò e mi raggiunse abbracciandomi “insomma dai, bene in un certo senso: il porco se ne è andato subito, ma Marzia – la mia collega – ha notato il mio abbigliamento ed ha continuato a guardarmi nella scollatura.
Venti minuti dopo io e Giulia eravamo immersi un dubbio amletico: eravamo indecisi se prepararci per l'arrivo di Roberto o aspettarlo in collant, dopotutto non ci aveva dato nessun ordine specifico e non sapevamo cosa fare per evitare una punizione. Alla fine si decise Giulia "lo aspettiamo così, sarà sicuramente contento di vederci in ste condizioni" in effetti aveva ragione: eravamo stesi sul letto il mio cazzo era in erezione da un bel pezzo e sulla punta avevano iniziato a formarsi delle goccioline di precum; non sapevo dove mettere le mani, se mi fossi appena toccato sarei venuto, ne ero sicuro; quanto a Giulia le sue calze color carne avevano delle evidenti macchie di umido ad altezza figa - che per l'occasione notai accuratamente depilata - si stava toccando i capezzoli ormai simili a chiodini mentre con un piede mi carezzava una gamba.
Sentimmo suonare alla porta dell’appartamento ed andammo di corsa ad aprire. "Buongiorno ragazzi, vi vedo molto eccitati" disse Roberto entrando e chiudendosi la porta alle spalle "andiamo in salotto a parlare un po'". Arrivati in sala Roberto si accomodò al centro del divano, io e Giulia eravamo in piedi, in attesa di capire cosa fare lì accanto a lui. "allora ragazzi siete eccitati?" "sii" rispondemmo io e Giulia all'unisono "vorreste poter venire?" ci incalzò lui, di nuovo all'unisono gli rispondemmo di sì, "bene allora, cosa mi offrite in cambio del permesso di godere?" concluse Roberto
Fui il primo a rispondere " un pompino" dissi, e subito mia moglie aggiunse "un pompino fatto sia da me che da Luca". Roberto ci guardò con tenerezza "non basta, sforzatevi di più"; questa volta fu Giulia a prendere l'iniziativa "mi puoi scopare e quando lo tiri fuori lo puoi far succhiare a Luca" a questo punto la guardai facendo cenno di sì con la testa.
"Naa troppo facile, vi faccio io una proposta: vi masturberete a vicenda in sforbiciata e nel mentre io mi farò una sega, se riuscirete a venire prima che io abbia finito buon per voi, in caso contrario dovrete fermarvi, non avrete diritto a venire ed io vi sbarrerò in faccia, dopo di che usciremo senza che possiate pulirvi, io e Giulia ci guardammo delusi, non potevamo certo rischiare di uscire con la faccia piena di sperma, eravamo piuttosto conosciuti, ma questo ci avrebbe anche precluso la possibilità del tanto agognato orgasmo. Roberto ci rimproverò con aria stanca "mi aspettavo che avreste rischiato ragazzi, questo vuol dire che fino al weekend - almeno - non potrete godere vabbè, problema più vostro che mio. Adesso venite qui che ho voglia!”
Ci sedemmo accanto a lui, che nel frattempo si era tolto i pantaloni, iniziò a baciare Giulia e a toccarla tra le gambe, contemporaneamente mi spinse la testa verso il basso, in un attimo mi ritrovai in ginocchio davanti a lui con quel cazzo nodoso davanti agli occhi, rassegnato iniziai a leccare a partire dalle palle su fino alla cappella, gli succhiai la punta prima di prenderlo in bocca (in sostanza stavo facendo esattamente quello che per me è il pompino perfetto, in fondo si è sempre detto che i migliori bocchini li fanno gli uomini) dopo qualche minuto Giulia si inginocchio accanto a me e prese a succhiargli i testicoli mentre io continuavo, di lì passò anche lei a lavorare sul cazzo: eravamo davvero una coppia di troie ormai. Iniziammo a lavorarlo da entrambi i lati: lo percorrevamo con le labbra e con la lingua per tutta la lunghezza, una volta giunti alla punta ci baciavamo tra noi, poi a turno lo imboccavamo per qualche pompata a testa. Lo sentivamo sempre più vicino all'orgasmo, ansimava come un mantice sotto i colpi delle nostre lingue, fremendo in modo incontrollabile, "avanti puttanelle mettetevi a pecora sul divano" ci disse con voce roca, gli ubbidimmo, ci posizionò coi culi vicini e le gambe intrecciate. Pochi secondi dopo lunghi schizzi caldi ci investirono sul sedere e sulle cosce "ahh che sborrata, mi fate impazzire ragazzi, siete davvero delle brave puttanelle ora mettetevi qualcosa addosso che usciamo, vestitevi come stamattina”
Poco dopo eravamo nella nostra vecchissima Punto diretti fuori città, io guidavo, Giulia era seduta dietro di me e accanto a lei Roberto, le sue mani, durante tutto il tragitto, non avevano smesso un attimo di esplorare il corpo di mia moglie: le stava massaggiando i seni e carezzando la figa, ma fermandosi ogni volta che la poveretta stava per raggiungere il piacere.
scritto il
2025-09-16
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