Festicciola
di
Bargani
genere
orge
Mi chiamo Claudia e ho 25 anni. Sono molto carina, alta 165 cm, bionda, con un culo veramente bello, due belle gambe. Ad una festa di un mio amico di infanzia ho scoperto di essere un po’ troia. Durante quella festa ero stata scopata da diversi ragazzi. E, con mia sorpresa, mi era piaciuto. Era un po’ di tempo, tuttavia, che non ci pensavo più. Un giorno, l’amico che aveva dato la famosa festa, mi disse che ne voleva dare un’altra a casa sua. Disse che non sarei stata l’unica ragazza e che non erano in programma ‘extra’. Accettai. In realtà ero contenta per la festa ma anche eccitata… forse non era stato del tutto sincero… Arrivai a casa sua un po’ prima per aiutarlo a preparare. Indossavo una t-shirt bianca di cotone e dei pantaloncini di cotone rosa. I pantaloncini erano aderenti al mio bel culo e, per la verità, abbastanza succinti. Le mie natiche faticavano ad essere contenute completamente. Quando apri la porta vidi che anche lui era vestito in maniera interessante. Maglietta colorata e pantaloncini belli larghi e corti. Insomma: di quelli che se sbirci un po dentro vedi le mutande e, se sei fortunata, anche altro. Inizialmente fece finta di nulla. Poi, sempre prima che arrivassero gli altri, iniziò a dire che il mio culo lo faceva impazzire. Che voleva palparlo. Io gli dissi che se lo poteva scordare. Ma iniziai a diventare rossa … e ad avere effetti collaterali fra le gambe. Lui continuò a fare commenti sconci: il tuo culo è una favola. Mi sogno ancora quando ho affondato il mio viso la prima volta. Mentre diceva queste cose notai che il suo cazzo stava crescendo. E io, sempre più rossa, non vedevo l’ora di sentire l’odore delle sue palle e di avere le sue mani nei miei buchi. Stavamo preparando per la festa. Ad un certo punto mi abbassai per prendere qualcosa da portare in tavola. Lui venne vicino a me e iniziò a toccarmi il sedere che, piegata come ero, era tutto aperto sotto i pantaloni rosa. Io non capivo più nulla ed in testa avevo solo cazzo. Lui infilò le sue mani sotto ai miei pantaloncini. Con le dita arrivo al mio buchetto dietro e iniziò a toccarlo. Si portò le mani al naso e disse che l’odore del mio culo era fantastico e che lo facevo impazzire. Scivolando verso la mia fica si accorse che era un lago. Ah, ti piace allora, disse. Io, rossa in viso, dissi che si, che volevo vedere il suo cazzo. In quel momento suonò il campanello. Ci guardammo un po delusi ma andammo ad aprire. Arrivò un bel po’ di gente. Molti ragazzi e una sola ragazza. Si chiamava Martina ed era una bella mora. Più o meno della mia età, belle forme. Indossava dei pantaloncini di jeans, sdruciti e una canottiera da cui si intravedevano delle tette molto interessanti. I maschi, al solito predominanti, erano 10. Tra questi, a dire il vero, nessuno di quelli che mi avevano scopato alla famosa festa. Decidemmo che avremmo visto un film. Il salotto era piuttosto grande e c’era un bel tappeto con tanti cuscini. Io mi sdraiai con la testa appoggiata sui gomiti e questi su un cuscino. Martina si sedette su una poltrona. I maschi erano tutti distesi tra i cuscini. Gambe larghe, per lo più, tutti in pantaloni corti e, per lo più, con le gambe oscenamente aperte. Oscenamente perché notai subito che molti non avevano nemmeno le mutande. E in mezzo a quegli shorts vedevo parecchi cazzi. Un paio di ragazzi si avvicinarono a me, con la scusa di parlare del film. Io non stavo seguendo proprio nulla. Avevo solo cazzi in mente… risero quando si accorsero che rispondevo in maniera vaga … iniziarono a fare commenti sul mio corpo e sul mio culo. Iniziavo a sentire qualche mano che mi sfiorava gli shorts. Martina, nel frattempo, guardava un po’ perplessa… il clima si faceva caldo. Io mi ero alzata per prendere delle cose da mangiare. Un ragazzo mi abbracciò da dietro e mi sollevò. Disse che non pesavo pochissimo. Uno commentò che il mio culo e le mie tette dovevano essere pesanti… tutti risero e tutti vollero provare a sollevarmi per verificare il peso. Sollevandomi ne approfittavano per palparmi un po’ dappertutto. Culo, fica, tette. Io, ormai lo devo dire, troia come sono, ero al settimo cielo. Ad un certo punto un ragazzo mi sollevò molto e un altro mi prese le caviglie. Li inizò il palpamento sfrenato. Ormai il linguaggio era senza ritegno. Che troia ragazzi. Dai è pronta. Riempiamole i buchi per bene. Riempiamola di sborra. Fatemi vedere i buchi. Mi avevano tolto gli shorts e le mie mutande bianche erano umidicce di figa. Quando mi leccavano sentivo che dicevano: questa troia ha degli odori fantastici. Sentile il culo. Con le dita toccavano la mia fica e si leccavono gli umori che stavano uscendo abbondanti. Martina guardava preoccupata e iniziò a dire : ragazzi dai, basta. Io però avevo perso il senso della misura. Mi ero messa con le gambe spalancate e reclamavo cazzi. Volevo che me lo mettessero dentro e che mi facessero anche toccare cazzi. I ragazzi erano ormai nudi. Uno si avvicinò con il suo culo alla mia bocca e volle che glielo leccassi. Io verificai che fosse pulito e leccai. Gli piacque molto. Sentivo sempre i loro commenti: questa è proprio una vacca. Una troia incredibile. Martina, sempre pudica, si era avvicinata. E guardava la scena. Cioè me, vacca incredibile, che venivo scopata, leccata, palpata. Mentre cazzi e culi dí maschio si alternavano sulla mia bocca. Vidi che alcuni ragazzi si avvicinarono a lei che però non si ritrasse. Le mani iniziarono ad andare sui suoi pantaloncini di jeans. Poi dentro. Sentii i primi commenti su di lei: ragazzi, ha la fica fradicia anche quest’altra. Qualcuno disse che anche lei aveva un culo con un odore fantastico. La spogliarono. Lei faceva fare. Aveva una fica pelosa. Chiesi di girarla. Volevo vedere il suo buco del culo. Si fece fare. La fecero inchinare e le aprirono le natiche con le mani e io vidi un bel buco con un po di pelo. Affondai il mio viso su quel culo. Sentii un intenso buonissimo odore di culo di donna. Era pulita. Ma il suo culo aveva un odore fantastico. Un misto di sudore, profumo. Fantastico. Lei ormai era persa. Evidentemente il cazzo era l’unico pensiero anche per lei ormai. Ormai veniva scopata a turno anche lei. Era forse, se possibile, perfino più troia di me. Ad un certo punto iniziò a dire: voglio due cazzi insieme, vi prego. Voglio la sborra nella mia figa. La vidi in una doppia ( cosa che io non volevo fare). L’apoteosi fu quando si accorse che avevo culo e fica grondanti di sborra. Leccò tutto mentre veniva sempre scopata a turno. La serata andò avanti così per un po’. Poi dormimmo distesi. La mattina dopo furono tutti molto carini con noi. Nessuno fece riferimento alla sera precedente e ci lasciammo senza dire altro.
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