Casa dello studente

di
genere
voyeur

Mi chiamo Federica. Sono una bella ragazza mora. Alta 167 cm, bellissimo culo sempre stretto in pantaloncini di vario tipo: cotone, jeans, tuta. Tutti con la stessa caratteristica: sembrano usati da molto. E uno si immagina il profumo e il calore che solo il mio corpo di 23 anni può dare. Il mio seno è piccolo ma giovane e timido, come me. Tutto iniziò per gioco. Me ne stavo in casa dello studente, dove vivevo mentre frequentavo l’università. Essendo decisamente carina, avevo molti ragazzi che mi sbavavano dietro. Lo capivo benissimo che volevano solo palparmi, stringermi, annusare i miei odori e scoparmi. Un giorno, mentre giravo per i corridoi della casa dello studente, un bel ragazzo timido mi approcciò. Lo conoscevo, si chiamava Carlo. Aveva 20 anni. Era molto bello ma un po’ timido. Mi offriì di fare una passeggiata con lui. Era sera. Accettai. Dopo la passeggiata lo accompagnai in stanza e parlammo un po’. Disse che era fidanzato ma che io gli piacevo veramente tanto. Io sorrisi e feci un po’ la civetta. Si fece tardi e lui, ad un certo punto, si infilò nel letto. Prima di farlo si tolse i pantaloni e vidi le sue mutande aderenti sul suo bel cazzo. Inutile dire che guardai proprio li … fissa. Se ne accorse. Si fece coraggio e mi chiese se poteva toccarmi un poco. Gli dissi di no. Ma gli chiesi anche che cosa avrebbe voluto toccare. Disse che voleva palparmi il culo. Che lo desiderava da tanto. Io lo guardai e iniziai a parlparmi da sola. Mi sbottonai i pantaloncini di jeans e mi misi le dita nel mio bel culo. Gli chiesi: vorresti fare così? Lui mi prese le mani. Le annusò e le leccò e disse che si. Voleva questo. Lo voleva tantissimo. Mi disse che avrebbe pagato cifre folli per questo. Io, per una ragione che non capivo bene, mi eccitai tantissimo all’idea di essere pagata per essere toccata. Gli sorrisi e gli dissi che costavo tanto. Almeno 50 euro. Lui divenne rosso in viso e mi disse che era poco. E tirò fuori 50 euro. Io mi misi a ridere e dissi che comunque non potevo. Era dalla mattina che non mi lavavo. Non mi sarei lasciata palpare … lui divenne rosso in viso per l’eccitazione. Mi disse che me ne avrebbe dati 100, non 50, se gli avessi concesso di farmi palpare la fica e il culo. Io iniziai a perdere il controllo e il senno. Gli dissi di tirare fuori i 100. Lui me li diede … iniziò a palparmi dappertutto. Toccava il culo e la fica e, ad ogni palpata, si annusava e leccava le dita. Io ero sempre più su di giri. Gli proposi di leccarmi il culo per lavarmi. Ero pulita. Ma, sicuramente, avevo un buon odore di culo da una giornata di contatto con le mutandine. Pure la fica non doveva essere male. Lui accettò e mi diede altri 50 euro per lavarmi. Mi tolse le mutandine. Dopo averlle annusate per bene si tuffò tra le mie gambe. Iniziò a passare la lingua dal culo alla fica e ritorno. Mentre lo faceva potevo vedere il suo cazzo che usciva dalle mutande. Mi avvicinai. Iniziai a segarlo e poi a leccarlo. Non ci mise molto a sborrare. Io non volli ingoiare la sborra ma una pulita al cazzo la diedi. Dopo questa sessione notturna mi disse che aveva tanti amici che per 100 euro mi avrebbero pulita volentieri. Io risi e gli dissi dí scordarsi questa cosa. Nella mia mente, tuttavia, covava un desiderio di farmi usare per soldi. Due giorni dopo lo rividi con Elio, un suo amico. Carlo mi disse se potevano venire da me per due chiacchiere quella sera. Dissi che dovevo studiare. Ma sorrisi… verso le 21.30 bussarono alla mia stanza. Io stavo facendo yoga. Aprii e vidi Carlo ed Enzo con una bottiglia di franciacorta. Li feci entrare. Mi proposero di farmi palpare e pulire per 100 euro. Dissi che ne volevo almeno 150 e niente scopate. Si guardarono negli occhi, gioirono ed entrarono nella mia stanza. Mi diedero i 150 euro e iniziarono a spogliarmi. Ogni indumento, con mia grande ilarità, veniva annusato e leccato. Entrambi vollero pulirmi il culo a turno. Fecero commenti osceni fra di loro: senti che odore di culo che sa. E la fica? L’hai sentita? Dai, riempiamola di sborra. Io accettai di farmi scopare per altri 50 euro. Lo fecero a turno a condizione che io bevessi la loro sborra. Cosa che accettai. Passammo una bella serata. Una volta usciti mi guardai allo specchio e mi chiesi se fossi diventata una troia. Non mi diedi una risposta. Anzi: la risposta stava nel succo di fica che mi si formava fra le gambe mentre mi facevo là doccia. La cosa che mi eccitava di più era che mi avevano promesso di farmi pulire a turno culo e fica da altri ragazzi come loro. Io avevo sorriso. Ma, in cuor mio, sognavo la sborra diversa dei ragazzi che mi avrebbero usata.
scritto il
2025-08-25
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