Giornata speciale

di
genere
orge

Mi chiamo Claudia e sono una ragazza di 25 anni. Sono una persona che definirei normale. Faccio la commessa in un negozio di abbigliamento, ho il mio gruppo di amici, non sono, per il momento, fidanzata e sono, verso il sesso, abbastanza pudica. Sono una bella ragazza. Bionda, alta 165 cm e rotonda. Con un bel culetto morbido, un bel seno e un viso molto molto carino. Il giorno in cui accadde quello che sto raccontando, ero particolarmente su di giri. Non facevo sesso da parecchio tempo e avevo decisamente voglia. Mi trovavo ad una festa di compleanno di un mio amico di infanzia. Essendo lui maschio, alla festa era decisamente maggioritaria la componente maschile. 15 ragazzi e tre sole ragazze. Era una bella giornata estiva. Calda ma non afosa. Io avevo un bel paio di shorts di cotone che mi stavano aderenti sul mio bel sedere. Un top bianco che metteva in risalto il mio bel seno, delle ciabatte da spiaggia su un corpo abbronzato di mare. La festa stava andando benissimo. Quando si avvicinò la sera, qualcuno decise di andare a casa. Rimasi, unica donna, insieme a 8 ragazzi tra cui il mio amico. Devo dire che, complice l’astinenza, avevo proprio voglia. Tanto che immaginavo che la sera, dopo la festa, mi sarei masturbata sotto la doccia ripensando ad un paio di quei maschi che vedevo… Era stato un bel vedere … tutti in costume… spesso mi era capitato, durante tutto il giorno, di sbirciare il loro pacco. Complice il caldo, complice qualche posizione particolare, mi era capitato di vedere qualche palla uscire dalle mutande e, un paio di volte, anche un bel cazzo tra la stoffa dei costumi. Mentre stavo quasi per decidere di andare, il mio amico mi chiese se lo potevo aiutare a smontare i festoni che aveva appeso in giardino. Dissi di si. Lui prese una scala e mi chiese di tenerla ferma. Il terreno era morbido e la scala avrebbe rischiato di cadere. Salì sulla scala … all’indietro… nel senso che la faccia era rivolta verso di me. Era una posizione che iniziava ad essere un po’ strana. Quando si allungò per prendere i primi festoni avevo il suo costume proprio davanti agli occhi e al naso. Inutile dire che non riuscivo ad ignorare il suo pacco. Tanto più che allungandosi si sporgeva verso di me e il suo costume si avvicinava pericolosamente al mio viso. Io cercavo di rimanere impassibile. Il suo costume si avvicinò moltissimo, ad un certo punto, e potei sentire un delicato ma deciso odore di cazzo. Inutile dire che non allontanai il viso. Anzi, facendo finta di nulla lo spinsi contro il suo cazzo per godermi quel profumo di maschio. Lui se ne accorse ma fece fina di nulla. Tranne che appoggiare sempre di più il suo cazzo sul mio viso. Un effetto collaterale fu che il suo cazzo divenne durissimo. Al punto di iniziare a uscire dal costume. L’odore si fece sempre più forte. Io ero diventata rossa. Un po’ per l’imbarazzo. Un po’ per l’eccitazione. Dopo una trentina di minuti di questo dolcissimo supplizio, mi chiese se potevo dargli il cambio. Lo feci volentieri. Salì io sulla scala. Ovviamente stetti al gioco. La prima raccolta di festoni la feci dandogli il mio bel sedere. Dove lui avvicinò tantissimo il suo viso. Al punto che, un paio di volte, chiaramente affondò il naso tra le mie natiche. Non so cosa sentisse. Sicuramente un buon odore di culo di femmina. Ero pulita. Ma sudata per un giorno di sole. Vidi il suo cazzo sempre più turgido. Un amico chiese se volevamo una mano. Io, sempre più rossa in viso, ma bellissima più che mai, dissi di no. Ma il mio amico, sorridendo disse di avvicinarsi. Ci volle poco perché anche il suo amico iniziasse il palpeggiamento. Con la scusa di tenermi le gambe, salivano con le mani sempre più vicini al mio bel culo e alla fica. Piano piano iniziarono ad entrare sotto gli shorts stretti. Stavamo tutti Perdendo il controllo e io sentivo già delle dita in mezzo alle gambe, a toccarmi il buchino del culetto e delle dita che mi palpavano la fica. Nel frattempo anche gli altri si avvicinarono. E mi trovai aiutata da moltissimi ragazzi. Vedevo i loro cazzi duri sotto i costumi e io ero decisamente fuori di me per l’eccitazione. Con il culo palpato da decine di mani che indugiavano senza ritegno sul mio buchino e la stessa cosa per la mia fica. Le loro mani erano cariche dei miei buonissimi odori ed umori. E loro se le leccavano e annusavano per bene. Dopo un’altra mezzora di palpeggiata, scesi dalle scale. Tutti mi guardavano. E ora? Io ero imbarazzatissima ma, allo stesso tempo, eccitatissima. Uno di loro prese coraggio e mi propose di fare un gioco un po’ spinto. Avrei dovuto indovinare chi era sulla base dell’odore che sentivo e sulla base di quello che toccavo. Io, ormai fuori di me, accettai. Dissi però di non esagerare e che sarei rimasta vestita. Dissero che andava bene e mi bendarono . Il gioco, ovviamente, degenerò quasi subito. A turno si avvicinavano e mi mettevano vicino alla bocca e al naso, il loro cazzo e le loro palle. Io toccavo, annusavo e leccavo. E, ovviamente, sempre più rossa ed eccitata, ridevo e chiedevo di continuare. Andarono avanti per 5-6 minuti. Poi sentii, sempre bendata, che qualcuno aveva appoggiato il suo viso nel mio sedere. Questo ragazzo diede il via a questa nuova fase del gioco. A turno tutti mi baciarono il sedere tirando sempre più giù shorts e mutande. Io lasciavo fare. Mi ritrovai nuda, bendata, leccata e baciata senza ritegno davanti e dietro. Nel frattEmpo, con la bocca ero passata ai pompini. Mi fermai quando sentii che qualcuno volva mettermelo nella fica. Dissi di no. Palpate e pompini si. Scopata no. Protestarono ma accettarono. Il problema è che nessuno voleva finire il gioco e, tutti, erano sempre più eccitati. Io mi ero tolta la maschera e succhiavo cazzi a ripetizione. Il tutto mentre venivo palpata e leccata da tutti a turno. Un ragazzo appoggiò il suo cazzo sulla mia fica bagnatissima. Disse che lo appoggiava solamente. Poi inizio a strofinarlo … io ero impazzita di piacere. Una cosa da delirio. Ormai mi sa che stava per tramontare l’ultimo mio ritegno. Strofinando il cazzo durissimo avanti e indietro finì per entrare nel mio bel buco caldo. Dissi: ok. Potete scoparmi. Ma sborrate fuori, per favore. Così fecero. Un paio di volte almeno quasi tutti. Fu l’apoteosi. Ero piena di cazzi in tutto il corpo. E, dopo un po’, piena di sborra. La serata arrivò alla fine. Ci promettemmo tutti di non parlarne più. Sarebbe stata l’esperienza di una volta. Onestamente, mentre me ne tornavo a casa in macchina, non ero sicura che sarebbe finita li…
scritto il
2025-08-25
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