Buon Compleanno Giada - Parte 2
di
mstr8
genere
prime esperienze
G: Buongiorno amore, e buon anniversario!
M: Buongiorno a te! Buon anniversario e buon compleanno.
Così iniziò la giornata tanto attesa. Avevo ordinato al bar sotto casa una colazione generosa, con tanto di fiori e dedica, ma non sarebbe arrivata prima delle otto. Così, decisi di giocare un po’ con mia moglie, iniziando ad eccitarla e preparandola per la sera. La baciai, con passione, spingendo la lingua nella sua bocca in maniera violenta mentre giocavo con i capezzoli turgidi che si intravedevano dal reggiseno trasparente che indossava. Le mie mani esploravano quel corpo perfetto e allenato, scivolando velocemente alla parte più interessante. La mia lingua si faceva strada lungo il collo sottile e nel momento in cui arrivavo alla clavicola, la mia mano era a contatto con l’ingresso della vagina umida che stava già rilasciando un mare di umori. Non avevamo scopato per qualche giorno ma quello sembrava il momento perfetto, il momento in cui stavo per cedere. Non avevo fatto altro che tenerla eccitata per tutta la settimana non consentendole di venire ma quella mattina, pensando già a cosa sarebbe successo la sera, stavo cedendo. Ma non lo feci. Ciò che feci fu svestirla del tutto lasciandola completamente nuda sul letto mentre la mia lingua continuava a scendere sempre più giù. Arrivato al monte di venere, presi a baciarla, prima lentamente, poi con la lingua. Successivamente passai alle sue cosce, prima la destra, poi la sinistra, le baciai delicatamente all’interno per arrivare infine al centro del piacere. E così, ero arrivato al clitoride e poi alle grandi labbra, usando soltanto la lingua per farla godere. Giada gemeva silenziosamente, con gli occhi chiusi e tenendo le mani sulla mia testa si stava abbandonando al piacere di quel momento. Aumentai quindi la velocità con cui leccavo il suo frutto bagnato e nel momento in cui inarcò un po’ la schiena, le misi due dita dentro e presi a stimolarla dall’interno mentre il clitoride si gonfiava sulla punta della mia lingua. Giada gemeva sempre di più spingendo la mia testa nella sua fica, ormai si avvicinava al momento catartico che aspettava da giorni. Gli umori che stava rilasciando mi fecero capire che era ora di smettere, se avessi continuato per un minuto in più sarebbe venuta. Non si arrabbiò, lei sapeva bene che c’era un motivo a tutto ciò che facevo, aveva imparato a fidarsi di me, sapeva che c’era una motivazione se non le avevo permesso di venire. Così risalii verso il suo viso, le diedi un bacio e poi le chiesi, all’orecchio, se avesse intenzione di indossare un piccolo plug anale durante il giorno.
Ovviamente mi rispose positivamente e tornammo a baciarci, per poi alzarci e andare a farci una doccia. Dopo aver finito la doccia, suonarono al citofono e andai al portone per prendere la colazione per mia moglie. Colazione, denti, vestiti ed eravamo pronti ad affrontare le due nostre giornate lavorative, entrambi con qualcosa da portare dentro: lei un plug, io un segreto. In verità, la mia giornata lavorativa durò soltanto qualche ora. Verso l’una rientrai a casa e iniziai ad organizzare tutto per la sera; dovevo andare a fare spesa, preparare la cena, organizzare il gioco e far venire gli altri prima che Giada rientrasse a casa. Lei durante il giorno era molto provocante, di certo si aspettava che avremmo fatto qualcosa di eccitante la sera e non stava più nella pelle. Ogni volta che andava in bagno mi mandava una foto per aggiornarmi sulla sua situazione lì sotto, foto che poi giravo agli altri per tenerli eccitati. Tra una cosa e l’altra erano passate le diciannove e mia moglie stava per rientrare. Delle mie preparazioni, solo il dessert stava ancora cuocendo mentre tutto il resto era pronto. I ragazzi erano arrivati e si trovavano nella tavernetta sotto casa, che si collega al terrazzo da un’entrata secondaria, terrazzo che poi è separato dalla cucina da una porta scorrevole in vetro. Nel momento del gioco li avrei fatti salire.
Ore diciannove e trenta, sentivo le chiavi nella serratura e la porta che si apriva, era Giada. Posò le sue cose e venne a darmi un bacio appassionato complimentandosi per l’aspetto della cena. Mentre aspettavo che il dessert finisse di cuocersi, aprii una bottiglia di vino bianco, molto freddo, lo versai nei calici e brindammo al nostro anniversario. Giada sembrava un po’ delusa perché non vedeva la busta con un regalo da nessuna parte, cosa che si aspettava visto che non ho mai dimenticato di prendere qualcosa per il suo compleanno, figuriamoci per un giorno così speciale. Lo notai, e anticipai la sua domanda dicendole che ci sarebbe stato un regalo speciale per lei, che dopo cena avremmo fatto un gioco in cui lei era la protagonista. Quando sentì queste parole, cambiò espressione e per tutta la cena ebbe il sorriso stampato sulle labbra, complice anche tutto il vino che stavamo bevendo. Dopo aver finito di cenare eravamo brilli e cosa più importante era arrivato il momento del suo regalo.
M: Spogliati nuda.
G: Cosa?
M: Per fare questo gioco devi essere completamente nuda. Non è un requisito fondamentale ma sono io a volerti nuda. Dopo che ti sei spogliata, ti siederai sul divano e io ti metterò una benda. Per tutta la fase iniziale del gioco non potrai guardare e in certi momenti neanche sentire. Il gioco consiste nel riconoscere i gusti di gelato, per renderlo più difficile non ti dirò di quale gelateria. Ci sono diversi gusti: ogni turno, dopo che avrò dato il via, dovrai metterti delle cuffie, sono cuffie per l’isolamento del rumore quindi non sentirai nulla, poi assaggiare nel modo in cui ti ho detto precedentemente, dire il gusto e infine togliere le cuffie. Ad ogni gusto che indovini, pescherai una carta. Le carte le potrai vedere solo alla fine della fase iniziale e serviranno poi per la fase finale del gioco. Tutto chiaro?
G: Mhh, abbastanza direi. I gusti di gelato me li fai assaggiare dal tuo cazzo?
M: Sei una donna perspicace, ma secondo te sono così scontato?
G: Non lo sei mai stato, voglio fidarmi.
Effettivamente ci aveva preso, ci sarebbero stati dei turni in cui avrebbe assaggiato i gusti dal cazzo, quello che non si aspettava è che il cazzo non era il mio. Quella sera ne avrebbe presi quattro diversi, ma non quello di suo marito.
Dopo essersi spogliata si sedette sul divano, portava ancora il piccolo plug anale da cui spiccava la gemma blu incastonata sulla base. Mise la benda sugli occhi e le feci promettere di non toglierla fino a quando non glielo avrei detto io. Dal momento che Giada non poteva più vedere, andai in camera da letto, presi la fotocamera e il suo sostegno, li portai nel salotto e da quel momento partì una lunga registrazione. Mandai un messaggio ai ragazzi di sotto e silenziosamente arrivarono al terrazzo. Misi le cuffie sulle orecchie di Giada e aprii la finestra scorrevole che dalla cucina portava al terrazzo. I ragazzi entrarono e furono stupiti di trovarsi di fronte quella scena. Una donna così in forma, eccitante, nuda davanti ai loro occhi e pronta a sottoporsi a qualsiasi pratica, probabilmente non l’avevano mai vista. Erano visibilmente eccitati, voleva dire che almeno l’organizzazione era riuscita. Fino ad allora erano solo le mie parole, non c’era alcuna certezza che tutto quello che avevamo pianificato sarebbe andato per il verso giusto. I ragazzi si spogliarono e iniziarono a seguire le istruzioni che gli avevo dato. Sarebbe stato un gioco molto sporco, molto più che fare assaggiare a mia moglie il cazzo di altre persone. Lei non poteva né vedere né sentire quello che stava succedendo, era completamente nelle mie mani. Avrebbe anche assaggiato a sua insaputa sperma e piscio di altri uomini che poi l’avrebbero scopata, insieme e a turno, mentre tutto veniva registrato per farla sentire come la protagonista di quei porno che tanto le piacciono.
Mia moglie, se avesse saputo dal principio quello che stava per succedere, lo avrebbe fatto? Non credo che questa sia la domanda giusta da fare. Lei ha fatto tutto perché si fida di me; magari normalmente non avrebbe accettato di bere lo sperma di un altro uomo ma lo ha fatto perché in quel momento, in quel contesto, guidata da me, si sentiva la donna più sicura del mondo. E io la amo per questo. Comunque, dopo che gli altri si erano spogliati, presi la prima vaschetta con gli assaggi di gelato dal freezer. Il gioco poteva quindi iniziare.
G: Allora? Io sto aspettando, quando si inizia? E non dirmi che non c’è niente di sessuale in tutto questo perché sono giorni che sto aspettando!
M: Iniziamo subito.
M: Buongiorno a te! Buon anniversario e buon compleanno.
Così iniziò la giornata tanto attesa. Avevo ordinato al bar sotto casa una colazione generosa, con tanto di fiori e dedica, ma non sarebbe arrivata prima delle otto. Così, decisi di giocare un po’ con mia moglie, iniziando ad eccitarla e preparandola per la sera. La baciai, con passione, spingendo la lingua nella sua bocca in maniera violenta mentre giocavo con i capezzoli turgidi che si intravedevano dal reggiseno trasparente che indossava. Le mie mani esploravano quel corpo perfetto e allenato, scivolando velocemente alla parte più interessante. La mia lingua si faceva strada lungo il collo sottile e nel momento in cui arrivavo alla clavicola, la mia mano era a contatto con l’ingresso della vagina umida che stava già rilasciando un mare di umori. Non avevamo scopato per qualche giorno ma quello sembrava il momento perfetto, il momento in cui stavo per cedere. Non avevo fatto altro che tenerla eccitata per tutta la settimana non consentendole di venire ma quella mattina, pensando già a cosa sarebbe successo la sera, stavo cedendo. Ma non lo feci. Ciò che feci fu svestirla del tutto lasciandola completamente nuda sul letto mentre la mia lingua continuava a scendere sempre più giù. Arrivato al monte di venere, presi a baciarla, prima lentamente, poi con la lingua. Successivamente passai alle sue cosce, prima la destra, poi la sinistra, le baciai delicatamente all’interno per arrivare infine al centro del piacere. E così, ero arrivato al clitoride e poi alle grandi labbra, usando soltanto la lingua per farla godere. Giada gemeva silenziosamente, con gli occhi chiusi e tenendo le mani sulla mia testa si stava abbandonando al piacere di quel momento. Aumentai quindi la velocità con cui leccavo il suo frutto bagnato e nel momento in cui inarcò un po’ la schiena, le misi due dita dentro e presi a stimolarla dall’interno mentre il clitoride si gonfiava sulla punta della mia lingua. Giada gemeva sempre di più spingendo la mia testa nella sua fica, ormai si avvicinava al momento catartico che aspettava da giorni. Gli umori che stava rilasciando mi fecero capire che era ora di smettere, se avessi continuato per un minuto in più sarebbe venuta. Non si arrabbiò, lei sapeva bene che c’era un motivo a tutto ciò che facevo, aveva imparato a fidarsi di me, sapeva che c’era una motivazione se non le avevo permesso di venire. Così risalii verso il suo viso, le diedi un bacio e poi le chiesi, all’orecchio, se avesse intenzione di indossare un piccolo plug anale durante il giorno.
Ovviamente mi rispose positivamente e tornammo a baciarci, per poi alzarci e andare a farci una doccia. Dopo aver finito la doccia, suonarono al citofono e andai al portone per prendere la colazione per mia moglie. Colazione, denti, vestiti ed eravamo pronti ad affrontare le due nostre giornate lavorative, entrambi con qualcosa da portare dentro: lei un plug, io un segreto. In verità, la mia giornata lavorativa durò soltanto qualche ora. Verso l’una rientrai a casa e iniziai ad organizzare tutto per la sera; dovevo andare a fare spesa, preparare la cena, organizzare il gioco e far venire gli altri prima che Giada rientrasse a casa. Lei durante il giorno era molto provocante, di certo si aspettava che avremmo fatto qualcosa di eccitante la sera e non stava più nella pelle. Ogni volta che andava in bagno mi mandava una foto per aggiornarmi sulla sua situazione lì sotto, foto che poi giravo agli altri per tenerli eccitati. Tra una cosa e l’altra erano passate le diciannove e mia moglie stava per rientrare. Delle mie preparazioni, solo il dessert stava ancora cuocendo mentre tutto il resto era pronto. I ragazzi erano arrivati e si trovavano nella tavernetta sotto casa, che si collega al terrazzo da un’entrata secondaria, terrazzo che poi è separato dalla cucina da una porta scorrevole in vetro. Nel momento del gioco li avrei fatti salire.
Ore diciannove e trenta, sentivo le chiavi nella serratura e la porta che si apriva, era Giada. Posò le sue cose e venne a darmi un bacio appassionato complimentandosi per l’aspetto della cena. Mentre aspettavo che il dessert finisse di cuocersi, aprii una bottiglia di vino bianco, molto freddo, lo versai nei calici e brindammo al nostro anniversario. Giada sembrava un po’ delusa perché non vedeva la busta con un regalo da nessuna parte, cosa che si aspettava visto che non ho mai dimenticato di prendere qualcosa per il suo compleanno, figuriamoci per un giorno così speciale. Lo notai, e anticipai la sua domanda dicendole che ci sarebbe stato un regalo speciale per lei, che dopo cena avremmo fatto un gioco in cui lei era la protagonista. Quando sentì queste parole, cambiò espressione e per tutta la cena ebbe il sorriso stampato sulle labbra, complice anche tutto il vino che stavamo bevendo. Dopo aver finito di cenare eravamo brilli e cosa più importante era arrivato il momento del suo regalo.
M: Spogliati nuda.
G: Cosa?
M: Per fare questo gioco devi essere completamente nuda. Non è un requisito fondamentale ma sono io a volerti nuda. Dopo che ti sei spogliata, ti siederai sul divano e io ti metterò una benda. Per tutta la fase iniziale del gioco non potrai guardare e in certi momenti neanche sentire. Il gioco consiste nel riconoscere i gusti di gelato, per renderlo più difficile non ti dirò di quale gelateria. Ci sono diversi gusti: ogni turno, dopo che avrò dato il via, dovrai metterti delle cuffie, sono cuffie per l’isolamento del rumore quindi non sentirai nulla, poi assaggiare nel modo in cui ti ho detto precedentemente, dire il gusto e infine togliere le cuffie. Ad ogni gusto che indovini, pescherai una carta. Le carte le potrai vedere solo alla fine della fase iniziale e serviranno poi per la fase finale del gioco. Tutto chiaro?
G: Mhh, abbastanza direi. I gusti di gelato me li fai assaggiare dal tuo cazzo?
M: Sei una donna perspicace, ma secondo te sono così scontato?
G: Non lo sei mai stato, voglio fidarmi.
Effettivamente ci aveva preso, ci sarebbero stati dei turni in cui avrebbe assaggiato i gusti dal cazzo, quello che non si aspettava è che il cazzo non era il mio. Quella sera ne avrebbe presi quattro diversi, ma non quello di suo marito.
Dopo essersi spogliata si sedette sul divano, portava ancora il piccolo plug anale da cui spiccava la gemma blu incastonata sulla base. Mise la benda sugli occhi e le feci promettere di non toglierla fino a quando non glielo avrei detto io. Dal momento che Giada non poteva più vedere, andai in camera da letto, presi la fotocamera e il suo sostegno, li portai nel salotto e da quel momento partì una lunga registrazione. Mandai un messaggio ai ragazzi di sotto e silenziosamente arrivarono al terrazzo. Misi le cuffie sulle orecchie di Giada e aprii la finestra scorrevole che dalla cucina portava al terrazzo. I ragazzi entrarono e furono stupiti di trovarsi di fronte quella scena. Una donna così in forma, eccitante, nuda davanti ai loro occhi e pronta a sottoporsi a qualsiasi pratica, probabilmente non l’avevano mai vista. Erano visibilmente eccitati, voleva dire che almeno l’organizzazione era riuscita. Fino ad allora erano solo le mie parole, non c’era alcuna certezza che tutto quello che avevamo pianificato sarebbe andato per il verso giusto. I ragazzi si spogliarono e iniziarono a seguire le istruzioni che gli avevo dato. Sarebbe stato un gioco molto sporco, molto più che fare assaggiare a mia moglie il cazzo di altre persone. Lei non poteva né vedere né sentire quello che stava succedendo, era completamente nelle mie mani. Avrebbe anche assaggiato a sua insaputa sperma e piscio di altri uomini che poi l’avrebbero scopata, insieme e a turno, mentre tutto veniva registrato per farla sentire come la protagonista di quei porno che tanto le piacciono.
Mia moglie, se avesse saputo dal principio quello che stava per succedere, lo avrebbe fatto? Non credo che questa sia la domanda giusta da fare. Lei ha fatto tutto perché si fida di me; magari normalmente non avrebbe accettato di bere lo sperma di un altro uomo ma lo ha fatto perché in quel momento, in quel contesto, guidata da me, si sentiva la donna più sicura del mondo. E io la amo per questo. Comunque, dopo che gli altri si erano spogliati, presi la prima vaschetta con gli assaggi di gelato dal freezer. Il gioco poteva quindi iniziare.
G: Allora? Io sto aspettando, quando si inizia? E non dirmi che non c’è niente di sessuale in tutto questo perché sono giorni che sto aspettando!
M: Iniziamo subito.
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