Riscatto
di
mstr8
genere
feticismo
Questo è un racconto incentrato sullo scat, se siete sensibili al tema non proseguite.
Da quando Marta mi aveva lasciato, la mia vita scorreva lentamente. Da un po' di tempo avevo smesso di curare la mia estetica come ero solito fare; i capelli cominciavano a diventare lunghi, la barba incolta, avevo persino smesso di radermi i peli del pube e non riuscivo a trovare un motivo per invertire questa tendenza. Nonostante ciò, non potevo di certo lamentarmi del mio lavoro che non prevede l’obbligo di presenza in ufficio quindi riuscivo a sbrigarmela da casa senza capitare ogni giorno negli sguardi delle persone che ormai si erano accorte del mio cambiamento, se così vogliamo chiamarlo. Trascorrendo molto tempo a casa, in solitudine, avevo sviluppato una sorta di dipendenza per il porno estremo; in particolare mi eccitava vedere donne che cagano. La routine era sempre la stessa: iniziavo scrollando i classici siti porno per cercare qualcosa di interessante da guardare e magari un paio di video riuscivo anche a vederli, però nel momento di venire mi fermavo e andavo a cercare filmati di donne che tiravano fuori dal loro ano dei pezzi di stronzi marroni e turgidi. E più erano duri e più era la fatica con cui riuscivano a tirarli fuori, più il mio cazzo era eretto e la mia sborrata arrivava lontano. In quel periodo avevo iniziato a fantasticare su come sarebbe stato farlo nella realtà, guardare una donna cagare dal vivo, magari sentire lo stronzo con il mio cazzo mentre la inculo. Queste e tante altre fantasie avevano iniziato a farsi largo nella mia mente, al punto che era diventato difficile non pensarci quotidianamente; stavo sviluppando una vera e propria ossessione che mi portava ad immaginarmi le donne che incontravo per strada o al supermercato nelle condizioni più sporche e perverse che la mia mente poteva concepire. Ora, mi fermo un attimo per dire che di certo non ero nuovo al sesso. Con la mia ex fidanzata abbiamo sperimentato varie perversioni ma di questa categoria ci siamo fermati al pissing. Pensandoci bene non avevamo mai messo in mezzo lo scat e anche io, fino ad allora, ne avevo soltanto sentito parlare e non pensavo di poter sviluppare questo tipo di kink. Il tempo continuava a scorrere in maniera insignificante, fino alla sera in cui ho conosciuto Tina. Era un sabato sera di giugno, un mese come gli altri visto che non avevo in programma grandi cose per l'estate e non vivevo con la voglia di partire per le vacanze. Un mio amico aveva un congresso di lavoro nella città in cui vivo e dopo il congresso, lui e altri colleghi e colleghe si sarebbero visti per bere un drink e fare due chiacchiere. Non conoscendo bene la zona, Mirko mi aveva chiesto dei consigli, invitandomi anche a bere con loro e io non rifiutai dato che la mia agenda non era di certo piena. Inoltre, il locale è a due passi da casa mia quindi avrei potuto benissimo andar via in qualsiasi momento con una banale scusa. Quella sera, però, non andai via.. o meglio lo feci, ma non da solo. Arrivato al locale feci il classico saluto di cortesia presentandomi a tutti e poi mi sedetti vicino a Mirko, in fondo al tavolo e di fronte a Tina. Lei non è la classica bellezza stereotipata; non ha gli occhi azzurri e i capelli biondi o il fisico da modella. No, Tina è una ragazza molto semplice, con gli occhi color caramello e i capelli castani ma soprattutto è una ragazza in carne e questa caratteristica mette in risalto le sue forme. Ma non sono il grosso culo o le tette giganti che mi hanno colpito quella sera. Ricordo bene che lo sguardo e le movenze miste al sorriso le facevano trasudare una carica erotica che non avevo mai colto in nessun'altra donna prima di quel momento. Con lei c'è stato fin da subito un certo feeling dettato dal fatto che lei, come me, era single e da alcuni discorsi che sono venuti fuori sembrava anche una persona abbastanza aperta a nuove esperienze. C'è da dire che tutto ciò l'ho maturato in un secondo momento perché lì, seduto al bar, ero imbambolato, la fissavo mentre la mia mente la immaginava seduta su di me a sparare un grosso stronzo turgido dal culo direttamente sulla mia cappella; immaginavo fosse della consistenza giusta affinché ne prendesse un po' e con la mano sporca mi iniziasse a masturbare lentamente, riempiendo il mio membro dei suoi escrementi. Immaginavo una sborrata pazzesca con lo sperma che cambiava colore dopo essere entrato a contatto con la sua merda e che lei, guardandomi negli occhi, lo assaggiasse. Non so cosa lei abbia pensato in quel momento, non so se fosse in grado di leggermi la mente ma il suo sguardo mi dava la percezione che sì, era così. Lei stava guardando ciò che guardavo io e vedeva se stessa in quella situazione con i miei occhi. Non riuscivo ad abbandonare questo pensiero anche se probabilmente ero trascinato soltanto dal desiderio di vederla così. Comunque, dopo un paio di bicchieri di vino, Tina e io eravamo entrati in confidenza e non potevo fare a meno di notare quanto lei cercasse il contatto fisico. Infatti, mi toccava spesso la mano e il braccio, anche quando non c'era evidentemente motivo; ad ogni suo tocco le mie gambe vibravano e il mio cazzo puntava nella sua direzione come se fosse una bussola. Mirko che ci aveva visto ridacchiare, sogghignare e aveva ascoltato le nostre battutine per tutto il tempo, non poteva essere che felice nel vedermi di nuovo in vita o almeno con un interesse e quindi ordinò ancora da bere, a sue spese, per far continuare quella situazione tra me e Tina che nel frattempo ci eravamo allontanati fuori per fumare una sigaretta. Tina non fumava o almeno non regolarmente ma quando le chiesi se ne volesse una, non ha rifiutato. La sigaretta. La sigaretta che ti salva la vita. Non che fossi contento per quello che stava succedendo però potevo sfruttare l'occasione a mio vantaggio. Il fatto è che dopo qualche tiro di sigaretta, Tina aveva cominciato a sentirsi male e continuava a ripetere di dover andare al bagno e nonostante le proponessi di andare in quello del bar, lei non voleva perché non si sentiva a suo agio ad andare in un luogo pubblico. Così, le proposi di andare a casa mia dicendole che a piedi ci avremmo messo tre minuti e avrebbe fatto tutto ciò che doveva fare. Tina doveva stare evidentemente male perché non se lo fece ripetere due volte e accettò subito il mio invito, anche se in fin dei conti eravamo due sconosciuti. Mentre camminavo, pensavo a lei sul cesso di casa mia e mi chiedevo come sarebbe stato lo stronzo che conservava a fatica nel suo retto. Sarà stato l'alcol ma senza pensarci e pur sapendo perché non voleva andare nel bagno pubblico, dalla mia bocca uscì la seguente frase: "cosa devi fare?". Tina mi guardò stupita, sorpresa dalla mia domanda ma allo stesso tempo incuriosita e continuando a camminare mi disse: "devo fare la cacca, è un problema? Troverò il modo di sdebitarmi". Lo aveva detto, al suono di quella parola il mio membro iniziava a gonfiarsi nei pantaloni e mentre eravamo quasi arrivati al portone di casa, scherzando le risposi: "si, potresti lasciarmi guardare". Seguì un attimo di silenzio. Mi ero giocato tutto in quella risposta ma Tina non disse nulla, rise soltanto. Dopo aver fatto due piani di scale, eravamo arrivati al mio appartamento, piccolo ma accogliente. Il bagno si trova nella seconda porta sulla sinistra subito dopo l'ingesso e di fronte al water c'è un piccolo mobile con tovaglie pulite. Mi girai per prenderne una ma nel momento in cui stavo per darla a Tina, lei si era abbassata la gonna e le mutande e si era seduta sul cesso. Io ero incredulo e rimasi a fissarla con la tovaglia in mano senza dire una parola. Sembrava tutto troppo bello, troppo irreale. Tina rideva e dopo essersi messa comoda mi disse: "beh, non parli ora? Avevi detto tu di voler assistere". Era ormai chiaro che l'alcol aveva rilasciato tutti i nostri freni inibitori, perciò le risposi che si, volevo vedere, ma in quella posizione non avrei visto nulla. Lei mi diede ragione ma era al limite, doveva farla e non poteva resistere oltre, perciò si lanciò nella doccia e si mise inginocchiata, con il culo verso l'alto, mentre io ero fuori che tiravo il cazzo dai jeans. Con l'indice e il medio di entrambe le mani, Tina allargava il suo ano e provava a spingere; ad ogni spinta il buco del culo si gonfiava e poi si sgonfiava e iniziava ad uscire dell'aria che suonava come musica. Mentre spingeva, iniziò anche a pisciare ed io rimasi estasiato dal suo liquido dorato che colpiva il piatto della doccia e poi mi schizzava sui pantaloni. Dopo aver finito di pisciare, si iniziava ad intravedere la punta dello stronzo marrone scuro. Allargando con forza il suo ano, Tina godeva. Godeva nel cagare di fronte a un uomo, godeva nel sentire uno stronzo dal grosso diametro sfondarle il buco del culo. Mi avvicinai, ormai anch'io al limite. Però, attendevo che lo stronzo uscisse del tutto per sborrarci sopra. Con foga, Tina rilasciò l'ano e poi lo strinse velocemente, lasciando cadere un primo pezzo sul piatto della doccia. La puzza iniziava a farsi sentire e mi stava inebriando il cervello. Non riuscivo a ragionare, volevo soltanto continuare a vedere quella scena mentre mi masturbavo. Con una seconda spinta violenta, Tina cacciò fuori dal suo intestino tutto il restante pezzo di merda. Era grande, molto duro, tanto che il suo ano rimase per un attimo aperto prima di richiudersi del tutto. Ero sul punto di sborrare quando lei si girò e mi disse di aspettare: "adesso metti il tuo naso vicino al mio buco del culo e inala il mio odore. Guardami sborrare mentre apro e chiudo il buchino nella tua faccia". La mia mano andava veloce e non posso giurare fossero queste le esatte parole che aveva detto, quello che so è che respiravo l'odore del suo stronzo mentre il buco del culo sporco di merda si apriva e chiudeva di fronte ai miei occhi. Sentii tutte le forze del mio corpo concentrarsi in quell'orgasmo, con lo sperma che non smetteva di uscire. Schizzai ovunque, sul pavimento, sulle sue cosce, sullo stronzo fresco appena sfornato. Avevo appena creato un ricordo indissolubile con una persona sconosciuta fino a qualche ora prima e che poi sarebbe diventata la mia compagna di giochi e successivamente la mia compagna di vita.
Da quando Marta mi aveva lasciato, la mia vita scorreva lentamente. Da un po' di tempo avevo smesso di curare la mia estetica come ero solito fare; i capelli cominciavano a diventare lunghi, la barba incolta, avevo persino smesso di radermi i peli del pube e non riuscivo a trovare un motivo per invertire questa tendenza. Nonostante ciò, non potevo di certo lamentarmi del mio lavoro che non prevede l’obbligo di presenza in ufficio quindi riuscivo a sbrigarmela da casa senza capitare ogni giorno negli sguardi delle persone che ormai si erano accorte del mio cambiamento, se così vogliamo chiamarlo. Trascorrendo molto tempo a casa, in solitudine, avevo sviluppato una sorta di dipendenza per il porno estremo; in particolare mi eccitava vedere donne che cagano. La routine era sempre la stessa: iniziavo scrollando i classici siti porno per cercare qualcosa di interessante da guardare e magari un paio di video riuscivo anche a vederli, però nel momento di venire mi fermavo e andavo a cercare filmati di donne che tiravano fuori dal loro ano dei pezzi di stronzi marroni e turgidi. E più erano duri e più era la fatica con cui riuscivano a tirarli fuori, più il mio cazzo era eretto e la mia sborrata arrivava lontano. In quel periodo avevo iniziato a fantasticare su come sarebbe stato farlo nella realtà, guardare una donna cagare dal vivo, magari sentire lo stronzo con il mio cazzo mentre la inculo. Queste e tante altre fantasie avevano iniziato a farsi largo nella mia mente, al punto che era diventato difficile non pensarci quotidianamente; stavo sviluppando una vera e propria ossessione che mi portava ad immaginarmi le donne che incontravo per strada o al supermercato nelle condizioni più sporche e perverse che la mia mente poteva concepire. Ora, mi fermo un attimo per dire che di certo non ero nuovo al sesso. Con la mia ex fidanzata abbiamo sperimentato varie perversioni ma di questa categoria ci siamo fermati al pissing. Pensandoci bene non avevamo mai messo in mezzo lo scat e anche io, fino ad allora, ne avevo soltanto sentito parlare e non pensavo di poter sviluppare questo tipo di kink. Il tempo continuava a scorrere in maniera insignificante, fino alla sera in cui ho conosciuto Tina. Era un sabato sera di giugno, un mese come gli altri visto che non avevo in programma grandi cose per l'estate e non vivevo con la voglia di partire per le vacanze. Un mio amico aveva un congresso di lavoro nella città in cui vivo e dopo il congresso, lui e altri colleghi e colleghe si sarebbero visti per bere un drink e fare due chiacchiere. Non conoscendo bene la zona, Mirko mi aveva chiesto dei consigli, invitandomi anche a bere con loro e io non rifiutai dato che la mia agenda non era di certo piena. Inoltre, il locale è a due passi da casa mia quindi avrei potuto benissimo andar via in qualsiasi momento con una banale scusa. Quella sera, però, non andai via.. o meglio lo feci, ma non da solo. Arrivato al locale feci il classico saluto di cortesia presentandomi a tutti e poi mi sedetti vicino a Mirko, in fondo al tavolo e di fronte a Tina. Lei non è la classica bellezza stereotipata; non ha gli occhi azzurri e i capelli biondi o il fisico da modella. No, Tina è una ragazza molto semplice, con gli occhi color caramello e i capelli castani ma soprattutto è una ragazza in carne e questa caratteristica mette in risalto le sue forme. Ma non sono il grosso culo o le tette giganti che mi hanno colpito quella sera. Ricordo bene che lo sguardo e le movenze miste al sorriso le facevano trasudare una carica erotica che non avevo mai colto in nessun'altra donna prima di quel momento. Con lei c'è stato fin da subito un certo feeling dettato dal fatto che lei, come me, era single e da alcuni discorsi che sono venuti fuori sembrava anche una persona abbastanza aperta a nuove esperienze. C'è da dire che tutto ciò l'ho maturato in un secondo momento perché lì, seduto al bar, ero imbambolato, la fissavo mentre la mia mente la immaginava seduta su di me a sparare un grosso stronzo turgido dal culo direttamente sulla mia cappella; immaginavo fosse della consistenza giusta affinché ne prendesse un po' e con la mano sporca mi iniziasse a masturbare lentamente, riempiendo il mio membro dei suoi escrementi. Immaginavo una sborrata pazzesca con lo sperma che cambiava colore dopo essere entrato a contatto con la sua merda e che lei, guardandomi negli occhi, lo assaggiasse. Non so cosa lei abbia pensato in quel momento, non so se fosse in grado di leggermi la mente ma il suo sguardo mi dava la percezione che sì, era così. Lei stava guardando ciò che guardavo io e vedeva se stessa in quella situazione con i miei occhi. Non riuscivo ad abbandonare questo pensiero anche se probabilmente ero trascinato soltanto dal desiderio di vederla così. Comunque, dopo un paio di bicchieri di vino, Tina e io eravamo entrati in confidenza e non potevo fare a meno di notare quanto lei cercasse il contatto fisico. Infatti, mi toccava spesso la mano e il braccio, anche quando non c'era evidentemente motivo; ad ogni suo tocco le mie gambe vibravano e il mio cazzo puntava nella sua direzione come se fosse una bussola. Mirko che ci aveva visto ridacchiare, sogghignare e aveva ascoltato le nostre battutine per tutto il tempo, non poteva essere che felice nel vedermi di nuovo in vita o almeno con un interesse e quindi ordinò ancora da bere, a sue spese, per far continuare quella situazione tra me e Tina che nel frattempo ci eravamo allontanati fuori per fumare una sigaretta. Tina non fumava o almeno non regolarmente ma quando le chiesi se ne volesse una, non ha rifiutato. La sigaretta. La sigaretta che ti salva la vita. Non che fossi contento per quello che stava succedendo però potevo sfruttare l'occasione a mio vantaggio. Il fatto è che dopo qualche tiro di sigaretta, Tina aveva cominciato a sentirsi male e continuava a ripetere di dover andare al bagno e nonostante le proponessi di andare in quello del bar, lei non voleva perché non si sentiva a suo agio ad andare in un luogo pubblico. Così, le proposi di andare a casa mia dicendole che a piedi ci avremmo messo tre minuti e avrebbe fatto tutto ciò che doveva fare. Tina doveva stare evidentemente male perché non se lo fece ripetere due volte e accettò subito il mio invito, anche se in fin dei conti eravamo due sconosciuti. Mentre camminavo, pensavo a lei sul cesso di casa mia e mi chiedevo come sarebbe stato lo stronzo che conservava a fatica nel suo retto. Sarà stato l'alcol ma senza pensarci e pur sapendo perché non voleva andare nel bagno pubblico, dalla mia bocca uscì la seguente frase: "cosa devi fare?". Tina mi guardò stupita, sorpresa dalla mia domanda ma allo stesso tempo incuriosita e continuando a camminare mi disse: "devo fare la cacca, è un problema? Troverò il modo di sdebitarmi". Lo aveva detto, al suono di quella parola il mio membro iniziava a gonfiarsi nei pantaloni e mentre eravamo quasi arrivati al portone di casa, scherzando le risposi: "si, potresti lasciarmi guardare". Seguì un attimo di silenzio. Mi ero giocato tutto in quella risposta ma Tina non disse nulla, rise soltanto. Dopo aver fatto due piani di scale, eravamo arrivati al mio appartamento, piccolo ma accogliente. Il bagno si trova nella seconda porta sulla sinistra subito dopo l'ingesso e di fronte al water c'è un piccolo mobile con tovaglie pulite. Mi girai per prenderne una ma nel momento in cui stavo per darla a Tina, lei si era abbassata la gonna e le mutande e si era seduta sul cesso. Io ero incredulo e rimasi a fissarla con la tovaglia in mano senza dire una parola. Sembrava tutto troppo bello, troppo irreale. Tina rideva e dopo essersi messa comoda mi disse: "beh, non parli ora? Avevi detto tu di voler assistere". Era ormai chiaro che l'alcol aveva rilasciato tutti i nostri freni inibitori, perciò le risposi che si, volevo vedere, ma in quella posizione non avrei visto nulla. Lei mi diede ragione ma era al limite, doveva farla e non poteva resistere oltre, perciò si lanciò nella doccia e si mise inginocchiata, con il culo verso l'alto, mentre io ero fuori che tiravo il cazzo dai jeans. Con l'indice e il medio di entrambe le mani, Tina allargava il suo ano e provava a spingere; ad ogni spinta il buco del culo si gonfiava e poi si sgonfiava e iniziava ad uscire dell'aria che suonava come musica. Mentre spingeva, iniziò anche a pisciare ed io rimasi estasiato dal suo liquido dorato che colpiva il piatto della doccia e poi mi schizzava sui pantaloni. Dopo aver finito di pisciare, si iniziava ad intravedere la punta dello stronzo marrone scuro. Allargando con forza il suo ano, Tina godeva. Godeva nel cagare di fronte a un uomo, godeva nel sentire uno stronzo dal grosso diametro sfondarle il buco del culo. Mi avvicinai, ormai anch'io al limite. Però, attendevo che lo stronzo uscisse del tutto per sborrarci sopra. Con foga, Tina rilasciò l'ano e poi lo strinse velocemente, lasciando cadere un primo pezzo sul piatto della doccia. La puzza iniziava a farsi sentire e mi stava inebriando il cervello. Non riuscivo a ragionare, volevo soltanto continuare a vedere quella scena mentre mi masturbavo. Con una seconda spinta violenta, Tina cacciò fuori dal suo intestino tutto il restante pezzo di merda. Era grande, molto duro, tanto che il suo ano rimase per un attimo aperto prima di richiudersi del tutto. Ero sul punto di sborrare quando lei si girò e mi disse di aspettare: "adesso metti il tuo naso vicino al mio buco del culo e inala il mio odore. Guardami sborrare mentre apro e chiudo il buchino nella tua faccia". La mia mano andava veloce e non posso giurare fossero queste le esatte parole che aveva detto, quello che so è che respiravo l'odore del suo stronzo mentre il buco del culo sporco di merda si apriva e chiudeva di fronte ai miei occhi. Sentii tutte le forze del mio corpo concentrarsi in quell'orgasmo, con lo sperma che non smetteva di uscire. Schizzai ovunque, sul pavimento, sulle sue cosce, sullo stronzo fresco appena sfornato. Avevo appena creato un ricordo indissolubile con una persona sconosciuta fino a qualche ora prima e che poi sarebbe diventata la mia compagna di giochi e successivamente la mia compagna di vita.
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