Ultima Fermata

Scritto da , il 2018-08-12, genere tradimenti

Patrizia aveva sempre avuto una forte attrazione per i treni, li adorava, era l'unico mezzo che le facevano provare emozioni particolari fin da bambina, così tutti gli anni insieme al marito raggiungevano altre due coppie amiche per le vacanze di Natale in montagna, però in quel freddo Dicembre qualcosa cambiò, aveva scoperto per puro caso il tradimento del marito con un sms arrivato sul cellulare di lui mentre era sotto la doccia, così dopo un duro faccia a faccia decise di partire da sola. 51 anni, bella e sensuale, sempre curata e ben vestita, lunga chioma mora e mossa, fisico tenuto alla grande con forme al posto giusto, non riusciva a capire perchè lui l'avesse tradita, la loro vita sessuale era sempre stata perfetta, almeno così sembrava! Arrivò così il giorno della partenza, prese un taxi e arrivò in stazione, si fermò al bar a bere qualcosa di forte per non pensare continuamente e con disgusto a quello che era successo, uscì dal bar e camminando sul binario che la portava al treno sapeva di essere osservata e desiderata ad ogni singolo passo cadenzato dai suoi bellissimi tacchi alti, questa cosa le era sempre piaciuta anche quando andava al supermercato o in altri luoghi, però era sempre rimasta fedele al marito nonostante qualche piccola tentazione e molte fantasie in 23 anni di matrimonio. Salita sul treno prese posto e posò il bagaglio, di fronte a lei c'era un bell'uomo brizzolato, più o meno coetaneo, pizzetto curato, elegante con giacca e cravatta, un po' assorto nel suo portatile acceso, dopo uno sguardo fugace, un sorriso e un buongiorno il treno partì. Le sue fantastiche gambe accavallate, avvolte in una gonna corta di pelle nera, lasciavano leggermente intravedere il bordo delle autoreggenti, camicia nera di seta sbottonata al punto giusto per far notare giusto un po' di seno, ma era quello che voleva, Patrizia aveva ormai deciso di vendicarsi in qualche modo, così con una scusa, chiese all'uomo dove fosse la carrozza ristorante, voleva bere ancora, lui le disse che era distante e si offrì di accompagnarla, lei accettò subito. Arrivati al bar ordinarono un caffè per luì e una vodka per lei, una volta bevuto e aver scambiato due chiacchiere seduti al tavolino, decisero di tornare al loro scompartimento, lei camminava davanti e lui dietro inebriato dalla scia di profumo, ammirava il suo corpo sinuoso e il fondoschiena da urlo, così arrivati a metà treno, lei si fermò, si voltò e guardandolo negli occhi con un sorriso malizioso disse che doveva andare in bagno, ma sapevano entrambi che sarebbero entrati insieme nella toilette e così fu! In un'attimo si ritrovarono avvinghiati baciandosi appassionatamente, le lingue si intrecciavano in un vortice di conoscenza e scambi di saliva calda, mentre lei iniziava ad ansimare soavemente, le mani di entrambi esploravano ogni parte dei loro corpi ormai bollenti ed eccitati, lui le aveva aperto la camicia toccando con decisione i seni che erano stati velocemente tirati fuori, quei capezzoli gonfi e duri erano li pronti per essere morsi, leccati e succhiati, non chiedevano altro, infatti lui non perse tempo e iniziò a giocare con le sue tette. Subito dopo mise una mano sotto la gonna e si accorse che lo slip era già inzuppato di umori che quasi colavano dai lati interni delle cosce, quindi spostò solo un lato dello slip e infilò due dita nella figa bollente e bagnata, la stava penetrando con le dita e lei gemeva tantissimo mentre teneva gli occhi chiusi e la testa leggermente indietro posseduta da spasmi di piacere. Dopo pochi minuti tolse le dita e le disse di sfilarsi la gonna, lei la tolse e fece così anche con lo slip rigorosamente nero come tutto il resto, lui rimase accovacciato e lei mise una gamba sulla sua spalla destra, in modo da poter restare in piedi mentre lui gliela leccava di gusto, con ardore gliela mordeva, leccava e succhiava le piccole e grandi labbra inzuppandosi il pizzetto, fece lo stesso con il clitoride che stava quasi per esplodere, poi le infilo tutta la lingua dentro, leccando e pennellando le pareti interne, la passera semi depilata era dolce e profumata, sempre più rossa, gonfia e vogliosa. Poi lentamente lui si alzò e scese lei, aveva la faccia ad altezza pantalone e guardandolo negli occhi continuò a strofinare con la mano la forma gonfia del pene che scalpitava per uscire, velocemente il pantalone e tutto il resto si abbassarono mostrando l'enorme membro, duro e dritto con le vene in evidenza, Patrizia rimase piacevolmente colpita dalla lunghezza e larghezza dell'arnese, così iniziò a masturbarlo dolcemente mentre con la lingua assaporava la punta rossa, gonfia e lucida, fece lo stesso coi lati dell'asta e poi scese a succhiare i due gioielli uno per volta, poi salì di nuovo per cercare di infilarselo tutto in bocca, ma riuscì a prendere poco più della metà del grosso fallo che quasi la soffocava di piacere, lei era troppo brava con la bocca e lui rischiava di venire presto, così le disse di alzarsi, girarsi e appoggiare le mani alla parete, chinarsi un po' in avanti e inarcare la schiena, di fronte a lui si presentava il top dell'erotismo e del sesso, la perfezione delle forme e della posizione, culo e figa in un'unico colpo d'occhio, lui con le mani le aprì le natiche e infilò con decisione e dolcezza il poderoso uccello che scivolò in un'attimo nello spacco bagnato e bollente. La penetrava con colpi secchi e ritmati, un po' dolci e un po' violenti, lei era ormai in estasi, adorava sentirsi riempire e sbattere, farsi possedere da quell'estraneo conosciuto un'ora prima le stava facendo perdere testa e sensi. Lei ebbe due orgasmi pazzeschi, riuscendo anche a squirtare mentre lui ancora la prendeva con foga, poi le chiese se poteva venirle in bocca e lei acconsentì subito, così Patrizia si accovacciò di nuovo e pompandolo avidamente sentì schizzare in gola fiotti bollenti e continuò a succhiarlo fino all'ultima goccia come se fosse miele pregiato. Una volta finito si diedero una sistemata, una lavata per quel che si poteva, si baciarono ancora, sapendo entrambi che non si sarebbero più incontrati dopo questa volta. Tornati ai loro posti continuarono il viaggio tra chiacchiere, sorrisi e silenzi, proprio in uno di questi silenzi, lei guardò fuori il finestrino osservando il panorama, sempre più convinta e felice di aver consumato la propria vendetta!

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