Buon compleanno Giada

di
genere
prime esperienze

Il diciassette luglio del duemilaquindici, nel giorno in cui compiva 27 anni, chiedevo a Giada se volesse diventare la mia ragazza. Il diciassette luglio del duemilaventicinque, nel giorno in cui di anni ne compiva 37 e festeggiavamo dieci anni insieme, la guardavo in ginocchio nel salotto di casa mentre era circondata da quattro uomini nudi. C’è da dire che ne abbiamo fatta di strada. Non so precisamente quando è nata questa storia, ricordo soltanto di aver pianificato quel giorno con almeno un anno di anticipo. L’idea di base l’avevo in mente ma c’era da trovare persone, oggetti, studiare un piano, mettere a punto piccoli dettagli che avrebbero fatto in modo che mia moglie non sospettasse nulla. Posso quindi dire che questa storia nasce a luglio duemilaventiquattro, il giorno dopo il suo compleanno. Giada aveva appena compiuto 36 anni mentre io avrei fatto i miei 39 ad ottobre.
Mia moglie è una donna molto intraprendente, curiosa, aperta alle possibilità della vita; è alta poco più di un metro e settanta, bionda cenere, occhi caramello e naso un po’ schiacciato. Le forme le danno un corpo molto sinuoso, la sua pancia piatta unita ai fianchi larghi e alla sua quarta di seno fanno sembrare l’aspetto un tantino sbilanciato ma, vi assicuro, è un piacere da guardare. Giada cura molto il suo aspetto e le sue parti intime, sul suo corpo è difficile trovare peli ed è molto attenta al benessere della pelle; soltanto sul pube lascia tipicamente una striscia di peli in verticale lungo le sue labbra. Su di me non c’è molto da dire, o meglio nulla di fondamentale riguardante la storia. Nonostante avessi organizzato tutto nei minimi dettagli, io non avrei preso parte al gioco. Il mio ruolo era quello di coordinare l’evento e di registrare un video ricordo per lei. Quest’ultima cosa in particolare aveva creato una piccola discussione perché avevo acquistato una fotocamera nuova, molto costosa, nonostante non fossi per nulla appassionato di fotografia, con Giada che continuava a chiedermi il motivo dell’acquisto e io che dovevo dimenarmi tra bugie e finzione. Alla fine, le dissi soltanto che volevo scoprire questo mondo e che mi ero anche iscritto ad un corso di fotografia per principianti. Veniamo adesso alle nostre vite: mia moglie è una ricercatrice, passa molto del suo tempo a lavoro, facendo orari anche troppo lunghi per la paga che percepisce. Io, invece, lavoro nell’edilizia e tipicamente sono in giro per cantieri a concedere permessi, fare sopralluoghi, dare valutazioni; è un lavoro che mi porta a conoscere molte persone e stare a contatto con la gente.
Prima di procedere con il racconto, è utile farvi capire da dove viene l’idea di questo regalo speciale. Dunque, prima del fatidico giorno non avevo condiviso mia moglie con nessun altro, né tantomeno lei aveva condiviso me con un’altra donna, avevamo soltanto parlato qualche volta della possibilità di farlo ma non si è mai presentata l’occasione o comunque noi eravamo troppo spaventati per metterci in gioco. D’altro canto, a me piaceva vedere porno di gangbang, ma nulla di esagerato o violento; una donna, tre o quattro uomini e l’attore che fa il marito, quando c’era, al lato del letto. Tutto qui. Giada sapeva della mia passione per questi porno e inizialmente li guardava soltanto per accontentarmi ma dopo qualche tempo aveva sviluppato la stessa mia passione. E posso assicurarvi che le piaceva, davvero tanto, masturbarsi insieme a me mentre guardavamo queste scene; il suo dildo viola non mentiva. Da lì nacque l’idea di condividerla con altre persone. Ma come fare? Potevo mai farla rientrare a casa e metterla di fronte a questi uomini, così tutto a un tratto? No, dovevo escogitare qualcosa di diverso. Dovevo organizzare una sorta di gioco. Giada si fidava di me, con tutta la sua anima, specialmente in questioni di letto. Mi aveva spesso affidato il pieno controllo del suo corpo ma questa volta era diverso perché non sarei stato io a controllarla, o almeno non fisicamente. Io ero soltanto l’organizzatore e quello che dovevo fare era scegliere uomini che avrebbero obbedito e non avrebbero oltrepassato il limite imposto da me. Comunque, passai un po’ di tempo a pensare a che tipo di gioco avrei fatto ma prima dovevo trovare le persone adatte. Di nuovo, come fare? Non potevo rischiare di andare in uno dei cantieri in cui lavoravo e fare questa proposta. La cosa più semplice era mettere un annuncio ristretto alla zona in cui vivo. Per farlo, utilizzai un sito di incontri, condividendo alcune foto del corpo di mia moglie e scrivendo qualche riga spiegando la mia situazione. Ovviamente cercavo persone che avevano già avuto esperienze di questo tipo o che avessero, almeno una volta, sperimentato il sesso di gruppo. Non fui molto fortunato su questo perché nei profili che risposero all’annuncio, nessuno di quelli aveva vissuto una situazione del genere. Per un attimo mi scoraggiai, poi però pensai che non era un requisito fondamentale. Decisi quindi di andare avanti con la selezione. Contattai otto persone in totale, tutti quelli che avevano risposto e parlai con ognuno singolarmente: chiesi informazioni di base come età, altezza, se fossero single, sposati, fidanzati, chiesi se avessero fatto dei test per malattie sessualmente trasmissibili e se la riposta era no, chiesi di farli se volevano far parte dell’evento. Quello si che era un requisito fondamentale perché tutto si sarebbe svolto senza preservativi. A mia moglie non sono mai piaciuti. In più, mi feci dire dimensioni e circonferenza dei loro arnesi in modo da selezionare quelli più adatti a Giada; lei non è un’amante del cazzo enorme, le basta che sia grosso. Ha una preferenza per i cazzi spessi più che per quelli lunghi. Dunque, conoscendo tutte le preferenze di mia moglie, che avevo acquisito da lei con discorsi sia diretti che indiretti sull’argomento, selezionai sei degli otto profili. Ora, però, veniva la parte difficile: bisognava incontrarli ma la mia paura più grande era il rischio di essere riconosciuto da qualcuno. Cercai quindi di giocare d’astuzia e decisi di incontrare soltanto quelli sposati perché avrei registrato l’evento e nel caso si fosse venuto a sapere qualcosa avrei fatto vedere il video alle mogli. Non era una strategia molto forte, avrei comunque danneggiato l’immagine di mia moglie, ma in quel momento mi sembrava l’unica opzione disponibile. Qualcosa dovevo rischiare, lo avevo messo in conto. Avrei comunque incontrato solo loro, poi nel caso avrei pensato a qualcosa dopo. E lo feci. Li incontrai singolarmente, gli spiegai che ci sarebbe stato prima un gioco e dopo la gangbang. Dei quattro, tre ragazzi erano italiani e uno peruviano: due erano sulla cinquantina mentre il terzo italiano relativamente giovane, da poco trentenne, infine il peruviano aveva la mia età. Gli dissi della massima riservatezza da tenere, gli parlai della paga, su come prepararsi. In particolare a mia moglie non piace il pelo, quindi gli avevo chiesto di radersi sia il cazzo che il buco del culo perché anche quello sarebbe servito. In più, gli avevo chiesto di trovare una scusa con le mogli e di non sborrare per una settimana prima di quella sera in modo tale che arrivassero pieni così da soddisfare al meglio mia moglie. Le loro facce erano molto sorprese quando gli parlai delle mie idee, anche io mi stavo lasciando prendere tanto dalla situazione, fino a non capire più se il regalo fosse più per me che per lei. Mi chiedevo cosa pensassero quei quattro di me, se questo era soltanto un amore sconfinato per una donna o la perversione di un pazzo. Fatto sta che io volevo soltanto far godere mia moglie più di quanto avesse mai immaginato fino a quella sera. Dopo averli incontrati singolarmente, decisi di organizzare anche un incontro tutti insieme per stabilire le regole del gioco.
Il giorno atteso si avvicinava, era quasi tutto pronto: il numero di persone, il giorno, il luogo, il gioco. Tutto stava andando secondo i piani e Giada non sospettava minimamente di tutto questo, dell’impegno che stavo mettendo per portarla al limite del piacere e darle un regalo di anniversario che non avrebbe mai più dimenticato. Nei giorni precedenti a quel diciassette luglio ero molto nervoso. Ma cosa sapeva mia moglie del giorno del nostro anniversario? Sapeva che saremmo rimasti a casa dopo le nostre lunghe giornate di lavoro ma che io sarei rientrato prima per preparare una cena speciale. Avremmo mangiato, bevuto un po’, fatto del sesso anale e poi a dormire. Avremmo festeggiato in seguito l’anniversario andando a fare un fine settimana al mare qualche tempo dopo, quando avremmo avuto tempo. Ecco tutto quello che sapeva. La notte tra il sedici e il diciassette fu difficile prendere sonno, però verso le due e mezza di notte finalmente di addormentai. Poi, alle sette e mezza del mattino suonò la sveglia. Il giorno era finalmente arrivato.
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2025-08-19
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