Nave scuola
di
Hiripolla
genere
prime esperienze
Io non so se il punto G esiste veramente o è solo un'invenzione delle donne per farcela pesare ulteriormente. Ma, qualora fosse reale, quello di Gabriella era molto sensibile.
Gabriella era un'istruttrice del personale di vendita porta a porta per una nota casa editrice. 39 anni, reduce da due convivenze di 9 anni cadauna di cui la seconda era terminata da poco, con il suicidio del compagno. Carina, anche se nessuno si girava per guardarla, empatica e soprattutto esuberante, compensava il fisico che cominciava a cedere agli attacchi dell'età: il culo in effetti cominciava a sedersi, ma per il resto reggeva ancora abbastanza bene.
Io, 26 anni, praticamente vergine in quanto a quell'epoca i miei rapporti sessuali si erano consumati con prostitute e quelli sentimentali erano riconducibili ad una sola storia d'amore che non aveva portato al sesso ( a parte qualche seghina ).
Ci eravamo conosciuti perché, vista la mia disoccupazione, avevo risposto all'inserzione e quindi partecipato al corso.
“Vediamo se avete capito”, era una delle ultime domande del percorso d'istruzione; - Se uno di voi mi dovesse portare al cinema, quale tipo di film sceglierebbe?- Chi questo, chi quello, ed io invece “ Se ti devo portare al cinema ti porto a vedere un film che può piacere a me, senza preoccuparmi di quale tipo di pellicola ti possa interessare; almeno, nel caso sia una boiata, son sicuro di aver sbagliato io e non per interposto tuo interesse”.
E così fu. Il sabato pomeriggio successivo la portai alla proiezione delle 18,30 di -Soldato Giulia agli ordini-, essendo io amante di Goldie Hawn. Successone. In pizzeria a Porta Romana, dopo che mi aveva fatto i complimenti per la scelta, parlammo per ore di cinema, una passione comune. La riportai a casa.
Per la seconda uscita scelsi l'ippodromo del Galoppo. Ora, chi ci è stato saprà che c'è un tunnel che dalle tribune porta nel prato enorme all'interno della pista. Fu lei a prendere l'iniziativa e a farmi un segone protetta dall'erba alta incolta Dopo la seconda eiaculazione per farla smettere mi inventai una sete improvvisa; così riattraversammo il tunnel per raggiungere il bar delle tribune. Vinsi pure 5.000 delle bistrattate lirette. La riaccompagnai a casa.
Alla terza uscita non sapevo più cosa inventarmi per evitare l'inevitabile sesso, orizzonte palese della serata. Ma appena posò il culo sul mio Maggiolino arancio, mi prese la mano dal cambio se la portò in mezzo alle gambe, sotto la mini jeans, per farmi sentire l'umidità della sua patata senza mutande. A quel punto non potevo più tirarmi indietro. Saltammo la pizzeria e, siccome lei era tornata a vivere con la mamma, decidemmo per una di quelle pensioncine ad ore. Arrivai in zona Aspromonte/Porpora e al terzo tentativo trovammo una camera.
Esordii raccontandole la verità della mia poca dimestichezza col sesso, in modo che non si facesse soverchie aspettative sulla mia prestazione. “Probabilmente-dissi- “la mancanza d'esperienza sarà dovuta al fatto che non mi è mai importato molto dei bisogni delle donne”. “Non ti preoccupare, penso io a tutto”.
Non ce ne fu molto bisogno. Dopo che mi prese la mano e la usò per farsi stimolare il clitoride, d'iniziativa propria il medio e l'anulare della mia mano destra si fecero largo fra le sue grandi e piccole labbra, inoltrandosi nel traforo umido. Cominciai così un doppio massaggio: esterno col palmo della mano sul bottoncino. Interno con le dita sulle pareti della vagina. Bastò poco e, con dei gridolini soffocati, mi fece capire che aveva raggiunto il climax.
“ Per fortuna che non sapevi come fare “, e una botta di autostima mi investì.
“ Ora pensiamo un po' a te; cominciamo con l'ABC”, mi risucchiò il pisello, ormai di marmo, nella sua bocca. Col senno di poi mi sono reso conto che non fu un gran pompino, ma bastò per farmi scaricare un'impressionante quantità di sperma. Finito che ebbi, sentii il bisogno di una lavata e, già che c'ero mi concessi anche una pisciatina. Solo che l'ingresso del bagnetto era un po' basso e, se mentre entravo me ne accorsi, uscendo sbattei una craniata pazzesca sullo spigolo alto. Gabriella fu così gentile di farmi sdraiare e prendere un asciugamano bagnato e passarmelo sulla leggera ferita. Solo che per farlo ebbe la bella idea di sedersi sul mio basso ventre. Il mio cazzetto, a contatto con le labbra salivose della sua vagina ebbe un pronto risveglio. Lei ne approfittò immediatamente e, alzando un attimo il bacino, se lo puntò all'ingresso e si lasciò cadere. Contestualmente cominciò una masturbazione forsennata del clitoride. Io venni poco dopo ma lei, nel frattempo, aveva avuto due orgasmi.
Fu la mia prima vera esperienza sessuale.
Gabriella era un'istruttrice del personale di vendita porta a porta per una nota casa editrice. 39 anni, reduce da due convivenze di 9 anni cadauna di cui la seconda era terminata da poco, con il suicidio del compagno. Carina, anche se nessuno si girava per guardarla, empatica e soprattutto esuberante, compensava il fisico che cominciava a cedere agli attacchi dell'età: il culo in effetti cominciava a sedersi, ma per il resto reggeva ancora abbastanza bene.
Io, 26 anni, praticamente vergine in quanto a quell'epoca i miei rapporti sessuali si erano consumati con prostitute e quelli sentimentali erano riconducibili ad una sola storia d'amore che non aveva portato al sesso ( a parte qualche seghina ).
Ci eravamo conosciuti perché, vista la mia disoccupazione, avevo risposto all'inserzione e quindi partecipato al corso.
“Vediamo se avete capito”, era una delle ultime domande del percorso d'istruzione; - Se uno di voi mi dovesse portare al cinema, quale tipo di film sceglierebbe?- Chi questo, chi quello, ed io invece “ Se ti devo portare al cinema ti porto a vedere un film che può piacere a me, senza preoccuparmi di quale tipo di pellicola ti possa interessare; almeno, nel caso sia una boiata, son sicuro di aver sbagliato io e non per interposto tuo interesse”.
E così fu. Il sabato pomeriggio successivo la portai alla proiezione delle 18,30 di -Soldato Giulia agli ordini-, essendo io amante di Goldie Hawn. Successone. In pizzeria a Porta Romana, dopo che mi aveva fatto i complimenti per la scelta, parlammo per ore di cinema, una passione comune. La riportai a casa.
Per la seconda uscita scelsi l'ippodromo del Galoppo. Ora, chi ci è stato saprà che c'è un tunnel che dalle tribune porta nel prato enorme all'interno della pista. Fu lei a prendere l'iniziativa e a farmi un segone protetta dall'erba alta incolta Dopo la seconda eiaculazione per farla smettere mi inventai una sete improvvisa; così riattraversammo il tunnel per raggiungere il bar delle tribune. Vinsi pure 5.000 delle bistrattate lirette. La riaccompagnai a casa.
Alla terza uscita non sapevo più cosa inventarmi per evitare l'inevitabile sesso, orizzonte palese della serata. Ma appena posò il culo sul mio Maggiolino arancio, mi prese la mano dal cambio se la portò in mezzo alle gambe, sotto la mini jeans, per farmi sentire l'umidità della sua patata senza mutande. A quel punto non potevo più tirarmi indietro. Saltammo la pizzeria e, siccome lei era tornata a vivere con la mamma, decidemmo per una di quelle pensioncine ad ore. Arrivai in zona Aspromonte/Porpora e al terzo tentativo trovammo una camera.
Esordii raccontandole la verità della mia poca dimestichezza col sesso, in modo che non si facesse soverchie aspettative sulla mia prestazione. “Probabilmente-dissi- “la mancanza d'esperienza sarà dovuta al fatto che non mi è mai importato molto dei bisogni delle donne”. “Non ti preoccupare, penso io a tutto”.
Non ce ne fu molto bisogno. Dopo che mi prese la mano e la usò per farsi stimolare il clitoride, d'iniziativa propria il medio e l'anulare della mia mano destra si fecero largo fra le sue grandi e piccole labbra, inoltrandosi nel traforo umido. Cominciai così un doppio massaggio: esterno col palmo della mano sul bottoncino. Interno con le dita sulle pareti della vagina. Bastò poco e, con dei gridolini soffocati, mi fece capire che aveva raggiunto il climax.
“ Per fortuna che non sapevi come fare “, e una botta di autostima mi investì.
“ Ora pensiamo un po' a te; cominciamo con l'ABC”, mi risucchiò il pisello, ormai di marmo, nella sua bocca. Col senno di poi mi sono reso conto che non fu un gran pompino, ma bastò per farmi scaricare un'impressionante quantità di sperma. Finito che ebbi, sentii il bisogno di una lavata e, già che c'ero mi concessi anche una pisciatina. Solo che l'ingresso del bagnetto era un po' basso e, se mentre entravo me ne accorsi, uscendo sbattei una craniata pazzesca sullo spigolo alto. Gabriella fu così gentile di farmi sdraiare e prendere un asciugamano bagnato e passarmelo sulla leggera ferita. Solo che per farlo ebbe la bella idea di sedersi sul mio basso ventre. Il mio cazzetto, a contatto con le labbra salivose della sua vagina ebbe un pronto risveglio. Lei ne approfittò immediatamente e, alzando un attimo il bacino, se lo puntò all'ingresso e si lasciò cadere. Contestualmente cominciò una masturbazione forsennata del clitoride. Io venni poco dopo ma lei, nel frattempo, aveva avuto due orgasmi.
Fu la mia prima vera esperienza sessuale.
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