La verine perversa
di
Hiripolla
genere
pissing
Giovanni e Maria erano una strana coppia. In effetti non erano neanche una coppia. A dirla tutta non erano neanche amici, erano solo due che frequentavano lo stesso bar.
Giovanni, quarant’anni circa, impiegato bancario, sovrappeso e alcolista, propensione al divertimento in qualsiasi forma.
Maria, poco meno di vent’ anni, non al 100%, bel fisico con due gran tette, vergine non nel senso del segno zodiacale, buona propensione al sesso orale.
Giovanni frequentava il bar perché compagno di bisbocce del proprietario e di un paio di avventori.
Maria frequentava il bar in quanto facente parte di una compagnia di ragazzi e ragazze che, però, appena potevano la lasciavano sola perché non la ritenevano alla loro altezza ( e forse non avevano torto ).
Una sera, saranno state le undicibarraundiciemezza, Maria era rimasta sola e doveva rientrare a casa. Fuori c’era freddo e una nebbia che si tagliava con il coltello: così chiese al barista se qualcuno poteva accompagnarla, possibilmente con l’auto visto che abitava lontanuccio. Il barista indicò Giovanni:
“ Domandalo a lui ! “
Maria prese il coraggio a due mani chiese a quell’omone che le metteva soggezione se potesse accompagnarla. Giovanni, sapendo da voci di bar, che chi portava a casa Maria aveva diritto ad un probabile pompino, si prestò alla bisogna, anche perché il bar chiudeva alla una e quindi doveva aspettare fino a quell’ora per il solito raid con Max ( il barista ).
Quella sera però niente sesso orale. Ma in compenso Maria perse la soggezione verso Giovanni e sempre più spesso, quando l’omone si metteva in viaggio per divertimenti gli chiedeva se potesse accompagnarlo. A Giovanni faceva piacere avere compagnia, che andasse sui Navigli o che andasse in Brera, o anche in qualche locale di lap dance. In un paio di occasione era anche successo che qualche ragazza che lui conosceva portasse Maria sul palco e la spogliasse.
A farla corta, la sera in oggetto erano stati al Planet 52 e, tornando a casa, Giovanni si accorse di avere fatto il pieno di bourbonecola quando la vescica stava per scoppiare. Così arrivato allo svincolo della Binasca uscì dalla Valtidone e s’infilò sotto il ponte della stradina vecchia. Scese dalla macchina e con gran gusto cominciò a pisciare. Maria lo raggiunse e, una volta accosciata si esibì nella stessa funzione. Solo che l’arietta le portava delle goccioline dell’urina di Giovanni sul viso, e ridendo disse:
“ Mi stai lavando la faccia “
“ Se apri la bocca ti lavo anche i denti “- fu la risposta ghignata di Giovanni.
Maria, con aria di sfida aprì ridendo la bocca e Giovanni le indirizzò gli ultimi getti in faccia; il penultimo la centrò fra il naso e l’occhio sinistro e l’ultimo entrò preciso preciso provocando un colpo di tosse alla ragazza, che poi rise e :
“ Bella saporita “
“ Se ti piace così tanto, toh, puliscilo per bene “
E glielo appoggiò sulla lingua.
Giovanni, quarant’anni circa, impiegato bancario, sovrappeso e alcolista, propensione al divertimento in qualsiasi forma.
Maria, poco meno di vent’ anni, non al 100%, bel fisico con due gran tette, vergine non nel senso del segno zodiacale, buona propensione al sesso orale.
Giovanni frequentava il bar perché compagno di bisbocce del proprietario e di un paio di avventori.
Maria frequentava il bar in quanto facente parte di una compagnia di ragazzi e ragazze che, però, appena potevano la lasciavano sola perché non la ritenevano alla loro altezza ( e forse non avevano torto ).
Una sera, saranno state le undicibarraundiciemezza, Maria era rimasta sola e doveva rientrare a casa. Fuori c’era freddo e una nebbia che si tagliava con il coltello: così chiese al barista se qualcuno poteva accompagnarla, possibilmente con l’auto visto che abitava lontanuccio. Il barista indicò Giovanni:
“ Domandalo a lui ! “
Maria prese il coraggio a due mani chiese a quell’omone che le metteva soggezione se potesse accompagnarla. Giovanni, sapendo da voci di bar, che chi portava a casa Maria aveva diritto ad un probabile pompino, si prestò alla bisogna, anche perché il bar chiudeva alla una e quindi doveva aspettare fino a quell’ora per il solito raid con Max ( il barista ).
Quella sera però niente sesso orale. Ma in compenso Maria perse la soggezione verso Giovanni e sempre più spesso, quando l’omone si metteva in viaggio per divertimenti gli chiedeva se potesse accompagnarlo. A Giovanni faceva piacere avere compagnia, che andasse sui Navigli o che andasse in Brera, o anche in qualche locale di lap dance. In un paio di occasione era anche successo che qualche ragazza che lui conosceva portasse Maria sul palco e la spogliasse.
A farla corta, la sera in oggetto erano stati al Planet 52 e, tornando a casa, Giovanni si accorse di avere fatto il pieno di bourbonecola quando la vescica stava per scoppiare. Così arrivato allo svincolo della Binasca uscì dalla Valtidone e s’infilò sotto il ponte della stradina vecchia. Scese dalla macchina e con gran gusto cominciò a pisciare. Maria lo raggiunse e, una volta accosciata si esibì nella stessa funzione. Solo che l’arietta le portava delle goccioline dell’urina di Giovanni sul viso, e ridendo disse:
“ Mi stai lavando la faccia “
“ Se apri la bocca ti lavo anche i denti “- fu la risposta ghignata di Giovanni.
Maria, con aria di sfida aprì ridendo la bocca e Giovanni le indirizzò gli ultimi getti in faccia; il penultimo la centrò fra il naso e l’occhio sinistro e l’ultimo entrò preciso preciso provocando un colpo di tosse alla ragazza, che poi rise e :
“ Bella saporita “
“ Se ti piace così tanto, toh, puliscilo per bene “
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