Alassio
di
Hiripolla
genere
esibizionismo
“ Genova, stazione di Genova PortaPrincipe”.
Così gracchiava l'altoparlante. Ero partito da Milano per raggiungere due amici ad Alassio. Marco mi aveva detto di muovermi in treno perché era difficile trovare parcheggio. E così feci; anche se non ero molto propenso all'uso dei quel mezzo di locomozione. Per farla breve: alzataccia, autobus fino a Pavia, e poi treno. Fantozzi era ancora di là da venire, ma il treno era pieno. Ma c'erano tre scompartimenti vuoti e riservati. Gà che non c'era nessuno mi sedetti rassegnato ad alzarmi quando i titolari fossero arrivati. Mentre l treno cominciava a correre sui binari, direzione Genova, la gente passava, leggeva “riservato” e proseguiva. Andò così fino a Porta Principe dove si materializzarono i titolari, o meglio le titolari delle prenotazioni.
In effetti erano 15 ragazzine in uniforme da collegio accompagnate da tre suore. Sorrisi loro, mi alzai e uscii dallo scompartimento, non senza darmi una grattatina alle palle ( dicono che vedere suore in numero dispari porti sfiga).
Così, mentre il treno riprendeva la sua corsa, mi sistemai in corridoio. Dopo qualche tempo due delle sbarbate uscirono e si diressero verso la ritirata(così si chiamava la toilette sui treni). Le osservai soprappensiero; una era bassa, piuttosto in carne, l'altra di corporatura e altezza normale, non un granché esteticamente.
Passato qualche minuto nessun accenno ad un ritorno e, di conseguenza, la mia curiosità fu stimolata, anche perché mi son sempre domandato come mai le ragazze, nei posti pubblici, tendono ad andare in bagno in due. Cercai di resistere alla tentazione, ma non sono mai stato molto resistente ai vizi. Così mi avvicinai alla ritirata e cercai di intercettare qualche discorso. Ma il rumore delle ruote sui binari era troppo forte. Ma i treno cominciò a rallentare e poi a frenare. Eravamo arrivati a Savona. Una volta completamente fermo sentii distintamente dei gridolini inequivocabili. Per fortuna nessun viaggiatore dovette usare quella portiera; così ascoltai per qualche minuto gemiti e sospiri fino a che il treno ripartì. Non aveva ancora preso velocità che sentii lo scatto della serratura e la porta si aprì. Uscirono, più paonazze che rosse in viso. Mi guardarono e presero a ridacchiare con la mano sulla bocca e li occhi bassi. Avrei voluto dirgli “vi ho sentito, porcelline “, ma ero troppo impegnato a nascondere la mia prepotente erezione. In breve si ritirarono nello scompartimento e io rimasi a pastrugnarmi la mia virilità eccitata da sopra i pantaloni. Mentre cominciavo a sentire gli spermatozoi che cercavano via d'uscita, vidi altre due sbarbate venire nella mia direzione. Una folgorazione. Sono sempre stato un esibizionista. Entrai nella ritirata senza girare il chiavistello e abbassatomi pantaloni e mutande cominciai una furiosa masturbazione girandomi verso la porta e non verso il water. E come in un sogno. Nel momento in cui aprirono la porta mi partì la mia più potente eiaculazione di sempre. Rimasero interdette a vedere la scena mentre io continuavo masturbarmi selvaggiamente. Qualche interminabile secondo e mi partirono un'altra serie di spruzzi che, in parte si spense sulla giacchetta di quella che stava davanti.
Non sono arrivato ad Alassio. Son sceso a Pietra Ligure e sono corso nel bagno del bar della stazione per farmi un'altra sega.
Così gracchiava l'altoparlante. Ero partito da Milano per raggiungere due amici ad Alassio. Marco mi aveva detto di muovermi in treno perché era difficile trovare parcheggio. E così feci; anche se non ero molto propenso all'uso dei quel mezzo di locomozione. Per farla breve: alzataccia, autobus fino a Pavia, e poi treno. Fantozzi era ancora di là da venire, ma il treno era pieno. Ma c'erano tre scompartimenti vuoti e riservati. Gà che non c'era nessuno mi sedetti rassegnato ad alzarmi quando i titolari fossero arrivati. Mentre l treno cominciava a correre sui binari, direzione Genova, la gente passava, leggeva “riservato” e proseguiva. Andò così fino a Porta Principe dove si materializzarono i titolari, o meglio le titolari delle prenotazioni.
In effetti erano 15 ragazzine in uniforme da collegio accompagnate da tre suore. Sorrisi loro, mi alzai e uscii dallo scompartimento, non senza darmi una grattatina alle palle ( dicono che vedere suore in numero dispari porti sfiga).
Così, mentre il treno riprendeva la sua corsa, mi sistemai in corridoio. Dopo qualche tempo due delle sbarbate uscirono e si diressero verso la ritirata(così si chiamava la toilette sui treni). Le osservai soprappensiero; una era bassa, piuttosto in carne, l'altra di corporatura e altezza normale, non un granché esteticamente.
Passato qualche minuto nessun accenno ad un ritorno e, di conseguenza, la mia curiosità fu stimolata, anche perché mi son sempre domandato come mai le ragazze, nei posti pubblici, tendono ad andare in bagno in due. Cercai di resistere alla tentazione, ma non sono mai stato molto resistente ai vizi. Così mi avvicinai alla ritirata e cercai di intercettare qualche discorso. Ma il rumore delle ruote sui binari era troppo forte. Ma i treno cominciò a rallentare e poi a frenare. Eravamo arrivati a Savona. Una volta completamente fermo sentii distintamente dei gridolini inequivocabili. Per fortuna nessun viaggiatore dovette usare quella portiera; così ascoltai per qualche minuto gemiti e sospiri fino a che il treno ripartì. Non aveva ancora preso velocità che sentii lo scatto della serratura e la porta si aprì. Uscirono, più paonazze che rosse in viso. Mi guardarono e presero a ridacchiare con la mano sulla bocca e li occhi bassi. Avrei voluto dirgli “vi ho sentito, porcelline “, ma ero troppo impegnato a nascondere la mia prepotente erezione. In breve si ritirarono nello scompartimento e io rimasi a pastrugnarmi la mia virilità eccitata da sopra i pantaloni. Mentre cominciavo a sentire gli spermatozoi che cercavano via d'uscita, vidi altre due sbarbate venire nella mia direzione. Una folgorazione. Sono sempre stato un esibizionista. Entrai nella ritirata senza girare il chiavistello e abbassatomi pantaloni e mutande cominciai una furiosa masturbazione girandomi verso la porta e non verso il water. E come in un sogno. Nel momento in cui aprirono la porta mi partì la mia più potente eiaculazione di sempre. Rimasero interdette a vedere la scena mentre io continuavo masturbarmi selvaggiamente. Qualche interminabile secondo e mi partirono un'altra serie di spruzzi che, in parte si spense sulla giacchetta di quella che stava davanti.
Non sono arrivato ad Alassio. Son sceso a Pietra Ligure e sono corso nel bagno del bar della stazione per farmi un'altra sega.
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