Vacanza in Francia
di
Edda
genere
saffico
VACANZA IN FRANCIA
Il periodo in cui ero presa istintivamente da quegli strani e fino ad allora sconosciuti impulsi autoerotici è ormai un ricordo. Ognuno di quegli intimi piaceri che provavo accarezzandomi la figa prima di addormentarmi e al mattino appena mi svegliavo, mi destavano una sorta di preoccupazione riguardo l'umore che mi bagnava la figa. Nonostante pensassi che quel flusso potesse essere alquanto nocivo, non riuscivo ad evitare di accarezzarmi sempre con più bisogno ed entusiasmo. Trattando tale argomento con una mia intima compagna di scuola, ottenni una spiegazione talmente rassicurante e precisa che continuai a praticare serenamente l'autoerotismo. Mi masturbavo concentrandomi sulla pubblicità delle riviste che riportavano foto di uomini a torso nudo e in costume da bagno. A diciotto anni regalai la mia verginità a un ragazzo di cui mi ero invaghita ma che lasciai dopo quasi un anno a causa dei suoi continui tradimenti; la delusione e la sofferenza furono tali che iniziai a respingere i ragazzi che mi corteggiavano fin quando ne conobbi uno a modo col quale contrassi matrimonio a ventiquattro anni. All'età di vent'anni mi iscrissi alla facoltà di filosofia e approfittai la prima vacanza per trascorrere alcuni giorni da sola a Nizza e quando in tarda serata vi arrivai, ero talmente stanca di quel lungo viaggio che mi recai subito alla pensione che avevo prenotata nel pittoresco centro storico per concedermi un lungo riposo..
PRIMO GIORNO
Al mattino seguente noleggiai una city bike in modo da muovermi autonomamente. Alle prime ore del pomeriggio conobbi casualmente Odette in quanto dopo aver percorso buona parte del lungo Promenade des Anglais in bicicletta, mi fermai a riposare su una panchina. Mentre osservavo il bellissimo panorama, Odette si fermò e senza scendere dalla sua bicicletta, si volse a me :
“Excusez-moi, je peux m'assoir ? mi chiese gentilmente se poteva accomodarsi affianco a me poiché aveva trovato tutte le altre panchine occupate.
“Certainement, je suis seul !” le risposi accompagnando le mie stentate parole in francese con un gesto lasciandole intendere che poteva farlo.
Odette mi guardò incuriosita, parcheggiò la bicicletta, si sedette comodamente affianco a me e mi chiese con un dolce sorriso :
“Merci ! Es-tu italien ?”
“Oui ! Malheureusement je ne parle pas français.”
Odette mi guardò dolcemente dicendomi :
“Con me puoi parlare in italiano. L'ho imparato da piccola in quanto i miei sono di origine italiana. Sai che da queste parti un tempo si parlava anche l'italiano ?”
“Sì, ne ero a conoscenza.”
“Ho proprio bisogno di riposarmi poiché vengo da Beaulieu sur Mer.”
“Come vedi, anch'io sono in bicicletta e oltre a riposarmi contemplo questo stupendo panorama.”
Continuammo a chiacchierare amenamente e dopo una mezz'oretta mi propose di recarci presso una gelateria per sorbire due squisiti gelati al gusto di lavanda e violetta; di seguito trascorremmo il pomeriggio passeggiando lungo quell'incantevole promenade e parte della nostra conversazione versò inevitabilmente sulle nostre vicende amorose. Odette era una simpatica venticinquenne e mi confessò che essendo reduce da parecchie delusioni sentimentali, si era proposta di astenersi per un periodo dall'intraprendere nuovi rapporti amorosi con i suoi tanti pretendenti senza rinunciare a sfogare, di tanto in tanto, i suoi istinti sessuali con gli uomini che più gradiva. Dato che tra noi stava sbocciando una sincera amicizia, ci demmo appuntamento per la tarda mattinata del giorno seguente nel medesimo luogo in cui ci eravamo incontrate.
SECONDO GIORNO
Trascorremmo una splendida giornata assieme e data la reciproca intenzione di coltivare la nostra amicizia, decidemmo di trascorrere assieme anche il giorno dopo.
TERZO GIORNO
Il giorno successivo fui io a recarmi in bicicletta a Beaulieu e ci incontrammo in tarda mattinata nella piazza principale del paese. Dopo aver girato tutto il paese in bicicletta, mi invitò a pranzare a casa sua. I suoi abitavano a Nizza ma per essere più vicina al posto di lavoro, lei si era trasfeita nella casa dei bisnonni poiché l'aveva eredidata dalla nonna. Si trattava di una bella casa indipendente a un piano con un vasto giardino ubicata nella tranquilla periferia. Dopo pranzo passeggiammo a lungo sul lungomare e mi resi conto che nonostante lavorasse presso l'ufficio postale di Beaulieu da poco più di un anno, era abbastanza conosciuta poiché in molti la fermavano per scambiarsi qualche parola. Mi presentava come la sua nuova amica piemontese e sinceramente ero molto lieta di averla conosciuta in quanto con lei mi sentivo a mio pieno agio. Ci incrociammo anche con due sue amiche, Inaya e Zélie che si unitesi a noi, ci proposero di concludere la serata in pizzeria. Quando mi congedai per rientrare a Nizza, Odette mi disse che la sera seguente sarebbero venute a Nizza per assistere al concerto pubblico di un gruppo musicale locale. Quella sera rientrai a Nizza pedalando senza fretta in quanto, Odette, Inaya e Zélie mi avevano fatto un'ottima impressione e non riuscivo a distogliere i miei pensieri da loro. Confesso che in virtù della mia delusione sentimentale, da tempo mi masturbavo indirizzando le mie fantasie erotiche ad alcune mie compagne, amiche, qualche professoressa e persino a qualche donna che incrociavo per strada. L'idea di convertirmi in una potenziale lesbica, intanto non mi dava tregua. Quando giunsi alla pensione mi feci una doccia e conclusi la serata passeggiando da sola lungo le affollate stradette del centro. Rientrata nella pensione mi distesi sul letto e mi addormentai mentre dedicavo un piacevolissimo e lungo ditalino a Odette e Inaya che purtroppo non conclusi a causa della stanchezza.
QUARTO GIORNO
Odette e Inaya mi vennero a trovare alla pensione verso le nove del mattino mentre facevo colazione e mi invitarono ad andare alla spiaggia con loro; accettai con piacere e non appena finii la colazione mi recai nella mia stanza per indossare il costume da bagno, applicarmi una leggera passata di mascara e vivacizzarmi un po' le labbra con un tenue balsamo rosa. Rimanemmo alla spiaggia fino al tramonto e dopo cenammo in pizzeria. In tarda serata ci recammo in una piazza gremita maggiormente da un pubblico femminile e assistemmo al concerto. Eravamo euforiche e ballavamo tra noi e altre donne che ci circondavano. A fine concerto ci trattenemmo un'oretta a passeggiare fin quando decisero di rientrare a Beaulieu con la loro automobile. Conclusi quella splendida giornata sul letto della pensione dedicando loro un sublime ditalino che continuai al mattino seguente non appena mi svegliai.
QUINTO GIORNO
Ero rimasta talmente presa dalle mie nuove amicizie che al mattino non resistetti all'idea di andare a trovare Odette a casa sua. Giunsi a Beaulieu con la mia veloce city bike verso le dieci e appena entrai nella cabina telefonica, ubicata quasi di fronte la sua casa, per avvertirla del mio arrivo, vidi Inaya uscire in fretta dalla casa di Odette e allontanarsi in sella alla bicicletta di Odette. Composi il suo numero telefonico e mi rispose che nonostante si fosse appena alzata, sarebbe stata lieta di ricevermi. Ero talmente eccitata dall'idea di incontrala che nonostante avessi già fatto colazione, ebbi il bisogno di recarmi presso il vicinissimo bar per sorbire un caffè espresso italiano corretto. Mille idee balenarono nella mia mente ricordando più volte le parole di Odette : < mi sono appena alzata ma vieni pure cara. Concedimi soltanto il tempo di andare in bagno >. Per un istante volli sperare che Odette e Inaya fossero lesbiche e che avessero trascorso il resto della nottata precedente assieme anche perché notai che Inaya indossava indumenti diversi a quelli della sera precedente. Accarezzai morbosamente quell'idea sperando proprio di non sbagliarmi. Sorseggiai lentamente ma con molta ansietà l'espresso, mi feci coraggio, percorsi in bicicletta la breve distanza che mi separava dalla casa di Odette e col cuore in gola premetti il citofono. Odette aprì la porta con uno smagliante sorriso e appena la chiuse mi abbracciò e ci baciammo sulle guance; era ancora in vestaglia, scalza, spettinata e con evidenti occhiaie.
“Sono venuta a fare un giro da queste parti e ho pensato di venirti a trovare. Spero di non arrecarti alcun disturbo.”
“Non disturbi affatto, anzi, mi fa piacere rivederti. Noto che abbiamo avuto la stessa idea poiché io e Inaya volevamo venire a trovarti a Nizza fra un'oretta per proporti di pranzare con noi e poi trascorrere il pomeriggio alla spiaggia. Stanotte abbiamo lasciato Zélie a casa sua verso le tre; siccome in questo periodo i genitori di Inaya si trovano in vacanza a Marsiglia e lei ha paura di trascorrere la notte in casa da sola, attualmente dorme qui con me. Ci conosciamo da quando frequentavamo il liceo e comunque già spesso dormivamo assieme. Stanotte abbiamo dormito poco ma Inaya è appena andata a casa sua con la mia bicicletta. Presumo che vi siate incrociate lungo il percorso.”
“In realtà l'ho vista di sfuggita dalla cabina telefonica mentre ero intenta a contattarti ma siccome pedalava velocemente ho intuito che aveva premura e per tal motivo non l'ho chiamata. Comunque sarà un piacere pranzare e andare alla spiaggia con a voi.”
“Sappi che per noi è stato un vero piacere conoscerti poiché ci hai fatto un'ottima impressione.”
“Contraccambio pienamente la vostra impressione ma poco fa non mi sono sentita di interrompere la sua corsa.”
“In effetti quando ci siamo svegliate si è ricordata che in mattinata il tecnico sarebbe andato a casa sua per controllare la lavatrice e quindi aveva premura per arrivare in tempo. Scusami Edda ma siccome dovrei farmi una doccia, ti va di aspettarmi e dopo facciamo colazione assieme ?”
“Odette, ti ringrazio ma nonostante l'avessi già fatta a Nizza, poco fa ho sentito il bisogno di sorbire un caffè espresso corretto al bar qui vicino. Anch'io ho dormito poco ma stamattina sono uscita presto per approfittare ogni minuto della mia permanenza in questi incantevoli luoghi. Ti accompagnerò senz'altro mentre consumi colazione ma dato che devi farti la doccia, vorrei essere io a preparartela; ricordo che ti piacciono marmellata, baguette, pan carré, cornetti, brie, burro e uova. Cosa preferisci ?”
“Grazie Edda, apprezzo molto la tua gentilezza e mi fa piacere che ricordi i miei gusti. Mi vanno bene due fette di pan carré tostate con all'interno del brie e coperte da un uovo fritto, spremuta d'arancia e caffè francese.”
Mi si avvicinò e dopo avermi accarezzata e baciata teneramente sulla guancia, mi prese la mano e aggiunse :
“Edda, ti ringrazio per essere tanto premurosa. Vieni con me in cucina per mostrarti dove conservo il tutto.”
Quando Odette mi prese la mano. avvertii una forte emozione anche se la sera prima, durante il concerto, avessimo spesso ballato assieme e anche spalmato a vicenda la crema solare sulle spalle mentre eravamo alla spiaggia. Dalla sua corta vestaglia notai che non indossava la biancheria intima e mentre si inchinava verso i cassetti notai morbosamente le sinuose forme dei suoi seni e delle sue cosce nonostante la avessi già osservata nei minimi dettagli alla spiaggia; inoltre il contrasto fra l'abbronzatura e la sua bianca carnagione, mi eccitava ancor di più. Quando Odette uscì dal bagno e rientrò in cucina con un corto accappatoio e coi capelli alquanto bagnati, si accomodò su una sedia. Il suo corto accappatoio mi lasciava intravedere buona parte delle cosce che quando accavallò le gambe, rimasero ancora più scoperte. Trovandomi in piedi davanti a lei, approfittai i suoi istanti di distrazione per osservarle morbosamente le cosce e parte delle tette parecchio visibili grazie alla generosa scollatura dell'accappatoio. Odette appariva molto più eccitante in quelle vesti che quando eravamo alla spiaggia coperta appena da uno striminzito bikini in quanto, trovandoci adesso da sole, esisteva la possibilità di saltarle addosso e concedermi le voluttuose effusioni che non avevo mai sperimentato con nessuna altra donna in virtù della mia timidezza e dalla paura di essere respinta. Trovandomi però molto distante dalla mia città e dalle persone che mi conoscevano, ero anche consapevole di poter agire liberamente senza alcuna ombra di pudore e vergogna. Nonostante questi pensieri vagassero irrefrenabili nella mia mente, riuscii a mantenere la compostezza. Suppongo che Odette aveva intuito chiaramente i miei morbosi pensieri in quanto mentre mangiava mi aveva fatto accomodare affianco a lei e si muoveva in modo da permettermi di osservare parzialmente le sue parti intime. Quando ebbe finita la colazione mi chiese con molta pacatezza :
“Scusa l'indiscrezione, ma come mai prima di venire qui hai sentito il bisogno di recarti al bar per un forte caffè italiano espresso, per giunta corretto ?”
Arrossii e risposi con poche parole :
“Odette, non so spiegarmi il motivo di quell'istintivo bisogno.”
Ruppi i pochi istanti di silenzio che seguirono e senza guardarla, le dissi :
“Odette, adesso sparecchio la tavola e lavo le stoviglie ma vorrei aiutarti anche riguardo dell'altro che hai da sbrigare a casa.”
“In effetti c'è dell'altro e ti ringrazio per la disponibilità. Ci sarebbe da pulire il bagno, riordinare la stanza da letto, caricare la lavatrice e infine vestirmi ma forse è meglio iniziare dalla stanza letto.”
“Bene, indicami dov'è la stanza da letto e inizio subito.”
“Seguimi, faremo tutto assieme.” mi disse prendendomi per mano.
“Mi piace molto l'arredamento di questa casa; i mobili sono tondeggianti e in pregiato legname di quercia. Che stile sono ?”
“Carlo X. Questa mobilia era della mia bisnonna e per me ha anche un valore sentimentale.”
Appena entrammo nell'ampia e comoda stanza da letto, Odette si scusò per l'eccessivo disordine. Non potei fare a meno di eccitarmi maggiormente osservando lo scenario : la serranda abbassata quasi del tutto lasciava trapelare la sufficiente luce che mi permise di distinguere sandali, gonne, magliette, biancheria intima, un cuscino e parte del lenzuolo sul pavimento, tre cuscini spiegazzati sul letto nonché due bicchierini con residui di liquore e una bottiglia di Marie Brizard alla menta sul comodino. Anche l'aria che inalavo sapeva ancora di lussurioso piacere. Non avevo più alcun dubbio che entrambe fossero lesbiche e che le occhiaie di Odette erano dovute a una notte volta maggiormente allo sfogo dei loro voluttuosi piaceri saffici. Nonostante tutto Odette mi guardò con molta disinvoltura.
“Edda scusami tanto per questo disordine. Inaya è andata via in fretta e ha lasciato aperta persino l'anta dell'armadio dove conserva i suoi indumenti”
Di seguito aprì un cassetto del comò e ne estrasse federe e lenzuola pulite.
“Dai Edda, cambiamo federe, lenzuola, raccogliamo gli indumenti che sono per terra e mettiamoli in lavatrice; riassettiamo il letto e sparecchiamo il comodino.” mi disse mentre sollevava la serranda e spalancava l'ampia finestra per fare entrare l'aria fresca.
Nonostante la sua disinvoltura mi avesse stupito parecchio la aiutai eccitatissima anche perché i suoi continui movimenti facevano allentare poco alla volta il lieve nodo della cintura dell'accappatoio la cui apertura oltre a farmi gioire con i continui sbalzi delle tette, mi lasciava contemplare una vasta porzione delle cosce e parte del pube folto di sensualissimi riccioli neri. Sotto uno dei cuscini trovai un paio di slip neri e accortasi che mi fermai a guardali, mi disse spudoratamente :
“Sono di Inaya. Per favore aggiungili al mucchietto da mettere in lavatrice.”
Li trattenni fra le mani alcuni istanti ma riuscii a frenare il desiderio di odorarli e di strofinarmeli sulle labbra. Sistemato il letto, Odette raccolse il mucchietto e andò ad inserirlo in lavatrice intanto che io rimasi a riordinare il comodino. Rientrata nella stanza mi trovò appoggiata alla finestra contemplando il panorama. Quella stanza mi eccitava moltissimo poiché era stata l'unica testimone del loro amplesso. Senza fare alcun rumore in quanto scalza, Odette si appoggiò sulle mie spalle. Avvertii un morbosissimo brivido di piacere quando percepii il suo affannoso respiro sulla nuca, e mentre me la baciava delicatamente, le sue mani mi accarezzavano lentamente le braccia; mi accarezzò anche le tette da sopra la maglietta e infine inserì spudoratamente le mani all'interno del reggiseno stimolandomi abilmente i capezzoli già abbastanza turgidi.
“Edda, dal momento in cui ti ho vista ho desiderato stringerti fra le braccia. Mi accorgo che sei molto sensibile in quanto i tuoi capezzoli sembrano pietrificati. Poco fa ti sapevo già eccitata ma non fino a questo punto.”
Mi girò lentamente verso di lei e guardandomi dolcemente nel profondo degli occhi mi baciò teneramente le mani, il collo e le orecchie. Indirizzò morbosamente lo sguardo verso le mie labbra e delicatamente vi appoggiò le sue per baciarmi appassionatamente. Risposi ardentemente al bacio lasciando che le nostre lingue si intrecciassero voluttuosamente a lungo ma un'improvvisa titubanza mi indusse a distaccarmi da lei.
“Perché ti allontani ?” mi chiese alquanto perplessa.
“Odette, per favore scusami tanto ma non ho il coraggio di proseguire. Confesso che nonostante da parecchio tempo provo un'inspiegabile, forte e ossessionante attrazione verso le donne, questa è la prima volta che mi trovo in una stanza da sola a tu per tu con un altra donna. Finora la timidezza e la paura di essere respinta mi hanno impedito dì avvicinarmi a qualche mia amica e ad altre donne per un rapporto saffico. La nostra sincera amicizia è sbocciata casualmente e posso garantirti che mi sei piaciuta dal primo momento; la tenerezza, il carattere, il tuo modo di fare, l'onestà, la disponibilità e persino il tuo dolce accento francese mi hanno colpita piacevolmente. Reputo opportuno confessarti che nonostante tu e Inaya mi abbiate ispirato persino parecchi ditalini, in questo momento non mi sento di concedermi l'amplesso che tanto desidero. Ho bisogno di tempo per riordinarmi le idee.”
Odette continuò a guardarmi teneramente e prendendomi per mano mi condusse verso il letto facendomi accomodare su di una sponda affianco a lei. Mi accarezzò la guancia e quando iniziò a sfiorarmi la tetta con la mano da sopra la maglietta mentre con l'altra mi accarezzava delicatamente una coscia, appoggiai istintivamente la testa sulla sua spalla.
“Edda ti capisco perfettamente e giustifico la tua esitazione. Sono cosciente che il primo approccio ai piaceri saffici è al di fuori degli ortodossi stereotipi ma è anche vero che gli istinti non possono essere repressi a lungo. Sappi che prima ero una convintissima eterosessuale e che sin dall'adolescenza ho avuto rapporti completi con molti uomini ma quando mi ritrovai a letto con Inaya, per una breve siesta pomeridiana, non riuscimmo a privarci di darci istintivamente all'amore; fu proprio allora che entrambe scoprimmo la nostra nascosta bisessualità e nonostante i cazzi non ci manchino mai, non perdiamo l'occasione di placare i nostri desideri saffici in quanto siamo coscienti che soltanto una donna sa soddisfare pienamente un'altra donna. Soltanto noi conosciamo esattamente sia i nostri tempi di eccitazione che i punti erogeni più sensibili e sappiamo meglio di qualsiasi uomo come e quando stimolarli.
“Odette mi fa piacere che fra voi esista una tale perfetta compenetrazione e intesa sessuale che purtroppo finora non ho avuto l'occasione di sperimentare con nessuna donna. Concordo pienamente col tuo punto di vista in quanto finora nessuno degli uomini con cui ho scopato mi ha fatto godere come ambivo.”
“Edda, non nego che impazzisco per il cazzo ma ho sempre goduto più con le donne che con gli uomini; se hai bisogno di scoparti un uomo, posso presentartene qualcuno molto discreto e ben messo sessualmente con cui scopo saltuariamente.”
“Odette ti ringrazio molto ma in questi giorni ne ho già adocchiati alcuni e fra non molto me ne scoperò qualcuno.”
“Brava Edda, nonostante gli uomini sono quello che sono, purtroppo ne abbiamo bisogno per svariati motivi. Devi anche essere cosciente che trovandoti qui, lontana dal tuo ambiente dove nessuno ti conosce, puoi esprimere pienamente la tua sessualità anche saffica, senza alcun timore. In questi giorni ho notato che hai guardato me e Inaya con morbosissimi sguardi di piacere; quando stamattina sei entrata a casa e ci siamo salutate abbracciandoci e baciandoci sulle guance, ho avvertito che tremavi dall'eccitazione e dal desiderio di andare a letto con me e me lo hai confermato confessandomi che prima di incontrarmi hai avuto bisogno di passare dal bar per sorbire un caffè espresso addirittura corretto. Ho intuito che ne avevi bisogno per affrontarmi con coraggio e ad esserti sincera anch'io ho voluto facilitarti il modo di spingerti a me uscendo dalla doccia senza slip e con l'accappatoio leggermente aperto affinché mi guardassi le tette e le cosce. Infine mentre riordinavamo il letto mi muovevo in modo da lasciarmi sporgere le tette dall'accappatoio e lasciarti intravedere un po' la figa. Ieri sera anche Inaya ha avvertito i tuoi brividi mentre ballavi con noi e dopo mi ha confessato che con la foga del ballo, le hai anche passato la mano sul culo. Sappi che Inaya ti avrebbe voluta portare a letto già da ieri sera. Nonostante Zélie è decisamente eterosessuale, sei piaciuta anche a lei.” mi disse senza smettere di accarezzarmi.
“Odette, concordo col tuo punto di vista; in effetti speravo di incoraggiarmi con quel caffè corretto ma non ci sono riuscita. Anche a me piace molto Inaya e ieri sera mi sono accarezzata la figa immaginando di scopare con entrambe.” le dissi spudoratamente senza staccarmi la testa dalla sua spalla.
“Oggi alla spiaggia, ci potrai osservare spudoratamente quanto vuoi.”
“Sono certa che non potrò assolutamente esimermi dal piacere di contemplarvi.”
“Edda sarebbe bene che ti lasciassi andare; non ti accorgi che mentre ti accarezzo i tuoi continui brividi di desiderio sono sempre più insistenti ?”
A quel punto le parole di Odette spazzarono via la mia titubanza.
“Odette non ti sbagli affatto, per favore prendimi immediatamente; mi hai già disarmata e non sono in grado di resistere oltre. Avverto già dell'adrenalina. Avverto di essere giù pronta e sicura di ciò che desidero. Avverto che è proprio questo il momento di concedermi a te poiché ormai non riesco più ad oppormi alla travolgente idea di scoprire l'estasi del piacere saffico assieme a te. Ho un'irrefrenabile voglia di rimanere in questa stanza nella quale fino a quando non hai aperto la finestra, percepivo l'aria ancora impregnata dal vostro lussurioso amplesso e mi assale un forte desiderio di distendermi su questo letto dove stanotte e chissà quante altre volte, hai scopato con Inaya.”
“In realtà su questo letto ho accolto anche parecchie altre donne ma adesso sono veramente lieta ed eccitatissima di accogliere anche te per farti sperimentare il piacere e l'emozione del tuo primo amplesso saffico. Sono entusiasta di essere la prima donna con cui giacerai per sfogare i tuoi più intimi e irrefrenabili desideri. Per favore, alzati, vai ad abbassare la serranda della finestra lasciandola a spiraglio e abbandoniamoci subito alla nostra impetuosa passione.”
La obbediii immediatamente e quando mi trovai nuovamente di fronte a lei, si alzò dal letto e stringendomi fortemente mi baciò ogni parte del viso e iniziò a spogliarmi lentamente. Ci distendemmo sul letto, mi accarezzò, baciò e leccò dappertutto e dopo avermi stimolato abilmente le tette, si lasciò accostare le avide labbra e la febbrile lingua sulla mia figa. Mi fece girare e dopo avermi leccata la schiena, mi accarezzò e baciò ardentemente i glutei dedicandosi infine al mio buchetto dove inserì dapprima la lingua e poi un dito. Mi fece girare nuovamente e si lasciò strisciare abilmente i capezzoli contro i miei. Di seguito mi diedi a leccarla dappertutto proprio come lei aveva fatto con me e godetti immensamente cospargendomi i suoi umori sul viso. Provai un altro fortissimo piacere quando cambiando di posizione, ci intrecciammo le gambe per mettere le nostre fighe a stretto contatto e man mano che le lasciavamo strisciare morbosamente l'una contro l'altra, raggiungemmo parecchie entusiasmanti raffiche di orgasmi che infine ci lasciarono esauste. Rimanemmo distese l'una affianco all'altra e a seguito di un lungo e appassionatissimo bacio, l'inesorabile prevalere della stanchezza ci fece assopire teneramente abbracciate. Non trascorse molto tempo che l'inconfondibile voce di Inaya irruppe nella casa facendo sì che mi svegliassi.
“Odette, je viens d'arriver, où es-tu ? Odette, Odette !” diceva avvertendo Odette del suo arrivo e chiedendole dove si trovasse.
Inaya ripeteva insistentemente le stesse parole e dato che le ascoltavo sempre più da vicino intuii che si stava avvicinando alla stanza da letto. Ad onor del vero ero pittosto imbarazzata da quell'improvviso arrivo in quanto ero distesa sul letto affianco a Odette. Cercai di alzarmi e coprirmi col lenzuolo ma desistetti da tale idea poiché Inaya apparve improvvisamente e si fermò incredula ma anche sorridente sulla soglia della porta.
“Oh buon giorno Edda ! Che imprevista sorpresa ! E' un vero piacere trovarti distesa affianco a Odette; mi procuri una gioia che non mi aspettavo affatto.” disse visibilmente soddisfatta in uno stentato italiano addolcito dall'accento francese.
“Inaya, buon giorno anche a te; anch'io ho molto piacere di vederti.”
Cercai di coprirmi col lenzuolo e prima ancor che proferissi una parola, si avvicinò sorridendo e mi bloccò teneramente le mani impedendomi di coprirmi.
“Edda per favore non ti coprire; non privarmi dal forte desiderio che ho avuto sin dal momento in cui ti ho conosciuta, in quanto adesso ti trovo in una posizione più che ottimale per apprezzare anche la bellezza delle tue parti intime.”
Inaya si chinò e baciandomi teneramente le labbra, risposi d'istinto alla sua tenera effusione. Dato che Odette continuava a dormire placidamente, sussurrò :
“Sono certa che avete goduto parecchio.”
“In effetti Inaya e inoltre questa è stata anche la mia prima esperienza saffica.”
“Mi accorgo che non te ne sei affatto pentita.”
“Ho provato delle entusiasmanti sensazioni che finora non avevo mai sperimentate.”
“E' bello saperti tanto soddisfatta.”
“Odette mi ha anche detto che stanotte avete scopato a lungo.”
“Infatti; scopiamo ormai da parecchi anni e stanotte eravamo talmente eccitate che abbiamo dormito pochissimo.”
Distaccò gli occhi dai miei e li volse morbosamente verso la mia figa.
“Posso ?” mi chiese con gli occhi luccicanti di desiderio.
“Accomodati pure Inaya; non hai bisogno di chiedermene il permesso. Sappi che Odette mi ha anche parlato del tuo interesse verso me e posso garantirti che lo contraccambio pienamente.” le dissi allargandomi istintivamente le cosce.
Inaya si inginocchiò e quando accostò il volto sul mio pube, notai che dapprima socchiuse gli occhi per odorarlo profondamente con ardore e di seguito me ne baciò i peli con veemenza. In quel momento mi sollevai d'istinto il bacino per agevolarle l'accesso alla figa. Inaya me la contemplò con visibile emozione e poi la sfiorò col naso intanto che mi accarezzava lentamente i glutei con ambo le mani. Ad un tratto mi introdusse lentamente il dito medio nello sfintere e mi mantenne sollevato il bacino con la mano destra. Iniziò ad esplorarmi tanto abilmente la figa con la lingua e con le dita che non potei privarmi di ansimare con incontrollabili gemiti di piacere. Dopo un po' si distaccò da me e si alzò.
“Edda ti ringrazio di cuore per avermi lasciato accedere alla tua splendida figa ancora unta di umori dovuti agli svariati orgasmi che ti ha procurato Odette. Spero che quanto prima possiamo concederci un amplesso completo. Intanto è salutare che continui a riposarti per riprenderti dall'affanno della scopata che hai da poco concluso con Odette.”
“Senz'altro Inaya, anch'io ho un forte desiderio di scopare con te.”
“Grazie Edda. Comunque è quasi mezzo giorno e intanto che Odette continua a dormire, vado in cucina a preparare il pranzo anche per te.”
“Grazie Inaya, sarò lieta di pranzare con voi e comunque ti ringrazio per avermi stimolato tanto bene la figa e avermi procurato tanto piacere sodomizzandomi.”
“Edda, ho goduto molto omaggiandoti la figa e mi è piaciuto constatare che rispondevi ardentemente ai miei stimoli.”
Accostò le sue labbra alle mie, ci baciammo teneramente e abbandonò la stanza intanto che io rimasi a letto in dormiveglia. Dopo una mezz'oretta mi diressi in cucina per chiedere a Inaya se potevo farmi una doccia.
“Certamente Edda, fai pure come se ti trovassi a casa tua. Se non dovessi preparare il pranzo ti aiuterei con piacere.”
“Grazie per la tua disponibilità e comunque non penso proprio che ci mancheranno occasioni per farci la doccia assieme.”
“Non ho alcun dubbio al riguardo carissima porcellina mia.”
Dopo che ebbi finito di farmi la doccia rientrai in cucina del tutto nuda e mi inginocchiai dietro Inaya approfittando che si trovava ai fornelli. La accarezzai e leccai millimetricamente iniziando dalle caviglie e man mano risalii fino a toglierle la minigonna e gli slip per omaggiarle le parti superiori delle cosce nonché i suoi perfetti glutei. A quel punto Inaya divaricò le gambe in modo da potermi dedicare comodamente al suo delizioso buchetto. Quando lo ritenne opportuno, Inaya si girò verso di me offrendomi la sua splendida figa e la mia febbrile lingua la ossequiò come si meritava e nel migliore dei modi.
“Edda, ho appena spento i fornelli e siccome il pranzo è già pronto, sarebbe opportuno che continuassimo in un secondo momento. ” mi disse a malincuore in quanto stava godendo parecchio.
Di seguito aggiunse :
“Sarebbe anche bene che svegliassi Odette per dirle di accomodarsi nella stanza da pranzo.”
Dopo pranzo Odette mi convinse di lasciare la pensione e di trasferirmi a casa sua per tutta la durata della mia vacanza. Tutte e tre condividemmo delle splendide giornate e trascorremmo le notti a dormire e scopare nel comodissimo letto di Odette. Fu così che ebbero inizio le mie prime esperienze saffiche . Fra noi tre si instaurò una solida amicizia e dopo la mia vacanza approfittammo qualche ponte per tornare a incontrarci, a volte nella mia città e altre nella loro. A seguito di quella indimenticabile vacanza, la lontananza da Odette e da Inaya, la mia timidezza e il bisogno che avevo di continuare a placare i desideri saffici che avevo cominciato a sperimentare con loro due, mi spinsero a frequentare con moltissima discrezione puttane bisessuali di città alquanto distanti dalla mia onde evitare di essere riconosciuta, seguita, controllata ed eventualmente anche ricattata. Man mano che Odette, Inaya ed io ci sposavamo partecipavamo alle nostre cerimonie ma a causa dei vincoli matrimoniali, le occasioni in cui ci rincontravamo a letto si ridussero a poche ore e soltanto quando trascorrevamo le vacanze assieme. Nonostante l'attività sessuale che ho sempre intrattenuta con mio marito, non ho mai rinunciato ai piaceri saffici e alcune puttane mi trasmisero addirittura parecchi dei loro vizi e senza rendermene conto cominciai a prenderci gusto facendomi anche picchiare constatando che il piacere misto al dolore aveva ormai preso il sopravvento su di me. Spesso mi assento parecchie ore per recarmi in un'altra città da Erina, una puttana che ho conosciuta tramite un'inserzione e con cui ho anche stretto una sincera amicizia. Mi eccito moltissimo facendo le pulizie completamente nuda nel suo appartamento specialmente riordinando il letto su cui scopa con i suoi clienti, uomini o donne che siano. Ad oggi non posso più fare a meno di qualificarmi come una decisa, servile e sottomessa lesbica e provo un morbosissimo piacere quando Erina mi sgrida, mi umilia col turpiloquio e mi obbliga a lavori degradanti.
Il periodo in cui ero presa istintivamente da quegli strani e fino ad allora sconosciuti impulsi autoerotici è ormai un ricordo. Ognuno di quegli intimi piaceri che provavo accarezzandomi la figa prima di addormentarmi e al mattino appena mi svegliavo, mi destavano una sorta di preoccupazione riguardo l'umore che mi bagnava la figa. Nonostante pensassi che quel flusso potesse essere alquanto nocivo, non riuscivo ad evitare di accarezzarmi sempre con più bisogno ed entusiasmo. Trattando tale argomento con una mia intima compagna di scuola, ottenni una spiegazione talmente rassicurante e precisa che continuai a praticare serenamente l'autoerotismo. Mi masturbavo concentrandomi sulla pubblicità delle riviste che riportavano foto di uomini a torso nudo e in costume da bagno. A diciotto anni regalai la mia verginità a un ragazzo di cui mi ero invaghita ma che lasciai dopo quasi un anno a causa dei suoi continui tradimenti; la delusione e la sofferenza furono tali che iniziai a respingere i ragazzi che mi corteggiavano fin quando ne conobbi uno a modo col quale contrassi matrimonio a ventiquattro anni. All'età di vent'anni mi iscrissi alla facoltà di filosofia e approfittai la prima vacanza per trascorrere alcuni giorni da sola a Nizza e quando in tarda serata vi arrivai, ero talmente stanca di quel lungo viaggio che mi recai subito alla pensione che avevo prenotata nel pittoresco centro storico per concedermi un lungo riposo..
PRIMO GIORNO
Al mattino seguente noleggiai una city bike in modo da muovermi autonomamente. Alle prime ore del pomeriggio conobbi casualmente Odette in quanto dopo aver percorso buona parte del lungo Promenade des Anglais in bicicletta, mi fermai a riposare su una panchina. Mentre osservavo il bellissimo panorama, Odette si fermò e senza scendere dalla sua bicicletta, si volse a me :
“Excusez-moi, je peux m'assoir ? mi chiese gentilmente se poteva accomodarsi affianco a me poiché aveva trovato tutte le altre panchine occupate.
“Certainement, je suis seul !” le risposi accompagnando le mie stentate parole in francese con un gesto lasciandole intendere che poteva farlo.
Odette mi guardò incuriosita, parcheggiò la bicicletta, si sedette comodamente affianco a me e mi chiese con un dolce sorriso :
“Merci ! Es-tu italien ?”
“Oui ! Malheureusement je ne parle pas français.”
Odette mi guardò dolcemente dicendomi :
“Con me puoi parlare in italiano. L'ho imparato da piccola in quanto i miei sono di origine italiana. Sai che da queste parti un tempo si parlava anche l'italiano ?”
“Sì, ne ero a conoscenza.”
“Ho proprio bisogno di riposarmi poiché vengo da Beaulieu sur Mer.”
“Come vedi, anch'io sono in bicicletta e oltre a riposarmi contemplo questo stupendo panorama.”
Continuammo a chiacchierare amenamente e dopo una mezz'oretta mi propose di recarci presso una gelateria per sorbire due squisiti gelati al gusto di lavanda e violetta; di seguito trascorremmo il pomeriggio passeggiando lungo quell'incantevole promenade e parte della nostra conversazione versò inevitabilmente sulle nostre vicende amorose. Odette era una simpatica venticinquenne e mi confessò che essendo reduce da parecchie delusioni sentimentali, si era proposta di astenersi per un periodo dall'intraprendere nuovi rapporti amorosi con i suoi tanti pretendenti senza rinunciare a sfogare, di tanto in tanto, i suoi istinti sessuali con gli uomini che più gradiva. Dato che tra noi stava sbocciando una sincera amicizia, ci demmo appuntamento per la tarda mattinata del giorno seguente nel medesimo luogo in cui ci eravamo incontrate.
SECONDO GIORNO
Trascorremmo una splendida giornata assieme e data la reciproca intenzione di coltivare la nostra amicizia, decidemmo di trascorrere assieme anche il giorno dopo.
TERZO GIORNO
Il giorno successivo fui io a recarmi in bicicletta a Beaulieu e ci incontrammo in tarda mattinata nella piazza principale del paese. Dopo aver girato tutto il paese in bicicletta, mi invitò a pranzare a casa sua. I suoi abitavano a Nizza ma per essere più vicina al posto di lavoro, lei si era trasfeita nella casa dei bisnonni poiché l'aveva eredidata dalla nonna. Si trattava di una bella casa indipendente a un piano con un vasto giardino ubicata nella tranquilla periferia. Dopo pranzo passeggiammo a lungo sul lungomare e mi resi conto che nonostante lavorasse presso l'ufficio postale di Beaulieu da poco più di un anno, era abbastanza conosciuta poiché in molti la fermavano per scambiarsi qualche parola. Mi presentava come la sua nuova amica piemontese e sinceramente ero molto lieta di averla conosciuta in quanto con lei mi sentivo a mio pieno agio. Ci incrociammo anche con due sue amiche, Inaya e Zélie che si unitesi a noi, ci proposero di concludere la serata in pizzeria. Quando mi congedai per rientrare a Nizza, Odette mi disse che la sera seguente sarebbero venute a Nizza per assistere al concerto pubblico di un gruppo musicale locale. Quella sera rientrai a Nizza pedalando senza fretta in quanto, Odette, Inaya e Zélie mi avevano fatto un'ottima impressione e non riuscivo a distogliere i miei pensieri da loro. Confesso che in virtù della mia delusione sentimentale, da tempo mi masturbavo indirizzando le mie fantasie erotiche ad alcune mie compagne, amiche, qualche professoressa e persino a qualche donna che incrociavo per strada. L'idea di convertirmi in una potenziale lesbica, intanto non mi dava tregua. Quando giunsi alla pensione mi feci una doccia e conclusi la serata passeggiando da sola lungo le affollate stradette del centro. Rientrata nella pensione mi distesi sul letto e mi addormentai mentre dedicavo un piacevolissimo e lungo ditalino a Odette e Inaya che purtroppo non conclusi a causa della stanchezza.
QUARTO GIORNO
Odette e Inaya mi vennero a trovare alla pensione verso le nove del mattino mentre facevo colazione e mi invitarono ad andare alla spiaggia con loro; accettai con piacere e non appena finii la colazione mi recai nella mia stanza per indossare il costume da bagno, applicarmi una leggera passata di mascara e vivacizzarmi un po' le labbra con un tenue balsamo rosa. Rimanemmo alla spiaggia fino al tramonto e dopo cenammo in pizzeria. In tarda serata ci recammo in una piazza gremita maggiormente da un pubblico femminile e assistemmo al concerto. Eravamo euforiche e ballavamo tra noi e altre donne che ci circondavano. A fine concerto ci trattenemmo un'oretta a passeggiare fin quando decisero di rientrare a Beaulieu con la loro automobile. Conclusi quella splendida giornata sul letto della pensione dedicando loro un sublime ditalino che continuai al mattino seguente non appena mi svegliai.
QUINTO GIORNO
Ero rimasta talmente presa dalle mie nuove amicizie che al mattino non resistetti all'idea di andare a trovare Odette a casa sua. Giunsi a Beaulieu con la mia veloce city bike verso le dieci e appena entrai nella cabina telefonica, ubicata quasi di fronte la sua casa, per avvertirla del mio arrivo, vidi Inaya uscire in fretta dalla casa di Odette e allontanarsi in sella alla bicicletta di Odette. Composi il suo numero telefonico e mi rispose che nonostante si fosse appena alzata, sarebbe stata lieta di ricevermi. Ero talmente eccitata dall'idea di incontrala che nonostante avessi già fatto colazione, ebbi il bisogno di recarmi presso il vicinissimo bar per sorbire un caffè espresso italiano corretto. Mille idee balenarono nella mia mente ricordando più volte le parole di Odette : < mi sono appena alzata ma vieni pure cara. Concedimi soltanto il tempo di andare in bagno >. Per un istante volli sperare che Odette e Inaya fossero lesbiche e che avessero trascorso il resto della nottata precedente assieme anche perché notai che Inaya indossava indumenti diversi a quelli della sera precedente. Accarezzai morbosamente quell'idea sperando proprio di non sbagliarmi. Sorseggiai lentamente ma con molta ansietà l'espresso, mi feci coraggio, percorsi in bicicletta la breve distanza che mi separava dalla casa di Odette e col cuore in gola premetti il citofono. Odette aprì la porta con uno smagliante sorriso e appena la chiuse mi abbracciò e ci baciammo sulle guance; era ancora in vestaglia, scalza, spettinata e con evidenti occhiaie.
“Sono venuta a fare un giro da queste parti e ho pensato di venirti a trovare. Spero di non arrecarti alcun disturbo.”
“Non disturbi affatto, anzi, mi fa piacere rivederti. Noto che abbiamo avuto la stessa idea poiché io e Inaya volevamo venire a trovarti a Nizza fra un'oretta per proporti di pranzare con noi e poi trascorrere il pomeriggio alla spiaggia. Stanotte abbiamo lasciato Zélie a casa sua verso le tre; siccome in questo periodo i genitori di Inaya si trovano in vacanza a Marsiglia e lei ha paura di trascorrere la notte in casa da sola, attualmente dorme qui con me. Ci conosciamo da quando frequentavamo il liceo e comunque già spesso dormivamo assieme. Stanotte abbiamo dormito poco ma Inaya è appena andata a casa sua con la mia bicicletta. Presumo che vi siate incrociate lungo il percorso.”
“In realtà l'ho vista di sfuggita dalla cabina telefonica mentre ero intenta a contattarti ma siccome pedalava velocemente ho intuito che aveva premura e per tal motivo non l'ho chiamata. Comunque sarà un piacere pranzare e andare alla spiaggia con a voi.”
“Sappi che per noi è stato un vero piacere conoscerti poiché ci hai fatto un'ottima impressione.”
“Contraccambio pienamente la vostra impressione ma poco fa non mi sono sentita di interrompere la sua corsa.”
“In effetti quando ci siamo svegliate si è ricordata che in mattinata il tecnico sarebbe andato a casa sua per controllare la lavatrice e quindi aveva premura per arrivare in tempo. Scusami Edda ma siccome dovrei farmi una doccia, ti va di aspettarmi e dopo facciamo colazione assieme ?”
“Odette, ti ringrazio ma nonostante l'avessi già fatta a Nizza, poco fa ho sentito il bisogno di sorbire un caffè espresso corretto al bar qui vicino. Anch'io ho dormito poco ma stamattina sono uscita presto per approfittare ogni minuto della mia permanenza in questi incantevoli luoghi. Ti accompagnerò senz'altro mentre consumi colazione ma dato che devi farti la doccia, vorrei essere io a preparartela; ricordo che ti piacciono marmellata, baguette, pan carré, cornetti, brie, burro e uova. Cosa preferisci ?”
“Grazie Edda, apprezzo molto la tua gentilezza e mi fa piacere che ricordi i miei gusti. Mi vanno bene due fette di pan carré tostate con all'interno del brie e coperte da un uovo fritto, spremuta d'arancia e caffè francese.”
Mi si avvicinò e dopo avermi accarezzata e baciata teneramente sulla guancia, mi prese la mano e aggiunse :
“Edda, ti ringrazio per essere tanto premurosa. Vieni con me in cucina per mostrarti dove conservo il tutto.”
Quando Odette mi prese la mano. avvertii una forte emozione anche se la sera prima, durante il concerto, avessimo spesso ballato assieme e anche spalmato a vicenda la crema solare sulle spalle mentre eravamo alla spiaggia. Dalla sua corta vestaglia notai che non indossava la biancheria intima e mentre si inchinava verso i cassetti notai morbosamente le sinuose forme dei suoi seni e delle sue cosce nonostante la avessi già osservata nei minimi dettagli alla spiaggia; inoltre il contrasto fra l'abbronzatura e la sua bianca carnagione, mi eccitava ancor di più. Quando Odette uscì dal bagno e rientrò in cucina con un corto accappatoio e coi capelli alquanto bagnati, si accomodò su una sedia. Il suo corto accappatoio mi lasciava intravedere buona parte delle cosce che quando accavallò le gambe, rimasero ancora più scoperte. Trovandomi in piedi davanti a lei, approfittai i suoi istanti di distrazione per osservarle morbosamente le cosce e parte delle tette parecchio visibili grazie alla generosa scollatura dell'accappatoio. Odette appariva molto più eccitante in quelle vesti che quando eravamo alla spiaggia coperta appena da uno striminzito bikini in quanto, trovandoci adesso da sole, esisteva la possibilità di saltarle addosso e concedermi le voluttuose effusioni che non avevo mai sperimentato con nessuna altra donna in virtù della mia timidezza e dalla paura di essere respinta. Trovandomi però molto distante dalla mia città e dalle persone che mi conoscevano, ero anche consapevole di poter agire liberamente senza alcuna ombra di pudore e vergogna. Nonostante questi pensieri vagassero irrefrenabili nella mia mente, riuscii a mantenere la compostezza. Suppongo che Odette aveva intuito chiaramente i miei morbosi pensieri in quanto mentre mangiava mi aveva fatto accomodare affianco a lei e si muoveva in modo da permettermi di osservare parzialmente le sue parti intime. Quando ebbe finita la colazione mi chiese con molta pacatezza :
“Scusa l'indiscrezione, ma come mai prima di venire qui hai sentito il bisogno di recarti al bar per un forte caffè italiano espresso, per giunta corretto ?”
Arrossii e risposi con poche parole :
“Odette, non so spiegarmi il motivo di quell'istintivo bisogno.”
Ruppi i pochi istanti di silenzio che seguirono e senza guardarla, le dissi :
“Odette, adesso sparecchio la tavola e lavo le stoviglie ma vorrei aiutarti anche riguardo dell'altro che hai da sbrigare a casa.”
“In effetti c'è dell'altro e ti ringrazio per la disponibilità. Ci sarebbe da pulire il bagno, riordinare la stanza da letto, caricare la lavatrice e infine vestirmi ma forse è meglio iniziare dalla stanza letto.”
“Bene, indicami dov'è la stanza da letto e inizio subito.”
“Seguimi, faremo tutto assieme.” mi disse prendendomi per mano.
“Mi piace molto l'arredamento di questa casa; i mobili sono tondeggianti e in pregiato legname di quercia. Che stile sono ?”
“Carlo X. Questa mobilia era della mia bisnonna e per me ha anche un valore sentimentale.”
Appena entrammo nell'ampia e comoda stanza da letto, Odette si scusò per l'eccessivo disordine. Non potei fare a meno di eccitarmi maggiormente osservando lo scenario : la serranda abbassata quasi del tutto lasciava trapelare la sufficiente luce che mi permise di distinguere sandali, gonne, magliette, biancheria intima, un cuscino e parte del lenzuolo sul pavimento, tre cuscini spiegazzati sul letto nonché due bicchierini con residui di liquore e una bottiglia di Marie Brizard alla menta sul comodino. Anche l'aria che inalavo sapeva ancora di lussurioso piacere. Non avevo più alcun dubbio che entrambe fossero lesbiche e che le occhiaie di Odette erano dovute a una notte volta maggiormente allo sfogo dei loro voluttuosi piaceri saffici. Nonostante tutto Odette mi guardò con molta disinvoltura.
“Edda scusami tanto per questo disordine. Inaya è andata via in fretta e ha lasciato aperta persino l'anta dell'armadio dove conserva i suoi indumenti”
Di seguito aprì un cassetto del comò e ne estrasse federe e lenzuola pulite.
“Dai Edda, cambiamo federe, lenzuola, raccogliamo gli indumenti che sono per terra e mettiamoli in lavatrice; riassettiamo il letto e sparecchiamo il comodino.” mi disse mentre sollevava la serranda e spalancava l'ampia finestra per fare entrare l'aria fresca.
Nonostante la sua disinvoltura mi avesse stupito parecchio la aiutai eccitatissima anche perché i suoi continui movimenti facevano allentare poco alla volta il lieve nodo della cintura dell'accappatoio la cui apertura oltre a farmi gioire con i continui sbalzi delle tette, mi lasciava contemplare una vasta porzione delle cosce e parte del pube folto di sensualissimi riccioli neri. Sotto uno dei cuscini trovai un paio di slip neri e accortasi che mi fermai a guardali, mi disse spudoratamente :
“Sono di Inaya. Per favore aggiungili al mucchietto da mettere in lavatrice.”
Li trattenni fra le mani alcuni istanti ma riuscii a frenare il desiderio di odorarli e di strofinarmeli sulle labbra. Sistemato il letto, Odette raccolse il mucchietto e andò ad inserirlo in lavatrice intanto che io rimasi a riordinare il comodino. Rientrata nella stanza mi trovò appoggiata alla finestra contemplando il panorama. Quella stanza mi eccitava moltissimo poiché era stata l'unica testimone del loro amplesso. Senza fare alcun rumore in quanto scalza, Odette si appoggiò sulle mie spalle. Avvertii un morbosissimo brivido di piacere quando percepii il suo affannoso respiro sulla nuca, e mentre me la baciava delicatamente, le sue mani mi accarezzavano lentamente le braccia; mi accarezzò anche le tette da sopra la maglietta e infine inserì spudoratamente le mani all'interno del reggiseno stimolandomi abilmente i capezzoli già abbastanza turgidi.
“Edda, dal momento in cui ti ho vista ho desiderato stringerti fra le braccia. Mi accorgo che sei molto sensibile in quanto i tuoi capezzoli sembrano pietrificati. Poco fa ti sapevo già eccitata ma non fino a questo punto.”
Mi girò lentamente verso di lei e guardandomi dolcemente nel profondo degli occhi mi baciò teneramente le mani, il collo e le orecchie. Indirizzò morbosamente lo sguardo verso le mie labbra e delicatamente vi appoggiò le sue per baciarmi appassionatamente. Risposi ardentemente al bacio lasciando che le nostre lingue si intrecciassero voluttuosamente a lungo ma un'improvvisa titubanza mi indusse a distaccarmi da lei.
“Perché ti allontani ?” mi chiese alquanto perplessa.
“Odette, per favore scusami tanto ma non ho il coraggio di proseguire. Confesso che nonostante da parecchio tempo provo un'inspiegabile, forte e ossessionante attrazione verso le donne, questa è la prima volta che mi trovo in una stanza da sola a tu per tu con un altra donna. Finora la timidezza e la paura di essere respinta mi hanno impedito dì avvicinarmi a qualche mia amica e ad altre donne per un rapporto saffico. La nostra sincera amicizia è sbocciata casualmente e posso garantirti che mi sei piaciuta dal primo momento; la tenerezza, il carattere, il tuo modo di fare, l'onestà, la disponibilità e persino il tuo dolce accento francese mi hanno colpita piacevolmente. Reputo opportuno confessarti che nonostante tu e Inaya mi abbiate ispirato persino parecchi ditalini, in questo momento non mi sento di concedermi l'amplesso che tanto desidero. Ho bisogno di tempo per riordinarmi le idee.”
Odette continuò a guardarmi teneramente e prendendomi per mano mi condusse verso il letto facendomi accomodare su di una sponda affianco a lei. Mi accarezzò la guancia e quando iniziò a sfiorarmi la tetta con la mano da sopra la maglietta mentre con l'altra mi accarezzava delicatamente una coscia, appoggiai istintivamente la testa sulla sua spalla.
“Edda ti capisco perfettamente e giustifico la tua esitazione. Sono cosciente che il primo approccio ai piaceri saffici è al di fuori degli ortodossi stereotipi ma è anche vero che gli istinti non possono essere repressi a lungo. Sappi che prima ero una convintissima eterosessuale e che sin dall'adolescenza ho avuto rapporti completi con molti uomini ma quando mi ritrovai a letto con Inaya, per una breve siesta pomeridiana, non riuscimmo a privarci di darci istintivamente all'amore; fu proprio allora che entrambe scoprimmo la nostra nascosta bisessualità e nonostante i cazzi non ci manchino mai, non perdiamo l'occasione di placare i nostri desideri saffici in quanto siamo coscienti che soltanto una donna sa soddisfare pienamente un'altra donna. Soltanto noi conosciamo esattamente sia i nostri tempi di eccitazione che i punti erogeni più sensibili e sappiamo meglio di qualsiasi uomo come e quando stimolarli.
“Odette mi fa piacere che fra voi esista una tale perfetta compenetrazione e intesa sessuale che purtroppo finora non ho avuto l'occasione di sperimentare con nessuna donna. Concordo pienamente col tuo punto di vista in quanto finora nessuno degli uomini con cui ho scopato mi ha fatto godere come ambivo.”
“Edda, non nego che impazzisco per il cazzo ma ho sempre goduto più con le donne che con gli uomini; se hai bisogno di scoparti un uomo, posso presentartene qualcuno molto discreto e ben messo sessualmente con cui scopo saltuariamente.”
“Odette ti ringrazio molto ma in questi giorni ne ho già adocchiati alcuni e fra non molto me ne scoperò qualcuno.”
“Brava Edda, nonostante gli uomini sono quello che sono, purtroppo ne abbiamo bisogno per svariati motivi. Devi anche essere cosciente che trovandoti qui, lontana dal tuo ambiente dove nessuno ti conosce, puoi esprimere pienamente la tua sessualità anche saffica, senza alcun timore. In questi giorni ho notato che hai guardato me e Inaya con morbosissimi sguardi di piacere; quando stamattina sei entrata a casa e ci siamo salutate abbracciandoci e baciandoci sulle guance, ho avvertito che tremavi dall'eccitazione e dal desiderio di andare a letto con me e me lo hai confermato confessandomi che prima di incontrarmi hai avuto bisogno di passare dal bar per sorbire un caffè espresso addirittura corretto. Ho intuito che ne avevi bisogno per affrontarmi con coraggio e ad esserti sincera anch'io ho voluto facilitarti il modo di spingerti a me uscendo dalla doccia senza slip e con l'accappatoio leggermente aperto affinché mi guardassi le tette e le cosce. Infine mentre riordinavamo il letto mi muovevo in modo da lasciarmi sporgere le tette dall'accappatoio e lasciarti intravedere un po' la figa. Ieri sera anche Inaya ha avvertito i tuoi brividi mentre ballavi con noi e dopo mi ha confessato che con la foga del ballo, le hai anche passato la mano sul culo. Sappi che Inaya ti avrebbe voluta portare a letto già da ieri sera. Nonostante Zélie è decisamente eterosessuale, sei piaciuta anche a lei.” mi disse senza smettere di accarezzarmi.
“Odette, concordo col tuo punto di vista; in effetti speravo di incoraggiarmi con quel caffè corretto ma non ci sono riuscita. Anche a me piace molto Inaya e ieri sera mi sono accarezzata la figa immaginando di scopare con entrambe.” le dissi spudoratamente senza staccarmi la testa dalla sua spalla.
“Oggi alla spiaggia, ci potrai osservare spudoratamente quanto vuoi.”
“Sono certa che non potrò assolutamente esimermi dal piacere di contemplarvi.”
“Edda sarebbe bene che ti lasciassi andare; non ti accorgi che mentre ti accarezzo i tuoi continui brividi di desiderio sono sempre più insistenti ?”
A quel punto le parole di Odette spazzarono via la mia titubanza.
“Odette non ti sbagli affatto, per favore prendimi immediatamente; mi hai già disarmata e non sono in grado di resistere oltre. Avverto già dell'adrenalina. Avverto di essere giù pronta e sicura di ciò che desidero. Avverto che è proprio questo il momento di concedermi a te poiché ormai non riesco più ad oppormi alla travolgente idea di scoprire l'estasi del piacere saffico assieme a te. Ho un'irrefrenabile voglia di rimanere in questa stanza nella quale fino a quando non hai aperto la finestra, percepivo l'aria ancora impregnata dal vostro lussurioso amplesso e mi assale un forte desiderio di distendermi su questo letto dove stanotte e chissà quante altre volte, hai scopato con Inaya.”
“In realtà su questo letto ho accolto anche parecchie altre donne ma adesso sono veramente lieta ed eccitatissima di accogliere anche te per farti sperimentare il piacere e l'emozione del tuo primo amplesso saffico. Sono entusiasta di essere la prima donna con cui giacerai per sfogare i tuoi più intimi e irrefrenabili desideri. Per favore, alzati, vai ad abbassare la serranda della finestra lasciandola a spiraglio e abbandoniamoci subito alla nostra impetuosa passione.”
La obbediii immediatamente e quando mi trovai nuovamente di fronte a lei, si alzò dal letto e stringendomi fortemente mi baciò ogni parte del viso e iniziò a spogliarmi lentamente. Ci distendemmo sul letto, mi accarezzò, baciò e leccò dappertutto e dopo avermi stimolato abilmente le tette, si lasciò accostare le avide labbra e la febbrile lingua sulla mia figa. Mi fece girare e dopo avermi leccata la schiena, mi accarezzò e baciò ardentemente i glutei dedicandosi infine al mio buchetto dove inserì dapprima la lingua e poi un dito. Mi fece girare nuovamente e si lasciò strisciare abilmente i capezzoli contro i miei. Di seguito mi diedi a leccarla dappertutto proprio come lei aveva fatto con me e godetti immensamente cospargendomi i suoi umori sul viso. Provai un altro fortissimo piacere quando cambiando di posizione, ci intrecciammo le gambe per mettere le nostre fighe a stretto contatto e man mano che le lasciavamo strisciare morbosamente l'una contro l'altra, raggiungemmo parecchie entusiasmanti raffiche di orgasmi che infine ci lasciarono esauste. Rimanemmo distese l'una affianco all'altra e a seguito di un lungo e appassionatissimo bacio, l'inesorabile prevalere della stanchezza ci fece assopire teneramente abbracciate. Non trascorse molto tempo che l'inconfondibile voce di Inaya irruppe nella casa facendo sì che mi svegliassi.
“Odette, je viens d'arriver, où es-tu ? Odette, Odette !” diceva avvertendo Odette del suo arrivo e chiedendole dove si trovasse.
Inaya ripeteva insistentemente le stesse parole e dato che le ascoltavo sempre più da vicino intuii che si stava avvicinando alla stanza da letto. Ad onor del vero ero pittosto imbarazzata da quell'improvviso arrivo in quanto ero distesa sul letto affianco a Odette. Cercai di alzarmi e coprirmi col lenzuolo ma desistetti da tale idea poiché Inaya apparve improvvisamente e si fermò incredula ma anche sorridente sulla soglia della porta.
“Oh buon giorno Edda ! Che imprevista sorpresa ! E' un vero piacere trovarti distesa affianco a Odette; mi procuri una gioia che non mi aspettavo affatto.” disse visibilmente soddisfatta in uno stentato italiano addolcito dall'accento francese.
“Inaya, buon giorno anche a te; anch'io ho molto piacere di vederti.”
Cercai di coprirmi col lenzuolo e prima ancor che proferissi una parola, si avvicinò sorridendo e mi bloccò teneramente le mani impedendomi di coprirmi.
“Edda per favore non ti coprire; non privarmi dal forte desiderio che ho avuto sin dal momento in cui ti ho conosciuta, in quanto adesso ti trovo in una posizione più che ottimale per apprezzare anche la bellezza delle tue parti intime.”
Inaya si chinò e baciandomi teneramente le labbra, risposi d'istinto alla sua tenera effusione. Dato che Odette continuava a dormire placidamente, sussurrò :
“Sono certa che avete goduto parecchio.”
“In effetti Inaya e inoltre questa è stata anche la mia prima esperienza saffica.”
“Mi accorgo che non te ne sei affatto pentita.”
“Ho provato delle entusiasmanti sensazioni che finora non avevo mai sperimentate.”
“E' bello saperti tanto soddisfatta.”
“Odette mi ha anche detto che stanotte avete scopato a lungo.”
“Infatti; scopiamo ormai da parecchi anni e stanotte eravamo talmente eccitate che abbiamo dormito pochissimo.”
Distaccò gli occhi dai miei e li volse morbosamente verso la mia figa.
“Posso ?” mi chiese con gli occhi luccicanti di desiderio.
“Accomodati pure Inaya; non hai bisogno di chiedermene il permesso. Sappi che Odette mi ha anche parlato del tuo interesse verso me e posso garantirti che lo contraccambio pienamente.” le dissi allargandomi istintivamente le cosce.
Inaya si inginocchiò e quando accostò il volto sul mio pube, notai che dapprima socchiuse gli occhi per odorarlo profondamente con ardore e di seguito me ne baciò i peli con veemenza. In quel momento mi sollevai d'istinto il bacino per agevolarle l'accesso alla figa. Inaya me la contemplò con visibile emozione e poi la sfiorò col naso intanto che mi accarezzava lentamente i glutei con ambo le mani. Ad un tratto mi introdusse lentamente il dito medio nello sfintere e mi mantenne sollevato il bacino con la mano destra. Iniziò ad esplorarmi tanto abilmente la figa con la lingua e con le dita che non potei privarmi di ansimare con incontrollabili gemiti di piacere. Dopo un po' si distaccò da me e si alzò.
“Edda ti ringrazio di cuore per avermi lasciato accedere alla tua splendida figa ancora unta di umori dovuti agli svariati orgasmi che ti ha procurato Odette. Spero che quanto prima possiamo concederci un amplesso completo. Intanto è salutare che continui a riposarti per riprenderti dall'affanno della scopata che hai da poco concluso con Odette.”
“Senz'altro Inaya, anch'io ho un forte desiderio di scopare con te.”
“Grazie Edda. Comunque è quasi mezzo giorno e intanto che Odette continua a dormire, vado in cucina a preparare il pranzo anche per te.”
“Grazie Inaya, sarò lieta di pranzare con voi e comunque ti ringrazio per avermi stimolato tanto bene la figa e avermi procurato tanto piacere sodomizzandomi.”
“Edda, ho goduto molto omaggiandoti la figa e mi è piaciuto constatare che rispondevi ardentemente ai miei stimoli.”
Accostò le sue labbra alle mie, ci baciammo teneramente e abbandonò la stanza intanto che io rimasi a letto in dormiveglia. Dopo una mezz'oretta mi diressi in cucina per chiedere a Inaya se potevo farmi una doccia.
“Certamente Edda, fai pure come se ti trovassi a casa tua. Se non dovessi preparare il pranzo ti aiuterei con piacere.”
“Grazie per la tua disponibilità e comunque non penso proprio che ci mancheranno occasioni per farci la doccia assieme.”
“Non ho alcun dubbio al riguardo carissima porcellina mia.”
Dopo che ebbi finito di farmi la doccia rientrai in cucina del tutto nuda e mi inginocchiai dietro Inaya approfittando che si trovava ai fornelli. La accarezzai e leccai millimetricamente iniziando dalle caviglie e man mano risalii fino a toglierle la minigonna e gli slip per omaggiarle le parti superiori delle cosce nonché i suoi perfetti glutei. A quel punto Inaya divaricò le gambe in modo da potermi dedicare comodamente al suo delizioso buchetto. Quando lo ritenne opportuno, Inaya si girò verso di me offrendomi la sua splendida figa e la mia febbrile lingua la ossequiò come si meritava e nel migliore dei modi.
“Edda, ho appena spento i fornelli e siccome il pranzo è già pronto, sarebbe opportuno che continuassimo in un secondo momento. ” mi disse a malincuore in quanto stava godendo parecchio.
Di seguito aggiunse :
“Sarebbe anche bene che svegliassi Odette per dirle di accomodarsi nella stanza da pranzo.”
Dopo pranzo Odette mi convinse di lasciare la pensione e di trasferirmi a casa sua per tutta la durata della mia vacanza. Tutte e tre condividemmo delle splendide giornate e trascorremmo le notti a dormire e scopare nel comodissimo letto di Odette. Fu così che ebbero inizio le mie prime esperienze saffiche . Fra noi tre si instaurò una solida amicizia e dopo la mia vacanza approfittammo qualche ponte per tornare a incontrarci, a volte nella mia città e altre nella loro. A seguito di quella indimenticabile vacanza, la lontananza da Odette e da Inaya, la mia timidezza e il bisogno che avevo di continuare a placare i desideri saffici che avevo cominciato a sperimentare con loro due, mi spinsero a frequentare con moltissima discrezione puttane bisessuali di città alquanto distanti dalla mia onde evitare di essere riconosciuta, seguita, controllata ed eventualmente anche ricattata. Man mano che Odette, Inaya ed io ci sposavamo partecipavamo alle nostre cerimonie ma a causa dei vincoli matrimoniali, le occasioni in cui ci rincontravamo a letto si ridussero a poche ore e soltanto quando trascorrevamo le vacanze assieme. Nonostante l'attività sessuale che ho sempre intrattenuta con mio marito, non ho mai rinunciato ai piaceri saffici e alcune puttane mi trasmisero addirittura parecchi dei loro vizi e senza rendermene conto cominciai a prenderci gusto facendomi anche picchiare constatando che il piacere misto al dolore aveva ormai preso il sopravvento su di me. Spesso mi assento parecchie ore per recarmi in un'altra città da Erina, una puttana che ho conosciuta tramite un'inserzione e con cui ho anche stretto una sincera amicizia. Mi eccito moltissimo facendo le pulizie completamente nuda nel suo appartamento specialmente riordinando il letto su cui scopa con i suoi clienti, uomini o donne che siano. Ad oggi non posso più fare a meno di qualificarmi come una decisa, servile e sottomessa lesbica e provo un morbosissimo piacere quando Erina mi sgrida, mi umilia col turpiloquio e mi obbliga a lavori degradanti.
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