Vacanza in Germania
di
Edda
genere
saffico
VACANZA IN GERMANIA
La mia prediletta e affascinante zia Mirta mi ha sempre attratta al punto che ad oggi mi è difficile conteggiare i soddisfacenti ditalini che le ho dedicato nel corso degli anni. Circa 3 anni fa accolsi l'invito di una delle sue due figlie, Delia, per trascorrere una breve vacanza in Germania poiché subito dopo essersi diplomata in ragioneria, venne assunta da una nota società di assicurazioni a Dusseldorf; vi si trovò tanto bene che qualche anno dopo accese un mutuo per l'acquisto di un vecchio appartamento e quando ebbe la sufficiente disponibilità economica, lo fece ristrutturare. Appena scesi dal treno Delia mi si avvicinò euforica a braccia aperte in quanto non ci vedevamo da più di sei anni. Mi portò dapprima a cena in un ristorante e dopo nel suo appartamento dove mi concessi subito una rilassante doccia. Il suo comodo e accogliente trilocale era ben accessoriato con vista al fume Reno, vicinissimo al centro della città e lo aveva ammobiliato in stile moderno ma economico. Ci accomodammo su un ampio divano sorseggiando l'eccellente dry gin Monkey 47 proveniente dalla Foresta Nera e subito mi chiese :
“Che mi racconti dei ragazzi ?”
“Mio figlio Omar ha compiuto diciannove anni e si è iscritto in una università della Norvegia. Io e Gualtiero abbiamo accettato tale decisione con rammarico senza opporci ai suoi desideri lasciandolo libero di scegliere il suo percorso invece il piccolo Elio ad ottobre frequenterà la prima media.”
“Avete fatto bene a non interferire poiché i ragazzi devono inseguire i loro sogni. E riguardo tuo marito, che mi dici ?”
“In realtà con Gualtiero non va tutto liscio poiché riguardo la sfera sessuale mi trascura parecchio.”
“Spiegati meglio Edda.”
“Settimanalmente sosteniamo appena uno o due squallidi rapporti.”
“Come mai se ha appena quarantanove anni ? Avrà forse un'altra donna ?”
“Non penso che abbia un'amante poiché col suo brutto ma sincero carattere, me ne avrebbe già parlato e tra l'altro finora non ne ho alcun indizio. Sospetto invece che abbia un forte calo di appetito sessuale. Lavorando da sempre nell'edilizia, noto che ogni sera rientra molto stanco e nonostante sia il titolare dell'impresa, lavora senza risparmiarsi come gli altri suoi operai. Stando a letto poche volte mi chiede di prendergli il cazzo in bocca e quando dopo tanti stenti gli si indurisce, me lo schiaffa subito dentro e sborra dopo molti assalti. A quel punto si gira dall'altra parte e si addormenta.”
“Sbaglio al pensare che neanche ti stimola ?”
“Non sbagli e siccome quando sborra rimango insoddisfatta e con desiderio, mi autogratifico fino a raggiungere il climax. Spesso i miei incontrollabili gemiti e movimenti lo fanno svegliare; lui si gira e mi osserva imperterrito in quanto lo ho ammonito di non disturbarmi mentre mi masturbo.”
“Mia cara Edda, mi spiace veramente saperti in tali condizioni a soli quarantuno anni.”
Nonostante parlassi delle mie vicende sorseggiando anche il gin, i miei pensieri erano rivolti sempre alla sua bella figura.
“Gli anni non lasciano alcuna traccia su di te; sei bella come sempre e somigli sempre più alla zia Mirta.”
“Edda mi lusinghi parecchio poiché mi guardi con gli occhi del cuore senza accorgerti delle mie imperfezioni; ho appena quarantaquattro anni e sono già alquanto sciupata. Nonostante i suoi sessantacinque anni, mia madre si mantiene ancora in ottima forma mentre io già mi ritrovo con della cellulite e le tette che stanno andando un po' giù.”
“In effetti, la zia Mirta ha pochissima cellulite e ostenta un fisico invidiabile.”
“Quando è stata l'ultima volta che l'hai vista ?”
“Tre giorni fa. E' venuta alla spiaggia con noi e ho notato che col suo bel bikiny attirava l'attenzione di molti.”
“E' sempre stata una gran bella donna con una buona dose di sex appeal e come hai constatato, si da ancora il lusso dei bikini.”
Entrambe indossavamo delle corte vestaglie e trovandoci sul divano in posizione contrapposta, non potei fare a meno di contemplare le sue belle gambe. Forse i 47 gradi di quel gin stavano già facendo effetto su entrambe e in special modo su di me poiché non essendovi abituata, avvertii che dopo averne sorseggiato mezzo bicchierino, mi sentivo un po' brilla.
“Puoi dire ciò che vuoi ma trovo che hai delle gambe stupende.”
“Edda, ti sbagli, avvicinati e osservale bene.” replicò intanto che si scostava la vestaglia altezza del decoltè e delle cosce.
“Noti le tette non tanto sode, la cellulite sulle cosce e alcune vene già abbastanza visibili ?”
Finii di sorseggiare il Monkey 47 e mi inginocchiai affianco a lei alquanto eccitata poiché si era sollevata di parecchio la vestaglia..
“Per favore riempi altri due bicchierini e dopo palpami le cosce per convincerti che non mento.”
Le porsi il secondo bicchierino di gin e dopo averne sorseggiato un po' più della metà di quello che avevo preparato anche per me, le palpai leggermente le gambe e le cosce prendendomi la libertà di sollevarle ancor di più la vestaglia. Somigliava parecchio alla zia Mirta e improvvisamente mi vennero alla mente le lussuriose emozioni che sperimentavo quando le dedicavo dei lunghi e sublimi ditalini. La osservai in dettaglio e volsi lo sguardo istintivamente anche verso i suoi piedi.
“Delia, ti trovo stupenda e ti confesso che in una donna trovo interessante ed eccitante sia la cellulite che le tracce delle vene.”
Ero già abbastanza eccitata e dopo aver finito di sorseggiare il secondo bicchierino di gin, mi presi la libertà di accarezzarle delicatamente una coscia con una mano e con l'altra, un piede.
“Ricordi il tempo in cui giocavamo sulla riva del fiume e ad un tratto li volevi dapprima lavati e poi baciati ?”
“Mia cara Edda, ricordo con piacere e nostalgia i giochi che facevamo durante quella spensierata età. Padrona e serva, era quello il nostro gioco preferito. Gioivo molto ordinandoti di assolvere anche tanti altri miei capricciosi desideri.”
“E io ti obbedivo in tutto. Vorrei tanto che me li lasciassi omaggiare ancora una volta in quanto li trovo stupendi.”
“Volentieri Edda. Curo molto i piedi poiché li considero alcune delle mie zone più sensibili. Leccameli come allora e se desideri, anche più di una volta poiché questa pratica tuttora mi diletta moltissimo.”
Dopo averli odorati, accarezzati, baciati e leccati in ogni loro parte, mi diedi a succhiarle lentamente le dita che lei manteneva separate in modo che la mia lingua potesse inserirsi meglio fra di loro.
“Complimenti Edda, sei stata bravissima !”
Ero talmente emozionata da non riuscire a risponderle. Di seguito non riuscii privarmi neanche del piacere di accarezzarle e baciarle le cosce con ardore. Quando la guardai negli occhi, li trovai socchiusi dovuto al piacere che sperimentava.
“Delia, scusami per essermi spinta tanto baciandoti anche le cosce ma non ho potuto resistere al tuo fascino. Io non volevo ….”
“Edda non devi scusarti affatto in quanto ho gradito moltissimo ogni tuo tenero e spontaneo gesto.”
Dopo qualche istante di titubanza, Delia fini di sorseggiare il gin e mi guardò fissa negli occhi.
“Potresti versare dell'altro gin nei nostri bicchierini ?”
“Delia, scusa ma riempirò soltanto il tuo in quanto dopo due bicchierini mi sento già quasi brilla.”
“Allora non insisto.”
Dopo aver sorseggiato quasi la metà del bicchierino, mi chiese :
“Edda, scusa l'indiscrezione ma non sarai mica lesbica anche tu ?”
Sfuggii momentaneamente al suo sguardo ma le parole < anche tu >, mi spinsero a fissarla decisamente negli occhi.
“Sì Delia, lo sono e mi dispiace tanto averti delusa. Scusa ma cosa intendi dire con < anche tu > ?”
Rimasi alquanto perplessa dal bagliore che scorsi nei suoi occhi; finì rapidamente di sorseggiare il contenuto del suo terzo bicchierino, mi sorrise teneramente e mi accarezzò dolcemente le guance.
“Volevo semplicemente lasciarti intendere che sono bisessuale e che non mi hai affatto delusa in quanto il piacere che mi procuri sapendoti lesbica è immenso. Nonostante gli uomini non mi sono mai mancati, molti anni fa ho avuto il mio primo rapporto saffico con una nostra comune amica e da allora ho continuato ad averne anche con altre donne poiché quando si assapora a pieno il corpo di una donna, risulta difficile privarsi di sperimentare nuovamente una tale inebriante sensazione.”
“Delia, anch'io provo piacere nel saperti anche lesbica e concordo pienamente con te poiché le sensazioni che si provano con una donna sono di gran lunga diverse da quelle che si provano con gli uomini. E comunque ero completamente all'oscuro delle tue vicende saffiche con una nostra comune amica. Potrei sapere chi è costei che conosco ma che ignoravo essere lesbica ?”
“Isa !”
“Isa ? La nostra parrucchiera ?”
“Proprio lei.”
“Ma che dici Delia ? Non lo avrei mai immaginato; questa sì che è notizia, Isa è lesbica e purtroppo l'ho sempre ignorato !”
“Non potevi accorgertene perché lei è troppo discreta e riservata.”
“Si è trasferita a Bergamo circa due anni fa.”
“Ne sono al corrente poiché ci sentiamo spesso telefonicamente e inoltre cinque mesi fa si è presa dieci giorni di ferie e li ha trascorso qui con me.”
“Non sapevo che era venuta a trovarti poiché è da parecchio che non ci vediamo. Appena rientrerò in Italia mi piacerebbe incontrarla. Che ne pensi ? Che mi suggerisci di fare ?”
“In realtà lei mi ha sempre detto che le piacevi e che aveva una voglia matta di scopare con te. Capirai bene che fra noi due non sussisteva alcun segreto poiché essendo io una sua cliente e sua ordinaria amica agli occhi dei conoscenti, eravamo anche e soprattutto intime amiche di letto. Né io, né Isa ti abbiamo mai fatto proposte indecenti poiché ignoravamo la bisessualità che nascondevi in modo a dir poco egregio. Non potevamo immaginare che anche tu fossi una porcellina come noi. Credimi ! Mi fa piacere sapere che nutri un particolare interesse per Isa e che vorresti portartela a letto non appena rientrerai in Italia. Sappi comunque che non te ne pentirai in quanto Isa a letto è una vera artista e un'eccellente professoressa. Provare per credere ! Comunque non fare nulla poiché ti spianerò la strada con lei. Quando ci sentiremo telefonicamente, le parlerò di te e sono certa che sarà lei stessa a contattarti e stabilire con te dove e quando potervi incontrare. Fidati !”
“Oh Delia, sei un tesoro di cugina e non so proprio come ringraziarti.”
A quel punto Delia si alzò, mi prese le mani e ci ritrovammo faccia a faccia. Si lasciò scivolare sensualmente le labbra lungo il mio collo, le orecchie, le guance e infine le accostò alle mie. Mi baciò appassionatamente e non potei evitare di rispondere al suo bacio con tutto il mio ardore di femmina. Ci accomodammo nuovamente sul divano rimanendo fortemente abbracciate.
“Edda, sono sempre stata tentata di stringerti fra le braccia e farti mia ma non ne ho mai avuto il coraggio.”
“Ad esserti sincera l'ultima volta che ti ho vista anch'io ho provato lo stesso desiderio e non immagini quanti ditalini ho dedicato sia a te che alla zia Mirta.”
“Edda sei un'amore. Purtroppo mi rincresce dirti che mia madre è decisamente eterosessuale. Comunque vorrei che mi parlassi riguardo i tuoi rapporti saffici.”
Le raccontai tutto iniziando proprio dalla mia vacanza in Francia dove conobbi casualmente Odette e Inaya. A sua volta, Delia mi parlò dell'amicizia che aveva con alcune lesbiche e bisessuali tedesche.
“Potrei conoscerne qualcuna ?”
“Oh sì, lo farò volentieri e quanto prima ! Grazie al mio lavoro conosco molte persone e sono anche molto selettiva riguardo la scelta di queste amicizie particolari.”
“Si tratta di persone sposate ?”
“Due di loro lo sono e siccome i loro mariti sono a conoscenza della loro bisessualità, spesso abbiamo avuto modo di goderci parecchie lunghe ed entusiasmanti orgie poiché siamo tutti sessualmente molto aperti e non ci siamo mai posti alcun limite. Non dubito che ti piaceranno e che tu piacerai anche a loro poiché saranno entusiasti di allargare il nostro intimo gruppetto. Ti garantisco che sono tutti molto educati, riservati e tengono molto all'igiene. Fidati Edda, li conosco troppo bene e so dei loro gusti. In base alle mie esperienze, ti assicuro che i loro mariti ostentano dei cazzi dotati e talmente resistenti che mi hanno sempre scopata nel migliore dei modi e ogni volta mi hanno lasciata più che soddisfatta. Vedrai che anche tu li gradirai parecchio e sia la tua fica che il tuo culo avranno un bel da fare coi loro bei cazzi. Sono sicura che non ti sarà facile dimenticare questa tua breve vacanza perché la trascorrerai essenzialmente all'insegna dei piaceri sessuali tanto saffici che etero.”
“Me lo auguro tanto Delia e stando a ciò che dici, non vedo l'ora di conoscere questi tuoi amici. Le mie cavità saranno molto disposte ad accogliere quei cazzi.”
“Bravissima Edda, è proprio così che si esprime una vera femmina da letto aperta a tutto.”
“Mi piacerebbe che Gualtiero fosse come uno dei loro mariti ma lui è troppo tagliato all'antica : condanna con fermezza il sesso aperto, la trasgressione nonché l'omosessualità. Sono altresì certa che se scoprisse che sono lesbica, non esiterebbe a ripudiarmi e a chiedermi immediatamente il divorzio e inoltre mi proibirebbe di vedere i miei figli.”
“Edda, mettendomi a conoscenza della tua insoddisfazione sessuale, anch'io penso che avresti meritato un marito molto diverso, uno come quelli. Siccome poco fa mi hai detto che se Gualtiero venisse a sapere che sei anche lesbica, ti chiederebbe subito il divorzio, mi chiedo cosa farebbe se venisse a sapere che già da oggi hai l'intenzione di mettergli le corna e per di più cosa farebbe se venisse a sapere che al tuo rientro in Italia le sue corna sono già eccessivamente sviluppate ?”
“Mi chiederebbe ugualmente il divorzio. Mi chiedo che colpa posso avere se Gualtiero, a sua insaputa, aveva sposato una lesbica che già si sente più che pronta a farsi sbattere dal primo che incontra ?”
“In effetti, tu non hai alcuna colpa poiché è la nostra indole, e aggiungerei che è anche il nostro inconscio, che ci spinge a fare determinate cose.”
Eravamo già troppo eccitate e non potemmo evitare di baciarci nuovamente per assaporare lussuriosamente le nostre febbrili lingue.
“Edda, tralasciamo di parlare di altri e concentriamoci su di noi poiché da troppi anni ho una gran voglia matta di scoparti. Andiamo subito a letto.”
“Delia, concordo pienamente con te. Incamminiamoci subito verso la tua stanza da letto. Non posso attendere oltre e sappi che d'ora in poi sarò anche la tua incondizionata serva tuttofare e puttana personale.”
“Mia cara cugina, sei un vero tesoro ma non merito tanta disponibilità. Queste vestaglie ci sono ormai di ostacolo. Liberiamocene subito.”
Ce le togliemmo e le lasciammo cadere sul pavimento.
“Complimenti Edda. I tuoi slip sono molto sexy e ti donano parecchio.”
“Grazie Delia, li ho scelti con cura. Come mai tu non li indossi ?”
“E' già da parecchi anni che ho deciso di non indossarne più poiché mi facevano sentire prigioniera. Ho il costante bisogno di sentirmi libera, sicura e padrona di me stessa nonché sempre pronta all'uso per qualsiasi occasione mi si presenti, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, per svolgere i compiti di femmina disponibilissima e aperta a qualsiasi situazione, evitando di conseguenza, la perdita di tempo prezioso per togliermeli.”
“Considero questo tuo concetto alquanto interessante nonché peculiare.”
“In realtà me lo ha trasmesso una delle mie amiche da letto.” disse sorridendo.
Quindi ci accomodammo sull'ampio letto per sfogare quei nostri lussuriosi desideri da troppo tempo repressi. Delia si mise subito alla pecorina e mi diedi a leccarle a lungo le cosce, la totalità dei suoi bei glutei, il suo accogliente buchetto e infine la schiena. Di seguito si mise con le spalle sul letto in modo da lasciarmi assaporare le sue belle tette e infine la sua accogliente fica che perlustrai ardentemente con la mia febbrile lingua. Quindi cambiammo di posizione e Delia mi assaporò per intero allo stesso modo. Seguì un morbosissimo 69 e culminammo quel travolgente amplesso stendendoci di spalle e contrapposte sul letto. Lasciammo che le nostre cosce si accavallassero reciprocamente in modo che le nostre fiche potessero strisciare lussuriosamente l'una sull'altra. E' superfluo puntualizzare che entrambe raggiungemmo raffiche di orgasmi e quel sublime climax di cui ne eravamo troppo desiderose e bisognose. Al termine della nostra favolosa scopata, rimanemmo alcuni minuti sul letto a riposare e a scambiarci sguardi colmi di soddisfazione senza proferire alcuna parola. Poi ci alzammo per concederci una morbosissima doccia e infine tornammo a letto dove ci addormentammo placidamente. Quando al mattino ci svegliammo, ci concedemmo un'altra sublime scopata raggiungendo ancora una volta raffiche di orgasmi. In quei giorni scopavamo frequentemente e dato che lei era in ferie. si prodigò anche a farmi da cicerone in quell'affascinante territorio. Siccome un pomeriggio Delia ricevette un invito a cena da parte della sua amica Ingrid, e dal marito Kersen, Delia le chiese se potesse portare anche me affinché mi conoscessero. Verso le ore 20 li raggiungemmo nella loro casa di campagna lontana dal caos cittadino poiché in quei giorni vi si trovavano a villeggiare. Delia mi aveva informata che si trattava di persone per bene, fine, educate, molto riservate che tra l'altro parlavano abbastanza bene la lingua italiana poiché entrambi avevano frequentato corsi di specializzazione, relativi alle loro professioni, presso un'università a Roma. Ingrid era una bella professoressa cinquantenne e aveva una cattedra di storia dell'arte presso l'università di Dusseldorf. mentre Kersen era un affermato avvocato cinquantaquattrenne. Delia mi disse pure di aver presentato loro Isa e dato che Ingrid e Kerson ne erano rimasti molto compiaciuti, l'avevano ospitata un intero giorno nella loro casa di città. Siccome anche Isa era rimasta molto soddisfatta della loro compagnia, vi rimase pure il giorno successivo trascorrendo un'altra lunga nottata nel loro ampio letto matrimoniale all'insegna del sesso. Quando Kersen ci aprì la porta fummo subito colpite dal suo inusuale abbigliamento poiché indossava una toga tipica dei senatori della Roma antica. Kersen ci accolse con un ampio sorriso e ci salutò inchinandosi e offrendoci un reverente baciamano. A sua volta, Ingrid ci venne incontro con uno smagliante sorriso e ci salutò calorosamente. Ammetto che Kersen ostentava un fisico abbastanza prestante e che la bella Ingrid mi colpì piacevolmente sia per le sue forme giunoniche che per l'eleganza poiché indossava un fine peplo bianco con bordi di colore rosso e fermagli dorate alle spalle. Sebbene il loro vestiario era eccessivamente anacronistico non facemmo loro alcuna domanda al riguardo. Siccome Delia non era mai stata in quella casa, loro si prodigarono a farcela visitare quasi interamente. Mentre Kersen mi mostrava la sua collezione di sculture, di quadri e quant'altro ripetendo sempre con orgoglio che si trattava di eccellenti prodotti originali di alta manifattura tedesca. Data la confidenza che Delia aveva ormai con loro, ad un tratto osò chiedere il motivo per cui entrambi indossavano tali indumenti che sebbene li rendessero molto eleganti, erano anacronistici.
“Mia cara Delia, sappi che non vi abbiamo fatto visitare la totalità di questa casa perché ancora ne comprende altre due ampie stanze che per chiunque la visiti, risulterà essere una particolare sorpresa.”
“Per favore Ingrid, potresti essere più esplicita ? Mi incuriosisci troppo.”
“Prima di risponderti ti assicuro che fra poco sarete voi a provare dell'anacronismo riguardo il vostro abbigliamento poiché l'ambiente in cui vi troverete, vi farà sentire parecchio a disagio.”
“Ingrid, ad ogni istante mi incuriosisci sempre più. Per cortesia, vai al sodo.”
Ingrid le si avvicinò con un dolce sorriso e le baciò teneramente sulla guancia.
“Delia, non è affatto mia intenzione tenervi sulle spine ma prima di farvi vedere la sorpresa che abbiamo in serbo per voi, vorrei ricordarti che io e Kersen abbiamo vissuto parecchio a Roma e che siamo rimasti colpiti dalla sua bellezza e dalla sua affascinante storia.”
“Mia carissima Ingrid, so bene del vostro entusiasmo al riguardo.”
Kersen si avvicinò quindi a Delia e appoggiando un braccio sulle spalle, le disse :
“Delia, sai bene che a differenza di me, Ingrid fa sempre lunghe premesse. In poche parole, per soddisfare il nostro ego abbiamo fatto modificare due ampie stanze per ricavare una piccola domus dell'Urbs Aeterna.”
“Una casetta della Roma antica da queste parti ?”
“E' ciò che abbiamo fatto. Tra l'altro ieri ho anche avuto l'idea di far costruire un ristorante il più simile possibile a una taberna della Roma antica, nel giardino di questa casa poiché la sua eccessiva superficie, lo consente. Adesso preparatevi alla sorpresa e seguitemi.”
Kersen aprì subito una porta del salotto in cui ci trovavamo e percorremmo un corridoio poco illuminato e lungo quasi un metro. Di seguito scostò una grande tendina ed entrammo in un luogo alquanto buio. Kersen e Ingrid accesero subito tutte le candele, fiaccole e lampade ad olio disposte nella stanza e quando fu bene illuminata, io e Delia ne rimanemmo visibilmente stupefatte. Dopo ci fecero entrare nella stanza adiacente nel cui centro c'era una grande vasca da bagno affiancata da una panca a due posti e due tavolini, tutto in marmo pregiato. Non nego che mi sentii sbalzare nel tempo. Nonostante mi trovassi a Dusseldorf mi ritrovai in una autentica casa della Roma imperiale. Tutti gli oggetti, e decorazioni erano stati curati nei minimi dettagli ed ebbero piacevolissimo effetto in noi poiché ci ritrovammo improvvisamente catapultate indietro di secoli come se ci trovassimo in una vera casa della Roma antica oppure in un set cinematografico perfettamente allestito. Le pareti erano decorate con tappezzerie, affreschi, quadri, vessilli e qualche specchio. Sul soffitto vi erano diversi arazzi e al centro vi era applicato un grande specchio. Il pavimento era invece tutto composto da pregiati mosaici.
“Siete stati bravissimi ad avere questa brillante idea e mi congratulo vivamente con voi in quanto tutto questo ha del fantastico. Se me lo permettete, trovo solo due discrepanze, lo specchio sul soffitto e il condizionatore d'aria, ma purtroppo l'aria fresca è indispensabile in estate.” dissi loro emozionata.
“Edda mi fa piacere sapere che tutto ciò che vedi ti piaccia e ti do ragione riguardo lo specchio sul soffitto poiché è stata un'idea del tutto mia per incrementare l'illuminazione della stanza. Riguardo gli altri due specchi che ho applicato alle pareti, dirò che sono stati anche una mia anacronistica idea. Comunque mi fa piacere saperti tanto perspicace.” mi disse Kersen.
“Secondo me stando coricati sul triclinio è anche bello volgere lo sguardo verso l'altro e guardare sia la stanza che le persone da un'altra prospettiva.” aggiunsi.
“Brava, concordo con te anche su questo. Avevamo in mente questo progetto già da parecchi anni ed è stato portato a termine due giorni fa. Per queste due stanze abbiamo sborsato un piccolo patrimonio ma ne è valsa la pena poiché ne siamo rimasti molto soddisfatti. Parecchi di questi oggetti sono stati acquistati a Roma però nella loro maggior parte si tratta di eccellenti prodotti originali di alta manifattura tedesca.” replicò Kersen con tanto orgoglio.
“Delia, in qualità di nostra intimissima amica, abbiamo voluto che fossi tu la prima ad entrare in queste due stanze. Edda, questo vale anche per te. Delia mi ha già parlato di te e ti ringrazio per essere venuta a conoscerci; spero che anche tu diventi nostra intima amica come Delia lo è già da tempo.” ci disse Ingrid.
Mi avvicinai subito a lei e la baciai d'istinto sulle labbra.
“Ingrid, non dubito affatto che diventerò una vostra intima amica poiché oltre a rendermi conto che sei realmente una gran bella donna, vi trovo entrambi molto interessanti poiché anche Kersen mi ha fatto un'ottima impressione.”
“Edda, contraccambio la tua impressione con molto piacere e mi auguro di essere all'altezza delle tue aspettative nei miei confronti.” mi disse Kersen.
“Kersen, ne sei perfettamente in grado. Delia mi ha parlato molto bene di te.”
A quel punto Ingrid ci osservò e ci chiese se anche noi desideravamo indossare calzari, monili e abbigliamento romano come lei e Kersen in modo da adeguarci alla loro piccola domus. Siccome acconsentimmo entusiaste, Kersen si apprestò ad aprire le ante di un ampio armadio e una spaziosa cassapanca, entrambi in stile romano. Kersen, visibilmente soddisfatto, ci disse :
“Prego avvicinatevi. Qui troverete tutto l'occorrente. Fate le vostre scelte con calma e intanto che vi cambiate gli indumenti nell'altra stanza, dove troverete anche delle bacinelle per lavarvi le mani, io e Ingrid andremo in cucina a prendere la cena.”
L'armadio e la cassapanca contenevano un vasto e interessante assortimento di pepli, tuniche, toghe, stole, diversi modelli di calzari, collane, braccialetti e tanto altro. Delia scelse un lungo peplo blu, con un'ampia scollatura, senza maniche, con una mantellina bianca e cintura dorata. Io invece trovai una toga rossa monospalla, lunga fino a metà coscia, senza maniche, con un mantellina gialla sulla spalla e una sottile cintura dorata. Entrambe ci osservammo bene di fronte ad alcuni specchi che decoravano ancor meglio la stanza e rientrammo in quella adiacente notando che su un tavolo di pietra vi erano alcuni vassoi colmi di prelibate leccornie. Ingrid e Kersen ci raggiunsero dopo pochi istanti portando due vassoi con frutta, tre brocche d'acqua e tre di vino. Entrambi ci osservarono e non potei fare a meno di notare la loro piena soddisfazione poiché elogiarono le nostre scelte.
“Edda sei elegantissima ma sappi che nell'antica Roma era proprio l'abbigliamento di colore rosso che permetteva di contraddistinguere le innumerevoli meretrici che pullulavano liberamente in città.” mi disse morbosamente Ingrid.
“Ingrid, ti assicuro che non lo sapevo. Siccome non penso cambiarlo con un altro poiché questo mi è piaciuto tanto e trattandosi del colore distintivo delle puttane, di conseguenza dovrò considerarmi la puttana di ognuno di voi. Non credi ?”
“Oh Edda, avremo tempo per parlarne in seguito. Ti trovo anche parecchio audace ma adesso pensiamo ad imbandire i tavolini.”
Di seguito li aiutammo ad appoggiare i diversi vassoi, piatti, posate particolari, coppe ed altro sugli spaziosi tavolini vicinissimi a un divano triclinare a un posto fiancheggiato da due triclini a due posti. Fu allora che Kersen versò del vino nelle coppe dicendo :
“Alziamo le coppe, rendiamo omaggio a Bacco e brindiamo al nostro incontro.”
Dopo il brindisi, mi sdraiai sul divano triclinare, Delia e Ingrid occuparono il triclinio alla mia destra e Kersen quello alla mia sinistra. Demmo quindi inizio al banchetto e intuì che stava per iniziare anche una sorta di baccanale. Dopo aver mangiato a sazietà arrosto di tenero agnello, verdure e frutta, senza tralasciare l'ottimo vino, ci recammo nella stanza adiacente per lavarci le mani nelle bacinelle e quando rientrammo mi soffermai davanti a Ingrid prima che si adagiasse sul suo triclinio.
“Ingrid, in base al discorso che avevi fatto riguardo il colore rosso della mia toga, non mi hai dato alcuna risposta. Ti ripropongo la domanda : posso considerarmi la vostra puttana ?” le chiesi contemplandola dalla testa ai piedi con uno sguardo stracolmo di libidine che lei percepì immediatamente.
“Ma certamente mia bella Edda.”
A quel punto ci abbracciammo e dopo esserci baciate appassionatamente, Ingrid si sdraiò sul triclinio, si spostò il peplo e si allargò le gambe.
“Dai Edda, accomodati pure e comincia a fare la puttana con me. Fammi godere e se il mio peplo ti procura qualche fastidio, spostalo ancor di più ma se desideri, puoi anche togliermelo. Lo dico essenzialmente per te, per metterti a tuo completo agio e farti destreggiare meno.”
“Grazie per la tua collaborazione Ingrid ma per adesso mi basta solo spostarti il peplo di poco. Eventualmente ti avvertirò più tardi poiché inizialmente voglio dedicarmi ai tuoi piedi.”
“Oh benissimo ! Se vuoi toglimi i calzari.”
“Lo farò senz'altro perché ho bisogno di avere un accesso completo ai tuoi piedi.”
“Brava Edda, allora toglimeli subito.”
Mi inginocchiai subito, le tolsi i calzari, le omaggiai i piedi, le gambe e dopo le scostai ancor di più il peplo per accedere alla totalità delle sue cosce che leccai ardentemente. Quando mi fermai alcuni istanti per contemplare il suo folto pube nonché la sua splendida fica, mi sentii dire :
“Edda, pulchra femina, linge topam meam.”
“Ingrid ti leccherò la topa per bene e farò senz'altro del mio meglio per omaggiartela come ben meriti. Ti chiedo di scusarmi per essermi fermata a contemplare i sensualissimi peli neri del tuo vasto pube che trovo a dir poco splendido.”
“Edda, non ho avuto bisogno di sollevarmi per guardarti poiché attraverso lo specchio del soffitto ho visto che eri ferma a contemplarmi il pube. Comunque non hai bisogno di scusarti poiché ti comprendo perfettamente. Piuttosto sono io a scusarmi per non averti ringraziato riguardo l'eccellente trattamento che mi hai offerto omaggiando con eccessiva abilità i miei piedi. Sei stata bravissima.”
“Ingrid, ho provato un grande piacere omaggiando i tuoi stupendi piedi. Sappi che hai un pube talmente meraviglioso che non posso tralasciare di ossequiare. Oltre a sentirmene in dovere, ho un'impellente bisogno di baciarlo e lasciare che il naso, le labbra e la lingua vi scivolino su per odorarlo, baciarlo e slinguarlo anche se oltre a ciò, vorrei che prima di andarmene mi concedessi il desiderio tagliarti alcuni peli con una forbicina oppure strapparli coi denti, portarmeli e custodirli come ricordo. Scusami se adesso mi fermo qualche altro istante ma il bisogno di contemplare la bellezza del tuo pube è troppo forte e non riesco a frenarmi.”
“Sappi che potrai tagliarmi o strapparmi coi denti i peli che desideri, anzi farò di più, dato il tuo desiderio, approfitterò per accorciarli un pò giacché sono alquanto lunghi e te li regalerò. Comunque prenditi il tempo che ti occorre per continuare a contemplami il pube e poi accomodati su di esso e per favore non scusarti più.”
“Grazie mille Ingrid, sei una gentilissima nobildonna e ti ringrazio a priori per volermi regalare i tuoi sensualissimi peli.”
Poco dopo mi appoggiai il naso sul suo pube, socchiusi gli occhi per l'emozione e inspirai quanto più mi fu possibile. Di seguito apposi le labbra sui suoi peli per baciarli teneramente su più parti e infine glieli accarezzai lentamente con la lingua.
“Edda penso che dovrei sporgermi le cosce un po' fuori dal triclinio, non credi ?”
“Penso di potermi destreggiare meglio se ti spostassi fino ad appoggiarti il culo sul bordo del triclinio anche se sarebbe ancora meglio che ti togliessi il peplo.”
“Brava Edda, anch'io lo pensavo poiché adesso è proprio necessario togliermelo.”
Ingrid si alzò e la aiutai a togliersi il peplo. Dopo ebbi l'idea di farla sdraiare su di un fianco facendole appoggiare il culo sul bordo del triclinio e il piede destro sul pavimento.
“Edda, penso che sia proprio questa sia la posizione più comoda per entrambe.”
“In effetti lo penso anch'io. Se mantieni la gamba sinistra ben divaricata posso accedere anche al tuo culo. Comunque se non riesci a trattenerla alzata parecchio tempo, avvertimi e te la trattengo io stessa poiché ho bisogno di tempo per stimolarti bene. E comunque prima di accedere alla tua topa, approfitto che hai la gamba completamente alzata per leccarla ancora un po' iniziando dal piede.”
“Sì Edda, leccami ciò che vuoi. Sei un vero tesoro e mi tratti benissimo.”
“Ingrid, lo faccio perché mi piaci tanto e inoltre essendo la tua puttana devo farlo.”
“ E' vero Edda sei la mia puttana preferita.”
Le leccai nuovamente il piede, la gamba e la coscia e poi mi diedi a leccarle a lungo e con tanta veemenza la sua bellissima topa intanto che Delia offriva un eccellente fellatio a Kersen e quando il suo cazzo raggiunse la massima erezione ostentando tutta la sua virilità, Delia si accostò alle tette di Ingrid per stimolarla maggiormente. Trovandomi ancora inginocchiata alla pecorina intenta a slinguare la topa di Ingrid, Kersen ne approfittò per inginocchiarsi dietro di me. A quel punto mi sollevai la toga affinché accedesse al mio culo. Kersen cominciò a baciare e le leccare senza sosta sia i miei glutei che il mio affamato buchetto. Una decina di minuti dopo, Delia accostò la sua fica sulla bocca di Ingrid per farsela slinguare intanto che io continuavo ad occuparmi della topa di Ingrid. D'un tratto avvertii che Kersen aveva iniziato ad accarezzarmi i glutei e il buchetto col suo robusto cazzo e siccome poco dopo si fermò lasciando che il mio buchetto gli trattenesse appena la punta della cappella del suo cazzo, volsi lo sguardo verso lo specchio del soffitto e lo vidi fermo a sorseggiare del vino. Ciò mi spinse a dirgli :
“Suvvia Kersen, non farmi attendere oltre. La mia fica è troppo desiderosa di accogliere e stringere con tutte le sue forze il tuo eccellente prodotto originale di alta manifattura tedesca.”
Anche Ingrid guardò Kersen attraverso lo specchio e si fermò per dirgli :
“Kersen lasciati sprofondare il cazzo nel culo di questa meretrice e strapazzaglielo come si merita. Bada bene a non farmi fare brutta figura.”
Con la tipica solennità degli antichi consoli romani, Kersen proferì queste parole :
“Ego, nobilis Kersenus inculo te Edda, pulchra femina Italica, in nomine Senatus et populi Romani !”
“Nobile Kersenus, se lo desideri, inculami anche a nome di tutti i barbari, ma fallo adesso senza titubare. Anche se quasi affianco a te c'è il busto in gesso di Giulio Cesare, lui è come se ti stesse guardando e se potesse parlare ti direbbe di incularmi subito e di non perdere più tempo.”
A quel punto Kersen mi trattenne fortemente i fianchi e spinse lentamente il suo cazzo all'interno del mio buchetto incrementando sempre più la velocità di sodomizzazione fin quando fui costretta a staccarmi le labbra dalla topa di Ingrid poiché i miei incontrollabili movimenti mi facevano inarcare costantemente. Quando Kersen finì la sua prepotente cavalcata, avvertii i suoi forti getti di sborra inondarmi internamente per bene; quindi crollò esausto sulla mia schiena e la mia bocca tornò ad appoggiarsi sulla topa di Ingrid ma stavolta bruscamente. Quando Delia e Ingrid raggiunsero l'ultimo orgasmo rimasero sdraiate sul triclinio mentre io e Kersen rimanemmo sul pavimento. Poi ci recammo nell'altra stanza per lavarci nell'ampia vasca e infine io e Delia ci rivestimmo per tornare a Dusseldorf. Prima di congedarci, Kersen ci regalò l'intero abbigliamento che avevamo indossato come ricordo del nostro primo incontro e Ingrid a sua volta, mi regalò una bustina di plastica contenente alcuni peli del suo pube che le avevo tolto coi denti più i ciuffetti che io stessa le avevo tagliato. In conclusione trascorsi quell'indimenticabile vacanza all'insegna di lussuriosi piaceri poiché nel corso dei giorni che seguirono, Delia mi presentò dapprima un'altra sua amica e dopo un'altra coppia di coniugi coi quali sebbene Delia mi facesse da interprete, ci comprendemmo benissimo poiché ci avvalemmo dell'affascinante, semplice e intuitivo linguaggio internazionale del sesso che va ben aldilà di qualsiasi idioma che l'uomo abbia mai ideato.
---------------- F I N E -----------------
La mia prediletta e affascinante zia Mirta mi ha sempre attratta al punto che ad oggi mi è difficile conteggiare i soddisfacenti ditalini che le ho dedicato nel corso degli anni. Circa 3 anni fa accolsi l'invito di una delle sue due figlie, Delia, per trascorrere una breve vacanza in Germania poiché subito dopo essersi diplomata in ragioneria, venne assunta da una nota società di assicurazioni a Dusseldorf; vi si trovò tanto bene che qualche anno dopo accese un mutuo per l'acquisto di un vecchio appartamento e quando ebbe la sufficiente disponibilità economica, lo fece ristrutturare. Appena scesi dal treno Delia mi si avvicinò euforica a braccia aperte in quanto non ci vedevamo da più di sei anni. Mi portò dapprima a cena in un ristorante e dopo nel suo appartamento dove mi concessi subito una rilassante doccia. Il suo comodo e accogliente trilocale era ben accessoriato con vista al fume Reno, vicinissimo al centro della città e lo aveva ammobiliato in stile moderno ma economico. Ci accomodammo su un ampio divano sorseggiando l'eccellente dry gin Monkey 47 proveniente dalla Foresta Nera e subito mi chiese :
“Che mi racconti dei ragazzi ?”
“Mio figlio Omar ha compiuto diciannove anni e si è iscritto in una università della Norvegia. Io e Gualtiero abbiamo accettato tale decisione con rammarico senza opporci ai suoi desideri lasciandolo libero di scegliere il suo percorso invece il piccolo Elio ad ottobre frequenterà la prima media.”
“Avete fatto bene a non interferire poiché i ragazzi devono inseguire i loro sogni. E riguardo tuo marito, che mi dici ?”
“In realtà con Gualtiero non va tutto liscio poiché riguardo la sfera sessuale mi trascura parecchio.”
“Spiegati meglio Edda.”
“Settimanalmente sosteniamo appena uno o due squallidi rapporti.”
“Come mai se ha appena quarantanove anni ? Avrà forse un'altra donna ?”
“Non penso che abbia un'amante poiché col suo brutto ma sincero carattere, me ne avrebbe già parlato e tra l'altro finora non ne ho alcun indizio. Sospetto invece che abbia un forte calo di appetito sessuale. Lavorando da sempre nell'edilizia, noto che ogni sera rientra molto stanco e nonostante sia il titolare dell'impresa, lavora senza risparmiarsi come gli altri suoi operai. Stando a letto poche volte mi chiede di prendergli il cazzo in bocca e quando dopo tanti stenti gli si indurisce, me lo schiaffa subito dentro e sborra dopo molti assalti. A quel punto si gira dall'altra parte e si addormenta.”
“Sbaglio al pensare che neanche ti stimola ?”
“Non sbagli e siccome quando sborra rimango insoddisfatta e con desiderio, mi autogratifico fino a raggiungere il climax. Spesso i miei incontrollabili gemiti e movimenti lo fanno svegliare; lui si gira e mi osserva imperterrito in quanto lo ho ammonito di non disturbarmi mentre mi masturbo.”
“Mia cara Edda, mi spiace veramente saperti in tali condizioni a soli quarantuno anni.”
Nonostante parlassi delle mie vicende sorseggiando anche il gin, i miei pensieri erano rivolti sempre alla sua bella figura.
“Gli anni non lasciano alcuna traccia su di te; sei bella come sempre e somigli sempre più alla zia Mirta.”
“Edda mi lusinghi parecchio poiché mi guardi con gli occhi del cuore senza accorgerti delle mie imperfezioni; ho appena quarantaquattro anni e sono già alquanto sciupata. Nonostante i suoi sessantacinque anni, mia madre si mantiene ancora in ottima forma mentre io già mi ritrovo con della cellulite e le tette che stanno andando un po' giù.”
“In effetti, la zia Mirta ha pochissima cellulite e ostenta un fisico invidiabile.”
“Quando è stata l'ultima volta che l'hai vista ?”
“Tre giorni fa. E' venuta alla spiaggia con noi e ho notato che col suo bel bikiny attirava l'attenzione di molti.”
“E' sempre stata una gran bella donna con una buona dose di sex appeal e come hai constatato, si da ancora il lusso dei bikini.”
Entrambe indossavamo delle corte vestaglie e trovandoci sul divano in posizione contrapposta, non potei fare a meno di contemplare le sue belle gambe. Forse i 47 gradi di quel gin stavano già facendo effetto su entrambe e in special modo su di me poiché non essendovi abituata, avvertii che dopo averne sorseggiato mezzo bicchierino, mi sentivo un po' brilla.
“Puoi dire ciò che vuoi ma trovo che hai delle gambe stupende.”
“Edda, ti sbagli, avvicinati e osservale bene.” replicò intanto che si scostava la vestaglia altezza del decoltè e delle cosce.
“Noti le tette non tanto sode, la cellulite sulle cosce e alcune vene già abbastanza visibili ?”
Finii di sorseggiare il Monkey 47 e mi inginocchiai affianco a lei alquanto eccitata poiché si era sollevata di parecchio la vestaglia..
“Per favore riempi altri due bicchierini e dopo palpami le cosce per convincerti che non mento.”
Le porsi il secondo bicchierino di gin e dopo averne sorseggiato un po' più della metà di quello che avevo preparato anche per me, le palpai leggermente le gambe e le cosce prendendomi la libertà di sollevarle ancor di più la vestaglia. Somigliava parecchio alla zia Mirta e improvvisamente mi vennero alla mente le lussuriose emozioni che sperimentavo quando le dedicavo dei lunghi e sublimi ditalini. La osservai in dettaglio e volsi lo sguardo istintivamente anche verso i suoi piedi.
“Delia, ti trovo stupenda e ti confesso che in una donna trovo interessante ed eccitante sia la cellulite che le tracce delle vene.”
Ero già abbastanza eccitata e dopo aver finito di sorseggiare il secondo bicchierino di gin, mi presi la libertà di accarezzarle delicatamente una coscia con una mano e con l'altra, un piede.
“Ricordi il tempo in cui giocavamo sulla riva del fiume e ad un tratto li volevi dapprima lavati e poi baciati ?”
“Mia cara Edda, ricordo con piacere e nostalgia i giochi che facevamo durante quella spensierata età. Padrona e serva, era quello il nostro gioco preferito. Gioivo molto ordinandoti di assolvere anche tanti altri miei capricciosi desideri.”
“E io ti obbedivo in tutto. Vorrei tanto che me li lasciassi omaggiare ancora una volta in quanto li trovo stupendi.”
“Volentieri Edda. Curo molto i piedi poiché li considero alcune delle mie zone più sensibili. Leccameli come allora e se desideri, anche più di una volta poiché questa pratica tuttora mi diletta moltissimo.”
Dopo averli odorati, accarezzati, baciati e leccati in ogni loro parte, mi diedi a succhiarle lentamente le dita che lei manteneva separate in modo che la mia lingua potesse inserirsi meglio fra di loro.
“Complimenti Edda, sei stata bravissima !”
Ero talmente emozionata da non riuscire a risponderle. Di seguito non riuscii privarmi neanche del piacere di accarezzarle e baciarle le cosce con ardore. Quando la guardai negli occhi, li trovai socchiusi dovuto al piacere che sperimentava.
“Delia, scusami per essermi spinta tanto baciandoti anche le cosce ma non ho potuto resistere al tuo fascino. Io non volevo ….”
“Edda non devi scusarti affatto in quanto ho gradito moltissimo ogni tuo tenero e spontaneo gesto.”
Dopo qualche istante di titubanza, Delia fini di sorseggiare il gin e mi guardò fissa negli occhi.
“Potresti versare dell'altro gin nei nostri bicchierini ?”
“Delia, scusa ma riempirò soltanto il tuo in quanto dopo due bicchierini mi sento già quasi brilla.”
“Allora non insisto.”
Dopo aver sorseggiato quasi la metà del bicchierino, mi chiese :
“Edda, scusa l'indiscrezione ma non sarai mica lesbica anche tu ?”
Sfuggii momentaneamente al suo sguardo ma le parole < anche tu >, mi spinsero a fissarla decisamente negli occhi.
“Sì Delia, lo sono e mi dispiace tanto averti delusa. Scusa ma cosa intendi dire con < anche tu > ?”
Rimasi alquanto perplessa dal bagliore che scorsi nei suoi occhi; finì rapidamente di sorseggiare il contenuto del suo terzo bicchierino, mi sorrise teneramente e mi accarezzò dolcemente le guance.
“Volevo semplicemente lasciarti intendere che sono bisessuale e che non mi hai affatto delusa in quanto il piacere che mi procuri sapendoti lesbica è immenso. Nonostante gli uomini non mi sono mai mancati, molti anni fa ho avuto il mio primo rapporto saffico con una nostra comune amica e da allora ho continuato ad averne anche con altre donne poiché quando si assapora a pieno il corpo di una donna, risulta difficile privarsi di sperimentare nuovamente una tale inebriante sensazione.”
“Delia, anch'io provo piacere nel saperti anche lesbica e concordo pienamente con te poiché le sensazioni che si provano con una donna sono di gran lunga diverse da quelle che si provano con gli uomini. E comunque ero completamente all'oscuro delle tue vicende saffiche con una nostra comune amica. Potrei sapere chi è costei che conosco ma che ignoravo essere lesbica ?”
“Isa !”
“Isa ? La nostra parrucchiera ?”
“Proprio lei.”
“Ma che dici Delia ? Non lo avrei mai immaginato; questa sì che è notizia, Isa è lesbica e purtroppo l'ho sempre ignorato !”
“Non potevi accorgertene perché lei è troppo discreta e riservata.”
“Si è trasferita a Bergamo circa due anni fa.”
“Ne sono al corrente poiché ci sentiamo spesso telefonicamente e inoltre cinque mesi fa si è presa dieci giorni di ferie e li ha trascorso qui con me.”
“Non sapevo che era venuta a trovarti poiché è da parecchio che non ci vediamo. Appena rientrerò in Italia mi piacerebbe incontrarla. Che ne pensi ? Che mi suggerisci di fare ?”
“In realtà lei mi ha sempre detto che le piacevi e che aveva una voglia matta di scopare con te. Capirai bene che fra noi due non sussisteva alcun segreto poiché essendo io una sua cliente e sua ordinaria amica agli occhi dei conoscenti, eravamo anche e soprattutto intime amiche di letto. Né io, né Isa ti abbiamo mai fatto proposte indecenti poiché ignoravamo la bisessualità che nascondevi in modo a dir poco egregio. Non potevamo immaginare che anche tu fossi una porcellina come noi. Credimi ! Mi fa piacere sapere che nutri un particolare interesse per Isa e che vorresti portartela a letto non appena rientrerai in Italia. Sappi comunque che non te ne pentirai in quanto Isa a letto è una vera artista e un'eccellente professoressa. Provare per credere ! Comunque non fare nulla poiché ti spianerò la strada con lei. Quando ci sentiremo telefonicamente, le parlerò di te e sono certa che sarà lei stessa a contattarti e stabilire con te dove e quando potervi incontrare. Fidati !”
“Oh Delia, sei un tesoro di cugina e non so proprio come ringraziarti.”
A quel punto Delia si alzò, mi prese le mani e ci ritrovammo faccia a faccia. Si lasciò scivolare sensualmente le labbra lungo il mio collo, le orecchie, le guance e infine le accostò alle mie. Mi baciò appassionatamente e non potei evitare di rispondere al suo bacio con tutto il mio ardore di femmina. Ci accomodammo nuovamente sul divano rimanendo fortemente abbracciate.
“Edda, sono sempre stata tentata di stringerti fra le braccia e farti mia ma non ne ho mai avuto il coraggio.”
“Ad esserti sincera l'ultima volta che ti ho vista anch'io ho provato lo stesso desiderio e non immagini quanti ditalini ho dedicato sia a te che alla zia Mirta.”
“Edda sei un'amore. Purtroppo mi rincresce dirti che mia madre è decisamente eterosessuale. Comunque vorrei che mi parlassi riguardo i tuoi rapporti saffici.”
Le raccontai tutto iniziando proprio dalla mia vacanza in Francia dove conobbi casualmente Odette e Inaya. A sua volta, Delia mi parlò dell'amicizia che aveva con alcune lesbiche e bisessuali tedesche.
“Potrei conoscerne qualcuna ?”
“Oh sì, lo farò volentieri e quanto prima ! Grazie al mio lavoro conosco molte persone e sono anche molto selettiva riguardo la scelta di queste amicizie particolari.”
“Si tratta di persone sposate ?”
“Due di loro lo sono e siccome i loro mariti sono a conoscenza della loro bisessualità, spesso abbiamo avuto modo di goderci parecchie lunghe ed entusiasmanti orgie poiché siamo tutti sessualmente molto aperti e non ci siamo mai posti alcun limite. Non dubito che ti piaceranno e che tu piacerai anche a loro poiché saranno entusiasti di allargare il nostro intimo gruppetto. Ti garantisco che sono tutti molto educati, riservati e tengono molto all'igiene. Fidati Edda, li conosco troppo bene e so dei loro gusti. In base alle mie esperienze, ti assicuro che i loro mariti ostentano dei cazzi dotati e talmente resistenti che mi hanno sempre scopata nel migliore dei modi e ogni volta mi hanno lasciata più che soddisfatta. Vedrai che anche tu li gradirai parecchio e sia la tua fica che il tuo culo avranno un bel da fare coi loro bei cazzi. Sono sicura che non ti sarà facile dimenticare questa tua breve vacanza perché la trascorrerai essenzialmente all'insegna dei piaceri sessuali tanto saffici che etero.”
“Me lo auguro tanto Delia e stando a ciò che dici, non vedo l'ora di conoscere questi tuoi amici. Le mie cavità saranno molto disposte ad accogliere quei cazzi.”
“Bravissima Edda, è proprio così che si esprime una vera femmina da letto aperta a tutto.”
“Mi piacerebbe che Gualtiero fosse come uno dei loro mariti ma lui è troppo tagliato all'antica : condanna con fermezza il sesso aperto, la trasgressione nonché l'omosessualità. Sono altresì certa che se scoprisse che sono lesbica, non esiterebbe a ripudiarmi e a chiedermi immediatamente il divorzio e inoltre mi proibirebbe di vedere i miei figli.”
“Edda, mettendomi a conoscenza della tua insoddisfazione sessuale, anch'io penso che avresti meritato un marito molto diverso, uno come quelli. Siccome poco fa mi hai detto che se Gualtiero venisse a sapere che sei anche lesbica, ti chiederebbe subito il divorzio, mi chiedo cosa farebbe se venisse a sapere che già da oggi hai l'intenzione di mettergli le corna e per di più cosa farebbe se venisse a sapere che al tuo rientro in Italia le sue corna sono già eccessivamente sviluppate ?”
“Mi chiederebbe ugualmente il divorzio. Mi chiedo che colpa posso avere se Gualtiero, a sua insaputa, aveva sposato una lesbica che già si sente più che pronta a farsi sbattere dal primo che incontra ?”
“In effetti, tu non hai alcuna colpa poiché è la nostra indole, e aggiungerei che è anche il nostro inconscio, che ci spinge a fare determinate cose.”
Eravamo già troppo eccitate e non potemmo evitare di baciarci nuovamente per assaporare lussuriosamente le nostre febbrili lingue.
“Edda, tralasciamo di parlare di altri e concentriamoci su di noi poiché da troppi anni ho una gran voglia matta di scoparti. Andiamo subito a letto.”
“Delia, concordo pienamente con te. Incamminiamoci subito verso la tua stanza da letto. Non posso attendere oltre e sappi che d'ora in poi sarò anche la tua incondizionata serva tuttofare e puttana personale.”
“Mia cara cugina, sei un vero tesoro ma non merito tanta disponibilità. Queste vestaglie ci sono ormai di ostacolo. Liberiamocene subito.”
Ce le togliemmo e le lasciammo cadere sul pavimento.
“Complimenti Edda. I tuoi slip sono molto sexy e ti donano parecchio.”
“Grazie Delia, li ho scelti con cura. Come mai tu non li indossi ?”
“E' già da parecchi anni che ho deciso di non indossarne più poiché mi facevano sentire prigioniera. Ho il costante bisogno di sentirmi libera, sicura e padrona di me stessa nonché sempre pronta all'uso per qualsiasi occasione mi si presenti, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, per svolgere i compiti di femmina disponibilissima e aperta a qualsiasi situazione, evitando di conseguenza, la perdita di tempo prezioso per togliermeli.”
“Considero questo tuo concetto alquanto interessante nonché peculiare.”
“In realtà me lo ha trasmesso una delle mie amiche da letto.” disse sorridendo.
Quindi ci accomodammo sull'ampio letto per sfogare quei nostri lussuriosi desideri da troppo tempo repressi. Delia si mise subito alla pecorina e mi diedi a leccarle a lungo le cosce, la totalità dei suoi bei glutei, il suo accogliente buchetto e infine la schiena. Di seguito si mise con le spalle sul letto in modo da lasciarmi assaporare le sue belle tette e infine la sua accogliente fica che perlustrai ardentemente con la mia febbrile lingua. Quindi cambiammo di posizione e Delia mi assaporò per intero allo stesso modo. Seguì un morbosissimo 69 e culminammo quel travolgente amplesso stendendoci di spalle e contrapposte sul letto. Lasciammo che le nostre cosce si accavallassero reciprocamente in modo che le nostre fiche potessero strisciare lussuriosamente l'una sull'altra. E' superfluo puntualizzare che entrambe raggiungemmo raffiche di orgasmi e quel sublime climax di cui ne eravamo troppo desiderose e bisognose. Al termine della nostra favolosa scopata, rimanemmo alcuni minuti sul letto a riposare e a scambiarci sguardi colmi di soddisfazione senza proferire alcuna parola. Poi ci alzammo per concederci una morbosissima doccia e infine tornammo a letto dove ci addormentammo placidamente. Quando al mattino ci svegliammo, ci concedemmo un'altra sublime scopata raggiungendo ancora una volta raffiche di orgasmi. In quei giorni scopavamo frequentemente e dato che lei era in ferie. si prodigò anche a farmi da cicerone in quell'affascinante territorio. Siccome un pomeriggio Delia ricevette un invito a cena da parte della sua amica Ingrid, e dal marito Kersen, Delia le chiese se potesse portare anche me affinché mi conoscessero. Verso le ore 20 li raggiungemmo nella loro casa di campagna lontana dal caos cittadino poiché in quei giorni vi si trovavano a villeggiare. Delia mi aveva informata che si trattava di persone per bene, fine, educate, molto riservate che tra l'altro parlavano abbastanza bene la lingua italiana poiché entrambi avevano frequentato corsi di specializzazione, relativi alle loro professioni, presso un'università a Roma. Ingrid era una bella professoressa cinquantenne e aveva una cattedra di storia dell'arte presso l'università di Dusseldorf. mentre Kersen era un affermato avvocato cinquantaquattrenne. Delia mi disse pure di aver presentato loro Isa e dato che Ingrid e Kerson ne erano rimasti molto compiaciuti, l'avevano ospitata un intero giorno nella loro casa di città. Siccome anche Isa era rimasta molto soddisfatta della loro compagnia, vi rimase pure il giorno successivo trascorrendo un'altra lunga nottata nel loro ampio letto matrimoniale all'insegna del sesso. Quando Kersen ci aprì la porta fummo subito colpite dal suo inusuale abbigliamento poiché indossava una toga tipica dei senatori della Roma antica. Kersen ci accolse con un ampio sorriso e ci salutò inchinandosi e offrendoci un reverente baciamano. A sua volta, Ingrid ci venne incontro con uno smagliante sorriso e ci salutò calorosamente. Ammetto che Kersen ostentava un fisico abbastanza prestante e che la bella Ingrid mi colpì piacevolmente sia per le sue forme giunoniche che per l'eleganza poiché indossava un fine peplo bianco con bordi di colore rosso e fermagli dorate alle spalle. Sebbene il loro vestiario era eccessivamente anacronistico non facemmo loro alcuna domanda al riguardo. Siccome Delia non era mai stata in quella casa, loro si prodigarono a farcela visitare quasi interamente. Mentre Kersen mi mostrava la sua collezione di sculture, di quadri e quant'altro ripetendo sempre con orgoglio che si trattava di eccellenti prodotti originali di alta manifattura tedesca. Data la confidenza che Delia aveva ormai con loro, ad un tratto osò chiedere il motivo per cui entrambi indossavano tali indumenti che sebbene li rendessero molto eleganti, erano anacronistici.
“Mia cara Delia, sappi che non vi abbiamo fatto visitare la totalità di questa casa perché ancora ne comprende altre due ampie stanze che per chiunque la visiti, risulterà essere una particolare sorpresa.”
“Per favore Ingrid, potresti essere più esplicita ? Mi incuriosisci troppo.”
“Prima di risponderti ti assicuro che fra poco sarete voi a provare dell'anacronismo riguardo il vostro abbigliamento poiché l'ambiente in cui vi troverete, vi farà sentire parecchio a disagio.”
“Ingrid, ad ogni istante mi incuriosisci sempre più. Per cortesia, vai al sodo.”
Ingrid le si avvicinò con un dolce sorriso e le baciò teneramente sulla guancia.
“Delia, non è affatto mia intenzione tenervi sulle spine ma prima di farvi vedere la sorpresa che abbiamo in serbo per voi, vorrei ricordarti che io e Kersen abbiamo vissuto parecchio a Roma e che siamo rimasti colpiti dalla sua bellezza e dalla sua affascinante storia.”
“Mia carissima Ingrid, so bene del vostro entusiasmo al riguardo.”
Kersen si avvicinò quindi a Delia e appoggiando un braccio sulle spalle, le disse :
“Delia, sai bene che a differenza di me, Ingrid fa sempre lunghe premesse. In poche parole, per soddisfare il nostro ego abbiamo fatto modificare due ampie stanze per ricavare una piccola domus dell'Urbs Aeterna.”
“Una casetta della Roma antica da queste parti ?”
“E' ciò che abbiamo fatto. Tra l'altro ieri ho anche avuto l'idea di far costruire un ristorante il più simile possibile a una taberna della Roma antica, nel giardino di questa casa poiché la sua eccessiva superficie, lo consente. Adesso preparatevi alla sorpresa e seguitemi.”
Kersen aprì subito una porta del salotto in cui ci trovavamo e percorremmo un corridoio poco illuminato e lungo quasi un metro. Di seguito scostò una grande tendina ed entrammo in un luogo alquanto buio. Kersen e Ingrid accesero subito tutte le candele, fiaccole e lampade ad olio disposte nella stanza e quando fu bene illuminata, io e Delia ne rimanemmo visibilmente stupefatte. Dopo ci fecero entrare nella stanza adiacente nel cui centro c'era una grande vasca da bagno affiancata da una panca a due posti e due tavolini, tutto in marmo pregiato. Non nego che mi sentii sbalzare nel tempo. Nonostante mi trovassi a Dusseldorf mi ritrovai in una autentica casa della Roma imperiale. Tutti gli oggetti, e decorazioni erano stati curati nei minimi dettagli ed ebbero piacevolissimo effetto in noi poiché ci ritrovammo improvvisamente catapultate indietro di secoli come se ci trovassimo in una vera casa della Roma antica oppure in un set cinematografico perfettamente allestito. Le pareti erano decorate con tappezzerie, affreschi, quadri, vessilli e qualche specchio. Sul soffitto vi erano diversi arazzi e al centro vi era applicato un grande specchio. Il pavimento era invece tutto composto da pregiati mosaici.
“Siete stati bravissimi ad avere questa brillante idea e mi congratulo vivamente con voi in quanto tutto questo ha del fantastico. Se me lo permettete, trovo solo due discrepanze, lo specchio sul soffitto e il condizionatore d'aria, ma purtroppo l'aria fresca è indispensabile in estate.” dissi loro emozionata.
“Edda mi fa piacere sapere che tutto ciò che vedi ti piaccia e ti do ragione riguardo lo specchio sul soffitto poiché è stata un'idea del tutto mia per incrementare l'illuminazione della stanza. Riguardo gli altri due specchi che ho applicato alle pareti, dirò che sono stati anche una mia anacronistica idea. Comunque mi fa piacere saperti tanto perspicace.” mi disse Kersen.
“Secondo me stando coricati sul triclinio è anche bello volgere lo sguardo verso l'altro e guardare sia la stanza che le persone da un'altra prospettiva.” aggiunsi.
“Brava, concordo con te anche su questo. Avevamo in mente questo progetto già da parecchi anni ed è stato portato a termine due giorni fa. Per queste due stanze abbiamo sborsato un piccolo patrimonio ma ne è valsa la pena poiché ne siamo rimasti molto soddisfatti. Parecchi di questi oggetti sono stati acquistati a Roma però nella loro maggior parte si tratta di eccellenti prodotti originali di alta manifattura tedesca.” replicò Kersen con tanto orgoglio.
“Delia, in qualità di nostra intimissima amica, abbiamo voluto che fossi tu la prima ad entrare in queste due stanze. Edda, questo vale anche per te. Delia mi ha già parlato di te e ti ringrazio per essere venuta a conoscerci; spero che anche tu diventi nostra intima amica come Delia lo è già da tempo.” ci disse Ingrid.
Mi avvicinai subito a lei e la baciai d'istinto sulle labbra.
“Ingrid, non dubito affatto che diventerò una vostra intima amica poiché oltre a rendermi conto che sei realmente una gran bella donna, vi trovo entrambi molto interessanti poiché anche Kersen mi ha fatto un'ottima impressione.”
“Edda, contraccambio la tua impressione con molto piacere e mi auguro di essere all'altezza delle tue aspettative nei miei confronti.” mi disse Kersen.
“Kersen, ne sei perfettamente in grado. Delia mi ha parlato molto bene di te.”
A quel punto Ingrid ci osservò e ci chiese se anche noi desideravamo indossare calzari, monili e abbigliamento romano come lei e Kersen in modo da adeguarci alla loro piccola domus. Siccome acconsentimmo entusiaste, Kersen si apprestò ad aprire le ante di un ampio armadio e una spaziosa cassapanca, entrambi in stile romano. Kersen, visibilmente soddisfatto, ci disse :
“Prego avvicinatevi. Qui troverete tutto l'occorrente. Fate le vostre scelte con calma e intanto che vi cambiate gli indumenti nell'altra stanza, dove troverete anche delle bacinelle per lavarvi le mani, io e Ingrid andremo in cucina a prendere la cena.”
L'armadio e la cassapanca contenevano un vasto e interessante assortimento di pepli, tuniche, toghe, stole, diversi modelli di calzari, collane, braccialetti e tanto altro. Delia scelse un lungo peplo blu, con un'ampia scollatura, senza maniche, con una mantellina bianca e cintura dorata. Io invece trovai una toga rossa monospalla, lunga fino a metà coscia, senza maniche, con un mantellina gialla sulla spalla e una sottile cintura dorata. Entrambe ci osservammo bene di fronte ad alcuni specchi che decoravano ancor meglio la stanza e rientrammo in quella adiacente notando che su un tavolo di pietra vi erano alcuni vassoi colmi di prelibate leccornie. Ingrid e Kersen ci raggiunsero dopo pochi istanti portando due vassoi con frutta, tre brocche d'acqua e tre di vino. Entrambi ci osservarono e non potei fare a meno di notare la loro piena soddisfazione poiché elogiarono le nostre scelte.
“Edda sei elegantissima ma sappi che nell'antica Roma era proprio l'abbigliamento di colore rosso che permetteva di contraddistinguere le innumerevoli meretrici che pullulavano liberamente in città.” mi disse morbosamente Ingrid.
“Ingrid, ti assicuro che non lo sapevo. Siccome non penso cambiarlo con un altro poiché questo mi è piaciuto tanto e trattandosi del colore distintivo delle puttane, di conseguenza dovrò considerarmi la puttana di ognuno di voi. Non credi ?”
“Oh Edda, avremo tempo per parlarne in seguito. Ti trovo anche parecchio audace ma adesso pensiamo ad imbandire i tavolini.”
Di seguito li aiutammo ad appoggiare i diversi vassoi, piatti, posate particolari, coppe ed altro sugli spaziosi tavolini vicinissimi a un divano triclinare a un posto fiancheggiato da due triclini a due posti. Fu allora che Kersen versò del vino nelle coppe dicendo :
“Alziamo le coppe, rendiamo omaggio a Bacco e brindiamo al nostro incontro.”
Dopo il brindisi, mi sdraiai sul divano triclinare, Delia e Ingrid occuparono il triclinio alla mia destra e Kersen quello alla mia sinistra. Demmo quindi inizio al banchetto e intuì che stava per iniziare anche una sorta di baccanale. Dopo aver mangiato a sazietà arrosto di tenero agnello, verdure e frutta, senza tralasciare l'ottimo vino, ci recammo nella stanza adiacente per lavarci le mani nelle bacinelle e quando rientrammo mi soffermai davanti a Ingrid prima che si adagiasse sul suo triclinio.
“Ingrid, in base al discorso che avevi fatto riguardo il colore rosso della mia toga, non mi hai dato alcuna risposta. Ti ripropongo la domanda : posso considerarmi la vostra puttana ?” le chiesi contemplandola dalla testa ai piedi con uno sguardo stracolmo di libidine che lei percepì immediatamente.
“Ma certamente mia bella Edda.”
A quel punto ci abbracciammo e dopo esserci baciate appassionatamente, Ingrid si sdraiò sul triclinio, si spostò il peplo e si allargò le gambe.
“Dai Edda, accomodati pure e comincia a fare la puttana con me. Fammi godere e se il mio peplo ti procura qualche fastidio, spostalo ancor di più ma se desideri, puoi anche togliermelo. Lo dico essenzialmente per te, per metterti a tuo completo agio e farti destreggiare meno.”
“Grazie per la tua collaborazione Ingrid ma per adesso mi basta solo spostarti il peplo di poco. Eventualmente ti avvertirò più tardi poiché inizialmente voglio dedicarmi ai tuoi piedi.”
“Oh benissimo ! Se vuoi toglimi i calzari.”
“Lo farò senz'altro perché ho bisogno di avere un accesso completo ai tuoi piedi.”
“Brava Edda, allora toglimeli subito.”
Mi inginocchiai subito, le tolsi i calzari, le omaggiai i piedi, le gambe e dopo le scostai ancor di più il peplo per accedere alla totalità delle sue cosce che leccai ardentemente. Quando mi fermai alcuni istanti per contemplare il suo folto pube nonché la sua splendida fica, mi sentii dire :
“Edda, pulchra femina, linge topam meam.”
“Ingrid ti leccherò la topa per bene e farò senz'altro del mio meglio per omaggiartela come ben meriti. Ti chiedo di scusarmi per essermi fermata a contemplare i sensualissimi peli neri del tuo vasto pube che trovo a dir poco splendido.”
“Edda, non ho avuto bisogno di sollevarmi per guardarti poiché attraverso lo specchio del soffitto ho visto che eri ferma a contemplarmi il pube. Comunque non hai bisogno di scusarti poiché ti comprendo perfettamente. Piuttosto sono io a scusarmi per non averti ringraziato riguardo l'eccellente trattamento che mi hai offerto omaggiando con eccessiva abilità i miei piedi. Sei stata bravissima.”
“Ingrid, ho provato un grande piacere omaggiando i tuoi stupendi piedi. Sappi che hai un pube talmente meraviglioso che non posso tralasciare di ossequiare. Oltre a sentirmene in dovere, ho un'impellente bisogno di baciarlo e lasciare che il naso, le labbra e la lingua vi scivolino su per odorarlo, baciarlo e slinguarlo anche se oltre a ciò, vorrei che prima di andarmene mi concedessi il desiderio tagliarti alcuni peli con una forbicina oppure strapparli coi denti, portarmeli e custodirli come ricordo. Scusami se adesso mi fermo qualche altro istante ma il bisogno di contemplare la bellezza del tuo pube è troppo forte e non riesco a frenarmi.”
“Sappi che potrai tagliarmi o strapparmi coi denti i peli che desideri, anzi farò di più, dato il tuo desiderio, approfitterò per accorciarli un pò giacché sono alquanto lunghi e te li regalerò. Comunque prenditi il tempo che ti occorre per continuare a contemplami il pube e poi accomodati su di esso e per favore non scusarti più.”
“Grazie mille Ingrid, sei una gentilissima nobildonna e ti ringrazio a priori per volermi regalare i tuoi sensualissimi peli.”
Poco dopo mi appoggiai il naso sul suo pube, socchiusi gli occhi per l'emozione e inspirai quanto più mi fu possibile. Di seguito apposi le labbra sui suoi peli per baciarli teneramente su più parti e infine glieli accarezzai lentamente con la lingua.
“Edda penso che dovrei sporgermi le cosce un po' fuori dal triclinio, non credi ?”
“Penso di potermi destreggiare meglio se ti spostassi fino ad appoggiarti il culo sul bordo del triclinio anche se sarebbe ancora meglio che ti togliessi il peplo.”
“Brava Edda, anch'io lo pensavo poiché adesso è proprio necessario togliermelo.”
Ingrid si alzò e la aiutai a togliersi il peplo. Dopo ebbi l'idea di farla sdraiare su di un fianco facendole appoggiare il culo sul bordo del triclinio e il piede destro sul pavimento.
“Edda, penso che sia proprio questa sia la posizione più comoda per entrambe.”
“In effetti lo penso anch'io. Se mantieni la gamba sinistra ben divaricata posso accedere anche al tuo culo. Comunque se non riesci a trattenerla alzata parecchio tempo, avvertimi e te la trattengo io stessa poiché ho bisogno di tempo per stimolarti bene. E comunque prima di accedere alla tua topa, approfitto che hai la gamba completamente alzata per leccarla ancora un po' iniziando dal piede.”
“Sì Edda, leccami ciò che vuoi. Sei un vero tesoro e mi tratti benissimo.”
“Ingrid, lo faccio perché mi piaci tanto e inoltre essendo la tua puttana devo farlo.”
“ E' vero Edda sei la mia puttana preferita.”
Le leccai nuovamente il piede, la gamba e la coscia e poi mi diedi a leccarle a lungo e con tanta veemenza la sua bellissima topa intanto che Delia offriva un eccellente fellatio a Kersen e quando il suo cazzo raggiunse la massima erezione ostentando tutta la sua virilità, Delia si accostò alle tette di Ingrid per stimolarla maggiormente. Trovandomi ancora inginocchiata alla pecorina intenta a slinguare la topa di Ingrid, Kersen ne approfittò per inginocchiarsi dietro di me. A quel punto mi sollevai la toga affinché accedesse al mio culo. Kersen cominciò a baciare e le leccare senza sosta sia i miei glutei che il mio affamato buchetto. Una decina di minuti dopo, Delia accostò la sua fica sulla bocca di Ingrid per farsela slinguare intanto che io continuavo ad occuparmi della topa di Ingrid. D'un tratto avvertii che Kersen aveva iniziato ad accarezzarmi i glutei e il buchetto col suo robusto cazzo e siccome poco dopo si fermò lasciando che il mio buchetto gli trattenesse appena la punta della cappella del suo cazzo, volsi lo sguardo verso lo specchio del soffitto e lo vidi fermo a sorseggiare del vino. Ciò mi spinse a dirgli :
“Suvvia Kersen, non farmi attendere oltre. La mia fica è troppo desiderosa di accogliere e stringere con tutte le sue forze il tuo eccellente prodotto originale di alta manifattura tedesca.”
Anche Ingrid guardò Kersen attraverso lo specchio e si fermò per dirgli :
“Kersen lasciati sprofondare il cazzo nel culo di questa meretrice e strapazzaglielo come si merita. Bada bene a non farmi fare brutta figura.”
Con la tipica solennità degli antichi consoli romani, Kersen proferì queste parole :
“Ego, nobilis Kersenus inculo te Edda, pulchra femina Italica, in nomine Senatus et populi Romani !”
“Nobile Kersenus, se lo desideri, inculami anche a nome di tutti i barbari, ma fallo adesso senza titubare. Anche se quasi affianco a te c'è il busto in gesso di Giulio Cesare, lui è come se ti stesse guardando e se potesse parlare ti direbbe di incularmi subito e di non perdere più tempo.”
A quel punto Kersen mi trattenne fortemente i fianchi e spinse lentamente il suo cazzo all'interno del mio buchetto incrementando sempre più la velocità di sodomizzazione fin quando fui costretta a staccarmi le labbra dalla topa di Ingrid poiché i miei incontrollabili movimenti mi facevano inarcare costantemente. Quando Kersen finì la sua prepotente cavalcata, avvertii i suoi forti getti di sborra inondarmi internamente per bene; quindi crollò esausto sulla mia schiena e la mia bocca tornò ad appoggiarsi sulla topa di Ingrid ma stavolta bruscamente. Quando Delia e Ingrid raggiunsero l'ultimo orgasmo rimasero sdraiate sul triclinio mentre io e Kersen rimanemmo sul pavimento. Poi ci recammo nell'altra stanza per lavarci nell'ampia vasca e infine io e Delia ci rivestimmo per tornare a Dusseldorf. Prima di congedarci, Kersen ci regalò l'intero abbigliamento che avevamo indossato come ricordo del nostro primo incontro e Ingrid a sua volta, mi regalò una bustina di plastica contenente alcuni peli del suo pube che le avevo tolto coi denti più i ciuffetti che io stessa le avevo tagliato. In conclusione trascorsi quell'indimenticabile vacanza all'insegna di lussuriosi piaceri poiché nel corso dei giorni che seguirono, Delia mi presentò dapprima un'altra sua amica e dopo un'altra coppia di coniugi coi quali sebbene Delia mi facesse da interprete, ci comprendemmo benissimo poiché ci avvalemmo dell'affascinante, semplice e intuitivo linguaggio internazionale del sesso che va ben aldilà di qualsiasi idioma che l'uomo abbia mai ideato.
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