Le maestrine: Maria Teresa

di
genere
tradimenti

Ciao a tutti, mi chiamo Angelo, ma con me i latini non ci hanno preso, nomen omen non si applica al mio nome di battesimo.
La mia vita sessuale è diventata super quando la mia parte politica ha vinto le elezioni, alcuni anni fa, ed io sono stato messo a gestire il personale degli asili e delle scuole elementari di una intera provincia di una città metropolitana.
Dopo Gloria e Giorgia ci furono altre esperienze, degne di nota, due amiche, Sonia e Maria Teresa, che volevano lavorare insieme, vennero in ufficio da me molto arrogantemente, ma tutte vestite in tiro facendo le smorfiose.
Le lasciai parlare un po’, al che gli dissi: “due gnocche come voi sono abituate ad essere sempre accontentate eh?” “vi basta mettere una gonna un po’ più corta, una maglietta aderente, e se poi uno vi fa due avance, magari lo denunciate”
Sonia compita nel segno: “no, ma che dici, hai frainteso”
Io: “meglio innanzitutto datemi del lei” e preparatevi ad andare una in località di montagna, e l’altra nella scuola più sfigata che c’è”
Maria Teresa: “ci scusi, non volevamo minimamente offenderla, la prego ci dia la possibilità di rimediare”
Erano pronte per l’affondo finale: “ok, diciamo che le moine di oggi non sono un tentativo di corruzione, facciamo così, il venerdì sera con i miei amici facciamo il poker, per smussare la vostra arroganza, ve la sentite di venire una alla volta a farci da cameriera”
Dopo uno sguardo timoroso, acconsentirono, non sapendo a cosa andavano incontro.
Il giorno dopo feci una chat a tre, dove gli dissi, questi due venerdì erano solo per farsi perdonare e poi, forse avrei potuto prendere in considerazione la loro richiesta.
Quando gli mandai la foto di come si sarebbero dovute vestire, avrei voluto vedere la loro faccia, un abito da sexi shop che feci comprare direttamente a loro, sotto avrebbero dovuto avere solo il perizoma, che mi avrebbero dovuto fotografare prima per avere l’approvazione.
Alle mie domande:
“Lo trovate corto?” Mamma mia che vergogna rispose Maria Teresa; Sonia più riflessiva invece, ma vestite così, quanti siete a vederci? per la nostra sicurezza garantisce lei?
Certo siete a casa mia, palpata libera, ma niente di più.
Solitamente siamo in cinque, ma venerdì forse c’è un assente, faremo qualche giochino divertente, ma non fatemi spoilerare troppo.
“Avete peluria da nascondere?” Tutte e due dissero di no.
“Siete single?” e Sonia più rapida: “Conviviamo tutte e due io da tre anni e Maria Teresa da quasi uno.”
La prima sarebbe stata Maria Teresa, 1,75 con una cesta di capelli mori, mediterranea abbronzata, originaria del sud, con una bella quarta di seno.
Mentre Sonia era rossa, probabilmente tinta, più bassina, 1,67 con un culo a mandolino che parlava, e una seconda che non stonava, anzi tra le due era quella che mi eccitava di più, era più sicura e più intelligente, avrebbe voluto iniziare lei ma aveva un pregresso impegno insieme al compagno.
Sembravano due modelle, avevano 32 anni, avevano quell’arroganza tipica della bellezza, con loro scoprii un lato di me che non conoscevo, mi piacque particolarmente farle scendere dal piedistallo.
Il venerdì Maria Teresa si presentò in tuta, con un borsone da palestra, verso le 20,45 in anticipo di un quarto d’ora, aveva fatto una lampada, ma nonostante il carnato mediterraneo, il rossore della vergogna era ben presente.
La feci cambiare in camera, quando usci disse: “così sono troppo nuda, posso mettermi un fuseaux sotto? per favore?”
La sua quarta era quasi completamente fuori, dalla gonnellina uscivano le basi delle chiappe, era indecente.
Si era portata un tacco 12, ottima scelta.
Io: “vai benissimo così”
Quando la presentai ai miei tre amici, rimasero a bocca aperta, Luca il più estroverso commentò subito: “Maria Teresa complimenti alla mamma”
Il primo giro fu di Mirto bianco, i bicchieri dovevano essere sempre cinque, lei poteva bere oppure no, il primo lo bevve di un fiato, forse per farsi coraggio.
Prima di iniziare la partita, feci la premessa: “Maria Teresa mi ha chiesto di essere avvicinata a casa, è un insegnante elementare, con la sua amica sono state un po’ arroganti, quindi per dimostrare che è una ragazza umile, che ha capito di aver sbagliato, si è prestata per rallegrarci la serata”.
Sempre Luca: “ottimo, cosa possiamo fargli”
Maria Teresa: “Guardare ma non toccare”
Io: “Ahia, a proposito di guardare, ti puoi girare per favore, e prenderti le ginocchia in mano” mentre lo faceva avvampando di rossore.
Due gran belle chiappe uscirono alla nostra vista, il perizoma bianco si gonfiava all’altezza della passera, aveva due gran bei labbroni la sotto.
Io: “Maria Teresa, si era detto che eravate pentite, noi siamo in quattro e voi dovrete fare cinque penitenze, una per ognuno ed una cumulativa accetti oppure se sei a disagio e preferisci tornare a casa sei liberissima di farlo”
Ancora piegata in mostra: “accetto, ma non esagerate”
Io: “puoi allargare venti centimetri le gambe”
Io: “alcune penitenze prevedono il contatto, infatti noi avremmo modificato il classico dire, fare, baciare, lettera e testamento con: dire mentre, fare e farsi fare, baciare e leccare, palpare e farsi palpare, e sul mignolo c’è l’umiliazione”
Dopo averla fatta arrivare alle caviglie e evidenziato una bella macchiolina di umori sul perizoma bianco, adesso ci guardava pensando alle umiliazioni che avrebbe di li a poco subito.
Maria Teresa: “che vergogna”
Io: “guarda che avete una grande possibilità, di evadere dal tram tram quotidiano, per una serata all’insegna del piacere e del divertimento, senza false moralità, piegandoti abbiamo visto che hai una cascata di ormoni e di neurotrasmettitori, endorfine e ossitocina a go go, significano piacere fisico e mentale, pensa che molte donne queste sensazioni non riescono a provarle per tutta la vita.” “Se sei pronta iniziamo?”
Facendogli mettere la maschera da sonno dell’ultimo volo intercontinentale che avevo fatto, la prima penitenza con Luca fu il dito anulare.
Le penitenze sono di 3 minuti, iniziamo soft direi “Palpare il culo a Luca e farsi palpare le tette”
L’ambiente si stava scaldando, Luca poco dopo aver preso possesso delle tette, chiese se poteva andare a pelle, naturalmente facemmo dargli direttamente l’autorizzazione dalla proprietaria, mentre lei palpandogli il culo con le mani dietro la schiena non faceva altro che appoggiare il suo sull’erezione di Luca.
La seconda penitenza la fece con Lapo, stavolta fu la volta del dito medio: baciare e leccare.
Maria Teresa preoccupata disse subito: “niente cose sessuali, avevi promesso”
Lapo direi una bella pomiciata di 3 minuti.
La terza penitenza toccò a Giovanni, il nerd del gruppo, il più riservato, a prima vista con noi sembrava lo sfigato, meno appariscente, non molto alto con l’occhialini, un po’ stempiato, poco curato.
Il dito scelto fu il pollice, Maria Teresa l’aveva cercato pensando che fosse il più semplice “dire mentre”.
Io: “Mi sa che l’hai proprio cercato questo pollice, eh? Direi che devi dire al tuo ragazzo che gli vuoi bene e tenerlo al telefono 3 minuti, mentre.........Giovanni ti tocca”
Maria Teresa: “sta giocando a calcetto non può e poi mi tocca dove?”
Io: “ti tocca dove vuole, magari gli piacciono i piedi, chi sa?”
“se gioca a calcetto vorrà dire che gli registri un audio di tre minuti”
Maria Teresa rossissima: “qui no per favore” coprendosi tra le gambe con le due mani come a proteggersi.
Io: “Su non fare la santarellina, tanto non ci crede nessuno, almeno lei non vede l’ora, mi sa che l’accarezzi troppo poco, ha tanto bisogno di ..........affetto”
Luca: “affetto? Ora si chiama così”
Giovanni partì piano, prima le cosce, i fianchi, naturalmente tette e culo, mentre lei registrava un audio per il suo compagno, di quanto gli voleva bene, era rimasta fredda, cercava di sgusciare tipo anguilla dalla palpazione senza ritegno, le tette era fuori, i capezzoli dritti come fusi, più lei si ricopriva, più Giovanni la scopriva, quando mancava poco più di un minuto, si è messo a sedere portandosela sopra, gli ha aperto le gambe ed ha iniziato da sopra il perizoma a suonare la chitarra.
La voce di Maria Teresa si era finalmente incrinata, comprendendo che dall’altro lato del telefono, i sospiri sarebbero stati inequivocabili: “Amore mi vergogno tanto a dirtelo, mi sono eccitata tanto, mi sto toccando mentre ti parlo, non l’abbiamo mai fatto così al telefono”
Arrivata a tre minuti, ha strappato la mano di Giovanni dalla passera e ha strizzato le gambe, la telefonata l’aveva chiusa pochi secondi prima.
Era super incazzata per essersi imposta di non venire: “si era detto di non esagerare!”
“Maria Teresa che delusione, per noi ti puoi anche rivestire e tornare a casa” lo dissi serio, andando via.
Capendo la cazzata che aveva fatto Maria Teresa, si sarebbe umiliata per ottenere niente, iniziò a provare ad impietosire i miei amici.
MT: “Angelo scusami lo sfogo, e che non voglio tradire Luca (il suo compagno si chiamava come il mio amico) e voi mi avete eccitato e umiliato così tanto”
Dopo essere stato richiamato in sala, gli dissi: “senti Maria Teresa nessuno ti obbliga, avete sbagliato approccio, mi avete chiesto voi di recuperare, se vuoi giocare un po’ con noi, il vostro goffo tentativo di ottenere favori da me lo dimentico, altrimenti amici come prima”
MT: “si voglio continuare, scusa lo sfogo”
Io: “allora facciamo così, noi adesso giochiamo a poker, tu ci porti da bere, e al bisogno ci accompagni in bagno, ok?”
Con le orecchie basse e i capezzoli sempre dritti, fece cenno di si con la testa.
Gli avevo abbonato la mia penitenza, ma l’ultima umiliazione sarebbe stata farci pisciare e lavarcelo, forse per il fatto che fosse da sola con uno di noi alla volta, lo fece senza tante storie.
Io fui l’ultimo e gli dissi mentre era al bidet: “Hai visto che sei riuscita a farti perdonare, venerdì tocca alla tua amica”
“nessuno dei miei amici ti ha chiesto almeno una sega?”
MT: “no sono stati molto rispettosi, Luca mi ha chiesto di essere lavato anche dietro”
Io: “brava a me lo hai fatto di tua iniziativa”
MT: “dopo che me l’ha chiesto l’ho fatto a tutti”
Io: “L’hai scappellato a tutti, pulendo bene il prepuzio”
MT: “si”
Io: “cosa hai provato? Non mi dire solo vergogna perchè altrimenti vado a controllare” guardandoti tra le gambe.
MT: “è stato strano, mi sono sentita come una badante, no peggio una serva”
Io: “continua a toccarmi, fammi una sega, anzi facciamo così, se vuoi essere avvicinata, prima mi fai un bel pompino e poi ti faccio io il bidet a te”
MT: “si era detto niente di sessuale”
Io: “se invece preferisci farmi solo una sega, mi lavi e te ne puoi andare con gli ormoni a mille dal tuo Luchino”
“ma il prezzo del tuo trasferimento sarà in futuro molto più alto, decidi tranquilla in autonomia, la tua amica vedremo venerdì cosa deciderà”
MT: “lo faccio, ma solo se mi prometti che rimane un segreto tra noi due, ne loro di la ne la mia amica lo deve sapere”
Io: “certo tesoro, ti piace ingoiare?”
Per non venire all’istante appena si era imboccata la cappella, la tolsi e gli feci io il bidet con ditalino, venne anche lei in un paio di minuti, con la mano premuta forte a tapparsi la bocca, aver toccato quattro uccelli, parlato con il ragazzo mentre veniva masturbata, l’aveva portata ad uno stato di eccitazione estremo.
Tornò a casa molto soddisfatta e sorridente, salutandomi mi fece un grandissimo complimento: “Angelo sei un porco”.
scritto il
2025-12-10
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