Uno schizzo di troppo
di
Lord Kalvan
genere
tradimenti
Quel giorno ci saremmo visti a casa mia.
Mio marito era fuori città per lavoro, come spesso gli succede, e i miei vicini si erano assentati per andare a trovare i parenti che vivevano fuori.
Quando suonò il campanello venni assalita da un fremito.
Non avevo ancora richiuso la porta d'ingresso che lui si era già avventato sui miei seni.
Mi tolse la maglietta che nemmeno me ne accorsi.
Estrasse le grosse tette dal reggiseno e cominciò a baciarle e a succhiare i capezzoli.
Gli afferrai il membro e lo sentii già duro sotto i jeans.
Andammo subito in camera.
Il letto era ancora disfatto.
Ci spogliammo alla velocità della luce e mi distesi a gambe allargate.
"Oggi fa' di me quello che vuoi - gli dissi ansimando - voglio essere la tua porca, la tua troia, la tua sporca puttana"
Si fiondò su di me.
Riprese a baciarmi succhiando avidamente la mia lingua.
Rimanemmo incollati per la bocca per un tempo interminabile.
Poi lui cominciò a scendere.
Mi afferrò i seni, li strinse, strizzò i capezzoli e me li succhiò con voracità.
Quindi scese giù.
Infilò la testa tra le mie gambe e prese a leccarmi avidamente la fica, mentre con le mani continuava a tormentare i miei capezzoli.
Mi ero già inumidita per bene, quando mi afferrò per i fianchi con violenza e mi fece girare.
"Oggi ti voglio rompere il culo, troia - mi disse fremente - ti voglio riempire di sborra", e così dicendo mi allargò il culo e prese a leccarlo furiosamente. Allargò il buco con le dita e infilò dentro prima una e poi due dita.
Ansimavo e mi agitavo lamentandomi.
Un po' mi faceva male, ma mi piaceva.
"Si, spaccami il culo, sfondamelo, riempimi", gli dissi eccitata, mentre sentivo il suo cazzo che cominciava a penetrare dentro il culo.
Spingeva forte, con colpi secchi, e ogni colpo il suo cazzo entrava più in profondità.
Poi usciva, riallargava il buco con le dita e ci sputava dentro.
"Prendi zoccola, godi puttana, alla faccia di quel cornuto di tuo marito", mi diceva mentre mi rificcava il suo cazzo nel culo.
Spinse per un paio di minuti e poi lo sentii esplodere ululando come un lupo.
Il mio culo venne invaso da un getto caldo di sperma e lui continuò a pompare e spingere il suo cazzo sempre più in profondità. Urlai di piacere, mentre mi afferrava per i capelli e mi tirava verso sé per farmi entrare il cazzo nel culo fino alle palle.
Quindi uscì, mi fece rivoltare e, col cazzo ancora rigido, iniziò a scoparmi la bocca.
"Lecca, puttana, lecca tutto", mi diceva mentre mi sputava in faccia.
"Sei una lurida zoccola"
Godevo come una porca, come mai mi era capitato prima.
Sentivo il suo cazzo ancora duro in bocca che mi scopava fino alla gola.
Poi lo estrasse e cominciò a masturbarsi.
"Spalanca quella bocca zoccola, caccia la lingua, puttana", mi disse furioso mentre uma potente spruzzata di sperma mi inondava la faccia riempiendomi la bocca.
Presi a ingoiare tutto e a leccare ogni fiotto di sperma con voracità.
Lui si accasciò sul letto e io continuai a leccare il suo cazzo fin quando non fu completamente pulito e sgonfio.
Con le dita andò a raccogliere lo sperma che ancora avevo sulla faccia e me lo mise in bocca.
"Lecca puttana. Ti ho detto fino all'ultima goccia, sporca troia".
"Si tutta la tua sborra voglio. Tutta. Sono la tua scrofa, la tua zoccola", gli risposo estasiata.
"Ho fame", mi disse.
Andai a preparargli un panino bello ripieno e gli portai una bottiglia di birra fresca.
Si rifocillò, mentre io continuavo a leccargli il cazzo, che dopo un po' prese a rianimarsi.
Il mio pompino allora si fece più deciso, e quando fu di nuovo duro lui mi salì addosso e mi mise il suo uccello davanti alla bocca.
Lo leccai con gusto e assaporai quelle gocce di umido che già defluivano lentamente.
Lo stesi sul letto e presi la mia posizione preferita.
Lui infilò il suo membro nella mia fica bagnata con un sol colpo secco e deciso.
Presi a cavalcarlo selvaggiamente, dimenandomi come una amazzone impazzita.
Le mie tette ondeggiavano imperiose, strette nella morsa delle sue mani.
I miei capezzoli erano diventati duri come due perle.
Venni ululando di piacere e dimenandomi come un'ossessa.
Pochi secondi e me lo ritrovai addosso, con l'uccello tra le tette.
Sapevo cosa voleva.
Con le mani afferrai le mie tette e cominciai a fargli una spagnola da sogno.
Si, talmente da sogno che venne dopo pochi secondi.
Il getto fu talmente potente che lo sperma centrò la foto del mio matrimonio che campeggiava sul mio comodino.
Gettò un'imprecazione e indirizzò il suo cazzo verso il basso.
Venni investita da un torrente di sperma che continuava ancora a defluire impetuoso.
Mi ritrovai con la sua sborra un pò dappertutto, sui capelli, sul viso, sulle labbra e sulle tette.
Presi a leccare avidamente tutto quel ben di Dio, assaporando ogni goccia della sua sborra.
Mi leccai le labbra, raccolsi avidamente con le dita tutta la sborra che avevo sulla faccia e poi afferrai i miei grossi senni e leccai tutto lo sperma da cui erano ricoperte.
Quindi ripresi in bocca il suo cazzo, non ancora afflosciato, e lo leccai per bene per non perdermi gli ultimi piccoli fiotti che ancora fuoriuscivano lentamente.
Quando anche le ultime gocce di sperma finirono nella mia bocca affamata restammo per qualche secondo in silenzio a guardarci, e poi scoppiammo a ridere come due pazzi.
"Ora però devo pisciare", mi disse alzandosi e andando verso il bagno. "Vieni qui, sporca zoccola, in ginocchio".
Ubbidii all'istante, aprii la bocca e attesi il getto, che arrivò riempiendomi. Quando ebbi la bocca piena ingoiai tutto, mentre lui continuava a pisciarmi sulla faccia.
Quando ebbe finito gli presi il cazzo ancora gocciolante in bocca e lo leccai avidamente.
Ero in estasi, non capivo più nulla, volevo solo il suo cazzo.
Alla fine fu costretto ad allontanarmi.
"Ora basta troia, a casa mi aspettano, e quel cornuto di tuo marito tra un po' torna. Pulisci tutto".
Continuai per un po' a leccare il suo cazzo, non riuscivo a staccarmi.
Poi lui andò via e io mi misi a pulire, continuando ad assaporare il gusto della sua sborra che ancora era nella mia bocca.
Mio marito era fuori città per lavoro, come spesso gli succede, e i miei vicini si erano assentati per andare a trovare i parenti che vivevano fuori.
Quando suonò il campanello venni assalita da un fremito.
Non avevo ancora richiuso la porta d'ingresso che lui si era già avventato sui miei seni.
Mi tolse la maglietta che nemmeno me ne accorsi.
Estrasse le grosse tette dal reggiseno e cominciò a baciarle e a succhiare i capezzoli.
Gli afferrai il membro e lo sentii già duro sotto i jeans.
Andammo subito in camera.
Il letto era ancora disfatto.
Ci spogliammo alla velocità della luce e mi distesi a gambe allargate.
"Oggi fa' di me quello che vuoi - gli dissi ansimando - voglio essere la tua porca, la tua troia, la tua sporca puttana"
Si fiondò su di me.
Riprese a baciarmi succhiando avidamente la mia lingua.
Rimanemmo incollati per la bocca per un tempo interminabile.
Poi lui cominciò a scendere.
Mi afferrò i seni, li strinse, strizzò i capezzoli e me li succhiò con voracità.
Quindi scese giù.
Infilò la testa tra le mie gambe e prese a leccarmi avidamente la fica, mentre con le mani continuava a tormentare i miei capezzoli.
Mi ero già inumidita per bene, quando mi afferrò per i fianchi con violenza e mi fece girare.
"Oggi ti voglio rompere il culo, troia - mi disse fremente - ti voglio riempire di sborra", e così dicendo mi allargò il culo e prese a leccarlo furiosamente. Allargò il buco con le dita e infilò dentro prima una e poi due dita.
Ansimavo e mi agitavo lamentandomi.
Un po' mi faceva male, ma mi piaceva.
"Si, spaccami il culo, sfondamelo, riempimi", gli dissi eccitata, mentre sentivo il suo cazzo che cominciava a penetrare dentro il culo.
Spingeva forte, con colpi secchi, e ogni colpo il suo cazzo entrava più in profondità.
Poi usciva, riallargava il buco con le dita e ci sputava dentro.
"Prendi zoccola, godi puttana, alla faccia di quel cornuto di tuo marito", mi diceva mentre mi rificcava il suo cazzo nel culo.
Spinse per un paio di minuti e poi lo sentii esplodere ululando come un lupo.
Il mio culo venne invaso da un getto caldo di sperma e lui continuò a pompare e spingere il suo cazzo sempre più in profondità. Urlai di piacere, mentre mi afferrava per i capelli e mi tirava verso sé per farmi entrare il cazzo nel culo fino alle palle.
Quindi uscì, mi fece rivoltare e, col cazzo ancora rigido, iniziò a scoparmi la bocca.
"Lecca, puttana, lecca tutto", mi diceva mentre mi sputava in faccia.
"Sei una lurida zoccola"
Godevo come una porca, come mai mi era capitato prima.
Sentivo il suo cazzo ancora duro in bocca che mi scopava fino alla gola.
Poi lo estrasse e cominciò a masturbarsi.
"Spalanca quella bocca zoccola, caccia la lingua, puttana", mi disse furioso mentre uma potente spruzzata di sperma mi inondava la faccia riempiendomi la bocca.
Presi a ingoiare tutto e a leccare ogni fiotto di sperma con voracità.
Lui si accasciò sul letto e io continuai a leccare il suo cazzo fin quando non fu completamente pulito e sgonfio.
Con le dita andò a raccogliere lo sperma che ancora avevo sulla faccia e me lo mise in bocca.
"Lecca puttana. Ti ho detto fino all'ultima goccia, sporca troia".
"Si tutta la tua sborra voglio. Tutta. Sono la tua scrofa, la tua zoccola", gli risposo estasiata.
"Ho fame", mi disse.
Andai a preparargli un panino bello ripieno e gli portai una bottiglia di birra fresca.
Si rifocillò, mentre io continuavo a leccargli il cazzo, che dopo un po' prese a rianimarsi.
Il mio pompino allora si fece più deciso, e quando fu di nuovo duro lui mi salì addosso e mi mise il suo uccello davanti alla bocca.
Lo leccai con gusto e assaporai quelle gocce di umido che già defluivano lentamente.
Lo stesi sul letto e presi la mia posizione preferita.
Lui infilò il suo membro nella mia fica bagnata con un sol colpo secco e deciso.
Presi a cavalcarlo selvaggiamente, dimenandomi come una amazzone impazzita.
Le mie tette ondeggiavano imperiose, strette nella morsa delle sue mani.
I miei capezzoli erano diventati duri come due perle.
Venni ululando di piacere e dimenandomi come un'ossessa.
Pochi secondi e me lo ritrovai addosso, con l'uccello tra le tette.
Sapevo cosa voleva.
Con le mani afferrai le mie tette e cominciai a fargli una spagnola da sogno.
Si, talmente da sogno che venne dopo pochi secondi.
Il getto fu talmente potente che lo sperma centrò la foto del mio matrimonio che campeggiava sul mio comodino.
Gettò un'imprecazione e indirizzò il suo cazzo verso il basso.
Venni investita da un torrente di sperma che continuava ancora a defluire impetuoso.
Mi ritrovai con la sua sborra un pò dappertutto, sui capelli, sul viso, sulle labbra e sulle tette.
Presi a leccare avidamente tutto quel ben di Dio, assaporando ogni goccia della sua sborra.
Mi leccai le labbra, raccolsi avidamente con le dita tutta la sborra che avevo sulla faccia e poi afferrai i miei grossi senni e leccai tutto lo sperma da cui erano ricoperte.
Quindi ripresi in bocca il suo cazzo, non ancora afflosciato, e lo leccai per bene per non perdermi gli ultimi piccoli fiotti che ancora fuoriuscivano lentamente.
Quando anche le ultime gocce di sperma finirono nella mia bocca affamata restammo per qualche secondo in silenzio a guardarci, e poi scoppiammo a ridere come due pazzi.
"Ora però devo pisciare", mi disse alzandosi e andando verso il bagno. "Vieni qui, sporca zoccola, in ginocchio".
Ubbidii all'istante, aprii la bocca e attesi il getto, che arrivò riempiendomi. Quando ebbi la bocca piena ingoiai tutto, mentre lui continuava a pisciarmi sulla faccia.
Quando ebbe finito gli presi il cazzo ancora gocciolante in bocca e lo leccai avidamente.
Ero in estasi, non capivo più nulla, volevo solo il suo cazzo.
Alla fine fu costretto ad allontanarmi.
"Ora basta troia, a casa mi aspettano, e quel cornuto di tuo marito tra un po' torna. Pulisci tutto".
Continuai per un po' a leccare il suo cazzo, non riuscivo a staccarmi.
Poi lui andò via e io mi misi a pulire, continuando ad assaporare il gusto della sua sborra che ancora era nella mia bocca.
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