Il giovedì sera.
di
Tudavantiagliocchi12
genere
dominazione
Finalmente è giovedì. Sono le 21:47 e tra poco arriverà. Come ogni giovedì da ormai tre mesi a questa parte, lui arriverà.
Prima con il ragazzo di cui non mi ricordo il nome, non riuscivo a essere presente perché pensavo esclusivamente a cosa sarebbe successo più tardi. Cercavo in tutti i modi di pensare a cosa stessi facendo e con chi fossi ma il rumore assordante dell'eccitazione per le 22 non riuscivo a zittirlo.
Ho finto, ho completamente finto tutto. Ogni bacio, ogni carezza, ogni urlo, ogni gemito.
E poi quando se n'è andato, ero carica e pronta per il mio appuntamento. Ho tirato un sospiro di sollievo, finalmente era finita l'attesa.
Mi sono guardata allo specchio del bagno e mi sono vista. Ero truccata, il rossetto che tenevo in mano mi avrebbe aiutato ancora di più ad essere bellissima per lui. Mi ero sciacquata e messa il profumo e mi ero vestita dei suoi panni preferiti: un reggiseno in pizzo e le mutandine con in mezzo un buco. Le calze a rete mi fasciavano le gambe non troppo lunghe e i tacchi rossi mi stringevano i piedi.
Ero proprio bella.
Adesso me ne sto seduta sulla poltrona blu nell'angolo e aspetto impaziente. Mi trema la gamba e non so più cosa fare.
Mi mordo l'interno della guancia quando l'orologio appesa sul muro di fronte a me segna le 21:50. Non posso credere che manchino ancora 10 minuti.
Do un'occhiata di nuovo al letto sistemato con le lenzuola grigie piegate al millesimo. I cuscini neri sono appoggiati alla parete e sul comodino la bottiglia d'acqua è piena.
Mi domando se oggi verrà di due minuti in anticipo.
Mi alzo e vado di nuovo in bagno: mi guardo allo specchio ed è tutto perfetto. I capelli fortunatamente sono tirati su con una coda e poi raccolti in una treccia. Chissà se anche lui avrà le trecce. I suoi capelli sono bellissimi e mi fanno impazzire. Mi piace tirarli e mi piace poi sentirli tesi tra le mie mani e lui che non fiata.
Mi fa sentire tremendamente potente.
Il suono del citofono mi rimbomba nell'orecchio e mi metto sull'attenti. Spengo la luce del bagno e a grandi passi apro il cancello sotto.
Lo so già chi è.
Apro la porta e mi siedo sulla poltrona. É così che vuole trovarmi. Io soddisfo i miei clienti.
Entra dalla porta e mi guarda dritto negli occhi: il cuore mi batte fin dentro le orecchie.
Il completo blu gli sta da Dio, é il mio preferito.
La cravatta gli stringe il collo e la camicia bianca é aderente sul petto. I pantaloni gli calzano a pennello. Le scarpe, le solite nere, puntano verso di me.
Oggi i capelli sono piuttosto corti rispetto al solito ai lati, quasi rasati. I capelli sopra sono intrecciati: una treccia passa sopra un'altra treccia sotto formando un incrocio che poi si riunisce in una treccia lunga fino alle spalle.
La barba sembra sistemata forse addirittura più corta e anche quella raccolta in una mini treccia. Gli occhi azzurri sono puntati su di me.
"Ciao", dico.
Lui accenna ad un sorriso e mi risponde con un cenno.
Lui è così, non parla quasi mai quando siamo all'inizio. Come se fosse timido e impaurito.
Mi alzo e mi metto sul letto, sul bordo. Le gambe sono spalancate, la schiena dritta e mi metto le mani dietro.
Lui si avvicina piano, guardandomi ogni centimetro del mio corpo. Si inizia a spogliare lentamente: prima toglie le scarpe poi toglie la giacca blu buttandola per terra.
Ti prego, non togliere nient'altro, vorrei dirgli. Mi limito a continuare a guardare.
É di fronte a me, mi fissa e dice: "Sdraiati, per favore". La sua voce é bassa e il tono é autoritario. Mi sdraio immediatamente. Chissà cosa vorrà farmi. Mi sento già eccitata.
Si inginocchia e mi afferra le cosce. Mi avvicina a lui, sistemandomi come gli é più comodo.
Io sono già bagnata. L'elettricità che mi da questo uomo mi fa scollegare con il mondo intero.
Tira fuori la lingua e mi lecca l'interno coscia. Lo so già che mi farà godere in poco tempo.
Lentamente si avvicina alla mia fica. Eccola, la prima leccata dal buco del culo alla clitoride. Mi mordo le labbra e chiudo gli occhi. Butto la testa all'indietro.
Mi succhia le piccole labbra freneticamente, come se stesse morendo di sete. Inizia a tirare, mi mette un dito dentro.
Cazzo, sono in paradiso.
Lecca e succhia. Ancora e ancora. Spinge dentro un dito e lo tira fuori e di nuovo ripete il movimento.
Non posso urlare, non vuole. Non posso emettere nessun suono.
Sento solo la sua lingua calda che mi bagna con la saliva e la mia fica che sgocciola con tutti i miei umori.
Lo so, non mi farà venire. Lo conosco. Gli piace fare questo gioco.
Si stacca e si tira su. Si abbassa la cerniera dei pantaloni e si sposa le mutande. Con l'indice tira fuori il cazzo e lo fa passare in mezzo. Eccolo qui, vestito come mi piace con il cazzo duro che gli sbuca dalla cerniera. Voglio che quest'uomo mi distrugga.
"Girati col culo in su", ordina.
Mi giro e mi sposto nella parte superiore del letto. Gattono un po' più avanti e i miei occhi fissano la parete. Mi sposto la coda di lato e inarco la schiena. Divarico leggermente le gambe, e una scarica di nervi mi attraversa lo stomaco.
Si avvicina e si sputa addosso. So che si é afferrato il cazzo con una mano e so benissimo che inizia a farsi una sega.
Lo so che gli piace guardarmi. Ed io adoro il modo in cui mi guarda. Sto ferma e attendo in silenzio. Non vedo l'ora.
Entra dentro, un po' di attrito mi crea bruciore.
Il cazzo é duro e caldo e mi tocca come se fosse arrivato alla gola. Inizia a sbattermi. Io mi dondolo avanti e indietro e inizio a provare piacere. Mi scopa sempre più forte, le palle sbattono contro la mia fica. Mi appoggia le mani sui fianchi al confine con il culo. Affonda le dita e le spinte si fanno più aggressive.
Gli stringo il cazzo con la fica e mi lascio scopare. Mi prende per un braccio e mi avvicina a lui. La mia schiena adesso é appoggiata al suo petto sudato e sento che adesso è ancora più dentro. Sono gonfia e dolorante: mi piace.
E poi fa la cosa che mi fa andare fuori di testa: si avvicina al lato destro del mio orecchio e inizia a parlarmi.
"Ti piace che ti scopo in questa maniera.", dice talmente piano che faccio fatica a sentirlo. Udibile solo al mio orecchio. Pazzesco. Mi fa rabbrividire. I capezzoli già turgidi, si impuntano ancora di più. Mi afferra la tetta sinistra e me la stringe . Talmente forte, che diventa rossa.
Continua a sbattermi.
Vorrei urlare, vorrei dimenarmi, vorrei dirgli che che é il mio dio. Vorrei gridare di spaccarmi in due.
"Dimmi se ti piace così", inizia a rallentare e poi di nuovo una spinta forte. Ho la gola secca e annaspo per respirare. Il sudore mi bagna le radici dei capelli.
"Sì, mi piace", trovo la forza di parlare. Poi con l'altra mano mi da uno schiaffo sul culo e l'istante dopo mi strofina la clitoride forte alternando dei cerchi a dei colpetti.
Di nuovo in un sussurro mi dice: "Dillo come piace a me", ed io eseguo.
"Sì, signore. Mi piace", mi spinge dentro il cazzo ancora più affondo di quanto non lo avesse già fatto. Io inizio a produrre talmente umori che il suo cazzo scivola che é una meraviglia. Sento che sono al limite.
"Sono il tuo signore?", mi chiede quasi in sospiro.
"Sì, signore." Mi spinge in avanti lasciandomi cadere con la faccia contro il materasso. Questo stacco brusco, mi stordisce.
Mi prende di nuovo per i fianchi e mi solleva.
"Appoggia la testa da un lato", comanda. Io giro la testa da un lato e lo guardo con la coda dell'occhio. Sono di nuovo a quattro zampe come una cagna.
Poi si alza in piedi dietro di me e mi appoggia un piede sulla guancia e l'altro é di fianco alla coscia sul letto. Mi ficca di nuovo il cazzo dentro.
E quindi mi ritrovo a essere scopata con la faccia premuta sul materasso dal suo piede e con la sua mano che mi afferra per la spalla.
Mi sta facendo godere. Il suo cazzo é così largo che mi sento dilaniata a metà. Vorrei di più. Vorrei che mi scopasse più forte. Dio, vorrei proprio succhiarlo.
Le spinte aumentano e so che sto per venire.
Non riesco a starmene ancora zitta.
"Lo sai che questa é la tua fica, signore?", domando piena di libidine e sfacciataggine.
Lui si ferma un attimo. Lo so, gli da fastidio che io parli. Ma so anche che questo comporta alla rabbia e solo al pensiero di essere scopata piena di rabbia mi fa stringere le gambe.
"Certo che é la mia fica, troia! Di chi altro potrebbe essere!", e dopo ricominciare.
Eccolo che mi distrugge, ecco che finalmente godo. Continua a sbattermi, a toccarmi le tette, il culo, la pancia, i fianchi come se non sapesse più cos'altro fare. Si aggrappa al culo che so mi lascerà i segni.
"Mi riempi di sborra, signore?", chiedo quando toglie il piede dalla mia faccia.
Lui dal canto suo, mi intima di stare zitta ed io ancora domando nuovamente.
Sento che é vicino ed io non vedo l'ora di venire. Dí stringere il cazzo con la fica e bagnarlo tutto.
Mi stacco io all'improvviso e mi metto supina. Prendo il cazzo e me lo metto e dopo allargo le gambe. Inarco la schiena e stringo le gambe dietro al suo culo. Lui stordito mi segue e si avvicina alla mia faccia.
Finalmente vedo gli occhi azzurri e non perdo tempo a prendere la sua treccia e tirarla all'indietro.
Si é incazzato, lo sento.
Sento che sto per venire.
Sento pulsare la fica.
Lui mi mette una mano sulla bocca, probabilmente stanco della mia intraprendenza sia in parole che fatti.
Quando lui mi si appiccica talmente tanto che ho paura che entrino pure le palle, ecco lo spruzzo. Ed io vengo. Vengo forte e tantissimo.
"Prendi la tua cazzo di sborra, troia!", e così che vado in estasi.
Mi riempie tutta di sborra calda e densa. Mi sento piena. Strapiena di sborra e di cazzo.
Rimane forse un minuto fermo dentro di me ed io non mi muovo. Rimango immobile cercando di capire cosa diavolo fosse successo. Cosa mi avesse fatto.
Esce, si stacca. Ed io mi sento vuota.
Do uno sguardo all'ora: sono le 22:55.
Si apre i pantaloni, si abbassa le mutande e si rimette dentro il cazzo per poi chiudere di nuovo tutto.
Si gira e tira fuori dai pantaloni i soldi.
Mi guarda una frazione di secondi e mi dice ciao. Appoggia i soldi sul piccolo tavolino e poi apre la porta.
Io sono ancora la letto tremante, piena di sborra, sudata e ansimante.
Trovo la forza di alzarmi e andare verso il tavolino: 200€.
Prima con il ragazzo di cui non mi ricordo il nome, non riuscivo a essere presente perché pensavo esclusivamente a cosa sarebbe successo più tardi. Cercavo in tutti i modi di pensare a cosa stessi facendo e con chi fossi ma il rumore assordante dell'eccitazione per le 22 non riuscivo a zittirlo.
Ho finto, ho completamente finto tutto. Ogni bacio, ogni carezza, ogni urlo, ogni gemito.
E poi quando se n'è andato, ero carica e pronta per il mio appuntamento. Ho tirato un sospiro di sollievo, finalmente era finita l'attesa.
Mi sono guardata allo specchio del bagno e mi sono vista. Ero truccata, il rossetto che tenevo in mano mi avrebbe aiutato ancora di più ad essere bellissima per lui. Mi ero sciacquata e messa il profumo e mi ero vestita dei suoi panni preferiti: un reggiseno in pizzo e le mutandine con in mezzo un buco. Le calze a rete mi fasciavano le gambe non troppo lunghe e i tacchi rossi mi stringevano i piedi.
Ero proprio bella.
Adesso me ne sto seduta sulla poltrona blu nell'angolo e aspetto impaziente. Mi trema la gamba e non so più cosa fare.
Mi mordo l'interno della guancia quando l'orologio appesa sul muro di fronte a me segna le 21:50. Non posso credere che manchino ancora 10 minuti.
Do un'occhiata di nuovo al letto sistemato con le lenzuola grigie piegate al millesimo. I cuscini neri sono appoggiati alla parete e sul comodino la bottiglia d'acqua è piena.
Mi domando se oggi verrà di due minuti in anticipo.
Mi alzo e vado di nuovo in bagno: mi guardo allo specchio ed è tutto perfetto. I capelli fortunatamente sono tirati su con una coda e poi raccolti in una treccia. Chissà se anche lui avrà le trecce. I suoi capelli sono bellissimi e mi fanno impazzire. Mi piace tirarli e mi piace poi sentirli tesi tra le mie mani e lui che non fiata.
Mi fa sentire tremendamente potente.
Il suono del citofono mi rimbomba nell'orecchio e mi metto sull'attenti. Spengo la luce del bagno e a grandi passi apro il cancello sotto.
Lo so già chi è.
Apro la porta e mi siedo sulla poltrona. É così che vuole trovarmi. Io soddisfo i miei clienti.
Entra dalla porta e mi guarda dritto negli occhi: il cuore mi batte fin dentro le orecchie.
Il completo blu gli sta da Dio, é il mio preferito.
La cravatta gli stringe il collo e la camicia bianca é aderente sul petto. I pantaloni gli calzano a pennello. Le scarpe, le solite nere, puntano verso di me.
Oggi i capelli sono piuttosto corti rispetto al solito ai lati, quasi rasati. I capelli sopra sono intrecciati: una treccia passa sopra un'altra treccia sotto formando un incrocio che poi si riunisce in una treccia lunga fino alle spalle.
La barba sembra sistemata forse addirittura più corta e anche quella raccolta in una mini treccia. Gli occhi azzurri sono puntati su di me.
"Ciao", dico.
Lui accenna ad un sorriso e mi risponde con un cenno.
Lui è così, non parla quasi mai quando siamo all'inizio. Come se fosse timido e impaurito.
Mi alzo e mi metto sul letto, sul bordo. Le gambe sono spalancate, la schiena dritta e mi metto le mani dietro.
Lui si avvicina piano, guardandomi ogni centimetro del mio corpo. Si inizia a spogliare lentamente: prima toglie le scarpe poi toglie la giacca blu buttandola per terra.
Ti prego, non togliere nient'altro, vorrei dirgli. Mi limito a continuare a guardare.
É di fronte a me, mi fissa e dice: "Sdraiati, per favore". La sua voce é bassa e il tono é autoritario. Mi sdraio immediatamente. Chissà cosa vorrà farmi. Mi sento già eccitata.
Si inginocchia e mi afferra le cosce. Mi avvicina a lui, sistemandomi come gli é più comodo.
Io sono già bagnata. L'elettricità che mi da questo uomo mi fa scollegare con il mondo intero.
Tira fuori la lingua e mi lecca l'interno coscia. Lo so già che mi farà godere in poco tempo.
Lentamente si avvicina alla mia fica. Eccola, la prima leccata dal buco del culo alla clitoride. Mi mordo le labbra e chiudo gli occhi. Butto la testa all'indietro.
Mi succhia le piccole labbra freneticamente, come se stesse morendo di sete. Inizia a tirare, mi mette un dito dentro.
Cazzo, sono in paradiso.
Lecca e succhia. Ancora e ancora. Spinge dentro un dito e lo tira fuori e di nuovo ripete il movimento.
Non posso urlare, non vuole. Non posso emettere nessun suono.
Sento solo la sua lingua calda che mi bagna con la saliva e la mia fica che sgocciola con tutti i miei umori.
Lo so, non mi farà venire. Lo conosco. Gli piace fare questo gioco.
Si stacca e si tira su. Si abbassa la cerniera dei pantaloni e si sposa le mutande. Con l'indice tira fuori il cazzo e lo fa passare in mezzo. Eccolo qui, vestito come mi piace con il cazzo duro che gli sbuca dalla cerniera. Voglio che quest'uomo mi distrugga.
"Girati col culo in su", ordina.
Mi giro e mi sposto nella parte superiore del letto. Gattono un po' più avanti e i miei occhi fissano la parete. Mi sposto la coda di lato e inarco la schiena. Divarico leggermente le gambe, e una scarica di nervi mi attraversa lo stomaco.
Si avvicina e si sputa addosso. So che si é afferrato il cazzo con una mano e so benissimo che inizia a farsi una sega.
Lo so che gli piace guardarmi. Ed io adoro il modo in cui mi guarda. Sto ferma e attendo in silenzio. Non vedo l'ora.
Entra dentro, un po' di attrito mi crea bruciore.
Il cazzo é duro e caldo e mi tocca come se fosse arrivato alla gola. Inizia a sbattermi. Io mi dondolo avanti e indietro e inizio a provare piacere. Mi scopa sempre più forte, le palle sbattono contro la mia fica. Mi appoggia le mani sui fianchi al confine con il culo. Affonda le dita e le spinte si fanno più aggressive.
Gli stringo il cazzo con la fica e mi lascio scopare. Mi prende per un braccio e mi avvicina a lui. La mia schiena adesso é appoggiata al suo petto sudato e sento che adesso è ancora più dentro. Sono gonfia e dolorante: mi piace.
E poi fa la cosa che mi fa andare fuori di testa: si avvicina al lato destro del mio orecchio e inizia a parlarmi.
"Ti piace che ti scopo in questa maniera.", dice talmente piano che faccio fatica a sentirlo. Udibile solo al mio orecchio. Pazzesco. Mi fa rabbrividire. I capezzoli già turgidi, si impuntano ancora di più. Mi afferra la tetta sinistra e me la stringe . Talmente forte, che diventa rossa.
Continua a sbattermi.
Vorrei urlare, vorrei dimenarmi, vorrei dirgli che che é il mio dio. Vorrei gridare di spaccarmi in due.
"Dimmi se ti piace così", inizia a rallentare e poi di nuovo una spinta forte. Ho la gola secca e annaspo per respirare. Il sudore mi bagna le radici dei capelli.
"Sì, mi piace", trovo la forza di parlare. Poi con l'altra mano mi da uno schiaffo sul culo e l'istante dopo mi strofina la clitoride forte alternando dei cerchi a dei colpetti.
Di nuovo in un sussurro mi dice: "Dillo come piace a me", ed io eseguo.
"Sì, signore. Mi piace", mi spinge dentro il cazzo ancora più affondo di quanto non lo avesse già fatto. Io inizio a produrre talmente umori che il suo cazzo scivola che é una meraviglia. Sento che sono al limite.
"Sono il tuo signore?", mi chiede quasi in sospiro.
"Sì, signore." Mi spinge in avanti lasciandomi cadere con la faccia contro il materasso. Questo stacco brusco, mi stordisce.
Mi prende di nuovo per i fianchi e mi solleva.
"Appoggia la testa da un lato", comanda. Io giro la testa da un lato e lo guardo con la coda dell'occhio. Sono di nuovo a quattro zampe come una cagna.
Poi si alza in piedi dietro di me e mi appoggia un piede sulla guancia e l'altro é di fianco alla coscia sul letto. Mi ficca di nuovo il cazzo dentro.
E quindi mi ritrovo a essere scopata con la faccia premuta sul materasso dal suo piede e con la sua mano che mi afferra per la spalla.
Mi sta facendo godere. Il suo cazzo é così largo che mi sento dilaniata a metà. Vorrei di più. Vorrei che mi scopasse più forte. Dio, vorrei proprio succhiarlo.
Le spinte aumentano e so che sto per venire.
Non riesco a starmene ancora zitta.
"Lo sai che questa é la tua fica, signore?", domando piena di libidine e sfacciataggine.
Lui si ferma un attimo. Lo so, gli da fastidio che io parli. Ma so anche che questo comporta alla rabbia e solo al pensiero di essere scopata piena di rabbia mi fa stringere le gambe.
"Certo che é la mia fica, troia! Di chi altro potrebbe essere!", e dopo ricominciare.
Eccolo che mi distrugge, ecco che finalmente godo. Continua a sbattermi, a toccarmi le tette, il culo, la pancia, i fianchi come se non sapesse più cos'altro fare. Si aggrappa al culo che so mi lascerà i segni.
"Mi riempi di sborra, signore?", chiedo quando toglie il piede dalla mia faccia.
Lui dal canto suo, mi intima di stare zitta ed io ancora domando nuovamente.
Sento che é vicino ed io non vedo l'ora di venire. Dí stringere il cazzo con la fica e bagnarlo tutto.
Mi stacco io all'improvviso e mi metto supina. Prendo il cazzo e me lo metto e dopo allargo le gambe. Inarco la schiena e stringo le gambe dietro al suo culo. Lui stordito mi segue e si avvicina alla mia faccia.
Finalmente vedo gli occhi azzurri e non perdo tempo a prendere la sua treccia e tirarla all'indietro.
Si é incazzato, lo sento.
Sento che sto per venire.
Sento pulsare la fica.
Lui mi mette una mano sulla bocca, probabilmente stanco della mia intraprendenza sia in parole che fatti.
Quando lui mi si appiccica talmente tanto che ho paura che entrino pure le palle, ecco lo spruzzo. Ed io vengo. Vengo forte e tantissimo.
"Prendi la tua cazzo di sborra, troia!", e così che vado in estasi.
Mi riempie tutta di sborra calda e densa. Mi sento piena. Strapiena di sborra e di cazzo.
Rimane forse un minuto fermo dentro di me ed io non mi muovo. Rimango immobile cercando di capire cosa diavolo fosse successo. Cosa mi avesse fatto.
Esce, si stacca. Ed io mi sento vuota.
Do uno sguardo all'ora: sono le 22:55.
Si apre i pantaloni, si abbassa le mutande e si rimette dentro il cazzo per poi chiudere di nuovo tutto.
Si gira e tira fuori dai pantaloni i soldi.
Mi guarda una frazione di secondi e mi dice ciao. Appoggia i soldi sul piccolo tavolino e poi apre la porta.
Io sono ancora la letto tremante, piena di sborra, sudata e ansimante.
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