Papi mi spacca il culo 3
di
Veronica90
genere
dominazione
Papi non era geloso di me. Le aveva tutte, ma non era geloso. Mi acchiappava come nessun altro, era guardone e feticista con una fantasia più malata della mia. All'inizio ci si incontrava ogni tanto a casa sua, mi aspettava in strada per combinare, gli ho dato il cell solo dopo tre mesi, ma dopo le vacanze di natale andavo da lui quasi ogni settimana, sempre il mercoledì pomeriggio. Papi sapeva farmi star bene, mi coccolava e eccitava la mia natura esibizionista, tremavo eccitata a farmi vedere nuda da lui, non mi toccava quasi, solo carezze che mi facevano venire brividi caldi. Ripeteva che voleva vedermi, che ero fica, la più bella e io mi mettevo come voleva, magari per un'ora ginocchioni sul letto col culetto ben alto.
Mentre mi interrogava, voleva sapere come, quando e quante volte facevo l'amore con Teo, o con altri ragazzi e poi con gli altri ragazzi che ho avuto. Rideva, non era possibile che non sapessi quanti cazzi avevo ciucciato in vita mia. Ma avevo iniziato presto, a scuola, nelle feste, in disco e questo lo eccitava, gocciolavo quando mi chiamava idrovora succhia cazzi e continuava con una serie infinita di insulti (il più bello era figa rizza cazzi). Ma scopava anche, cazzo se ci facevamo scopate favolose. Era alto, ruvido come un uomo, non lo facevo scappare, lo tenevo stretto con le gambe.
L'ho fatto soffrire tre mesi, nella prima scopata dell'anno gli ho promesso il culo per il suo 53esimo compleanno, il 27 marzo 2007, pochi giorni dopo il mio (fate voi i conti)esimo compleanno.
Gli raccontavo tutto, papi sapeva che lo facevo con Teo e voleva che poi lo chiamassi o gli mandassi un messaggio tutte le volte che me lo metteva dietro.
Con Teo era una storia di sesso, non ci univa niente altro, se eravamo soli scopavamo e basta, non facevamo altro insieme, anche senza vero desiderio. No, noi ci desideravamo da pazzi e ci sfinivamo nella prima trombata, roba che sudavamo anche l'anima, ma poi era sesso stanco, non dico noioso, lo facevamo solo perché eravamo nudi a letto davanti alla tv. Lo spompinavo lenta, mi copriva perché ce l'aveva duro o mi sbatteva come un tappeto pensando di essere in palestra. Con lui non godevo con la testa, non sempre, e per eccitarmi da cagna mi mettevo a cucchiaio, cazzo tutto in culo e senza scopare, gli dicevo di abbracciarmi e basta, che lo volevo sentire in culo. Teo si addormentava così e io chattavo con papi: ho il suo cazzo in culo, mi ha chiavata due ore, sì anche in culo, è meno grosso del tuo, sì papi ti voglio, no papi devi aspettare il tuo compleanno.
Arrivata al giorno del compleanno ero in trance, eccitata e spaventata, avevo fatto troppo la stronza con papi, mi ero divertita a farlo impazzire, avevo tirato troppo la corda con lui. Ma non non volevo tirarmi indietro, in questi mesi mi ero eccitata più di lui, lo sognavo la notte, di giorno, a scuola e mentre ero con Teo. E poi per il mio compleanno mi era arrivato un Apple, dovevo andare da lui.
Papi era un paranoico, aveva terrore di essere scoperto, ogni volta dovevo farmi trovare in una strada o angolo diverso, lui passava, mi caricava in auto e mi portava a casa direttamente in garage. E dovevo coprirmi col cappuccio o abbassarmi. Io preferivo abbassarmi per farlo incazzare, andava in panico se lo spompinavo alla guida. Paranoico e pure feticista, dovevo sempre farmi trovare in leggings o fuseaux da yoga che mi sceglieva lui, due misure più stretti che mi bloccavano la circolazione. Ma col piumino corto ero uno schianto di figa!
Cazzo se pioveva quel giorno, è passato in ritardo e io mi sono inzuppata come una spugna. Era teso, ero tesissima, non parlavamo in auto. Parcheggiato in garage mi ha portata su in sala. Buon compleanno papi, mai visto così teso, aveva la mascella serrata. Toglilo! M'ha fatto levare il piumino che gocciolava. Avevo su la sua felpa preferita, da danza, che ci stavo dentro due volte. Sotto ero nuda, sentivo la felpa contro i capezzoli.
Levali. Mi sono levata gli scarponcini e poi a fatica i leggings strettissimi. Le mutandine non le avevo, erano nel borsone. No, tieni su la felpa, vieni.
Non mi ha portata in camera, ma in cucina. Sul tavolino aveva messo un cuscino e asciugamani e in bella vista il lubrificante. Ero nuda dalla felpa in giù, senza aspettare che me lo ordinasse mi sono piegata sul tavolo mettendomi il cuscino sotto i fianchi. Ho aspettato forse tre minuti, mi stava guardando il culo. Poi mi è venuto di fronte e mi ha messo sugli occhi una mascherina nera da aereo.
'Dimmelo.'
'Lo voglio in culo, papi.'
Non vedo, lo sento muoversi, mi tremano le gambe, mi entra un dito. Due dita. La crema fredda mi scioglie di piacere. Mi frulla le dita nel buchetto. Sei già una una piccola rottainculo. Me lo diceva sempre quando me le infilava e io schizzavo sempre di gioia. Non vedo ma so cosa mi farà adesso. Ecco, lo sento penetrarmi, indice e anulare in fica e il pollice spinto in culo. Svengo, essere presa così da bendata è da infarto.
Dimmelo.
Scopami in culo, papi, fottimi lo voglio, sono la tua porca papi, sì sì violentami, più forte, piano ce l'hai troppo grosso papi mi rompi il culo, fa male papi, è grosso porcaputtana, sei un porco, il mio porco, sì sì, ancora, fammi il culo a caverna porcod*, fottimi... Riempio la mascherina di lacrime, il culo brucia da morire, non reggo, i colpi sono troppi forti, mi sfondano e godo nella pancia. Mi incula furioso, mi arrampico con una gamba sul tavolino e lui picchia più duro in culo. Il mio orgasmo è più furioso del suo. Mi blocca come può e mi sborra in culo.
Riprendo a respirare, scivolo a terra, sulle piastrelle tra le sue gambe, un gocciolone di sborra mi cade sul viso. Cazzo, mi ha fatto davvero il culo a caverna.
Buon compleanno papi.
Mentre mi interrogava, voleva sapere come, quando e quante volte facevo l'amore con Teo, o con altri ragazzi e poi con gli altri ragazzi che ho avuto. Rideva, non era possibile che non sapessi quanti cazzi avevo ciucciato in vita mia. Ma avevo iniziato presto, a scuola, nelle feste, in disco e questo lo eccitava, gocciolavo quando mi chiamava idrovora succhia cazzi e continuava con una serie infinita di insulti (il più bello era figa rizza cazzi). Ma scopava anche, cazzo se ci facevamo scopate favolose. Era alto, ruvido come un uomo, non lo facevo scappare, lo tenevo stretto con le gambe.
L'ho fatto soffrire tre mesi, nella prima scopata dell'anno gli ho promesso il culo per il suo 53esimo compleanno, il 27 marzo 2007, pochi giorni dopo il mio (fate voi i conti)esimo compleanno.
Gli raccontavo tutto, papi sapeva che lo facevo con Teo e voleva che poi lo chiamassi o gli mandassi un messaggio tutte le volte che me lo metteva dietro.
Con Teo era una storia di sesso, non ci univa niente altro, se eravamo soli scopavamo e basta, non facevamo altro insieme, anche senza vero desiderio. No, noi ci desideravamo da pazzi e ci sfinivamo nella prima trombata, roba che sudavamo anche l'anima, ma poi era sesso stanco, non dico noioso, lo facevamo solo perché eravamo nudi a letto davanti alla tv. Lo spompinavo lenta, mi copriva perché ce l'aveva duro o mi sbatteva come un tappeto pensando di essere in palestra. Con lui non godevo con la testa, non sempre, e per eccitarmi da cagna mi mettevo a cucchiaio, cazzo tutto in culo e senza scopare, gli dicevo di abbracciarmi e basta, che lo volevo sentire in culo. Teo si addormentava così e io chattavo con papi: ho il suo cazzo in culo, mi ha chiavata due ore, sì anche in culo, è meno grosso del tuo, sì papi ti voglio, no papi devi aspettare il tuo compleanno.
Arrivata al giorno del compleanno ero in trance, eccitata e spaventata, avevo fatto troppo la stronza con papi, mi ero divertita a farlo impazzire, avevo tirato troppo la corda con lui. Ma non non volevo tirarmi indietro, in questi mesi mi ero eccitata più di lui, lo sognavo la notte, di giorno, a scuola e mentre ero con Teo. E poi per il mio compleanno mi era arrivato un Apple, dovevo andare da lui.
Papi era un paranoico, aveva terrore di essere scoperto, ogni volta dovevo farmi trovare in una strada o angolo diverso, lui passava, mi caricava in auto e mi portava a casa direttamente in garage. E dovevo coprirmi col cappuccio o abbassarmi. Io preferivo abbassarmi per farlo incazzare, andava in panico se lo spompinavo alla guida. Paranoico e pure feticista, dovevo sempre farmi trovare in leggings o fuseaux da yoga che mi sceglieva lui, due misure più stretti che mi bloccavano la circolazione. Ma col piumino corto ero uno schianto di figa!
Cazzo se pioveva quel giorno, è passato in ritardo e io mi sono inzuppata come una spugna. Era teso, ero tesissima, non parlavamo in auto. Parcheggiato in garage mi ha portata su in sala. Buon compleanno papi, mai visto così teso, aveva la mascella serrata. Toglilo! M'ha fatto levare il piumino che gocciolava. Avevo su la sua felpa preferita, da danza, che ci stavo dentro due volte. Sotto ero nuda, sentivo la felpa contro i capezzoli.
Levali. Mi sono levata gli scarponcini e poi a fatica i leggings strettissimi. Le mutandine non le avevo, erano nel borsone. No, tieni su la felpa, vieni.
Non mi ha portata in camera, ma in cucina. Sul tavolino aveva messo un cuscino e asciugamani e in bella vista il lubrificante. Ero nuda dalla felpa in giù, senza aspettare che me lo ordinasse mi sono piegata sul tavolo mettendomi il cuscino sotto i fianchi. Ho aspettato forse tre minuti, mi stava guardando il culo. Poi mi è venuto di fronte e mi ha messo sugli occhi una mascherina nera da aereo.
'Dimmelo.'
'Lo voglio in culo, papi.'
Non vedo, lo sento muoversi, mi tremano le gambe, mi entra un dito. Due dita. La crema fredda mi scioglie di piacere. Mi frulla le dita nel buchetto. Sei già una una piccola rottainculo. Me lo diceva sempre quando me le infilava e io schizzavo sempre di gioia. Non vedo ma so cosa mi farà adesso. Ecco, lo sento penetrarmi, indice e anulare in fica e il pollice spinto in culo. Svengo, essere presa così da bendata è da infarto.
Dimmelo.
Scopami in culo, papi, fottimi lo voglio, sono la tua porca papi, sì sì violentami, più forte, piano ce l'hai troppo grosso papi mi rompi il culo, fa male papi, è grosso porcaputtana, sei un porco, il mio porco, sì sì, ancora, fammi il culo a caverna porcod*, fottimi... Riempio la mascherina di lacrime, il culo brucia da morire, non reggo, i colpi sono troppi forti, mi sfondano e godo nella pancia. Mi incula furioso, mi arrampico con una gamba sul tavolino e lui picchia più duro in culo. Il mio orgasmo è più furioso del suo. Mi blocca come può e mi sborra in culo.
Riprendo a respirare, scivolo a terra, sulle piastrelle tra le sue gambe, un gocciolone di sborra mi cade sul viso. Cazzo, mi ha fatto davvero il culo a caverna.
Buon compleanno papi.
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