Cap.5 Il sogno di Rossella
di
Mato
genere
dominazione
Con ROSSELLA capita che durante le nostre scopate ci raccontiamo sogni e fantasie proibite.
In uno dei nostri incontri, mentre lei si trova sotto di me, a gambe larghe ed io la sto scopando lentamente succhiandogli i capezzoli, ROSSELLA, che si sta godendo la penetrazione, e mi sussurra: “ti racconto cosa ho sognato stanotte… sono in vacanza in Africa con un gruppo di amiche, un viaggio avventuroso durante il quale è previsto di soggiogare presso una tribù indigena che abita nel cuore della foresta. Al nostro arrivo veniamo accolte calorosamente, gli uomini sono molto atletici con bei tratti del viso, indossano solo una specie di tanga con una cannuccia di legno dove è custodito il pene, le donne, dal seno prosperoso, hanno solo una specie di pareo che le copre il ventre.
Ci fanno sistemare in una capanna allestita con giacigli per la notte. Stanche del viaggio ci stiamo riposando quando veniamo svegliate da due uomini con delle lance in mano, mi afferrano e mi trascinano fuori. Mi ritrovo nel mezzo del piazzale del villaggio dove al centro c’è una specie di altare di pietra, da un lato le donne, abbellite con collane ed altri orpelli, dall’altro gli uomini, completamente nudi. Con stupore e un po’ di timore noto che tutti hanno il pene duro, color ebano, incurvato verso l’alto e di dimensioni notevoli. Guardo davanti a me e vedo un grande trono dove è seduto un uomo enorme. Intuisco sia il capo tribù, sarà due metri, con un corpo massiccio, ed anch’esso è completamente nudo, ma la cosa che mi lascia a bocca aperta è l’enorme cazzo che svetta tra le sue gambe, sarà almeno trenta centimetri, con un diametro impressionante, due palle grosse come bocce di alabastro, visto così sembra una scultura di pietra. Dopo un cenno di quest’ultimo i due uomini, che mi hanno trascinato lì mi denudano, facendomi stendere sull’altare di pietra a pancia in giù legandomi mani e piedi. Sono frastornata, la posizione è scomoda ed espone il mio sesso aperto a chi sta dietro. Inizia un rullo di tamburi, gli uomini intonano una litania e mi girano intorno danzando. Li vedo scorrere davanti a me con i loro cazzoni sempre eretti. I tamburi si interrompono e cala il silenzio, gli uomini si posizionano dietro di me, improvvisamente sento spingere qualcosa nella mia fica, realizzo che è il cazzo di uno di loro che vuole entrare, sono secca ma alla fine si fa strada facendomi urlare di dolore. Inizia a scoparmi incitato dagli altri. È grosso, duro e mi fa male, ma per fortuna arriva quasi subito sborrandomi dentro una notevole quantità di sperma. Si sfila ma viene subito rimpiazzato da un altro, questa volta la penetrazione è agevolata dalla lubrificazione del liquido seminale del primo… anche lui è grosso e duro, come tutti gli altri che si susseguono… ne conto dieci. Quando finiscono ho la fica dolorante con la sborra di tutti quegli uomini che mi cola dalle gambe.
I due di prima mi slegano, a malapena mi reggo in piedi, e mi accompagnano al cospetto del capo tribù. Da vicino è impressionante, un uomo enorme, con un cazzo mostruoso. Mi guarda iniziando dalle cosce toniche, il pube dalle labbra carnose contornate da una peluria curata, le grosse tette e la bocca carnosa e il volto rigato dalle lacrime, mi fa girare per ammirare le mie grosse chiappe sode. Vengo fatta girare di nuovo, lui fa un cenno di assenso e le due guardie mi fanno posizionare a cavalcioni del loro capo. La mia fica poggia su quell’enorme cappella, che sembra di pietra se non fosse che è calda. Adesso comincio a capire a cosa fossero servite le penetrazioni multiple di prima... a prepararmi ad accogliere questo cazzo gigante… non ho scelta e facilitata dalle abbondanti sborrate ricevute, riesco a farlo entrare per metà. Il capo tribù è impassibile ma sento il suo cazzone pulsare. Aspetto che le pareti della mia vagina si adattino a quelle dimensioni poi concio ad andare su e giù. Nel villaggio è calato un silenzio surreale, io cerco di rilassami e dopo poco comincio a sentire un certo piacere. Mi bagno abbondantemente, adesso il grosso cazzo scorre agevolmente dentro di me facendomi raggiungere un orgasmo che non avrei mai immaginato. L’uomo sotto di me è sempre impassibile ma sento il suo pisellone che vibra, un ruggito squarcia la foresta e sento dentro di me getti di liquido bollente che riempiono il mio utero. È un vulcano che erutta un fiume di sborra rovente, vengo scossa da un altro e se possibile più intenso orgasmo. Non finisce più, una colata di sperma scende tra le mie gambe e a terra si forma un lago bianco. Dopo un tempo indefinito sento quella massa di carne che perde consistenza ed esce da me lasciandomi aperta come se avessi partorito. Sento un giubilo di gioia in tutto il villaggio, vengo raggiunta da alcune donne che, sorreggendomi, mi portano in una tenda. Qui mi puliscono, mi truccano, mi vestono con abiti tradizionali e infine ornano il mio capo con una corona, a quel punto realizzo di essere diventata la loro regina.”
Il racconto di ROSSELLA termina, io durante la narrazione non ho resistito e gli sono venuto dentro. Adesso lei si sta masturbando, chissà magari immaginando che il seme che le sta colando dalla fica sia quello del capo tribù.
In uno dei nostri incontri, mentre lei si trova sotto di me, a gambe larghe ed io la sto scopando lentamente succhiandogli i capezzoli, ROSSELLA, che si sta godendo la penetrazione, e mi sussurra: “ti racconto cosa ho sognato stanotte… sono in vacanza in Africa con un gruppo di amiche, un viaggio avventuroso durante il quale è previsto di soggiogare presso una tribù indigena che abita nel cuore della foresta. Al nostro arrivo veniamo accolte calorosamente, gli uomini sono molto atletici con bei tratti del viso, indossano solo una specie di tanga con una cannuccia di legno dove è custodito il pene, le donne, dal seno prosperoso, hanno solo una specie di pareo che le copre il ventre.
Ci fanno sistemare in una capanna allestita con giacigli per la notte. Stanche del viaggio ci stiamo riposando quando veniamo svegliate da due uomini con delle lance in mano, mi afferrano e mi trascinano fuori. Mi ritrovo nel mezzo del piazzale del villaggio dove al centro c’è una specie di altare di pietra, da un lato le donne, abbellite con collane ed altri orpelli, dall’altro gli uomini, completamente nudi. Con stupore e un po’ di timore noto che tutti hanno il pene duro, color ebano, incurvato verso l’alto e di dimensioni notevoli. Guardo davanti a me e vedo un grande trono dove è seduto un uomo enorme. Intuisco sia il capo tribù, sarà due metri, con un corpo massiccio, ed anch’esso è completamente nudo, ma la cosa che mi lascia a bocca aperta è l’enorme cazzo che svetta tra le sue gambe, sarà almeno trenta centimetri, con un diametro impressionante, due palle grosse come bocce di alabastro, visto così sembra una scultura di pietra. Dopo un cenno di quest’ultimo i due uomini, che mi hanno trascinato lì mi denudano, facendomi stendere sull’altare di pietra a pancia in giù legandomi mani e piedi. Sono frastornata, la posizione è scomoda ed espone il mio sesso aperto a chi sta dietro. Inizia un rullo di tamburi, gli uomini intonano una litania e mi girano intorno danzando. Li vedo scorrere davanti a me con i loro cazzoni sempre eretti. I tamburi si interrompono e cala il silenzio, gli uomini si posizionano dietro di me, improvvisamente sento spingere qualcosa nella mia fica, realizzo che è il cazzo di uno di loro che vuole entrare, sono secca ma alla fine si fa strada facendomi urlare di dolore. Inizia a scoparmi incitato dagli altri. È grosso, duro e mi fa male, ma per fortuna arriva quasi subito sborrandomi dentro una notevole quantità di sperma. Si sfila ma viene subito rimpiazzato da un altro, questa volta la penetrazione è agevolata dalla lubrificazione del liquido seminale del primo… anche lui è grosso e duro, come tutti gli altri che si susseguono… ne conto dieci. Quando finiscono ho la fica dolorante con la sborra di tutti quegli uomini che mi cola dalle gambe.
I due di prima mi slegano, a malapena mi reggo in piedi, e mi accompagnano al cospetto del capo tribù. Da vicino è impressionante, un uomo enorme, con un cazzo mostruoso. Mi guarda iniziando dalle cosce toniche, il pube dalle labbra carnose contornate da una peluria curata, le grosse tette e la bocca carnosa e il volto rigato dalle lacrime, mi fa girare per ammirare le mie grosse chiappe sode. Vengo fatta girare di nuovo, lui fa un cenno di assenso e le due guardie mi fanno posizionare a cavalcioni del loro capo. La mia fica poggia su quell’enorme cappella, che sembra di pietra se non fosse che è calda. Adesso comincio a capire a cosa fossero servite le penetrazioni multiple di prima... a prepararmi ad accogliere questo cazzo gigante… non ho scelta e facilitata dalle abbondanti sborrate ricevute, riesco a farlo entrare per metà. Il capo tribù è impassibile ma sento il suo cazzone pulsare. Aspetto che le pareti della mia vagina si adattino a quelle dimensioni poi concio ad andare su e giù. Nel villaggio è calato un silenzio surreale, io cerco di rilassami e dopo poco comincio a sentire un certo piacere. Mi bagno abbondantemente, adesso il grosso cazzo scorre agevolmente dentro di me facendomi raggiungere un orgasmo che non avrei mai immaginato. L’uomo sotto di me è sempre impassibile ma sento il suo pisellone che vibra, un ruggito squarcia la foresta e sento dentro di me getti di liquido bollente che riempiono il mio utero. È un vulcano che erutta un fiume di sborra rovente, vengo scossa da un altro e se possibile più intenso orgasmo. Non finisce più, una colata di sperma scende tra le mie gambe e a terra si forma un lago bianco. Dopo un tempo indefinito sento quella massa di carne che perde consistenza ed esce da me lasciandomi aperta come se avessi partorito. Sento un giubilo di gioia in tutto il villaggio, vengo raggiunta da alcune donne che, sorreggendomi, mi portano in una tenda. Qui mi puliscono, mi truccano, mi vestono con abiti tradizionali e infine ornano il mio capo con una corona, a quel punto realizzo di essere diventata la loro regina.”
Il racconto di ROSSELLA termina, io durante la narrazione non ho resistito e gli sono venuto dentro. Adesso lei si sta masturbando, chissà magari immaginando che il seme che le sta colando dalla fica sia quello del capo tribù.
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