Uccidi Uribe - Una Brava - 18
di
XXX-Comics
genere
pulp
Ci hanno separati appena giù dall'aereo.
Dolores è stata presa in consegna da quelli dell'Intelligence che le devono creare una nuova identità per seppellirla magari in qualche villaggio del Montana, il senatore è stato portato via dall'FBI, io sono stata sequestrata dai medici della clinica.
Ci sono rimasta cinque inutili giorni. Mille esami, cure e terapie riabilitative.
Il dottor Hiroshi è disgustato, non ho alcun rispetto per il lavoro della sua équipe, dopo ogni missione gli riporto indietro un catorcio di figa. S'è lamentato anche col Colonnello di quello che s'è ritrovato tra le mani, lui si lamenta sempre!,
M'ha comunque rimessa in sesto: pelle fresca da diciottenne, orifizi da verginella al primo appuntamento, agilità da ginnasta alle olimpiadi ed elasticità da porno attrice pronta a ricominciare. L'ho ringraziato con un bacetto per il seno meraviglioso che m'ha regalato. Non lo dice mai ma mi vuole un bene dell'anima.
La parte divertente del ricovero sono stati i colloqui con la mia strizzacervelli, la dottoressa Hollie Thompson, bianca, trentasette anni ben portati, matta il punto giusto, uscita a pieni voti dalla Stanford University ed innestata stabilmente nel mio cervello peggio dei sensori quantici. Mi segue da sempre, da quando sono diventata Lucy.
“No Lucy, è pericoloso, terribilmente pericoloso: tu hai allentato le difese! Non va bene, dobbiamo rimediare subito.”
Questo solo perché le ho confessato di una specie di riflesso condizionato che m'è venuto, dura un nulla, ma ogni volta che vedo una porta aprirsi credo sia un nuovo cliente. “Ma non è niente! È normale, in quel bordello c'ho passato quasi tre settimane. È solo un'impressione, passerà col tempo.”
“No, non possiamo permettercelo.”
Il giorno dopo aveva già risolto il problema. A modo suo. “Ci sono novità: qualcuno ha raccontato a Félipe lo scherzetto che hai fatto al suo figliolo (tra parentesi: sei stata geniale!) e temo gli abbiano anche detto che ti trovi a San Diego. Félipe ha giurato che verrà a prenderti.”
“Ohccazzo!”
“Bene, ora starai più attenta quando si aprirà una porta. È il sistema che si usa negli allevamenti di trote, per non farle impigrire ed ottenere carni migliori, si mette un luccio nel laghetto... L'ho consigliato io al Colonnello.”
Immensa invidia! Hollie è l'unica che può permettersi di dare consigli al Colonnello, lui non ascolta nessun altro. È l'impressione che abbiamo tutti qui al Centro, io compresa, il Colonnello sente tutti ma non ascolta nessuno. Sono orgogliosa d'averla come amica.
S'è ammazzata dalle risate quando le ho raccontato la mia tragica missione. Fa piacere, aiuta a sdrammatizzare. Con me condivide un sacco di interessi e passioni (shopping, arredamento, basket, cavalli, vino e mille altri) e siamo in sintonia anche sui gusti sessuali. Hollie, come ogni donna con una buona fantasia, si coltiva fantasie proibite nientemale e le confessa a me, che mi sono bruciata tutte le mie fantasie realizzandole per lavoro.
Hollie ha un debole, una vera fissa, una passione patologica per militari, guerriglieri e marines, meglio se latini o di colore, rigorosamente in branco e delinquenti brutalizzatori, e m'ha costretta a raccontarle e riraccontarle i miei stupri da caserma facendomi domande assurda. “Aspetta aspetta, avevano la mimetica sudata? Gli anfibi lucidi o infangati. E il terzo, non mi hai detto com'era il terzo nel capanno, era più dotato del sergente? Okay te l'ha messo prima in bocca, ma come?, scopandoti la gola?...”
Ogni volta devo aggiungere particolari e senza volerlo comincio a barare, a metterne di inventati, ad esagerare sul numero, sulle dimensioni e sulle prestazioni.
Farmi sparare cazzate mostruose è la sua terapia: esagerare ed inventare m'aiuta a distaccarmene come se fossero davvero solo fantasie che ci si scambiano tra amiche. Lei ovviamente usa termini scientifici, dice che questo m'aiuta ad esorcizzare.
E la eccita.
L'altro punto dolente su cui ci abbiamo perso quattro ore è stata la gang nella bisca.
“È un grosso problema, Lucy, hai subito passivamente, nemmeno sai chi è stato. Okay, è stato Dylan e di lui ti sei vendicata (tra parentesi: sei stata geniale!), ma degli altri non sai nulla, rischiano di diventare dei fantasmi che ti perseguiteranno tutta la vita se non li affronti.”
“Non è vero, a loro non ci penso nemmeno, erano solo puttanieri di merda.'
“Vedi? Sono fantasmi. Tu sei fatalista già di tuo, ci manca solo che ti porti dietro i fantasmi. Dobbiamo esorcizzarli.”
“E come si fa?”
“Con l'ipnosi! Se ti concentri puoi arrivare a riconoscerli.”
“Seee, com'è possibile? Avevo la testa nel muro.”
“Era la festa della città, scommetto che puoi almeno distinguere i soldati in licenza.” Con Hollie si finisce sempre sui militari. “Non dirmi che non riconoscevi i più giovani con il testosterone a palla.”
É stato estenuante, mi sono rivissuta un lungo pomeriggio di gangbang con Super Mario in testa senza nemmeno le due pause che m'ha concesso Félipe Junior, ma alla fine ce l'ho fatta. “Centododici. Trentasette erano sicuramente i tuoi soldati in festa.”
È accaldata anche lei, ha le lenti appannate mentre controlla il rapporto. “Brava, ci sei andata vicino... qui dicono centoventisei.”
“In quattordici hanno fatto due giri, ne sono sicura.”
“Ah!, notevole.”
“Non direi, nemmeno tredici dollari... Ci sono influencer che fanno di meglio.”
“Ma è un altra cosa...” Chiude la cartelletta. “Bene, direi che abbiamo finito! Magari ci si vede al maneggio, sono due settimane che non ci vado, farebbe bene anche a te una bella cavalcata in spiaggia.”
“Magari combiniamo... Senti, darò una festa per il mio ritorno, t'interessa?”
“Lo sai, non mi vanno le feste.”
“Ci saranno anche tre miei nuovi amici, tre magnifici animali da sesso, se vuoi li faccio venire in mimetica solo per te... che ne dici?”
“Che sei un'amica, ma la confusione non fa proprio per me.”
“Ci sono camere appartate e tre è la confusione perfetta.”
“Posso crederti, ma qui non sono io quella in cura, ahaha!... e poi ho una bimba di tre anni!”
Non ha detto no.
- - -
Finalmente incontro il Colonnello.
Una girata di sette minuti da levarmi la pelle!
Me la merito, ho fatto troppe cazzate e non ho terminato Uribe alla prima occasione solo perché Dolores era appesa sopra uno stagno di piranha.
E non gli sta bene nemmeno il mio rapporto, due paginette stringate buttate giù mezz'ora prima. L'ha fatto letteralmente infuriare la mia richiesta di nuclearizzare quel cesso di posto. Sono stata scema, avrei dovuto chiedere ad Hollie di suggerirglielo lei.
Ma gli obiettivi sono stati raggiunti e il Colonnello è uno che guarda ai risultati: mi concede due premi inaspettati!
No, non nuclearizzerà la cittadina di Félipe: una vacanza premio e l'onore di chiudere definitivamente questa cazzo di tragica missione.
Lo ringrazio.
Ha già gli occhi sul monitor.
Saluto.
Mi richiama. “Ah Lucy, pare che Félipe t'abbia promessa al suo figliolo.”
“Starò attenta.”
“Sì, non combinarci altri casini.”
- - -
Beh, il primo premio mi toccava di diritto, dopo una missione cinque giorni di ferie li concede a tutti, ma a me ha fatto addirittura silenziare i sensori quantici! Vacanza assoluta!
All'inizio avevo quasi paura, mi sentivo persa dopo due anni di vigilanza.
No, non siamo andati in una villa davanti all'Oceano ma in una baita di legno nello Yosemite Park. Solo io ed il mio amore, come due coloni nella foresta: la brace nel camino, niente elettricità, il silenzio dei boschi, nessun telefono, la spessa nebbia del mattino, i cavalli e... nessuno che ci spiava.
Mai sentita così bella!
---
Mark è felice di rivedermi.
O ha un coniglio nascosto nei pantaloni.
No, la sua erezione non è per me, gli viene sempre duro quando parla dei suoi progetti. “Cazzo Lucy, sei sparita! Ormai mi davo per spacciato.”
Sì, posso crederlo, è in uno stato pietoso! M'è piombato in casa diciotto minuti dopo che i ragazzi del Centro gli hanno mandato il messaggio ch'ero tornata. M'hanno tenuto loro i contatti professionali durante la vacanza colombiana.
“Cazzo Mark, cosa continui con 'sta storia? Io ti ho sempre risposto, non sono sparita.”
“Sì, solo messaggi del cazzo ed intanto io dovevo tenere buoni tutti! Lo sai, i coreani vogliono solo te ed hanno anticipato tutto per il noleggio del galeone. È per mercoledì prossimo, faremo due giorni di riprese, contiamo di tirarne fuori una piccola serie di tre video. Dimmi che ci sei o mi affogo nella tua piscina!!”
“Sì, sì, ci sono, ci sono, te l'ho detto mille volte! Come cazzo devo dirtelo?”
Minchia, che palle questo qui!
Scendo in palestra con lui che mi scodinzola dietro come un cane festante per il ritorno della padroncina. Mi metto alla macchina per tonificare i glutei.
Mark rimane in piedi dietro alla macchina, ora l'erezione è più evidente, ma solo perché mi sta raccontando il suo cazzo di film.. “... è ambientato nel Seicento, costumi d'epoca da non crederci! Tu sei la figlia del capitano olandese la cui nave viene abbordata dai pirati. Ti giuro, abbiamo scelto solo attori delle isole polinesiane e Maori della Nuova Zelanda, il realismo e tutto!, beh il capitano dei pirati ti tortura e ti fa violentare dai suoi uomini davanti al padre, immaginati la scena!, legata ad un vero albero di un vero galeone... poi la trama te la spiego meglio, ho tutto in testa, tu magari per salvare tuo padre accetti di fargli un pompino o scoparlo davanti alla ciurma e si può fare che magari lui impazzisce e ti punisce ficcand...”
“...?”
Perché s'è bloccato?
Ah, è entrata Dolores con l'asciugamano al collo. S'è appena fatta sette chilometri di riscaldamento ed ora deve fare addominali e dorsali.
Con due dita richiudo la mandibola di Mark.
“Ch... chi è?”
“Un'amica.”
Gli s'è ammosciato. Dolores fa questo effetto ai maschietti timidi.
“Fa paur... È fantastica!”
E non l'hai vista spaccare legna nello Yosemite Park.
“Mark ascoltami io ci sono, ma quest... E guardami quando ti parlo!!! Cazzo Mark, questo film è una merda! Spenderete un sacco di soldi per girare un filmetto del cazzo uguale a tutti gli altri.”
“Non è vero, è assolutamente realistico! Ed io ho tutto qui in testa.”
“Fa' come vuoi, ma poi quelli vorranno le tue palle quando faranno i conti. Te le taglieranno, non girerai più nemmeno pubblicità per detersivi!... Riflettici e dimmi se non ho ragione.”
“Lo so, Lucy, lo so cazzooo! Ma ormai la macchina è partita, non si può più tornare indietro. È per questo che tu devi essere assolutamente fantastica e non devi fare la smorfiosa per le scene troppo dure. Qui mi gioco il culo anch'io!”
Beh, Mark non è completamente pirla.
“Una soluzione ci sarebbe, invece.”
“E quale? Scappare in Tibet?”
Non scherza, è angosciato, se perdono soldi i suoi soci possono essere peggio dei miei colombiani.
“No... Non so, potresti rivedere la trama ed il cast. Perché il capitano dei pirati dev'essere sempre un omone con barba nera e e gamba di legno? Non stai girando Peter Pan, cazzo.”
“No, a questo c'ho pensato, ho già in mente come fargli usare la gamba di legno.”
“...?!!!” Ommerda!, crede davvero che son di gomma. “Sì, Geppetto!... ma se invece il capitano fosse donna? Pensa, una figona nera incredibile, bellissima e sadica?”
Mark non è proprio così pirla, capisce al volo. Fissa Dolores che sta facendo squat davanti lo specchio.
“Sì sì sì, cazzooo!!! È un'idea pazzesca! Funzionerà, lo sento, ce l'ho duro come mai prima! I coreani non crederanno ai loro occhi!”
Cazzo, mi sono bagnata anch'io.
“Ma lei ci sta? Non è una che poi che mi si blocca davanti alle telecamere?”
Dolores ha capito che parliamo di lei. È dritta in piedi che ci fissa, bella e inquietante come la prima volta sullo yacht di Vargas.
“Tranquillo, non ti deluderà. Intanto immaginatela con frusta in mano e strap-on.”
“Argh.” S'è sporcato nei boxer. “Abbiamo solo otto giorni per riscrivere la sceneggiatura, dobbiamo lavorarci giorno e notte...”
“No Mark, tu adesso ti levi dalle palle. Lascia fare a noi.”
Lo sbatto fuori.
Dolores mi s'avvicina. Il bacino le ondeggia come una pantera nera, il ventre piatto è lucido. Con la punta della lingua le rubo la gocciolina di sudore nell'ombelico.
“Cos'è questa storia? Ho sentito che parlavi di strap-on.”
“Esigenze sceniche. Dobbiamo salvare Mark, ha la fantasia di un sedicenne.”
“Non è stata una bella idea portarmi qui. Peggio per te!” Mi sfiora il capezzolo e prendo la scossa. “Non l'abbiamo più fatto così... Ti manca?”
“Da morire.”
Per la verità il sesso con lei è sempre impegnativo e nello Yosemite Park m'ha strappato orgasmi tellurici, ma è vero, non abbiamo più fatto nulla di paragonabile alla palestra dello yacht del fu-Vargas.
“Ma adesso è diverso. Era per lavoro, non... non ci conoscevamo.”
Dolores non ce la farà mai a dirmi che mi ama.
“Hai ragione.” Dico.
L'adoro quando si lascia palpare. Rimane ferma in piedi e pazientemente lascia che la tocchi tutta come una pantera nera che fa le fusa ringhiando. In questi momenti credo quasi che sia mia. “Ci stai pensando?”
“A cosa?”
“Alla sceneggiatura per Mark.”
“Sì.”
Mi si blocca il respiro. “Mi ecciti quando mi pensi.”
“Vuoi sapere a cosa sto pensando.”
“No! Non dirmi nulla!”
“Come vuoi.” Due polpastrelli mi premono l'ano. “Cazzo, Lucy, tu tiri fuori il peggio di me.”
No, non dirà mai che mi ama.
Dolores è stata presa in consegna da quelli dell'Intelligence che le devono creare una nuova identità per seppellirla magari in qualche villaggio del Montana, il senatore è stato portato via dall'FBI, io sono stata sequestrata dai medici della clinica.
Ci sono rimasta cinque inutili giorni. Mille esami, cure e terapie riabilitative.
Il dottor Hiroshi è disgustato, non ho alcun rispetto per il lavoro della sua équipe, dopo ogni missione gli riporto indietro un catorcio di figa. S'è lamentato anche col Colonnello di quello che s'è ritrovato tra le mani, lui si lamenta sempre!,
M'ha comunque rimessa in sesto: pelle fresca da diciottenne, orifizi da verginella al primo appuntamento, agilità da ginnasta alle olimpiadi ed elasticità da porno attrice pronta a ricominciare. L'ho ringraziato con un bacetto per il seno meraviglioso che m'ha regalato. Non lo dice mai ma mi vuole un bene dell'anima.
La parte divertente del ricovero sono stati i colloqui con la mia strizzacervelli, la dottoressa Hollie Thompson, bianca, trentasette anni ben portati, matta il punto giusto, uscita a pieni voti dalla Stanford University ed innestata stabilmente nel mio cervello peggio dei sensori quantici. Mi segue da sempre, da quando sono diventata Lucy.
“No Lucy, è pericoloso, terribilmente pericoloso: tu hai allentato le difese! Non va bene, dobbiamo rimediare subito.”
Questo solo perché le ho confessato di una specie di riflesso condizionato che m'è venuto, dura un nulla, ma ogni volta che vedo una porta aprirsi credo sia un nuovo cliente. “Ma non è niente! È normale, in quel bordello c'ho passato quasi tre settimane. È solo un'impressione, passerà col tempo.”
“No, non possiamo permettercelo.”
Il giorno dopo aveva già risolto il problema. A modo suo. “Ci sono novità: qualcuno ha raccontato a Félipe lo scherzetto che hai fatto al suo figliolo (tra parentesi: sei stata geniale!) e temo gli abbiano anche detto che ti trovi a San Diego. Félipe ha giurato che verrà a prenderti.”
“Ohccazzo!”
“Bene, ora starai più attenta quando si aprirà una porta. È il sistema che si usa negli allevamenti di trote, per non farle impigrire ed ottenere carni migliori, si mette un luccio nel laghetto... L'ho consigliato io al Colonnello.”
Immensa invidia! Hollie è l'unica che può permettersi di dare consigli al Colonnello, lui non ascolta nessun altro. È l'impressione che abbiamo tutti qui al Centro, io compresa, il Colonnello sente tutti ma non ascolta nessuno. Sono orgogliosa d'averla come amica.
S'è ammazzata dalle risate quando le ho raccontato la mia tragica missione. Fa piacere, aiuta a sdrammatizzare. Con me condivide un sacco di interessi e passioni (shopping, arredamento, basket, cavalli, vino e mille altri) e siamo in sintonia anche sui gusti sessuali. Hollie, come ogni donna con una buona fantasia, si coltiva fantasie proibite nientemale e le confessa a me, che mi sono bruciata tutte le mie fantasie realizzandole per lavoro.
Hollie ha un debole, una vera fissa, una passione patologica per militari, guerriglieri e marines, meglio se latini o di colore, rigorosamente in branco e delinquenti brutalizzatori, e m'ha costretta a raccontarle e riraccontarle i miei stupri da caserma facendomi domande assurda. “Aspetta aspetta, avevano la mimetica sudata? Gli anfibi lucidi o infangati. E il terzo, non mi hai detto com'era il terzo nel capanno, era più dotato del sergente? Okay te l'ha messo prima in bocca, ma come?, scopandoti la gola?...”
Ogni volta devo aggiungere particolari e senza volerlo comincio a barare, a metterne di inventati, ad esagerare sul numero, sulle dimensioni e sulle prestazioni.
Farmi sparare cazzate mostruose è la sua terapia: esagerare ed inventare m'aiuta a distaccarmene come se fossero davvero solo fantasie che ci si scambiano tra amiche. Lei ovviamente usa termini scientifici, dice che questo m'aiuta ad esorcizzare.
E la eccita.
L'altro punto dolente su cui ci abbiamo perso quattro ore è stata la gang nella bisca.
“È un grosso problema, Lucy, hai subito passivamente, nemmeno sai chi è stato. Okay, è stato Dylan e di lui ti sei vendicata (tra parentesi: sei stata geniale!), ma degli altri non sai nulla, rischiano di diventare dei fantasmi che ti perseguiteranno tutta la vita se non li affronti.”
“Non è vero, a loro non ci penso nemmeno, erano solo puttanieri di merda.'
“Vedi? Sono fantasmi. Tu sei fatalista già di tuo, ci manca solo che ti porti dietro i fantasmi. Dobbiamo esorcizzarli.”
“E come si fa?”
“Con l'ipnosi! Se ti concentri puoi arrivare a riconoscerli.”
“Seee, com'è possibile? Avevo la testa nel muro.”
“Era la festa della città, scommetto che puoi almeno distinguere i soldati in licenza.” Con Hollie si finisce sempre sui militari. “Non dirmi che non riconoscevi i più giovani con il testosterone a palla.”
É stato estenuante, mi sono rivissuta un lungo pomeriggio di gangbang con Super Mario in testa senza nemmeno le due pause che m'ha concesso Félipe Junior, ma alla fine ce l'ho fatta. “Centododici. Trentasette erano sicuramente i tuoi soldati in festa.”
È accaldata anche lei, ha le lenti appannate mentre controlla il rapporto. “Brava, ci sei andata vicino... qui dicono centoventisei.”
“In quattordici hanno fatto due giri, ne sono sicura.”
“Ah!, notevole.”
“Non direi, nemmeno tredici dollari... Ci sono influencer che fanno di meglio.”
“Ma è un altra cosa...” Chiude la cartelletta. “Bene, direi che abbiamo finito! Magari ci si vede al maneggio, sono due settimane che non ci vado, farebbe bene anche a te una bella cavalcata in spiaggia.”
“Magari combiniamo... Senti, darò una festa per il mio ritorno, t'interessa?”
“Lo sai, non mi vanno le feste.”
“Ci saranno anche tre miei nuovi amici, tre magnifici animali da sesso, se vuoi li faccio venire in mimetica solo per te... che ne dici?”
“Che sei un'amica, ma la confusione non fa proprio per me.”
“Ci sono camere appartate e tre è la confusione perfetta.”
“Posso crederti, ma qui non sono io quella in cura, ahaha!... e poi ho una bimba di tre anni!”
Non ha detto no.
- - -
Finalmente incontro il Colonnello.
Una girata di sette minuti da levarmi la pelle!
Me la merito, ho fatto troppe cazzate e non ho terminato Uribe alla prima occasione solo perché Dolores era appesa sopra uno stagno di piranha.
E non gli sta bene nemmeno il mio rapporto, due paginette stringate buttate giù mezz'ora prima. L'ha fatto letteralmente infuriare la mia richiesta di nuclearizzare quel cesso di posto. Sono stata scema, avrei dovuto chiedere ad Hollie di suggerirglielo lei.
Ma gli obiettivi sono stati raggiunti e il Colonnello è uno che guarda ai risultati: mi concede due premi inaspettati!
No, non nuclearizzerà la cittadina di Félipe: una vacanza premio e l'onore di chiudere definitivamente questa cazzo di tragica missione.
Lo ringrazio.
Ha già gli occhi sul monitor.
Saluto.
Mi richiama. “Ah Lucy, pare che Félipe t'abbia promessa al suo figliolo.”
“Starò attenta.”
“Sì, non combinarci altri casini.”
- - -
Beh, il primo premio mi toccava di diritto, dopo una missione cinque giorni di ferie li concede a tutti, ma a me ha fatto addirittura silenziare i sensori quantici! Vacanza assoluta!
All'inizio avevo quasi paura, mi sentivo persa dopo due anni di vigilanza.
No, non siamo andati in una villa davanti all'Oceano ma in una baita di legno nello Yosemite Park. Solo io ed il mio amore, come due coloni nella foresta: la brace nel camino, niente elettricità, il silenzio dei boschi, nessun telefono, la spessa nebbia del mattino, i cavalli e... nessuno che ci spiava.
Mai sentita così bella!
---
Mark è felice di rivedermi.
O ha un coniglio nascosto nei pantaloni.
No, la sua erezione non è per me, gli viene sempre duro quando parla dei suoi progetti. “Cazzo Lucy, sei sparita! Ormai mi davo per spacciato.”
Sì, posso crederlo, è in uno stato pietoso! M'è piombato in casa diciotto minuti dopo che i ragazzi del Centro gli hanno mandato il messaggio ch'ero tornata. M'hanno tenuto loro i contatti professionali durante la vacanza colombiana.
“Cazzo Mark, cosa continui con 'sta storia? Io ti ho sempre risposto, non sono sparita.”
“Sì, solo messaggi del cazzo ed intanto io dovevo tenere buoni tutti! Lo sai, i coreani vogliono solo te ed hanno anticipato tutto per il noleggio del galeone. È per mercoledì prossimo, faremo due giorni di riprese, contiamo di tirarne fuori una piccola serie di tre video. Dimmi che ci sei o mi affogo nella tua piscina!!”
“Sì, sì, ci sono, ci sono, te l'ho detto mille volte! Come cazzo devo dirtelo?”
Minchia, che palle questo qui!
Scendo in palestra con lui che mi scodinzola dietro come un cane festante per il ritorno della padroncina. Mi metto alla macchina per tonificare i glutei.
Mark rimane in piedi dietro alla macchina, ora l'erezione è più evidente, ma solo perché mi sta raccontando il suo cazzo di film.. “... è ambientato nel Seicento, costumi d'epoca da non crederci! Tu sei la figlia del capitano olandese la cui nave viene abbordata dai pirati. Ti giuro, abbiamo scelto solo attori delle isole polinesiane e Maori della Nuova Zelanda, il realismo e tutto!, beh il capitano dei pirati ti tortura e ti fa violentare dai suoi uomini davanti al padre, immaginati la scena!, legata ad un vero albero di un vero galeone... poi la trama te la spiego meglio, ho tutto in testa, tu magari per salvare tuo padre accetti di fargli un pompino o scoparlo davanti alla ciurma e si può fare che magari lui impazzisce e ti punisce ficcand...”
“...?”
Perché s'è bloccato?
Ah, è entrata Dolores con l'asciugamano al collo. S'è appena fatta sette chilometri di riscaldamento ed ora deve fare addominali e dorsali.
Con due dita richiudo la mandibola di Mark.
“Ch... chi è?”
“Un'amica.”
Gli s'è ammosciato. Dolores fa questo effetto ai maschietti timidi.
“Fa paur... È fantastica!”
E non l'hai vista spaccare legna nello Yosemite Park.
“Mark ascoltami io ci sono, ma quest... E guardami quando ti parlo!!! Cazzo Mark, questo film è una merda! Spenderete un sacco di soldi per girare un filmetto del cazzo uguale a tutti gli altri.”
“Non è vero, è assolutamente realistico! Ed io ho tutto qui in testa.”
“Fa' come vuoi, ma poi quelli vorranno le tue palle quando faranno i conti. Te le taglieranno, non girerai più nemmeno pubblicità per detersivi!... Riflettici e dimmi se non ho ragione.”
“Lo so, Lucy, lo so cazzooo! Ma ormai la macchina è partita, non si può più tornare indietro. È per questo che tu devi essere assolutamente fantastica e non devi fare la smorfiosa per le scene troppo dure. Qui mi gioco il culo anch'io!”
Beh, Mark non è completamente pirla.
“Una soluzione ci sarebbe, invece.”
“E quale? Scappare in Tibet?”
Non scherza, è angosciato, se perdono soldi i suoi soci possono essere peggio dei miei colombiani.
“No... Non so, potresti rivedere la trama ed il cast. Perché il capitano dei pirati dev'essere sempre un omone con barba nera e e gamba di legno? Non stai girando Peter Pan, cazzo.”
“No, a questo c'ho pensato, ho già in mente come fargli usare la gamba di legno.”
“...?!!!” Ommerda!, crede davvero che son di gomma. “Sì, Geppetto!... ma se invece il capitano fosse donna? Pensa, una figona nera incredibile, bellissima e sadica?”
Mark non è proprio così pirla, capisce al volo. Fissa Dolores che sta facendo squat davanti lo specchio.
“Sì sì sì, cazzooo!!! È un'idea pazzesca! Funzionerà, lo sento, ce l'ho duro come mai prima! I coreani non crederanno ai loro occhi!”
Cazzo, mi sono bagnata anch'io.
“Ma lei ci sta? Non è una che poi che mi si blocca davanti alle telecamere?”
Dolores ha capito che parliamo di lei. È dritta in piedi che ci fissa, bella e inquietante come la prima volta sullo yacht di Vargas.
“Tranquillo, non ti deluderà. Intanto immaginatela con frusta in mano e strap-on.”
“Argh.” S'è sporcato nei boxer. “Abbiamo solo otto giorni per riscrivere la sceneggiatura, dobbiamo lavorarci giorno e notte...”
“No Mark, tu adesso ti levi dalle palle. Lascia fare a noi.”
Lo sbatto fuori.
Dolores mi s'avvicina. Il bacino le ondeggia come una pantera nera, il ventre piatto è lucido. Con la punta della lingua le rubo la gocciolina di sudore nell'ombelico.
“Cos'è questa storia? Ho sentito che parlavi di strap-on.”
“Esigenze sceniche. Dobbiamo salvare Mark, ha la fantasia di un sedicenne.”
“Non è stata una bella idea portarmi qui. Peggio per te!” Mi sfiora il capezzolo e prendo la scossa. “Non l'abbiamo più fatto così... Ti manca?”
“Da morire.”
Per la verità il sesso con lei è sempre impegnativo e nello Yosemite Park m'ha strappato orgasmi tellurici, ma è vero, non abbiamo più fatto nulla di paragonabile alla palestra dello yacht del fu-Vargas.
“Ma adesso è diverso. Era per lavoro, non... non ci conoscevamo.”
Dolores non ce la farà mai a dirmi che mi ama.
“Hai ragione.” Dico.
L'adoro quando si lascia palpare. Rimane ferma in piedi e pazientemente lascia che la tocchi tutta come una pantera nera che fa le fusa ringhiando. In questi momenti credo quasi che sia mia. “Ci stai pensando?”
“A cosa?”
“Alla sceneggiatura per Mark.”
“Sì.”
Mi si blocca il respiro. “Mi ecciti quando mi pensi.”
“Vuoi sapere a cosa sto pensando.”
“No! Non dirmi nulla!”
“Come vuoi.” Due polpastrelli mi premono l'ano. “Cazzo, Lucy, tu tiri fuori il peggio di me.”
No, non dirà mai che mi ama.
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