Oltre le apparenze parte seconda
di
Ironwriter2025
genere
tradimenti
Prima di proseguire con la storia di Luca e Martina, due parole di presentazione. Questo è il mio primo racconto, ho preferito concentrarmi sulla parte cerebrale/emozionale che non sulla componente meramente sessuale, mi piace il gioco, l'intrigo e la complicità più che il mero atto fisico. Spero vi possa piacere, sappiate che il racconto non lo ho ancora completato, ma sono già all'opera per la terza parte se avete commenti o consigli o semplicemente volete farmi sapere che cosa vi ha suscitato il racconto vi lascio la mia mail mogliemonella2024@gmail.com
Il sole filtrava pigro attraverso le tende socchiuse, scivolando tiepido sulle lenzuola ancora stropicciate. Luca si svegliò lentamente, stirandosi appena, con quella piacevole stanchezza addosso che solo certe notti sanno lasciare. Allungò la mano verso il lato di Martina, ma il letto era vuoto, già freddo.
Sbatté le palpebre un paio di volte, confuso dal silenzio della casa. Guardò l’orologio: era già tardi, troppo per non averla ancora accanto. Si alzò, infilando distrattamente una t-shirt, e iniziò a girare per le stanze, ancora con la mente impastata di sonno e di pensieri.
Il profumo di caffè lo guidò fino in cucina.
Martina era lì, seduta al tavolo. Le gambe accavallate, lente, fasciate in un paio di leggins di pelle nera che le disegnavano le curve in modo quasi sfacciato. Un top di raso chiaro, scollato, lasciava intuire senza fretta la forma perfetta del seno, esaltato da un push-up malizioso. Stava sorseggiando il suo caffè come se nulla fosse, lo sguardo calmo ma carico di quel retrogusto provocante che a Luca non era mai sfuggito.
«Ti sei svegliato finalmente...» disse lei con un sorriso sottile, senza smettere di girare lentamente il cucchiaino nella tazza.
Luca si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia e osservandola. «Non ti ho trovata a letto...» mormorò, «dopo ieri sera... pensavo saresti rimasta accanto a me.»
Martina abbassò appena gli occhi sulla sua tazza, poi tornò a guardarlo. «Avevo bisogno di mettere un po’ d’ordine nei pensieri, sai? Non è stata... una notte qualunque.»
Lui si avvicinò, tirò fuori una sedia e si sedette di fronte a lei, scrutandola. «Già. Non lo è stata affatto. E adesso?» chiese, tenendo il tono basso, quasi cauto. «Hai già deciso cosa deve succedere... dopo?»
Martina appoggiò lentamente la tazza, incrociò di nuovo le gambe e inclinò la testa di lato, il sorriso ora più sfumato, carico di una dolcezza ironica. «Credo che la domanda giusta sia: tu, cosa vorresti che succedesse?»
Luca rimase in silenzio per qualche istante, il battito leggermente accelerato. «Io... non lo so. Non riesco a togliermelo dalla testa. E tu?»
Martina si alzò con calma, avvicinandosi al lavandino per sistemare la tazza, lasciando che il suono secco dei tacchi sul pavimento accompagnassero i suoi movimenti. Si voltò a guardarlo, chinandosi sul piano della cucina e mettendo in mostra il suo splendido sedere fasciato dai leggins come una seconda pelle.
Il suo sedere, perfettamente disegnato da quei leggins di pelle lucida, sembrava messo lì apposta per catturare l’attenzione. Luca, seduto al tavolo, non poté fare a meno di soffermarsi su quella visione, sentendo il sangue iniziare a scaldarsi di nuovo, nonostante la notte appena trascorsa.
Martina si voltò appena, quel tanto che bastava per incrociare il suo sguardo sopra la spalla, con un sorriso lento e complice.
Con un tono morbido e sornione, senza voltarsi, disse:
«Stanotte non mi hai detto niente...»
Fece una piccola pausa, lasciando che le parole scivolassero nell’aria.
«Voglio sapere cosa hai provato, Luca. Quando mi guardavi nel bagno di quel ristorante... mentre quell’uomo non smetteva di fissarmi.»
Si voltò appena, giusto quel tanto da incrociare il suo sguardo.
«E quando ti ho preso in bocca in macchina... mentre guidavi... e sapevi che non era ancora finita.»
Martina si passò lentamente una mano sui fianchi, poi aggiunse, la voce quasi un sussurro:
«E sotto la doccia... quando chiudevi gli occhi e fingevi che non fossi io. Che qualcun altro mi stesse scopando al posto tuo.»
Rimase lì, piegata, con il sedere offerto e la voce che si fece ancora più bassa.
«Dimmi la verità, Luca... ti piacerebbe davvero vedermi così? Con un altro? Davanti a te?»
Luca restò immobile, in silenzio, con gli occhi fissi su di lei. Quella domanda era rimasta nell’aria, pesante e dolce allo stesso tempo.
«Non lo so, Martina...» rispose infine, con voce bassa, quasi incerta. «Quello che abbiamo fatto ieri sera... era eccitante, sì. Ma era un gioco. Tra noi due. Io e te.»
Fece una pausa, come se cercasse di mettere ordine tra i pensieri e la voglia che sentiva ancora addosso.
«Non so se riuscirei davvero... a vederti con un altro. Non so se potrei accettarlo.»
Martina si voltò piano, rimanendo appoggiata al mobile, gli occhi negli occhi, dolce ma sicura.
«Lo capisco,» sussurrò. «Non ti sto chiedendo di scegliere adesso. Ma voglio che tu ci pensi. Quello che abbiamo fatto ieri... è stato solo un assaggio di quello che potremmo vivere insieme. Non era finto, Luca. Era una parte di noi che abbiamo sempre tenuto chiusa. E io voglio aprirla, con te.»
Fece qualche passo lento verso di lui, sfiorandogli il petto con la punta delle dita, senza fretta.
«Io non voglio distruggere niente tra noi. Voglio solo scoprire... fin dove possiamo arrivare. Insieme.»
Luca le prese la mano, stringendola piano. Sentiva la complicità che li legava, quella di una coppia che aveva già superato tutto, che ora cercava qualcosa di nuovo, di più profondo. Ma c’era ancora quella resistenza, quell’ombra di dubbio.
«Mi spaventa l’idea di perderti,» ammise, a bassa voce. «Di non essere più abbastanza per te.»
Martina scosse lentamente la testa, il tono della voce si fece caldo, rassicurante.
«Non potresti perdermi, Luca. Non sto cercando altro. Voglio solo vivere di più quello che siamo già diventati. Quello che abbiamo sempre tenuto nascosto. Voglio farlo con te, non senza di te.»
Si avvicinò ancora, così vicina che il suo respiro sfiorava il suo viso.
«E ieri sera... tu lo hai sentito, vero? Quanto mi hai eccitata. Quanto mi hai fatto tua. Non era solo sesso, era fiducia, complicità. E voglio che cresca. Voglio che sia sempre più audace, sempre più vero.»
Luca la fissò, sentendo quella tensione scorrergli di nuovo dentro. Non rispose subito, lasciò che quel momento si allungasse, sospeso tra la paura e il desiderio.
Martina rimase così, a pochi centimetri dal suo viso, con gli occhi fissi nei suoi, senza lasciargli scampo. La sua mano sfiorava ancora il petto di Luca, ma ora la voce era diventata più bassa, più intensa, e soprattutto decisa.
«Dimmi la verità, Luca...» sussurrò, inclinando appena la testa di lato, con un sorriso carico di malizia. «Ti piace quando faccio la troia per te, vero?»
Le sue parole rimasero sospese nell’aria, leggere ma taglienti. Luca abbassò appena lo sguardo, quasi in imbarazzo, come se ammetterlo ad alta voce desse ancora più potere a quel desiderio che gli bruciava dentro.
Martina non mollò. Si avvicinò ancora, le labbra sfiorarono appena il suo orecchio.
«Ti piace quando mi guardano, quando mi immaginano. Ti eccita sapere che potrei farmi guardare ancora... o addirittura farmi scopare, davanti a te. Ti fa impazzire, vero?»
La mano scese lentamente sul suo ventre, sfiorando l’elastico dei leggins, mentre la voce si fece un sussurro caldo, velenosamente dolce.
«Non devi vergognarti, amore. È solo la verità. E ieri sera l’ho vista nei tuoi occhi. L’ho sentita nelle tue mani... quando mi scopavi sotto la doccia immaginando che non fossi io con te. Era lì, chiaro come il sole.»
Luca chiuse per un attimo gli occhi, il respiro più pesante, poi li riaprì e la fissò, combattuto tra il pudore e l’eccitazione che quella donna, sua moglie, riusciva a tirargli fuori.
«Sì... mi piace,» ammise infine, la voce roca, quasi sussurrata. «Mi piace quando fai la troia... solo per me.»
Martina sorrise piano, soddisfatta di quella risposta, di quella resa lenta e inevitabile. Poi, con la stessa calma, sussurrò ancora:
«E se fosse solo l’inizio, Luca? Se potessi essere ancora di più... la tua troia, fino in fondo?»
Martina non si mosse di un millimetro, ma il suo sorriso si fece ancora più complice, più profondo. Gli occhi brillavano di quella luce che Luca conosceva bene: quella di una donna che ha già deciso, e che ora vuole solo che sia lui a seguire, volontariamente.
«Ti piace quando faccio la troia per te...» ripeté piano, assaporando ogni parola.
Poi inclinò la testa, la voce si fece lenta, accarezzante.
«E se ti dicessi che potresti guardarmi... in ginocchio davanti a un altro, mentre gli succhio il cazzo? Vedresti il mio sguardo cercare il tuo... mentre le mie labbra scivolano su di lui, lentamente, sapendo che tu sei lì, seduto, a guardarmi.»
Fece una piccola pausa, lasciando che le immagini si insinuassero nella sua mente. Poi si avvicinò ancora, la voce ancora più morbida, ancora più velenosa.
«E poi... quando sarò piegata, nuda, pronta per lui... tu potrai guardare ogni cosa. Sentire i miei gemiti, vedere il mio corpo muoversi, il mio viso cambiarsi mentre qualcun altro mi scopa davanti a te. E saprai che lo sto facendo... solo perché tu lo vuoi.»
Martina allungò la mano, afferrandogli piano la nuca, costringendolo a guardarla dritto negli occhi.
«E tu sarai lì, Luca. A guardarmi mentre vengo riempita da un altro. E io saprò che non c’è nulla al mondo che mi faccia sentire più tua di quel momento.»
Si fermò un istante, poi aggiunse, con un sussurro caldissimo, quasi una promessa:
«E quando sarà finito... sarai tu a prendermi di nuovo. Come ieri sera. Ma ancora più forte.»
Luca non riusciva più a staccarsi da quegli occhi, dalla voce di Martina che lo stava spingendo oltre. Ogni parola che usciva dalle sue labbra sembrava tagliarlo, scivolargli sotto la pelle e fargli accendere un fuoco che non riusciva a controllare.
Le immagini che aveva evocato nella sua mente lo stavano travolgendo. La vedeva davanti a un altro, piegata, in ginocchio, il suo corpo che si offriva a qualcun altro mentre lui restava lì, incapace di muoversi, impotente eppure completamente eccitato da quell’idea.
Martina percepì il suo respiro farsi più affannoso, il suo corpo in tensione, e sapeva che ormai lo aveva preso. Ogni parola era stata come un filo che l’aveva legato a lei, senza che lui potesse fare altro che seguirlo. Si avvicinò ancora, appoggiandosi al suo petto, la pelle morbida contro di lui, mentre il suo sguardo si faceva più penetrante.
«Dillo,» sussurrò. «Dillo che lo vuoi anche tu. Dillo che ti eccita l’idea di vedermi così. Non c’è niente di cui vergognarsi, Luca... è solo un gioco tra noi due. La tua troia...»
Luca alzò lo sguardo, sentendo quella rabbia interiore crescere, un misto di resistenza e desiderio. Le sue mani tremavano appena, ma era una reazione che non riusciva a controllare. Non era pronto a cedere, ma il corpo gli gridava il contrario.
Martina continuò, la sua voce diventata una melodia velenosa, ma con una tenerezza sottomessa che solo lui poteva cogliere.
«Dimmelo, Luca. Dimmi che ti piace l’idea che un altro uomo mi tocchi... che mi possieda, mentre tu guardi. Che mi vedrai diventare sua, davanti ai tuoi occhi.»
Ci fu un lungo silenzio, un respiro profondo da parte di Luca. Poi, come se non potesse più fermarsi, la sua voce rotta da un desiderio nascosto, finalmente si fece sentire.
«Sì...» ammise, il tono basso e deciso. «Sì, mi piace l’idea di vederti con un altro. Mi fa impazzire.»
Martina sorrise lentamente, soddisfatta di quella resa, di quella risposta che aveva tanto atteso. Si avvicinò ancora, quasi a volerlo travolgere.
«Lo vuoi davvero, Luca? Sei sicuro?»
Luca chiuse gli occhi per un istante, come se avesse bisogno di un momento per fermare il suo cuore che batteva troppo forte. Poi, senza più esitazioni, la prese per le braccia, la tirò verso di sé e la baciò con una passione che gli bruciava dentro.
«Sì,» rispose, mentre le sue mani si facevano più decise.
Quella sera erano sul divano, la TV accesa trasmetteva immagini a cui nessuno dei due stava davvero prestando attenzione. Martina si era accomodata vicina a Luca, le gambe raccolte, avvolta in una vestaglia sottile che lasciava intravedere la lingerie nera che aveva scelto quella sera: elegante, provocante, capace di accendere la fantasia solo con un semplice sguardo.
A un certo punto, col tono morbido e malizioso di chi sa esattamente quanto potere ha sul proprio uomo, Martina gli sussurrò:
Martina:
"Ci pensi ancora... a quella cosa, amore? A me, con un altro?"
Luca sentì subito un fremito sotto la pelle, quel pensiero ormai si era annidato dentro di lui e non faceva altro che tornare.
Luca:
"Sì... non faccio altro. Continuo a immaginare te lì, davanti a me, con un altro uomo che ti tocca, che ti desidera..."
Martina, con un sorriso lento, accarezzò piano il petto di Luca, le dita che si muovevano leggere sopra la stoffa della maglietta, quasi distrattamente.
Martina:
"E secondo te... come dovrei vestirmi per quella serata? Vorrei essere perfetta, voglio eccitarti ancora di più... anche mentre un altro mi spoglia con gli occhi."
Luca la guardò fisso, immaginando ogni dettaglio.
Luca:
"Vorrei vederti elegante, provocante, come solo tu sai essere. Lingerie nera, tacchi alti, magari un vestito che lascia scoprire appena le curve, senza essere volgare, almeno all'apparenza, sotto il vestito ti immagino cn lingerie curata, velata e avvolgente, di quelle che più che coprire le forme le esaltano. di quelle che non togli perchè troppo sensuali per privarne la vista.
Martina abbassò lo sguardo, trattenendo un sorriso complice, poi riprese a parlare con un filo di voce.
Martina:
"E quando saremo lì... cosa dovrei concedergli? Fino a dove posso spingermi?"
Luca sentì un nodo salire in gola, la voce gli uscì roca, carica di eccitazione.
Luca:
"Tutto. Voglio vederti lasciarti andare senza limiti, senza pensare a me, solo a lui. Voglio vedere quanto ti fa impazzire. Voglio guardarti godere come non hai mai fatto."
Martina si avvicinò al suo orecchio, abbassando ancora di più il tono, come se stesse rivelando il pezzo più proibito della fantasia.
Martina:
"E... quando lui sarà arrivato al massimo... quando sarà pronto a darmi tutto il suo piacere... dove vuoi che lo riceva?"
Luca la guardò negli occhi, trattenendo il fiato, poi rispose d’istinto.
Luca:
"Voglio che te lo spruzzi sul viso... e che tu lo raccolga con la lingua, lentamente. Voglio vedere come ti assapori ogni goccia."
Martina abbassò lo sguardo per qualche istante, come se stesse lottando con qualcosa dentro di sé. Poi, con un filo di voce, si decise.
Martina:
"Posso dirti una cosa...? Non so come la prenderai."
Luca si voltò verso di lei, più vicino.
Luca:
"Dimmi, amore."
Lei si bagnò leggermente le labbra, come se cercasse il coraggio.
Martina:
"Se posso davvero scegliere... vorrei che fosse un uomo di colore. Non so spiegarti il motivo, il loro fisico... la pelle scura... e quel dettaglio, quel loro dono, oltre alla rudezza che mettono nell'atto... mi ha sempre fatto impazzire, anche solo immaginarlo. Non te l’ho mai detto... ma l’idea di farmi usare da uno di loro, con te lì a guardare... mi fa perdere la testa."
Luca rimase qualche secondo in silenzio, sentendo l’eccitazione montare senza freni, consapevole di quanto quella confessione avesse appena reso reale la loro fantasia.
Luca non disse nulla subito, lasciando spazio a quel silenzio carico di eccitazione. Martina lo guardava, sfiorandosi distrattamente una coscia con le dita, la vestaglia aperta quel tanto che bastava a lasciar intravedere la sua lingerie nera, corredata dalle immancabili autoreggenti, perfettamente aderente, disegnata per far impazzire chiunque la guardasse.
Dopo qualche secondo, fu lei a rompere di nuovo il silenzio, con un tono ancora più intimo.
Martina:
"C'è una cosa che non ti ho mai detto... una cosa che forse ti farà capire perché lo desidero così tanto."
Luca si voltò verso di lei, incuriosito e già eccitato.
Luca:
"Dimmi tutto, amore... voglio sapere."
Martina si passò lentamente la punta della lingua sulle labbra, abbassò lo sguardo per qualche secondo e poi, con un misto di imbarazzo e malizia, confessò:
Martina:
"A volte... quando sono sola... guardo dei video porno. Non quelli normali, non le solite cose. Guardo proprio video con uomini di colore, quei maschi con quei corpi scolpiti, la pelle scura e... il cazzo enorme, gonfio, nero. Non te l'ho mai detto perché... forse mi vergognavo. Ma ogni volta che li guardo... non riesco a trattenermi."
Le sue parole uscirono lente, cariche di eccitazione trattenuta, e il solo dirle ad alta voce la faceva arrossire, ma la faceva anche sentire tremendamente viva.
Martina:
"E sai cosa penso, ogni volta che li guardo?"
Fece una pausa, fissandolo con uno sguardo dolce ma carico di desiderio.
Martina:
"Penso a te... e penso a quanto sei diverso da loro. Non è che non mi piaci, amore, anzi... tu mi fai godere sempre, ma... quando li vedo, quando vedo quei cazzi così grossi, spessi, neri... mi immagino come sarebbe sentire quello dentro di me. Quanto mi riempirebbe, quanto mi farebbe impazzire. E la cosa più eccitante sai qual è?"
Luca la fissava rapito, incapace di distogliere lo sguardo da lei.
Martina:
"Sapere che tu saresti lì, a guardarmi mentre lo prendo tutto. Sapere che tu vedresti con i tuoi occhi la differenza... e io lo sentirei, centimetro dopo centimetro, più grosso, più duro, più profondo di qualsiasi cosa tu mi abbia mai dato. E dopo... dopo voglio raccogliere tutto quello che lui mi lascia addosso, assaggiarlo, e guardarti mentre lo faccio."
La mano di Martina scivolò lentamente lungo la coscia di Luca, sfiorandolo con delicatezza, mentre i suoi occhi brillavano.
Martina:
"Ti eccita saperlo, vero? Che la tua donna sogna di farsi scopare da un nero, grosso, dominante... mentre tu guardi."
Luca rimase in silenzio per qualche istante, il cuore che batteva più forte. Quella rivelazione lo aveva colpito, eccitato e incuriosito allo stesso tempo. La guardò negli occhi, con un mezzo sorriso carico di malizia.
Luca:
"Quindi... è questo che guardi quando sei da sola? Quei video con quei tipi... quei cazzi così esagerati."
Martina abbassò lo sguardo, giocando con il bordo della vestaglia, poi annuì piano, come se ammetterlo ad alta voce la eccitasse ancora di più.
Martina:
"Sì. Proprio quelli."
Luca si passò una mano sul mento, riflettendo, poi la guardò di nuovo, stavolta con una curiosità più concreta, quasi sfidandola.
Luca:
"Sai, amore... non ho mai visto nulla del genere. Non come lo descrivi tu, almeno. Mi fai vedere uno di quei video? Voglio capire cosa ti fa perdere la testa così."
Martina lo guardò sorpresa, gli occhi che si illuminarono di una complicità nuova, quasi felice di quella richiesta. Prese il telefono dal tavolino, lo sbloccò e per qualche secondo navigò tra le sue schede, mentre Luca osservava ogni suo gesto.
Quando trovò il video, non si limitò a mostrarglielo sul telefono. Con un sorriso lento e malizioso, attivò la connessione alla TV e in pochi secondi le immagini comparvero a schermo intero, illuminando la stanza con quella scena esplicita, cruda e tremendamente eccitante.
Sul grande schermo, l’immagine era ancora più chiara, più netta, più imponente: un uomo di colore, fisico scolpito, dominante, il suo membro enorme, gonfio, scuro, spingeva lentamente dentro una donna che gemeva di piacere, completamente assoggettata.
Martina, senza dire nulla, sciolse con un gesto lento la cintura della vestaglia e la lasciò scivolare via dalle spalle, rivelando la sua lingerie nera, perfetta, elegante, disegnata per sedurre. Si inginocchiò piano tra le gambe di Luca, che la guardava con gli occhi già accesi dalla visione, sentendo il sangue pulsargli forte nelle tempie e ancora di più nei pantaloni.
Le sue mani si posarono leggere sulle cosce di lui, mentre il video continuava a scorrere davanti ai loro occhi, la magnificenza di quei membri ancora più evidente, impossibile da ignorare.
Martina:
"Lo vedi, amore...? Lo vedi quanto sono diversi... quanto sono grossi. Ed eccoti qui... già duro, già eccitato, guardando tua moglie così, in ginocchio... mentre sogna di farsi riempire da un cazzo come quello."
Mosse la mano con lentezza, sfiorando la stoffa tesa dei pantaloni di Luca, constatando con un sorriso soddisfatto quanto fosse già eccitato.
Martina:
"Ti eccita, vero? Sapere che mentre lo guardo... immagino come sarebbe sentirlo dentro, e quanto sarebbe diverso dal tuo."
Sollevò lo sguardo su di lui, gli occhi brillanti di malizia e desiderio.
Martina:
"Io ti amo, Luca... ma il mio corpo... il mio corpo li desidera in un modo che non posso spiegare. E tu adesso lo stai vedendo con i tuoi occhi."
Mentre le immagini scorrevano sullo schermo, il respiro di entrambi si fece sempre più pesante, il confine tra fantasia e realtà ormai dissolto, sciolto in quell’intimità morbida e proibita.
Martina continuava a sfiorare la durezza di Luca sopra i pantaloni, mentre lo sguardo si alternava tra il video sullo schermo e gli occhi di suo marito, ormai completamente rapito da quell’atmosfera surreale e carica di desiderio.
Senza staccare lo sguardo da lui, si slacciò lentamente il reggiseno, lasciando che le sue forme si liberassero, morbide e perfette, la pelle leggermente increspata per l’eccitazione che la attraversava. Sapeva esattamente quanto lui amasse quella vista, e si chinò ancora di più tra le sue gambe, sfiorandolo con il seno nudo.
Martina:
"Sai cosa sogno, amore...? Che un giorno, mentre tu guardi, un uomo come quello... uno come quelli che mi fanno impazzire... usi il mio corpo come sto facendo adesso con te."
Sfilò lentamente la cerniera dei suoi pantaloni, liberando l’erezione tesa di Luca, e con una dolcezza quasi studiata fece scivolare i seni attorno al suo membro, iniziando una lenta, sensuale spagnola. Ogni movimento era accompagnato dal sottofondo del video, dove la donna gemeva di piacere sotto quel corpo nero e possente, e questo non faceva che eccitare ancora di più entrambi.
Martina alternava piccoli sussurri, parole sporche appena sussurrate, mentre faceva scorrere le sue curve morbide attorno a lui.
Martina:
"Lo vedi, amore? Immagina... immagina me in ginocchio, con il viso sporco del loro piacere... e tu lì, a guardare."
Accelerò leggermente i movimenti, sentendo Luca sempre più vicino al limite. Gli occhi di lui si incollarono alle sue curve, al suo viso complice, ai seni che lo stringevano dolcemente.
Martina:
"Voglio che vieni sul mio viso, amore. Voglio assaggiarti mentre guardo ancora quel cazzo enorme laggiù sullo schermo... così ti ricorderai sempre di questa sera."
Pochi secondi ancora, e Luca non riuscì più a trattenersi. L’orgasmo esplose, caldo e abbondante, sul viso di Martina, che lo accolse con un sorriso lento e soddisfatto, lasciando che qualche goccia scivolasse sulle labbra prima di raccoglierla con la lingua, assaporandolo.
Martina:
"Mmm... sei mio, Luca. Ma presto... voglio sentire anche il loro sapore."
Il video sullo schermo continuava a scorrere, come una promessa silenziosa di ciò che, molto presto, sarebbe diventato realtà.
Martina si sistemò accanto a Luca sul divano, con il viso che portava tracce del suo piacere, un sorriso soddisfatto e lo sguardo sognante. Si rannicchiò contro di lui, sfiorandogli il petto con la punta delle dita.
Martina:
"Ti è piaciuto... amore?"
Luca annuì, accarezzandole i capelli, ancora leggermente frastornato da quell’orgia di immagini, sensazioni e parole.
Luca:
"Sì... è stato incredibile. E adesso capisco molto di più cosa ti eccita."
Martina rimase in silenzio per qualche istante, poi abbassò leggermente lo sguardo, lasciando scivolare la voce in un tono più morbido, quasi civettuolo.
Martina:
"Sì... voglio proprio questo. Un uomo enorme, fisicamente e... lì sotto. Uno di quei neri che vedo nei video, quelli che appena li vedi capisci che non puoi competere, che non puoi resistere."
Poi prese di nuovo il telefono, questa volta non per i video, ma per qualcosa di più concreto. Aprì un'app di incontri, una di quelle senza troppi fronzoli, dirette, dove i profili erano chiari e senza filtri. Impostò la ricerca, sfiorando con le dita lo schermo.
Martina:
"Direi... età, fisico atletico... e colore della pelle, ovviamente."
Luca sorrise, divertito e complice.
Luca:
"Nero, vero?"
Martina lo guardò con uno sguardo che era metà sfida e metà confessione, mordendosi piano il labbro inferiore.
Martina:
"Sì, amore. Proprio così."
Inserì la preferenza e subito la galleria di profili iniziò a scorrere, uno dopo l’altro: uomini di colore, fisici scolpiti, sguardi sicuri, alcuni vestiti eleganti, altri più sfacciatamente provocatori.
Martina si appoggiò a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre passavano insieme le foto, commentando, ridendo, scegliendo con calma.
Martina:
"Voglio uno che sappia trattarmi come una donna. Non uno che abbia fretta... uno che sappia aspettare, stuzzicarmi, farmi perdere il controllo."
Martina:
"Quando lo troveremo... voglio che sia tu ad autorizzarmi, a scegliere cosa concedergli, voglio il tuo permesso a fare la troia con un altro.
Luca la strinse a sé, mentre la mente volava già a immaginare quella scena, sua moglie, in lingerie, tra le braccia di un uomo così... e lui, lì a guardare tutto.
La ricerca era appena cominciata, ma la fantasia era già molto più reale di quanto avessero mai osato immaginare.
La serata si trascinò lentamente tra sguardi complice e risate nervose mentre continuavano a scorrere i profili. Era evidente che entrambi non vedevano l'ora di vivere quella nuova esperienza, ma per quella sera decisero di lasciare che la fantasia prendesse il sopravvento, senza affrettare troppo le cose.
Martina:
"Magari non troviamo subito quello giusto... ma sento che questo gioco sta già diventando qualcosa di incredibile."
Luca, che aveva ormai accettato il fatto che la sua visione della sessualità stava per cambiare radicalmente, le sorrise e, con un gesto dolce, le accarezzò i capelli.
Luca:
"Già, amore... ci siamo avventurati in un territorio nuovo. Ma lo stiamo facendo insieme."
Decisero così di lasciare la ricerca in sospeso, e Luca propose un’altra idea. Prese la macchina fotografica e chiese a Martina di mettersi in posizioni provocanti, ma eleganti, per immortalarla in lingerie. Lei, con un sorriso sfacciato, si alzò e si mise davanti alla fotocamera, facendo volteggiare la vestaglia di seta, lentamente, mentre il suo corpo veniva catturato in foto con la luce soffusa della sala.
Le immagini mostravano ogni dettaglio: le sue gambe lunghe, il seno perfetto accentuato dal push-up del suo completino intimo, il viso sfiorato da una sfumatura di desiderio che rendeva tutto più coinvolgente. Luca scattò decine di foto, curioso di vedere il risultato ma anche sempre più eccitato dal vedere sua moglie così seducente e vulnerabile allo stesso tempo.
Martina:
"Devo mettere un profilo... voglio che sia qualcosa di misterioso, eccitante, che invogli gli uomini a scrivermi."
Luca annuì, mentre guardava il suo telefono per aiutarla a scegliere le parole giuste. "In cerca di emozioni forti", scrissero nel campo della descrizione. Lei allegò anche una delle foto più provocanti, in cui si trovava inginocchiata sul divano, con un sorriso malizioso, lo sguardo fisso nella fotocamera.
Luca:
"Sei stupenda, Martina. Questo attirerà sicuramente l'attenzione."
Martina:
"Lo spero... e quando arriverà l’uomo giusto, sarò pronta a sorprenderti."
Luca la baciò lentamente, assaporando il gusto del suo piacere, ma ormai era chiaro che la notte sarebbe finita senza ulteriori sviluppi. Decisero di andare a letto, la tensione era ormai palpabile, ma qualcosa di ancora più grande li aspettava.
Il sole filtrava pigro attraverso le tende socchiuse, scivolando tiepido sulle lenzuola ancora stropicciate. Luca si svegliò lentamente, stirandosi appena, con quella piacevole stanchezza addosso che solo certe notti sanno lasciare. Allungò la mano verso il lato di Martina, ma il letto era vuoto, già freddo.
Sbatté le palpebre un paio di volte, confuso dal silenzio della casa. Guardò l’orologio: era già tardi, troppo per non averla ancora accanto. Si alzò, infilando distrattamente una t-shirt, e iniziò a girare per le stanze, ancora con la mente impastata di sonno e di pensieri.
Il profumo di caffè lo guidò fino in cucina.
Martina era lì, seduta al tavolo. Le gambe accavallate, lente, fasciate in un paio di leggins di pelle nera che le disegnavano le curve in modo quasi sfacciato. Un top di raso chiaro, scollato, lasciava intuire senza fretta la forma perfetta del seno, esaltato da un push-up malizioso. Stava sorseggiando il suo caffè come se nulla fosse, lo sguardo calmo ma carico di quel retrogusto provocante che a Luca non era mai sfuggito.
«Ti sei svegliato finalmente...» disse lei con un sorriso sottile, senza smettere di girare lentamente il cucchiaino nella tazza.
Luca si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia e osservandola. «Non ti ho trovata a letto...» mormorò, «dopo ieri sera... pensavo saresti rimasta accanto a me.»
Martina abbassò appena gli occhi sulla sua tazza, poi tornò a guardarlo. «Avevo bisogno di mettere un po’ d’ordine nei pensieri, sai? Non è stata... una notte qualunque.»
Lui si avvicinò, tirò fuori una sedia e si sedette di fronte a lei, scrutandola. «Già. Non lo è stata affatto. E adesso?» chiese, tenendo il tono basso, quasi cauto. «Hai già deciso cosa deve succedere... dopo?»
Martina appoggiò lentamente la tazza, incrociò di nuovo le gambe e inclinò la testa di lato, il sorriso ora più sfumato, carico di una dolcezza ironica. «Credo che la domanda giusta sia: tu, cosa vorresti che succedesse?»
Luca rimase in silenzio per qualche istante, il battito leggermente accelerato. «Io... non lo so. Non riesco a togliermelo dalla testa. E tu?»
Martina si alzò con calma, avvicinandosi al lavandino per sistemare la tazza, lasciando che il suono secco dei tacchi sul pavimento accompagnassero i suoi movimenti. Si voltò a guardarlo, chinandosi sul piano della cucina e mettendo in mostra il suo splendido sedere fasciato dai leggins come una seconda pelle.
Il suo sedere, perfettamente disegnato da quei leggins di pelle lucida, sembrava messo lì apposta per catturare l’attenzione. Luca, seduto al tavolo, non poté fare a meno di soffermarsi su quella visione, sentendo il sangue iniziare a scaldarsi di nuovo, nonostante la notte appena trascorsa.
Martina si voltò appena, quel tanto che bastava per incrociare il suo sguardo sopra la spalla, con un sorriso lento e complice.
Con un tono morbido e sornione, senza voltarsi, disse:
«Stanotte non mi hai detto niente...»
Fece una piccola pausa, lasciando che le parole scivolassero nell’aria.
«Voglio sapere cosa hai provato, Luca. Quando mi guardavi nel bagno di quel ristorante... mentre quell’uomo non smetteva di fissarmi.»
Si voltò appena, giusto quel tanto da incrociare il suo sguardo.
«E quando ti ho preso in bocca in macchina... mentre guidavi... e sapevi che non era ancora finita.»
Martina si passò lentamente una mano sui fianchi, poi aggiunse, la voce quasi un sussurro:
«E sotto la doccia... quando chiudevi gli occhi e fingevi che non fossi io. Che qualcun altro mi stesse scopando al posto tuo.»
Rimase lì, piegata, con il sedere offerto e la voce che si fece ancora più bassa.
«Dimmi la verità, Luca... ti piacerebbe davvero vedermi così? Con un altro? Davanti a te?»
Luca restò immobile, in silenzio, con gli occhi fissi su di lei. Quella domanda era rimasta nell’aria, pesante e dolce allo stesso tempo.
«Non lo so, Martina...» rispose infine, con voce bassa, quasi incerta. «Quello che abbiamo fatto ieri sera... era eccitante, sì. Ma era un gioco. Tra noi due. Io e te.»
Fece una pausa, come se cercasse di mettere ordine tra i pensieri e la voglia che sentiva ancora addosso.
«Non so se riuscirei davvero... a vederti con un altro. Non so se potrei accettarlo.»
Martina si voltò piano, rimanendo appoggiata al mobile, gli occhi negli occhi, dolce ma sicura.
«Lo capisco,» sussurrò. «Non ti sto chiedendo di scegliere adesso. Ma voglio che tu ci pensi. Quello che abbiamo fatto ieri... è stato solo un assaggio di quello che potremmo vivere insieme. Non era finto, Luca. Era una parte di noi che abbiamo sempre tenuto chiusa. E io voglio aprirla, con te.»
Fece qualche passo lento verso di lui, sfiorandogli il petto con la punta delle dita, senza fretta.
«Io non voglio distruggere niente tra noi. Voglio solo scoprire... fin dove possiamo arrivare. Insieme.»
Luca le prese la mano, stringendola piano. Sentiva la complicità che li legava, quella di una coppia che aveva già superato tutto, che ora cercava qualcosa di nuovo, di più profondo. Ma c’era ancora quella resistenza, quell’ombra di dubbio.
«Mi spaventa l’idea di perderti,» ammise, a bassa voce. «Di non essere più abbastanza per te.»
Martina scosse lentamente la testa, il tono della voce si fece caldo, rassicurante.
«Non potresti perdermi, Luca. Non sto cercando altro. Voglio solo vivere di più quello che siamo già diventati. Quello che abbiamo sempre tenuto nascosto. Voglio farlo con te, non senza di te.»
Si avvicinò ancora, così vicina che il suo respiro sfiorava il suo viso.
«E ieri sera... tu lo hai sentito, vero? Quanto mi hai eccitata. Quanto mi hai fatto tua. Non era solo sesso, era fiducia, complicità. E voglio che cresca. Voglio che sia sempre più audace, sempre più vero.»
Luca la fissò, sentendo quella tensione scorrergli di nuovo dentro. Non rispose subito, lasciò che quel momento si allungasse, sospeso tra la paura e il desiderio.
Martina rimase così, a pochi centimetri dal suo viso, con gli occhi fissi nei suoi, senza lasciargli scampo. La sua mano sfiorava ancora il petto di Luca, ma ora la voce era diventata più bassa, più intensa, e soprattutto decisa.
«Dimmi la verità, Luca...» sussurrò, inclinando appena la testa di lato, con un sorriso carico di malizia. «Ti piace quando faccio la troia per te, vero?»
Le sue parole rimasero sospese nell’aria, leggere ma taglienti. Luca abbassò appena lo sguardo, quasi in imbarazzo, come se ammetterlo ad alta voce desse ancora più potere a quel desiderio che gli bruciava dentro.
Martina non mollò. Si avvicinò ancora, le labbra sfiorarono appena il suo orecchio.
«Ti piace quando mi guardano, quando mi immaginano. Ti eccita sapere che potrei farmi guardare ancora... o addirittura farmi scopare, davanti a te. Ti fa impazzire, vero?»
La mano scese lentamente sul suo ventre, sfiorando l’elastico dei leggins, mentre la voce si fece un sussurro caldo, velenosamente dolce.
«Non devi vergognarti, amore. È solo la verità. E ieri sera l’ho vista nei tuoi occhi. L’ho sentita nelle tue mani... quando mi scopavi sotto la doccia immaginando che non fossi io con te. Era lì, chiaro come il sole.»
Luca chiuse per un attimo gli occhi, il respiro più pesante, poi li riaprì e la fissò, combattuto tra il pudore e l’eccitazione che quella donna, sua moglie, riusciva a tirargli fuori.
«Sì... mi piace,» ammise infine, la voce roca, quasi sussurrata. «Mi piace quando fai la troia... solo per me.»
Martina sorrise piano, soddisfatta di quella risposta, di quella resa lenta e inevitabile. Poi, con la stessa calma, sussurrò ancora:
«E se fosse solo l’inizio, Luca? Se potessi essere ancora di più... la tua troia, fino in fondo?»
Martina non si mosse di un millimetro, ma il suo sorriso si fece ancora più complice, più profondo. Gli occhi brillavano di quella luce che Luca conosceva bene: quella di una donna che ha già deciso, e che ora vuole solo che sia lui a seguire, volontariamente.
«Ti piace quando faccio la troia per te...» ripeté piano, assaporando ogni parola.
Poi inclinò la testa, la voce si fece lenta, accarezzante.
«E se ti dicessi che potresti guardarmi... in ginocchio davanti a un altro, mentre gli succhio il cazzo? Vedresti il mio sguardo cercare il tuo... mentre le mie labbra scivolano su di lui, lentamente, sapendo che tu sei lì, seduto, a guardarmi.»
Fece una piccola pausa, lasciando che le immagini si insinuassero nella sua mente. Poi si avvicinò ancora, la voce ancora più morbida, ancora più velenosa.
«E poi... quando sarò piegata, nuda, pronta per lui... tu potrai guardare ogni cosa. Sentire i miei gemiti, vedere il mio corpo muoversi, il mio viso cambiarsi mentre qualcun altro mi scopa davanti a te. E saprai che lo sto facendo... solo perché tu lo vuoi.»
Martina allungò la mano, afferrandogli piano la nuca, costringendolo a guardarla dritto negli occhi.
«E tu sarai lì, Luca. A guardarmi mentre vengo riempita da un altro. E io saprò che non c’è nulla al mondo che mi faccia sentire più tua di quel momento.»
Si fermò un istante, poi aggiunse, con un sussurro caldissimo, quasi una promessa:
«E quando sarà finito... sarai tu a prendermi di nuovo. Come ieri sera. Ma ancora più forte.»
Luca non riusciva più a staccarsi da quegli occhi, dalla voce di Martina che lo stava spingendo oltre. Ogni parola che usciva dalle sue labbra sembrava tagliarlo, scivolargli sotto la pelle e fargli accendere un fuoco che non riusciva a controllare.
Le immagini che aveva evocato nella sua mente lo stavano travolgendo. La vedeva davanti a un altro, piegata, in ginocchio, il suo corpo che si offriva a qualcun altro mentre lui restava lì, incapace di muoversi, impotente eppure completamente eccitato da quell’idea.
Martina percepì il suo respiro farsi più affannoso, il suo corpo in tensione, e sapeva che ormai lo aveva preso. Ogni parola era stata come un filo che l’aveva legato a lei, senza che lui potesse fare altro che seguirlo. Si avvicinò ancora, appoggiandosi al suo petto, la pelle morbida contro di lui, mentre il suo sguardo si faceva più penetrante.
«Dillo,» sussurrò. «Dillo che lo vuoi anche tu. Dillo che ti eccita l’idea di vedermi così. Non c’è niente di cui vergognarsi, Luca... è solo un gioco tra noi due. La tua troia...»
Luca alzò lo sguardo, sentendo quella rabbia interiore crescere, un misto di resistenza e desiderio. Le sue mani tremavano appena, ma era una reazione che non riusciva a controllare. Non era pronto a cedere, ma il corpo gli gridava il contrario.
Martina continuò, la sua voce diventata una melodia velenosa, ma con una tenerezza sottomessa che solo lui poteva cogliere.
«Dimmelo, Luca. Dimmi che ti piace l’idea che un altro uomo mi tocchi... che mi possieda, mentre tu guardi. Che mi vedrai diventare sua, davanti ai tuoi occhi.»
Ci fu un lungo silenzio, un respiro profondo da parte di Luca. Poi, come se non potesse più fermarsi, la sua voce rotta da un desiderio nascosto, finalmente si fece sentire.
«Sì...» ammise, il tono basso e deciso. «Sì, mi piace l’idea di vederti con un altro. Mi fa impazzire.»
Martina sorrise lentamente, soddisfatta di quella resa, di quella risposta che aveva tanto atteso. Si avvicinò ancora, quasi a volerlo travolgere.
«Lo vuoi davvero, Luca? Sei sicuro?»
Luca chiuse gli occhi per un istante, come se avesse bisogno di un momento per fermare il suo cuore che batteva troppo forte. Poi, senza più esitazioni, la prese per le braccia, la tirò verso di sé e la baciò con una passione che gli bruciava dentro.
«Sì,» rispose, mentre le sue mani si facevano più decise.
Quella sera erano sul divano, la TV accesa trasmetteva immagini a cui nessuno dei due stava davvero prestando attenzione. Martina si era accomodata vicina a Luca, le gambe raccolte, avvolta in una vestaglia sottile che lasciava intravedere la lingerie nera che aveva scelto quella sera: elegante, provocante, capace di accendere la fantasia solo con un semplice sguardo.
A un certo punto, col tono morbido e malizioso di chi sa esattamente quanto potere ha sul proprio uomo, Martina gli sussurrò:
Martina:
"Ci pensi ancora... a quella cosa, amore? A me, con un altro?"
Luca sentì subito un fremito sotto la pelle, quel pensiero ormai si era annidato dentro di lui e non faceva altro che tornare.
Luca:
"Sì... non faccio altro. Continuo a immaginare te lì, davanti a me, con un altro uomo che ti tocca, che ti desidera..."
Martina, con un sorriso lento, accarezzò piano il petto di Luca, le dita che si muovevano leggere sopra la stoffa della maglietta, quasi distrattamente.
Martina:
"E secondo te... come dovrei vestirmi per quella serata? Vorrei essere perfetta, voglio eccitarti ancora di più... anche mentre un altro mi spoglia con gli occhi."
Luca la guardò fisso, immaginando ogni dettaglio.
Luca:
"Vorrei vederti elegante, provocante, come solo tu sai essere. Lingerie nera, tacchi alti, magari un vestito che lascia scoprire appena le curve, senza essere volgare, almeno all'apparenza, sotto il vestito ti immagino cn lingerie curata, velata e avvolgente, di quelle che più che coprire le forme le esaltano. di quelle che non togli perchè troppo sensuali per privarne la vista.
Martina abbassò lo sguardo, trattenendo un sorriso complice, poi riprese a parlare con un filo di voce.
Martina:
"E quando saremo lì... cosa dovrei concedergli? Fino a dove posso spingermi?"
Luca sentì un nodo salire in gola, la voce gli uscì roca, carica di eccitazione.
Luca:
"Tutto. Voglio vederti lasciarti andare senza limiti, senza pensare a me, solo a lui. Voglio vedere quanto ti fa impazzire. Voglio guardarti godere come non hai mai fatto."
Martina si avvicinò al suo orecchio, abbassando ancora di più il tono, come se stesse rivelando il pezzo più proibito della fantasia.
Martina:
"E... quando lui sarà arrivato al massimo... quando sarà pronto a darmi tutto il suo piacere... dove vuoi che lo riceva?"
Luca la guardò negli occhi, trattenendo il fiato, poi rispose d’istinto.
Luca:
"Voglio che te lo spruzzi sul viso... e che tu lo raccolga con la lingua, lentamente. Voglio vedere come ti assapori ogni goccia."
Martina abbassò lo sguardo per qualche istante, come se stesse lottando con qualcosa dentro di sé. Poi, con un filo di voce, si decise.
Martina:
"Posso dirti una cosa...? Non so come la prenderai."
Luca si voltò verso di lei, più vicino.
Luca:
"Dimmi, amore."
Lei si bagnò leggermente le labbra, come se cercasse il coraggio.
Martina:
"Se posso davvero scegliere... vorrei che fosse un uomo di colore. Non so spiegarti il motivo, il loro fisico... la pelle scura... e quel dettaglio, quel loro dono, oltre alla rudezza che mettono nell'atto... mi ha sempre fatto impazzire, anche solo immaginarlo. Non te l’ho mai detto... ma l’idea di farmi usare da uno di loro, con te lì a guardare... mi fa perdere la testa."
Luca rimase qualche secondo in silenzio, sentendo l’eccitazione montare senza freni, consapevole di quanto quella confessione avesse appena reso reale la loro fantasia.
Luca non disse nulla subito, lasciando spazio a quel silenzio carico di eccitazione. Martina lo guardava, sfiorandosi distrattamente una coscia con le dita, la vestaglia aperta quel tanto che bastava a lasciar intravedere la sua lingerie nera, corredata dalle immancabili autoreggenti, perfettamente aderente, disegnata per far impazzire chiunque la guardasse.
Dopo qualche secondo, fu lei a rompere di nuovo il silenzio, con un tono ancora più intimo.
Martina:
"C'è una cosa che non ti ho mai detto... una cosa che forse ti farà capire perché lo desidero così tanto."
Luca si voltò verso di lei, incuriosito e già eccitato.
Luca:
"Dimmi tutto, amore... voglio sapere."
Martina si passò lentamente la punta della lingua sulle labbra, abbassò lo sguardo per qualche secondo e poi, con un misto di imbarazzo e malizia, confessò:
Martina:
"A volte... quando sono sola... guardo dei video porno. Non quelli normali, non le solite cose. Guardo proprio video con uomini di colore, quei maschi con quei corpi scolpiti, la pelle scura e... il cazzo enorme, gonfio, nero. Non te l'ho mai detto perché... forse mi vergognavo. Ma ogni volta che li guardo... non riesco a trattenermi."
Le sue parole uscirono lente, cariche di eccitazione trattenuta, e il solo dirle ad alta voce la faceva arrossire, ma la faceva anche sentire tremendamente viva.
Martina:
"E sai cosa penso, ogni volta che li guardo?"
Fece una pausa, fissandolo con uno sguardo dolce ma carico di desiderio.
Martina:
"Penso a te... e penso a quanto sei diverso da loro. Non è che non mi piaci, amore, anzi... tu mi fai godere sempre, ma... quando li vedo, quando vedo quei cazzi così grossi, spessi, neri... mi immagino come sarebbe sentire quello dentro di me. Quanto mi riempirebbe, quanto mi farebbe impazzire. E la cosa più eccitante sai qual è?"
Luca la fissava rapito, incapace di distogliere lo sguardo da lei.
Martina:
"Sapere che tu saresti lì, a guardarmi mentre lo prendo tutto. Sapere che tu vedresti con i tuoi occhi la differenza... e io lo sentirei, centimetro dopo centimetro, più grosso, più duro, più profondo di qualsiasi cosa tu mi abbia mai dato. E dopo... dopo voglio raccogliere tutto quello che lui mi lascia addosso, assaggiarlo, e guardarti mentre lo faccio."
La mano di Martina scivolò lentamente lungo la coscia di Luca, sfiorandolo con delicatezza, mentre i suoi occhi brillavano.
Martina:
"Ti eccita saperlo, vero? Che la tua donna sogna di farsi scopare da un nero, grosso, dominante... mentre tu guardi."
Luca rimase in silenzio per qualche istante, il cuore che batteva più forte. Quella rivelazione lo aveva colpito, eccitato e incuriosito allo stesso tempo. La guardò negli occhi, con un mezzo sorriso carico di malizia.
Luca:
"Quindi... è questo che guardi quando sei da sola? Quei video con quei tipi... quei cazzi così esagerati."
Martina abbassò lo sguardo, giocando con il bordo della vestaglia, poi annuì piano, come se ammetterlo ad alta voce la eccitasse ancora di più.
Martina:
"Sì. Proprio quelli."
Luca si passò una mano sul mento, riflettendo, poi la guardò di nuovo, stavolta con una curiosità più concreta, quasi sfidandola.
Luca:
"Sai, amore... non ho mai visto nulla del genere. Non come lo descrivi tu, almeno. Mi fai vedere uno di quei video? Voglio capire cosa ti fa perdere la testa così."
Martina lo guardò sorpresa, gli occhi che si illuminarono di una complicità nuova, quasi felice di quella richiesta. Prese il telefono dal tavolino, lo sbloccò e per qualche secondo navigò tra le sue schede, mentre Luca osservava ogni suo gesto.
Quando trovò il video, non si limitò a mostrarglielo sul telefono. Con un sorriso lento e malizioso, attivò la connessione alla TV e in pochi secondi le immagini comparvero a schermo intero, illuminando la stanza con quella scena esplicita, cruda e tremendamente eccitante.
Sul grande schermo, l’immagine era ancora più chiara, più netta, più imponente: un uomo di colore, fisico scolpito, dominante, il suo membro enorme, gonfio, scuro, spingeva lentamente dentro una donna che gemeva di piacere, completamente assoggettata.
Martina, senza dire nulla, sciolse con un gesto lento la cintura della vestaglia e la lasciò scivolare via dalle spalle, rivelando la sua lingerie nera, perfetta, elegante, disegnata per sedurre. Si inginocchiò piano tra le gambe di Luca, che la guardava con gli occhi già accesi dalla visione, sentendo il sangue pulsargli forte nelle tempie e ancora di più nei pantaloni.
Le sue mani si posarono leggere sulle cosce di lui, mentre il video continuava a scorrere davanti ai loro occhi, la magnificenza di quei membri ancora più evidente, impossibile da ignorare.
Martina:
"Lo vedi, amore...? Lo vedi quanto sono diversi... quanto sono grossi. Ed eccoti qui... già duro, già eccitato, guardando tua moglie così, in ginocchio... mentre sogna di farsi riempire da un cazzo come quello."
Mosse la mano con lentezza, sfiorando la stoffa tesa dei pantaloni di Luca, constatando con un sorriso soddisfatto quanto fosse già eccitato.
Martina:
"Ti eccita, vero? Sapere che mentre lo guardo... immagino come sarebbe sentirlo dentro, e quanto sarebbe diverso dal tuo."
Sollevò lo sguardo su di lui, gli occhi brillanti di malizia e desiderio.
Martina:
"Io ti amo, Luca... ma il mio corpo... il mio corpo li desidera in un modo che non posso spiegare. E tu adesso lo stai vedendo con i tuoi occhi."
Mentre le immagini scorrevano sullo schermo, il respiro di entrambi si fece sempre più pesante, il confine tra fantasia e realtà ormai dissolto, sciolto in quell’intimità morbida e proibita.
Martina continuava a sfiorare la durezza di Luca sopra i pantaloni, mentre lo sguardo si alternava tra il video sullo schermo e gli occhi di suo marito, ormai completamente rapito da quell’atmosfera surreale e carica di desiderio.
Senza staccare lo sguardo da lui, si slacciò lentamente il reggiseno, lasciando che le sue forme si liberassero, morbide e perfette, la pelle leggermente increspata per l’eccitazione che la attraversava. Sapeva esattamente quanto lui amasse quella vista, e si chinò ancora di più tra le sue gambe, sfiorandolo con il seno nudo.
Martina:
"Sai cosa sogno, amore...? Che un giorno, mentre tu guardi, un uomo come quello... uno come quelli che mi fanno impazzire... usi il mio corpo come sto facendo adesso con te."
Sfilò lentamente la cerniera dei suoi pantaloni, liberando l’erezione tesa di Luca, e con una dolcezza quasi studiata fece scivolare i seni attorno al suo membro, iniziando una lenta, sensuale spagnola. Ogni movimento era accompagnato dal sottofondo del video, dove la donna gemeva di piacere sotto quel corpo nero e possente, e questo non faceva che eccitare ancora di più entrambi.
Martina alternava piccoli sussurri, parole sporche appena sussurrate, mentre faceva scorrere le sue curve morbide attorno a lui.
Martina:
"Lo vedi, amore? Immagina... immagina me in ginocchio, con il viso sporco del loro piacere... e tu lì, a guardare."
Accelerò leggermente i movimenti, sentendo Luca sempre più vicino al limite. Gli occhi di lui si incollarono alle sue curve, al suo viso complice, ai seni che lo stringevano dolcemente.
Martina:
"Voglio che vieni sul mio viso, amore. Voglio assaggiarti mentre guardo ancora quel cazzo enorme laggiù sullo schermo... così ti ricorderai sempre di questa sera."
Pochi secondi ancora, e Luca non riuscì più a trattenersi. L’orgasmo esplose, caldo e abbondante, sul viso di Martina, che lo accolse con un sorriso lento e soddisfatto, lasciando che qualche goccia scivolasse sulle labbra prima di raccoglierla con la lingua, assaporandolo.
Martina:
"Mmm... sei mio, Luca. Ma presto... voglio sentire anche il loro sapore."
Il video sullo schermo continuava a scorrere, come una promessa silenziosa di ciò che, molto presto, sarebbe diventato realtà.
Martina si sistemò accanto a Luca sul divano, con il viso che portava tracce del suo piacere, un sorriso soddisfatto e lo sguardo sognante. Si rannicchiò contro di lui, sfiorandogli il petto con la punta delle dita.
Martina:
"Ti è piaciuto... amore?"
Luca annuì, accarezzandole i capelli, ancora leggermente frastornato da quell’orgia di immagini, sensazioni e parole.
Luca:
"Sì... è stato incredibile. E adesso capisco molto di più cosa ti eccita."
Martina rimase in silenzio per qualche istante, poi abbassò leggermente lo sguardo, lasciando scivolare la voce in un tono più morbido, quasi civettuolo.
Martina:
"Sì... voglio proprio questo. Un uomo enorme, fisicamente e... lì sotto. Uno di quei neri che vedo nei video, quelli che appena li vedi capisci che non puoi competere, che non puoi resistere."
Poi prese di nuovo il telefono, questa volta non per i video, ma per qualcosa di più concreto. Aprì un'app di incontri, una di quelle senza troppi fronzoli, dirette, dove i profili erano chiari e senza filtri. Impostò la ricerca, sfiorando con le dita lo schermo.
Martina:
"Direi... età, fisico atletico... e colore della pelle, ovviamente."
Luca sorrise, divertito e complice.
Luca:
"Nero, vero?"
Martina lo guardò con uno sguardo che era metà sfida e metà confessione, mordendosi piano il labbro inferiore.
Martina:
"Sì, amore. Proprio così."
Inserì la preferenza e subito la galleria di profili iniziò a scorrere, uno dopo l’altro: uomini di colore, fisici scolpiti, sguardi sicuri, alcuni vestiti eleganti, altri più sfacciatamente provocatori.
Martina si appoggiò a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre passavano insieme le foto, commentando, ridendo, scegliendo con calma.
Martina:
"Voglio uno che sappia trattarmi come una donna. Non uno che abbia fretta... uno che sappia aspettare, stuzzicarmi, farmi perdere il controllo."
Martina:
"Quando lo troveremo... voglio che sia tu ad autorizzarmi, a scegliere cosa concedergli, voglio il tuo permesso a fare la troia con un altro.
Luca la strinse a sé, mentre la mente volava già a immaginare quella scena, sua moglie, in lingerie, tra le braccia di un uomo così... e lui, lì a guardare tutto.
La ricerca era appena cominciata, ma la fantasia era già molto più reale di quanto avessero mai osato immaginare.
La serata si trascinò lentamente tra sguardi complice e risate nervose mentre continuavano a scorrere i profili. Era evidente che entrambi non vedevano l'ora di vivere quella nuova esperienza, ma per quella sera decisero di lasciare che la fantasia prendesse il sopravvento, senza affrettare troppo le cose.
Martina:
"Magari non troviamo subito quello giusto... ma sento che questo gioco sta già diventando qualcosa di incredibile."
Luca, che aveva ormai accettato il fatto che la sua visione della sessualità stava per cambiare radicalmente, le sorrise e, con un gesto dolce, le accarezzò i capelli.
Luca:
"Già, amore... ci siamo avventurati in un territorio nuovo. Ma lo stiamo facendo insieme."
Decisero così di lasciare la ricerca in sospeso, e Luca propose un’altra idea. Prese la macchina fotografica e chiese a Martina di mettersi in posizioni provocanti, ma eleganti, per immortalarla in lingerie. Lei, con un sorriso sfacciato, si alzò e si mise davanti alla fotocamera, facendo volteggiare la vestaglia di seta, lentamente, mentre il suo corpo veniva catturato in foto con la luce soffusa della sala.
Le immagini mostravano ogni dettaglio: le sue gambe lunghe, il seno perfetto accentuato dal push-up del suo completino intimo, il viso sfiorato da una sfumatura di desiderio che rendeva tutto più coinvolgente. Luca scattò decine di foto, curioso di vedere il risultato ma anche sempre più eccitato dal vedere sua moglie così seducente e vulnerabile allo stesso tempo.
Martina:
"Devo mettere un profilo... voglio che sia qualcosa di misterioso, eccitante, che invogli gli uomini a scrivermi."
Luca annuì, mentre guardava il suo telefono per aiutarla a scegliere le parole giuste. "In cerca di emozioni forti", scrissero nel campo della descrizione. Lei allegò anche una delle foto più provocanti, in cui si trovava inginocchiata sul divano, con un sorriso malizioso, lo sguardo fisso nella fotocamera.
Luca:
"Sei stupenda, Martina. Questo attirerà sicuramente l'attenzione."
Martina:
"Lo spero... e quando arriverà l’uomo giusto, sarò pronta a sorprenderti."
Luca la baciò lentamente, assaporando il gusto del suo piacere, ma ormai era chiaro che la notte sarebbe finita senza ulteriori sviluppi. Decisero di andare a letto, la tensione era ormai palpabile, ma qualcosa di ancora più grande li aspettava.
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