Una storia sentimentale

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Una storia sentimentale

L'atmosfera nella cabina è carica di imbarazzo e tensione, come se l'aria fosse diventata densa. Tu, vestito solo con le mutande, ti trovi in una situazione inaspettata; la porta si apre ed ecco che appare lei, una giovane ragazza in costume da bagno, con i capelli che le cadono leggeri sulle spalle.
"Oddio, ci fai nella mia cabina?" chiede con un tono scandalizzato, il viso che si tinge di rosso.
"Veramente è la mia," ribatti, mantenendo un tono calmo mentre il tuo cuore inizia a battere più forte. La chiave della cabina pende sempre in primo piano, un simbolo della tua legittimità in quel momento strano.
"No," dice lei, riallacciandosi frettolosamente il reggiseno, un gesto che accentua il suo imbarazzo. "Maniaco…" prosegue, ma tu la interrompi, mostrando la chiave: "Guarda.. guarda, N 66."
Osservi il suo volto cambiare mentre si rende conto dell'errore. La sua chiave, che teneva in mano, è capovolta. "Oh dio, scusa, mi spiace…", ammette, e quello che era un momento di tensione si scioglie parzialmente. Il suo sguardo trasmette una miscela di vergogna e sorpresa.
"Nessun problema," rispondi con un sorriso. "Se vuoi, posso prendere la tua chiave e lasciarti… oppure ti giri un attimo e mi lasci finire di mettermi il costume."
Le parole fluiscono tra di voi, come una danza delicata, e mentre lei si volta, il suo viso è inondato da un rosso acceso. La sua risposta è un'immediata approvazione; "Ok, cambiati pure che io non guardo."
Mentre ti cambi, un misto di emozioni ti attraversa. Ogni movimento è più lento del solito, ogni gesto sembra amplificato in quel momento di sospensione. L’energia tra voi è palpabile; noti il riflesso della luce sul suo corpo, il modo in cui il costume da bagno avvolge le sue curve, e un pensiero inaspettato ti attraversa: c’è qualcosa di magnetico in lei.
Il tempo rallenta. Mentre indossi il costume, senti un brivido lungo la schiena. C'è una sorta di intimità che si è creata in quel breve scambio; nessuno dei due parla, ma l’aria è carica di una curiosità condivisa. Anche se sei consapevole che dovrebbe essere un momento imbarazzante, c'è una scintilla di qualcosa di più, di non detto, sospeso nell'aria.
Finalmente, terminato di cambiarti, ti volti verso di lei. "Fatto, grazie mille," dici, e i tuoi occhi si incrociano per un istante. C'è un piccolo sorriso che si forma sulle labbra di lei, una sorta di complicità in quel momento. "Va bene," dice, mentre esce dalla cabina e chiude la porta dietro di sé.
Quell'incontro fugace lascia un’eco di tensione e una curiosità che aleggia tra di voi. Nel vederla andarsene, realizzi che a volte le situazioni più strane possono portare a momenti indimenticabili; un attimo bloccato nel tempo, sospeso tra imbarazzo e potenziale.
Maria, sorseggiando la sua bibita analcolica, si sente un po' in subbuglio nel rivedere Mauro, il ragazzo della cabina. Il suo stupore iniziale si mescola a un'improvvisa curiosità mentre lo osserva sedersi accanto a lei. La camicia aperta di Mauro lascia intravedere muscoli ben definiti, e il suo sorriso sicuro provoca un tuffo nel cuore di Maria.

"Piacere, Mauro," dice, incrociando le dita con quelle di lui. La sua stretta è ferma, ma le mani di Maria si sentono calde e leggere, quasi come se stessero danzando in un gioco di seduzione silenzioso. "Maria," ribatte poi, con un tono che tradisce un mix di audacia.
La battuta di Mauro sembra danzare nell'aria, sfiorando come una brezza leggera. "Volevo scusarmi per prima e offrirti un cocktail." Il suo sguardo è profondo e penetrante, come se potesse leggere i pensieri più intimi di Maria. La ragazza non può fare a meno di notare il modo in cui ogni parola esce dalle labbra di lui con una certa sicurezza, come se avesse il potere di incantare chiunque.
"Non lo fai per adescarmi, vero?" chiede Maria, con un sorriso malizioso che le illumina il viso. La sua anima è in estasi, un misto di divertimento e sfida. Sente il battito cardiaco accelerare, oscillando tra il desiderio di giocare e il timore di oltrepassare un confine.
Mauro alza un sopracciglio, un'espressione di giovanile provocazione che aumenta la tensione nel loro scambio. "Per quello c'è ancora tempo," risponde lui, il tono di voce che mischia divertimento e una certa dose di spavalderia. È come se stesse tessendo un filo invisibile tra di loro, un filo che attira e seduce, ma nel contempo suggerisce che c'è molto di più oltre il primo scambio di parole.
Maria percepisce un'immediata attrazione nei confronti di Mauro. Ogni parola sembra avvolgerla in un caldo abbraccio, mentre il profumo della sua pelle e il sole che gioca tra i riflessi dell'acqua la fanno sentire viva. Risponde con un sospiro leggero, ma i suoi pensieri intessono immagini di serate estive e risate condivise.
"Io non sono così facile da conquistare," dice con un tono scherzoso, cercando di mantenere il controllo, anche se la sua voce tradisce un pizzico di eccitazione. Il brivido dell'ignoto le fa battere il cuore, eppure c'è qualcosa di avvincente nella sua sfida.
"Non preoccuparti, Maria," ribatte Mauro, avvicinandosi un po' di più. "A volte, le migliori storie sono quelle che iniziano con un po' di imbarazzo." Gli occhi di lui brillano di una scintilla di complicità.
In quel momento, tra battute e sguardi carichi di tensione, la giornata si fa più luminosa. Maria sente il calore del sole sulla pelle e il richiamo di un'avventura che potrebbe attendere proprio dietro l'angolo, abbracciando il gioco di seduzione che si sta formando tra loro, consapevole che quel primo incontro potrebbe essere solo l'inizio di qualcosa di speciale.
L'atmosfera è già elettrica quando Mauro si rivolge a Maria con un sorriso giocoso. “Dunque, Maria, sei una ragazza giovane, quindi immagino tu stia studiando, vero?”
“Sì,” risponde lei, i suoi occhi brillano di entusiasmo. “Sono qui in vacanza con qualche amica. Completo relax prima di tornare a scuola. E tu?”
“Io scrivo sceneggiature manga,” dice lui, con un tono di leggerezza.
“Uah, adoro i manga! Che tipo di manga crei?” chiede lei, il suo interesse palpabile.
“Hentai,” risponde lui, quasi divertito nel vedere il suo viso che scotta.
“Ah, sporcaccioni,” commenta Maria, fingendo di essere scandalizzata. “Mio fratello mi ha fatto leggere la saga de *La clinica dell’amore*… “
“Ah sì, divertente, mai datato,” si limita a dire lui, il sorriso malizioso che non lo abbandona “Allora, oltre ad entrare nelle cabine sbagliate, cosa fai per conquistare le ragazze?” chiede, con un lampo di provocazione nei suoi occhi.
Lui scoppia a ridere, “Non stavo adescando te… Ho solo sbagliato cabina, tutto qui.”
“Stasera c’è una festa sulla spiaggia. Vuoi partecipare?” lancia Mauro, un po’ provocatorio e svelando un attimo di audacia.
Maria, curiosa, chiede: “Che tipo di festa?”
“Si suona, si balla, si mangia… Feste fatte da giovani per giovani. Se vieni sola, dai un pretesto agli altri maschi di girarti intorno,” dice Mauro, il suo sguardo che si fa complice. “Se vieni con me, se ne staranno alla larga.”
“Mi stai chiedendo un appuntamento?” Maria sembra sorpresa e divertita al tempo stesso.
“Mettila così,” risponde lui, sorridendo.
“Va bene, ma a patto che tu non ti metta in testa strane idee,” commenta lei, mantenendo un tono scherzoso.
“Troppo tardi,” lui esplode in una risata, godendosi il momento.
“Scemo che sei,” ribatte lei con una risata. “Va bene, accetto la tua compagnia. Come devo vestirmi?”
“Short, una maglietta, un paio di sandali,” suggerisce lui con l’aria di chi conosce il codice del beach party. “Classico da spiaggia serale.”
“Va bene, allora a stasera, mi trovi vicino alla nostra cabina,” dice Maria, dando un tocco di inesperienza e innocenza a quelle parole.
“Uh, la 'nostra' cabina?” Mauro ridacchia, mentre un sorriso malizioso si fa strada sul suo viso.
Il rossore si diffonde sulle guance di Maria, mentre i due si scambiano uno sguardo carico di complicità e una sottile tensione, come se tra di loro ci fosse un segreto che solo il vento del mare conosce. Quella conversazione, leggera e fluttuante, ha creato un legame palpabile, un invito a esplorare non solo la festa, ma anche il mistero che si cela dietro quell'incontro inaspettato.

Maria si stava divertendo come mai prima d’ora, con Mauro al suo fianco, entrambi immersi nella musica e nell’atmosfera festiva che circondava la spiaggia. Dopo aver bevuto qualche drink e ballato fino a sentirsi un po’ frullati, Mauro si voltò verso di lei con un sorriso malizioso. “Tra poco è mezzanotte,” disse, gli occhi scintillanti sotto la luce della luna.
“Ti trasformerai in zucca?” rispose lei con un tono giocoso, ridendo.
“No, ci sarà il bagno di mezzanotte,” controbatté lui, il suo sorriso si allargò.
“Oh, come sirene e tritoni a nuotare sotto la luna,” sorrise Maria, immaginando il cielo stellato riflettersi nelle onde.
“Il bagno si fa da nudi,” disse Mauro, con un tono che sfiorava il provocatorio.

Maria si bloccò, il suo volto si fece rosso. “Ah, ouch, non pensavo che si dovesse fare… MMM, tu lo sapevi, vero?” gli lanciò un’occhiata incredula, ma un sorriso urlava la sua complicità.
“Sì, in effetti,” ammise lui, ridendo e alzando le spalle in un gesto di sfida.
“Ah, allora ho ragione a dire che sei un maniaco,” lo stuzzicò lei, tirandogli scherzosamente una pacca sulla spalla.
“Non avrai vergogna a nuotare nell’acqua in mezzo a tutti quegli sconosciuti vestiti solo di aria?” la prese in giro lui, il suo sorriso sardonico rivelava il gioco che entrambi stavano facendo.
“Beh, non… mi sentirei in imbarazzo totale,” rispose lei, con un tono che mischiava provocazione e un palpabile nervosismo.
“Se ti tengo per mano?” chiese Mauro, con uno strascico di ironia nei suoi occhi.
“Beh, sarebbe comunque imbarazzante,” ribatté lei, ma qualcosa nel suo sguardo tradiva un desiderio di avventura.
“Guarda, si stanno posizionando,” disse Mauro, indicando alcuni partecipanti che si stavano radunando sulla spiaggia, pronti per l’impresa. “Un trucco: non distrarsi e concentrarsi solo su quello che hai davanti,” aggiunse, mentre si tolse la maglietta con un gesto deciso.
“Osa, ragazza, ci si diverte di più,” disse con un tono incoraggiante mentre si toglieva anche i pantaloncini da bagno, il suo costume che ora sembrava più un ricordo che una barriera.
Maria arrossì, ma l’adrenalina cominciava a scorrere nelle sue vene. **‘Cosa sto aspettando?’** pensò, l’eccitazione e la paura danzavano dentro di lei.
“Dai, andiamo!” esclamò Mauro e, con un balzo, corse verso gli altri già posizionati, la sabbia che volava sotto i suoi piedi nudi.
Il suo cuore batteva forte, e Maria si sentì travolta da un misto di esitazione e audacia. Alla fine, non poteva fermarsi ad osservare. Con una determinazione improvvisa e un sorriso che le illuminava il volto, si tolse il costume. Pochi secondi di respiro e poi, con un passo deciso, raggiunse Mauro, la voce tremante dall’emozione: “Va bene, tienimi la mano!”
“Pronta?” chiese lui, il suo entusiasmo contagioso.
“Sempre,” rispose Maria.
Insieme presero slancio, e corsero verso le onde del mare secondo una sola regola: **“É adesso o mai più.”** Le onde li accolsero, mentre si tuffavano in un mondo di libertà e gioventù, ridendo, urlando e danzando in mezzo ai riflessi argentati della luna. Erano solo loro due, il mare e una serata di avventure non più trattenuta da alcun pudore, come mamma li aveva fatti.

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Le onde danzavano intorno a loro mentre Maria e Mauro si abbandonavano al momento, il suono delle risate delle altre persone sulla spiaggia incorniciava il loro piccolo mondo. La luna, splendente e benevola, riversava un velo d’argento sull’acqua, creando un’atmosfera quasi magica. Maria, con le guance ancora frizzanti di euforia, nuotava felice, le braccia che scivolavano potentemente attraverso il mare, sentendosi libera e radiosa accanto a Mauro. La nudità, che inizialmente l’aveva imbarazzata, era diventata una parte della libertà che stava assaporando.
Tornati a riva, l’inibizione svanì completamente. Si asciugarono senza alcuna vergogna, i loro corpi bagnati brillavano alla luce della luna. “Rimaniamo seduti sulla spiaggia così come siamo?” propose Maria, l’aria fresca che le accarezzava la pelle.
“Bene così, ragazza,” rispose Mauro, trovando una posizione comoda, abbracciandosi le gambe con le braccia. “Ti sei abituata bene.”
“Sì, hai ragione quando hai detto ‘Osa’,” disse Maria con un sorriso, il suo sguardo che cercava quello di Mauro, cercando anche di cogliere la sua reazione.
“Sai, ho sempre avuto vergogna del mio corpo,” aggiunse con una sincerità che stava crescendo tra di loro.
“Beh, non mi sembra di avere visto nulla di brutto in te,” rispose lui, il suo tono era di una rotondità rassicurante, e Maria sentì le sue guance scaldarsi ulteriormente.
Centro di quell'argomento, il discorso si fece più intimo. “Beh, non ho mai avuto un ragazzo. Cioè, li ho avuti, ma non abbiamo mai... fatto cose,” confessò Maria, le parole che le uscivano più dolcemente di quanto avesse previsto. “Sì, qualche bacio e qualche carezza, ma… mai niente di concreto.”
“E questo ti ha dispiaciuto?” chiese Mauro, il suo sguardo impossibile da ignorare, penetrante ma gentile.

“Non so… No… sì,” rispose lei, scuotendo la testa, mischiando i suoi pensieri. “È che non ho sentito nulla. Penso che certe cose bisognerebbe provarle con qualcuno che ti piace veramente. E poi, ho compiuto 18 anni solo 4 mesi fa. Quando penso alle mie amiche che lo hanno già fatto… Ma loro lo fanno perché vogliono solo un’avventura. Io voglio di più di un’avventura.”
Mauro la guardò con attenzione. “Sei molto maturo per una ragazza della tua età,” commentò, ammirando la chiarezza con cui Maria esprimeva i suoi desideri.
“Tu hai più anni di me ma non mi hai detto quanti… Ipotizzo 23 o 24 anni,” disse Maria, curiosa.
“Ipotizzi male: ne ho 27,” precisò lui,.
“Oh, wow,” fece lei, sorpresa.
“Troppo vecchio?” chiese lui, fingendo un’offesa che a Maria fece sollevare le sopracciglia.
“No, sei gustoso… Oddio, l’ho detto?” rise imbarazzata, il cuore che le batteva.
“Sì, immagino che potrei esserlo,” la sua risata era contagiosa, ma la tensione tra di loro iniziava a farsi più palpabile.
“Che strano, siamo nudi qui uno accanto all’altro e non sento né imbarazzo, né il desiderio di baciarti,” lo guardò, i suoi occhi pieni di curiosità. “Aspettavi che lo facessi?”
“Non forzo nessuno. Poi, abbiamo creato un clima perfetto, perché correre?” chiese lui, il suo sguardo profondo, catturandola in un vortice di emozioni contrastanti.
“Sì, tu ce l’hai una ragazza?” incalzò Maria, curiosa.
“L’avevo. La cotta del liceo. Siamo stati insieme sei anni… Poi… poi se n’è andata,” ammise lui, un accenno di malinconia nascostosi nelle sue parole, nei suoi occhi.
“Tradimento?” chiese Maria, preoccupata.
“Malattia,” rispose Mauro, lasciando una brevissima pausa che lasciò cadere un velo di tristezza tra di loro.
“Oddio, mi spiace tanto, scusa,” disse lei, le parole come un abbraccio.
“Non importa, è passato un po’ di tempo…” mormorò lui, il tono nostalgico, perso in ricordi lontani.


3
Rimasero lì, sempre nudi, abbracciati dalla freschezza della notte, ognuno avvolto nei propri pensieri. La sottile tensione che era emersa tra di loro si mescolava a un senso di malinconia, come se stessero esplorando il confine tra l'innocenza e un desiderio a lungo inespresso. Mentre il mare si infrangeva dolcemente sulla riva, entrambi si resero conto che, in quel momento, qualcosa di più profondo stava germogliando tra loro.
Mauro nutriva negli occhi un’ombra di malinconia mentre si preparava a condividere il suo racconto. Quando Maria si avvicinò e lo abbracciò in segno di conforto, un brivido percorse il suo corpo. Avvertì la tensione sotto l’asciugamano che copriva la sua intimità, una sensazione che, pur essendo imbarazzante, era anche una dolce distrazione, un contatto umano che lo rassicurava. Sperò che Maria non lo notasse mentre, radicato nei ricordi, si abbandonava all’intimità del momento.
“Fu un cancro al pancreas,” disse Mauro, la voce bassa e carica di emozione, come se stesse facendo affiorare una ferita profonda che mai si sarebbe rimarginata del tutto. “Sono stato accanto a lei il più a lungo possibile… Lei si era rassegnata all'inevitabile, ma non ha mai smesso di combattere.” Le parole scivolarono tra di loro, incapsulando una lotta silenziosa ma straziante, e la sincerità della sua confessione avvolse Maria in un caldo abbraccio di comprensione.
“E mi disse che non avrei dovuto mai smettere di amarla nonostante tutto,” continuò lui, la voce tremante mentre riviveva quel dolore. Ogni parola sembrava pesare come un macigno, e Maria poté percepire il suo cuore spezzato in ogni sillaba.
“Una sera mi chiamò a casa sua e mi disse che voleva compagnia. Secondo me sentiva che tutto stava per finire…” Mauro si bloccò, la sua espressione si faceva sempre più intensa, il suo sguardo perso nel passato. Maria avvertì un groppo in gola, avendo già presagito ciò che stava per seguire.
“Cosa faceste?” chiese, la sua voce un sussurro carico di empatia.
“Lei mi disse che voleva fare l'amore con me. 'Voglio che sia speciale', mi disse. E speciale lo fu,” raccontò Mauro, la sua voce rotta da una mistura di nostalgia e dolore, come se stesse rievocando il momento più sacro della sua vita. “Riversai tutto il mio amore in quella stessa notte.”

Maria lo ascoltava attentamente, immaginando la scena, mentre lui continuava. “Il mattino dopo la lasciai che stava dormendo ancora nuda tra le lenzuola. Io avevo una lezione al college. Mi ricordo che presi un 30. Ero al settimo cielo perché quella era una materia ostica e Jinny si era impegnata molto ad istruirmi,” il suo sorriso si spense, sostituito da un velo di tristezza profonda. “Pensai che sarebbe stata felice di saperlo e non vedevo l’ora di dirglielo.”
Ma poi, mentre continuava a raccontare, la sua espressione cambiò rapidamente. “Quando giunsi davanti a casa sua e vidi l'ambulanza, il mondo mi crollò addosso. Sua madre stava piangendo abbracciata al padre. E lì capii,” il suo respiro si fece più affannoso, il dolore di quel momento si riaccese in lui, vivo e palpitante. “Il suo ricordo era ancora avvolto sulla mia pelle per la notte avuta la sera precedente…”
Quando Mauro finì di raccontare, il silenzio pesò tra di loro, interrotto solo dai singhiozzi silenziosi di Maria che stava piangendo. In quel momento, si abbracciarono, entrambi avvolti in un caldo abbraccio, il dolore riaffiorato nelle lacrime di Mauro, mentre il calore consolatorio di Maria gli dava conforto. “Mi spiace tanto,” disse lei, le parole cariche di empatia.
Il pathos del racconto di Mauro permeava l’aria, pesante e palpabile. Ogni emozione che riviveva si rifletteva nei suoi occhi, facendo tremare la sua voce. Maria percepì l'intensità del suo dolore, come un'onda che si abbatteva su di lei, e sentiva che quel momento era un ponte fragile tra due anime che cercavano comfort e comprensione reciproca. L’amore e la perdita avevano intrecciato le loro vite, creando un legame di vulnerabilità che si manifestava mentre si trovavano lì, nudi non solo nel corpo, ma anche nell’anima.

Mentre Mauro si alzava per rivestirsi, Maria si ritrovò a osservarlo con uno sguardo attento, un misto di ammirazione e vulnerabilità. Il suo fisico, asciutto ma ben definito, rispecchiava anni di attività all'aperto, di avventure e libertà, e Maria non poté fare a meno di notare la sua grazia naturale, la morbidezza dei suoi movimenti. I suoi glutei, che si contraggono leggermente mentre si piegava per sollevare i vestiti sparsi sulla sabbia, la fecero arrossire. Stranamente, si sentì attratta da quell'immagine, da quel corpo che era diventato la manifestazione di un'affinità emotiva che si stava costruendo tra di loro.
Con un rapido movimento, distolse lo sguardo quando Mauro si voltò di profilo, come se fosse stata sorpresa a rubare un attimo privato, la sua pelle scottata dal sole brillava sotto la luce della luna. Un senso di imbarazzo si mescolava a una frizzante eccitazione; qualcosa dentro di lei vibrava, come un leggero tremolio che non riusciva a controllare.
Maria Era attraversata da pensieri contrastanti: la gioia di avere trovato qualcuno che comprendeva il suo desiderio di connessione ma anche la paura di rovinare il fragile legame che stavano costruendo.
Mentre si muovevano lungo il sentiero che portava all’hotel, l’atmosfera intorno a loro si era fatta più vibrante, ma anche più tesa. Maria aveva il cuore che le batteva all’impazzata, il suono distante delle risate e della musica proveniente dalla spiaggia sembrava un eco lontano, quasi irreale. Ma all'interno della sua testa, il pensiero di tornare in camera la riempì di esitazione.
“Scusa se ti ho rattristato prima,” disse Mauro, interrompendo i suoi pensieri. La sua voce aveva un tono quasi colpevole, e Maria si girò per incontrarne lo sguardo, afferrando la sua mano senza pensarci.
“Non ti preoccupare. Avevi bisogno di sfogarti…” iniziò, ma fu interrotta da un rumore proveniente dalla sua camera, il suono di gemiti che la fece arrossire fino alle orecchie. “Oh… Magda…” sussurrò, col cuore che le accelerava mentre cercava di appoggiarsi con l’orecchio alla porta.
Mauro la osservava con una miscela di divertimento e comprensione. “La tua amica?” chiese, sorridendo con aria divertita.
“Sì, e… oh… ci sta dando dentro,” rispose Maria, ridacchiando nervosamente, mentre un’ondata di imbarazzo la travolgeva. Sapeva che non poteva irrompere in quel momento, ma l'idea di trovarsi in quella situazione imbarazzante con Mauro, mentre la sua amica viveva un momento di intimità, era davvero surreale. “Oh e adesso che faccio?”
“Beh, non puoi irrompere lì mentre sono al culmine del divertimento,” disse Mauro con uno smorfia che svelava tanto umorismo quanto saggezza, ma che ammantava anche una certa tenerezza.
Maria si girò verso di lui, i pensieri che si agglomeravano nella sua testa come nuvole tempestose. “Senti, non equivocare, ma se vuoi c’è camera mia… Io dormo sul divano,” propose Mauro, un certo timore esprimendo le parole come se stesse offrendo un tesoro prezioso.
“Non se ne parla: il divano lo prendo io,” disse con determinazione, ma il tono scherzoso faceva trapelare la sua agitazione. L’atmosfera frizzante era tornata, ma era intrisa di una tensione palpabile, un’incredibile ricchezza di possibilità.“Non protestare,” lo ammonì, divertita ma decisa.
“Ok, il capo sei tu,” rispose lui, la voce leggermente sarcastica ma con un sorriso che faceva apparire il suo sguardo più accattivante.
“Scemo,” replicò Maria, mentre il loro viaggio verso la camera di lui diventava un piccolo gioco tra di loro, una danza di emozioni contrastanti, alimentate anche dall’imbarazzo di quanto stava accadendo dietro quella porta.

4
Maria, dopo aver goduto della calda carezza dell'acqua sulla pelle, si avviò verso la camera con una leggerezza inconsapevole. Le gocce scivolavano lungo il suo corpo, e la mente era avvolta da pensieri che la facevano vibrante di emozioni. Non si rendeva conto di quanto fosse vulnerabile in quel momento; l’atmosfera che si era creata tra di loro era densa di tensione e possibilità.
Quando uscì dalla doccia, avvolta nella nebbia dei suoi pensieri e non curandosi di coprire le sue nudità, un senso di liberta la avvolse. Era così immersa nella sua riflessione che la realizzazione di trovarsi nella camera di un ragazzo, e in quella situazione particolare, la colse alla sprovvista. Mauro, chino sui cuscini, si voltò e i loro sguardi si incrociarono. Il suo cuore, un attimo prima leggero, fece un balzo.
Le sue curve erano delicate e armoniose; il corpo minuto di Maria, con un seno che si raccoglieva con grazia, era il riflesso di una bellezza naturale che emanava fragilità e forza. Era magra, ma tonica nei punti giusti, e quel corpo, esposto e vulnerabile, appariva a Mauro come un’opera d’arte che merita attenzione e rispetto. La sua pelle brillava ancora, umida dall’acqua, mentre i capelli le incorniciavano il viso, scivolando sulle spalle in morbidi ricci.
Per un momento, il tempo sembrò fermarsi. Mauro, colpito dalla bellezza innocente di lei, non riusciva a distogliere lo sguardo. Non c'era nulla di volgare in quell'istante; era puro e carico di un’intensa intimità, uno scambio silenzioso di vulnerabilità e desiderio sotteso. Il suo sguardo non era privo di rispetto; era pieno di meraviglia e di una dolce timidezza, ma anche di un invito silenzioso alla connessione.
Maria, realizzando la situazione, non si sentì imbarazzata; invece, le parole si erano bloccate in gola e il cuore palpitava per un motivo diverso. Avvicinandosi a lui, avvolse le braccia attorno al suo corpo, avvicinandosi ancora di più in un abbraccio che sprigionava calore. La sua testa si appoggiò delicatamente sul petto di Mauro, sentendo il ritmo del suo cuore, che batteva forte e regolare.
“Nessuna parola era necessaria,” pensò Maria, mentre la malinconia si mescolava alla tenerezza in quell’abbraccio. Un peso si sollevava dal suo spirito, mentre la confidenza si faceva strada nei suoi pensieri, facendola sentire al sicuro. Voleva raccontare, liberarsi di quel tarlo che l’aveva accompagnata per così tanto tempo, ma in quel momento, le sue emozioni erano più importanti delle parole.
“Cos’hai, ragazza?” chiese Mauro, col tono di chi sa che oltre le apparenze, in quell’abbraccio c’era molto di più. La sua voce dolce, priva di giudizio, indugiava nell’aria come una melodia rassicurante.
“Voglio confidarti una cosa che mi è capitata quando ero più giovane,” rispose Maria, mentre il suo cuore si scioglieva nel calore di lui. Quell'istante di vulnerabilità, bellezza e connessione fu un’intensa latenza di emozioni, una promessa di confidenza reciproca che stava per dare vita a qualcosa di più profondo. Rimasero così, avvolti l’uno nell’altra, in un silenzio carico di possibilità, mentre il mondo esterno sembrava svanire.
Seduti sul divano, l'atmosfera era densa di tensione e fragilità. Maria si abbracciava al corpo rassicurante di Mauro, cercando conforto in quella presenza calda e solidale. Gli occhi di lui, profondi e sinceri, la scrutavano con un misto di preoccupazione e determinazione.
“Mi hanno molestata,” sussurrò Maria, come se quelle parole fossero un peso troppo grande da portare. La sua voce era un soffio, quasi inudibile, ma nel silenzio della stanza sembrò risuonare come un grido lacerante.
Mauro sentì il suo cuore mancargli un battito. La rivelazione la colpì in pieno petto, come un pugno. "Come? Quando?" fece, la voce carica di preoccupazione e incredulità. Non riusciva a immaginare che la persona che aveva di fronte avesse dovuto affrontare un dolore così profondo e indescrivibile.

Maria si ritrasse un attimo in sé stessa, ricordando il passato con un’espressione distante. “Ero poco più di un’adolescente. Ci venne a trovare un amico di mio padre. Un bell’uomo che sapeva farsi piacere. Mi regalava sempre caramelle.” Le sue parole erano cariche di nostalgia e tristezza, e nei suoi occhi si leggeva un misto di vulnerabilità e rabbia.
Mauro, in silenzio, si concentrava su ogni parola che Maria pronunziava. L’immagine di una Maria giovane e indifesa lo devastava interamente. “Mio padre non aveva idea di che razza di iena fosse... Una sera entrò in camera da letto e mi spiò sotto la doccia.” La voce di Maria tremò mentre descriveva l’orrore che aveva dovuto affrontare. “Era un tale viscido. Mi intimò di tacere con i miei genitori e prese a toccarmi. Non mi violentò, ma le sue mani le sentii ovunque, a distanza di anni.”
Ascoltando la sua storia, Mauro sentì un crescente senso di protezione nei confronti di Maria, un impulso ferreo che lo spingeva a volerla tenere al sicuro, lontano da qualsiasi male. “Quando mio padre lo seppe andò su tutte le furie e aggredì questo tizio che credeva suo amico. Lo pestò talmente forte che quasi lo uccise. Mio padre fu accusato di aggressione aggravata e tentato omicidio, ma se la cavò con tre anni di carcere. L’ex amico sparì dalla nostra vista e non lo vedemmo più, per fortuna. Dovemmo cambiare città e riiniziare da capo…” La frase finale si perse nel silenzio, una caduta nel baratro di ricordi dolorosi che l’avevano seguita per tutta la vita.
“Oh, Maria, come mi dispiace,” disse Mauro, spezzato nel profondo. La sua mano si chiuse attorno a lei, abbracciandola forte, come se volesse proteggerla da tutto il dolore e la solitudine che aveva vissuto. Non c'era niente di più importante in quel momento che farle sentire che non era sola, che c'era qualcuno pronto a sostenerla.
La presenza di Mauro, calda e rassicurante, la aiutava a ricordare che il mondo non era solo pieno di uomini viscidi, ma che esisteva anche gentilezza, comprensione. Maria si sfogò, il pianto le scese sulle guance, e ogni singola lacrima sembrava liberarla da un peso che portava dentro di sé. La compassione di Mauro era palpabile, e nel profondo del suo cuore si formava un legame straordinario di intimità e fiducia.
In quell’abbraccio, però, c’era anche altro: Mauro iniziava a riconoscere la forza silenziosa di Maria, la sua resilienza, e si prometteva di fare tutto il possibile per essere al suo fianco nel cammino verso la guarigione. Le sue parole rimarranno impresse in lui come un monito e un promemoria; doveva sempre ricordare di trattare il suo cuore con la massima delicatezza. Avvolto in quell’abbraccio pieno di dolore e speranza, Mauro comprese che la loro connessione stava già cambiando le loro vite


5

"Ti spiace se resto abbracciata a te ancora un po'?" chiese lei, con una voce che tremolava leggermente di vulnerabilità.
"No, certo che no," rispose lui, un soffio leggero che sembrava avvolgerla come una calda brezza.
“Sono nuda”
"Non ci avevo fatto caso," ammise Mauro, mentre lei lo colpì delicatamente con un leggero schiaffo sulla gamba, un gesto che mescolava imbarazzo e complicità.
"Pensi che sia una cattiva persona?" chiese Maria, la sua voce bassa, quasi un sussurro.
"Perché dovrei pensarlo?" ribatté lui, confuso e sincero.
"Perché quell'uomo faceva quelle cose su di me?" la domanda le uscì dal cuore con un peso insostenibile.
"Non era colpa tua e non potevi farci nulla," rispose Mauro, la voce carica di comprensione, mentre lei si strinse ancora di più al suo petto, cercando conforto in mezzo alle sue paure.
Alzò lo sguardo e i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza, un’intensità palpabile tra loro. Mauro sentì il respiro di Maria, carico di emozione e desiderio. Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al momento, e si sporse verso di lui. Mauro accolse le sue labbra in un bacio dolce e sincero, un gesto che sembrava racchiudere tutte le parole non dette e le emozioni taciute. L’intensità di quel momento era un intreccio di fragilità e forza, in cui entrambi cercarono di trasmettere il loro sentimento l’uno all’altra.

Quando si scostò, Maria arrossì leggermente, un sorriso timido increspò le sue labbra. "Scusa," disse, ma lui la interruppe, afferrandole le mani e baciandole con dolcezza.
"Smettila di scusarti," rispose lui, nel suo tono c'era una tenerezza profonda che la tranquillizzava.
Si baciarono ancora, il calore dei loro corpi si mescolava in un abbraccio carico di tenerezza, ogni contatto sembrava far crescere la connessione tra loro. Maria desiderava di più, ma si tratteneva, rispettando il delicato confine che aveva tracciato. Mauro, d'altro canto, desiderava avvicinarsi, ma mantenne un riguardo rispettoso per i suoi ritmi. Le sue mani riposavano sui fianchi di lei, senza mai oltrepassare quel limite invisibile, mentre le dita di Maria accarezzavano il suo petto con una tenerezza inebriante.
"Mi piace come baci, lo sai?" sussurrò lei, il suo sguardo irradiava una dolcezza autentica.
"Anche tu," rispose Mauro, con un sorriso che illuminava i suoi occhi.
"Non voglio farlo ancora, ma mi piacerebbe continuare a fare questo in un posto più comodo," disse Maria con un lieve tono di desiderio.
Mauro sorrise, il cuore gli batteva per l'eccitazione di quel momento. Si alzò dal divano con grazia, sollevò Maria tra le braccia e la condusse delicatamente verso il letto, dove la adagiò con cura. Si spogliò dei suoi vestiti e scivolò accanto a lei, proseguendo a baciarsi, sfregando la sua pelle sulla sua in un modo che evocava una sensazione di piacere crescente. Era un equilibrio perfetto fra affetto e desiderio, dove entrambi si sentivano al sicuro, senza alcuna pressione di fare il passo decisivo. Rimasero così, avvolti l'uno nell'altra, abbracciati per tutta la notte, esplorando la loro connessione attraverso gesti piccoli ma significativi, avvolti dal calore della reciproca presenza.


Maria premette il suo corpo contro di lui. Arrossì leggermente quando sentì il contatto della virilità di Mauro contro il suo ventre, ma nonostante l'intensità del momento, il timore rimaneva: non si sentiva ancora pronta a chiedergli di andare oltre. Si baciarono e si coccolarono, lasciando che il tempo scorresse dolcemente, fino a quando la luce dell'alba cominciò a filtrare dalle finestre, sorprendendoli nella loro intimità. Si scambiarono sorrisi teneri, e infine si addormentarono insieme, avvolti in un abbraccio caloroso.
Quando si svegliarono, i loro occhi si cercarono in un riflesso di emozioni condivise. "Buongiorno, principessa," salutò Mauro, la voce pervasa da un'affettuosa dolcezza.
"Buongiorno," rispose lei, baciandolo con delicatezza, ma un'improvvisa imbarazzo la colpì. "Lo... lo abbiamo fatto?" chiese, arrossendo all'idea.
"Non ti ricordi?" replicò lui, assumendo un'espressione seria che la fece sentire ansiosa.
"Io... oddio, lo abbiamo fatto? Perché ho un vuoto..." la confusione la avvolgeva.
"Ah, non ti ricordi? Altro che gli urli che faceva la tua amica Magda," scherzò lui, cercando di alleggerire l'atmosfera.
"Oddio, che vergogna!" esclamò Maria, coprendosi il viso con le mani in una mista di incredulità e divertimento.

Lui rise, alzandosi a sedere e abbracciandola. Le sue labbra si posarono sul suo collo in un gesto dolce. "Scherzo. Non abbiamo fatto nulla, a parte stare abbracciati tutta la notte a farci le coccole," spiegò, un sorriso sincero sul volto.
"Ma che burlone," lo rimproverò affettuosamente, avvicinandosi a lui per un altro bacio.
"Colazione in camera?" chiese lui mentre scivolava giù dal letto
Maria rimase lì, mordendosi il labbro mentre osservava Mauro muoversi con grazia. La luce dell'alba accentuava la perfezione della sua schiena, delle sue gambe e dei suoi glutei, mentre si avvicinava al telefono per ordinare la colazione. Quando finalmente appese, si volse verso di lei, e un sospiro mancato si fece strada tra le labbra di Mauro nel vederla così, senza veli davanti a lui. E anche Maria che rimase in fissa ad osservare l’erezione di lui.
"hai intenzione di rimanere lì a contemplarmi ancora per un po'?" chiese lui, il tono melodioso e giocoso.
"Scusa, ma non posso fare a meno di ammirarti," rispose Maria, il rossore che le colorava le guance.
Lui sorrise, si inginocchiò accanto a lei e, con un gesto gentile, baciò le sue ginocchia, risalendo lentamente verso di lei con occhi che brillavano di affetto. Maria si strinse le mani al seno con una delicatezza timida, come se quel gesto fosse una protezione per la sua nudità, ma rimase ferma, accettando l’intensità dell’istante.
La guardò con attenzione, e la vulnerabilità di quel momento si mescolò a una certa tenerezza. "Non pensavo ci riuscissi, ma è comunque stata un'esperienza unica," disse Mauro, il tono sincero
Lei sorrise, scivolando verso di lui e rimanendo seduta, il cuore che batteva forte nel petto, mentre la tensione tra loro si faceva sempre più palpabile, impregnando l’aria di un'affettuosa elettricità. In quel momento, tutto sembrava confluire in una nuova intimità, un legame profondo che prometteva di crescere in qualcosa di straordinario.

6
"Ci credi all'amore a prima vista?" chiese Maria, mentre sorseggiava il suo caffè, gli occhi fissi su Mauro. Indossava una camicia bianca lunga che le arrivava alle ginocchia, offrendo un contrasto dolce e innocente alla profondità della loro conversazione. Mauro, che indossava una maglietta bianca pulita e pantaloncini, fece un sorriso affettuoso, tentando di mascherare l'emozione che si stava accumulando tra di loro.
"Sarei scontato se ti dicessi che l'ho provato dal primo momento che ti ho visto?" propose lui, il tono leggero ma con una sfumatura di verità. I suoi occhi brillavano di sincerità, ma c'era anche un pizzico di gioco nel suo sguardo.
"Beh, confesso che, in quella cabina, ho avvertito un brivido," disse Maria, un lieve imbarazzo accompagnava le sue parole. Il ricordo di quel momento tornava a galla, pungente e vibrante.
"Spifferi," ribatté lui ironico, alzando un sopracciglio, ma non riuscì a trattenere un sorriso. La leggerezza sembrava avvolgerli, ma sotto la superficie, una tensione palpabile iniziava a farsi strada.
"Ma io sono seria," insistette Maria, con una punta di capriccio nella voce. La sua determinazione risaltava in modo magnetico, mentre il suo sguardo si faceva più intenso.
"Scusa, la mia è una specie di stemperanza. Ma, adesso che ti ho conosciuto meglio, ho provato più di un brivido con te," rispose Mauro, la sincerità nelle sue parole era avvolta da una delicatezza che trasmetteva sicurezza.
Maria lo guardò, i suoi occhi riflettendo un mix di curiosità e vulnerabilità. "Pensi che potrebbe durare tra di noi?" la domanda uscì dolcemente, ma il peso delle sue parole si sentiva in ogni sillaba.
“Possiamo provare” rispose lui
"Mauro, cos'è per te il sesso?" chiese, l’argomento ora si faceva più serio, e un leggero tremore attraversò la sua voce.
Il giovane si prese un momento per riflettere, e la tensione tra loro sembrò crescere. "Il sesso per me è la conseguenza dell'amore. Il sesso senza amore è falso, vuoto. Non si fa sesso perché ci si deve sfogare o si è arrabbiati. Il sesso è una conseguenza del rispetto che un uomo o una donna hanno nei confronti del partner. Quando stai bene con qualcuno, il sesso diventa solo l'estensione dei sentimenti che si provano," spiegò Mauro, cercando di esprimere la profondità di ciò che sentiva, anche se le sue parole potevano sembrare contorte.
Maria ascoltò, il cuore batteva forte. "Penso che tu abbia ragione," disse, il suo tono pieno di ammirazione e accordo.
"Stai cercando di dirmi qualcosa, Maria?" chiese Mauro, i suoi occhi scuri si fissarono intensamente su di lei, cercando di cogliere ogni sfumatura del suo pensiero.
Un momento di silenzio cadde tra di loro, carico di possibilità. "Io... io voglio farlo con te," mormorò Maria, le parole uscirono come un sospiro leggero, ma cariche di emozione. Il suo viso si illuminò di un’espressione che combinava vulnerabilità e desiderio.
"Io ne sarei onorato," rispose Mauro, il tono serio ma profondamente sincero. La tensione si era trasformata in qualcosa di palpabile, un'intesa che sembrava promettere un futuro ricco di emozioni e connessioni. I loro sguardi si incrociarono, e in quel momento, tutto il resto svanì, lasciando solo l’eco di una redenzione sentimentale e il calore del desiderio condiviso.
La luce del mattino filtrava dolcemente attraverso le tende, avvolgendo la stanza in un abbraccio caldo e morbido. Mauro e Maria si trovavano uno di fronte all'altro, il cuore che batteva all'unisono, come se stessero per danzare una melodia antica e mai dimenticata. I loro sguardi si incrociarono: gli occhi di Mauro brillavano di un'intensità che affascinava Maria, mentre nei suoi si riflettevano desideri e timide paure.
Maria avanzò verso di lui, la pelle che sembrava vorticare di entusiasmo, le dita che si posavano delicatamente sulle spalle di Mauro. La sua dolcezza era palpabile, e lui poteva percepire il battito del suo cuore, un ritmo che parlava di vulnerabilità e coinvolgimento. Mauro la abbracciò, stringendola a sé con una forza gentile, come se volesse proteggerla da ogni incertezza.
Le loro labbra si sfiorarono, prima come un fragile assaggio, poi con crescente urgenza. Ogni bacio era un’infinità di emozioni, un misto di giovinezza e desiderio, un’esplorazione dei confini dell’intimità. Mauro si piegò leggermente per avvicinarsi, e Maria sentì il calore della sua respirazione sul collo, dove un brivido di piacere la percorse. Le sue mani si ancorarono sulla nuca di lui, avvolgendo le ciocche dei suoi capelli tra le dita, come se volesse tenerlo vicino, irremovibile dal suo mondo.
Maria si sentiva trasportata in un'altra dimensione, in cui il tempo si era fermato, e ogni gesto si amplificava. Mauro la stava scoprendo con delicatezza e passione, le sue mani scivolavano lungo la schiena di lei, tracciando percorsi di desiderio e affetto. Ad ogni carezza, un brivido le attraversava la spina dorsale, mentre sentiva crescere un’intensità che esplodeva in un mélange di emozioni.
Si muovevano come in una danza, le parole non erano necessarie, solo il linguaggio dei corpi che si cercavano e si trovavano. Mauro la fece avanzare lentamente verso il letto, il battito del suo cuore rimbombava nelle orecchie. Maria lo guardò, la dolcezza del suo sguardo un’invocazione, e lui la strinse con una tenerezza che trasmetteva sicurezza e ardore.
Quando furono distesi sul letto, la tensione diventò palpabile. Mauro si curvò su di lei, le labbra che si muovevano lungo il suo viso, baciando la fronte, le guance, i lati del collo. Ogni sfioramento era un canto di passione, un richiamo irresistibile che la faceva ardere di desiderio. Maria si abbandonò a quelle sensazioni, lasciando che il suo corpo rispondesse, mentre le sue mani si avventuravano sulla pelle di Mauro, esplorando ogni muscolo, ogni curva, con una delicatezza quasi reverenziale.
L’atmosfera attorno a loro divenne densa, come se il mondo esterno fosse svanito, lasciando solo la loro essenza fluttuante. Mauro si fermò, i loro occhi si cercarono; c'era una comprensione silenziosa in quel momento decisivo. “Sei sicura?” chiese lui, la voce un sussurro che vibrava di desiderio. Lei annuì, il respiro affannato, sentendosi viva come mai prima.
Impulsivamente, Mauro la strinse forte, e in quel momento la loro unione divenne pura e autentica. Si abbandonarono a una danza di corpi, ogni movimento un’espressione di amore e desiderio, dove i confini tra di loro si dissolsero. Le mani percorrevano la pelle come se tracciassero un percorso magico, portandoli a scoprire territori ignoti, ad esplorare l’arte dell’amore in forma pura e sincera.
Maria si sentì completamente invasa da Mauro, ogni tocco, ogni bacio, era un’esclamazione di passione esecrata in gesti lenti e profondi. L’unione tra di loro si trasformava in un dialogo intimo, una comunicazione che andava oltre le parole. Con ogni carezza, la reciproca vulnerabilità si trasformava in forza, e l’intensità dei loro corpi si dilatava, come stelle che esplodono nell’universo.
E mentre il mondo si fermava, il tempo sembrava espandersi. Mauro e Maria danzavano insieme, perdersi e ritrovarsi l'uno nell'altro, in una sinfonia d'amore che raccontava la loro storia, unita in armonia. E in quello spazio sacro, non erano solo due corpi, ma un corpo unico, un’anima che vibra all’unisono, facendo eco all’ineffabile bellezza di quell’incontro.
"Così denso e appassionato fu il nostro incontro," sospirò Mauro all'orecchio di Maria, mentre i loro corpi nudi si abbracciavano nella dolce intimità di quel momento. Le labbra di lui scivolarono lungo la pelle salata del ventre di lei, provocandole un lieve fremito, mentre le sue mani esploravano con tenerezza ogni curva, risvegliando un desiderio che sembrava inebriarla. Maria, ansimando, si strofinava le mani contro le lenzuola, il cuore colmo di emozione, martellante contro il petto, mentre Mauro si soffermava a lungo, perdendosi in un mare di piacere che le provocava ondate di estasi.
Con infinita lentezza, Mauro risalì lungo il corpo di Maria, le loro labbra si incontrarono di nuovo, fondendosi in un fluido di passione. "Credo sia troppo presto dirlo," mormorò Maria dopo un momento, le parole erano un sussurro dolce e delicato.
"Cosa?" chiese Mauro, il suo sguardo attento e curioso.
Lei si girò su un fianco, carezzandogli la guancia con dolcezza. "Hai fatto l'amore con me con passione e rispetto. E io ti ringrazio con tutto il mio cuore, la mia mente e il mio corpo..."
"Non mi sembra una frase di cui aver timore," rispose lui, sorridendo per rassicurarla.
“No, ci sto girando attorno,” ammise Maria, il viso che si arrossava per l'emozione. "Io... io credo… credo di…" balbettò, l’ansia che le avvolgeva la voce.
Mauro, avvertendo la sua vulnerabilità, inclinò il capo e la baciò con dolce passione, il desiderio sprigionato da quel contatto denso di intimità. “Io credo di amarti,” le soffiò all'orecchio, come un segreto prezioso.
“Credi?” chiese lui, sollevando un sopracciglio con un sorriso intrigato.
“Io… sì... credo… Non credo,” ripeté, mentre le labbra di Mauro la baciavano nuovamente, facendola sciogliere tra le sue braccia calde e avvolgenti.
Lui si spostò su di lei, avvolgendola con dolce attenzione, i loro sguardi che si incontravano con una connessione profonda. Maria, affascinata, non riuscì a distogliere lo sguardo da lui, seguendo ogni suo movimento con desiderio crescente. I corpi si trovavano nell'armonia di un momento che sembrava eterno, la passione che si intensificava, come se il tempo si fosse fermato per loro.
E in quel crescendo di emozioni, raggiunsero un culmine sublime, un'esplosione perfetta in cui si univano passione, amore e anima, creando un equilibrio magico. Maria, guardandolo intensamente negli occhi, finalmente osò pronunciare le parole che le riempivano il cuore: "Ti amo."

"Rimarrei abbracciata a te per tutta la giornata," disse Maria, i suoi occhi scintillanti di gioia, mentre si stringeva a lui, giocando con l’intimità che avevano appena scoperto. Mauro la baciò con dolcezza e passione, come se quel momento potesse durare all’infinito. Non sembrava mai sazio di lei, e la dolcezza di quel legame si rifletteva in ogni carezza.
Dopo un attimo di silenzio, un pensiero si fece strada nella mente di Mauro. "Cosa direbbero i tuoi genitori se scoprissero che ti sei innamorata di uno più grande?" chiese, con un sorriso che nascondeva una leggera preoccupazione.
Maria ridacchiò, il suo volto si illuminò. "Mia madre? Non penserebbe nulla, basta che tu non superi i dieci anni in più di me. Lei e mio padre hanno dieci anni di differenza," rispose, fiduciosa.
"Mio padre, invece... sarebbe più ostico," continuò con un'espressione più seria.
"Ahi, sento il dolore da qui," disse Mauro, sollevando le mani in un gesto teatrale di sconfitta.
"No, se lo prepari bene, magari ti darà il permesso di frequentarmi, dopo quattro o cinque anni," rise Maria, il suono della sua risata riempiva la stanza di una contagiosa leggerezza.
"Ah, molto confortante," scherzò lui, anche se nel suo cuore c’era una certa apprensione. "Mi piaci, ma mi stai facendo girare in tondo," disse Mauro, osservando la mano di lei che continuava a esplorare il suo intimo, il calore di quel contatto lo sconvolgeva.
Maria arrossì, colta di sorpresa. "Scusa..."
"Te l'ho già detto: smettila di scusarti, amor mio," ribadì Mauro, la sua voce dolce ed esatta. "Perché mi sono innamorato così tanto di te?"
"Perché abbiamo condiviso la cabina insieme," rispose lei, un sorriso malizioso che illuminava il suo viso.
Mauro la guardò intensamente, percependo l'eco della verità nelle sue parole. "Mi sento in sintonia con qualcuno per la prima volta dopo tanti anni," confessò lui, il tono sincero e vulnerabile.
"Anche io," ribatté Maria, il suo cuore palpante per il timore di quello che stava nascendo tra loro. "Non mi devi lasciare."
"Ora che ti ho trovata, non ti lascerò," le promise Mauro, e si chinò a baciarla delicatamente sul collo, trovando un punto fulcro di felicità che la fece tremare.
"Oggi è l'ultimo giorno in cui resto all'hotel," osservò Maria, con un velo di malinconia nella voce. "Rendiamolo speciale."
"È già speciale," rispose Mauro, il suo cuore colmo di gratitudine. "È stato il week-end più bello che ho passato negli ultimi anni."
E così, nella solitudine avvolgente della loro camera, dimentichi di ciò che accadeva al di fuori, Mauro e Maria si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altra, perdendosi in un vortice di passione e tenerezza. Si amarono con ardore e dovizia, perdendo i confini del tempo e dello spazio.
Ogni bacio, ogni sussurro, ogni carezza si portava via il mondo esterno, mentre esploravano il profondo legame che si stava formando. La stanza si riempì di respiri affannati e risate, il suono dei loro corpi che si univano diventava una sinfonia intima, un inno alla bellezza del momento.
Quando infine si distaccarono, entrambi sapevano che il momento era stato straordinario. La difficoltà dell’addio si disegnò nei loro volti, ma Mauro le promise con fervore: "Ti raggiungerò al più presto."
Quei momenti indimenticabili sarebbero rimasti nei loro cuori, come un ricordo prezioso, una scintilla di amore che sarebbe continuata a brillare, nonostante la distanza che inevitabilmente li avrebbe separati.

---
Due mesi dopo, Mauro ricevette una notizia terribile che gli fece gelare il sangue. Maria lo informò che suo padre aveva avuto un infarto e, purtroppo, non ce l'aveva fatta. Con il cuore pesante e il desiderio ardente di essere vicino a lei, Mauro salì in auto e guidò per cento chilometri, le strade sfumavano nel suo pensiero mentre il suo unico obiettivo era quello di abbracciarla e consolarla.
Quando finalmente la raggiunse, la trovò in lacrime, avvolta nel dolore. La strinse forte tra le braccia, e reciprocamente si consolarono nel loro abbraccio, trovando nella loro connessione la forza di affrontare quella triste realtà. Maria lo presentò a sua madre, Dolores, e la donna lo accolse con un sorriso triste ma grato, abbracciandolo calorosamente. "Apprezzo davvero il tuo gesto di essere venuto fin qui," disse con voce tremante. "So del legame che c'è tra te e mia figlia."
Il giorno del funerale il cielo sembrava piangere insieme a loro. La pioggia scendeva fitta, impastando il terreno umido mentre Mauro e Maria si sostenevano a vicenda tra la folla, occhi pieni di tristezza. Mauro si rese conto di quanto fosse importante per lui essere lì, vicino a Maria, per affrontare insieme quel momento di perdita.
Rimase con lei per un paio di giorni, condividendo il dolore e la memoria di un uomo amato. Ma alla fine, il dovere professionale lo chiamò e dovette partire. Prima di andarsene, decise di rivelare le sue intenzioni. "Sto per trasferirmi qui. Pare ci sia un posto vacante nella polizia municipale," disse Mauro con un sorriso, cercando di portare un po' di leggerezza.
"Sei un vigile?" fece Maria, sorpresa ma colpita dalla determinazione di Mauro di avvicinarsi a lei.
"Sono lo sbirro delle multe," rise Mauro, cercando di sdrammatizzare la situazione.
Maria gli prese la mano, il cuore in tumulto, e con un misto di fragilità e passione, chiese: "Prima di andartene, vuoi fare l'amore con me?" Mauro sapeva che quel momento era carico di significato; non era solo una richiesta fisica, ma un modo per infonderle amore e sicurezza. Così, si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altro, cercando conforto nell'unione dei loro corpi, promettendo silenziosamente di affrontare insieme qualsiasi tempesta.

La mattina dopo, quando la luce del giorno cominciò a filtrare tra le tende, Mauro partì. Si sentì spezzato all'idea di lasciarla, ma il suo amore rimaneva vibrante e solido come una stella nella notte.
Un mese dopo, finalmente tornò da lei, con il cuore colmo di vicinanza. La sua presenza si fece solida quando si trasferì in una depandance sopra la casa dove Maria viveva con sua madre. Ogni angolo di quella casa, ora, si sentiva abitato da una nuova energia.
"Devo darti una notizia," esclamò Maria, gli occhi luminosi e pieni di vita mentre lo abbracciava con entusiasmo.
"Anche io," rispose Mauro, inginocchiandosi con un gesto romantico e solenne, porgendole un anello scintillante. "Vuoi sposarmi?"
La sorpresa le disegnò un'espressione incredula sul volto. "Sì, sì, lo voglio!" gridò, lasciando che la gioia esplodesse mentre si gettava tra le sue braccia. Il bacio che seguirono fu dolce e travolgente, un sigillo di impegno e amore.
"Cosa volevi dirmi prima?" chiese Mauro, ancora avvolto in quel momento magico.
Maria si distaccò da lui, prendendo un respiro profondo per trovare il coraggio di rivelargli il suo segreto. "Sono incinta," disse, e quelle parole, una combinazione di sorpresa e gioia, cambiarono tutto. Il mondo si fermò per un attimo, e Mauro la guardò con incredulità e felicità.
E così, come avviene in molte storie d'amore, vissero tutti felici e contenti, con il cuore pieno di nuove speranze e sogni. La loro avventura era solo all'inizio, intrecciata con l'amore e la promessa di un futuro insieme.

---
Tre mesi dopo, Maria si trovava nel soggiorno, il pancione leggermente arrotondato che la faceva sembrare ancora più radiosa. Mentre si accarezzava la pancia, un pensiero le venne in mente. "Sai, mi chiedevo perché non abbiamo mai fatto quelle cose sporche come si vede in quel film per adulti…" disse con un sorriso malizioso, occhi scintillanti di curiosità.
Mauro, un sorriso sfacciato stampato in volto, rispose: "Possiamo sempre farlo dopo il matrimonio."
"Sul serio?" chiese Maria, incredula e divertita, non sapendo se stesse scherzando o meno.
Con un gesto giocoso, Mauro si abbassò all'orecchio di Maria e le sussurrò ciò che aveva intenzione di farle, dettagli che provocarono un brivido di sorpresa lungo la schiena di lei. Maria si finse scandalizzata e, con un cenno di disapprovazione, lo fulminò con uno sguardo divertito. "Maniaco!" esclamò, mentre entrambi scoppiavano in una risata contagiosa, il suono delle loro risate riempiva l'aria con una gioia leggera e frizzante.
"Ma seriamente," continuò Mauro, tornando a un tono più riflessivo. "Hai pensato al nome del bambino?"
Maria si appoggiò al divano, sorridendo con tenerezza. "Se è femmina, Carmen… Carmen Maria," rispose, riflettendo sul nome che tanto amava per sua figlia.
E se è maschio? Mauro le lanciò uno sguardo complice. "Mauro Alberto," aggiunse con un sorriso orgoglioso, il suo nome che si tramandava alla prossima generazione.
"Speriamo che siano gemelli," disse Mauro con un sorriso sognante.
"Oh, dai, povera me!" Maria esclamò in modo teatrale, portandosi una mano alla fronte come se la sola idea fosse già un peso insostenibile. Ma nonostante il tono scherzoso, nel fondo del suo cuore c’era una profonda emozione. L'immagine di una famiglia che cresceva insieme le scaldava l'anima.
Mauro si avvicinò e le accarezzò dolcemente il volto. "Non preoccuparti, saremo una squadra. E saremo i genitori migliori che possiamo essere. Insieme."
Maria si sentì travolta da un'ondata di amore e gratitudine. "Lo so," rispose, lasciandosi scivolare nella sicurezza della sua presenza. Con il pancione che continuava a crescere e un amore che sembrava infiniti, entrambi guardavano al futuro con speranza, sogni e una risata che risuonava come una promessa di felicità.






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2025-04-20
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