Vorrei (dedicato a C.)
di
Plinio
genere
sentimentali
Vorrei che fossimo la’, sul letto rosso di ferro battuto, con la luce bassa dell’estate ed il rumore lontano di chi gioca a tennis.
Vorrei che, come allora, mi prendessi per mano e mi facessi sedere.
Vorrei che ti aprissi la camicia da uomo che portavi per casa e scoprirti senza mutandine.
Vorrei così vedere ancora il tuo dolce seno e il tuo ventre piatto.
Allora vorrei baciarti, lingua contro lingua, leccarti le orecchie e poi il collo, il decolté’ e sfiorarti i capezzoli.
Vorrei fotografarti in mille posizioni, come non ho mai potuto fare.
Vorrei che mi accarezzassi il petto e poi, lentamente, prendessi in mano il mio pene, duro, che mi accarezzassi le palle.
Vorrei che iniziassi a leccarmi, lungo tutta la stecca e poi sulla cappella e che iniziassi a succhiarmi, strusciando le labbra appena sotto il glande.
Allora ti fotograferei ancora, mentre mi lecchi.
Vorrei che poi ci sdraiassimo sul letto, sui fianchi, in modo che io possa guardarti la vagina mentre ancora mi lecchi
Vorrei leccarmi le dita e lentamente iniziare a toccarti, a sfiorare il tuo clitoride, rosso e svettante tra i tuoi peli neri, per poi penetrarti.
Vorrei leccarti tutta.
Allora ti sentirei ansimare, sempre di più, fino a chiedermi di penetrarti.
Vorrei che allargassi le gambe, come facevi tu, e aprissi con le dita affusolate le labbra della tua fica, tanto da vederti dentro, bagnata e pronta per il mio cazzo.
Vorrei appoggiare la punta del pene appena sotto il clitoride per strusciarmi ancora un po’ e vederti dimenare per cercare, invano, di catturarmi.
Allora ti penetrerei, scivolando nei tuoi umori, piano piano e, una volta dentro, inizierei a scoparti, si’, sempre di più, ogni colpo più profondamente, fino a sentire le mie palle contro di te.
Vorrei che le tue gambe mi cingessero i fianchi, le tue mani sul mio petto, la testa un po’ reclinata all’indietro sul cuscino, i tuoi lunghi capelli neri sparsi.
Vorrei sentire la tua voce che mi dice che mi ami, sentire il tuo respiro affannoso, i tuoi gemiti.
Vorrei leccarti il seno, morderti i capezzoli, vedere il rossore delle tua pelle mentre percepisco ogni centimetro quadrato del mio pene in te, mentre sento le vene che pulsano al ritmo crescente delle tue contrazioni.
Vorrei, come allora, capire dal tuo sguardo, dai tuoi occhi neri e veloci se stai per avere l’orgasmo e regolare il mio ritmo.
Vorrei farti andare sulle stelle, volare come allora, vederti mordere le labbra e poi, all’improvviso, spalancare la bocca e trattenere il fiato.
Vorrei sentire la tua fica che mi spreme il cazzo, si’, vorrei aumentare il ritmo, ancora, ancora un po’ e venire, sentire gli impulsi incontenibili di sperma, caldo, contrarre i miei condotti per farlo uscire tutto.
Vorrei vederti e baciarti le labbra, leccarti ancora e succhiarti la lingua, per minuti e minuti, mentre le tue contrazioni diminuiscono, il mio pene si rilassa.
Allora mi piacerebbe che, come allora, lentamente mi facessi uscire e ti toccassi la fica, per prendere il mio sperma che cola e vederti leccare le dita, spargertelo sulla pancia.
Vorrei sdraiarmi al tuo fianco e sentire l’odore del nostro amore, accarezzarti lentamente i seni ed il ventre.
Vorrei ancora tutto questo, ma non è.
Vorrei che, come allora, mi prendessi per mano e mi facessi sedere.
Vorrei che ti aprissi la camicia da uomo che portavi per casa e scoprirti senza mutandine.
Vorrei così vedere ancora il tuo dolce seno e il tuo ventre piatto.
Allora vorrei baciarti, lingua contro lingua, leccarti le orecchie e poi il collo, il decolté’ e sfiorarti i capezzoli.
Vorrei fotografarti in mille posizioni, come non ho mai potuto fare.
Vorrei che mi accarezzassi il petto e poi, lentamente, prendessi in mano il mio pene, duro, che mi accarezzassi le palle.
Vorrei che iniziassi a leccarmi, lungo tutta la stecca e poi sulla cappella e che iniziassi a succhiarmi, strusciando le labbra appena sotto il glande.
Allora ti fotograferei ancora, mentre mi lecchi.
Vorrei che poi ci sdraiassimo sul letto, sui fianchi, in modo che io possa guardarti la vagina mentre ancora mi lecchi
Vorrei leccarmi le dita e lentamente iniziare a toccarti, a sfiorare il tuo clitoride, rosso e svettante tra i tuoi peli neri, per poi penetrarti.
Vorrei leccarti tutta.
Allora ti sentirei ansimare, sempre di più, fino a chiedermi di penetrarti.
Vorrei che allargassi le gambe, come facevi tu, e aprissi con le dita affusolate le labbra della tua fica, tanto da vederti dentro, bagnata e pronta per il mio cazzo.
Vorrei appoggiare la punta del pene appena sotto il clitoride per strusciarmi ancora un po’ e vederti dimenare per cercare, invano, di catturarmi.
Allora ti penetrerei, scivolando nei tuoi umori, piano piano e, una volta dentro, inizierei a scoparti, si’, sempre di più, ogni colpo più profondamente, fino a sentire le mie palle contro di te.
Vorrei che le tue gambe mi cingessero i fianchi, le tue mani sul mio petto, la testa un po’ reclinata all’indietro sul cuscino, i tuoi lunghi capelli neri sparsi.
Vorrei sentire la tua voce che mi dice che mi ami, sentire il tuo respiro affannoso, i tuoi gemiti.
Vorrei leccarti il seno, morderti i capezzoli, vedere il rossore delle tua pelle mentre percepisco ogni centimetro quadrato del mio pene in te, mentre sento le vene che pulsano al ritmo crescente delle tue contrazioni.
Vorrei, come allora, capire dal tuo sguardo, dai tuoi occhi neri e veloci se stai per avere l’orgasmo e regolare il mio ritmo.
Vorrei farti andare sulle stelle, volare come allora, vederti mordere le labbra e poi, all’improvviso, spalancare la bocca e trattenere il fiato.
Vorrei sentire la tua fica che mi spreme il cazzo, si’, vorrei aumentare il ritmo, ancora, ancora un po’ e venire, sentire gli impulsi incontenibili di sperma, caldo, contrarre i miei condotti per farlo uscire tutto.
Vorrei vederti e baciarti le labbra, leccarti ancora e succhiarti la lingua, per minuti e minuti, mentre le tue contrazioni diminuiscono, il mio pene si rilassa.
Allora mi piacerebbe che, come allora, lentamente mi facessi uscire e ti toccassi la fica, per prendere il mio sperma che cola e vederti leccare le dita, spargertelo sulla pancia.
Vorrei sdraiarmi al tuo fianco e sentire l’odore del nostro amore, accarezzarti lentamente i seni ed il ventre.
Vorrei ancora tutto questo, ma non è.
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