Scopare in alta quota

di
genere
etero

Era quasi una settimana che era iniziato il viaggio, in Mustang, un regione del nord del Nepal.
Si cammina in quota raggiungendo piccoli villaggi incastonati tra montagne imponenti e panorami senza fine.
La compagnia, guide e portatori a parte, era di tre sole donne conosciute solamente alla riunione preparatoria del viaggio e poi riviste all'aeroporto.
No, nessuna era carina, nessuna. Nessuna strana idea in testa.
Il viaggio non ebbe alcun intoppo, la compagnia era buona.
La prima notte si pose il problema di come dividerci le camere: per questioni di costo il tour operator aveva orgnizzato il viaggio con camere da due, le singole di fatto non esistono.
Una di loro si fece avanti per dormire con me, era la piu' intelligente, ma non la meno peggio esteticamente a dire il vero.
Ma era, appunto, molto intelligente, si parlava di molte cose con lei. Entrambi avevamo viaggiato molto ed avevamo ben chiaro come gestire la situazione.
Eravamo riservati, senza nessun tipo di equivoco.
Sino ad una sera. Quel giorno avevamo camminato molto ma non fu faticoso. Il villaggetto dove ci eravamo fermati era molto carino e nella locanda mangiammo bene.
Quella sera bevve birra anche lei, di solito prendeva te assieme alle altre.
Ridemmo tutti molto dei nostri aneddoti di viaggio e ci prendemmo in giro sul nostro inglese. Lucia (il nome della mia compagna di stanza) sembrava ancora molto energica a differenza delle altre sere e quando le altre due decisero di salire in camera lei resto' e rimanemmo soli al tavolo.
Sebbene il locale non fosse molto caldo, lei si slacciò un po' il pile ed io intravidi un reggiseno di pizzo bianco.
Pizzo? Qui? In questo viaggio? Una come lei si mette intimo col pizzo e per di piu' bianco?
Mah, le donne sono sempre una sopresa, pensai.
Nello stesso istante si scosto' per avvicinarsi. Io bevvi un sorso di birra e gliene versai un po' nel suo bicchiere. Senza dire nulla, lo svuoto' subito e, posato il bicchiere, mi tocco' la mano. Non avrei mai pensato di scoprirti cosi' ironico ed intelligente mi disse.
Beh, non suonava del tutto come un complimento ma non dissi nulla.
Ti confesso che sei un uomo molto bello, ma quando ti vidi alla riunione e poi all'aeroporto pensai che fossi uno stronzo. Invece in questi giorni mi sono ricreduta e mi piaci molto come persona e...la interruppi dicendole che anche a me piaveva molto la sua compagnia ma che a differenza sua io non l'avevo pensata come una stronza! Rise. Le misi una mano sulla gamba.
Lei si avvicino' ancora di piu' e la mia mano scivolo' in mezzo alle sue gambe. Non feci davvero apposta, ma accadde e lei non fece nulla, anzi, le allargo' sotto il tavolo.
Sentii il calore sotto i pantaloni e mi immaginai anche gli slip col pizzo. Lei era abbastanza ben fatta, alta, tutto sommato un bel culetto ma con pochissimo seno (cosa che per altro a me piace, ma qui si rasentava la piattezza!).
Il mio cazzo comincio' a gonfiarsi sotto la tuta.
Mi voltai e lei si avvicino'posando la bocca sull'orecchio, mi diede un piccolo morso, sentii la lingua calda.
Saliamo? le dissi.
Si, rispose lei senza un minimo indugio.
Salimmo le scale con ostentata lentezza, fingendo la normalita' dei giorni appena trascorsi, ma era chiaro ad entrambi che quella sera era diversa.
Entrammo in stanza, ma nessuno dei due accese la luce fioca del soffitto. Dalla finestra entrava una leggera luce da un piccolo magazzino che era di fronte al piano strada, ancora aperto nonostante l'ora tarda.
Quella debole luce ci dava coraggio?
Ci avvicinammo, ci abbracciamo e ci baciammo senza dire nulla.
Le lingue si rincorrevano, sembrava che ci conoscessimo da sempre.
Le mie mani andarono sotto il pile e poi scesi sul culo.
Lei mi cerco' subito il pene sotto la tuta, ma era facile trovarlo, era li' duro che aspettava solo di essere mangiato. Poi non avevo neppure le mutande.
Si chino', mi calo' la tuta ed il cazzo svetto verso' di lei.
Lo mise in bocca senza aiutarsi con le mani che invece mi presero le chiappe. Gemetti mentre mi succhiava e lavorava la cappella, era brava. Poi quasi se lo mise tutto in bocca. Stavo percependo lo sperma che pericolosamente saliva dalle palle, piene da giorni di astinenza dalle mie seghe quotidiane. Come si faceva in quelle condizioni a masturbarsi?
No, non volevo venire, volevo scopare, volevo far durare quel gioco inaspettato.
Mi liberai dolcemente e ci coricammo sul letto.
La feci sdraiare, lei butto' via le scarpe e le sfilai i pantaloni. Si', le mutandine col pizzo erano bellissime, alla brasiliana.
Pensai al suo culetto. La feci girare e nello sfilargliele le leccai le natiche e poi passai la lingua lungo la fessura del culo. Pensai di essere stato ardito ma lei invece si allargo' le natiche con le mani. Allora insistetti sul buco del culo e poi scesi sulla fica, fradicia. No, non conoscevo assolutamente Lucia, mai me la sarei aspettata cosi'... aperta! Le infilai la lingua nella labbra, il profumo di fica mi inebriava, mi mancava da molto tempo. Mi fermai, lei si tolse il pile e mi allargo le gambe. Quel segno mi diede il via libera per penetrarla, cosa che feci lentamente ma deciso.
Lei gemette e poi chiuse le gambe dietro la mia schiena. Restammo fermi per un po', ci baciammo. Ripresi a muovermi quando mi resi conto che non avevo il preservativo. Lucia, siamo matti non abbiamo...lei mi interruppe, Continua cosi', non fare lo stronzo.
Sorrisi, e ricominciai. Andavo deciso, affondavo il pene in lei, lei mi apriva le gambe ancora di piu', quasi volesse che la spaccassi in due, spingevo forte.
Mi resi conto che stavo per venire, uscii e lei, capendo tutto, con un balzo da gatta venne verso di me prendendo il cazzo in bocca. Inizio' a spompinare veloce e in poco tempo urlai Vengo! Lei non si stacco', la mia cappella esplose, lo sperma le fluiva in bocca, lei ingoiava e io la scopavo cosi'. Quando finii lei mi guardo' soddisfatta e mi disse che no, non ero uno stronzo, ma un gran figo!
Si sdraio ' e mi disse perentorimente: Leccami e fammi venire, che sto impazzendo.
Ubbidii immediatamente e presi a leccarla tutta, leccavo, leccavo mentre con le mani cercavo al buio i suoi capezzoli sotto il reggiseno. Ma gia' se li stava stringendo lei, cosi' con una mano mi toccai. Avevo ancora il cazzo discretamente rigido, non duro ovviamente, ma osai. Smisi di leccarla, appoggiai il pene e la penetrai di nuovo. Era cosi' spalancata e fradicia che fu comunque facilissimo. E ripresi a scopare, prima lento, poi veloce, poi uscivo e mi strusciavo la cappella sul clitoride, poi di nuovo dentro. Lei si toccava, si mordeva le dita e poi me le metteva in bocca, poi si mise un dito in culo (Uno? Due?) e lo sentii da dentro la fica.
Sinche' sentii la vagina che iniziava a contrarsi ed ancora stringere.
Io non smettevo di muovermi anche perchè percepivo che forse sarei potuto venire di nuovo, non mancava tanto.
Lei venne, un gemito lunghissimo, mi strinse il cazzo come neppure io faccio quando mi sego.
Continuai e venni di nuovo, dentro di lei, che continuava a guardarmi persa nel piacere con la bocca spalancata.
Mi fermai un attimo. Quella poca luce mi basto' per vedere le sue labbra, quelle della fica, gonfie di sangue, il letto fradicio dei suoi umori e del mio sperma.
Uscii da lei e mi avvicinai.
Solo allora mi resi conto che aveva due occhi verdi stupendi.
Le morsi un capezzolo e mi sdraiai sfinito accanto a lei.
Lei mi prese il cazzo in mano e mi disse: Domani sera si replica stronzo.
Scopammo per altre sei sere.
Ora siamo amici e ci mandiamo gli auguri di Natale.
di
scritto il
2025-01-12
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