Samuel dall'istituto a ... Cap.: V Prima verifica

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genere
prime esperienze

Cap.: V
Prima verifica



“Uhhhmmmmmmmmmm, … ahhhhhhhggghhh, … nndhhhhhhhhhhhttttttt!” Si agitava; scalciava; tremava e si contorceva; si inarcava distanziando gli arti inferiori per concedere e dare il suo sederino a dita o ad altro; succhiava gemendo, mentre le sue mani artigliavano il lenzuolo su cui era steso; manifestava godimento anche se salivava, sbavando copiosamente. Svegliatosi di soprassalto, perplesso per i rivoli schiumosi sgorganti dalla sua bocca che gli rigavano il volto e per un caldo sconosciuto, proveniente dal pube, che scendeva sul culetto e sul dorso, dandogli impressione di farsi la pipì addosso. Turbato, preso da paure, fece appena in tempo a coprirsi, estendendo il copriletto asciutto, per nascondere l’inconveniente successogli, quando si accesero le luci della sveglia.
Non si mosse.
“Samuel … non stai bene? Hai rimesso. Che cos’hai?” Di lì a poco in tutta la camerata si parlava del suo malessere, facendo poco dopo accorrere il Professor Alberto accompagnato dall’assistente notturno del dormitorio.
Affranto, angosciato, riverso con le ginocchia flesse e copriletto stirato sino al collo per ostacolare, all’umido trattenuto dalle lenzuola e dalla biancheria notturna, l’osmosi, in modo che nessuno comprendesse ciò che gli era successo.
“Samuel … che ti succede? … Hai bisogno del medico?” Il Professor Alberto aveva compreso cosa era avvenuto, per cui fatta una carezza al ragazzino, fece andare via l’assistente per trattenersi un po’ da solo con il giovinetto.
“Non affliggerti, stai tranquillo. Sono fenomeni che possono accadere in certi periodi della vita; comunque provvederò io stesso a farti sostituire le lenzuola e il pagliericcio. Dopo, quando saranno tutti andati in cappella, ti alzerai e dopo aver fatto una veloce doccia e avermi dato la biancheria intrisa della tua pipì, raggiungerai i tuoi compagni direttamente nel refettorio per la colazione. Mi descriverai, quando ci ritroveremo per lo studio, il sogno, causa della tua enuresi notturna.”
Le verifiche scolastiche consegnarono giudizi positivi, non solo per i test o per le domande, ma anche per una ritrovata attenzione e una sua maggior partecipazione alle lezioni; comunque, la classe ritrovò il ragazzo aperto, garbato e comunicativo, che per cause note a pochi, da un po’ di tempo, si era smarrito.
“Entra … e mentre tu fai i compiti e rivedi gli argomenti analizzati in mattinata, io correggo e arricchisco i tuoi resoconti, poi mi descriverai il sogno…” Si salutarono, abbracciandosi stretti come persone, anzi come amanti che non si vedono da tempo. Le loro lingue si intrecciavano o si scontravano in una cavità o nell’altra, lasciando nel percorso scie di bave. Ogni angolo dei loro visi era lambito, sbaciucchiato, sfiorato; mentre le mani di entrambi correvano ad afferrare, stringere, toccare quello che le loro menti bramavano di vedere per goderne. Senza ansia, ma con brama.
“Su, … su! Diamoci da fare, sfamiamo e dissetiamo, prima, il nostro intelletto, … la nostra mente e poi riprenderemo il percorso che ti condurrà alla Porta della Conoscenza.”
Samuel fece i compiti, approfondì e sviscerò gli argomenti della mattinata, stese un resoconto con pensieri, turbamenti e desideri dell’incontro con Alberto del giorno prima, lesse impossessandosi intellettivamente delle correzioni e degli arricchimenti alle sue relazioni, e poi, su invito muto dell’adulto, sedutosi a fianco e appoggiatosi a lui …
“Percorrevo a passo spedito, a volte saltavo per la gioia che era dentro di me, manifestandola anche con guizzi e allungamenti ondulatori, come danza, sul sentiero che dalla casa-vacanze dell’Istituto a Gressoney porta al prato sovrastante. Quella mulattiera, che anche lei conosce, ad un certo punto attraversa uno scoscendimento, ricco d’acqua e di vegetazione, per cui scende per risalire. Ero felice, … tanto, … per avere un amico, che mi voleva bene, che si curava e si preoccupava di me anche con insegnamenti che non avrei trovato su libri o avuto da altri. Non stavo attento a dove mettevo i piedi: ero spensierato, giubilante per quello che stavo vivendo. Indossavo un abbigliamento che evidenziava la mia gioia, la mia vivacità, la mia euforia. Subito non mi resi di quello che avvenne per il forte trauma subito e non ricordo se svenni; so solo che ad un certo punto mi sentii trainare in una pozza acquitrinosa, dove grandi foglie di erbacce acquatiche, simili a mani, mi stringevano e legavano per gli arti a dei ceppi affioranti dal fango. Acqua, fango, limacce, vampiri, larve e sopra di me, vicino ai tronchi, svettavano spighe di tifa. Pizzichi, punture, morsi; risveglio, stupore, smarrimento; quel mondo paludoso mi stava inghiottendo per dar modo alla sua vita brulicante di pascersi della mia carne. Dove la pelle era coperta da tessuti leggeri, insetti rodevano e tagliavano. Ero sotto un attacco incessante di punture e solletico, di dolore e piacere. Mi ritrovai in breve senza maglia con bestioline che mordevano senza dar dolore, ma piacere; tanto che io stesso mi offrivo a loro, le cercavo incoraggiandole, incitandole a saziarsi. Tenevo ancora i pantaloncini attillati e stretti, che quel mondo non riusciva a sminuzzare e togliere. Quelle bestiole, dopo il loro pungere ed aspirare, ricoprivano i segni rossastri, che cagionavano pruriti, di unguenti bianchi-perlacei regalandomi strane, inspiegabili, straordinarie emozioni. Vivevo in una semi-estasi incessante. Mi lamentavo, gemevo e, là, sotto, colava, fluiva una piacevole, deliziosa vischiosità. Li volevo anche sull’inguine, fra le gambe e sul forellino della defecazione, ma … niente, anche quando le tife, dopo averle trattenute e studiate anche con le mani, si chinarono per lasciarmi la loro lanuggine bianca-giallina in bocca, trasformatasi a contatto della sensuale umidità e per i movimenti della lingua in crema calda, spumosa, densa; mentre sopra il mio inguine o fra le gambe, le foglie-mani che mi bloccavano, tramutatesi in corpulenti, duri salsicciotti somiglianti a membri di notevoli dimensioni, strisciando, scivolando, picchiando, battendo e colpendo il tessuto che velava l’anello pulsante per romperlo e forarlo, dallo sfinimento abbandonarono le loro untuosità, coprendomi dal torace in giù di melme calde e dense, terribilmente impudiche e lascive. Da sotto i tessuti avvertii un grande, stupendo, meraviglioso calore che andava ad estendersi, a diffondersi sull’addome, a perdersi sui fianchi e sull’inguine, mentre tra i glutei, sembrava una vellutata che si stendeva anche sulle natiche. Era un’emozione terribilmente grandiosa, straordinaria, tanto che da spontaneo, buono e docile, accolsi in gola una tifa, putrida e mefitica per essere stata calpestata e pigiata per molto tempo nel fango, che mi portò a vomitare. Professore, …”
“Sino alla fine dell’anno scolastico i tuoi fine settimana li vivrai con me in Istituto. La tua vacanza settimanale, visto che i tuoi compagni la faranno in famiglia, tu la passerai in palestra o con me. In questa domenica pomeriggio, ti verrà a conoscere un mio collega, che sosterrà la tua candidatura ad allievo-copertina in collegio docenti. Ti conoscerà con il completino bianco, che ti ho procurato. Ho compreso il tuo sogno, ma ora impegnati tra anelli, parallele, corde e cavallina a sbigottire, stupire questo educatore, che sarà anche uno di quelli che ti proporrà per il premio-studio di fine anno. Gratifica, che ti sarà consegnata dopo lo spettacolo, in cui ti esibirai e di cui sei al corrente. Dammi motivo di orgoglio per averti fatto riprendere nei risultati scolastici e nell’apprendimento già dalle ore scolastiche.”
“Lei mi segua con la musica ed io sarò tutti i tardi pomeriggi sugli strumenti che conosciamo.”
“No: da dopo pranzo a sera tardi di ogni giorno, tu ti eserciterai, mantenendo il ritmo indicato, sino a fine anno scolastico, escluso il giorno festivo che vivrai con me per le esperienze, di cui sei a conoscenza, necessarie alla tua formazione. Per progredire nello studio deve esserti sufficiente solo l’orario del mattino, altrimenti saluta il percorso iniziato e il riconoscimento.”
“Con lei al mio fianco ci riuscirò e farò tutte le prove, ritenute idonee e indicate a farmi avanzare nell’iniziazione e il premio sarà nostro. Dico nostro, perché sarà per merito suo che lo avrò.”
“Grazie cucciolo! Questo pensiero è di un’anima meravigliosa, ma ora, piccolo, hai una visita medica in infermeria. Mi guardi interrogante, perplesso? La notte scorsa hai avuto dei problemi, per cui parlando con il sanitario si è convenuto di farti vedere per eventuali prescrizioni, onde evitare problemi di cambi e di dicerie.”
“Oh, come posso ringraziarla delle premure e dei pensieri!” ... e con occhi umidi, voltosi verso l’adulto, lo cinse con un braccio al collo e addossatosi eccitato, con l’altra mano su …
“Il medico ci sta attendendo!”
… ma quell’angelo-canaglia, di fine intelligenza e furbizia, preso dal desiderio di dar piacere, spinto da forte nascente libidine, trovata l’apertura del recinto della bestia, scardinata e vinta la resistenza dell’amico, fissandolo rapito ed emozionato, si inginocchiò fra le sue cosce e presogli il pene, glielo estrasse soffiando prima sul glande umido e rubizzo e poi … leccò e ingoiò. Fece due o tre movimenti in su e giù con la testa, poi indietreggiò per osservare l’arcano dei misteri, espandersi ed indurirsi. Lo riprese con le mani, lo frullò un po’ con energia e poi … non solo: le sue mani si spostavano energicamente anche dal basso verso l’alto e viceversa, come nel movimento ancestrale della mungitura. Mungeva e frullava, rimestava e spremeva; succhiava e leccava, ungeva ed estraeva. Provocò un sussulto, leccò ancora sino a sentire l’uomo ansimare e fremere. Accelerò il ritmo, gemiti, sussulti, assensi sempre più rumorosi e prolungati, poi ... Alberto bloccatolo, inarcò la schiena e con un urlo deciso, gli venne in gola. Samuel assaporò e ingerì con l’estasi impressa nel volto. Dopo, felice e raggiante, si rialzò per offrire le sue labbra al maestro per un casto bacio. Non aveva chiesto nulla, aveva dato, provando il leggero, dolce piacere di dar appagamento: stava crescendo.
scritto il
2024-12-25
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