Samuel dall'istituto a ... Cap.: X Primo giorno in fattoria: B - Non c’era sosta alla formazione

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orge

Cap.: X
Primo giorno in fattoria:
B - Non c’era sosta alla formazione

“Su … su, avanti!” I comandi erano continui e decisi. “Dino e Alfeo, procedete: fate e insegnategli a far colazione alla fonte. Andate dalla -Mora-, che è la più tranquilla. Bloccatela ai tramezzi con le pinze e poi, uno per capezzolo, mungetela succhiandole il latte come vi è stato insegnato. Tu Samu, piccola troietta, … a gattoni per meglio osservare, … esibendoci così … l’agile, caldo orifizio e al tuo turno, postati, come loro, per spillare il bianco caldo succo! Mi creda dottor Fabrizio, questo metodo è straordinario per imparare a fare un pompino. Andiamo!” Tutti gli animali erano in piedi con il muso nella mangiatoia. La lettiera era parzialmente sistemata. I ragazzi, come da istruzioni, avevano tolto e asportato precedentemente lo strame zuppo di escrementi e riportato tra gli arti posteriori la paglia pulita che si trovava vicina alla greppia; per cui in questa fase avrebbero posato, per spremere e succhiare, i loro glutei su un giaciglio di stoppie sbriciolate e non sulla pietra umida di trina. Con la collaborazione di Giovanni gli arti della vacca erano stati immobilizzati, pertanto i quattro, che a turno avrebbero spillato il latte dai capezzoli della bestia, erano al riparo da eventuali pestoni della mucca.
“Miri, Dottor Fabrizio, come Dino si è disposto sotto la mammella della vacca per farsi entrare il capezzolo in bocca senza toccarlo con le mani, mentre Alfeo glielo prepara ungendolo ben bene con latte per aprirgli il dotto e dopo, scostategli le gambe, andrà a penetrarlo con un dito. Questo metodo è stato predisposto e vagliato da mia moglie vacca e puttana. Come avrà osservato: il ragazzo apre la bocca e strizza, utilizzando le labbra per chiudere il dotto mammario, lingua e palato per spremere ed estrarre il liquido. Questo procedimento di mungitura fallirebbe se il fisico del ragazzo, penetrato dal dito, non ricevesse dei forti, energici colpi all’ano, aventi lo scopo di fargli sbattere la nuca sulla mammella. Licia, femmina e tanto vacca, sa che per spremere un liquido da un contenitore si deve usare la violenza. Un vitellino dà testate per avere una migliore suzione con un getto forte e abbondante. Dovendo apprendere l’arte della fellatio senza aiuto delle mani, questo è un metodo eccezionale.”
“Seduce e stimola vedere simile spettacolo e cresce il desiderio di fotterli. Sono senza parole, Signor Giovanni. Mai avrei pensato che in codesta casa si vivesse il sesso senza barriere tra vecchi, adulti e ragazzetti, tra maschi e femmine, tra genitori, figli e con bizzarrie. Ho notato che è la stessa madre ad iniziare, a spingere la prole fra le sue braccia. È straordinario tutto questo. Sa, signor Giovanni, quanti problemi in meno ci sarebbero se l’educazione sessuale fosse effettivamente affidata alla famiglia, se le madri fossero più troie e i padri più lupi. Noto che questi ragazzi non hanno problemi a mostrarsi, a far vedere le loro aree erogene, a concedersi e ad essere condivisi, ispezionati, testati, dominati, goduti. Signor Giovanni, signora Licia, l’età per un rapporto è stabilito dalla legge, ma chi l’ha stesa non aveva considerato e studiato le leggi della natura e lo sviluppo fisico dei ragazzi: devo dire che quella legge è stata stilata sotto legami religiosi, i quali hanno contribuito alla nascita della fissazione alla verginità. I vostri figli sono solari, allegri, spontanei, semplici; non hanno posto problemi alla richiesta di far da maestri a Samuel, anzi con entusiasmo hanno accettato l’incombenza. Credetemi: il porsi, il vivere come loro: questi sono valori di innocenza, di candore e virtù e non la verginità sino al matrimonio. Una persona che sin dall’infanzia viene educata ad osservare, a vivere da spettatore certi momenti della famiglia e successivamente partecipandovi, impara ad utilizzare con maestria mani e lingua; in questo modo conoscerà e distinguerà i profumi di un fisico, i suoi sapori e le vibrazioni che conducono al piacere: questo significa tenere unito un rapporto, mentre chi soggiace alle direttive o alla morale, interessata e calcolatrice, delle religioni, facilmente, a causa delle falsità che gli sono state inculcate, vivrà la famiglia e la copula come un peso o meglio come un dovere. Voi amici avete fondato, creato una scuola per insegnare ai giovani a conoscersi addestrandoli a comprendere il desiderio, alla lussuria, alla carnalità, al godimento tramite la prostituzione e l’incesto. A questi ragazzi avete parlato del piacere narcisistico, come del farsi vedere e del farsi conoscere, padroneggiare, vessare, del subire e del soggiacere, come della sodomia e dell’essere presi per il piacere altrui. State insegnando che per convivere con una persona si deve essere lussuriosi, lascivi, dissoluti, impudichi. Ohhh …, ma ora, dopo quello che ho visto e vedo, ho bisogno di scaricare, di ammosciare, di togliere il dolore sfibrante al mio testimone. Rosetta …”
“No Dottore! Versi nelle mani di Giovanni il suo seme e goda dello spettacolo imminente. Mio marito pulirà, ungerà e ingrasserà il capezzolo riservato alla Rosetta con il suo sperma e poi … Dino ed Alfeo hanno terminato a suggere e ora è la volta di questa di mostrarsi puttana. Quella non teme la mano del padre e il servizio che riceverà: è tutta elettrizzata, eccitata, … felice per quello che proverà. Le osservi la vagina come brilla e trasuda. Le dirò in confidenza, Dottore, che i ragazzi apprezzano molto e amano il servizio di disinfezione, di mungitura e di spurgo. Di codesta prestazione, dell’asservimento e della deferenza per l’autorità, gliene parlerò più tardi per non distrarla dalla visione che ci offrirà la piccola. Quando si principia a mungere una bestia, spesso i capezzoli li troviamo unti di sterco; allora con un po’ di acqua tepida li laviamo, per ungerli dopo con un po’ di saliva e con le prime gocce di latte che riusciamo a far sgorgare. Oggi la mammella della vacca era pulita, per cui i ragazzi hanno utilizzato la saliva e il primo latte per non irritare il capezzolo. Con Rosy, Giovanni userà lo sperma che Lei, dottor Fabrizio, gli ha versato nelle mani, abbandonandone generose tracce. Contempli come la piccola, attratta dal profumo della sborra, si faccia ungere spostando e ruotando la testa sotto quella punta grassa, sgocciolante, … e, come con la lingua morbida, bagnata, rovente, lecchi, assaggi, asporti e torturi quel brandello di carne gonfia, nuda, bramosa di essere strizzata, succhiata, violentata, svuotata. Ha l’addome contratto, teso come se stesse attendendo qualcosa, … è …; la mano destra di mio marito la sta toccando, … preme, pressa, dilata, … con l’indice nell’ano stretto e il pollice tra i liquidi della radiosa, schiumante, fremente vulva. Non ha ancora quel ciondolo fra le labbra, … sembra che voglia assaporare, gustare bene quella crema, … le essenze che lo rivestono. Ha percepito di cosa si tratta per cui si attarda per pulire perfettamente e con piacere il succhiotto. Ora!” … e un feroce, duro botto le fece sbattere la testa sulla mammella. Aveva iniziato a mungere e a deglutire la calda bevanda. Ingurgitava, scolava, spillava. Minuscoli rivoli bianchi comparivano dalle sue labbra per perdersi giù per il collo. Sussultava, godeva e … forse orgasmava, per la mano che pizzicava, spingeva, dilatava, tamburellava, colpiva, percuoteva. Piccola, bella, con un corpicino armonioso dalle forme perfette, con delle tettine appena pronunciate e una passerina gonfia e luccicante da pochissimo ornata da un rado vello ombrato, attirava le attenzioni e la concupiscenza di chi aveva la possibilità di incontrarla.
“Ahhhhhff … è stato bellissimo, papà!” e, rialzatasi, abbracciò e baciò suo padre prima e poi sua madre. “Era da tanto che non rifacevo questa esperienza! Ci voleva il suo arrivo -indicando-. Grazie dottore per averlo portato.” E anche al sanitario fece conoscere il suo entusiasmo e la sua innata, spontanea riconoscenza, che la rendeva più raggiante e splendida.
“Dottore, quella appartiene alla famiglia; invece, di fantasticare, si concentri e miri come prepara, predispone e sistema il ragazzo, semisdraiato sui gomiti e con mani sul selciato. Gli parla all’orecchio: non so cosa gli stia dicendo, ma noto che Samuele, sorridendole, le fa cenno di allontanarsi. … e quello mi vuole: chiede che mi avvicini e contemporaneamente, senza esternare pudore, distanzia le ginocchia per mostrarmi la rosata, palpitante corolla anale. Immagino cosa le ha detto quella puttanella: che per la suzione sarò la sua insegnante. Dino ed Alfeo preparate il resto della sua collazione, poiché questa non gli sarà sufficiente per arrivare a sera.”
“Va bene, mamma!”
“… e tu, bramoso di essere femmina, puttana e troia, apri quella bocca ed imbocca il tondo, florido ciondolo. Strizzalo, allungalo, svuotalo, bevi quello che di dona e riapri le labbra per lasciar scendere dalla grassa, paffuta, carnosa mammella altro caldo liquido. Usa la lingua per adulare ed invogliare a scorrere. Veloce … e cerca di apprendere in fretta a succhiare e pompare. Il tuo culo è caldo e molto stretto: necessita di essere allargato, sturato, farcito, violentato, stuprato, picchiato.”
“Ahhhhhhhhhh!”
“Non ho detto di gridare, ma di succhiare, ciucciare! Alfeo, questa vogliosa puttanella deve impratichirsi nei giochi con le bestie: su fagli conoscere il latte salato. Puttana bevi, veloce, … veloce e non muovere le mani!” I colpi erano continui e molto forti. Attorno al dito scivolavano sostanze gelatinose paglierine. Mordeva, succhiava, beveva, leccava quel succulento, morbido, caldo, bagnato capezzolo, … gustava ogni brandello di quella ciccia pendula, grassa, unta, anche se respirava a fatica, emettendo suoni di piacere, soffocati come da tromba turata; si inarcava inspirando per il dito profanatore, mentre dalle sue labbra luccicanti fluivano schiume, sino a che l'inesorabile formicolio del godimento si fece onda travolgente, che gli si franse sull’addome con spruzzi convulsi e spasmodici. Ultimo colpo, ultimo ingoio, carne moscia.
“Vieni piccola sgualdrina e prossima battona! È pronta la sbobba di siero, polenta e mangime complementare da svezzamento. In questa sbroda, caro il nostro medico, ci sono tutti gli elementi nutrizionali, altamente digeribili, di cui necessita. Abbinando alla dieta, esercizi fisici e farmaci, avremo un sederino più aperto, roseo, sano e ipersensibile ai tocchi. Alfeo aggiungi un po’ di sale! Dottore, … ora deve aspirare ed ingurgitare con due dita in bocca che lo trattengono o si muovono a scatti, mentre l’altra mano sarà utilizzata per spingergli la testa nel pastone o sul culo, già oliato, per postarlo meglio. Su, troia, impara a mangiare stringendo le dita che bramano di conoscere e di far lavorare la tua bocca. Dottore mi dia le medicine che deve prendere!”
“Le ha già prese prima di partire!”
“Che problemi ci sono. Ha preso il latte, per cui …”
“… e il siero?”
“Tutti i vitellini da svezzare hanno spesso le guance rigate, le quali in breve tempo si faranno rosate, sode e polpose, … che al vederle ci prende l’istinto di mordere, strapazzarle, mangiarle!” Imprecando, maledicendo gli inetti, ingiunse al giovane iniziato di inginocchiarsi e di chinarsi sulla ciottola del pastone.
“Come …?”
“Dino, questo cibo è troppo denso da aspirare!” … e mentre il figlio allungava quella sbroda con il piscio, lei con la destra prima rimestò l’intruglio e poi, abbrancato senza rispetto l’individuo, introdottogli in bocca due dita, con la sinistra gli spinse il volto nei liquidi schiumosi.
“Bevi, mangia, ingurgita, … che questa ti fa bene, … ti fa bello! I vitelli per svezzarli si costringono nel secchio con due dita in bocca. Tira su, … lappa, spazzola, lucida. Dai troia, che devi imparare a succhiare. Muovi quella lingua! Asporta e pulisci! Muoviti cagna!” Con delle dita nel culo che lo illanguidivano, la sua bocca governata, aspirava, recuperava, perdeva e tornava a riprendere, succhiava e ingeriva quella mistura di farine, mangime per vitelli, siero e urine, senza porre resistenze, spinto dal languore anale; inoltre, incalzato e pungolato da imposizioni, schiacciato e pressato con il culo in alto e ginocchia distanziate, si mise a sgrassare, pulire il fondo della tazza come fanno i cani, a fine pasto.
“Samuel o, meglio, Samu, finché rimarrai in questa casa, studierai sulla carne fresca; ti eserciterai per conoscere tempi e modi di dar piacere; i tuoi buchi si devono allenare ad essere, a diventare il tinello prediletto della lussuria di chi ti vuole godere. Ti addestrerai a ricevere, ad alloggiare, a sentire desideri e pulsioni, imparando a soddisfarli. Questa casa, per il periodo che sarai nostro ospite, sarà la tua nuova palestra, diversa dall’altra e avrai per obbiettivo lo sviluppo della tua inclinazione sessuale. Conoscerai nuovi libri, nuovi strumenti, aventi per fine il condurti alla venerazione del fallo. Da quando hai accettato di diventare e di studiare da troia con mio cognato nella sala da ginnastica, questo luogo è la lavagna, l’altare, il tempio delle tue aspirazioni. Dino, Alfeo … procedete con il prosieguo del programma di sottomissione, di umiltà, di rispetto e di consacrazione al fallo che conoscete per le esperienze, alle quali siete stati testimoni recentemente o, ancora prima, fatte da voi, mentre mi assento un attimo per rifinire in modo più audace gli shorts che si è portato appresso. Più tardi, se farai bene, avrai per premio i succhi di mio marito. Giovanni, assistili e avvia l’igiene!”
I due fratelli trattenuto Samuele nella stessa postura, tenuta per lappare la teglia, invitarono l’adorata sorellina a controllare, toccare, palpeggiare, a penetrare ed ispezionare con le dita quell’anello sfinterico, tanto bramoso di essere conosciuto e usato.

scritto il
2025-01-12
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