La fidanzata e la psicologa: tra realtà e fantasia
di
Dave88
genere
prime esperienze
È il mio primo racconto, basato su mie esperienze reali per quel che riguarda la pare sulla fidanzata, non troppo per quel che concerne la parte sulla psicologa (solo vagamente realistica). Spero vi piaccia questa prima parte, deciderò poi se continuare o meno questa agrodolce storia. I feedback sono più che graditi.
Finalmente mi sono convinto a rivolgermi ad una psicologa. Trovo online il suo indirizzo mail con una breve presentazione e decido di mandarle un messaggio per chiedere appuntamento. Qualche giorno dopo sono nel suo ufficio, leggermente a disagio e non del tutto certo che andare sia stata la mossa giusta. Noto che è molto dolce e amichevole, carina ma non una bellezza irraggiungibile: magra, mora e sorridente.
Inizio a raccontarle del mio disagio, della mia insicurezza… è tanto che non ho una ragazza e gli ultimi esami universitari non stanno andando affatto bene, sembra che il mondo mi crolli addosso ed ho bisogno di risollevarmi.
Lei mi ascolta, noto con sorpresa che non prende appunti… forse me la immaginavo con un block notes, occhiali sexy e gonnellina mentre io parlo sdraiato sul divano? Nulla di tutto ciò, ma appena inizia a parlare mi rendo conto che ci sa fare. Mi tranquillizza, mi dice che un ragazzo alto, attraente e moro non avrà certo problemi con le ragazze, è solo un periodo di difficoltà e insicurezza dovuto a tante cose che si sommano. È vero, non sono affatto brutto, ho il fisico di un nuotatore ma la mente offuscata dai dubbi su me stesso. Mi consiglia di provare a scaricare qualche app di incontri e chattare con qualche ragazza, magari mi sbloccherò.
Inizialmente non lo voglio fare, mi sembra l’ultima speranza per un vero disperato, ma man mano che le sedute continuano mi trovo sempre più spesso a fantasticare su Agata, la mia psicologa. Arrivo addirittura a sognarla in intimo e mi eccita da morire. Decido con titubanza di condividere con lei il mio sogno, mi immagino imbarazzo ma in realtà lei sorride e mi dice che è normale, anzi la cosa la lusinga ma se dovesse continuare dovremmo mettere in pausa le sessioni di terapia. Mentre mi parla arrossisce ed io pure… un’erezione sempre più evidente si intuisce attraverso i miei pantaloni. Faccio di tutto per nasconderla mentre decido che non posso permettermi ulteriori imbarazzi, è il momento di scaricare quella app.
Devo ammettere sin da subito che ho qualche successo, ma che si conclude per lo più in scambi di foto esplicite e masturbazioni reciproche, ci prendo gusto ma sempre cercando di mantenere uno stile rispettoso ed elegante. Una sera mi trovo davanti alle foto di una ragazza alta e mora, un sorriso stupendo ed occhi nocciola, ha un fisico slanciato con gambe lunghe e un culetto apparentemente meraviglioso. La approccio in maniera gentile e sin dall’inizio c’è sintonia. Una parte di me vorrebbe vederla, scoparla appena possibile e poi vedere cosa succede, ma lei è difficile da leggere: vuole questo oppure una relazione più seria? Mi manda messaggi contradditori e io sono sempre più eccitato e voglioso di incontrarla.
Il primo appuntamento è magnifico, una colazione semplice ma in cui ci parliamo per ore. Giorgia è bellissima e piena di vita, mi racconta della sua famiglia molto cattolica e mi rendo conto che abbiamo un background davvero simile. Mi fa intuire che il suo essere sibillina riguardo ciò vuole da una relazione è per non sembrare eccessivamente “suora” ma che è comunque una ragazza seria. Sul momento mi sembra logico e accetto la sua spiegazione, ma non so ancora ciò che mi aspetta.
Parlo di lei ad Agata durante svariate sedute, è chiaro che mi sto lentamente innamorando e la mia confidente ne è felice. Allo stesso tempo però la frustrazione sessuale aumenta vertiginosamente, dato che durante i successivi appuntamenti con Giorgia non si va oltre qualche casto bacio e una passeggiata tenendosi per mano. Al contempo, più la mia frustrazione cresce e più mi pare che la dottoressa Agata sia audace nel suo modo di vestire. Ho la sensazione che i pantaloni diventino gonne e che i maglioni diventino camicette. Mi pare addirittura di intuire la forma dei suoi capezzoli attraverso le sue magliette sempre più leggere. Mi dico che il suo seno è piccolo e sodo e probabilmente non sempre ha bisogno di un reggiseno per sostenerlo. In quel periodo le mie serate autoerotiche si dividono tra i suoi seni e le stupende gambe di Giorgia.
Dopo qualche mese, mentre riporto Giorgia a casa, ci fermiamo come al solito in un parcheggio vicino a casa dei suoi. Noto che è un po’ tesa e le chiedo a cosa stia pensando. Si avvicina a me, mi dice che le piaccio e aggiunge “sai, sono sempre molto timida con i ragazzi, a volte vorrei che prendessi di più il controllo…”. Non me lo faccio ripetere e con il cuore in gola mi avvicino e la bacio finalmente sulla bocca, le sue labbra piene sono così invitanti, la mia lingua scivola tra di esse e si incontra con la sua. Rimaniamo a baciarci per un tempo infinito, il mio pene sta esplodendo e sono sicuro che anche lei sia eccitatissima. Le passo la mano tra le cosce coperte dai suoi leggings beige e noto già una macchia più scura tra le sue gambe ed intuisco i contorni della sua vagina, ma non appena cerco di fa scorrere le mie dita più vicino alla sua vulva fradicia lei mi ferma. “Scusa Davide ma devo rientrare o chissà cosa penseranno i miei… Comunque se per la prossima volta ti va di portare dell’olio per massaggi avrei proprio bisogno di sciogliere un nodo al collo!”. Con questo mi saluta e se ne va, io la seguo con lo sguardo come se fosse un angelo erotico, umida solo per me.
All’incontro successivo Agata ha ancora una gonna piuttosto rivelatrice e non posso fare a meno di notare come le sue gambe si stringano e avvinghino su se stesse fin quasi a sbiancare mentre le racconto della serata con Giorgia.
Arriva finalmente il momento tanto atteso, passo a prendere Giorgia in una sera d’estate e lei mi sorride arrossendo bella come non mai. Per gioco le dico che ero indeciso tra un lubrificante ed un olio essenziale ma lei non coglie il mio scherzo: “sai alcune mie amiche hanno fatto sesso anale coi loro ragazzi ma io non penso lo farei mai…”. Le dico che ho con me solo un olio profumato e non vedo l’ora di massaggiarla. Dopo una passeggiata in centro ed un gelato, ci ritroviamo soli in casa dei miei. Loro non ci sono ma la porto comunque nel più intimo seminterrato, la taverna è adibita a palestra e la faccio accomodare a cavalcioni sulla panca piana mentre io mi siedo dietro di lei. Ha una maglietta bianca piuttosto aderente e degli short di jeans, mentre prendo l’olio e lo riscaldo con le mie mani si toglie il top rimanendo con un semplice reggiseno bianco. Siamo confusi ed eccitati, sono passati mesi per arrivare a questo punto e la carica erotica è tale da non esserci nemmeno baciati. Inizio a massaggiarle le spalle e il collo e Giorgia lentamente si rilassa, le bacio la pelle calda e profumata appena sopra le clavicole mentre lei geme piano. Lascio che il tempo scorra lentamente mentre passo le mani sui suoi fianchi e sulla parte alta del suo seno. Io sono duro come non mai mentre la tocco e cerco di farglielo sentire attraverso i miei pantaloncini contro il suo sedere. Giorgia si gira verso di me, ci baciamo e le mordo le labbra lentamente… lei si stacca e mi fa un cenno d’assenso guardandomi negli occhi mentre si slaccia piano i bottoni degli shorts. Da dietro inizio a leccarle il collo con più veemenza, non mi trattengo più e faccio scivolare una mano nei suoi slip. Lì trovo un umido e bollente paradiso. Non ho mai toccato pelle così fradicia di umori e così liscia, passo le dita dal suo clitoride scorrendo sul monte di venere e tutte le sue labbra fino al perineo e spingendomi a sfiorare il suo bocciolo più nascosto e inondato dalla sua stessa eccitazione.
Mentre mi dedico al suo clitoride cerco in qualche modo di masturbarmi con l’altra mano, la mia verga bollente è a contatto con la sua schiena, quando d’un tratto Giorgia si alza il reggiseno e inizia a torturarsi i capezzoli. Ha un seno pieno e proporzionato e sono ipnotizzato dal modo in cui si tira i capezzoli e mugola. Non mi sarei aspettato da lei questa foga e questa dolce violenza su se stessa. Ormai lei è un fiume, grida il mio nome e gode di una rovente agonia sessuale, la mia mano scivola sulla sua figa lucida e perfetta. Mentre è in preda al suo orgasmo, anche dal mio cazzo sgorgano fiotti di sperma che si riversano sulla sua schiena e colano tra le sue natiche ancora coperte dalle caste mutandine bianche.
Quando la settimana successiva finisco di raccontare alla dottoressa Agata quel che è successo con Giorgia, non posso ignorare i suoi occhi sbarrati su di me, i suoi capezzoli turgidi attraverso la camicetta e i sospiri carichi di desiderio che punteggiano le parti più eccitanti della mia seduta…
Se volete condividere suggerimenti o pensieri potete anche scrivermi a dada1588dada1588@gmail.com
Finalmente mi sono convinto a rivolgermi ad una psicologa. Trovo online il suo indirizzo mail con una breve presentazione e decido di mandarle un messaggio per chiedere appuntamento. Qualche giorno dopo sono nel suo ufficio, leggermente a disagio e non del tutto certo che andare sia stata la mossa giusta. Noto che è molto dolce e amichevole, carina ma non una bellezza irraggiungibile: magra, mora e sorridente.
Inizio a raccontarle del mio disagio, della mia insicurezza… è tanto che non ho una ragazza e gli ultimi esami universitari non stanno andando affatto bene, sembra che il mondo mi crolli addosso ed ho bisogno di risollevarmi.
Lei mi ascolta, noto con sorpresa che non prende appunti… forse me la immaginavo con un block notes, occhiali sexy e gonnellina mentre io parlo sdraiato sul divano? Nulla di tutto ciò, ma appena inizia a parlare mi rendo conto che ci sa fare. Mi tranquillizza, mi dice che un ragazzo alto, attraente e moro non avrà certo problemi con le ragazze, è solo un periodo di difficoltà e insicurezza dovuto a tante cose che si sommano. È vero, non sono affatto brutto, ho il fisico di un nuotatore ma la mente offuscata dai dubbi su me stesso. Mi consiglia di provare a scaricare qualche app di incontri e chattare con qualche ragazza, magari mi sbloccherò.
Inizialmente non lo voglio fare, mi sembra l’ultima speranza per un vero disperato, ma man mano che le sedute continuano mi trovo sempre più spesso a fantasticare su Agata, la mia psicologa. Arrivo addirittura a sognarla in intimo e mi eccita da morire. Decido con titubanza di condividere con lei il mio sogno, mi immagino imbarazzo ma in realtà lei sorride e mi dice che è normale, anzi la cosa la lusinga ma se dovesse continuare dovremmo mettere in pausa le sessioni di terapia. Mentre mi parla arrossisce ed io pure… un’erezione sempre più evidente si intuisce attraverso i miei pantaloni. Faccio di tutto per nasconderla mentre decido che non posso permettermi ulteriori imbarazzi, è il momento di scaricare quella app.
Devo ammettere sin da subito che ho qualche successo, ma che si conclude per lo più in scambi di foto esplicite e masturbazioni reciproche, ci prendo gusto ma sempre cercando di mantenere uno stile rispettoso ed elegante. Una sera mi trovo davanti alle foto di una ragazza alta e mora, un sorriso stupendo ed occhi nocciola, ha un fisico slanciato con gambe lunghe e un culetto apparentemente meraviglioso. La approccio in maniera gentile e sin dall’inizio c’è sintonia. Una parte di me vorrebbe vederla, scoparla appena possibile e poi vedere cosa succede, ma lei è difficile da leggere: vuole questo oppure una relazione più seria? Mi manda messaggi contradditori e io sono sempre più eccitato e voglioso di incontrarla.
Il primo appuntamento è magnifico, una colazione semplice ma in cui ci parliamo per ore. Giorgia è bellissima e piena di vita, mi racconta della sua famiglia molto cattolica e mi rendo conto che abbiamo un background davvero simile. Mi fa intuire che il suo essere sibillina riguardo ciò vuole da una relazione è per non sembrare eccessivamente “suora” ma che è comunque una ragazza seria. Sul momento mi sembra logico e accetto la sua spiegazione, ma non so ancora ciò che mi aspetta.
Parlo di lei ad Agata durante svariate sedute, è chiaro che mi sto lentamente innamorando e la mia confidente ne è felice. Allo stesso tempo però la frustrazione sessuale aumenta vertiginosamente, dato che durante i successivi appuntamenti con Giorgia non si va oltre qualche casto bacio e una passeggiata tenendosi per mano. Al contempo, più la mia frustrazione cresce e più mi pare che la dottoressa Agata sia audace nel suo modo di vestire. Ho la sensazione che i pantaloni diventino gonne e che i maglioni diventino camicette. Mi pare addirittura di intuire la forma dei suoi capezzoli attraverso le sue magliette sempre più leggere. Mi dico che il suo seno è piccolo e sodo e probabilmente non sempre ha bisogno di un reggiseno per sostenerlo. In quel periodo le mie serate autoerotiche si dividono tra i suoi seni e le stupende gambe di Giorgia.
Dopo qualche mese, mentre riporto Giorgia a casa, ci fermiamo come al solito in un parcheggio vicino a casa dei suoi. Noto che è un po’ tesa e le chiedo a cosa stia pensando. Si avvicina a me, mi dice che le piaccio e aggiunge “sai, sono sempre molto timida con i ragazzi, a volte vorrei che prendessi di più il controllo…”. Non me lo faccio ripetere e con il cuore in gola mi avvicino e la bacio finalmente sulla bocca, le sue labbra piene sono così invitanti, la mia lingua scivola tra di esse e si incontra con la sua. Rimaniamo a baciarci per un tempo infinito, il mio pene sta esplodendo e sono sicuro che anche lei sia eccitatissima. Le passo la mano tra le cosce coperte dai suoi leggings beige e noto già una macchia più scura tra le sue gambe ed intuisco i contorni della sua vagina, ma non appena cerco di fa scorrere le mie dita più vicino alla sua vulva fradicia lei mi ferma. “Scusa Davide ma devo rientrare o chissà cosa penseranno i miei… Comunque se per la prossima volta ti va di portare dell’olio per massaggi avrei proprio bisogno di sciogliere un nodo al collo!”. Con questo mi saluta e se ne va, io la seguo con lo sguardo come se fosse un angelo erotico, umida solo per me.
All’incontro successivo Agata ha ancora una gonna piuttosto rivelatrice e non posso fare a meno di notare come le sue gambe si stringano e avvinghino su se stesse fin quasi a sbiancare mentre le racconto della serata con Giorgia.
Arriva finalmente il momento tanto atteso, passo a prendere Giorgia in una sera d’estate e lei mi sorride arrossendo bella come non mai. Per gioco le dico che ero indeciso tra un lubrificante ed un olio essenziale ma lei non coglie il mio scherzo: “sai alcune mie amiche hanno fatto sesso anale coi loro ragazzi ma io non penso lo farei mai…”. Le dico che ho con me solo un olio profumato e non vedo l’ora di massaggiarla. Dopo una passeggiata in centro ed un gelato, ci ritroviamo soli in casa dei miei. Loro non ci sono ma la porto comunque nel più intimo seminterrato, la taverna è adibita a palestra e la faccio accomodare a cavalcioni sulla panca piana mentre io mi siedo dietro di lei. Ha una maglietta bianca piuttosto aderente e degli short di jeans, mentre prendo l’olio e lo riscaldo con le mie mani si toglie il top rimanendo con un semplice reggiseno bianco. Siamo confusi ed eccitati, sono passati mesi per arrivare a questo punto e la carica erotica è tale da non esserci nemmeno baciati. Inizio a massaggiarle le spalle e il collo e Giorgia lentamente si rilassa, le bacio la pelle calda e profumata appena sopra le clavicole mentre lei geme piano. Lascio che il tempo scorra lentamente mentre passo le mani sui suoi fianchi e sulla parte alta del suo seno. Io sono duro come non mai mentre la tocco e cerco di farglielo sentire attraverso i miei pantaloncini contro il suo sedere. Giorgia si gira verso di me, ci baciamo e le mordo le labbra lentamente… lei si stacca e mi fa un cenno d’assenso guardandomi negli occhi mentre si slaccia piano i bottoni degli shorts. Da dietro inizio a leccarle il collo con più veemenza, non mi trattengo più e faccio scivolare una mano nei suoi slip. Lì trovo un umido e bollente paradiso. Non ho mai toccato pelle così fradicia di umori e così liscia, passo le dita dal suo clitoride scorrendo sul monte di venere e tutte le sue labbra fino al perineo e spingendomi a sfiorare il suo bocciolo più nascosto e inondato dalla sua stessa eccitazione.
Mentre mi dedico al suo clitoride cerco in qualche modo di masturbarmi con l’altra mano, la mia verga bollente è a contatto con la sua schiena, quando d’un tratto Giorgia si alza il reggiseno e inizia a torturarsi i capezzoli. Ha un seno pieno e proporzionato e sono ipnotizzato dal modo in cui si tira i capezzoli e mugola. Non mi sarei aspettato da lei questa foga e questa dolce violenza su se stessa. Ormai lei è un fiume, grida il mio nome e gode di una rovente agonia sessuale, la mia mano scivola sulla sua figa lucida e perfetta. Mentre è in preda al suo orgasmo, anche dal mio cazzo sgorgano fiotti di sperma che si riversano sulla sua schiena e colano tra le sue natiche ancora coperte dalle caste mutandine bianche.
Quando la settimana successiva finisco di raccontare alla dottoressa Agata quel che è successo con Giorgia, non posso ignorare i suoi occhi sbarrati su di me, i suoi capezzoli turgidi attraverso la camicetta e i sospiri carichi di desiderio che punteggiano le parti più eccitanti della mia seduta…
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