Il valore della parola di un amico… ep11

di
genere
confessioni

Ciao Dà! E’ da un po' che non ti venivo a trovare!
C’è sempre troppo da fare, lo sai, la famiglia, la mia compagna, sua madre, i miei genitori non più giovanissimi, mille impegni come al solito.
Quante cazzate abbiamo combinato insieme, eravamo proprio due scemi.
Eravamo inseparabili da ragazzini, ci chiamavano Marco e Daniele i siamesi, ti ricordi?
Eravamo come fratelli, ci dicevano tutto, ma proprio tutto…

Sono venuto qui per un motivo, ho bisogno di parlarti: Ti ricordi il tuo addio al celibato?
Eravamo cinque deficienti ubriachi per festeggiare quello che sarebbe diventato il tuo giorno più importante, in quella casa presa in affitto per poter far casino tutta la notte.
Che bella serata che ho passato insieme a voi e soprattutto insieme a te.
Bè, ti volevo parlare di quello che mi dicesti davanti a quella piscina in cortile, ti ricordi?
Mi venne un colpo quando mi chiedesti: “Te la scoperesti Lorena?”
Il gelo caló in quel posto.
Gli schiamazzi degli altri si interruppero di colpo. Nessuno parlava più e tutti mi fissavano aspettando una mia risposta.
Ero nell’imbarazzo più completo: “Non ti farei mai una cosa del genere!” Ti risposi.
Ricordo che non eri contento della mia risposta ed insistetti ancora: “Non ti ho chiesto questo, ti ho chiesto se te la scoperesti!”
Mi ricordo che mi guardai intorno, cercando l’aiuto di qualcun altro e non riuscivo a capire che cazzo stesse succedendo, ma gli altri non fiatavano, non ridevano più, aspettavano solo una mia risposta:
“Dà, sei il mio migliore amico, non lo farei per niente al mondo!” Ti risposi.
Tu non eri contento, non era quello che volevi sentirti rispondere; allora alzasti ancor più la voce, quasi da sembrare arrabbiato: “Lascia stare me, non è quello che ti ho chiesto! Se io non ci fossi, te la scoperesti Lorena?”
“Si!” ti risposi deciso sperando finisse lì quella specie di interrogatorio.

Non siamo più tornati su quell'argomento.
Non capisco ancora oggi il perché, in quella serata estiva di festa e spensieratezza, per te fosse così importante saperlo; magari saranno stati i fumi dell’alcol, magari era qualcosa che ti covava dentro da tempo, magari, geloso come eri di Lorena, era un modo per sapere se ti potevi fidare di me, o magari ti eccitava immaginare che me la sarei voluta scopare.
Non l’ho ancora capito.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora.
Voglio dirti tutto Da’, proprio tutto, come una volta, come quando eravamo ragazzini.
Ti ricordi quella volta che siamo andati in quella pizzeria in campagna, sperduta in quelle lande desolate, lontana dalla città?
Non ricordo il nome di quella pizzeria, ma mi ricordo bene il viaggio.
Tu guidavi l’auto e avevi Lorena di fianco, mentre io ero seduto dietro con la mia ragazza di allora, Lara, te la ricordi?
Beh, mentre percorrevano quella strada buia, Lara mia ha slacciato la patta dei pantaloni, mi ha tirato fuori il cazzo ed ha iniziato a farmi una sega.
Secondo me ti sei accorto che stava succedendo qualcosa dato che hai alzato il volume dell’autoradio per garantirci un minimo di intimità.
E’ stato eccitante da morire Da’!
Per fortuna avevo quel fazzoletto in tasca che a malapena è riuscito a contenere tutta la sborra..
Mi ricordo la faccia di Lara, quando l’odore del mio sperma si è diffuso in macchina; ha strabuzzato gli occhi e mi ha fatto cenno di aprire il finestrino per far uscire l’odore.
Sono sicuro che avete solo fatto finta di non accorgevi di niente.
Lo sai qual'è stata la cosa più eccitante per me? Sborrare a pochi centimetri da tua moglie ed immaginare cosa stesse pensando mentre sentiva l’odore del mio sperma.
Chissà cosa ha provato?
Chissà se al ritorno ne avete parlato?
Chissà se vi ha eccitato?
Chissà se ripensandoci avete scopato?
Sono passati tanti, tanti, tanti anni, ma ripensandoci oggi, mentre te ne stò parlando, sento nuovamente la mia eccitazione crescere.

Sai oggi sono passato a trovarla per sapere come stava, nient’altro te lo giuro, ma quando mi ha aperto la porta sono andato immediatamente in fragola.
Aveva indosso un camicetta bianca, niente di strano per carità, ma con quelle due tettone
giganti che ha, sembrava potesse esplodere da un momento all’altro.
I bottoni erano così tirati che sembravano sul punto di saltare via e tra un’asola e l’altra si creava uno spazio nel quale si intravedeva la pelle nuda dei suoi enormi seni sotto.

Mi ha offerto il caffè poi abbiamo parlato un po', lo sai, di come andava, dei vecchi tempi, del lavoro e di altre cose del genere.
Poi è arrivato il momento di andarmene, ci siamo salutati, l’ho abbracciata e….
…oh Da’ è stato un secondo!
Non so cosa mi è preso, l’ho baciata, è stato più forte di me!
Ero sicuro mi avrebbe dato un sonoro ceffone ma invece quel bacio è stato lungo intenso duraturo e quando mi ha cacciato la lingua in bocca io…. io…. io…. bo…. non è stato un fuoco Da’, ma è stata un’esplosione di passione!
Siamo corsi nella vostra camera da letto senza staccarci l’uno dall’altra, le ho sfilato la camicetta, le ho strappato via il reggiseno e l’ho buttata sul letto.
Mamma mia che bombe che ha!
Mi sono gettato su di lei, le ho preso le tette e ho affondato la faccia in quei due cocomeri!
Ero inebriato dall’odore di vaniglia che emanavano i suoi enormi seni! Una droga ecco cosa era!
Ho iniziato a leccare le sue gigantesche areole, poi mi sono attaccato ai suoi grossi capezzoli come un bimbo.
Li baciavo, li sfioravo con la punta della lingua e poi li succhiavo, era così eccitante che devo aver passato a leccargli le tette almeno dieci minuti.


Dopo ho iniziato a slacciare i suoi jeans, un bottone dopo l’altro, mentre le nostre lingue si intrecciano vorticosamente.
Non ti dico che sorpresa per me è stata quando mi sono accorto che sotto non portava le mutandine!
Come prima, ho affondato il mio viso tra le sue cosce ed ho iniziato a leccare la sua patatona.
Passavo la lingua tra le sue grosse ali di farfalla mentre lei mi teneva stretta la testa tra le sue cosce per non farmi scappare.
Sentivo il gusto meraviglioso dei suoi umori bagnarmi la lingua, il mento, i peli della barba, inebriandomi, mentre lei ansimava, si contorceva e gemeva.
Le ho leccato la figa così tanto che ad un certo punto si è messa ad urlare per il piacere.
Credo proprio sia venuta Da’, mentre con la lingua le stavo picchiettavo il clitoride.

Mi sono spogliato di corsa e mi sono gettato su di lei ed ho affondato il cazzo con forza tra le sue cosce.
L’ho scopata con forza, tanta forza!
Il vostro letto cigolava, faceva rumori strani, pensavo si sarebbe sfasciato da un momento all’altro.
Con le mani si teneva le tettone, si succhiava i capezzoli e mi guardava con quella sua espressione da troia mentre la scopavo.
Gliel’ho dovuto proprio dire Da’: “Che puttanone che sei!”
Lei sai cosa ha fatto? Ha sorriso! Le piaceva che la chiamassi puttana! La faceva impazzire!
Tu lo sapevi Da’? Sapevi che a tua moglie piace farsi dare della troia e puttana mentre la stanno scopando? Scommetto di no!
“Scopami! Scopami!” Mi diceva.

Ti ricordi quando mi raccontasti della tua prima volta con lei Da’?
Quando mi dicesti che dopo averlo fatto lei ti ha confessato che le sarebbe piaciuto provarlo dietro?
E’ successo anche a me!
Non sai quanto mi ha sorpreso quando mi ha detto: “Mettimelo nel culo!!”
Si è alzata dal letto e si è messa a pecora.
Mamma mia che goduria è stata incularla!
La fottevo, mentre con una mano la tenevo ferma per i capelli e con l’altra di tanto in tanto le davo uno schiaffo in quel suo bel culone.
E’ venuta un’altra volta Da’, mentre la sodomizzavo e continuavo a darle della puttana!
Le stavo per sborrare nel culo, ma poi ho pensato che forse le sarebbe piaciuto sentire nuovamente l'odore del mio sperma come quella volta di tanti anni fa, quando stavano andando in quella pizzeria.
Le ho sfilato il cazzo dal culo e lei si è messa subito in ginocchio davanti a me, ha spalancato la bocca, tirato fuori la lingua ed iniziato a scuoterla, pronta a ricevere il mio sperma.
Che puttanone!
Oh Da’, non ti puoi nemmeno immaginare quanta sborrata ho fatto! Da record! Tutta in bocca!
Lei è stata davvero brava, tutto si è mandata giù, nemmeno una goccia ne ha sprecato!
Che scopata Da’... Che scopata!

Va bè Da’, si è fatto tardi devo andare.
È passato ormai un anno da quel giorno di merda!
Ti volevo dire una cosa Da’: Ti avevo promesso che non ti avrei mai fatto una cosa del genere finché tu ci fossi stato. Ho mantenuto la mia parola.
Ti guardo in quella foto e sembra tu mi stia sorridendo.
Va bè Da’, metto i fiori freschi nel vaso e poi torno a casa.
Tornerò presto a trovarti, ciao Da’...
scritto il
2024-12-17
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