L’artista di spiaggia… ep10
di
LorenaTh
genere
voyeur
Il sole abbraccia la mia pelle umida mentre sento i suoni di quella spiaggia straniera sempre più distanti.
Sento le chiacchiere in lontananza e sento il perpetuo scrosciare delle onde mentre tutto sembra così lontano e mi sto lentamente abbandonando tra le braccia di Morfeo, finché una voce più decisa e vicina delle altre mi disturba.
Si tratta di una voce maschile, giovane, insistente; più volte ripete la stessa parola.
Cerco di estraniarmi, di non ascoltarla, ma quella voce ora è decisamente vicina.
Tento di aprire gli occhi ma vengo abbagliata dal sole.
Metto una mano sulla fronte tentando di coprire parte della luce solare intensa che sta ferendo i miei occhi e scorgo una sagoma esile proprio vicino a me.
Parla una lingua straniera per me incomprensibile: “Non capisco!” Gli dico.
“Tu italiana?” Mi chiede.
Annuisco con la testa, mentre i miei occhi si abituano lentamente all'intesa luce solare.
“Faccio ritratto! Ok, bella signora Italiana?”
Eccolo la! E’ l’ennesima persona che in spiaggia vuol vendermi qualche cosa, penso.
Prendo i miei occhiali da vista appoggiati sul lettino sdraio, li apro e li metto.
Le lenti per miopia svolgono perfettamente il loro lavoro, ed ora riesco a vedere nitidamente con chi sto parlando: E’ molto giovane, un ragazzino ed ha un album da disegno in mano ed un piccolo astuccio per le matite nell’altra.
Ha i capelli neri, ricci, corti, occhi bruni e la sua carnagione scura, perfettamente uniforme, evidenzia il fisico esile ma ben delineato.
Ha solo indosso uno slippino nero ed il mio sguardo si posa inevitabilmente sui suoi addominali perfettamente scolpiti.
Non è un palestrato, no assolutamente, ma il suo corpo è teso come un nervo ed il petto sembra scolpito da uno scultore, asciutto, senza un filo di grasso con dei addominali in perfetta evidenza, mentre la sua pelle umida e sudata sembra una sottilissima guaina che intrappola i muscoli guizzanti sottostanti.
“Tu molto bella signora italiana, io faccio ritratto, si?” Mi dice aspettando una risposta, mentre io inebetita lo avevo evidentemente osservato per un tempo troppo lungo senza dire una parola.
“No, no grazie.”
“Bella signora, venti euro faccio ritratto!”
Scrollo la testa: “Venti euro? Sei matto? No, no no.”
“Tu molto bella, quindici euro?”
Scrollo ancora la testa e finalmente lui desiste.
E’ deluso, si dirige verso altre ragazze sole in spiaggia, molto più giovani di me.
Lo vedo allontanarsi da me mentre osservo il suo perfetto culetto sodo, rimanendo ammaliata da così tanta perfezione: “Dai Lorena è un ragazzino!” Mi dico, tentando di scacciare immediatamente quel pensiero che per un’attimo aveva fatto capolino nella mia mente e mi rimetto a prendere il sole.
Il giorno dopo.
Mi guardo allo specchio a destra e poi a sinistra con il mio bikini blu non soddisfatta.
“Non so più che cazzo mettere! Mi sembrano sempre più grosse!” Borbotto mentre guardo i rigonfiamenti delle tette in prossimità delle coppe imbottite del reggiseno, evidentemente troppo abbondanti per l’indumento.
Ero sconsolata. Già da ragazzina ero costretta a comprare due costumi da bagno con taglie diverse per andare in spiaggia, usavo lo sleep “M” per sotto ed il reggiseno XXL per sopra, ma con il passare degli anni trovare un costume per le mie proporzioni era diventata un'impresa impossibile. Ero perfino arrivata a farmi fare un costume su misura da una sarta, per poter mantenere le coppe più grandi che riuscivo a trovare nei negozi e restringere il gancetto posteriore per poterlo adattare al mio busto esile.
Non avevo troppa scelta. Questo che avevo indosso sembrava troppo piccolo, quello di ieri era a lavare e l’altro… no, no l’altro no…
Vado in spiaggia, stendo il mio asciugamano e mi sdraio per approfittare di questa bellissima giornata di sole.
Il sole di prima mattina è caldo ma non fastidioso, sembra massaggiare la mia pelle.
Con gli occhi chiusi sento le onde infrangersi sulla spiaggia coccolandomi con un suono monotono e piacevole, poi: “Bella signora, oggi ritratto?”
Apro gli occhi di scatto e lo trovo ancora davanti a me.
Inforco immediatamente gli occhiali per poter ammirare nuovamente il fisico dell’artista di spiaggia; il mio sguardo si perde tra i suoi pettorali perfetti ed abbronzati, mentre osservo scivolare una gocciolina di sudore che ondeggia tra le pieghe di suoi addominali scolpiti.
Mi guarda con i suoi occhi bruni insistentemente e sento una stretta al linguine.
“Tu bella signora, quindici euro ritratto!”
Cerco di far uscire quel pensiero insano che nuovamente mi balena in testa.
Mi guardo intorno; la spiaggia è affollata, piena di ragazzine giovani e bellissime con fisici scultorei da modelle in erba: Dai Lorena, questo qui non guarda certo te, mi dico.
“Quanti anni hai?” Gli chiedo
“Diciotto!”
Cazzo, ha meno della metà dei miei, penso: “No, no grazie!” Gli dico respingendolo.
“Tu molto bella signora, quindici euro, fare ritratto!?” Mi dice ancora più deciso.
Penso, sono solo quindici euro, che saranno mai? Ero quasi sul punto di cedere: "Quindici?" Chiedo in maniera ridondante.
"Sì quindici! Togli il costume, bella signora italiana!” Indicando il mio reggiseno.
“Che? No, no, no!” Gli rispondo in fretta.
“Togli costume, nessuno ha costume!”
“No, no, no, ciao, ciao.” Gli rispondo schiacciandolo malamente.
L’artista di spiaggia mi dà le spalle e si allontana sconsolato mentre il mio sguardo si posa nuovamente sul suo culetto perfetto.
Mi guardo intorno; in spiaggia quasi tutte le ragazze erano in topless, solo io e poche altre eravamo in due-pezzi.
Osservo invidiosa le ragazze intorno a me, sfoggiare i loro fisici perfetti da adolescenti, con le loro tettine nude, tonde e appuntite che sfidano la legge della gravità: Ma dove vado io con questa latteria? Penso.
Certo, avevo già fatto qualche volta topless, ma ero su una spiaggia deserta, in compagnia di un “amico”, oppure a casa in giardino, ma quì, nonostante gli innumerevoli nudi che mi circondavano, mi sarei sentita a disagio..
Lo vedo allontanarsi e mi sento strana, da un lato penso di essere riuscita a sfuggire ad una situazione imbarazzante dall’altro…
Ora sta ad una decina di metri e parla con una ragazza bionda, che avrà una ventina di anni.
Lei si sdraia, si mette in posa, mentre lui ad un paio di metri da lei apre il suo album e la fissa per qualche secondo, poi inizia a disegnare.
E’ bello come il sole, mentre sta posando lo sguardo sulla ragazza nuda delineando i suoi contorni, le sue curve.
Il modo in cui la osserva, la guarda, scruta i suoi lineamenti più intimi, è così eccitante… potevo essere io quella ragazza…
E’ concentrato, intento nel suo lavoro di artista; alza solo per qualche attimo lo sguardo dal suo album per scovare qualche altro particolare della ragazza, per poi di nuovo immergersi completamente nella sua opera.
Ammiro la sua bellezza esotica quasi imbambolata, rimanendo assai sorpresa quando distoglie per un attimo lo sguardo dal suo lavoro e sorride nella mia direzione.
Sento come un fremito: Mi sta sorridendo? Mi chiedo.
All’inizio mi sento lusingata, ma poi penso: E se in quel momento stesse solo pensando: “Ehi babbiona, visto che ne ho trovata un’altra?”
Finisce il suo lavoro, prende i suoi soldi e se ne va.
Giorno seguente
Guardo con attenzione a destra poi a sinistra, scrutando tra quella massa enorme di persone in spiaggia senza trovare quello che cerco.
Non demordo, cerco di aguzzare la vista dietro le piccole lenti rettangolari dei miei occhiali per miopia, ma tutto è vano, vedo solo una distesa infinita di persone, lettini, ombrelloni, sabbia e mare.
Sono ore che che lo stò cercando senza successo e pensare che oggi mi sono messa pure questo stupido costume rosso che mi sta creando mille problemi.
Tiro i triangoli più su, poi più giù, prima a destra e poi a sinistra, ma non c’è verso; non importa quanto tenti di aggiustare il pezzo di sopra, i due triangoli che dovrebbero garantire un minimo di copertura, sono evidentemente troppo piccoli e non riesco a coprire per intero le mie grosse areole nocciola.
Non mi sento a mio agio.
Mi sento addosso gli sguardi libidinosi degli uomini e quello di sufficienza delle donne che sfoggiano i loro fisici longilinei, perfetti e nudi.
Pur essendo più vestita di loro, con questo bikini striminzito mi sento più nuda.
Basta! Non riesco più a sopportare questa pressione! Vado a fare un bagno.
Mi immergo, nuoto, tento di rilassarmi tra le acque cristalline di quel mare stupendo.
Potrebbe passare in questo momento ed io potrei non vederlo da qui senza i miei occhiali, penso.
Forse dovrei uscire dall’acqua, ma l’ho aspettato per così tanto tempo…
Mi decido, esco dall’acqua.
Passo dopo passo mi dirigo verso il mio lettino sdraio, tenendo le braccia incrociate sopra i seni e non mostrare ai bagnanti i miei capezzoli, che induriti dal freddo dell’acqua, sembrano voler perforare i sottili triangoli rossi che li coprono.
Mi sdraio, metto i miei occhiali e all’improvviso l'immagine intorno a me diventa nitida: Finalmente lo vedo!
Sta avvicinandosi da lontano, con il suo album in mano, l’artista di spiaggia.
Sono agitata, non vedo l’ora che arrivi qui da me, mi vede da lontano, mi sorride e viene dritto da me senza guardare che gli sta intorno:
“Ciao bella signora italiana, ritratto dieci euro?”
“Oggi dieci?” chiedo in maniera ridondante mentre lui annuisce.
“Ok” mi affretto a rispondere.
Sento il cuore battere a mille. Sono emozionata, ma anche eccitata, oggi mi sembra ancor più bello mentre prepara i suoi strumenti di lavoro.
“Togli costume!” Mi dice.
Passo le mani dietro la schiena e tiro i capi del fiocco per scioglierlo.
I miei grossi seni balzano in avanti facendo schizzare via i due piccoli triangoli liberandosi, poi sfilo l’altra estremità dalla testa rimanendo in topless.
Mi sdraio sul mio lettino con schienale a metà tra dritto e sdraiato.
Vado per togliere gli occhiali ma lui mi ferma: “No bella signora, non togliere!”
“Con gli occhiali?” chiedo, mentre lui annuisce.
Porto indietro i miei capelli bagnati poi sollevo le braccia e le metto dietro la testa.
Tiro su la gamba destra così da poter poggiare la pianta del piede sul lettino e guado verso un punto non definito.
Lui mi osserva muto. Sento posare il suo sguardo su di me, mi scruta scolpendo nella sua mente ogni tratto, ogni curva, ogni mia piega, non c’è alcun posto che si possa sottrarre al suo sguardo attento.
Sono eccitata da morire, per fortuna il mio slip è ancora bagnato, penso, ma ho i capezzoli forse più duri e sporgenti di prima e questa volta non è certo colpa del freddo…
Lo vedo con la coda dell’occhio, il mio adone, la tentazione è troppa e ruoto la testa per poterlo vedere meglio: “Ferma bella signora!” Mi sgrida, ma è bastato solo quel momento per far aumentare il mio stupore e la mia eccitazione.
Sotto il suo slippino nero ha una evidente erezione: Anche lui è eccitato!
Questo mi da forza. non mi interessa più degli sguardi invidiosi delle bagnanti e quelli libidinosi dei loro compagni; anzi mi eccita ancora di più.
Mi sento rimescolare il sangue, fatico a stare ferma.
“Fatto!” dice.
“Vedere?” Rispondo
“No bella signora, dare dieci euro e io fare vedere!”
“Credo di non averli qui ma non c’è problema, vieni con me a casa così posso darteli, ok?”
“Ok” risponde.
Mi alzo, prendo la mia t-shirt e la infilo, senza preoccuparmi di rimettere il pezzo di sopra del costume, poi prendo le mie cose e ci incamminiamo.
Ogni tanto mi volto e lo guardo quasi incredula mentre cammina dietro di me, senza fare nulla per coprire la sua eccitazione.
Arriviamo davanti alla porta del piccolo appartamento, la apro, gli faccio cenno di passare..
Le finestre sono chiuse, nella saletta domina l’oscurità, spezzata solo dalla poca luce che filtra tra le stecche delle persiane.
Chiudo la porta dietro di me e mi volto.
Il suo viso è a soli pochi centimetri dal mio, sento un tumulto interiore, i nostri sguardi si cambiano, lo bacio.
Bacio lungo, meraviglioso, le nostre bocche si aprono, le lingue ci attorcigliano mentre i nostri respiri si affannano.
Mi stacco da lui, non posso più resistere.
Lo bacio ancora sulle labbra e scendo.
Lo bacio sul mento e scendo.
Lo bacio sul collo e scendo.
Lo bacio sul petto e scendo.
Lo bacio tra i suoi stupendi addominali e scendo.
Lo bacio sull'ombelico e scendo.
Lo bacio appena sopra allo sleep.
Che buon odore che ha! Odora di giovane maschio.
Lo voglio assaggiare!
Lo guardo dal basso inginocchiata davanti a lui, tiro fuori la lingua, l'appoggio appena sopra lo sleep e risalgo passandola tra le scanalature degli addominali, lasciando una scia umida di saliva.
Ha un gusto salato, intenso, meraviglioso.
Apro la bocca lentamente, avvicino i denti alla sua pancia scolpita e lo mordo prima delicatamente, poi aumentando via via la pressione finché non emette un gemito.
Lo lascio e osservo il piccolo segno circolare che gli ho procurato con il morso.
Prendo i suoi sleep ai lati e li tiro giù facendo saltare fuori il suo pene come fosse una molla.
E’ teso, punta verso l’alto come pronto al decollo.
Non è un pene enorme, forse leggermente più grande di quello di mio marito, ma è ben proporzionato, diritto, teso allo spasmo, un nervo come il resto del suo corpo.
Lo prendo alla base e con la lingua ripasso le linee della sua cappella mentre lo guardo dal basso.
Infilo in bocca il cazzo ed inizio a succiare. Muovo il capo avanti e indietro, facendo scivolare il cazzo fino in fondo alla gola.
Ho appena iniziato e già lui si contrae, mugola e gode riversando il suo sperma all’interno della mia bocca.
Il gusto della sua sborra è meraviglioso.
Lo lasci finire tranquillo finché i lineamenti del suo viso non si rilassano ed assume un’espressione beata.
Lo guardo ancora dal basso, apro la bocca e gli mostro il frutto del suo desiderio sulla mia lingua.
Mi guarda soddisfatto.
Tiro dentro la lingua, ingoglio e la tiro nuovamente fuori, questa volta pulita, poi gli sorrido maliziosamente facendogli capire che ho gradito il suo succulento seme.
“Tu troppo bella signora italiana.” Mi dice.
“e tu troppo paraculo!” Gli rispondo mettendomi a ridere mentre mi immagino che non abbia capito nulla di quello che gli ho appena detto..
Mi alzo in piedi, forse un pò delusa per la velocità del rapporto, ma cerco di non farglielo notare: “Ok, ti do i dieci euro così mi fai vedere il ritratto” Gli dico, ma mi afferra per un braccio bloccandomi: “Signora io scopare!”
Rimango un attimo interdetta, non capisco, poi lo guardo in basso e vedo che la sua asta non ha perso per nulla vigore.
E’ ancora teso, duro, pronto per essere usato:
“Beata gioventù!” Gli dico sorridendo mentre lo prendo per mano e lo porto davanti al letto.
Incrocio le braccia e sollevo la mia t-shirt fino a farla uscire dalla testa rimanendo nuovamente con le tettone di fuori.
Vedo il suo sguardo illuminarsi ebro dal desiderio:
“Ti piacciono?” Gli dico.
Annuisce, mentre ha la bocca aperta per l’eccitazione.
Prendo il mio slippino rosso ai lati, lo faccio scivolare a terra e mi siedo sul letto appoggiando i gomiti sul giaciglio.
Apro le cosce sollevando in aria le ginocchia così da presentare al giovane artista di spiaggia la mia patatona.
L’eccitazione traspare dai suoi occhi mentre si getta su di me.
Freme, quasi trema, mente prende il suo pene e lo affonda con veemenza nella mia vagina bagnata.
Inizia a muovere il suo bacino avanti ed indietro, partendo già a ritmo sostenuto, ed aumentando progressivamente la velocità mentre io affondo con forza le mie unghie rosse sul suo stupendo culetto.
Chak chak chak, un colpo dietro l’altro, sento gli schiocchi del suo pube contro il mio, mentre con la bocca mi succhia i capezzoli duri.
Percossa come da una mitragliatrice guardo il suo stupendo viso lussurioso perdendomi nei suoi occhi.
Avvolgo le gambe sul suo torso stringendole e contraggo i muscoli dell'inguine per poter sentire meglio il suo cazzo dentro la mia figa fradicia.
Che sensazione meravigliosa!
Sento il mio orgasmo farsi strada fino ad esplodere mentre iniziò ad urlare per il piacere percossa incessantemente dai suoi veementi colpi.
Lo guardo, dopo esser venuta, mentre continua a martellare per altri venti minuti la mia figa, incessantemente, senza alcuna tregua.
Sarebbe capace di scoparmi un giorno intero penso, ma io non potrei resistere per così tanto tempo, per cui appoggio una mano sul suo pube spingendolo indietro.
Mi guarda non capendo, si ferma facendo uscire il membro dalla mia vagina.
Lo prendo in mano e lo guido lì vicino, in un posto più stretto e riservato.
AHAIIII!!! Urlo!
Non ha avuto alcun riguardo per me.
La sua veemenza ha violato l’intimità di quel posto, così più stretto e angusto della vagina. Rinizia a martellare come un fabbro sodomizzandomi con violenza facendo di nuovo crescere la mia eccitazione.
"Vienimi dentro!” Gli dico mentre con due dita ho iniziato a massaggiare con movimenti circolari il clitoride.
Mi bacia, cominciamo ad ansimare in simultanea e contemporaneamente raggiungiamo l’orgasmo urlando all'unisono mentre mi sborra nel culo.
Si accascia sul mio petto stremato; lo accarezzo amorevolmente sulla testa mentre sta baciando uno dei miei capezzoli turgidi.
“Lei è troppo bella signora” Mi ripete.
Stiamo un po' di tempo in quella posizione poi ci alziamo.
Vado a prendere i suoi dieci euro in un cassetto: “Tieni, ora fammi vedere il ritratto!”
Me lo porge: “Tieni signora bella; io scopare però anche domani, Ok?” Mi dice con la faccia da schiaffi.
“Dai, dai, ora vattene!” Gli dico mentre lo spingo leggermente verso la porta.
Lui si mette a ridere, si riveste e poi esce del mio appartamento salutandomi.
Lo vedo andarsene ed il mio sguardo si posa nuovamente sul suo culetto perfetto.
Sospiro, chiudo la porta rimanendo nella penombra dell’appartamento.
Guardo il mio ritratto: “E’ bellissimo. Non è soltanto bravo a scopare” Penso, mentre guardo quel disegno che mi raffigura.
Su un angolo del disegno c’è una dedica: “Più bella signora italiana”
Malinconicamente penso che purtroppo per me questo è l'ultimo giorno in cui rimarrò in quest’angolo di paradiso e forse non potrò vedere mai più il mio bellissimo artista di spiaggia, ma potrò conservarne il dolce ricordo grazie al suo stupendo disegno…
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Sento le chiacchiere in lontananza e sento il perpetuo scrosciare delle onde mentre tutto sembra così lontano e mi sto lentamente abbandonando tra le braccia di Morfeo, finché una voce più decisa e vicina delle altre mi disturba.
Si tratta di una voce maschile, giovane, insistente; più volte ripete la stessa parola.
Cerco di estraniarmi, di non ascoltarla, ma quella voce ora è decisamente vicina.
Tento di aprire gli occhi ma vengo abbagliata dal sole.
Metto una mano sulla fronte tentando di coprire parte della luce solare intensa che sta ferendo i miei occhi e scorgo una sagoma esile proprio vicino a me.
Parla una lingua straniera per me incomprensibile: “Non capisco!” Gli dico.
“Tu italiana?” Mi chiede.
Annuisco con la testa, mentre i miei occhi si abituano lentamente all'intesa luce solare.
“Faccio ritratto! Ok, bella signora Italiana?”
Eccolo la! E’ l’ennesima persona che in spiaggia vuol vendermi qualche cosa, penso.
Prendo i miei occhiali da vista appoggiati sul lettino sdraio, li apro e li metto.
Le lenti per miopia svolgono perfettamente il loro lavoro, ed ora riesco a vedere nitidamente con chi sto parlando: E’ molto giovane, un ragazzino ed ha un album da disegno in mano ed un piccolo astuccio per le matite nell’altra.
Ha i capelli neri, ricci, corti, occhi bruni e la sua carnagione scura, perfettamente uniforme, evidenzia il fisico esile ma ben delineato.
Ha solo indosso uno slippino nero ed il mio sguardo si posa inevitabilmente sui suoi addominali perfettamente scolpiti.
Non è un palestrato, no assolutamente, ma il suo corpo è teso come un nervo ed il petto sembra scolpito da uno scultore, asciutto, senza un filo di grasso con dei addominali in perfetta evidenza, mentre la sua pelle umida e sudata sembra una sottilissima guaina che intrappola i muscoli guizzanti sottostanti.
“Tu molto bella signora italiana, io faccio ritratto, si?” Mi dice aspettando una risposta, mentre io inebetita lo avevo evidentemente osservato per un tempo troppo lungo senza dire una parola.
“No, no grazie.”
“Bella signora, venti euro faccio ritratto!”
Scrollo la testa: “Venti euro? Sei matto? No, no no.”
“Tu molto bella, quindici euro?”
Scrollo ancora la testa e finalmente lui desiste.
E’ deluso, si dirige verso altre ragazze sole in spiaggia, molto più giovani di me.
Lo vedo allontanarsi da me mentre osservo il suo perfetto culetto sodo, rimanendo ammaliata da così tanta perfezione: “Dai Lorena è un ragazzino!” Mi dico, tentando di scacciare immediatamente quel pensiero che per un’attimo aveva fatto capolino nella mia mente e mi rimetto a prendere il sole.
Il giorno dopo.
Mi guardo allo specchio a destra e poi a sinistra con il mio bikini blu non soddisfatta.
“Non so più che cazzo mettere! Mi sembrano sempre più grosse!” Borbotto mentre guardo i rigonfiamenti delle tette in prossimità delle coppe imbottite del reggiseno, evidentemente troppo abbondanti per l’indumento.
Ero sconsolata. Già da ragazzina ero costretta a comprare due costumi da bagno con taglie diverse per andare in spiaggia, usavo lo sleep “M” per sotto ed il reggiseno XXL per sopra, ma con il passare degli anni trovare un costume per le mie proporzioni era diventata un'impresa impossibile. Ero perfino arrivata a farmi fare un costume su misura da una sarta, per poter mantenere le coppe più grandi che riuscivo a trovare nei negozi e restringere il gancetto posteriore per poterlo adattare al mio busto esile.
Non avevo troppa scelta. Questo che avevo indosso sembrava troppo piccolo, quello di ieri era a lavare e l’altro… no, no l’altro no…
Vado in spiaggia, stendo il mio asciugamano e mi sdraio per approfittare di questa bellissima giornata di sole.
Il sole di prima mattina è caldo ma non fastidioso, sembra massaggiare la mia pelle.
Con gli occhi chiusi sento le onde infrangersi sulla spiaggia coccolandomi con un suono monotono e piacevole, poi: “Bella signora, oggi ritratto?”
Apro gli occhi di scatto e lo trovo ancora davanti a me.
Inforco immediatamente gli occhiali per poter ammirare nuovamente il fisico dell’artista di spiaggia; il mio sguardo si perde tra i suoi pettorali perfetti ed abbronzati, mentre osservo scivolare una gocciolina di sudore che ondeggia tra le pieghe di suoi addominali scolpiti.
Mi guarda con i suoi occhi bruni insistentemente e sento una stretta al linguine.
“Tu bella signora, quindici euro ritratto!”
Cerco di far uscire quel pensiero insano che nuovamente mi balena in testa.
Mi guardo intorno; la spiaggia è affollata, piena di ragazzine giovani e bellissime con fisici scultorei da modelle in erba: Dai Lorena, questo qui non guarda certo te, mi dico.
“Quanti anni hai?” Gli chiedo
“Diciotto!”
Cazzo, ha meno della metà dei miei, penso: “No, no grazie!” Gli dico respingendolo.
“Tu molto bella signora, quindici euro, fare ritratto!?” Mi dice ancora più deciso.
Penso, sono solo quindici euro, che saranno mai? Ero quasi sul punto di cedere: "Quindici?" Chiedo in maniera ridondante.
"Sì quindici! Togli il costume, bella signora italiana!” Indicando il mio reggiseno.
“Che? No, no, no!” Gli rispondo in fretta.
“Togli costume, nessuno ha costume!”
“No, no, no, ciao, ciao.” Gli rispondo schiacciandolo malamente.
L’artista di spiaggia mi dà le spalle e si allontana sconsolato mentre il mio sguardo si posa nuovamente sul suo culetto perfetto.
Mi guardo intorno; in spiaggia quasi tutte le ragazze erano in topless, solo io e poche altre eravamo in due-pezzi.
Osservo invidiosa le ragazze intorno a me, sfoggiare i loro fisici perfetti da adolescenti, con le loro tettine nude, tonde e appuntite che sfidano la legge della gravità: Ma dove vado io con questa latteria? Penso.
Certo, avevo già fatto qualche volta topless, ma ero su una spiaggia deserta, in compagnia di un “amico”, oppure a casa in giardino, ma quì, nonostante gli innumerevoli nudi che mi circondavano, mi sarei sentita a disagio..
Lo vedo allontanarsi e mi sento strana, da un lato penso di essere riuscita a sfuggire ad una situazione imbarazzante dall’altro…
Ora sta ad una decina di metri e parla con una ragazza bionda, che avrà una ventina di anni.
Lei si sdraia, si mette in posa, mentre lui ad un paio di metri da lei apre il suo album e la fissa per qualche secondo, poi inizia a disegnare.
E’ bello come il sole, mentre sta posando lo sguardo sulla ragazza nuda delineando i suoi contorni, le sue curve.
Il modo in cui la osserva, la guarda, scruta i suoi lineamenti più intimi, è così eccitante… potevo essere io quella ragazza…
E’ concentrato, intento nel suo lavoro di artista; alza solo per qualche attimo lo sguardo dal suo album per scovare qualche altro particolare della ragazza, per poi di nuovo immergersi completamente nella sua opera.
Ammiro la sua bellezza esotica quasi imbambolata, rimanendo assai sorpresa quando distoglie per un attimo lo sguardo dal suo lavoro e sorride nella mia direzione.
Sento come un fremito: Mi sta sorridendo? Mi chiedo.
All’inizio mi sento lusingata, ma poi penso: E se in quel momento stesse solo pensando: “Ehi babbiona, visto che ne ho trovata un’altra?”
Finisce il suo lavoro, prende i suoi soldi e se ne va.
Giorno seguente
Guardo con attenzione a destra poi a sinistra, scrutando tra quella massa enorme di persone in spiaggia senza trovare quello che cerco.
Non demordo, cerco di aguzzare la vista dietro le piccole lenti rettangolari dei miei occhiali per miopia, ma tutto è vano, vedo solo una distesa infinita di persone, lettini, ombrelloni, sabbia e mare.
Sono ore che che lo stò cercando senza successo e pensare che oggi mi sono messa pure questo stupido costume rosso che mi sta creando mille problemi.
Tiro i triangoli più su, poi più giù, prima a destra e poi a sinistra, ma non c’è verso; non importa quanto tenti di aggiustare il pezzo di sopra, i due triangoli che dovrebbero garantire un minimo di copertura, sono evidentemente troppo piccoli e non riesco a coprire per intero le mie grosse areole nocciola.
Non mi sento a mio agio.
Mi sento addosso gli sguardi libidinosi degli uomini e quello di sufficienza delle donne che sfoggiano i loro fisici longilinei, perfetti e nudi.
Pur essendo più vestita di loro, con questo bikini striminzito mi sento più nuda.
Basta! Non riesco più a sopportare questa pressione! Vado a fare un bagno.
Mi immergo, nuoto, tento di rilassarmi tra le acque cristalline di quel mare stupendo.
Potrebbe passare in questo momento ed io potrei non vederlo da qui senza i miei occhiali, penso.
Forse dovrei uscire dall’acqua, ma l’ho aspettato per così tanto tempo…
Mi decido, esco dall’acqua.
Passo dopo passo mi dirigo verso il mio lettino sdraio, tenendo le braccia incrociate sopra i seni e non mostrare ai bagnanti i miei capezzoli, che induriti dal freddo dell’acqua, sembrano voler perforare i sottili triangoli rossi che li coprono.
Mi sdraio, metto i miei occhiali e all’improvviso l'immagine intorno a me diventa nitida: Finalmente lo vedo!
Sta avvicinandosi da lontano, con il suo album in mano, l’artista di spiaggia.
Sono agitata, non vedo l’ora che arrivi qui da me, mi vede da lontano, mi sorride e viene dritto da me senza guardare che gli sta intorno:
“Ciao bella signora italiana, ritratto dieci euro?”
“Oggi dieci?” chiedo in maniera ridondante mentre lui annuisce.
“Ok” mi affretto a rispondere.
Sento il cuore battere a mille. Sono emozionata, ma anche eccitata, oggi mi sembra ancor più bello mentre prepara i suoi strumenti di lavoro.
“Togli costume!” Mi dice.
Passo le mani dietro la schiena e tiro i capi del fiocco per scioglierlo.
I miei grossi seni balzano in avanti facendo schizzare via i due piccoli triangoli liberandosi, poi sfilo l’altra estremità dalla testa rimanendo in topless.
Mi sdraio sul mio lettino con schienale a metà tra dritto e sdraiato.
Vado per togliere gli occhiali ma lui mi ferma: “No bella signora, non togliere!”
“Con gli occhiali?” chiedo, mentre lui annuisce.
Porto indietro i miei capelli bagnati poi sollevo le braccia e le metto dietro la testa.
Tiro su la gamba destra così da poter poggiare la pianta del piede sul lettino e guado verso un punto non definito.
Lui mi osserva muto. Sento posare il suo sguardo su di me, mi scruta scolpendo nella sua mente ogni tratto, ogni curva, ogni mia piega, non c’è alcun posto che si possa sottrarre al suo sguardo attento.
Sono eccitata da morire, per fortuna il mio slip è ancora bagnato, penso, ma ho i capezzoli forse più duri e sporgenti di prima e questa volta non è certo colpa del freddo…
Lo vedo con la coda dell’occhio, il mio adone, la tentazione è troppa e ruoto la testa per poterlo vedere meglio: “Ferma bella signora!” Mi sgrida, ma è bastato solo quel momento per far aumentare il mio stupore e la mia eccitazione.
Sotto il suo slippino nero ha una evidente erezione: Anche lui è eccitato!
Questo mi da forza. non mi interessa più degli sguardi invidiosi delle bagnanti e quelli libidinosi dei loro compagni; anzi mi eccita ancora di più.
Mi sento rimescolare il sangue, fatico a stare ferma.
“Fatto!” dice.
“Vedere?” Rispondo
“No bella signora, dare dieci euro e io fare vedere!”
“Credo di non averli qui ma non c’è problema, vieni con me a casa così posso darteli, ok?”
“Ok” risponde.
Mi alzo, prendo la mia t-shirt e la infilo, senza preoccuparmi di rimettere il pezzo di sopra del costume, poi prendo le mie cose e ci incamminiamo.
Ogni tanto mi volto e lo guardo quasi incredula mentre cammina dietro di me, senza fare nulla per coprire la sua eccitazione.
Arriviamo davanti alla porta del piccolo appartamento, la apro, gli faccio cenno di passare..
Le finestre sono chiuse, nella saletta domina l’oscurità, spezzata solo dalla poca luce che filtra tra le stecche delle persiane.
Chiudo la porta dietro di me e mi volto.
Il suo viso è a soli pochi centimetri dal mio, sento un tumulto interiore, i nostri sguardi si cambiano, lo bacio.
Bacio lungo, meraviglioso, le nostre bocche si aprono, le lingue ci attorcigliano mentre i nostri respiri si affannano.
Mi stacco da lui, non posso più resistere.
Lo bacio ancora sulle labbra e scendo.
Lo bacio sul mento e scendo.
Lo bacio sul collo e scendo.
Lo bacio sul petto e scendo.
Lo bacio tra i suoi stupendi addominali e scendo.
Lo bacio sull'ombelico e scendo.
Lo bacio appena sopra allo sleep.
Che buon odore che ha! Odora di giovane maschio.
Lo voglio assaggiare!
Lo guardo dal basso inginocchiata davanti a lui, tiro fuori la lingua, l'appoggio appena sopra lo sleep e risalgo passandola tra le scanalature degli addominali, lasciando una scia umida di saliva.
Ha un gusto salato, intenso, meraviglioso.
Apro la bocca lentamente, avvicino i denti alla sua pancia scolpita e lo mordo prima delicatamente, poi aumentando via via la pressione finché non emette un gemito.
Lo lascio e osservo il piccolo segno circolare che gli ho procurato con il morso.
Prendo i suoi sleep ai lati e li tiro giù facendo saltare fuori il suo pene come fosse una molla.
E’ teso, punta verso l’alto come pronto al decollo.
Non è un pene enorme, forse leggermente più grande di quello di mio marito, ma è ben proporzionato, diritto, teso allo spasmo, un nervo come il resto del suo corpo.
Lo prendo alla base e con la lingua ripasso le linee della sua cappella mentre lo guardo dal basso.
Infilo in bocca il cazzo ed inizio a succiare. Muovo il capo avanti e indietro, facendo scivolare il cazzo fino in fondo alla gola.
Ho appena iniziato e già lui si contrae, mugola e gode riversando il suo sperma all’interno della mia bocca.
Il gusto della sua sborra è meraviglioso.
Lo lasci finire tranquillo finché i lineamenti del suo viso non si rilassano ed assume un’espressione beata.
Lo guardo ancora dal basso, apro la bocca e gli mostro il frutto del suo desiderio sulla mia lingua.
Mi guarda soddisfatto.
Tiro dentro la lingua, ingoglio e la tiro nuovamente fuori, questa volta pulita, poi gli sorrido maliziosamente facendogli capire che ho gradito il suo succulento seme.
“Tu troppo bella signora italiana.” Mi dice.
“e tu troppo paraculo!” Gli rispondo mettendomi a ridere mentre mi immagino che non abbia capito nulla di quello che gli ho appena detto..
Mi alzo in piedi, forse un pò delusa per la velocità del rapporto, ma cerco di non farglielo notare: “Ok, ti do i dieci euro così mi fai vedere il ritratto” Gli dico, ma mi afferra per un braccio bloccandomi: “Signora io scopare!”
Rimango un attimo interdetta, non capisco, poi lo guardo in basso e vedo che la sua asta non ha perso per nulla vigore.
E’ ancora teso, duro, pronto per essere usato:
“Beata gioventù!” Gli dico sorridendo mentre lo prendo per mano e lo porto davanti al letto.
Incrocio le braccia e sollevo la mia t-shirt fino a farla uscire dalla testa rimanendo nuovamente con le tettone di fuori.
Vedo il suo sguardo illuminarsi ebro dal desiderio:
“Ti piacciono?” Gli dico.
Annuisce, mentre ha la bocca aperta per l’eccitazione.
Prendo il mio slippino rosso ai lati, lo faccio scivolare a terra e mi siedo sul letto appoggiando i gomiti sul giaciglio.
Apro le cosce sollevando in aria le ginocchia così da presentare al giovane artista di spiaggia la mia patatona.
L’eccitazione traspare dai suoi occhi mentre si getta su di me.
Freme, quasi trema, mente prende il suo pene e lo affonda con veemenza nella mia vagina bagnata.
Inizia a muovere il suo bacino avanti ed indietro, partendo già a ritmo sostenuto, ed aumentando progressivamente la velocità mentre io affondo con forza le mie unghie rosse sul suo stupendo culetto.
Chak chak chak, un colpo dietro l’altro, sento gli schiocchi del suo pube contro il mio, mentre con la bocca mi succhia i capezzoli duri.
Percossa come da una mitragliatrice guardo il suo stupendo viso lussurioso perdendomi nei suoi occhi.
Avvolgo le gambe sul suo torso stringendole e contraggo i muscoli dell'inguine per poter sentire meglio il suo cazzo dentro la mia figa fradicia.
Che sensazione meravigliosa!
Sento il mio orgasmo farsi strada fino ad esplodere mentre iniziò ad urlare per il piacere percossa incessantemente dai suoi veementi colpi.
Lo guardo, dopo esser venuta, mentre continua a martellare per altri venti minuti la mia figa, incessantemente, senza alcuna tregua.
Sarebbe capace di scoparmi un giorno intero penso, ma io non potrei resistere per così tanto tempo, per cui appoggio una mano sul suo pube spingendolo indietro.
Mi guarda non capendo, si ferma facendo uscire il membro dalla mia vagina.
Lo prendo in mano e lo guido lì vicino, in un posto più stretto e riservato.
AHAIIII!!! Urlo!
Non ha avuto alcun riguardo per me.
La sua veemenza ha violato l’intimità di quel posto, così più stretto e angusto della vagina. Rinizia a martellare come un fabbro sodomizzandomi con violenza facendo di nuovo crescere la mia eccitazione.
"Vienimi dentro!” Gli dico mentre con due dita ho iniziato a massaggiare con movimenti circolari il clitoride.
Mi bacia, cominciamo ad ansimare in simultanea e contemporaneamente raggiungiamo l’orgasmo urlando all'unisono mentre mi sborra nel culo.
Si accascia sul mio petto stremato; lo accarezzo amorevolmente sulla testa mentre sta baciando uno dei miei capezzoli turgidi.
“Lei è troppo bella signora” Mi ripete.
Stiamo un po' di tempo in quella posizione poi ci alziamo.
Vado a prendere i suoi dieci euro in un cassetto: “Tieni, ora fammi vedere il ritratto!”
Me lo porge: “Tieni signora bella; io scopare però anche domani, Ok?” Mi dice con la faccia da schiaffi.
“Dai, dai, ora vattene!” Gli dico mentre lo spingo leggermente verso la porta.
Lui si mette a ridere, si riveste e poi esce del mio appartamento salutandomi.
Lo vedo andarsene ed il mio sguardo si posa nuovamente sul suo culetto perfetto.
Sospiro, chiudo la porta rimanendo nella penombra dell’appartamento.
Guardo il mio ritratto: “E’ bellissimo. Non è soltanto bravo a scopare” Penso, mentre guardo quel disegno che mi raffigura.
Su un angolo del disegno c’è una dedica: “Più bella signora italiana”
Malinconicamente penso che purtroppo per me questo è l'ultimo giorno in cui rimarrò in quest’angolo di paradiso e forse non potrò vedere mai più il mio bellissimo artista di spiaggia, ma potrò conservarne il dolce ricordo grazie al suo stupendo disegno…
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