Babbo Natale

C'era una volta un tizio con la barba lunga e molto grasso. Di professione faceva il medico e andava in giro per il paese a regalare doni ai bambini più bisognosi. Lo faceva perché quando guariva i bambini dalle malattie, per farsi ripagare, le madri che erano povere gli succhiavano la sua grande minchia. Non solo, dopo il pompino il tizio le prendeva a pecora e le sbatteva davanti ai mariti. I quali alcuni incitavano le mogli e si masturbavano, altri non ce la facevano a guardare e si giravano dall'altro lato e altri ancora si univano a loro. Questi ultimi o effettuavano delle doppie in cui il tizio le inculava, mentre il marito le stantuffava in fica o viceversa. Oppure il tizio scopava in fica, mentre il marito glielo metteva in bocca e viceversa. Poi il tizio sborrava nella bocca della moglie e certe mogli condividevano il suo sperma coi propri mariti. Erano così soddisfatte le donne che certe volte chiedevano all' uomo di ripassare a Natale e come regalo portar loro il suo cazzone. Lui passava dando doni au più piccoli e la matanga ai più grandi. Fu così che naque la leggenda di Babbo Natale. Un giorno Babbo Natale incontrò un gruppo di elfe di cui una era malata, lui la guarì in cambio le elfe fecero sesso con lui e lui le mise tutte incinta sborrandole dentro. I figli gli furono molto devoti e lui andava in giro con delle renne a distribuire doni e sesso. Un giorno incontrò una ragazza sui diciottanni che era malata, la guarì. Come da tradizione ingroppò la madre , ma nel mentre, la ragazza entrò nella stanza e disse alla madre che voleva ringraziare il suo salvatore a dovere. La ragazza si denudò e Babbo natale glielo mise prima in bocca e poi la scopò in fica, finché non le sborrò dentro con l'approvazione della madre che poi le leccò la fica. Costei divenne Mamma Natale. I due decisero quindi di stabilirsi al polo nord con gli elfi e le elfe portando doni e sesso ovunque era richiesto. Gli elfi fecero loro una magia in modo tale che divennero immortali e vissero per sempre felici e sessuali.