Moglie e figlia puttane

Scritto da , il 2010-03-19, genere incesti

Qualche tempo fa misi un un annuncio su una rivista specializzata in ricerche di partner. All’inizio non volevano pubblicare la mia richiesta, poi si decisero a farlo. In effetti la mia richiesta era abbastanza fuori dal normale. Infatti avevo scritto: “corso una donna scopo matrimonio con le seguenti caratteristiche: età non superiore ai 35 anni, corporatura formosa, italiana, amante del sesso”. Io non ci trovavo nulla di male, ma si vede che il redattore aveva da obiettare. Finalmente vidi pubblicato il mio annuncio con tanto di indirizzo di posta per la corrispondenza. Ricevetti una decina di lettere ed altrettante e-mail. Ognuna delle donne diceva di avere le caratteristiche da me richieste. Scelsi le lettere di coloro che avevano allegato una foto. Con esse intrattenni un breve periodo di corrispondenza per capire se effettivamente corrispondesse al tipo di donna che desideravo. Allora io avevo 37 anni ed avevo il pallino di volere una moglie che fosse il più puttana possibile. Quando ebbi modo di parlarne con le mie corrispondenti, parecchie si ritirarono, ma una decina dissero di essere attratte dal mio modo di pensare. Dissi che desideravo una moglie che non si facesse scrupoli di nessun genere nel fare sesso, sia con uomini che con donne, che non avesse il minimo pudore a rimanere nuda davanti agli altri, in spiaggia ma non solo, specialmente a casa quando venivano a trovarci degli amici. Desiderano una donna molto peccaminosa che mi potesse soddisfare sotto ogni punto di vista. In cambio io offrivo la libertà totale, una vita agiata. Il mio punto irremovibile comunque era la fedeltà psicologica, nel senso che anche se la mia futura moglie si fosse data ad altri uomini, doveva rimanere pur sempre mia moglie e quindi dovevo essere io il punto principale dei suoi desideri. Tra le poche che continuarono a scrivermi, un paio di esse mi stuzzicavano molto, in quanto descrivevano minuziosamente il loro modo di vivere la loro giornata tipo. Ma una di esse attirò maggiormente la mia attenzione in quanto mi inviò delle sue foto dove era ritratta con degli amici. Quella foto mi rimase attaccata agli occhi perché la donna era ritratta completamente nuda mentre ballava su un tavolo durante una festa con amici. In effetti quel che volevo io c’era tutto: dall’esibizionismo, al sesso senza freni perché lo scritto che accompagnava la foto diceva chiaro che la festa si era conclusa con una bella orgia ove erano presenti altre donne con le quali lei aveva anche goduto. Non riuscii a resistere molto. Le diedi il mio numero di cellulare. Mi chiamò dopo un paio di giorni. Lei non era della mia città, ma era italiana, proprio come desideravo. Era libera da impegni in quanto non aveva un lavoro fisso, però c’era una cosa che non mi aveva detto, ma che poi mi fece un gran piacere. Decidemmo di incontrarci. Andai a trovarla nella sua città, che non era molto distante dalla mia. L’appuntamento era in un bar della piazza principale. Quando vidi Laura, il nome della donna oggi mia moglie, rimasi di stucco. Di presenza era molto ma molto meglio che in foto. I suoi capelli ricci neri le facevano da cornice e la sua carnagione mora la faceva sembrare una donna bellissima. Dopo la presentazione iniziammo a parlare ed io mi accorsi che molti dei miei punti collimavano con i suoi. Ad un certo punto mi disse che comunque aveva una cosa da confessarmi e che non mi aveva detto prima per paura che io l’avessi scartata. In un certo senso ci rimasi male perché mi sentivo come se avesse tradito la fiducia che avevo riposto in lei. In sostanza mi disse che non era sola. Rimasi a guardarla in modo interrogativo pensando che alludesse al fatto che conviveva con qualcuno o che addirittura fosse sposata. Il mio entusiasmo si affievolì, mi alzai, la salutai ed alzai via. Durante il viaggio di ritorno pensai a lungo a quelle parole. Non mi importava tanto il fatto che lei avesse un altro, quanto il fatto che non me l’avesse detto durante la nostra corrispondenza. Pensavo a lei continuamente, anche perché la sua figura mi piaceva e la sua età, 37 anni, andava bene con la mia, 40. Non riuscivo più a dormire. Presi il telefono e la chiamai invitandola a casa mia. Il giorno fissato Laura si presentò a casa mia in compagnia di una ragazza, alta quasi quanto lei, ma più giovane. Credetti fosse la sorella, quindi le feci accomodare. Laura era abbigliata in modo molto provocante con un vestivo che la fasciava molto e le copriva ben poco. Altrettanto dicasi della sorella che aveva una minigonna di pelle molto corta ed il seno era lasciato libero sotto una camicia di raso, dalla quale si notavano benissimo i capezzoli erti di entrambe. Di tanto in tanto mi davo qualche pizzicotto per vedere se stessi sognando o fossi desto. Ero desto. Intanto avevamo preso a riprendere il discorso e Laura mi disse di essersi innamorata di me in maniera straordinaria. Io pensai che forse le faceva comodo dire quelle cose. Poi le feci la domanda che non le avevo fatto quando la lasciai in tronco la volta precedente: il fatto che lei avesse detto di non essere sola. Laura non disse nulla, girò lo sguardo verso la ragazza che io credevo sua sorella. Elisa, disse indicando la ragazza, lei è mia figlia. Cominciò a girarmi la testa per l’emozione. Iniziai a fare delle domande ad Elisa dicendole il mio modo di vivere e se a lei stesse bene. La piccola Elisa, che aveva 18 anni, disse che non si scandalizzava di nulla avendo vissuto con la madre senza il minimo pudore. Mi balenò subito un pensiero diabolico, quello se le due dicessero la verità, quindi presi a fare delle domande più spinte. Senza per nulla scandalizzarsi Laura si sbottonò la camicia scoprendo il seno, per poi sbottonarla alla figlia mettendo a nudo il seno di quest’ultima che, sebbene fosse poco più di una fanciulla, in fatto di seno aveva preso dalla madre. Laura prese a succhiare i capezzoli della figlia per poi andare a finire a baciarsi in bocca con molta passione. Le due troie mi fecero arrapate tantissimo, tanto che mi spogliai e mi buttai tra di loro. Feci l’amore prima con Laura e poi con Elisa. La ragazza non era vergine, ma poco importava. Era straordinario fare l’amore con entrambe. Avevo trovato proprio una moglie come volevo io. Rimasero a dormire a casa mia e il giorno dopo andarono via presto. Fissammo un appuntamento a casa loro per la prossima domenica. La troppa voglia che avevo addosso mi mise in ansia, così partii alle 6 giungendo poco prima delle 8. suonai al campanello. Mi venne ad aprire Elisa. La guardai e vidi che non era molto abbigliata. Indossava un minuscolo slippino dal quale si vedeva la peluria del pube ed il seno era in vista poiché aveva la vestaglia aperta. Mi fece accomodare in cucina dove prese a preparare il caffè. Nel frattempo la feci sedere sulle mie ginocchia e presi a palparle il seno e a baciarla. Lei non si tirava indietro e mi incitava chiamandomi “papà”. Quella cosa mi metteva il pepe addosso e mi aveva fatto ingoiare al massimo. Dopo aver bevuto il caffè, Elisa mi si piazza davanti, mi tira giù la lampo e mi estrae il cazzo. Me lo prende in bocca e inizia a spompinarmi. Non ci metto molto a raggiungere l’orgasmo. Lo faccio dentro la sua bocca e lei ingoia tutto. Mentre ancora sto scaricandomi nella bocca di Elisa, vedo spuntare Laura la quale mi apostrofa un po’ maluccio, nel senso che stavo approfittando della sua bambina e non ero andato subito da lei. Stavo per rispondere quando vedo un’altra ragazza accanto a Laura. Rimango un po’ imbarazzato, ma Laura mi calma dandomi un bel bacio in bocca. Anche l’altra ragazza aveva il seno scoperto, ma indossava un paio di slip di seta. Aveva il corpo splendidamente abbronzato e liscio senza una piega. Somigliava tremendamente a Laura. Non azzardai a nessuna ipotesi, rimasi a guardare. Laura, rivolgendosi alla ragazza al suo fianco, mi presentò dicendole che ero la persona che voleva sposarla. Allungai la mano dicendo il mio nome e la ragazza disse il suo: Nicola. Ma Nicola era un nome da uomo, pensai tra me e me. Laura preparò la colazione e andammo tutti a tavola. Parlammo di tante cose e mi accorgevo che tutte e tre le donne erano di un impudico unico, forse lo facevano per comodo, perché io dovevo sposare Laura e quindi mi assecondavano. Mentre parlavamo, mi piovve una tegola in testa. L’altra ragazza mi venne presentata come il fratello di Laura. Il fratello e non la sorella. Ma Nicola sembrava una donna e non un uomo. Chiesi spiegazioni a Laura la quale, molto candidamente, ammise che suo fratello amava comportarsi da donna. Detto questo lo baciò con molto ardore in bocca. Io rimasi stordito. Se lui amava comportarsi da donna, come mai baciava un’altra donna? Elisa disse che lo zio era gay, ma riusciva a fare l’amore solo con lei e la madre, come se fosse un vero uomo. Stavo quasi per svenire tanto la testa mi girava. Non potevo impelagarmi in quella famiglia, anche se ero un tipo molto vizioso, quello era troppo. Rimango seduto sulla sedia mentre Nicola si alza in piedi seguito dalla sorella e dalla nipote. Entrambe le donne prendono a baciarlo sulla bocca, sulle guance per poi scendere lungo il corpo. Il seno sembrava essere quello di una donna. Ad un tratto Laura abbassa gli slip di Nicola mettendo a nudo un superbo cazzo ben duro. Lei sapientemente lo imbocca e lo spompina un pochino per poi passarlo alla figlia che fa altrettanto. Le tre donne sono nude, anzi due donne, l’altro è metà e metà. Laura si piega sul tavolo e Nicola la infila da dietro nella figa. Vedo il suo seno toccare le spalle di Laura ed Elisa si infila sotto le cosce dello zio per leccargli le palle. Nicola si svuota dentro la figa della madre. Poi tocca alla nipote. Stranamente Nicola ha ancora il cazzo duro, sembra finto. Elisa allarga le cosce e con le dita anche la fighetta. Lo zio le è subito dentro anche perché Laura ha sapientemente leccato la fighetta della figlia poco prima. Nicola prende a stantuffare la nipote mentre Laura si dedica a me. Ero attratto da quella situazione, anche se avevo qualche conato di repulsione, ma era tremendamente eccitante. Nicola svuotò la sua verga dentro la figa della nipote, ma non smetteva di montarla sembrava inesauribile, continuava a fotterla regolarmente. Intanto Laura mi fece accomodare sul divano e prese a parlarmi di Nicola. Dopo pranzo Laura mi fece distendere accanto a lei sul suo letto, ma non facemmo l’amore, piuttosto parlammo di noi e di quello che avremmo potuto fare; come dare un avvenire ad Elisa, visto che lei aveva abbandonato gli studi dopo le medie. Mentre parlavo avevo davanti agli occhi il cazzo duro di Nicola. Non so perché, ma al solo ricordo nella mente ero eccitato. Laura se ne accorse e mi chiese se volessi avere un rapporto con Nicola. Risposi assolutamente di no, ma il mio cazzo duro mi tradiva. Laura prese ad accarezzarmelo, poi mi prese per mano e mi portò in camera di Nicola. Elisa si accorse della manovra e ci seguì. Le due donne rimasero in piedi sulla soglia della porta mentre Nicola si alzò dal letto venendomi incontro. Era strano il fatto che lui aveva il cazzo sempre duro. Indossava una vestaglia trasparente aperta davanti e dal centro delle sue cosce spuntava imperioso il cazzo duro. Egli si avvicinò a me e cercò di baciarmi in bocca. Io girai il viso dall’altra parte, ma lo baciai sulla guancia per poi scendere verso il seno che sembrava in tutto quello di una donna, anche se i capezzoli non erano molto sviluppati. Il suo corpo era profumato ed invogliava a baciarlo. Scesi ancora fino ad inginocchiarmi. Il suo maestoso cazzo prese a toccarmi il viso, poi aprii la bocca e lo presi dentro. Era una sensazione bellissima ed eccitante. Era la prima volta che prendevo in bocca il cazzo di un uomo e poi quello non era un vero uomo. Accelerai il ritmo implorandolo di sborrarmi in bocca. Lo fece talmente copiosamente che stavo per soffocare. Quel liquido era schifoso ma mi attraeva tanto. Mi sembrava un nettare e lo cercavo con la lingua. Poi Nicola mi chiese di infilarglielo nel culo. Mi misi dietro di lui e lo infilzai. Il suo culo non sembrava quello di un uomo, ma quello di una donna. Lo montai un poco e poi gli sborrai dentro. Dopo circa sei mesi io e Laura ci sposammo. Elisa venne a vivere con noi naturalmente e le feci prendere delle lezioni private imponendole di prendere almeno il diploma da ragioniera. La mia bella famigliola era riunita. Il mio sogno era realizzato. Appena a casa le mie donne si prendevano cura di me. Elisa era quasi sempre nuda in casa, e quando venivano delle persone a trovarci io le dicevo di vestirsi in modo da far vedere ogni cosa. Così anche Laura che si presentava vestita con un vestitino cortissimo e molto largo che le arrivava sopra il culo lasciandolo scoperto assieme alla peluria del pube, indossava anche il reggicalze e le calze con la scarpe con i tacchi alti da farla sembrare una vera puttana. Chiunque mi veniva a trovare mi faceva i complimenti per mia moglie e mia figlia che il più delle volte stava a cosce spalancate mostrando la fighetta bagnata. Mia moglie serviva da bere abbigliata in quel modo e non tutti resistevano davanti a lei. Chi dimostrava interesse per mia moglie, lo lasciavo scopare con lei, davanti a me e lei ne andava fiera succhiando cazzi e facendosi sborrare dentro la figa come la più puttana delle donne. In due anni Elisa conseguì il diploma, essendosi presentata da esterna e adesso lavora come ragioniera nella mia ditta. Sono a conoscenza delle sue scappatelle con un altro dei miei dipendenti, anzi ho saputo che una volta si è fatta prendere da due uomini contemporaneamente, ed io ne vado molto fiero, anche perché uno dei due mi ha confessato di amare mia figlia e di volerla sposare nonostante lei si comporti da troia. Ma anche mia moglie di tanto in tanto ci viene a trovare in ditta e volendo controllare il suo futuro genero, si rinchiude con lui in archivio e si fa rombare. Ormai i miei dipendenti sono a conoscenza delle scappatelle di mia moglie e qualcuno, credendo di rivelarmi chissà quale segreto, mi racconta ogni cosa, ma io rispondo che non posso farci nulla se ho sposato una puttana ed ho una figlia più puttana della madre.

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