Viaggio in treno - 1

di
genere
dominazione

Questo sarà un racconto un po’ diverso, un esperimento. Quindi attendo i commenti/feedback. I protagonisti sono io e Gio. A turno racconterò i pensieri/azioni di una e dell’altro.

GIO: Sono un uomo da poco entrato nei fantomatici anta.
Sono da un po' di tempo molto nostalgico, ripenso a quella che ormai mi sembra la vita di un' altro. Circa dieci anni fa' avevo costruito una relazione master slave con una bellissima ragazza di appena vent'anni.
Quella relazione mi aveva dato tanto, e mentre, a causa della mia auto fuori uso in seguito ad un brutto incidente, seduto sul seggiolino di una scomoda poltroncina di una treno rievocavo l'immagine delle mie mani che stringevano i fianchi candidi della mia slave, mentre la prendevo da dietro con movimenti lenti e potenti, mi sembrava di sentire come allora la sua voce scandire numeri in progressione ad ogni profonda penetrazione. Mentre pensavo a questo e il mio cazzo si drizzò con la coda dell' occhio qualcosa o qualcuno nel mio stesso vagone cattura la mia attenzione.
Mi appoggio ai braccioli mi tiro su a sedere assumendo con non chalaches una posizione più elegante e simmetrica, nascondo il viso dietro alle figure alzate che si frappongono tra me e l'oggetto del mio interesse mentre, discretamente, provo a direzionare la mia erezione in una posizione più discreta. Il mio cazzo è sempre stato un problema, si impossessa di me con un continuo bisogno di soddisfazione sessuale nonostante il fatto che nel tempo si sia calmato e regolarizzato, rispetto a quando mi facevo chiamare Master. A distanza di dieci anni, ero diventato capace di attendere la periodica disponibilità della mia compagna per placare il mio amichetto. Ma oggi mi sento condizionato dalle suggestioni di quel periodo e l'idea di trovare una nuova ragazza da corrompere e ridurre a mero oggetto si forma nei miei pensieri, spinto dalla potente erezione la mia parte sadica si crogiola nel piacere di giocare con lo sguardo a catturare gli elementi di quel viso che suggerivano innocenza. Il mio fisico ancora piacente si tendeva nascosto dalla posizione mentre come a giocare al gatto e al topo i miei occhi cercavano lo sguardo della nuova preda in cerca di anche solo un fugace contatto. Concentrato in questo gioco, non mi accorgo che molti minuti sono passati, non riesco a trattenermi in questo lasso di tempo dal toccarmi elegantemente il pacco cercando di essere il più discreto possibile, ma il mio cazzo animato dalla mia attività predatoria non accennava a calmarsi. Decido di alzarmi, raccolgo lo zaino e lo indosso sopra la mia giacca di pelle, mi stiracchio rumorosamente mentre alzo le braccia e fletto all'indietro la colonna vertebrale, in questo gesto non considero che al centro del mio metro e ottantacinque il pacco era messo totalmente in evidenza. Cosa starà pensando la mia preda mi domando, mentre finalmente dalla nuova visuale acquisita finalmente compare alla mia vista il suo corpo.

IO: L'ennesima giornata di merda... piovosa e fredda anche se è fine aprile... L'essere pendolare poi non aiuta! L'unica consolazione è che a quell'ora il treno è abbastanza tranquillo. Entro nel primo vagone a destra. esamino i posti cercando un gruppo da quattro libero per isolarmi. Passo i primi posti, ma è tutto "occupato" poi mi accorgo che è tutto occupato. Così torno indietro e vado al piano superiore, passando sento uno sguardo puntato addosso, mi giro ma non c'è nessuno... boh era l'impressione.
Salgo e che bello! il vagone è deserto. Mi apparto nell'angolo in fondo isolato, più lontano possibile dalle scale per restare da sola.


GIO: Salendo le scale per un istante il neon flasha, finisco la rampa mentre la luce torna regolare e continua. Fiuto l'aria animato da un istinto sconosciuto, il mio sguardo guizza a cercare la mia piccola topina. Eccola rannicchiata in un angolo lontano del vagone chiusa nella pace della solitudine. Voglio guastare quella pace, sconvolgere quel silenzio e provo ad indovinare che suono abbia la sua voce. Cerco di stabilire un contatto con i suoi occhi, la fame cresce come pure il mio cazzo che non smette di tirarmi. In questi momenti una strana vergogna mi assale, mi sento malato e ho bisogno di trascinare con me nella lussuria qualcuno, meglio se una resistenza vacilante mostra la sua vulnerabilità. E quindi con sguardo fermo e risoluto incrociati gli occhi della topina alzo leggermente il mento in un gesto che ricorda un saluto e che suona come un ordine.


IO: Vedo questo tipo avvicinarsi, che cazzo, che cosa vorrà... spero almeno che si sieda lontano. faccio finta di guardare il cell, ma con un occhio lo spio. Se uno sguardo potesse parlare ora sta urlando: guai a te se ti avvicini...
E invece... che palle si avvicina e arriva in fondo, mi guarda sembra quasi un lettore di codici a barre: sembra che mi stia analizzando, un cenno con la testa e io sorrido, un po' tirato direi...


Non dirmi che è il classico tipo che ha voglia di chiacchierare in treno e ha scelto proprio me... ti prego fa che non lo sia!


GIO: Un sorriso accennato è tutto ciò che mi viene concesso, non sembra intimorita dal mio sguardo, ma il fatto che abbia risposto a quel cenno mi sembra positivo.
Tiro sù la manica scoprendo l'orologio, la osservo come rapito, mi assicuro che lei segua le mie mani.
Quando sono sicuro che sta guardando, mentre mi sfilo lo zaino con una mano con l'altra mi aggiusto il pacco senza sembrare troppo volgare e disinteressandomi completamente della mia topina. Poi mentre mi siedo osservo per verificare reazioni.


IO: Nooo si siede qui... lo fisso, si sistema, ma che fa??! si sistema il pacco? ma... potrebbe anche evitare... arrossisco un filo accorgendomi che ha una bella patacca tra le gambe... ora per far scendere il pudore sorrido pensando "va beh oggi mi si siede di fianco un pornoattore ahahah"... mi isolo ancora di più mettendo la testa sullo schermo del cell.


GIO: Finalmente, vederla arrossire mi provoca una scarica elettrica che mi scorre veloce su tutta la schiena, la mia topina si sta trasformando in un riccio, adesso è il momento di confonderla.
Apro lo zaino e ne tiro fuori un taccuino Moleskine e una matita.
Sono una persona ordinaria, senza troppe abilità speciali o straordinarie, ma quando sono posseduto da questo demone le mie qualità si amplificano, deve essere una specie di sdoppiamento di personalità. Mi capita addirittura a volte di vedermi fuori dal mio corpo mentre delizio la mia preda con abili manovre portandole sulle vette più alte del piacere.
Quando sono in questo stato è come se riuscissi a fare qualsiasi cosa per arrivare a dominare la mia preda è come se questa bestia che mi abita avesse la capacità di adattarsi istantaneamente alla situazione.
In questo caso incredibilmente ho iniziato a ritrarre il meraviglioso e giovanile volto nascosto da quel piccolo schermo che lo colorava di riflessi blu e dorati.
Faccio questo senza mai più incrociare i suoi occhi fino a che non abbia finito.

Continua...
di
scritto il
2024-05-14
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