Il bacio

Scritto da , il 2013-04-13, genere sentimentali

Ora potevo essere anche più certa che solo chi fosse riuscito ad aprirmi la mente avrebbe ottenuto altrettanto rapidamente quella contemporanea delle mie gambe, scivolando tra esse alla scoperta di una insospettabile indole che mi avrebbe posta nuda di fronte alla ineluttabile dimostrazione di aver saputo come trovare l'unico accesso che conduce all'onirica dimensione cerebrale capace di rendermi così insospettabilmente vulnerabile.
Nessuna materia avrebbe potuto influire su tale giudizio, trasformando qualsiasi forma esteriore nella consistenza adeguata a far si che potesse verificarsi l'incrocio desiderato anche oltre ogni più inimmaginabile logica.
Ed ecco allora come poteva essere dato al senile autore dei racconti erotici, la cui ispirazione era stata carpita alle immagini dell'amico che le aveva prodotte, di poter assaporare il gusto di quella medesima bocca, ora aperta oltre la staticità degli esclusivi ritratti, e pronta a corrispondere con altrettanta enfasi alle efficaci esplorazioni, avvinghiandosi alla lingua dell'uomo che ne aveva prodotto la resa.
Scevra da qualsiasi più comune pregiudizio, lasciando che l'intrusione potesse trovare lo spazio voluto, non potei fare altro se non confermare quanto fosse possibile attraversare il mio corpo una volta abbattute le barriere mentali.
Spogliata totalmente da ogni cosa che avrebbe potuto eludere la completa visione del corpo, mi abbandonai alle libidinose effusioni che mi venivano imposte, incapace di opporre qualsiasi formale difesa in grado di rendere meno audace ciò che si andava certificando.
Subito liquefatta al contatto con le dita solerti che avrebbero reso ancora più evanescente il transito nel mio corpo, dopo avermi preparata a dovere egli fu in me con inaspettata irruenza, iniziando a percuotermi con foga altrettanto inaudita per una persona di quella sua età.
I colpi del maglio senilmente efficace ebbero l'effetto di produrre in me inalienabili sensazioni emotive, tali da obbligarmi a rispondere compulsiva tra i gemiti rivelatori dello stato subliminale in cui mi aveva calata.
Venendo al pari di una comunissima troia lo implorai di riempirmi le viscere come meritavo, avvertendo finalmente sgorgare quanto avevo richiesto a suggello di quell'atto così folle del quale mi ero resa esplicitamente protagonista.
La lingua protesa a ricevere il frutto di quella follia, priva di qualsiasi forma apparente di istintivo disgusto, lasciando che il seme mi irrorasse il palato, scivolandomi in gola copioso a placare l'arsura dell'inusuale amplesso, mi abbandonai ebbra al piacere sensoriale che solo una mente perversa può consentire.

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