I migliori anni della vostra vita

di
genere
gay

Questo è quello che diceva sempre l’allenatore Berti a noi ragazzi: "Ragazzi, questi sono i migliori anni della vostra vita." Se fosse stato vero, allora la mia vita sarebbe stata veramente un disastro.
Avevo 18 anni ed ero vergine. Qual’era il problema? Tutti gli altri ragazzi della squadra si vantavano della loro prima la notte, di quali ragazze gli avevano fatto pompini o avevano allargata la figa per loro o cose del genere. Non che trovassi tali vanterie offensive. Proprio no. Ero vergine ma anche un diciottenne facilmente eccitabile ed arrapato e mi piaceva ascoltare le loro storie. Non sapevo se erano vere, non mi importava. Le storie mi davano altro materiale per le mie seghe. La cosa strana era che non immaginavo nel mio cervello fiche allargate, mentre di notte afferravo il mio uccello duro e sparavo un carico sulla mia pancia piatta, io immaginavo il culo di quel ragazzo o quel ragazzo che pompava su e giù mentre fotteva qualche bel corpo sotto di se. Qualche volta immaginavo di avere la bocca riempita da un bel cazzo e questo me lo faceva sempre diventare duro.
Sicuro, avere quelle fantasie mi preoccupava, ero omosessuale o qualche cosa del genere, ma non riuscivo ad evitare che quelle immagini venissero e, ad essere onesto, quando ero sdraiato di notte sopra le lenzuolai, le gambe larghe e la mano che pompava su e giù il mio uccello fino a che le sensazioni aumentavano e grugnendo sparavo un altro grosso carico di sperma, tali preoccupazioni non erano un fattore importante. Era dopo che ero venuto che mi sarei dato delle botte per quelle fantasie, ma poi mi dicevo che chiaramente l’unica cosa che conoscevo era il mio cazzo e quindi era naturale centrare le fantasie su di un uccello. Questo mi faceva sentire meglio, ma non per molto.
Finché pensieri di culi, uccelli e sperma dei ragazzi fecero parte delle mie fantasie masturbatorie, io ero abbastanza tranquillo. Fu quando mi accorsi che guardavo gli altri ragazzi mentre ci spogliavamo nello spogliatoio, quando tentavo di dare un’occhiata al pene di qualcuno e, me ne resi conto, sperare di vedere che il tizio mostrasse un’erezione o andare nelle docce con tutti i ragazzi che giravano intorno e sentire un misto di paura ed eccitazione, fu allora che cominciai a preoccuparmi realmente del fatto che mi stessi trasformando in un omosessuale.
Come se la vita non fosse già abbastanza difficile...
Lo sport era quello che mi riempiva la vita; vivevo in un quartiere popolare, allevato da una ragazza madre perché i miei vecchi, per qualche ragione avevano deciso di separarsi quando ero ancora piccolo e dal punto di vista scolastico non ero una cima, non a livello di bocciature ma stavo tra il 5 ed il 6. Sì, la vita era difficile.
Ad un certo punto l’allenatore Berti mi chiamò nel suo ufficio dopo l’allenamento. Io non ero la stella della squadra o uno dei suoi preferiti. Non ero mai stato chiamato nel suo ufficio o non mi aveva mai prestato particolare attenzione fino ad allora.
"Cosa sta succedendo?" Mi chiese appollaiato sull'orlo della scrivania. Lo faceva, penso, per mostrarsi per quello che era, diversamente dagli insegnanti che avevamo. Io pensai che era abbastanza strano a dire la verità. Lui voleva che tutti pensassimo che era uno di noi anche se più vecchio,33 anni o giù di lì, ed il nostro allenatore. Uno dei ragazzi? Sì, ma non era possibile.
"Cosa vuol dire?"
Mi guardò per qualche secondo e poi sospirò.
"Dai, Davide, non sono stupido e neppure cieco. Ti sta succedendo qualche cosa e vorrei sapere cosa. Cazzo... questi sono i migliori anni della tua vita, sai. Quindi qualunque cosa sia, quanto può essere grave?"
Io alzai le spalle e studiai una piastrella consumata del pavimento del suo ufficio.
"Si tratta di ragazze? Sì, giusto, sarà quello, uh-huh.”
"No... " Mormorai.
"Ok... tutto bene a casa? "
"Sì..." Risposi, alzando le spalle e volendo dannatamente essere fuori di lì.
L’allenatore mi studiò (è l'unico modo di descriverlo: Studiò) per qualche secondo, poi si alzò, chiuse la porta e le tende della finestra che guarda nello spogliatoio.
"Siediti, Davide" Disse prendendo una sedia e facendomi segno di accomodarmi mentre ne prendeva un’altra e si sedeva. Anch’io mi sedetti, i miei occhi continuavano ad essere abbassati al pavimento. Cazzo, nessuno lo lo scopava?
"Puoi parlarmi, lo sai. Voglio che tu sappia che sono qui per ogni uno di voi ragazzi."
Io accennai col capo.
"Nelle ultime settimane... bene, è abbastanza ovvio qualche cosa sta succedendo in te. Sei sicuro che non si tratti di ragazze?"
"Affermativo."
"Hmmm-mmmm... è... i ragazzi? " Chiese, un po' ansante.
Non potevo farne a meno, diventai tutto rosso in faccia e la mia testa si alzò mentre gettavo un'occhiata spaventata all’allenatore prima di lasciare cadere di nuovo i miei occhi alla piastrella rossa e nera rotta del pavimento. Perché lo chiedeva, sapeva? Oh cazzo, sapeva!!
"Ahhhh... è, non è? " Chiese dolcemente facendo scivolare un po' più vicino la sua sedia.
"Va tutto bene, Davide... molti ragazzi alla tua età sono... curiosi. È normale." Disse.
"No, non lo è... " Dissi finalmente.
"Chiaramente ci sono... tonnellate di cose da verificare da parte dei ragazzi... fa parte del crescere..." Tentò di rassicurarmi mentre metteva una mano sul mio ginocchio. Parte di me si sentì rassicurata avendo la sua mano là e parte di me stava diventando un po’ eccitata. Voglio dire, lui stava facendomelo diventare duro anche se io non volevo che lo diventasse e lottavo per non diventare duro. Era una battaglia persa.
"Credo... " Io alzai le spalle. L’allenatore mantenne la mano dove stava.
"Hai fatto qualche cosa... con un altro ragazzo, voglio dire." Chiese quietamente.
Lo fulminai con uno sguardo, i miei occhi si allargarono.
"No!" Gridai. Era vero, era così e non stavo mentendo. Gli ero grato per non avermi chiesto se mi sparavo seghe pensando a ragazzi....
"Ok, ok... e quondo ti masturbi? Pensi di fare qualche cosa con ragazzi?"
Oh cazzo....
Accennai col capo lentamente, sentendomi una merda totale.
"Hmmmm... " lui mormorò, la sua mano era ancora sul mio ginocchio ma, avrei potuto giurarlo, stringeva un po’ di più. Forse stava solo tentando di rassicurarmi, ma a me non faceva quell’effetto.
"E cosa immagini di fare?" Chiese, la sua voce che prima era quieta suonava ora... non so... tesa. Io stavo sudando come un maiale e veramente, veramente, veramente volevo solo uscire da lì.
"Non so... solo... delle cose... qualche volta...." Balbettai.
"Che genere di cose?" Insistette.
"Sa... solo delle cose... "
L’allenatore tacque per qualche secondo... credo forse, più di 30 secondi. Ma mi sembrarono minuti.
"Davide... " Disse, poi fece una pausa.
Io alzai gli occhi verso di lui. L'espressione sulla sua faccia non era di disgusto o scioccata o rabbiosa o qualsiasi cosa del genere. Era più come... come placida, capite? Come se mi stesse capendo realmente. Qualche cosa del genere.
"Davide.... ti dirò qualche cosa che deve rimanere assolutamente tra te e me. Va bene?"
Io accennai col capo.
"Molti ragazzi hanno quei pensieri, ok? Per migliaia di anni i ragazzi li hanno avuti. Anch’io li ho qualche volta... sì, mi capita. Quindi, vedi, non è strano o sporco o qualsiasi cosa tu pensi."
"Davvero?"
"Uh-huh..." Disse lui sorridendo un po’ ed inclinando la testa per sbirciare la mia faccia.
"Co... a cosa, allora, lei pensa?" Balbettai.
"Hmmm... Dunque tu non vuoi dirmi i tuoi pensieri ma vuoi che ti dica i miei, huh?" Ridacchiò. Era vero, aveva segnato un punto a suo favore.
"Oh, sì... scusi..." Dissi.
"Allora” sorrise "Io te lo dirò ma solamente se tu prima mi dici quello che pensi. Lo prometto. va bene?"
"Uhmmm... sì... ok... Lei vuole dire, subito?"
"Sicuro."
"Oh... l'uhmmm... io... io penso a ragazzi che fottono... " Dissi.
"Che fottono altri ragazzi?" Mi pungolò. Altri ragazzi? Gulp, non avevo mai pensato che ragazzi potessero fottere ragazzi. Mi chiesi come potessero farlo. E dove. No... no, assolutamente no... non nel culo!
"No... cazzo... no, intendevo fottere ragazze!"
“Aahhh... ok, bene, questo è veramente normale. Cosa altro?"
Tornai a guardarlo, sentendomi veramente un po’ strano. Come se dentro di me fossi accaldato ed agitato.
Deglutendo con forza bisbigliai: "Penso ai loro uccelli dentro... dentro... la mia bocca...."
"Realmente? Interessante. E quel pensiero ti eccita?"
Accennai col capo. Gaw, il mio uccello era così duro....
"Ok e pensi al tuo uccello nella loro bocca?" Chiese.
"Qualche v... no, no... " Dissi. Gaw, avrebbe pensato che ero un pervertito totale.
"Hmmmmm... Ok. Grazie, Davide per avere abbastanza fiducia in me per dirmi tutto questo. So che deve essere stato duro... hem, voglio dire, difficile... "
Lo guardai, aveva detto che se io glielo avessi detto, lui me l’avrebbe detto, così aspettai in silenzio. Invece sembrava lui stesse pensando.
"Allenatore?"
"Sì, Davide?"
"Lei ha detto che mi avrebbe detto... "
"Oh! E’ vero! Mi spiace.... uhm, sì. Prima ho bisogno che tu capisca che questo deve assolutamente rimanere tra di noi e non può essere rivelato a nessuno, mai, Ok? È tra te e me..."
"Lo so... "
"Bene, ok, quando mi masturbo, e sì, uno della mia età si masturba ancora di tanto in tanto, tutti i ragazzi lo fanno, io penso di fare una sega ad un altro ragazzo o succhiarlo... qualche volta penso anche che ci succhiamo l'un l'altro... l'altro ragazzo ed io, voglio dire... non... noi... " Disse, facendo segno a me e lui.
Dicendo “non noi” immediatamente" fece comparire un’immagine nella mia testa, di me che esattamente lo facevo... succhiavo l’allenatore Berti. Ed insieme a questo il mio corpo fu attraversato da un brivido, il mio uccello divenne ancora più duro ed io dovetti comprimermi l’inguine. Lui mi vide farlo e ghignò.
"Sei un po’ eccitato, uh?" Bisbigliò, la sua mano ora era sulla mia coscia e non sul mio ginocchio. Quando lo aveva spostato? Mi chiesi.
Io accennai col capo. Voglio dire che era ovvio dall’erezione sotto i miei pantaloncini; gettai uno sguardo tra le sue gambe e, lo giuro, i suoi pantaloni avevano una macchia bagnata dove probabilmente stava il suo uccello. Lui seguì i miei occhi ed abbassò lo sguardo alle sue anche.
"Ooops... è scoppiato!" Ridacchiò. "Vedi? Dici quello che pensi e questo è il risultato... "
Deglutii ed accennai col capo.
"Davide...?" Disse piano.
'Sì?"
"Vuoi... vuoi vederlo?"
"Uhmmm... sicuro... " Dissi con una sensazione di soffocamento.
"No, davvero... Tu vuoi vederlo" Disse enfatizzando il 'tu'. Io immediatamente capii perché lo faceva. Non mi avrebbe mostrato il suo uccello a meno che non fosse sicuro che volessi vederlo.
"Sì... Io voglio vedere il suo uccello, allenatore..." Dissi semplicemente. Wow, l’avevo detto davvero.
Si alzò ed andò a chiudere a chiave la porta. Tenendo gli occhi su di me spinse lentamente giù i pantaloni. Portava i sospensori che mostravano una grande macchia bagnata. L’avevo già visto in pantaloncini e così sapevo che aveva gambe pelose e sode ma vederle così da vicino... allungai una mano e la feci scorrere su di una gamba.
"Davide.... " sospirò. "Meglio che tu stia attento a farlo ragazzo mio... potresti dare delle idee al tuo allenatore..." E rise.
Mentre lo guardavo fece scendere lentamente la borsa dei sospensori dallo stomaco alle gambe, e l’uccello saltò fuori.
Non avevo mai visto un altro uccello duro prima si allora e certamente mai di un uomo. A me quell’uccello sembrò, se non enorme sicuramente lungo e spesso e venato e.... sexy. Lui non era circonciso come me ma il suo prepuzio era arrotolato indietro sulla cappella che era di un colore marrone ed aveva due escrescenze fra cui vi era una fessura profonda sotto la quale c’era il buco della piscia. La mia cappella non era così, era un po’ affusolata sopra ad un grosso tubo.
Il respiro dell’allenatore era cambiato, stava respirando come faceva dopo avere corso su e giù per il campo, dandoci indicazioni per l’allenamento. Non avevo avuto altre esperienze sessuali se non quelle della mia mano sul mio uccello, ma riconobbi che era eccitato... eccitato con me o per me. Pensai che era una cosa fica.
"Mostrami il tuo, Davide... "
Mi alzai rapidamente e spinsi giù i pantaloncini insieme ai sospensori liberando finalmente il mio uccello dolorante dalla sua prigione. Saltò duro contro la mia pancia liscia. Alzai la t-shirt per evitare che fosse macchiata dal fluido chiaro che fluiva dalla mia cappella.
"Ohhh... che bravo figliolo... " Disse lui piano. "Posso toccarlo?"
"Sì... " dissi avanzando verso di lui. Quando la sua grande, forte, calda mano si avvolse intorno al mio giovane cazzo, ansai. La sua mano era molto meglio di quanto facesse la mia.
Lui sorrise e, mettendo l’altra mano sulla mia spalla, menò lentamente su e giù il mio uccello. Io chiusi i miei occhi ed a bocca aperta ansai di nuovo.
"Ti piace ?" Chiese.
"Oh sì... sì. E’ veramente bello." Gemetti.
"Puoi toccare il mio, se vuoi..." Aprii gli occhi ed avvolsi la mano intorno al suo pene meravigliandomi di come sembrasse duro e forte. Quando le mie dita si chiusero intorno o quasi intorno, lo sentii pulsare un po’. Lo carezzai su e giù mentre guardavo il prepuzio scivolare su e giù.
"Ooooh, Davide... anche a me piace... Tu... tu hai un tocco eccezionale... " Ansò chiudendo gli occhi con forza. Capii che stavo facendo un bel lavoro e questo mi fece sentire... potente.
Lui indietreggiò tenendomi sempre per il cazzo e mi trascinò finchè il suo culo non battè contro l'orlo della scrivania. Vi si appoggiò indietro, allargò le gambe e mi ci tirò in mezzo, continuava a masturbarmi lentamente ed io menavo su e giù il suo grosso uccello. Fece scivolare l’altra mano dalla mia spalla alla mia schiena e poi sul mio culo che massaggiò un poco. Era bello. Fece risalire la mano sulla mia schiena, sotto la t-shirt, pigiando le dita lungo la mia spina dorsale prima di ritornare al culo.
"Tutto ok? " Chiese aprendo gli occhi e guardandomi.
"Oh sì... " Sospirai.
"Mmmm... anche a me piace. Hai un bel culo sodo e liscio... l’allenamento sta dando i suoi frutti, uh?" Sorrise, anch’io sorrisi ed alzai le spalle.
"Credo..."
"Voltati... lasciami vedere come sta diventando bello il tuo sedere..."
Mi girai, lo sentii spingere in su la t-shirt quasi alle spalle e far correre in giù la mano al culo che massaggiò allargandomi un un paio di volte le natiche.
"Chinati un po’ in avanti e spingi in fuori il culo... sì, così. Perfetto... " Disse. Sentii un paio di dita percorrere la fessura tra le chiappe e poi toccarmi il buco. Mi ritirai. Non perché faceva male ma perché pensai che l’avesse toccato per sbaglio, perché avrebbe dovuto toccare il buco di un ragazzo?
"Non ti ho fatto male, vero? " Chiese interessato.
"N-no..." Bisbigliai.
"Ok... " e lo sentii toccarlo di nuovo e farci intorno dei cerchi con le dita. Dopo un paio di minuti di questo la sensazione là dietro cambiò. Era come se il mio buco del culo stesse diventando arrapato. Ansai e spinsi indietro un po’.
Sentii un riso soffocato.
"Sapevo ti sarebbe piaciuto... a molti ragazzi piace... lo rifaremo prima o poi... " Disse alzandomi e facendomi girare.
"Cosa pensi... su metterti in bocca l'uccello di un altro ragazzo...?" Disse percorrendo la mia faccia con le sue dita.
"Uh-huh..."
"Se vuoi... puoi... sai... provare ora... col mio. Se vuoi. Se non vuoi va bene anche così." Disse.
Io gettai uno sguardo al suo cazzo e mi chiesi se sarebbe riuscito ad entrare nella mia bocca. Pensai fosse il caso di provare, se non fossi riuscito avrei potuto leccarlo o roba del genere. Mi sarebbe piaciuto, pensai. Presi il suo pene e mi ci curvai sopra.
"oh sì... " Lo sentii bisbigliare e sentii la sua mano carezzarmi la testa. Mi piacque.
Non avevo mai avuto alcun genere di contatto con un maschio adulto da quando mio padre se n’era andato... e neppure prima a dire il vero. Questa situazione era tutta nuova per me ma anche eccitante. Voglio dire, io non ero così ingenuo da pensare che l’allenatore fosse innamorato di me, non stavo pensando in quei termini. Sapevo che quello che stava accadendo era sesso ed io volevo quello. Odiavo essere vergine ed almeno questo era sesso. Quindi era fico. Ma anche l’attenzione che l’allenatore mi stava mostrandomi era fica. Dapprima fui un po' sorpreso, ma poi mi sembrò normale quello che stava accadendo e l'accettai come parte di ciò che si fa fra uomini.
Naturalmente in quel momento non stavo pensando a tutto questo, l’unica cosa era che la vista dell’uccello era veramente interessante e mi eccitava. L'idea di mettere la sua virilità nella mia bocca mi diede una sensazione che attraversò tutto il mio corpo. Le sue carezze al mio cazzo mi eccitavano anche di più. E lui che mi carezzava testa e capelli era più di quanto volessi. Non c'era quindi niente che non mi piacesse. Aprii la bocca e feci passare il suo pene tra le mie labbra.
Sentii le mie labbra stirarsi sulla punta bulbosa del suo uccello duro e la durezza spugnosa del suo cazzo che mi riempiva e pigiaava in giù la mia lingua scivolando lentamente dentro. C'era anche un certo sapore, muschiato direi o roba del genere. Non avevo mai assaporato prima niente del genere ma tuttavia era un sapore familiare. Il sapore di uccello. Il gusto di uccello. Sì, quello era... l'uccello. Feci rotolare la parola nella mia testa. Uccello. E feci avanzare la bocca sul suo cazzo finché non ne ebbi dentro metà.
Quando la cappella spinse leggermente in fondo alla mia gola, soffocai e rimasi mortificato.
"Va tutto bene... " Bisbigliò lui. "Prendine quanto puoi, non devi ingoiarlo tutto subito.
"Mi spiacente..." Dissi. "Pensavo fosse quello che voleva da me..."
"Lo farai, credimi, ma per ora stai facendo più che bene" Mi assicurò.
Cominciai a succhiare la verga e fui soddisfatto nel sentirlo ansare e geme. Ero davvero orgoglioso di quello che stavo facendo e provocandogli quei suoni. Chiaramente la mia bocca stava dandogli molto piacere ed io cominciai a succhiare più forte.
"Unnnghh, Davide.... sì, così figliolo.... oh sì.... Stai facendo veramente bene.... oh gaaawd che bello..." Ansò.
Mentre lo succhiavo mi eccitavo sempre più e cominciai a fare cose difficili come muovere la lingua lungo l’asta, o intorno alla testa o masturbargli l’uccello dentro e fuori della mia bocca.
Sembrava che a lui piacesse.
Dopo molti minuti l’allenatore tolse il suo cazzo dalla mia bocca e ridacchiò quando io cercai disperatamente di riaverlo.
"Ehehehe... Ti piace succhiare l’uccello, vero?" Disse facendomi correre una mano sulla nuca. Io accennai col capo guardandolo.
"Bene. Ne sono contento. Anche a me piace e se vuoi ti succhio il tuo, va bene?"
"Sì! " Dissi entusiasticamente.
Lui tornò ad alzare la t-shirt sul mio corpo.
“Togliamo questa roba, ok?" Disse facendomela passare dalla testa e lanciandola sulla scrivania. Poi si accosciò di fronte a me, il suo uccello spuntava duro e brillante tra le sue grosse cosce pelose e fece scivolare la bocca sopra il mio uccello.
Improvvisamente le ginocchia cedettero e dovetti afferrare le sue spalle. Sentii le sue mani afferrarmi sotto il culo e spingermi dentro più profondamente. Gettai uno sguardo in giù e vidi il mio uccello scomparire nella bocca finché le sue labbra non spinsero contro la base del mio pene. Ce l’aveva tutto in bocca e anche lui stava soffocando lamentandosi. Lo tenne intrappolato profondamente nella sua calda bocca per alcuni secondi, poi cominciò a succhiare tirandolo fuori di tanto in tanto per leccare la testa prima di immergerla di nuovo.

"Ohhh... Ohhhhh... Ohhhhhhhh.... " Io ansai. "Mmmm sì... ohhhh..." Non avevo mai sentito niente del genere. Neppure le seghe avevano fatto sentire al mio cazzo una cosa così. Era così bello, infatti, che stavo per venire e dissi: "Unnnghh coach... ci sono.... sto per sborrare... " Ansai. Lui si tolse e mi strinse l’uccello. Lo strinse piuttosto forte, davvero. La sensazione di venire scomparve rapidamente.
"Owww..." Uggiolai.
"Mi spiace... non volevo farti male, ragazzo... volevo solo che tu non eiaculassi ancora..."
"Oh... ok... ma potrò venire,vero?"
"Oh sì.... " Ridacchiò "Lo faremo ambedue, io spero."
Sentendo quello un’onda di piacere mi attraversò. Oh sì, io realmente, veramente, veramente volevo vedere l’allenatore sborrare. Assolutamente.
"Mi piacerebbe vedere... " Dissi io, riferendomi al fatto che lui eiaculasse.
"Ti piacerebbe?" Ridacchiò mai "Hai mai visto un altro uomo sparare la sua roba?"
"No, solo la mia..."
"Mmmmm... quando spari, cosa ne fai?" Chiese, la sua mano giocava delicatamente col mio pene e le mie palle.
"Cosa intende? "
"Bene, dove lo spari, prima di tutto?"
"Oh... l'uhm... sopra il mio stomaco di solito o qualche volta sulla mia gamba... o nel water, anche"
Allenatore sorrise, sembrava stesse pensando a qualche cosa e decidere poi se dirlo.
"L’hai mai assaggiato?" Chiese guardandomi fisso in faccia.
"Intende il mio sperma?" Chiesi incredulo.
"Sì... ma è chiamato 'seme'. Lo sperma è quello che c’è nel seme..."
"Oh, sì... ok... lo so. Uhmm... bene... davvero, sì l'ho assaggiato una volta. E’ strano?"
"No, non lo è. È il tuo, non può farti alcun male ed inoltre molti uomini mangiano i loro carichi. Io spesso lo faccio."
"Wow. Realmente? Oh uomo.... " Gemetti. "E’... wow."
"E quando un ragazzo succhia un altro ragazzo, come tu ed io abbiamo appena fatto, qualche volta l'altro ragazzo gli spara in bocca e lui ingoia sperma dell'altro ragazzo."
"Realmente? Uh... " Pensai che la cosa mi sembrava un po' sporca ad essere onesto, ma allo stesso tempo pensai che non avrei avuto problemi se l’allenatore avesse sparato la sua roba nella mia bocca... forse... chissà... Hmmmm....
Lui sembrò sapere quello che stavo pensando.
"Quindi... quando mi farai venire, vuoi vederlo sparare fuori o vuoi provare a prenderlo?" Chiese.
"Vuole dire mangiare il suo? Oh... io...io non so... forse.... io non so.... " Dissi un po' agitato, non volevo deluderlo.
"Bene, non ce ne preoccuperemo per ora. Se vorrai prendere in bocca il mio sperma sarò più che felice di farlo per te. Se non vorrai, andrà bene lo stesso." Mi rassicurò.
Aveva una mano sulla mia spalla mentre mi stava parlando e l’altra mano stava carezzandomi l’uccello e giocando con le mie palle ma poi tolse la mano per non farmi venire troppo presto e quando spinse dolcemente ma fermamente sulla mia spalla per farmi succhiare il suo uccello, dopo forse un minuto o due; non molto tempo, ma sufficiente perché non sparassi troppo velocemente il mio sperma.
Presto il suo cazzo fu di nuovo nella mia bocca e fui lieto di vedere che riuscivo a prenderne più di metà senza soffocare e lui disse che stavo imparando davvero rapidamente.
"So che" Disse dopo un paio di minuti che gli succhiavo il pene "non è l’unica cosa che piace ad un uomo." Questo attirò il mio interesse.
"Cosa può esserci d’altro?" Chiesi tenendo il suo uccello vicino alla mia bocca e sentendo che lui lo strofinava sulla mia guancia.
"Prova a succhiarmi le palle... solo per vedere come è facile." suggerì. La cosa mi sembrò interessante così spostai la bocca alle sue grandi palle. Oh wow.
Sentii un profumo come di pane fresco quando ci spinsi contro la faccia. Era difficile prenderle in bocca per succhiarle perché rotolavano via. L’allenatore avvolse le sue dita intorno alla parte superiore dello scroto, come a formare un anello con pollice ed indice, bloccandole. Ci feci correre sopra la lingua e lui allargò le gambe e si abbassò sulle ginocchia per offrirmi le palle. Sembrava gli piacesse che gliele leccassi.
"Apri la bocca il più possibile... sì, così va bene... " indicò e spinse le palle nella mia bocca finché le mie labbra non furono contro la parte inferiore del suo uccello. La mia bocca era completamente piena, sentivo solo il suo sudore e quel caldo sapore di pane che riempiva la mia bocca ed il fondo della gola. Con un po’ di sforzo trovai che riuscivo a spostare la lingua contro le sue palle.
"Mmmmm sì... succhiami le palle.... oh sì, è davvero bello... " Gemette.
Mentre gli succhiavo le palle, lui cominciò a masturbarsi, sentivo le nocche della sua mano strisciare contro la punta del mio naso.
"Continua a succhiare le mie palle, Davide... sì. Oh sì... Unnnnghhh sto per venire.... continua a succhiarle... Unnnghh sì.... sì.... ci sono... ohh... ohhhh gawd, sborro, sborro.... Unnnnggghhhhh..... " L’allenatore ansò, la sua voce divenne più forte e le gambe si tesero. Sentii il suo corpo spasimare e poi sentii un caldo schizzo contro la mia fronte ed un altro un altro lungo la mia guancia e compresi che stava venendo ed il suo sperma stava schizzando sulla mia faccia. Io mi stavo masturbando violentemente e cominciai ad eiaculare anch’io.
"Mmmmmnnnghh... Mmmnnnnghh.... Nnnnnmmmpphhhh... " Gemetti intorno alle sue palle ed il mio uccello sparava la mia roba bianca sulle sue gambe e gocciolava sui suoi piedi.
Lentamente tolse le palle dalla mia bocca e sorrise.
"Mi sei venuto su di un piede?"
"Uhmm... sì... mi spiace.... " Dissi guardandolo.
"Hmmmm... io dovrei fartelo leccare via.... " lui disse. Credo stesse solo scherzando ma pensai che fosse serio così mi piegai, feci correre la mia lingua sul suo piede e leccai via tutto il mio sperma, anche tra le dita.
"Oh gawd, Davide... io...io non volevo che tu lo facessi... maledizione! Ma mi è sembrato veramente sexy!" Bisbigliò tirandomi su e baciandomi la bocca.
Per il resto del liceo ci vedemmo 2, 3 qualche volta 4 volte la settimana. Lui mi insegnò come succhiare l’uccello, prendere la sborra in bocca e spesso mi succhiò finché non gli venivo in bocca. Qualche volta ci limitavamo a masturbarci l’un l’altro, oppure ci sdraiavamo sul pavimento o sul sofà di cuoio nel suo ufficio, il mio uccello nella sua bocca ed il suo nella mia e ci succhiavamo finché non venivamo nella bocca dell'altro ed ingoiavamo lo sperma. Io ingoiavo sempre a meno che lui non volesse sborrarmi sulla faccia o sul cazzo o da qualche altra parte.
Un paio di settimane dopo la nostra prima sessione nel suo ufficio eravamo solo lui ed io, tutti gli altri erano andati a casa. Credo che fossimo gli unici due nell'edificio, ma sicuro lo eravamo nel’ala di educazione fisica. Lui suggerì di andare nello spogliatoio, io ero un po' nervoso, avevo paura che entrasse qualcuno, ma lui disse di non preoccuparmi, dopo le 5 lo chiudeva sempre e così era sicuro.
Quella fu la prima volta che l’allenatore mi inculò su una delle panche dello spogliatoio.
Io ero sdraiato sulla panca con le gambe ai due lati, lui si sedette di fronte a me e si curvò a succhiarmi uccello e palle. Ricordo che ero particolarmente arrapato quel giorno. Quando si abbassò a succhiarmi le palle, mi alzò le gambe e sentii la sua lingua che cominciava a colpire la parte posteriore dello scroto e muoversi verso il fondo della fessura del culo. Cominciai a protestare, ma lui continuò spingendo la lingua nella mia fessura. Sentii una sorta di gelo ma allo stesso tempo era bello. Ma, cazzo... la fessura del mio culo? Eeewwww...
"Girati Davide, mettiti in ginocchio... " mi disse. Lo feci e sentii la sua bocca e la sua lingua sul fondo della mia schiena, baciando e leccando, poi muoversi in basso verso la cima della mia fessura del culo. Appoggiai la fronte alle mie braccia sulla panca e gli lasciai fare qualunque cosa volesse fare. Voglio dire che lui sicuramente sapeva quello che stava facendo, ok?
Tuttavia quando sentii la punta della lingua intorno al mio buco di culo, mi ritirai.
"Stai fermo, Davide... " Bisbigliò "Ti piacerà, lo prometto."
Sentii la lingua rotolare intorno al mio buco alcune volte. Era strano, ma anche piacevole. Poi cominciò a piacermi. Poi ad essere veramente bello. Voglio dire, veramente bello. Ansai e senza che me ne rendessi conto, il mio culo di spinse indietro contro la sua faccia.
"Ehehehe... vedi? Sapevo che ti sarebbe piaciuto... ma sarà anche meglio... " Disse e mi leccò l’ano mio altre volte, poi sentii la sua lingua spingere contro il mio buco del culo.
"Unnnghh.... ghh... cosa sta facendo?" Ansai. Improvvisamente sentii come se il mio buco si aprisse e la sua lingua vi strofinasse sopra.
"Oh mio diiioooo... " Gridai colpendo coi pugni la panca di legno e spingendo indietro il culo. "Oh caaazzzooo.... "
Sentii il suo riso soffocato con la faccia seppellita tra le mie chiappe e la lingua spinta nel mio culo. Era stupendo. Tutto il mio culo sembrava aver preso vita. La sua lingua mi stava facendomi impazzire trasformandomi in... un... animale, che grugniva e gemeva, ruotando il culo contro la sua faccia, ansando. Dovevo fare un bel rumore, a dir la verità, ne sono convinto. Non potevo farne a meno, non avevo mai sentito tanto piacere.
Dopo alcuni minuti smise e lo sentii frugare nella borsa che aveva portato con se. Guardai dietro le mie spalle e lo vidi a gambe divaricate sulla panca, il suo uccello sporgeva tra le sue gambe più duro che mai, rosso scuro, quasi marrone. Prese un tubo di gel e ne spremette un po’ sul suo cazzo e lo massaggiò, poi se ne spremette sopra la punta delle dita e le spinse contro il mio buco del culo.
Il gel era freddo e mi ritirai ma non mi tolsi. Sapevo quello che stava per fare. Stava per incularmi. Stava per deflorarmi, per prendere la mia verginità ed io lo volevo. Oh ragazzi, l’avevo sempre voluto.
"M... mi state per inculare?" Bisbigliai raucamente.
"S... sì... " Disse.
"Oh uooomoo...." Gemetti.
"È un che 'Oh uomo' va bene o 'Oh uomo' n...?"
"Oh uomo sì... io... io penso.... " Ansai mentre le sue grosse dita scivolavano dentro di me allargando il mio buco vergine e carezzando le pareti del culo. "Diiiooo... allenatore.... " Ansai.
"Tutto bene là?" Chiese.
"Mmmmmm.... " Borbottai accennando col capo.
"Oh, ora ti metterò dentro il mio uccello... è probabile che dapprima dia fastidio o anche male, ma passerà, te lo prometto. Farò piano, ok?"
"Uh-huh...."
Sentii la testa del cazzo dell’allenatore che spingeva contro il mio anello anale ed un dolore acuto mi attraversò.
"Unnnnghhh!!!! Aspetti.... " Gridai mettendogli una mano sulla coscia.
"Respira profondamente, Davide e rilassati... di più... " e spinse di nuovo.
"Aaaaaagghhh.... cazzo!! N... io... io non posso.... diiioooo..." Gridai quando un dolore acuto divenne una vampata al calor bianco.
"Spingi... e respira... respira...."
Lui spinse di nuovo.
"Oh cazzo, oh cazzo!!! Si fermi, per favore. Owwwwww..." Gridai.
"Davide.... " Cominciò a dire ma io non lo stavo ascoltando.
"No... lo tiri fuori. Oh dio, fa male... io... non voglio.... lo tolga, lo tolga, lo tolga!"
Improvvisamente sentii dolore su di una natica. Allenatore si era tolto e mi aveva schiaffeggiato il culo. Forte.
"Forza, Davide.... Tu devi essere inculato, ok? Io ho bisogno di incularti e lo voglio... ti avevo detto di rilassarti e spingere indietro."
Non l’avevo mai sentito parlare così eccetto quando mi stava masturbando, la cosa mi scioccò, deglutii e respirai profondamente, tremante espirai.
"Bene. Ancora uno.... " mi ordinò. Quando espirai lo sentii spingere ulteriormente il suo uccello dentro di me. Mi sembrò che il mio anello anale venisse teso da un lato all’altro della stanza ma il dolore calor bianco stava abbassandosi... direi a... un beige chiaro, forse. Il sudore gocciolava da me ed era tuttaltro che caldo.
"Ok... sono dentro... ok?" Bisbigliò. Io accennai col capo. Lui non si mosse per parecchi minuti e, lentamente, sentii la tensione lasciare la mia schiena e le mie gambe e, sì, il mio culo rilassarsi.
"Bene, Davide, lo stai facendo bene... " Sì, bene, come se avessi una fottuta scelta, ricordo di aver pensato. Chiaramente non stava quasi togliere il suo fottuto cazzo dal mio fottuto culo... ma poi, compresi, non ero sicuro di volerlo ancora. Non ero certo al cento per cento sicuro di volere che mi inculasse ma ero anche sicuro di non volere che lo estraesse. Sì, ok, è strano ma quello era quello che stavo pensando.
Lui dovette sentire il mio buco rilassarsi perché tolse quasi completamente l’uccello e poi spinse dentro.
"Unnnghhh..." Grugnii "Ok... ok.... n...non è poi così doloroso... "
"Bene.... " Disse spingendo.
"Diiiooo... sì.... " Mi sentii gemere mentre digrignavo i denti e scavavo nella panca con le dita.
Lui lo estrasse dal principio alla fine e sorprendentemente mi sentii inarcare il culo a cerca di nuovo il suo cazzo.
"Ohhhh... così ora lo vuoi, non è vero?" Ridacchiò. Aveva ragione. Io volevo. Mi sentivo vuoto.
Lo sentii appoggiare di nuovo l’uccello a quello che ero sicuro fosse il mio buco di culo aperto e scivolare dentro il culo. Io emisi un sospiro lungo e soddisfatto.
"Ohhh sì... sì... unnnnghhh sì... " Ansai.
Si appoggiò alla mia schiena, le sue labbra vicino al mio orecchio e le braccia che mi avvolgevano la vita.
"Cosa vuoi, Davide? Dimmelo.... "
"Io...io voglio che mi inculi....” Riuscii a dire soffocato.
"Mi spiace... non ti ho sentito. Cosa vuoi?"
"Inculami! Voglio che tu mi fotta il culo... oh dio.. fottimi, fottimi.... " Dissi forte.
"Ok... se insisti.... " Disse ed afferrandomi per le spalle cominciò a pompare dentro e fuori di me.
"Fotti... aaaahhh sì... fotti... fotti... oh ti amo! Fottimi il culo.... inculami! Unnnghhh, fottimi... "
Cominciò a spingere dentro di me, gemendo e tendendosi contro di me mentre il suo pene era seppellito nel mio culo, tirandolo fuori e poi rispingendolo dentro di me.
"Sì... prendilo... prendi il mio cazzo! Ohhh dio, il tuo culo è così stretto... Unnnnghh sì, sì... " Ansò mentre continuava ad immergersi in me.
Il mio uccello era quasi duro e rimbalzava su e giù tra le mie gambe larghe. Cominciai a masturbarmi mentre lui Io sbatteva dentro di me.
"Unnnnghh sì... unnnnghh sì.... sì.... oh cazzo sì.... " Gemetti.
"Diiioo, Davide, il tuo culo mi farà venire..... oh diooo.... Unnnghhh... Tu vuoi il mio carico dentro di te, uh? lo vuoi?" Gridò scavando con le mani nella carne delle mie spalle.
"Oh sì... Voglio la tua sborra.... sborrami dentro.... dammi il tuo sperma.... " Gridai.
Con un muggito spinse dentro di me un'ultima volta e si bloccò, un uggiolare strangolato usciva dalla sua gola ed io sentii il suo caldo, spesso sperma dentro di me. Io sparai sulla panca. Era come se lo sperma che usciva dal mio uccello stesse uscendo dal suo e passando attraverso i miei intestini uscisse dal mio cazzo.
Crollai sopra la panca ansando con l’allenatore sdraiato su di me, il suo uccello ancora seppellito nel mio culo non più vergine. Sentii un po’ del suo sperma gocciolare dietro le mie palle mentre lui toglieva lentamente il cazzo.
"Whew... " esclamò. "Pensavo che sarebbe stato bello fottere il tuo piccolo culo dolce sarebbe stato bello, ma è stato incredibile, uh?"
"Sì... sì, lo è stato... " Mi dissi d'accordo.
Dopo quella volta l’allenatore mi inculò molte volte. Nel suo ufficio, nelle docce, una volta mi portò fuori città e mi inculò sul cofano della sua macchina.
Dopo il diploma andai all’università. Ogni qualvolta ero in città andavo a casa sua e non passava molto prima che cominciassimo ad amarci alla follia. Allora avevo vent’anni.
Un giorno che ero a casa da scuola, andai al suo ufficio, la porta era chiusa a chiave e sentii gemiti e bisbigli. Sorridendo fra di me, andai a fare una passeggiata. L’allenatore se n’era andato ed i migliori anni della mia vita se n’erano andati con lui.
di
scritto il
2013-03-06
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