Elisabetta e il prof........il naufragar cì è dolce in questo nuovo amore........13capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani

di
genere
dominazione




Tredicesimo episodio
ELISABETTA
ALCUNI GIORNI DOPO
Da quanto tempo non mi sento così felice? Forse da quando sono nati prima i miei figli e poi i miei nipoti ma questa è una felicità diversa, più intima, una felicità che ormai non mi aspettavo più e che invece è arrivata, densa, coinvolgente che quasi non mi fa respirare e che non mi fa pensare ad altro. Una felicità che quasi mi fa paura. Ho desiderato tutto questo per una vita ma da tanto tempo mi ero messa ormai l’anima in pace. Il passare del tempo, l’età che avanzava inesorabilmente, avevano indirizzato i miei pensieri solo a figli e nipoti, allo sport e a poco altro e tutti i miei desideri sessuali li avevo relegati in un angolo, nella mia intimità, come se fosse peccato per una donna della mia età desiderare il sesso in un modo atipico. Già, il sesso. Ho sempre avuto un rapporto tormentato col sesso. I miei primi ragazzi ad esempio. Era bello ma… Con mio marito poi. Era bello, almeno all’inizio ma… Ma io volevo altro. Il sesso normale mi piaceva ma non riusciva a soddisfarmi completamente. Volevo di più. Volevo quello che adesso riesce a darmi Daniele. E quello che lui mi dà non è solo sesso fisico che pure basterebbe a farmi sentire più che soddisfatta. E’ tanto altro. Io Daniele me lo scopo prima mentalmente e poi fisicamente e questa è l’apoteosi per una come me che ha sempre fantasticato di poter dominare un uomo. Io gli do un ordine e lui obbedisce, io lo frusto e lui accetta, io lo schiaffeggio e lui deve stare in silenzio, io gli faccio bere la mia urina e lui lo fa come fosse un nettare divino. E per ogni cosa che gli faccio, io godo a fargliela e lui gode nel subirla. Molte donne non riuscirebbero ad accettare un rapporto così sbilanciato dove il cosiddetto maschio è completamente succube dei voleri di una donna ma io sono diversa. Mi eccito per tutto questo, è la mia natura. Sono nata per essere dominante nei confronti di un maschio e con Daniele ho ottenuto quello che cercavo. Un rapporto normale per me sarebbe insoddisfacente proprio come quello che ho avuto con mio marito. E quasi ho paura a pensare al mio rapporto con Daniele tanto lo sento perfetto per me. Come se avessi timore di intaccarlo questo rapporto, come se avessi paura di scalfirlo e di rovinarlo. E lui? Oh lui sembra aver toccato il paradiso e se noi donne possiamo fingere, lui con il suo cazzo perennemente duro come se nelle vene insieme al sangue gli scorresse viagra, non può farlo. E con lui ho finalmente potuto indossare tutti quei capi in lattice che ormai pensavo sarebbero ammuffiti nei miei armadi. Mi sento bellissima come nemmeno a vent’anni ho mai pensato di essere. Vedo il suo desiderio nei suoi occhi e nel suo corpo e questo contribuisce ulteriormente alla mia eccitazione tanto che una delle prime cose che faccio dopo essere rientrata a casa è quella di andare a indossarli per rimirarmi allo specchio come una teenager che ha il suo primo appuntamento col ragazzo che le piace. Per me è diverso però. Lo voglio vedere sempre tremante di desiderio al mio cospetto e vedere come Daniele sia sempre incapace di resistermi è veramente magnifico. Con lui potrei qualsiasi cosa anche sotto l’aspetto sessuale e credo che mi basterebbe schioccare le dita per farlo venire come una fontana. Siamo quindi complementari e tutto ciò naturalmente non mi fa vedere l’ora di tornare a casa per sentirmi nuovamente una dea scesa in terra. Tanto che mi dico di volare bassa e di non farmi prendere troppo la mano altrimenti c’è il rischio di perdere il contatto con la realtà e sentirmi davvero superiore al resto del mondo.
Sto riflettendo su questo mio rapporto con Daniele proprio mentre dirigo l’allenamento con le mie ragazze. Fino ad ora le ho fatte sudare un bel po’, facendo uscire la mia vena sadica sulle ragazze e facendo far loro un allenamento più intenso e più duro senza risparmiare nemmeno me stessa, in prima fila a correre e a giocare come quando avevo trent’anni di meno e mi sento in ottima forma tanto da sembrare meno stanca rispetto alle mie ragazze. Sento un fiume di adrenalina scorrere nelle mie vene. E dimostro la mia ottima forma quando mi diverto con Daniele, imponendogli non solo la mia severità ma persino la mia superiorità fisica. Chi me l’avrebbe mai detto che il rugby mi sarebbe servito per dimostrare al mio schiavo che sono più forte di lui? Ed è magnifico sentirsi superiore anche sul piano strettamente fisico, sapere di poter disporre di lui come e quando voglio. Mi piace bloccarlo, dimostrargli che merito io di essere al comando del nostro rapporto e per far questo ho naturalmente bisogno di essere allenata come e più delle mie ragazze. E a proposito di loro, sento la capitana urlare nei miei confronti
“ Betta, tutto a posto?” Mi desto dai miei dolci pensieri
“ Cosa? Sì certo, tutto a posto? Perché?”
“ Perché è da un po’ che ti stiamo chiamando. Abbiamo terminato le ripetizioni che ci hai dato e stiamo aspettando che tu ci dica cosa fare”
“ Ah, scusate ragazze. Per oggi abbiamo terminato. Andiamo a farci una bella doccia e poi tutte a casa per prepararci per la trasferta. Le dobbiamo asfaltare quelle” La ragazza non sembra però convinta
“ Sicura? Sembravi in trance. Qualche problema in famiglia? I nipoti stanno bene?”
“ No davvero, tutto a posto. Stavo solo riflettendo su certe cose. Scusatemi ragazze” Romina, la capitana mi viene vicina
“ Non è che ci lasci? Abbiamo sentito delle chiacchiere che dicono che una squadra francese ti sta cercando”
E adesso come glie lo dico? E’ vero ma per il momento sono solo chiacchiere, appunto. Una squadra d’oltralpe sembrerebbe interessata a me. E sarebbe meraviglioso. In Francia il rugby, anche quello femminile, è un’istituzione, non certo come qui in Italia. Avrei un contratto e non solo un misero rimborso spese e lotterei per qualcosa di impensabile. Ma non posso dirlo alle ragazze. Il campionato ormai è quasi finito e voglio che continuino a seguirmi come hanno fatto finora. E comunque non c’è niente di ufficiale. Meglio negare
“ Ma no ragazze. E comunque voi sareste le prime a saperlo. E poi chissà? Forse sarete proprio voi a lasciarmi per andare a giocare in Francia”
Romina sembra soddisfatta della mia risposta ma è evidente come abbia compreso che c’è dell’altro e si avvicina alle altre compagne di squadra
“ Secondo me si è innamorata”
Ha bisbigliato ma io ho ancora un ottimo udito. La sua compagna Giulia le dà una lieve gomitata
“ Anche se fosse cosa c’è di male? Non è mica vecchia ed è ancora una gran figa. Cosa c’è di male se si è innamorata alla sua età? E’ divorziata da una vita e mi sembra pure giusto che si rifaccia una vita. Scommetto poi che dopo i cinquant’anni si scopa alla grande”
Decido di intervenire
“ Calma ragazze. Vi ho sentite eh. Se non la piantate ricomincio gli allenamenti fino a quando non vi lascio morte di stanchezza per terra. Comunque, visto che siete delle impiccione, in effetti ho conosciuto un uomo e abbiamo passato degli splendidi momenti insieme. Insomma, non so se siamo innamorati. O forse sì anche se ci conosciamo da poco. Quanto a voi, fatevi qualche altro giro di campo così la prossima volta capirete che anche se mi sono innamorata sono più dura che mai” Le vedo sorridere e mi obbediscono rimettendosi a correre ma Romina ha ancora voglia di spettegolare
“ Secondo me è proprio cotta. Le luccicano gli occhi e ha… Boh, sembra che abbia una luce che l’avvolge” Giulia le stringe il braccio per dirle di starsi zitta e io le rincorro
“ Se non la piantate vi faccio stare qui fino a stanotte” Poi però faccio loro l’occhiolino e scoppiano a ridere. Mi sono fatta scoprire ma poco male. Sono ragazze sveglie e probabilmente il mio comportamento un po’ sognante ha fatto comprendere loro che il mio cuore sta battendo per un uomo. Dopo una vita… O forse per la prima volta. E improvvisamente mi rendo conto di essere diventata addirittura paonazza perché sento il mio volto che sta prendendo fuoco, in barba al mio ruolo di allenatrice e soprattutto di dominante. Ma è questo il bello di ciò che sto vivendo. Sto camminando sopra una nuvola e sento di voler vivere questa relazione sotto ogni angolazione, sia dal punto di vista affettivo che da quello dominante. In fondo, ho l’età per vivere al meglio queste sensazioni. Sono libera, ormai la famiglia va per conto suo e ho incontrato Daniele nel momento perfetto. O forse è lui ad essere l’uomo perfetto per me.
Certo, ho un po’ paura e non potrebbe essere altrimenti. Sono tante le domande che mi ronzano nella mente, le inquietudini, i dubbi che ancora nutro malgrado le varie certezze che ho avuto in questi giorni, da quando ci siamo messi insieme. Il primo riscontro positivo l’ho avuto quando gli ho detto che deve venire definitivamente a casa mia. O meglio, quando glie l’ho ordinato. Mi ero pentita un secondo dopo pensando che forse ero stata troppo irruente e precipitosa e invece Daniele mi aveva guardata, con quei suoi occhioni che sprizzano tenerezza in ogni occasione e aveva accettato dicendo che tanto il suo affitto stava per scadere e non lo avrebbe rinnovato e che quindi sarebbe venuto a stare da me in pianta stabile. Mi aveva ringraziata e mi aveva chiesto però il permesso di poter avere alcuni giorni liberi durante i quali avrebbe dovuto preparare gli scrutini per i suoi studenti assicurandomi che alla fine della scuola sarebbe stato interamente mio, ai miei ordini, di mia proprietà. Naturalmente avevo accettato e dopo due giorni che non ci vediamo, ne sento incredibilmente la mancanza. Mancanza che colmerò stasera visto che mentre io dirigevo il mio allenamento lui sta a casa mia. E me la sta pulendo per poi preparare la cena e servire me, la sua padrona. Ma, malgrado questo, non posso non avere dei dubbi in proposito. E se per lui fosse solo un gioco per eccitarsi? Al diavolo! So che lui è innamorato cotto. Lo sento e sono sicura di questo come forse non sono mai stata sicura di niente nella mia vita. D’altronde, anche per me in fondo è un gioco eccitante. Ogni volta che gli do ordini, che lo schiaffeggio pesantemente, mi eccito in modo incredibile e la mia voglia di sesso diventa spasmodica. Ma gioco e sentimenti possono benissimo coesistere e toccherà a noi trovare il modo di farli essere entrambi parte integrante del nostro rapporto. Per il resto, posso solo sperare che questa storia non sia come un battito d’ali di una farfalla, un sogno breve che poi mi faccia risvegliare delusa. E stavolta la delusione sarebbe enorme perché non potrei desiderare di meglio per me. Ma in cuor mio so che stavolta durerà. Me lo sento.
Mentre me ne torno a casa dove finalmente avrò di nuovo il mio dolce schiavo ai miei ordini, ripenso al fatto della richiesta che mi è giunta da un grande club francese. O meglio, mi è stata chiesta la disponibilità attraverso il mio agente e naturalmente ho risposto che da parte mia la disponibilità è totale e adesso la palla passa a loro. Ma è già tanto che una squadra di club francese si sia interessata a me e forse tutto finirà in una bolla di sapone ma non posso non essere fiera del lavoro svolto con le mie ragazze che evidentemente non è passato inosservato oltralpe. Però adesso comincio ad avere qualche dubbio. Che cosa ne sarebbe della mia relazione con Daniele? Durante uno dei nostri momenti dolci, quelli scevri da dominazione dove torniamo ad essere una coppia normale che si scambia effusioni, glie l’ho detto e non ho avuto la risposta emotiva che mi sarei aspettata. Era decisamente orgoglioso che la sua padrona fosse finita nel mirino di una delle squadre più forti d’Europa e me lo ha detto ma probabilmente era anche dubbioso su cosa questo avrebbe potuto significare per il nostro rapporto. Non mi ha detto niente e forse il suo status di schiavo nei miei confronti gli ha impedito di dirmi in faccia cosa pensava ma l’ho visto mogio, quasi triste. Ma forse sceglieranno un ‘altra allenatrice, io resterò in Italia e quindi non succederà nulla. Forse ho sbagliato io a metterlo al corrente di una cosa privata dopo solo pochi giorni della nostra < amicizia speciale> e avrei dovuto attendere almeno l’ufficialità. Ufficialità che è ancora tutta da venire. Ma io sono fatta così, impulsiva e poco incline a pensare alle conseguenze. Me lo dicono tutti che spesso non agisco con lucidità e che dovrei contare fino a dieci prima di prendere qualsiasi decisione ma sono fatta così. E’ un mio difetto e contemporaneamente il mio pregio perché tutto si può dire di me tranne che io non sia schietta e sincera.
Mentre divoro la strada che mi porta a casa dal campo di allenamento, penso anche ai miei figli. Ancora una volta sono stata sincera e ho detto loro che ho un nuovo compagno omettendo però cosa ci faccia con lui. Sapere che la loro madre si mette aderentissime tute in lattice, che frusta il culetto del suo uomo e che addirittura gli fa bere la sua urina non li avrebbe certo messi a proprio agio con me. Un conto è che loro possano intuire qualcosa dal mio carattere e un altro è confessar loro la mia vera indole. E quindi per loro ho soltanto un nuovo compagno e li ho visti contentissimi per me. Entrambi mi hanno detto di pensare a me stessa perché ho tutto il diritto di rifarmi una vita e hanno aggiunto che non mi avevano mai vista così felice, serena e radiosa. Insomma, mi hanno quasi ordinato di non pensare ad altro e di non preoccuparmi per loro e soprattutto per i miei nipotini. D’altronde, ci sono anche gli altri nonni ad occuparsi di loro, a cominciare dal mio ex. Forse coi bambini sarà un po’ imbranato ma li adora e devo dire che i miei cuccioli non risentono affatto di mancanza di affetto. E comunque, quando la mia vita con Daniele avrà preso la sua giusta direzione, non mi farò certo mancare l’occasione di andarmeli a prendere e farli giocare come ho sempre fatto fino ad ora. Ma per il momento, dopo una vita trascorsa a pensare più agli altri che a me stessa, voglio dedicare tutto il mio tempo a lui e al rugby.
Lo squillo del cellulare mi distoglie dai miei pensieri e quando vedo sul display il suo nome sono felice. Felice e in colpa perché lo squillo è di Mariolino, il mio amico fraterno ed ex filarino dell’adolescenza, l’unico a conoscere la mia vera indole insieme a mio marito. E già, in colpa perché gli avevo promesso di sentirci per organizzare qualcosa ma gli eventi e soprattutto la conoscenza di Daniele mi hanno fatto dimenticare del mio caro amico. Metto in viva voce e il tono squillante di Mario invade la mia vettura
“ Betta, se aspettavo la tua chiamata chissà quando ci saremmo sentiti” esordisce infatti il mio dolce amico
“ Oddio Mario, ti chiedo scusa, sono desolata” Sento una risata dall’altra parte del telefono
“ E’ il minimo visto che sono stato addirittura preoccupato”
“ Oh no, va tutto bene. Scusa di nuovo Mario, sono imperdonabile. Volevo sentirti per organizzare una festicciola con i bambini ma poi… Insomma, sono stata un po’ presa e mi sono dimenticata”
“ Mmm Un po’ presa? Non è che devi dirmi qualcosa, Betta?”
“ Ecco io…”
“ No ferma, non dirmi niente. Ti conosco troppo bene. Hai un tono di voce…”
“ Ecco, a te non posso nascondere niente. Anche senza vedermi in faccia sei l’unico in grado di capirmi”
“ Betta… Lo hai trovato? Hai trovato l’uomo che hai sempre cercato?”
“ Fammi toccare ferro Mario. Sì, forse è lui” Sento un urlo di gioia
“ E vai, lo sapevo che prima o poi avresti fatto centro. Com’è? Descrivimelo”
“ E’ un bell’uomo della mia stessa età. E’ affascinante ma soprattutto ha un carattere dolcissimo. Oltre ad essere molto intelligente”
“ Insomma Betta, l’uomo perfetto. Perfetto anche per tutto il resto?” Sospiro a lungo. Non è difficile capire a cosa allude visto che è l’unico al quale ho confidato le mie sensazioni dominanti
“ Siamo complementari. Totalmente. Anche per tutto il resto”
“ Sono felicissimo per te. Meritavi una gioia simile. Ora però la festa dobbiamo organizzarla non solo per i bambini ma perché voglio conoscerlo. E dirgli in faccia che è l’uomo più fortunato al mondo”
“ Oh, credo che lo sappia, Mario. Ma anche io mi sento fortunatissima”
“ Voglio conoscere tutti gli sviluppi. E stavolta guai a te se non mi chiami, Betta”
“ Lo farò Mario. Un abbraccio”
“ Un abbraccio anche da parte mia, Betta” Riattacco e scuoto la testa pensando a come Mario sia riuscito subito a capire il mio stato d’animo. E di come prima c’erano riuscite le mie ragazze. Forse devo proprio avere un aspetto più radioso. O forse le donne innamorate si riconoscono subito. Beh, e allora non mi resta che andare dal mio amore. E non ho in mente solo qualche bacio con lui. No di certo. Oggi voglio essere addirittura più cattiva del mio solito. Perché so che dopo lui mi amerà ancora di più facendomi sentire quella donna che ho voluto sempre essere.

DANIELE

Sono un paio d’ore che giro come una trottola. Ricontrollo tutto per l’ennesima volta ma mi sembra tutto a posto. Ho pulito la casa di Elisabetta come nemmeno un esercito di domestici filippini sarebbe riuscito a fare, ho la cena in forno e devo solo aspettare che si cuocia perfettamente e non mi resta che attendere il rientro della mia padrona. Già, la mia padrona… Ancora non mi sembra vero. A volte ho paura che sia tutto un sogno e che questo sogno meraviglioso termini con l’arrivo del mattino. E invece sono trascorsi già alcuni giorni e stiamo ancora insieme. O meglio, io sono ancora il suo schiavo. Non riesco nemmeno a comprendere quale sia il mio ruolo. Sono anche il suo uomo? Tutto lascerebbe presupporre che lo sia. Oh, lei non ci va leggera, tanto per chiarire. Elisabetta è una vera dominatrice ed è evidente che gode nel sottomettermi. E’ evidente dalla sua voglia di sesso ma non solo. Per lei essere una padrona è qualcosa che ha innato dentro di sé ma spesso abbiamo trascorso anche momenti dolcissimi, abbracciati come due fidanzatini a baciarci senza mai stancarci. E quindi, credo che la risposta sia che forse possiamo definirci una coppia. Una coppia atipica dove ovviamente lei ha il pieno controllo su tutto e io debbo obbedire se non voglio passare guai. E se si arrabbia, i guai sono seri per me. Il suo frustino è sempre in agguato e i suoi sganassoni sono tremendi. Per di più, e questa è una cosa davvero insolita, è più forte di me. Quando mi afferra le mani mi sento totalmente in suo possesso, incapace di ogni difesa. Sicuramente dipende dal fatto che sia stata un’atleta di eccelso livello nel rugby che è uno sport notoriamente violento sia pur dotato di fair play che non esiste negli altri sport. Mi sono informato e ho scoperto che c’è il massimo rispetto per gli avversari ma comunque rimane il fatto che chi lo pratica, donne comprese, è notevolmente più forte della media. Per di più Elisabetta pur avendo abbandonato da anni l’agonismo è diventata un’allenatrice di successo e ciò la rende sempre allenata alla perfezione e in grado di sopraffarmi con il minimo sforzo. E questo la rende ai miei occhi ancor più meritevole del ruolo di padrona. E proprio questo fatto di essere un’allenatrice di successo mi sta tenendo in ansia da un po’ di giorni. Una squadra francese ha chiesto informazioni sulla sua disponibilità ad allenare oltralpe e se la cosa dovesse andare in porto per me potrebbe essere la fine. Come dovrei comportarmi? Seguirla in Francia? Per me sarebbe un problema. Qui ho la mia attività di insegnante e di conseguenza il mio reddito. Non potrei certo andare con lei e campare alle sue spalle. Insomma, quando mi ha messo al corrente di questa situazione, non è che abbia fatto i salti di gioia e chissà se lei sia riuscita a comprendere il motivo per cui non mi sono messo a farle le congratulazioni. Le ho solo detto che ero orgoglioso e lo sono davvero. Un motivo in più per vederla quasi di un altro pianeta rispetto a me, come se non bastassero tutte le altre dimostrazioni di superiorità nei miei confronti ma il solo pensiero di poterla perdere mi fa sentire male.
Sbuffo e mi agito per poi controllare in forno la cottura del pollo e delle patate che però necessità di molto tempo ancora. E la mia padrona la sera è una buona forchetta. A pranzo non mangia praticamente nulla per poi rifarsi con gli interessi a cena e a vedere il suo fisico scolpito direi che sembra essere un ottimo modo di mantenersi in forma anche se non si è più giovanissimi. Guardo l’ora e mi rendo conto che fra una mezz’ora lei dovrebbe essere in casa. E’ meraviglioso poi poterla servire. L’ho sognato per una vita e adesso posso finalmente farlo. L’unico mio rammarico al momento è che sono molto indaffarato con gli scrutini e ho chiesto alla mia padrona il permesso di poter trascorrere un paio di giorni a casa mia per dedicarmi appunto al lavoro. Il fatto è che non riesco a pensare a nulla che non sia lei. Credevo che i grandi amori fossero proibiti alla mia età e che fossero solo per ragazzi e invece più passano i giorni e più mi rendo conto di amare Elisabetta in modo totale, sia come donna che come dominatrice. Ad ogni modo, stasera finalmente sono tornato a casa sua, in questa casa dove mi trasferirò a breve. E’ stata naturalmente lei a dirmi che esige che io sia sempre a sua disposizione e naturalmente il modo migliore di esserlo è quello di convivere. E già fremo al pensiero di poter essere davvero ai suoi ordini in ogni momento della mia giornata, tolte appunto le ore di lavoro. Voglio alzarmi servendola e voglio addormentarmi vicino a lei dopo essere stato tutto il giorno ai suoi ordini. Non mi peserebbe, lo so. Non con una donna intelligente come Elisabetta capace di comprendere che ho i miei spazi, a cominciare dai miei nipoti che naturalmente non voglio abbandonare per niente al mondo.
Ho parlato anche con mia figlia di questa mia relazione. Avevo timore, a dir la verità. Per una figlia femmina un padre è… E’ qualcosa di speciale. E’ il primo uomo della sua vita e temevo che se le avessi detto che avevo iniziato una relazione con un’altra donna mi avrebbe fatto storie. E invece mi ha abbracciato
“ Sei felice con lei papà?”
“ Sì tesoro. Con Elisabetta sono felice” le avevo risposto
“ E allora va’, tranquillo” Avere la benedizione di mia figlia è stato comunque importante per me ma probabilmente lei avrà percepito la mia felicità e siccome mi ama, ha deciso di soprassedere alla gelosia tipica del rapporto tra padre e figlia in quanto pure io non sono da meno. E’ così che va il mondo. Ci sono sensazioni di cui non ci capacitiamo ma che esistono e sono fortissime.
Intanto, il batticuore sta aumentando sempre di più. Ormai è questione di minuti e infatti sento le chiavi inserirsi nella toppa. Ecco, è lei. Le vado incontro e appena sono di fronte a lei mi inginocchio. E’ una scena stereotipata quella dell’uomo inginocchiato ad aspettare la padrona che torna a casa ma per me è soltanto il giusto saluto per la donna che si è scelta come padrona. E soprattutto che ci ha scelti per servirla
“ Bentornata, padrona” le bacio dolcemente i piedi e rimango in quella posizione in attesa di un suo riscontro, riscontro che arriva immediatamente
“ Alzati!” Mi ordina e io obbedisco. Quando poi siamo uno di fronte all’altra vedo che mi afferra per il collo, mi avvicina a lei e poi posa le sue splendide labbra sulle mie. E poi la sua lingua incunearsi nella mia bocca. Mi stringe. E’ un bacio che denota possesso e per me è semplicemente meraviglioso. Ci stacchiamo e mi sorride
“ Ottimo rientro a casa. Lo voglio sempre così. Prima inginocchiato ai miei piedi ma subito dopo voglio un dolce bacio dal mio schiavo”
“ Sarà un piacere per me, padrona”
“ Molto bene. Io adesso vado a cambiarmi. Quando torno ti voglio trovare completamente nudo”
“ Sì padrona, ai suoi ordini”
La vedo scomparire. Probabilmente andrà ad indossare quei capi in lattice che la fanno straordinariamente sensuale e che per me saranno un attentato alle coronarie tanto che al solo pensiero sono già eccitato. Chi l’avrebbe mai detto alla mia età? Ce l’ho in tiro di continuo. Beh, pare che io abbia scoperto l’elisir della lunga vita sessuale. Basta sottomettersi a una splendida donna come Elisabetta e tutti i problemi sessuali della mezza età svaniscono come per magia. Mi spoglio rapidamente.
Io sono pronto e adesso non mi resta che attendere la mia padrona.
scritto il
2023-10-14
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