Elisabetta e il prof.......... il naufragar ci è dolce in questo nuovo amore..........7capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani

di
genere
dominazione





Settimo episodio
ELISABETTA
Ho deciso di aspettare Daniele davanti al mio portone prima di farlo salire per la nostra prima serata a casa mia. Voglio iniziare con cautela, facendoci una passeggiata per il quartiere per berci una cosa e chiacchierare un po' di come potrebbe andare la serata senza entrare nei particolari. Per tutta la giornata ho pensato a ciò che mi ha detto ieri ovvero che gli piacciono certe situazioni. O prima ancora, quando mi ha detto che adora le donne prepotenti. O prima di andare via, quando mi ha detto che ha trascorso una serata come non l’aveva mai trascorsa in vita sua e che non poteva far altro che obbedirmi. Sono sempre più convinta che una donna dominante lo faccia eccitare. Ci metterei la mano sul fuoco. Ma la dominazione è vasta e potrebbe accettare che una donna prenda iniziative ma non riuscirebbe a tollerare alcune cose che io invece adoro e sulle quali sto fantasticando da ieri sera. Me lo sono immaginato nudo mentre lo sculaccio dolorosamente e lui per amore mio, per amore della sua padrona, accetta tutto in silenzio. Con l’ovvio risultato di essermi di nuovo eccitata. Però ho deciso di non scoprirmi troppo e valutare la situazione sul campo. Non mi dispiace nemmeno come uomo e quindi il mio intento primario è quello di trascorrere una serata di sesso tradizionale visto che anche quello manca dalla mia vita da un bel po’. Un altro motivo per cui ho deciso di attenderlo sotto casa è perché… Beh, se dovessi sottometterlo vorrei ordinargli di scendere per fargli fare delle compere e siccome lui non conosce il quartiere, ho intenzione di indicargli alcuni negozi dove poi dover andare nel caso… Non c’è niente da fare. Continuo a fantasticare su Daniele e me lo vedo già come il mio schiavo quando nella realtà è tutto in alto mare. Però, se le cose dovessero funzionare, pretenderei che domani mattina vada in pasticceria a comprarmi dei cornetti per la colazione che mi piacerebbe poi mi portasse a letto. E poi naturalmente lo manderei a comprarmi le sigarette e poi, tornato a casa, gli ordinerei di accendermene una lasciandolo in ginocchio mentre mi vede fumare. Uffa, è inutile che cerchi di pensare ad altro perché tanto la mia mente sempre lì torna. Comunque, spero che Daniele abbia una buona memoria e si ricordi dove sono i negozi. D’accordo che è uno che insegna latino e greco al liceo e quindi la sua memoria dovrebbe essere più che buona ma spesso il senso di orientamento non c’entra niente con la memoria. E comunque, male che vada chiederà informazione, perderà del tempo e mi darà modo di punirlo dolorosamente. Sempre se… Cosa che non è affatto scontata. E ho paura che se le cose non fossero come io fantastico, la mia delusione stavolta sarebbe enorme. Eppure qualcosa mi dice che lui è quello giusto. Sesto senso? O semplicemente la speranza che i miei desideri di incontrare un affascinante uomo con indole sottomessa pronto a donarsi a me, diventi finalmente realtà? Di sicuro, non mi è mai capitato di fantasticare in questo modo su un uomo. Torno con la mente a cercare un ragionamento più coerente e devo ammettere con me stessa che c’è un altro motivo per cui voglio fare questa passeggiata con lui al mio fianco. E quest’ultimo motivo è meno nobile anche se forse umanamente comprensibile. Voglio ostentare la mia preda, la mia conquista amorosa. Già! Me le ricordo le facce di alcune persone quando mio marito mi lasciò perché non sopportava la mia dominazione, il mio desiderio di potere e anche quel pizzico di sadismo che è ben radicato dentro di me. Me le ricordo bene. Mi guardavano come una derelitta, una che non era riuscita a tenersi il marito ricco, non era riuscita a tenersi quell’uomo che a un certo punto aveva capito che quella donna del popolo non era adatta a uno come lui che proveniva da una famiglia molto in vista. E quando, dopo un po’ di tempo mi incontravano, mi dicevano, sorridendo sotto i baffi, come mai non mi fossi rifatta una vita. Non sapevano che di uomini ne avrei potuti avere quanti ne volevo ma che rimanere da sola era stata una scelta ponderata perché non ce la facevo ad essere una compagna normale. Poi, l’avvento di Daniele ha cambiato tutte le carte in tavola e ho pensato che forse avrei potuto avere quello che cercavo da una vita. Forse. Beh, a quelle invidiose del quartiere vorrei dimostrare che posso avere chi voglio, compreso un uomo affascinante come Daniele. Sicuramente, non è un comportamento da donna matura e ciò che ho intenzione di fare è più adatto a un'adolescente ma in fondo non siamo vecchi, siamo diversamente giovani e i giovani prima di tutto si vogliono divertire. E mai come in questi giorni ho il desiderio di divertirmi, di fare sesso sfrenato, di mettere in pratica tutto quello che per una vita ho soltanto desiderato senza mai riuscire a metterlo in pratica. Mi sento davvero ancora giovane. Sono in forma smagliante e il mio corpo è più atletico adesso di quando avevo trent’anni, so di essere considerata ancora una bella donna e se vestissi sempre come ieri quando Daniele vedendomi è rimasto a bocca aperta, avrei ancora la fila ma qualcosa mi aveva sempre trattenuta. Forse il fatto di non essere compresa se esternassi le mie sensazioni a un uomo che invece cercherebbe solo sesso normale. Beh sì, ho appena detto che con Daniele mi accontenterei anche del sesso tradizionale ma ogni volta che lo guardo sento che invece lui potrebbe essere quello con cui condividere quelle sensazioni che io provo da una vita.
Mi guardo intorno e saluto le persone che mi conoscono. A fianco al mio portone c’è il negozio di parrucchiera che ieri mi ha fatto l’acconciatura e ha le vetrate a specchio. Ne approfitto per darmi un’ulteriore occhiata per vedere se tutto è a posto.
Ho indossato un abito semplice ma molto colorato con i bottoni e le mezze maniche, sandali col tacco a zeppa di legno e cinturino in pelle che lascia un certo odore di cuoio sulle caviglie e ho abbellito il tutto con una collana di palline colorate dalla più piccola alla più grande, regalo dei miei nipotini per il mio ultimo compleanno. I miei adorati nipotini… Mi ricordo quando me lo consegnarono. Stavano litigando tra loro per decidere chi tra loro avrebbe dovuto consegnarmi quel pacchetto e poi decisero di portarmelo entrambi. Erano goffi ma adorabili. E poi hanno iniziato ad urlare
“ Scarta la carta, scarta la carta” Non vedevano l’ora che aprissi quel pacchetto e naturalmente per me era una cosa preziosissima a prescindere dal valore perché era un regalo dei miei adorati nipoti. Coi soldi dei loro genitori ma per me questo contava poco.
Guardo impaziente l’orario e mi accorgo che sono in anticipo ma non ce la facevo ad aspettare, tanta è la tensione del momento e sono scesa diversi minuti prima delle 17 che è l’orario del nostro appuntamento. Le giornate si sono molto allungate ed è ancora giorno. Per di più il tempo sembra ormai essersi stabilizzato e il cielo è terso e luminoso. Luminoso come il mio animo in questo momento. Mi accendo nervosamente una sigaretta. Il fatto che il mio animo risplenda non significa che non viva l’emozione del momento. Cerco con lo sguardo Daniele tra la gente che passeggia e, quasi evocato dai miei desideri, eccolo a una decina di metri da me. Per qualche istante ho fatto persino fatica a riconoscerlo. Ha abbandonato i suoi completi seriosi da prof per virare decisamente sul casual. Ha indossato dei pantaloni jeans leggermente scoloriti, scarpe di tela azzurre, giacca intonata più chiara mentre la camicia è sempre sui toni blu-azzurri ma ha degli spruzzi di colori vari. Un po’ come il mio vestito. O ha rinnovato il suo guardaroba per sembrare più giovane agli occhi miei oppure qualcosa di colorato ce l’aveva anche prima e ha deciso di tirarlo fuori per l’occasione. Quello che noto è che ieri eravamo entrambi vestiti di grigio e di nero e oggi pomeriggio abbiamo optato per dei colori piuttosto accesi. Che sia un destino? Mi piace pensare che possa esserlo. Per fortuna, oggi deve aver trovato subito parcheggio. O forse ha pensato che far attendere una donna non è una cosa sensata e anche lui ha deciso di anticipare i tempi. Si avvicina sgranando gli occhi. E’ ovvio che deve essere stupito nel vedermi sotto casa ad aspettarlo
“ Elisabetta, come mai qui sotto?” mi dice infatti appena è a pochi passi da me.
Mi avvicino e gli prendo il viso tra le mie mani
“ Prima un saluto come si deve” Lo bacio sulla bocca e lui naturalmente lascia fare.
Ma stavolta non voglio fermarmi ad un bacio casto. Inserisco la mia lingua dentro la sua bocca e lo stringo a me, noncurante della gente che passa e che si gira divertita a vedere una coppia di mezza età che si bacia come se fossero due adolescenti. Ha un buon sapore e vorrei non staccarmi da lui ma poi decido che è meglio smettere. Lui mi guarda
“ Oh mio Dio. Se questo è il tuo modo di salutarmi, allora vado indietro e ritorno. Almeno per una decina di volte”
Scoppio a ridere
“ Beh, dovresti provare per saperlo”
Lo sento sospirare nervosamente. Non che io sia calmissima ma riesco forse a mascherare meglio e credo che lui immagini che io sia una donna che sprizza sicurezza da ogni poro mentre invece ho ancora un sacco di indecisioni, a cominciare da come mi dovrò comportare con lui. Ma ho deciso di essere aggressiva e, visto che finora la cosa ha funzionato, continuo ad esserlo
“Comunque, adesso ci andiamo a prendere qualcosa da bere. Ti mostrerò alcuni negozi e vorrei che memorizzassi la loro posizione”
“ Per quale motivo?”
“ Tu fai quello che ti dico” gli rispondo in modo brusco.
Oddio, se fosse un uomo che non ama quelle sensazioni potrebbe mandarmi a cagare.
Ma decido di rinforzare la dose e avvicino la mia bocca al suo orecchio per aggiungere poi sotto voce ”Oppure hai paura di accettare ordini da una donna?”
“ Adoro se una donna si comporta così come fai tu”
Sospiro chiudendo gli occhi. Gli piace. Devo solo scoprire cosa potrebbe essere esagerato e cosa invece è nelle sue corde.


DANIELE
Il commesso mi ha assicurato che è l’ideale per un uomo della mia età ma io mi vedo ugualmente strano. Mi sembra che lo specchio mi rimandi l’immagine di una persona che non sono io. Jeans scoloriti, scarpe di tela, invece delle mie solite di cuoio, e una giacca che definire strana non rende l’idea. L’unica cosa normale che ho indossato è la camicia celeste. O mi manda a cagare dicendomi che sono uno che pensa di essere un ragazzino oppure… E come la devo considerare? La mia donna? Ieri ci siamo baciati due volte, sia pur solo sulle labbra ma è chiaro che oggi dovremmo azzardare qualcosa in più. Mi riguardo allo specchio e vedo che, tutto sommato, ho semplicemente un look un po’ giovanilistico ma niente di particolare. E’ che non mi sento all’altezza di Elisabetta, è questa la verità. Lei è sicura di sé, bella, alta, sportiva, probabilmente anche più abbiente di me e io sono solo un professore di materie che fra poco andranno a morire. Però, per qualche misterioso motivo le piaccio. Le piacerò anche vestito così? Ma dai, non è niente di esagerato. I jeans li indossano tutti. Va beh, vediamo il viso. Barba fatta alla perfezione, capelli come al solito piuttosto corti… E’ inutile che mi riguardi in continuazione. Non è che mi posso truccare. Sono nervoso come se fosse il primo appuntamento della mia vita e forse in un certo senso lo è. Da un punto di vista psicologico, almeno. E’ un appuntamento con una donna che forse potrebbe essere quella giusta. E questa è l’ultima occasione della mia vita perché poi gli anni inizieranno a diventare troppi. Fisicamente mi piace ma quello è scontato. E’ bella da far paura. Almeno ai miei occhi. Soprattutto in rapporto all’età. Ma è soprattutto il suo modo di fare che mi ha scombussolato completamente. Possibile che uno come me che ha sempre desiderato incontrare una donna dominante, casualmente ne incontra una che sembra addirittura avere un debole per il sottoscritto? Ma no, forse è semplicemente una donna che ama essere decisionista e niente più. Se volesse uno schiavo le basterebbe andare in rete e avrebbe un harem di uomini pronti ad esaudire tutte le sue voglie. Lei evidentemente vuole qualcosa di diverso.
Il portiere mi ha salutato con un mezzo sorriso. Non è che per caso sta pensando che sono ridicolo vestito così? Scendo come al solito con molto anticipo. Sotto casa di Elisabetta non è facile trovare un parcheggio, come ho potuto constatare ieri sera e quindi è preferibile andarci con calma e sempre con calma trovare il parcheggio. Mi faccio la strada con molta calma e credo che la scelta di uscire in netto anticipo sia stata giusta perché, arrivato vicino casa di Elisabetta, mi rendo conto di quanto sia complicato trovare un parcheggio decente senza rischiare una multa. Mi faccio un paio di giri ma poi sono fortunato e un tizio sta uscendo proprio mentre sto per passare io. Faccio una piccola retromarcia, lo faccio uscire e poi mi fiondo dentro a quel posto che vale un bel po’. Posso quindi raggiungere casa di Elisabetta a piedi e mi avvio con passo spedito e arrivato a pochi metri mi accorgo che è fuori dal portone che sta fumando una sigaretta. La getta e poi la spegne col piede per avvicinarsi a me. Le chiedo per quale motivo mi sta aspettando sotto casa ma lei mi prende il viso e mi bacia. E stavolta è un bacio vero. Davanti a tutti. Farfuglio alcune frasi e lei rincara la dose dicendomi che mi deve mostrare alcuni negozi e alla mia richiesta del motivo mi dice che devo fare quello che lei mi dice. Me lo ha detto sorridendo ma… Oddio, mi sembra quasi che il mondo intorno non esista più. Cerco di rimanere calmo ma è difficile vista la situazione. La guardo. Non è vestita sexy come la sera precedente ma è ugualmente incantevole
“ Ti sta un amore questo vestitino” le dico infatti
“ Grazie Daniele. Anche tu non sei male con questo look casual. Dovresti osarlo più spesso” mi risponde prendendomi poi sotto braccio e iniziando a passeggiare.
Mi indica alcuni negozi di generi primari come ad esempio il panificio, la macelleria e un piccolo alimentari dotato però di tutto ciò che serve. Mi spiega che lei ama fare la spesa sotto casa senza andare negli affollati centri commerciali
“ Qui ci sono i veri contatti umani, quelli che di questi tempi sono quasi dimenticati. E poi sono persone che conosco da sempre e di cui mi fido. Non mi darebbero mai dei cibi che non siano genuini” mi dice infatti e devo dire che convengo con questo suo modo di vedere. Poi mi conduce dentro un negozio strano diviso praticamente in due. All’ingresso sembra un normale negozio di frutta e verdura. Saluta affettuosamente una persona che dovrebbe essere il titolare e che risponde altrettanto affettuosamente e poi ci immettiamo in un altro locale più asettico. Lei vede il mio stupore
“Fino a poco tempo fa questo era un normale negozio di frutta e verdura ma poi si sono ampliati e hanno inserito un laboratorio dove preparano i succhi di frutta e i centrifugati”
“ Interessante, mai vista una cosa del genere”
“ E’ una cosa anomala infatti. A te piacciono queste cose?”
“ I succhi di frutta molto. Per quanto riguarda i centrifugati, non li ho mai bevuti, a dir la verità” Mi guarda con quel sorriso particolare
“ C’è sempre una prima volta. Vorrei che oggi lo bevessi insieme a me”
Ancora un ordine mascherato. E ancora una volta la cosa mi eccita. Le piace prendere in mano la situazione, e questo è ormai fuori da ogni dubbio
“ Visto che ormai decidi anche per me su ogni cosa, non posso che accettare” le dico e lei sembra accettare questa mia risposta piacevolmente perché mi sorride e mi fa segno di mettermi seduto a un tavolino vuoto. In realtà non c’è molta gente. Forse l’orario non è quello che attira la clientela ma comunque ci sono alcuni tavolini liberi. Elisabetta intanto chiama un tipo
“ Ciao Ettore, mi prepari il mio solito? Ma oggi per due, grazie".
“ Subito, signora Elisabetta".
Ci guardiamo e come al solito è lei a prendere in mano la situazione
“ Allora, c’è qualcosa che vorresti dirmi?”
“ Vorrei dirti un miliardo di cose. Vorrei dirti che mi piaci tantissimo ma questo lo hai già capito, vorrei dirti che mi intrighi molto e che hai un carattere che… Si sposa a meraviglia col mio”
“ Mi conosci poco. Potrei non essere quella che pensi”
“ Ma potresti essere invece quella che cerco da una vita”
“ E come deve essere la donna che cerchi?”
Ecco, è arrivato il momento giusto.
Sto cercando le parole per rispondere quando siamo interrotti dall’arrivo di Ettore coi due centrifugati. Lo assaggio quasi con timore ma scopro poi che è davvero buonissimo e rinfrescante e perdo forse l’occasione. Vedo però che Elisabetta è pensierosa. Forse ho osato troppo? Ho paura di far qualcosa che potrebbe farla innervosire. Potrebbe urlarmi in faccia frasi sul tipo ”Ma per chi mi hai presa?” No, ho timore a dirle che la donna che cerco da una vita è una dominatrice che mi faccia tremare con uno sguardo ma che nello stesso tempo sia capace di amarmi. Devo rimettermi a lei.
Se lei è davvero quella che io credo, toccherà a lei fare la prima mossa.

Altrimenti, di una come Elisabetta potrei innamorarmi anche se fosse la più normale delle donne, la più semplice e la meno dominante.
scritto il
2023-09-26
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