La vacanza che mi fece innamorare di tre bellissime ragazze pt. 2

di
genere
esibizionismo

Giorno 2 - Martedì

Mi svegliai verso metà mattinata, credo fossero le 10.30 circa. Uscii dalla camera per andare in bagno, passando accanto alla stanza di Martina, che aveva la porta chiusa. Dopodiché scesi giù per le scale e mi diressi in cucina. Capii che Sara stava ancora dormendo poiché sul tavolo della cucina vi era un biglietto: “pulizie fatte. Prossima volta tra tre giorni, già avvisati i signori. Ana e Nadya.”
Presi del succo all’arancia dal frigo e mi diressi verso la piscina per un bel bagno mattutino, poi mi stirai su un lettino a prendere il sole ascoltando della musica in cuffia. Le ragazze si svegliarono nell’arco di mezz’ora, fecero una breve colazione e poi andarono subito a stirarsi sul prato, di fronte a me. Dopo una decina di minuti decisi di buttarmi in acqua per rinfrescarmi, Sara si tuffò con me. Dopo qualche gioco scherzoso lei uscì fuori, non prima di pormi una domanda.
-ma se facessi una cosa, che faccio sempre perché tanto qua non mi vede mai nessuno, posso farla? -
Capii a fatica quella domanda sgrammaticata e confusa, così la costrinsi ad essere più chiara.
-oh, insomma, sono abituata a prendere il sole nuda qui, ti spiace se lo faccio? -
Quasi mi prese un colpo a quella domanda. - boh, l’hai detto tu, siamo fra di noi, sii libera di fare come ti pare. -
Lei tutta contenta tornò accanto a Martina, si tolse la parte superiore del costume rimanendo in topless e si stirò nuovamente per terra, stavolta seminuda. Finalmente vedevo le tette già abbronzate di Sara, e cercai di non eccitarmi troppo davanti a quel ben di dio. Dopo un po’ invitò Martina a seguirla ma lei fu reticente e non si scompose. Io, nel frattempo, ero tornato sulla sdraio. La sua compostezza però durò poco, stremata dal caldo venne a chiedermi se mi desse fastidio se avesse preso anche lei il sole nuda.
- ma mica ti devo dare il consenso, sei libera di fare quello che vuoi, l’hai detto pure tu, siamo fra di noi - e con questa frase fatta si convinse a spogliarsi.
Adesso vedevo anche le enormi tette della mia sorellastra, il mio costume iniziò a gonfiarsi e dovetti buttarmi nuovamente in acqua per non dare nell’occhio. Cinque minuti dopo mi raggiunsero anche loro, ma mantenni una debita distanza per evitare di toccare cose involontariamente. Ci accorgemmo che si era fatta ora di pranzo, così rientrammo in casa per cucinare un piatto di pasta, io restai in costume, Sara si mise solamente una maglietta mentre Martina andò a recuperare un paio di pantaloncini e una maglietta. Si vedeva comunque tutto, e fu difficilissimo nascondere la mia erezione continua.
Dopo pranzo io andai in salone, dove mi aspettava una bella sessione di play station, Sara si mise a leggere sotto l’ombrellone gigante in giardino, Martina decise di andarsi a riposare.
Dopo circa un’ora e mezza di gioco dovetti andare in bagno. Quando uscii, proprio mentre stavo per scendere le scale, sentii un gemito. Mi bloccai. Proveniva dalla stanza di Martina. Erano senza dubbio gemiti di piacere, stavo sentendo la mia sorellastra orgasmare. La curiosità era tanta, ma non volevo approfittare della situazione. Ma vinse la mia curiosità, e allora in silenzio, a piccoli passettini, tornai indietro e mi avvicinai alla sua porta che era leggermente aperta. Con la massima attenzione mi accostai alla fessura e finalmente la vidi. Era sdraiata sul letto con le gambe completamente spalancate e le sue dita facevano, abbastanza velocemente, entra ed esci dalla sua vagina, la testa all’indietro mostrava tutta la bellezza del suo delicato collo. I capelli erano sudati, gli occhi chiusi, la bocca aperta e la lingua fuori. Mi eccitai immediatamente, e allora cercando di non fare alcun minimo rumore, delicatamente mi uscii il cazzo dal costume e iniziai a masturbarmi. Durai nuovamente un minuto scarso, schizzai per tutto il corridoio e poi per qualche secondo rimasi a guardarla orgasmare ancora ed ecco che finalmente spruzzò anche lei, squirtò un po’ su tutto il letto bagnandosi pure i piedi. Con calma e nuovamente con passo felpato mi diressi verso le scale e tornai a sedermi davanti alla tv, portando con me quegli urletti di piacere e il suo corpo teso.
Si erano fatte le 16.30, smisi di giocare e decisi di andare fuori, farmi prima un bagno e poi rilassarmi sulla sdraio sotto l’ombrellone ascoltando della musica con gli auricolari. Appena uscii vidi però che la sdraio era occupata da Sara che si era addormentata, rigorosamente in topless. Decisi allora di non tuffarmi per evitare di svegliarla ma lei si destò dal sonno, le chiesi scusa se l’avevo svegliata, mi disse di non pensarci perché tanto si sarebbe riaddormentata. Difatti appena mi buttai in acqua e riemersi, la vidi già nuovamente sognante con la testa inclinata e gli occhi coperti in modo sbilenco dagli occhiali da sole. Cercai di non muovere molta acqua così da lasciarla riposare, ma devo ammetterlo, approfittai del suo sonno per ammirare le sue tette. E lì, sott’acqua, il mio corpo cambiò. Il cazzo stava per bucare il costume, non ci vidi più e con molta calma lo tirai fuori. Cercando di non far rumore iniziai a lavorare di mano mentre osservavo stregato il suo corpo, il suo seno, il ventre, la vagina attraverso gli slip, le gambe e i piedi rivolti verso di me. Avrei voluto uscire dalla piscina per baciarla ovunque, leccarla e assaporare la sua pelle. Dopo un paio di minuti sborrai lì in piscina, fu una sensazione meravigliosa. Con ancora più calma lo rimisi dentro il costume e dopo un paio di bracciate uscii dall’acqua e mi andai a sdraiare sul prato per asciugarmi. Chiusi gli occhi e involontariamente mi addormentai. Ma fui svegliato dopo una decina di minuti dall’arrivo di Martina, che evidentemente aveva concluso di darsi amore. Mi accorsi che Sara era sveglia e stava nuotando in piscina, Martina si buttò in acqua con un tuffo e la raggiunse. Tutte e due scherzavano e si tiravano l’acqua a vicenda, quando d’improvviso Sara si avvicinò con scatto felino a Martina e le sfilò il top. Inizialmente si imbarazzò, inutilmente visto che la mattina era più o meno nella stessa situazione, ma poi quando la cugina iniziò a riempirla di complimenti sul suo seno e sul fisico, quasi spavalda adesso, iniziò a mostrarsi con vanto. Io ero meravigliato dalla situazione, ma grazie alla sega di poco prima riuscii a mantenere il sangue freddo. Il pomeriggio passò così, tra tuffi, birre, canzoni e riposo sotto il sole, e cercando sempre di controllarmi. Decidemmo anche cosa mangiare a cena: carne, da cuocere rigorosamente sul barbecue.
Così subito dopo il tramonto iniziammo a prendere la carne dal frigo e a portarla sul tavolo che era in giardino, spiego velocemente come era il fuori: dal salone si accedeva al grande giardino, al centro vi era la piscina, dal lato della casa un grande lembo di prato e un tavolo, dall’altra parte vi era una pedana di legno dove era messo un lettino/sdraio e su cui vi era un grande ombrellone bianco che copriva tutto quello spazio di ombra.
Quindi accendemmo il barbecue e dopo circa una mezz’oretta mettemmo finalmente hamburger e salsicce sulla brace. Nel frattempo, le ragazze si erano rivestite e anche io misi una maglietta, nonostante un leggero venticello che dava raramente fastidio faceva comunque caldo. Mangiammo con calma, bevendo e guardando il cielo stellato con in sottofondo della musica.
Mentre stavamo finendo gli ultimi pezzi di salsiccia mi resi conto che nonostante avessimo bevuto per tutto il pomeriggio eravamo decisamente troppo sobri, così proposi di fare un po’ di festa, una volta sistemato e pulito, continuando a bere facendoci dei drink.
- che alcolici ci sono in casa? - chiesi a Sara.
- ma credo un po’ di tutto, di solito i miei genitori fanno diverse feste d’estate. Andiamo a controllare- concluse lei invitandomi a seguirla all’interno.
Entrammo in casa e passammo dalla cucina per arrivare in una stanza che faceva da “cantina”. E incredibilmente vi era un grande assortimento, talmente ampio da sembrare il magazzino di un minimarket, c’erano anche un paio di sdraie. Vi erano bottiglie di gin, vodka, rum, vi erano vini rossi e bianchi, prosecchi con accanto bottiglie di aperol per fare gli spritz, e infine anche amari e liquori vari. Rimasi scioccato.
- madonna, altro che feste, qua fanno quelle del Grande Gatsby. Che dici di prendere? -
- ma credo vodka? A Martina andrà bene? -
- penso di sì, prendi quella alla fragola e delle red bull, so che gli piacciono drink del genere. Io penso mi farò dei gin lemon. -
- ah, allora anche io vado di gin ma prendo la tonica per me. -
- molto bene, e direi di fare domani una bella serata-spritz, che dici? -
- se non siamo troppo devastati da stasera, sì -
- cerchiamo di contenerci allora - conclusi con una risata, sapendo che sarebbe stato difficile non devastarci.
Tornammo da Martina, che intanto aveva finito di sistemare e pulire fuori, che ci aspettava nel salone. Dalla tv aveva messo in riproduzione un dj set per farci calare nel mood festaiolo. - Entrambe ora erano con la maglietta. - Presi il ghiaccio dal freezer e iniziammo a farci i cocktail. Passammo probabilmente più di un’ora a ballare e bere e a parlare del più e del meno. Ad un certo punto, verso le 00.30 credo, Sara propose un gioco.
- che ne dite di un gioco della bottiglia, stile obbligo o verità? -
- oddio sì, non lo faccio da una vita - appoggiò entusiasta l’idea Martina.
Io fui più titubante ma solo perché pensavo fosse una cosa ormai superata, ma poi risposi affermativamente pure io.
Ci sedemmo a terra formando un triangolo, presi una bottiglia di birra vuota e la misi al centro, si poteva cominciare.
- allora, inizio io che l’ho proposto. - e così Sara fece girare la bottiglia. Uscì Martina. - obbligo o verità? -
- verità -
- vediamo, iniziamo con calma. Attualmente, ti piace qualcuno? O qualcuna? -
- no, al momento nessuno. Ora vado io. - Uscì Sara che scelse obbligo. -allora… ti obbligo a shottare il cocktail. -
Sara lo fece senza obiettare, venne il mio turno. Girai la bottiglia e toccò nuovamente a Sara che stavolta scelse verità.
- d’accordo, dimmi… quanti fidanzati hai avuto? -
- allora in realtà solo due, uno al liceo per due mesi, e uno all’università per quasi un anno, ma solo con lui ho scopato, se volevi sapere questo. -
- nono, ho fatto una domanda generale, per quale motivo avrei voluto saper questo dettaglio? Tocca di nuovo a te dai. -
Girò la bottiglia e questa puntò me. Scelsi verità.
- ripropongo la tua domanda, con quante ragazze sei stato? -
- ecco… ho baciato solo una ragazza, è stata una storia di due settimane. -
- quindi non l’hai mai fatto? - domandò lei sorpresa.
- la domanda era una, questa non vale. -
-allora la cambio con questa -
- no, ormai ti ho risposto, tocca a Martina girare. -
- questo mi fa pensare. - concluse lei.
Toccò nuovamente a me, ma stavolta optai per un obbligo, era Martina, non mi avrebbe fatto fare cose strane, o almeno così pensavo.
-bene, dato che il giorno, quando siamo fuori, solo io e Sara siamo mezze nude, ti obbligo a farti il bagno nudo durante questi giorni, almeno siamo pari. -
- ma sei seria? Vuoi che stia nudo mentre siamo fuori a prendere il sole? Poi mica siete nude a tutti gli effetti…-
- eh, va bene, anche noi saremo completamente nude, tanto al prossimo obbligo ce lo avresti detto, o no? - mi interruppe Sara.
- ma certo, va bene allora, da domani tutti nudi, contente voi contenti tutti. -
Girai la bottiglia che si fermò su Martina, scelse obbligo.
- allora, cosa posso farti fare? Ma possiamo spingere un po’ oltre? - entrambe annuirono, stranamente. – beh, facciamo che fai un ballo sensuale, dai. -
Martina con le guance arrossate si alzò senza protestare e iniziò a muovere il corpo con grazia e fascino, sfiorandosi con le dita il collo, il seno e il basso ventre. Dopo una decina di secondi ci partì in automatico un applauso e lei si sedette soddisfatta.
Girò Sara e capitò ancora su Martina, che confermò obbligo.
- adesso divento più cattiva, indi per cui sceglierò sempre obbligo e spero anche voi - annuimmo - bene, ti obbligo a fare un succhiotto a Robi. -
- cosa? Ma un’altra cosa no? È strano dai. -
- strano? Abbiamo appena detto che da domani gireremo nudi. Dai coraggio. -
-e tu non hai niente da dire? - disse M riferendosi a me; io però avallai con un finto imbarazzo la richiesta, così Martina si avvicinò a me e mi iniziò a leccare il collo per poi baciarmelo e infine succhiare. Sentivo la sua lingua che colpiva la mia pelle, involontariamente mi eccitai ma cercai di nascondere l’erezione alla meno peggio.
Una volta finito mi rimase l’ematoma sul collo, ma lei si sedette soddisfatta e io avevo il cuore a mille. Girò lei e uscii io nuovamente, e lei sorrise cattiva.
- bene, avete presente dal tramonto all’alba? La scena dove Tarantino beve attraverso la gamba di Salma Hayek con il suo piede infilato in bocca? Voglio che voi due la replichiate. -
Io e Sara ci guardammo, lei era calma e anzi sembrava divertita, io un po’ basito da questa richiesta ma nascondevo l’eccitazione di avere in bocca il suo piede. Così fu, io rimasi seduto, lei mi prese il cocktail, alzò la gamba e mi appoggiò le dita del piede destro sulle labbra, poi si versò il drink addosso delicatamente e iniziò ad arrivarmi il gin lemon in bocca. Lo bevvi tutto avidamente, quando finì rimase ancora in quella posizione e mi disse: mi leccheresti per pulirmi il piede? E allora delicatamente, fingendo imbarazzo e nascondendo l’esaltazione passai la lingua sulle dita. Dopo un paio di secondi si sistemò e tornò a sedersi. Martina inaspettatamente era ancora più rossa in volto.
Toccò a me, e chiunque sarebbe capitata, avrei esagerato.
Uscì Sara, e allora mi esposi: ok, fatti un altro cocktail e al terzo sorso te lo tieni in bocca e baciando Martina glielo fai bere.
La mia depravazione stava uscendo tutta fuori, probabilmente per l’alcol che stavo ingurgitando. Lei con calma si alzò, si fece il drink, si sedette, bevve dalla cannuccia e poi si diresse verso Martina che la stava aspettando in completo imbarazzo e abbastanza ubriaca. Ecco che le due bocche si toccarono e le due ragazze iniziarono a baciarsi, anche se buona parte del drink gli finì addosso. Fu una scena clamorosa, senza senso. Il mio pisello stava per esplodere in quel momento, era l’apice dell’erotismo. Finito il siparietto si sedette nuovamente, ma stavolta a gambe aperte, mentre Martina rimase con le gambe incrociate.
- facciamo gli ultimi due giri, va bene? Sennò ci spacchiamo troppo e domani niente serata spritz - disse Sara mentre si accingeva a girare la bottiglia, noi annuimmo. Toccò a me, ormai poteva accadere di tutto.
- allora, io ti obbligo a dirmi la verità? -
- ma non avevi detto niente più verità? - controbattei.
- sì, ma voglio chiederti questa cosa. Pensa al lato positivo, non dovrai fare nulla di folle. Quindi, ciò che ti chiedo, e voglio che tu sia più sincero possibile, è questo: pomeriggio in piscina ti stavi masturbando mentre mi guardavi, non è vero? Hai pensato stessi dormendo e che non me ne sarei accorta? Sii sincero, non mi arrabbio mica, mi hai appena leccato il piede, al massimo ne sono lusingata. -
- beh, ecco, vederti mezza nuda lì davanti a me, con le tette al sole, mi sono eccitato troppo e dovevo per forza placare l’erezione. È imbarazzante, ma sì, ho perso il controllo. Se ti può consolare sono durato pochissimo ahah. - risposi con vergogna e alla fine provai la battuta che riuscì a far sorridere Sara.
- Mi trovi davvero così bella? Grazie, non c’è nulla di cui imbarazzarsi, dobbiamo evitare questo imbarazzo tra di noi dai. -
Vidi che Martina sorrideva, forse era talmente brilla da non aver capito il discorso, poi prese la bottiglia e la fece girare. Si fermò su di me e mi chiese di baciare anche il suo piede, evidentemente era diventata gelosa. Lo feci e baciai il collo del suo piede sinistro mentre lo tenevo per la pianta morbida. Venne il mio turno, uscì Sara ma non avevo davvero idea di cosa chiedere. Poi mi venne. Le chiesi di simulare un suo orgasmo, lei eseguì senza grandi remore e anzi decisa nel dare il meglio di sé. Così chiuse gli occhi, si mise una mano sul seno e iniziò a fare versi di piacere, alternava ai gemiti a qualche “sì, più forte”, “dai dai ci sono”. Mi stavo innamorando di lei, era di una bellezza incredibile e la sua voce spezzettata aumentava l’eccitazione. Concluse e girò nuovamente, questa era la sua ultima volta. Si fermò su di me.
-beh, ci siamo, ti obbligo a tirare fuori il cazzo e a non toccarlo di niente. -
Cercai di far cambiare l’obbligo, laggiù avevo il pisellone da ormai mezz’ora, stava per esplodere e tirarlo fuori avrebbe significato correre il rischio di spruzzare su di loro. Non demorse, voleva vederlo, Martina ormai ubriaca si unì al suo coro “Escilo! Escilo!”. Così fu, lo tirai fuori, era ormai color porpora, un paio di su e giù e avrei imbiancato a terra.
-wow, è bellissimo- disse Martina ormai completamente persa.
Sara rise ma si unì al complimento: mio dio! Ti sta facendo male?
- un po’ in realtà, è stato difficile mantenere la calma con i nostri obblighi. -
- va bene, resta senza costume fino alla fine, tanto abbiamo quasi fatto. -
-d’accordo, ma una cosa, che ne pensate del mio cazzo? Cioè so che non è grande ma neanche piccolo in fondo. -
- è davvero bello, direi nella media, quanto sarà? - S
- ma tipo tra 14 o 15, o poco più -
- ci sta, poi è equilibrato, cioè non è neanche troppo grosso di diametro, per me è perfetto. - S
- sì, hai un bel cazzo Robi - concluse Martina.
E allora mi sedetti a gamba incrociate, ringraziai per i complimenti e cercai di non toccarmelo neanche per sbaglio.
Martina prese la bottiglia e uscì Sara. La obbligò a spogliarsi, accettò senza riserve. Se per sbaglio mi fossi sfiorato il cazzo avrei sborrato su di loro. Dovevo evitarlo, ma la scena era completamente surreale. Girai e toccò a Martina, feci spogliare anche lei. Sembrava l’inizio di un porno. Tutti e tre nudi, io con il cazzo dritto, loro con le gambe a coprire la figa, così da non farmi vedere proprio tutto.
- Bene, direi fine. Già Martina è bella sbronza, io non so ancora per quanto resisto. Direi di spegnere tutto e andarci a coricare. -
Mentre dava gli ultimi ordini, Martina si addormentò. Sistemammo un po’ di cose, e poi prendemmo Martina, io dal braccio destro e Sara da quello sinistro, e insieme, a fatica, salimmo le scale, entrammo nella sua stanza e la poggiamo sul letto. Ah, ovviamente il tutto fatto completamente nudi, e io col cazzo ancora duro. Uscimmo dalla stanza, io e Sara ci demmo la buona notte e ognuno andò nella propria stanza, o meglio io sarei andato a masturbarmi. Ma mentre stavo per entrare in stanza sentii una botta, mi voltai e vidi che Sara era caduta. Mi avvicinai subito a lei, ma mi accorsi che si era letteralmente addormentata all’in piedi. La sollevai e la portai in stanza sua, ma ecco che mentre la sistemavo a letto si agitò. E agitandosi con la mano destra diede due colpetti al cazzo, non ci vidi più e involontariamente le sborrai sulla pancia. Cercai di controllare il panico dell’essere scoperto, così presi dei fazzoletti che erano sulla scrivania e la pulii delicatamente, cercando di non svegliarla. Finito il tutto sgattaiolai fuori dalla stanza e mi andai a coricare subito.
------
------
Fatemi avere sempre feedback, io continuerò a pubblicare ma ci vorrà del tempo per finirla, sempre se riuscirò a finirla. grazie per l'attenzione.
scritto il
2023-06-16
3 . 9 K
visite
3
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.