Ero un gran professionista Veterinario.
di
Manganello.
genere
sadomaso
A Roma ero un gettonatissimo veterinario: Da me veniva la Roma-bene, altolocata: Professionisti per i loro cani, gatti, cavalli, pappagalli, iguana e serpenti. Ricevevo solo per appuntamento, salvo emergenze per cui mi recavo a domicilio pure. Al mio studio vedevo le meglio donne della capitale e provincia, mogli di industriali, Deputati, Ministri, Luminari di Medicina, Chirurgia, gente chiaramente assai benestante e non esitava a lasciarmi cinquecento o mille euro per farmi vedere il micino o cagnolino con problemi di carie ed altro e lì, senza farsi scrupoli sul portafoglio dei mariti, mi facevano visitare i loro beniamini e intanto mi mostravano le sode e chilometriche cosce sempre più coperte da pochi centimetri di stoffa di gonna ed io rosicavo maledettamente perchè, per chi non lo sapesse, mentre anni prima ero veramente un gran figo, alto, palestrato, un viso affascinante, ora il mio lato sinistro era segnato a vita da una cicatrice creatami da un morso di cavallo... e i cavalli è noto che mordono facilmente per anche un nulla ed io ci cascai come un fesso, io veterinario! Perciò, se prima le signore-bene facevano a gara a farmi visitare i loro pelosetti ed infine si facevano scopare assai facilmente, ben attratte del mio aspetto fisico e sopratutto il notevole pacco all'inguine! Adesso, dopo che nel giorno mi trovavo a tu per tu con certe figone, per scaricare la mia virilità, i cinquecento euro incassati più volte nel mio lavoro, li investivo con escort strafighe alle quali non interessava affatto che il mio viso era da fare solo ribrezzo. E tutto questo durò fino a quando andai in pensione assai prima della età stabilita e volli anche cambiare vita ed acquistai un casolare su una collina a Grottaferrata dove trovai addirittura sottoterra dei vani ed iniziai a restaurare tutto. Col tempo decisi di mettere in pratica una vendetta sulle donne gran belle che mi provocavano e deridevano. Allestii al piano sottoterra una sala di attesa ed ambulatorio dove in futuro ricevevo i miei pazienti accompagnati da sempre gran belle signore e lì giocavo sulle ombre, infatti tenevo nascosto il viso con lampade che illuminavano solo il tavolo dove visitavo i loro cani o gatti e lì, esibendo per quanto mi era possibile il pacco all'inguine, poco dopo lo facevo palpare alle mie signore. Poi però, dopo avere praticato una iniezione intramuscolare chele rendeva incoscienti, sfogavo le mie manie e repressioni, sculacciandole e scopandole ed inculandole. Però quella mia mania di represso, mi portò in Tribunale dove riuscii con un ottimo Avvocato a risultare estraneo da ciò ed allora dovetti cambiare le carte nel gioco, così il giorno facevo il bravissimo veterinario e di sera, dopo cena andavo a Roma a cercare prostitute nell'ormai noto e storico Viale Tor di Quinto, dove tra donne assai brutte, ci trovavo però anche alcune di loro ben fatte, ben conservate e le chiedevo di venire a casa mia, distante da Roma, ma le convicevo esibendo banconote di cento euro, specificandole che le volevo per l'intera notte. Allora accettavano subito il mio invito, considerando che di solito chiedevano per rapporti in camera o auto, poche decine di euro.
7
voti
voti
valutazione
3
3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Complice fu il temporale. 3.racconto sucessivo
Arrivò a chiamarmi zio.
Commenti dei lettori al racconto erotico