La notte dei miei genitori

Scritto da , il 2022-11-11, genere incesti

Era capitato una notte, mentre i miei credevano che dormissi profondamente dopo una giornata passata a giocare a pallone. Ero stanco, è vero, ma alle volte la troppa stanchezza ti impedisce di dormire e riposare come vorresti.

Dopo aver cenato e guardato un po' di televisione ero andato a letto e prima di dormire avevo cercato di leggere qualche pagina del libro che avevo sul comodino, ma senza grandi risultati: le parole si mischiavano e il senso delle frasi si perdeva. Così spensi la luce e provai ad addormentarmi, senza successo.

Fu dopo un paio d'ore che avvertii la presenza di qualcuno alla porta senza sentirla realmente, tanto fu silenziosa. Credetti che fosse mia madre che, semplicemente, si stava sincerando di come stessi e se stessi dormendo. Ed in parte è vero, stava controllando se mi fossi addormentato, ma i miei occhi, anche se chiusi, nascondevano in realtà il mio sguardo e la mia mente vigile.

Quando la sentii andare in camera con mio papà mi misi in posizione supina. Magari così sarei riuscito ad addormentarmi.. ma qualcosa me lo impedì. Li sentivo chiacchierare, ridere sommessamente e poi le risate e le parole lasciarono il posto a qualcos'altro che, all'inizio, faticai a riconoscere ma che poi, con il passare dei minuti, riconoscevo distintamente.

Mio papà stava gemendo. Dapprima mugolii soffocati, poi sempre più forti e decisi. Nella sua voce c'era il piacere che sentivo nella mia quando mi capitavano momenti di intimità con le ragazze. Cercai di non ascoltare, e venni colto dalla tentazione di chiudere la porta ma la paura di fare rumore e tradire così il fatto che fossi sveglio me lo impedirono.

Perciò rimasi così, sdraiato a pancia in su, non riuscendo ad impedirmi di ascoltare quel momento di intimità, quando i mugolii cambiarono voce e passarono sulla bocca di mia mamma. Senza poterla controllare, iniziai ad avere un'erezione, dapprima poco marcata ma poi sempre più vigorosa. Non potevo impedirlo, mentre sentivo i gemiti di mia mamma diventare ancora più forti e poi soffocati, come se avesse una mano davanti alla bocca.

C'era solo la voce di mia mamma, piena di piacere, mentre mio papà era silenzioso. Senza quasi rendermene conto, la mia mano era scesa sul mio corpo per toccarmi: ero duro, eccitato da quella situazione eccitante ed imbarazzante allo stesso tempo. Da figli si tende a pensare che i genitori non facciano mai l'amore, ma nessun pensiero può essere più sbagliato.

Prima che la voce di mia mamma arrivasse a sfogare l'orgasmo che stava per raggiungere si interruppe e la mia mano si fermò. Fu un bene perché anche io stavo per venire, ma dopo un po' i gemiti ricominciarono. I gemiti di entrambi, ed il rumore, inconfondibile, del letto che si muove al ritmo dei colpi di mio papà.

Mi sembrava di impazzire, diviso tra la voglia bruciante di vedere quella scena ed il timore stesso di vederla, ma ero eccitatissimo a sentirli e così mi feci coraggio. Vestito solo dei boxer scesi dal letto e mi diressi alla porta della mia camera, cercando di non fare alcun rumore. Uscii nel corridoio e mi misi vicino alla porta della loro camera. Il mio cazzo era duro come non lo era mai stato mentre ascoltavo i loro gemiti provenire da oltre la porta, quella sottile barriera socchiusa che sapevo nascondere un'immagine che poi mi sarebbe rimasta impressa per molto tempo nella mente.

Mi feci coraggio e guardai, e fu allora che li vidi.

Mia mamma era sdraiata sulla schiena mentre mio papà la penetrava, le sue gambe e i suoi piedi erano rigidi, come per convogliare tutto il piacere verso il centro, il suo seno generoso si muoveva al ritmo dei colpi di lui mentre entrava ed usciva e le mani di lei stringevano il lenzuolo come se volessero strapparlo mentre gemeva sottovoce. Io non potei più impedirmi di toccarmi, così lo tirai fuori e guardando ed ascoltando quella scena iniziai a masturbarmi, quasi desiderando di essere lì con loro, vicino al letto, per guardare meglio, per guardare tutto e magari sentire la mano di mia mamma accarezzarmelo, toccarmelo. Il pensiero mi fece quasi impazzire, quando loro si interruppero ed io, per paura di essere scoperto, mi nascosi fuori dalla visuale della porta socchiusa.

Ma fortunatamente quello spettacolo meraviglioso non era ancora concluso. Sentii mia mamma dire "Così mi spacchi però" e mio papà ridere. Mi affacciai di nuovo alla porta e capii il perché di quella frase. Mio papà era in completa erezione, una verga per certi versi simile alla mia soprattutto nella forma ma più grande e più larga.

Mia mamma si mise a pecorina e mio papà le entrò da dietro. Il gemito che lei si lasciò sfuggire fu di estasi, pura, semplice, meravigliosa estasi. Lui iniziò a penetrarla piano ma via via i suoi colpi si facevano più forti e decisi. Mi chiesi come faceva lei a prenderlo tutto, mentre sentivo distintamente il rumore dei loro corpi che si scontravano e i gemiti che tentavano di uscire violenti dalle loro bocche. Vedevo il suo seno muoversi avanti e indietro, al ritmo della penetrazione, mentre mio papà la afferrava sui fianchi per sbattersela addosso ed entrare il più possibile.

La mia mente si era come disconnessa. Ero solo ed esclusivamente eccitazione, non provavo altre sensazioni. La mia mano mi segava veloce, muovendosi su un pezzo di carne dura come il ferro e rovente come un tizzone. Dovetti appoggiarmi alla porta perché sentivo che le mie gambe rischiavano di cedere mentre i loro gemiti aumentavano, mentre il respiro di mia mamma si faceva sempre più veloce al sentire quell'immenso palo dentro di lei.

Volevo essere su quel letto con loro. Volevo guardarli da vicino, toccarli e lasciarmi toccare. Gemere con loro, e l'idea che lei potesse dedicarsi anche a me mi fece tremare.

E mentre stavo pensando a tutto questo lei alzò lo sguardo e mi vide nell'apertura della porta. Vide che li stavo guardando, vide la mia erezione e vide che mi stavo segando. Io non riuscivo a smettere di farlo, nonostante tutto. Continuava a guardarmi mentre gemeva e poi in un momento in cui riuscì a non gemere mi mandò un bacio.

Ed in quel momento venni.

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